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Avigliana: nasce l’Officina comunitaria per salvare i tesori del territorio

 

Al via la campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso per creare un laboratorio condiviso dedicato alla cura del patrimonio culturale

Avigliana (Torino), 9 Giugno 2025 – Prendersi cura della Storia, con le proprie mani. È questo lo spirito dell’Officina comunitaria di Avigliana, un progetto innovativo e dal forte valore simbolico che mira a creare uno spazio condiviso dove strumenti, materiali e saperi si uniscono per proteggere e valorizzare i beni culturali del territorio. L’iniziativa è al centro di una campagna di raccolta fondi su Produzioni dal Bassoprima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation, con l’obiettivo di raccogliere 16mila euro. I fondi saranno destinati all’acquisto di attrezzature professionali, materiali ecologici e corsi di formazione per i volontari, garantendo interventi di manutenzione sicuri, efficaci e rispettosi dell’ambiente.

L’Officina comunitaria non è solo uno spazio fisico, ma un vero e proprio laboratorio civico: un luogo in cui le associazioni locali e i cittadini possono collaborare concretamente per la tutela del patrimonio storico di Avigliana. Sarà uno strumento fondamentale per la conservazione di quattro luoghi simbolo della città: il Castello, punto panoramico ed emblema di Avigliana; il Cimitero di San Pietro, custode di memorie secolari; la Chiesa di Santa Croce; l’Oratorio del Gesù, scrigno di arte e spiritualità.

Grazie al lavoro congiunto di quattro associazioni locali – Amici di Avigliana, A.R.A., Ecovolontari e Associazione Archeologica Aviglianese – l’officina sarà il cuore pulsante di un’azione collettiva, capace di coinvolgere residenti, scuole e visitatori in un percorso di cura partecipata del territorio. “Proteggere questi luoghi significa restituire loro una nuova vita – dichiarano i promotori – ma anche trasmettere alle nuove generazioni il valore della responsabilità condivisa verso i beni comuni.” Sostenere l’Officina comunitaria di Avigliana significa lasciare un segno tangibile nella storia della città, contribuendo alla creazione di un modello replicabile di cittadinanza attiva e tutela del patrimonio.

Per maggiori informazioni:
https://www.produzionidalbasso.com/project/lascia-il-segno-nella-storia-di-avigliana-sostieni-lofficina-comunitaria/

Il programma degli eventi per l’Officina comunitaria

Domenica 22 giugno

  • Alle 9 – Escursione “Sul sentiero delle creste”. Dal Castello al Lago Grande con gli Ecovolontari. Offerta minima: 10€ (adulti e bambini +10 anni.
  • Dalle 15,30-17,30 – “Un Frammento di Luna porta-fortuna”. Attività ludico didattica con parte creativa e di manipolazione per la produzione di un amuleto con associazione A.R.A. Offerta minima: 5€.

Sabato 28 giugno

  • Dalle 14,30 alle 18 – “Il Dinamitificio e Primo Levi nella nostra Storia”. Esperienza culturale e storica al Dinamitificio di Avigliana con l’associazione gli Amici di Avigliana. Offerta minima: 10€ o biglietto sostenitore da 15€.
  • Dalle 17 alle 23 – “Caccia al tesoro del Castello di Avigliana” con aperitivo conclusivo e degustazine di vini e prodotti locali con associazione A3. Offerta minima: 5€

Bardonecchia, una giornata dedicata a Walter Bonatti

SUO CITTADINO ONORARIO, SEMPRE NEL CUORE DI TUTTI 

Il Palazzo delle Feste a cornice dell’evento con il CAI di Parma che festeggia i suoi primi 150 anni con una traversata delle Alpi rievocativa di quella compiuta da Bonatti

Si è da poco concluso a Bardonecchia un fine settimana all’insegna del ricordo del grande Walter Bonatti che con questa bella realtà valsusina, di cui è cittadino onorario, ha vissuto un legame forte, coinvolgente e per molti versi unico, costruito su quei valori sinceri e duraturi che soltanto la montagna è capace a generare e far crescere. E’ stato un sabato di rievocazione non fine a sé stessa ma con lo scopo di traghettare nel futuro le esperienze umane e professionali indimenticabili di chi ha fatto la storia dell’alpinismo. L’evento, organizzato dal CAI Sezione di  Bardonecchia con l’Amministrazione Comunale presso il Palazzo delle Feste con la sua ampia area antistante, ha ospitato la sezione del CAI di Parma impegnata nel progetto CrossAlps,  la traversata delle Alpi in 198 giorni sulle tracce di quella compiuta da Bonatti settant’anni fa.

Lungo tutto questo loro impegnativo percorso sono stati selezionati alcuni luoghi definiti “ i villaggi di CrossAlps “ con tappa anche nell’accogliente Perla delle Alpi. Con gli sci, a piedi ed in bicicletta è un evento il loro, partito da Parma nel mese di Gennaio, che vuole essere un modo concreto per festeggiare i 150 anni della fondazione del CAI parmense, avvenuta nel 1875. Il loro intende essere un percorso nel pieno rispetto della montagna, senza l’uso di mezzi inquinanti “ per affermare che la montagna può essere affrontata in modo ‘ pulito ‘, per testimoniare che i monti possono essere vissuti in modo coerente nelle loro dimensioni, quella sportiva e quella culturale – sono parole del Presidente della Sezione CAI di Parma, Roberto Zanzucchi – ed infine per trovare  ponti tra la cultura alpina e quella appenninica “.

Si è trattato di una giornata di forte spessore commemorativo e propositivo con un occhio attento anche alle continue trasformazioni delle condizioni climatiche della montagna, tema trattato in un incontro tenutosi nel pomeriggio con l’Università di Torino. Sempre nel pomeriggio, alla presenza del Sindaco Chiara Rossetti è stata inaugurata la mostra fotografica “ Da Walter Bonatti ad Alberto Re “ in gran parte costituita da materiale messo a disposizione da Re, la famosissima Guida alpina bardonecchiese che era presente all’inaugurazione. In sala anche Alberto Borello delle Guide alpine Valsusa, anch’egli noto e ricco di un passato di tutto rispetto. Va qui detto che se Walter Bonatti è stato il re dell’alpinismo, il re delle cime inviolate , Alberto Re già Presidente delle Guide Alpine del Piemonte dal 1990 al 2009 e Presidente del Collegio Nazionale delle Guide Alpine italiane dal 1997 al 2003, è stato il re delle Guide alpine dando alla professione uno stile innovativo ed internazionale.

Bonatti e Re, due giganti della montagna, ognuno nel proprio ambito elettivo ma uniti da quel comune entusiasmo, da quella travolgente voglia interiore di scoprire sempre nuovi ed ancora sconosciuti orizzonti sino a spingersi sino ai confini del mondo, entrambi protesi alla ricerca delle loro importanti avventure professionali non senza quei risvolti più spirituali ed intimi che la montagna affina. Forse proprio dalle parole raccolte dalla bocca e dal cuore della grande Guida alpina Alberto Re nel recentissimo incontro con lui nel corso dell’inaugurazione della mostra, si può comprendere come questi grandi alpinisti abbiano vissuto la vera essenza della montagna, la sua anima, i suoi valori.

“ La montagna è condivisione, è passione ed i legami di amicizia che vi nascono sono unici, speciali, indissolubili perché lassù i sentimenti si esprimono al massimo in una comunione di interessi, difficoltà, fame, fatica ma molto spesso anche di successi e gioie. Nel nostro bellissimo mestiere noi conviviamo con il rischio, lo dobbiamo mettere sempre in conto ed in ogni istante il motore che ci porta avanti è la testa e se questa non c’è si hanno poche possibilità di riuscita. La montagna – ha concluso – va frequentata con amore, con passione, con rispetto insieme ad un pizzico di fortuna “. Nel corso della serata è stato presentato un documentario nato da un’idea originaria del Presidente del CAI di Bardonecchia Piero Scaglia e realizzato da Riccardo Topazio sugli anni bardonecchiesi  di Walter Bonatti  con testimonianze, fatti e aneddoti, alla presenza dei parenti di coloro che sono stati con lui protagonisti della grande traversata delle Alpi.

Nei suoi anni bardonecchiesi  era già molto famoso per l’incredibile impresa compiuta nel ‘55 che lo portò a scalare in solitaria la vetta del Petit Dru nel gruppo del Bianco, riuscendo in quell’impresa ai limiti con l’impossibile che segnò per sempre il suo nome nell’albo d’oro dell’alpinismo mondiale. Di lui è stato ripercorso tutto il suo periodo a Bardonecchia dove visse nel 1955 e 56 quando, già molto noto anche per la conquista italiana del K2 nel 1954, il Comune lo chiamò ad assumere l’incarico di maestro di sci e Guida alpina. Svolse con molta attenzione il compito affidatogli con un occhio attento ai giovani di cui ebbe grande cura alternando per loro gite più facili a scalate più impegnative. Alloggiava all’Hotel Frejus, nella centralissima Via Medail, di proprietà della famiglia Perego che per molti decenni ne curò anche la gestione in maniera impeccabile. Un luogo per Bonatti accogliente ed interessante in quanto fu sempre meta di pittori, artisti, personaggi del cinema, scrittori spesso invitati dai proprietari.

Il 24 Agosto del 1955 ricevette la cittadinanza onoraria della Perla delle Alpi con una cerimonia ed una festa proprio tra le mura ed i saloni dell’Hotel Frejus. Durante la serata si sono avvicendati al microfono i familiari di coloro che furono coprotagonisti con Bonatti capo – spedizione della singolare e famosa traversata delle Alpi: il torinese Ing. Luigi De Matteis, Alfredo Guy di Bardonecchia ed il Capitano Lorenzo Longo di Sauze d’Oulx, un’avventura che lui stesso paragonò alle spedizioni degli esploratori polari. Giornalista, fotoreporter, scrittore, nel 1965 quando decise di smettere con l’alpinismo estremo, invitato come inviato esploratore dal giornalista Domenico Agasso, allora Direttore della famosa rivista “ Epoca “, iniziò un altro suo affascinante percorso che lo portò in tanti angoli di mondo tra i più impervi e sconosciuti. Bardonecchia rimase sempre il suo luogo del cuore, quello della sua giovinezza spensierata, dei suoi inizi, dei suoi sogni. Amato dagli amici e corteggiato dalle donne, simpatico di carattere, interessante nei dialoghi vi trovò sempre un ambiente accogliente ed amichevole. Di sé ebbe a dire: “ Sono sempre voluto andare alla ricerca di mè stesso per sapere chi ero, focalizzando i miei perché ed i miei limiti.

Di una cosa ho certezza, non devo dir grazie a nessuno”. E di lui dissero :” Aveva un carattere di una forza assolutamente superiore e non tornava mai indietro dalle sue decisioni”. Stupisce pensare che i resti mortali del re delle Alpi abbiano trovato riposo nel piccolo cimitero di Portovenere a picco sul mare accanto alla donna che ha amato, in un luogo così lontano dalle sue montagne, di fronte alla vastità di un elemento, il mare, così agli antipodi del suo ambiente elettivo ed abituale ma altrettanto forte e difficilmente controllabile. Due elementi quindi così diversi ma così simili mentre Bardonecchia continua a ricordarlo e viverlo con il rispetto e la stima di sempre, con l’affetto dovuto a quel figlio venuto da lontano che ha saputo portare innovazione e nuovi stimoli in un clima già allora di condivisione e di crescita.

Patrizia Foresto       

Grimaldi (AVS): A Gaza deve tornare l’ONU

“L’equipaggio della nave Madleen della Freedom Flotilla è stato arrestato qualche ora fa dall’esercito israeliano, che ha attaccato la nave in acque internazionali e confiscato gli aiuti. Nessun Paese ha tentato di fermare Israele e le sue forze militari, che si comportano come violenti predoni del mare. Chiediamo a gran voce che le autorità israeliane fermino ennesimo crimine di guerra. A Gaza devono tornare ONU e diritto internazionale. Fuori devono restare i criminali di guerra, non gli aiuti” – lo dichiara il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi.

Giovane motociclista di 22 anni morto nello schianto con un’auto

Ieri a Caselette in uno schianto tra un’auto e una moto sulla strada provinciale 24 del Monginevro, al km 51, è morto un giovane centauro di 22 anni, di Rivoli.  Era in sella a una moto Ktm e viaggiava in direzione di Avigliana quando si è scontrato con una Peugeot 2008. Il conducente dell’auto è rimasto illeso. Sul posto i carabinieri e il 118.

Travolto da una ruspa un bimbo rischia di perder le gambe

Un bambino  di quattro anni e’ stato travolto da un escavatore sul quale era salito con il nonno. Ora è ricoverato in gravi condizioni all’Ospedale Maggiore di Novara. Il fatto è avvenuto in un cantiere edile a Galliate. Il mezzo si è ribaltato su un fianco e ha schiacciato le gambe del bimbo.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Evergreen Fest torna con un’edizione speciale, al Parco della Tesoriera

Atteso ritorno dell’Evergreen Fest al Parco della Tesoriera, fino al 20 luglio prossimo, con 46 serate di eventi gratuiti in una delle location più affascinanti di Torino. Nata con l’obiettivo di promuovere occasioni di aggregazione accessibili a tutta la cittadinanza, Evergreen Fest propone un ricco programma di attività per tutte le età e i gusti: laboratori artistici di wellness, tour guidati, letture e presentazioni di libri, interviste, incontri con associazioni, progetti socioculturali e stand informativi. Non mancheranno le serate di cinema, teatro, danza, concerti e silent disco accompagnati da punti ristoro in cui potersi rilassare e gustare ottimo cibo.

Quella del 2025 di Evergreen è un’edizione speciale, un traguardo importante per il festival, che si apre con uno sguardo di gratitudine verso il passato, celebra i legami costruiti nel corso degli anni e guarda con entusiasmo alle novità del presente e del futuro. Sarà questa l’occasione per accogliere nuovi talenti della scena locale nazionale e ritrovare gli artisti più amati delle edizioni passate. Quest’anno la manifestazione si inserisce nel programma “Torino che spettacolo – Che bella estate!”, e porta sul palco nomi come Big Mama, Ron, Meg, Tormento, Grido, Andrea Cerrato, Il Muro del Canto, Vladimir Luxuria, Roberto Mercadini, Casadilego, Cettina Donato, Davide D’Urso, Federico Sirianni, Federico Sacchi, Giorgia Goldini, The Spell of Ducks, Distilleria Manouche e molti altri ancora.

L’inaugurazione è prevista il 5 giugno alle 21.30, con Ippolita Baldini nello spettacolo “Io, Roberta, Ippolita, Lucia”, in cui l’attrice di “Benvenuti al Nord” e della serie TV “Camera Cafè”, analizzerà con ironia le molteplici e diverse personalità che mostriamo quotidianamente. Sono previsti anche performance coreutiche, come quella del 9 giugno intitolata “Danza quanto basta”, fino a “Piacere, Charlie”, una serata dedicata a Charlie Chaplin in programma il 22 giugno prossimo. Un appuntamento particolare sarà quello con Roberto Mercadini, intitolato “La bellezza delle parole” il 25 giugno, artista che esplora la meraviglia della narrazione fra storie sacre, profane, mitiche, indiane e maya.

L’Evergreen Fest è ideato e organizzato da Tedacà Compagnia Scuola d’Arte Performativa e realtà culturale nata nel 2002, impegnata nella diffusione delle arti e nello sviluppo sociale attraverso la cultura.

Il Festival si inserisce nell’ambito del programma “Torino che spettacolo – Che bella estate!” promosso dalla Città di Torino, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino, con il main sponsor Iren, il sostegno della Circoscrizione 4 e la media partnership di Radio Energy. Tutti gli appuntamenti, salvo diversa indicazione, sono a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti.

Per il programma è possibile visitare il sito di Evergreen Fest.

Mara Martellotta

“Essere umani”: buon compleanno, Teatro Stabile!

Presentata la 70ma stagione dello Stabile torinese

Buon Compleanno, Teatro Stabile! Perché sono settanta da quella sera del 3 novembre 1955 che Anna Maria Rimoaldi – non avrebbe poi fatto lunga strada nel mondo teatrale ma avrebbe affiancato dalla metà degli anni Sessanta Maria Bellonci alla conduzione dello Strega, che poi guiderà alla scomparsa nel 1986 dell’autrice di “Rinascimento privato” – mise in scena “Gli innamorati” goldoniani in coppia con un atto unico di De Musset, “Non si può pensare a tutto”. Con questo compleanno s’arriva alla stagione che ha per titolo “Essere umani”, un simbolo grafico che è un Pinocchio vestito di un abito e di un cappello a cono rossi. “Un bel traguardo per un teatro – ci tiene a sottolineare il direttore artistico Valerio Binasco presentando quasi in solitaria i circa novanta appuntamenti – mentre per ciascuno di noi sarebbe un fatto destabilizzante, un passaggio bellissimo al technicolor provenendo da un’epoca antica in bianco e nero. E poi l’immagine felice di quel burattino di legno che per divenire un essere umano è desideroso di trasformarsi in un bambino, portandosi inevitabilmente appresso quel che di fanciullesco è in quella età: vale a dire la fantasia e le bugie e i travestimenti, quanto anche i teatranti portano con sé, chi fa il teatro e chi lo guarda, allo stesso modo. Proprio in virtù di una grande magia che ci riporta indietro nel tempo.” Non nascondendoci che “essere umani” vuole anche essere, in questa nostra epoca di sconvolgimento non soltanto morale, un invito a crescere e a riscoprire quella umanità che stiamo sempre più perdendo: e a questo, con le parole di Natalia Ginzburg, Binasco dedicherà la suggestiva quanto “tempestosa” chiusura della conferenza stampa di presentazione, tra le poltrone blu del Gobetti.

L’identità sconcertata di “Amleto” – anche ospitalità di “attori” nel gioco di ragnatele del principe – è stata scelta ad aprire la stagione il prossimo 6 ottobre, Mario Pirrello protagonista e Leonardo Lidi (regista residente del TST e direttore della scuola di recitazione) pronto a metterlo in scena (“non esiste sfida più grande che quella di interpretare o dirigere la storia del principe di Elsinore”, parole che mettono le mani avanti), un testo fatto di domande e di immancabili risposte, testo profondo e difficile da far sì tremare le vene e i polsi, perché “Amleto è tutti noi, perché il suo dubitare rappresenta l’essenza stessa dell’umanità”. Titolo d’apertura di un cartellone che vede 14 produzioni esecutive – tra cui le riprese di “Pinocchio” diretto in due parti da Marta Cortellazzo Weil, di “Come nei giorni migliori” (per il terzo anno) della accoppiata Pleuteri/Lidi, di “Novecento” di Gabriele Vacis da Baricco, di “Festa grande d’aprile” che Giulio Graglia ha messo in scena sulle parole di Franco Antonicelli, della convincente “Gatta” di Tennessee Williams con una lunga tournée – e 10 coproduzioni.

Tra le prime, il direttore Binasco, regista e interprete con Pamela Villoresi, propone nell’aprile ’26 ancora un esempio di teatro nel teatro, “Circle Mirror Trasformation” di Annie Baker – un testo suggeritogli dalla traduttrice e “scopritrice” Monica Capuani -, una delle voci più originali della nuova drammaturgia americana, già premiata con il Pulitzer, una commedia brillante dove cinque sconosciuti si ritrovano in un’anonima sala prove di provincia per un corso di teatro, sei settimane di esercizi teatrali in cui si scoprono legami inattesi, tra momenti di fragilità e la scoperta di desideri nascosti di ogni animo umano. Il New York Times ha definito la commedia “coinvolgente, implacabile e acutamente divertente”. Mentre il signor Shakespeare s’affiderà per il prossimo “Prato inglese” alle regie “al femminile” di Marta Cortellazzo Wiel e di Giulia Odetto per rispettivamente “Le allegre comari di Windsor” e “Come vi piace” e Jurij Ferrini guarda alla “Mandragola” di Machiavelli ieri come oggi intrisa di avidità, manipolazione e finzioni sociali, Liv Ferracchiati sarà alle prese con le “Tre sorelle” cecoviane (Giordana Faggiano tra le interpreti) e accentuerà “la modernità dell’opera, mettendo in luce la nostra precarietà emotiva e rivelando le fratture interiori dei personaggi e le loro aspirazioni irrisolte” (dal 17 marzo). Il nuovo drammaturgo residente, “Diego – interferisce Binasco – che ha anche un cognome, Pleuteri” considerando la familiarità con cui s’approcciano al nuovo enfant prodige alcuni altri seduti in palcoscenico, si carica di ben tre importanti appuntamenti della stagione: oltre la ripresa di “Come nei giorni migliori”, dà alle scene “Tutto in me è amore” (regia di Marco Lorenzi), con al centro la figura di Piero Gobetti, l’anno prossimo ne sarà l’anniversario della morte, diviso tra passione politica e amore per il teatro, nell’intento drammaturgico di riscoprirne tutta l’eredità umana e sociale (nel teatro che da lui prende il nome dal 27 gennaio) e “Resteremo sempre qui buone ad aspettarti” (regia di Leonardo Lidi), ovvero Briciola, Luna e Wanda, ovvero un cane, un gatto e un pesce rosso di sesso femminile, sole nella casa dove i padroni le hanno abbandonate, metafora della sopraffazione a cui si è quotidianamente sottoposti (ancora al Gobetti, dal 14 aprile).

Tra le coproduzioni, spicca un titolo che non ti aspetteresti mai nel cartellone di uno Stabile, quel “Chicago” di John Kander e Fred Webb, acclamato musical, frequentato dal cinema e dai palcoscenici di tutto il mondo, “raffinata rilettura” firmata da una degli artisti associati del TST, Kriszta Székely, e interpretata dagli attori del Katona di Budapest, ancora una volta esempio di realtà e rappresentazione, in un alto alternarsi di spettacolo, potere e sistema giudiziario. Curiosi di vedere quel che uscirà dalla realizzazione della regista ungherese. Poi ancora Cechov, con “Il gabbiano” nelle mani di Filippo Dini, anche in scena con Giuliana De Sio, uno dei successi di Eduardo, “Sabato, domenica e lunedì” con Teresa Saponangelo e la regia di Luca De Fusco, “Mirra” di Alfieri con cui si confronta il giovane Giovanni Ortoleva, dramma d’incesto costruito su una lingua antica di perfezione che dovrà essere avvicinata al pubblico di oggi per saggiarne tutta la modernità, “Guarda le luci amore mio”, un testo del Nobel per la Letteratura 2022 Annie Ernaux, dalla scrittura “asciutta e penetrante”, messo in scena da Michela Cescon, interpreti Valeria Solarino e Silvia Gallerano.

Innumerevoli e importanti le ospitalità, impossibile citarle tutte. Citeremo almeno Franco Branciaroli (“Sior Todero Brontolon”), Ascanio Celestini e Milena Vukotic, Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo a riproporre le loro ormai collaudate figure papali e Lino Guanciale a Torino con un altro testo di Davide Sacco, “Napoleone. La morte di Dio”, nell’abbuffata shakespeariana il “Re Lear” di Lavia e il “Riccardo III” di un sempre stuzzicante Antonio Latella con Vinicio Marchioni interprete e “Otello” dove, con la drammaturgia di Dacia Maraini, Giorgio Pasotti sarà regista e perfido Iago mentre l’interprete del titolo lo ha catturato Giacomo Giorgio, giovane speranza – che speriamo non sdruccioli davanti a tanto peso – uscita da “Mare fuori”. Massimiliano Gallo ripropone a teatro l’avvocato Malinconico di radici televisive, Davide Livermore torna a Torino con “Il lutto si addice ad Elettra” di O’Neill, produzione dello Stabile genovese, Elisabetta Pozzi e Tommaso Ragno tra gli interpreti, Luca Marinelli, dopo il grande successo di “M”, visita “Le Cosmicomiche” di Italo Calvino e Silvio Orlando è il pirandelliano Ciampa del “Berretto a sonagli”, maschera grandiosa di un’intera filosofia, mentre Umberto Orsini vive con l’aiuto di Massimo Popolizio un vecchio attore che attende di entrare in scena, prima di recitare “Il temporale” di Strindberg.

Elio Rabbione

Nelle immagini: momenti di “Pinocchio” e di “Novecento” da Alessandro Baricco (ph di Luigi De Palma), Teresa Saponangelo futura interprete dell’eduardiano “Sabato, domenica e lunedì” (ph di Carol Levico) e “Festa grande d’aprile” messo in scena da Giulio Graglia (ph di Andrea Macchia)

Revisione dopo 25 anni, ascensore Mole fermo dal 17 giugno al 22 luglio

Dal 17 giugno al 22 luglio 2025 l’Ascensore Panoramico della Mole Antonelliana sarà interessato dalla revisione venticinquennale, un intervento previsto dalla normativa per gli impianti di sollevamento. Durante questo periodo l’ascensore non sarà accessibile, ma la Mole resterà aperta e il Museo Nazionale del Cinema, ospitato al suo interno, continuerà a essere regolarmente visitabile.

In funzione dal 1999, l’ascensore è uno degli elementi più riconoscibili della Mole: la cabina in vetro compie una corsa verticale in un’unica campata, attraversando il vuoto centrale dell’edificio fino a quota 85 metri. Un tragitto che consente una visione continua dello spazio interno e offre, all’arrivo al “tempietto”, un affaccio panoramico sulla città.

L’impianto è seguito da un programma strutturato di manutenzione. Oltre alla revisione quinquennale prevista per legge, sono effettuate verifiche ordinarie con cadenza settimanale, mensile, trimestrale, semestrale e annuale. Ogni controllo mira a garantire l’affidabilità dell’impianto e la continuità del servizio.

La revisione venticinquennale, più approfondita rispetto alle ordinarie, prevede:

  • il controllo di funi e altri componenti meccanici soggetti a usura;
  • il collaudo della navicella di emergenza situata sotto il piano 0, prevista come servizio di sicurezza supplementare in caso di emergenza;
  • la verifica dei gruppi di continuità (UPS), che mantengono attiva l’alimentazione in assenza di erogazione da rete principale.

L’intervento è svolto da GTT in coordinamento con il Comune di Torino e con gli enti di controllo, con l’obiettivo di assicurare la piena efficienza operativa dell’impianto e il rispetto delle normative tecniche. La riapertura al pubblico è prevista per mercoledì 23 luglio.

 

Il volontariato cresce con i giovani, la solidarietà è il regalo più bello

Le azioni solidali fanno bene a chi le riceve e anche a chi le fa.

Generosita’ fa rima con giovani, la solidarieta’ nei confronti di coloro che sono meno fortunati ha, infatti, una locomotrice guidata da piccoli uomini e donne che agiscono per migliorare la vita di chi ne ha bisogno.

Secondo una ricerca di Openpolis i giovani tra i 14 e i 17 che fanno volontariato e’ cresciuta in pochi anni, dal 2021 al 2023, dal 3,9 al 6,8 per cento. Non c’e’ che esserne fieri, si puo’ fermare quella litania che racconta di ragazzi svogliati ed egoisti interessati solo a loro stessi. I stessi dati raccontano che geograficamente il volontariato giovanile e’ meno forte al sud, mentre al nord e in particolar modo a Sondrio, Gorizia e Pordenone, ci sono piu’ associazioni no profit procapite.

E’ bello poter raccontare di questa rinata sensibilita’, e’ incoraggiante per il nostro futuro, ma anche per quello dei posteri che godranno di una classe di persone munifiche e partecipi.

E’ indubbio che le nuove generazioni siano investite da problematiche legate ai cambiamenti sociali, ma poter identificare nelle loro condotte varchi di grandezza d’animo e altruismo costituisce una grande speranza che porta a credere che sono loro il grande patrimonio del nostro paese.

Nel biennio dopo il Covid la propensione generale a fare volontariato e calata tranne che nei ragazzi, ma oltre al fatto generazionale, come dicevamo sopra, c’e’ un divario che riguarda l’appartenenza territoriale; prendendo in considerazione gli estremi percentuali abbiamo un 16% di partecipazione in Trentino Alto Adige e un 4,6 % in Sicilia. C’e’ ancora bisogno, evidentemente, di sensibilizzazione e di spinta a guardare oltre le nostre vite e occuparci anche di quelle degli altri, tuttavia la strada intrapresa e’ quella giusta.

Oltre ad occuparsi dell’assistenza alle persone con vari disagi, i giovani sono anche molti attivi nelle associazioni che si occupano di ambiente ed ecologia, ma anche di diritti umani, di pace e progetti internazionali in collaborazione con enti pubblici e privati.

Volendo fare “pubblicita’” alle azioni di solidarieta’ e volontariato e’ provato che oltre a creare benessere a chi le riceve, l’impegno sociale attivo ha dei risvolti positivi anche su chi lo pratica:

aumenta l’autostima, riempie le esistenze di senso e, come affermano alcuni studi, sembra che l’agire solidale abbia un effetto sulla durata delle nostre vite, una terapia a doppio senso quasi miracolosa. E’ un beneficio che torna indietro, un successo sicuro per ognuno di noi, una palestra emotivo-psicologica che ci porta grandi risultati e che mantiene il cervello sempre giovane. Aiutare gli e’ una medicina che ha positivi effetti terapeutici.

MARIA LA BARBERA