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“Opera viva. Il Manifesto” in piazza Bottesini l’opera di Marina Arienzale “Mosca”

 

 

Martedì 25 giugno alle 18.30 si terrà il secondo appuntamento con “Opera viva. Il Manifesto”. In piazza Bottesiini a Torino. Si tratta di “Mosca” di Marina Arienzale, per la decima edizione di Camouflage.

Un insetto si poggia inerte su una grande distesa arancione. È Mosca di Marina Aziendale, progetto di arte urbana sul preesistente di Alessandro Bulgini che, dal 2015, ospita più di cinquanta artisti italiani e stranieri, interpreti dello spazio pubblico per le affissioni di 6×3 in Barriera di Milano. Questa installazione sarà presente fino al 9 luglio 2024.

Una mosca con i suoi grandi occhi si ferma sul fondale arancione creando un rebus silenzioso, un camouflage da interpretare.

Le apparizioni della mosca nella storia sono numerosissime. Dalle arti visive a partire da Giotto fino a a Damien Hirst, come un topos letterario, ritrovandosi in numerosi scritti di Luciano di Samosata, Omero, Pirandello fino a Kafka e Golding e anche nel cinema dove ricorre come contraltare del perfezionismo, dell’edonismo e dell’individualità della società odierna, ad esempio nell’omonima opera del regista David Croneberg “The fly”, appunto “zla mosca”.

Mosca rappresenta un sostantivo ma anche un nome proprio, Mosca è un simbolo che attraversa i secoli, un monito cristiano, un virtuosismo pittorico, uno scherzo illusionista, elemento di nature morte e vanità, comunica fastidio e ostinazione e stimola il nostro lato più oscuro. La mosca è associata a Belzebù, demone biblico il cui nome in ebraico significa “Signore delle mosche”.

Che cosa rappresenta Mosca?

“Un bagno di arancione – spiega Marina Arienzale- Mosca con i suoi grandi occhi si è accasciata, diventando parte di un rebus che invita a comportamenti che ci potrebbero portare ad essere lì con lei, senza riferimenti a questo colore caldo. Pare che, per la cromoterapia, l’arancione sia il colore che aiuta a digerire”.

Giunto alla sua decima edizione , “Opera viva Barriera di Milano”, il Manifesto è un pretesto per esprimere altro. Il tema scelto per l’edizione 2024 è il Camouflage o cammuffamento, che si riferisce a qualunque metodo utilizzato per rendersi meno visibili alle forze nemiche. Il momento storico che stiamo vivendo evidenzia come la maggior parte dei componenti del sistema culturale sia intimorita dall’esprimersi sulle questioni internazionali.

Il manifesto diventa, quindi, spazio per il non detto, per esporre una necessità, un credo personale perfettamente mascherato. Gli artisti e le artiste selezionati/e sono stati invitati/e a realizzare un’opera antitetica a ciò che in realtà si vorrebbe esprimere e denunciare. Un’opera mimetica e impermeabile, un perfetto camouflage.

L’edizione 2024 incentiva la possibilità di dissentire senza esporsi.

Quest’anno Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto è un’operazione corale che mira a esprimere il disagio tramite la manifestazione pubblica del suo contrario. Sette artisti e i loro manifesti compongono un’unica opera di denuncia e di dissenso.

Gli artisti e le artiste selezionati/e che metteranno in pratica il loro camouflage in piazza Bottesini a Barriera di Milano, dopo il primo manifesto esposto il 4 giugno scorso di Francesca De Angelis, sono Marina Arienzale, fiorentina, laureata in pittura all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, Charlotte Landini, Monica Podda e Stefano Budicin, Cocis Ferrari, Giuseppe Fittipaldi e Davide Dormino.

Secondo appuntamento

25 giugno 2024

Mosca

Marina Arienzale

 

Mara Martellotta

 

Sabato 22 giugno modifiche viabili tra i corsi Bramante, Lepanto, Turati e Unione Sovietica

L’incrocio tra i corsi Bramante, Lepanto, Turati e Unione Sovietica sarà interessato nella giornata di sabato prossimo 22 giugno da una serie di lavori per aumentare la sicurezza dei ciclisti impegnati nel Tour de France in occasione della tappa che da Piacenza raggiungerà Torino il 1° luglio.

La scelta del sabato per l’esecuzione dell’intervento, quando sono meno numerose le persone che si spostano per lavoro e il traffico è generalmente più leggero, è stata fatta per minimizzare le inevitabili ripercussioni sulla viabilità che l’istituzione nella zona di una serie di divieti e limitazioni potranno causare.

In particolare, per tutta la durata dell’intervento non sarà possibile procedere lungo l’asse Est – Ovest (e viceversa). Saranno infatti chiuse al traffico veicolare la carreggiata centrale di corso Lepanto da corso Unione Sovietica a piazzale Costantino il Grande. Chiusi anche i controviali Nord e Sud dove, nel medesimo tratto di carreggiata, sarà istituito un senso unico alternato a vista, per i soli residenti. Il transito sarà vietato anche sul collegamento tra la carreggiata centrale e il controviale Ovest di corso Unione Sovietica all’altezza di corso Turati in corrispondenza dell’asse viabile Bramante/Lepanto, con deviazione di tutto il traffico veicolare proveniente da corso Bramante (centrale e controviale) su corso Unione Sovietica/corso Turati.  Verrà eliminata la possibilità di svolta a sinistra dal controviale Est di corso Unione Sovietica all’intersezione con corso Bramante, mentre si procederà a una parzializzazione del traffico veicolare sulla carreggiata centrale di corso Unione Sovietica/corso Turati nel tratto compreso tra corso Sebastopoli e via Tirreno. Non saranno altresì percorribili gli attraversamenti pedonali di corso Unione Sovietica/corso Turati in corrispondenza con l’intersezione corso Bramante/corso Lepanto e gli attraversamenti pedonali di corso Lepanto in corrispondenza con l’intersezione corso Unione Sovietica/corso Turati.

È stato poi disposto il divieto di sosta con rimozione forzata su ambo i lati della carreggiata del controviale Ovest di corso Turati da via Barilli a corso Lepanto; su ambo i lati della carreggiata del controviale Ovest di corso Unione Sovietica da corso Lepanto a via Cristoforis; e su ambo i lati della carreggiata dei controviali Nord e Sud di Corso Lepanto da corso Unione Sovietica a Piazzale Costantino il Grande.

Il cantiere avrà ripercussioni anche sull’organizzazione del trasporto pubblico locale con i tram della linea 4 limitati in corso Lepanto. Maggiori informazioni sul sito di Gtt all’indirizzo https://www.gtt.to.it/cms/avvisi-e-informazioni-di-servizio/torino-e-cintura/11323-linea-4-tram-limitati-in-corso-lepanto-e-navette-bus-sostitutive-dal-22-giugno

Per consentire la realizzazione dell’intervento con le necessarie condizioni di sicurezza per il personale impegnato nei lavori, per tutta la giornata di sabato nell’area limitrofa al cantiere sarà in vigore il limite di velocità di 30 chilometri all’ora.

I lavori, che inizieranno nelle prime ore del mattino, dovrebbero concludersi entro le ore 16.

TORINO CLICK

Nuovo murales al Servizio stranieri del Comune

Un caleidoscopio di colori e forme geometriche, tutti diversi eppure ben integrati nel loro insieme, accolgono da oggi chi arriva al piano terra di via Bologna 49/a, sede del Servizio Stranieri del Comune di Torino. Il nuovo murales attraversa il muro di cinta adiacente all’ingresso e le sedute del cortile interno della struttura ed è frutto, nell’ambito del progetto “Spazio Comune”, di un percorso partecipato di rinnovamento e rifunzionalizzazione operativa degli spazi esterni e interni della sede, per adattarla alle esigenze dei suoi beneficiari, di operatori e operatrici, plasmando un ambiente accogliente e inclusivo.

A inaugurare i rinnovati spazi del Servizio Stranieri nei giorni scorsi il sindaco Stefano Lo Russo e l’assessore alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli.

Grazie alla partnership attivata fra Comune di Torino, UNHCR, Dipartimento di Architettura e Design (DAD) del Politecnico di Torino e della Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza, è stato possibile avviare il percorso di coprogettazione e acquistare i materiali e le attrezzature per la realizzazione dei progetti.

L’obiettivo è quello di rendere gli spazi del Servizio Stranieri più accoglienti e funzionali, in un contesto che vede accrescere la gamma dei servizi offerti così come il numero delle persone raggiunte e coinvolte.

“Il murales che inauguriamo oggi – ha spiegato il Sindaco Lo Russo – ben rappresenta l’idea di comunità che abbiamo in mente per la nostra città, capace di includere e accogliere tutte e tutti, nel rispetto dei diritti e dell’identità di ciascuno. Il Servizio Stranieri offre ogni giorno un supporto prezioso a persone, bambini, famiglie arrivati nella nostra città da altri paesi, aiutandoli ad orientarsi su servizi essenziali che riguardano l’istruzione, la sanità, il lavoro, la casa. Da oggi avranno un luogo ancora più bello e funzionale ad accoglierli”.

“Siamo felici ed orgogliosi della conclusione del percorso di riallestimento partecipativo dello “Spazio comune” operativo al Servizio stranieri della Città – ha affermato l’assessore Rosatelli-. Grazie al coordinamento progettuale del Social Design Lab del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, al sostegno della Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza e alla partecipazione di tante operatrici e operatori pubblici e privati, da oggi gli spazi del Servizio saranno più belli e accoglienti. Siamo profondamente convinti che la bellezza non sia un privilegio per pochi, ma un diritto di tutte le persone, specie di quelle più fragili, e che la possibilità di ricevere un servizio in un contesto più piacevole sia parte di un percorso di cura e accoglienza. Il nuovo aspetto degli spazi è tra l’altro coerente con la missione di “Spazio comune”, sportello polifunzionale che riunisce diversi servizi ed enti, con l’intento di facilitare la vita delle persone straniere”

Carlo Alberto re del Vermouth

Carlo Alberto – il vermouth nato a Torino nel 1837, di proprietà di Compagnia dei Caraibi – celebra da protagonista laVermouth di Torino® Week 2024, la kermesse dedicata all’icona dell’aperitivo organizzata dal Consorzio del Vermouth Torino, con unadegustazione guidata presso lo store Dispensa (Galleria Subalpina, 9), mercoledì 26 giugno, dalle ore 19:00. 90 minuti dedicati alla degustazione di Carlo Alberto, il vermouth naturalmente low-alcol, proposto liscio e miscelato.
Nato per accompagnare i primissimi aperitivi nei salotti torinesi durante quella che viene presto rinominata come l’Ora del Vermouth, questo vino fortificato piemontese ha saputo conquistare i palati di tutto il mondo diventando oggi con Carlo Alberto la quintessenza dell’aperitivo capace di farsi apprezzare sia liscio che miscelato. Un’icona del bere bene che sa di tradizione ed esalta il genius loci con una bottiglia ispirata all’architettura torinese fatta di archi, portici e colonne ricordando Palazzo Madama e la Gran Madre, in un viaggio nel tempo tra storia e modernità.

Il tempo in cui Ho Chi Minh era cuoco a Milano

Il ristorante Antica Trattoria della Pesa è tra i più antichi di Milano, espressione della grande tradizione gastronomica lombarda, in particolare meneghina.

Antipasto misto di salumi e sottaceti, risotto alla milanese e al salto, pasta e fagioli, bolliti, cassoeula con polenta, ossobuco e cotoletta non sfigurano accanto a piatti più raffinati. Insomma, come dire la tradizione e la qualità a tavola. Situato nel punto dove nell’Ottocento le merci giungevano da fuori città per essere pesate per il pagamento del dazio, il locale si trova a Garibaldi, poco distante dall’omonima stazione, in uno dei quartieri più vivaci di Milano, al n.10 di Viale Pasubio.

Dove un tempo c’erano i cortili degli artigiani, attorniati dalla case di ringhiera, oggi s’incontrano gli ateliers di grandi artisti e le gallerie d’arte. L’Antica Trattoria della Pesa offre un atmosfera del tutto particolare, dagli arredi al pavimento in granigliato rosso e grigio, comune a quello di molte case milanesi di inizio secolo, per non parlare delle splendide stufe in maiolica che rimandano ai tempi in cui i locali venivano riscaldati a legna. Insomma, basta uno sguardo per cogliere quel calore che apparteneva esclusivamente ai ristoranti di un tempo, in cui spesso ci si ritrovava seduti ai lunghi tavoli del secolo della borghesia e dei cambiamenti con persone mai viste prima. All’esterno della trattoria si trova la vecchia pesa rettangolare in ferro che diede il nome al locale che all’epoca si trovava sulla linea di confine tra la città e le campagne circostanti. Ma c’è anche una curiosità, testimoniata da una lapide posta sulla facciata dell’ingresso. L’epigrafe ricorda che quella stessa casa fu frequentata da Ho Chi Minh negli anni ’30, durante le sue missioni internazionali “in difesa delle libertà dei popoli”. Ma l’epigrafe pare non sia esaustiva poiché la tradizione popolare vorrebbe che il futuro presidente vietnamita lavorasse come cuoco proprio in quella trattoria. La storia narra che nel giugno del 1931 Ho Chi Minh venne arrestato a Hong Kong dalla polizia britannica  per attività sovversiva e la Francia ne chiese l’estradizione. Per evitare la pressione diplomatica sul governatore della colonia inglese, i suoi amici diffusero la falsa notizia della sua morte. Scarcerato nel gennaio del 1933, riprese le sue missioni ai quattro angoli del mondo e per un certo periodo dimorò anche a Milano in una caratteristica casa popolare di ringhiera tra viale Pasubio e via Maroncelli ( prorpio nei pressi dell’Osteria della Pesa). Che Ho Chi Minh (in realtà uno pseudonimo poiché il vero nome anagrafico era Nguyen Tat Thanh)  non disdegnasse di darsi da fare tra i fornelli è cosa del tutto plausibile. Nel 1912, partito per gli Stati Uniti a bordo di una nave, lavorò come cuoco. A New York visse facendo il panettiere e altri mestieri legati alla cucina e nel 1915 a Londra , all’hotel Carlton, il rivoluzionario vietnamita divenne chef pasticciere sotto la guida del famoso cuoco Auguste Escoffier , universalmente conosciuto come il cuoco dei re,il re dei cuochi“). Non si sa se il tradizionale prodotto del sud-est asiatico, cioè il riso, amava cucinarlo alla milanese, con lo zafferano, o alla Pesa si limitava alla lista dei dolci. E’ certo che alcuni anni dopo il fondatore del movimento Viet Minh, la lega per l’indipendenza del Vietnam traghettò il suo paese verso l’indipendenza e nel 1945 venne acclamato presidente della Repubblica democratica del Vietnam, guidando successivamente il Vietnam del Nord durante la guerra fino al 1969, anno in cui morì a 79 anni.

Marco Travaglini

La fidanzata non vuole che parta e lui scende dall’areo

Ieri  all’aeroporto di Caselle un passeggero del volo delle 12 per Madrid della compagnia Iberia, prima che l’aereo partisse ha chiesto al personale di scendere. La fidanzata gli aveva chiesto al telefono di restare con lei a Torino. Tra le lamentele dei passeggeri per il ritardo accumulato, l’uomo è sbarcato, essendo un suo diritto, e non è stato multato. Il volo è atterrato a Madrid con un ‘ora di ritardo.

Stati Uniti d’Europa: “Zucchetti rimosso solo da incarichi di nomina. E’ intoccabile?”

“Nonostante ripetuti incitamenti all’odio verso la resistenza ucraina e le calunnie sessiste sbandierati sui propri profili di comunicazione, apprendiamo con sconcerto che il Senato Accademico del Politecnico di Torino si è limitato a rimuovere Massimo Zucchetti solamente dagli incarichi di nomina, senza sospenderlo dal proprio ruolo di professore ordinario né tantomeno dall’erogazione di lezioni agli studenti o dalla percezione del prestigioso salario che ne consegue. Questa misura è insufficiente e costituisce un precedente pericoloso: davvero un professore ordinario è intoccabile fino a questo punto?”.
Vittoria Nallo

Così Vittoria Nallo, neo consigliera regionale del Piemonte per Stati Uniti d’Europa, con Francesco Merlo (+Europa), Davide Neku (Italia Viva), Cristina Peddis (LibDem), Roberto Goghero (PSI) e Lorenzo Cabulliese (Aglietta) che aggiungono: “La rimozione dagli incarichi di nomina non è in alcun modo riparazione sufficiente. La presenza del professor Zucchetti nel Politecnico garantisce presidio di posizioni filo puntiniste, violente e sessiste nel cuore della comunità scientifica torinese e italiana. Si auspica che il Senato Accademico e il Rettore del Politecnico di Torino mostrino il buonsenso necessario per imporre la decadenza o la sospensione dalla carica accademica di Zucchetti, così come previsto dall’articolo 36 dello Statuto del Politecnico per i casi di violazione del Codice Etico.”

Fondazione Crt, al via le commissioni

Giampiero Leo

La Fondazione Crt, che dal 7 giugno è presieduta dalla giurista Anna Maria Poggi, va avanti nel suo lavoro. Infatti si è realizzato un altro passaggio fondamentale per la vita dell’Ente, e per il dialogo con le realtà sociali e istituzionali della nostra Regione. Ovvero oggi sono state costituite le tre commissioni nell’ambito del consiglio di indirizzo e sono stati nominati all’unanimità i coordinatori, un altro tassello nel percorso verso ‘la normalità’. Cristina di Bari guiderà la commissione Bilancio, patrimonio e investimenti; Giuseppe Tardivo la commissione Università, Ricerca e istruzione; Giampiero Leo la commissione Arte e cultura, Welfare e territorio. La nomina unanime dei presidenti è un segnale di coesione che va quindi al di là dell’unità di intenti sancita dalla nomina della presidente Poggi. In particolare quella di Leo, che in consiglio di indirizzo è uno dei rappresentanti della Regione Piemonte, dimostra anche la concordia istituzionale dal momento che a indicarlo sono stati Claudio Lubatti che rappresenta il sindaco Stefano Lo Russo e Elide Tisi, voce del volontariato. Le tre commissioni si riuniranno a metà luglio per iniziare il lavoro.

Rischi del territorio, come prevenire. Incontro a Bardonecchia

Parola d’ordine: prevenzione e diffusione della conoscenza dei rischi sul territorio. E’ il messaggio, che arriva dal workshop “I fenomeni di instabilità naturale in alta montagna. La colata detritica del 13 agosto 2023 a Bardonecchia: previsione, prevenzione e mitigazione dei processi”, organizzato da SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale) in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche-IRPI (Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica), l’ARPA e l’Ordine dei Geologi del Piemonte, l’Università di Torino – Dipartimento di Scienze della Terra ed il Comune di Bardonecchia.

All’incontro, aperto dal sindaco Chiara Rossetti, che ha ringraziato gli organizzatori “per aver riportato l’attenzione su Bardonecchia” sottolineando l’importanza della prevenzione e degli interventi di mitigazione del rischio necessari “a contrastare il ripetersi di effetti catastrofici associati a simili eventi”, è intervenuto in video collegamento il Ministro della Protezione Civile e le politiche del mare dell’Italia Nello Musumeci, che ha ricordato: “Come Governo abbiamo dichiarato, a suo tempo, lo stato di emergenza, abbiamo anche erogato e, proprio in queste ore, al Governo porteremo la richiesta per una ulteriore erogazione di risorse per fare fronte alle esigenze che sono emerse dopo l’evento estremo”.

A quasi un anno dalla grave esondazione, che coinvolse il paese di Bardonecchia il 13 agosto 2023, “è parso doveroso – spiegano i ricercatori di SIGEA – fare il punto sulle conoscenze dei fenomeni naturali, che sempre più spesso coinvolgono i centri abitati alpini anche a seguito di un evidente cambiamento climatico in atto”.

Fabio Luino, coordinatore Nazionale Rischio Geo Idrogeologico Sigea, promotore dell’incontro svoltosi a Bardonecchia, al termine del workshop ha sintetizzato, a seguito degli interventi durante la tavola rotonda, quali possano essere gli sviluppi futuri per la situazione di Bardonecchia. “Un monitoraggio strumentale sarà il primo passo per mitigare il rischio per la popolazione: un monitoraggio strumentale già sperimentato su altri bacini dell’arco alpino aventi la stessa pericolosità esistente in Bardonecchia”.
“La programmazione del territorio è essenziale – ha detto Ugo De La Pierre, presidente dell’Ordine dei Geologi del Piemonte – occorre conoscere il territorio dal punto di vista geologico e geomorfologico, studiare la pericolosità e il rischio, per poi capire quali siano gli interventi migliori: alcuni di tipo strutturale, ma anche quelli non strutturali. Tali interventi sono spesso determinati, però, più da scelte politiche, come una pianificazione territoriale che permetta, quando è possibile, di delocalizzare le persone se la zona è a rischio. Serve – ha aggiunto – più informazione e formazione nei confronti della popolazione perché tutti sappiano su che tipo di territorio vivono e con quali problematiche”.