ilTorinese

“Novecento” di Baricco al termovalorizzatore

Grande successo di pubblico sabato 7 giugno, al termovalorizzatore di Torino per l’adattamento, da parte della compagnia teatrale PoEM, di “Novecento” di Alessandro Baricco. L’opera, prodotta dal Teatro Stabile di Torino, valorizzata dalla regia di Gabriele Vacis e dagli allestimenti e dalla scenofonia di Roberto Tarasco, si è svolta all’aperto, con il pubblico che ha assistito di fronte a un bilico – un pianale industriale trasformato in palcoscenico – da cui ha preso vita la vicenda del leggendario pianista del Virginian.

 Hanno assistito allo spettacolo oltre 300 spettatori che hanno apprezzato l’allestimento che ha favorito il dialogo tra attori, pubblico e impianto in un unico organismo scenico.

Il termovalorizzatore, luogo in cui si trasformano i rifiuti in energia e calore, ha ospitato una diversa metamorfosi: quella della parola scritta che si fa voce, corpo e visione.

Via Arquata si trasforma con YouToo

Taglio del nastro a Torino per il nuovo spazio riqualificato nell’area di via Arquata, nel cuore della Circoscrizione Uno. Quello che prima era un vecchio campetto polisportivo è stato infatti trasformato in un moderno campo da basket “3 contro 3”, arricchito da arredi mobili pensati per offrire un luogo flessibile e multifunzionale ideale per lo studio, l’aggregazione e la creatività giovanile. Un’opera concreta di rigenerazione urbana e sociale, nata per rispondere al bisogno di giovani e adolescenti di poter avere a disposizione spazi aperti, accessibili e inclusivi. All’inaugurazione, che ha coinvolto la comunità locale tra attività sportive e musica, erano presenti l’assessora alle Politiche giovanili e alla Rigenerazione urbana della Città di Torino Carlotta Salerno, la presidente della Circoscrizione Uno Cristina Savio, la presidente di Kallipolis APS Rita Cararo e il campione di basket Paul Biligha, in rappresentanza della Fondazione Jeanne D’Arc.

“Restituire spazi ai giovani significa restituire futuro alle nostre città – ha dichiarato Carlotta Salerno –. Via Arquata oggi non è solo un’area rinnovata, è il simbolo di un lavoro condiviso che parte dall’ascolto dei bisogni dei ragazzi e delle ragazze. Attraverso la co-progettazione con il Terzo Settore, vogliamo costruire luoghi dove la socialità, lo sport, la cultura e l’impegno civico si incontrano. Ed è proprio da qui che passa il diritto di tutte e tutti a sentirsi parte della comunità”.

L’intervento, sviluppato e realizzato dall’Associazione di Promozione Sociale Kallipolis, grazie ad un finanziamento di circa 74mila euro nell’ambito di YouToo, il programma con cui la Città di Torino ha destinato 4 milioni di euro provenienti dal Piano Urbano Integrato a favore di sedici progetti, modulati su giovani e adolescenti con interventi in tutte le circoscrizioni cittadine. YouToo nasce da un percorso di co-progettazione tra l’Assessorato alle Politiche Giovanili della Città di Torino e gli Enti del Terzo Settore, per garantire interventi efficaci e mirati, sia materiali (come ristrutturazioni e nuovi allestimenti), sia immateriali (come laboratori, workshop e attività educative). Nel caso dell’area di via Arquata, oltre alla riqualificazione fisica, sono previsti interventi immateriali, quali attività di sensibilizzazione ambientale, iniziative cinematografiche su tematiche legate al lavoro, eventi musicali e sportivi, per fare dello spazio un vero e proprio presidio culturale e sociale.

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Divertimento e inclusività illuminano Special Olympics 

 

Treviso, 8 giugno 2025 – Divertimento, entusiasmo e tante emozioni hanno colorato la seconda e ultima giornata di sport e inclusione nella splendida cornice della città di Treviso alla Ghirada – città dello sport, in occasione della Special Olympics International Unified Basketball Tournament 2025. La giornata ha visto protagonisti atleti con e senza disabilità intellettive provenienti da diverse parti del mondo, uniti dalla passione per il basket e dal desiderio di condividere valori di rispetto, amicizia e divertimento.

Tanti appassionati fra atleti, familiari, volontari, allenatori hanno reso unico un weekend all’insegna della promozione dell’inclusione sociale, del confronto e della crescita attraverso lo sport.

Fra le tante realtà che hanno preso parte all’evento, una storia straordinaria che merita di essere raccontata è quella dell’Umana Reyer Venezia, che ha portato alto il nome di Special Olympics in questi giorni a Treviso e non solo.

Da ormai più di un anno, attraverso l’affiliazione col Team Italia, la squadra veneta ha ufficializzato la propria squadra di basket unificato, con regolari atleti tesserati, diventando l’unica realtà professionistica di basket in Italia ad avere il proprio Team Unificato Special Olympics.

Il Team è composto da atleti e partner, con percorsi seguiti dai referenti regionali e nazionali di Special Olympics, insieme all’Umana Reyer Venezia.

Metro 1: consegnato il primo nuovo treno Alstom 

 

È stato consegnato  nella nuova officina di Collegno il primo dei previsti nuovi quattro treni “Boa” Metropolis che andranno ad implementare l’attuale flotta. I treni ALSTOM saranno già equipaggiati con il nuovo sistema di automazione ed entreranno in servizio contestualmente all’attivazione del nuovo sistema di segnalamento e controllo della marcia dei treni (CBTC) al momento in fase di attuazione. La consegna dei restanti treni avverrà entro il 2025.

I nuovi treni sono caratterizzati da 4 carrozze intercomunicanti tra loro, maggiore comfort, migliore accessibilità e facilità di spostamento da una vettura all’altra. Ciascuna cassa è dotata di una postazione dedicata ai passeggeri con ridotta mobilità e di un sistema di videosorveglianza collegato in tempo reale con il posto di comando e controllo. Le carrozze si presentano ben illuminate e funzionali, grazie all’innovativa illuminazione lineare a LED ed agli schermi multimediali che consentiranno una diffusione delle informazioni grafiche oltre che acustiche.

Grande attenzione è stata rivolta alla sostenibilità. I nuovi treni sono stati costruiti per il 96% con materiali riciclabili e sono dotati di motori ad alte prestazioni, migliorando la loro efficienza energetica e riducendo i consumi, a favore dell’ambiente.

La livrea richiama i colori distintivi della città di Torino: il giallo e il blu su sfondo bianco.

I treni provengono dallo stabilimento Alstom di Valenciennes Petite Foret in Francia, dove sono stati interamente prodotti; la fornitura si inserisce nel contratto di appalto aggiudicato nel 2022 – in corso di esecuzione – del valore di 156 milioni di euro, che prevede anche la fornitura del nuovo sistema di segnalamento CBTC completamente automatico di ultima generazione e l’aggiornamento degli automatismi di bordo del materiale rotabile esistente, che Infra.To ha messo in atto per l’estensione della Linea 1 fino a “Cascine Vica”.

Al fine di soddisfare il fabbisogno complessivo di disponibilità dei treni conseguente al prolungamento del tracciato, prima fino a Bengasi e poi in futuro fino a Cascine Vica, la città di Torino ha da tempo presentato richiesta di finanziamento al MIT per ulteriori 150 mln di euro volti all’acquisto di ulteriori 12 unità con caratteristiche analoghe (+ 58 mln di euro per interventi accessori e complementari).

“Con l’arrivo di questo nuovo treno Metropolis – dichiara Bernardino Chiaia, Presidente e AD di Infra.To – si raggiunge un traguardo importante nell’attuazione di questo ambizioso progetto, volto a migliorare la mobilità e la qualità del trasporto pubblico urbano. È il segno tangibile di un costante progresso verso soluzioni innovative, sostenibili sotto il profilo ambientale e accessibili a tutti. Questi nuovi convogli, che si inseriscono nel complesso degli interventi previsti per l’estensione della Linea 1 fino a Rivoli-Cascine Vica, rappresentano il primo aggiornamento della flotta da quando la linea è entrata in servizio commerciale; ci auguriamo che possano essere presto accompagnati da ulteriori unità in numero sufficiente a sfruttare appieno le potenzialità offerte del nuovo sistema di segnalamento CBTC ”.

“La consegna del primo treno Boa rappresenta un passo importante verso una mobilità metropolitana sempre più efficiente, accessibile e sostenibile – dichiara Chiara Foglietta, Assessore alla Mobilità e Trasporti della Città di Torino -. Con l’introduzione di questi nuovi convogli, dotati delle tecnologie più avanzate e pensati per rispondere alle esigenze di tutti i passeggeri, facciamo un salto di qualità nel servizio offerto ai cittadini. È un investimento concreto nel futuro del trasporto pubblico torinese, che accompagna l’estensione della Linea 1 e si inserisce in una visione più ampia di città connessa, moderna e attenta all’ambiente”.

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Da oggi modifiche alla viabilità in via Vinovo

I lavori di rinnovo della rete di teleriscaldamento da parte di Iren lungo via Vinovo che inizieranno lunedì prossimo 9 giugno determineranno nella zona alcune modifiche della viabilità con chiusure al traffico nel tratto tra via Nizza e via Genova, interruzioni della pista ciclabile di via Nizza e l’istituzione di diversi divieti di sosta.

L’intervento, suddiviso in 4 fasi, si concluderà nel mese di settembre.

Fino a venerdì 14 giugno il transito lungo via Vinovo, tra le vie Nizza e Genova, sarà consentito solo ai residenti e ai mezzi di soccorso. La pista ciclabile dal civico 361 via Nizza a via Vinovo non sarà percorribile e sul medesimo tratto di strada sarà inoltre vietata la sosta all’interno della carreggiata est. Il divieto di sosta interesserà parimenti ambo i lati di via Vinovo, per un tratto di circa 40 metri, in corrispondenza del numero civico 11.

Durante la seconda fase dei lavori, fino al 1° luglio, via Vinovo sarà di nuovo aperta al traffico, mentre non sarà possibile sostare su ambo i lati di via Nizza, tra i numeri civici 344 e 361, tratto nel quale anche la pista ciclabile non sarà temporaneamente percorribile, e su ambo i lati di via Vinovo, all’intersezione con via Nizza.

Via Vinovo tornerà a essere interamente chiusa al traffico dal numero civico 10 a via Nizza nella corso della terza fase dei lavori che si prolungheranno fino al 14 agosto,  quando per i soli residenti verrà istituito un doppio senso di circolazione dal numero civico 10 in direzione di via Genova. I divieti di sosta riguarderanno ambo i lati di via Vinovo, da via Nizza a via Genova; ambo i lati di via Nizza, all’intersezione con via Vinovo; il lato ovest di via Rocca de’ Baldi, da via Vinovo a via Testona.

Nella quarta e ultima fase dell’intervento, che si concluderà il 6 settembre, via Vinovo sarà chiusa al transito dal numero civico 10 a via Genova, mentre dal numero civico 10 a via Nizza sarà istituito un doppio senso di circolazione per i soli residenti. In via Vinovo, da via Nizza e via Genova, in via Nizza, dal numero civico 361 a via Vinovo e sul lato ovest di via Rocca de’ Baldi, da via Vinovo a via Testona sarà vietato parcheggiare.

Contestualmente all’esecuzione dei lavori da parte di Iren anche il percorso delle linee 18 e 93/ di Gtt, subirà delle modifiche. Di seguito le variazioni nel periodo tra il 9 e il 13 giugno.

Linea18

•      direzione P.za Sofia: da via Passo Buole / via Nizza deviata a destra per via Nizza – a sinistra per corso Maroncelli – a sinistra per via Genova – segue percorso regolare;
•      direzione piazzale Caio Mario: percorso regolare.

Linea 93B

•      direzione piazza Mochino (San Mauro): da via Passo Buole / via Nizza deviata a destra per via Nizza – a sinistra per corso Maroncelli – a sinistra per via Genova – segue percorso regolare;
•      direzione corso Tazzoli: percorso regolare.
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L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Fatma Aydemir “Tutti i nostri segreti” -Fazi Editori- euro 18,50

Nata nel 1986, nell’ex Germania Ovest, in una famiglia di origine turco-curda, Fatma Aydemir, è oggi una delle voci più interessanti della letteratura tedesca contemporanea. Giornalista e scrittrice, con questo secondo romanzo ha scalato velocemente le classifiche, riscuotendo un successo ampiamente meritato.

Il libro inizia con una morte che non è solo fisica. Implica anche quella di un sogno e mette a nudo ferite, incomprensioni, segreti e non detti, annidatisi a lungo all’interno della famiglia Ylmaz. Formata dai genitori curdi, Emine e Hüsey, emigrati in Germania alla ricerca di vita migliore, e i loro 4 figli.

Con una magnifica scrittura limpida, l’autrice affronta più temi, miscelandoli sapientemente nelle pieghe delle vite e dei rapporti dei membri della famiglia turco-curda.

Non è un romanzo autobiografico, ma Aydemir l’ha concepito pensando alla generazione dei suoi nonni; anche loro, dopo la Seconda Guerra Mondiale, lasciarono il paese di origine e andarono altrove, desiderando un futuro migliore.

A 59 anni, dopo una vita di duro lavoro e sacrifici in una fonderia tedesca, finalmente, Hüseyn, è riuscito a coronare il sogno di tornare in patria e comprare una casa a Istanbul, dove iniziare un nuovo meritato capitolo della sua esistenza. Ma proprio quando ha finito di arredare il nuovo nido e la famiglia sta per raggiungerlo, viene stroncato da un malore.

E’ lo strepitoso inizio di poco più di 300 pagine che non vorremmo finissero. Scandito in 6 capitoli, ognuno svela uno degli Ylmaz; penetra a fondo nella sua storia e nella sua anima, mettendo a nudo ferite e traumi.

I due figli maggiori, Sevda e Hakan, non riescono ad arrivare in tempo al funerale… per loro sarà un rimorso in più.

Sevda è quella che ha raggiunto i genitori in Germania più tardi, a 12 anni, la ribelle che ha sempre cercato di sottrarsi alle leggi del patriarcato. Sposata con un fannullone, poi si è resa indipendente, imprenditrice affermata, ma in rotta di collisione con i genitori.

Su Hakan, il primo figlio maschio, si sono concentrate le grandi aspettative del padre e si è riversata l’indulgenza materna.

Perihan e Ümit, a loro volta, sono portatori di ulteriori dinamiche. Fino al capitolo finale in cui scoprirete il segreto che ha segnato soprattutto il legame dei genitori.

Uno spettacolare affresco che racconta più generazioni a cavallo tra due mondi e due culture, con al centro il tema complesso e portante della famiglia e del veleno che può scorrere nelle sue vene. Ci sono poi i nodi duri del patriarcato, spesso favorito supinamente dalle donne che ne perpetuano l’azione sulle figlie.

E ancora: levate di scudi del femminismo e dell’emancipazione, crisi di identità -anche di genere- e sullo sfondo razzismo e difficoltà nell’accettare il diverso da noi.

Un meraviglioso romanzo, in cui una scrittura di altissimo livello ci conduce con sensibilità e intelligenza nel microcosmo di un nucleo familiare, nei pensieri e nel sentire di personaggi indimenticabili.

 

 

Phyllis Rose “Vite parallele” -UTET- euro 24,00

L’autrice di questo saggio è un’autorevole critica letteraria americana e autrice di approfondite biografie. Qui ricostruisce e analizza le vite coniugali di 5 famose coppie di intellettuali e scrittori, vissute in epoca vittoriana. Quando si mescolavano la censura della sessualità ma si invitava anche a procreare; la donna era fattrice e angelo del focolare. Mentre per i mariti spesso il sesso era quello praticato con le prostitute.

Il volume mette in luce quanto legò alle loro metà, Carlyle, Dickens, Eliot, Stuart Mill e Ruskin; fu pubblicato negli Stati Uniti nel 1983 ed è tutt’oggi un’indiscussa pietra miliare per studiosi e appassionati di letteratura.

Apre e chiude la carrellata l’unione tra lo storico Thomas Carlyle e la moglie Jane Welsh. Dal primo capitolo sul loro fidanzamento, a quello finale sugli ultimi anni del matrimonio. Unione altamente imperfetta, forse neanche mai consumata per limiti di lui che, comunque, ebbe una relazione “innocente” con Lady Harriet Montague, fonte di enorme sofferenza per Jane.

Da questo dolore nacque però una scrittrice “postuma”, poiché Jane affidò la sua infelicità alle pagine del diario che il marito fece pubblicare dopo la sua morte; in parte per denunciare la propria scorrettezza, e in parte per stemperare il senso di colpa verso colei che l’aveva sempre accudito amorevolmente.

Charles Dickens, nel 1836 sposò la figlia del suo editore, Catherine Hogarth.

Ma 20 anni dopo s’innamorò dell’attrice 18enne Ellen Ternan. All’epoca lui aveva 45 anni e il divorzio era possibile, ma altamente sconsigliato per la sua immagine pubblica.

Ed è così che uno scrittore immenso scivolò, invece, tanto in basso da accusare ingiustamente la moglie di malattia mentale, nel tentativo di togliersela di torno e spedirla in manicomio.

Il misfatto non gli riuscì, ma la vicenda lo sminuisce sul versante etico e affettivo e induce a meditare…

Però state tranquilli perché ci furono anche unioni felici. Ma non erano quelle suggellate da vincoli legali o religiosi. La scrittrice George Eliot e il critico Henry Lewis i rapporti li ebbero eccome, si amarono alla follia per 25 lunghi felici anni.

Come felice fu l’unione della nobildonna Effie Gray; ma non quando era sposata con John Ruskin. Anzi, quella fu davvero un’unione male assortita fin dall’inizio: lui dedito agli studi e orripilato dalla sessualità femminile. Lei ambiva attenzione e figli, mentre lui non ne voleva sapere. Altro matrimonio mai consumato, pericolante per continue distanze e incomunicabilità.

Le cose svoltarono decisamente in meglio quando Effie ottenne la nullità del matrimonio e si unì al pittore John Everett Millais; 2 mesi dopo le nozze era incinta e dall’unione nacquero ben 8 rampolli.

 

 

Benedetta Centovalli “Nella stanza di Emily” -La Tartaruga- euro 17,00

La vita di Benedetta Centovalli è dedicata ai libri e all’editoria da oltre un trentennio, questo fa di lei una delle massime esperte di letteratura; dotata di una sensibilità acuta che descrive come quasi totalizzante: «… e vestita di libri, in modo ossessivo e principesco, in una maniera assoluta e monacale».

La passione di Benedetta Centovalli per Emily Dickinson l’ha condotta laddove la poetessa ha trascorso la sua vita, immersa nel piccolo-immenso mondo che ha saputo trasformare in arte poetica, diventata poi immortale.

Da New York ha raggiunto in autobus Amherst, nel New England, immergendosi in un viaggio emotivamente coinvolgente. Prima a Homestead, dove la Dickinson nacque e visse dal 1855 fino al suo ultimo respiro; poi a Evergreens, a visitare la dimora del fratello Austin e della moglie Susan.

Emily Dickinson nasce il 10 dicembre 1830 ad Amherst, nel Massachussetts, dove vive fino alla morte, causata da una nefrite, il 15 maggio 1886, a soli 56 anni. E’ dopo la sua scomparsa che la sorella Lavinia decide di dare alle stampe i suoi scritti, svelando così al mondo intero l’immensità della Dickinson.

Curioso che una delle più grandi poetesse dell’Ottocento sia chiamata “la matta della soffitta”, perché, ancora giovanissima decide di chiudersi nella sua stanza, dalla quale esce solo di notte. Di lì in poi, il suo tempo e le sue energie sono tutte volte a dare voce al suo universo interiore.

Uno dei grandi pregi di questo libriccino è l’intensità con cui l’autrice ci guida dentro il mondo della poetessa, l’emozione che prova e ci trasmette quando si trova al cospetto dei vari angoli che sono stati testimoni della sua presenza e del suo passaggio.

Stanze che conservano un’anima, ci raccontano il suo sguardo oltre le finestre rivolte a ovest ed est, la sua cura e la profonda conoscenza delle piante raccolta nel famoso e delicato erbario, l’amore per gli animali, domestici ed esotici.

E ci sembra quasi di esseri lì e poter toccare noi stessi il suo scrittoio….perché la passione di Centovalli e la sua bravura nel trasmetterla compiono anche questa meravigliosa magia.

 

 

Francesca Fagnani “Mala. Roma Criminale”  -Sem- euro 18,00

Francesca Fagnani, prima ancora che padrona di casa della trasmissione di successo “Belve”, è giornalista d’inchiesta, e in questo libro ha ricostruito la geografia criminale della Capitale.

Lo spunto da cui parte il racconto -documentatissimo e basato su uno studio approfondito e minuzioso delle fonti giudiziarie- è l’assassinio a sangue freddo di Fabrizio Piscitelli; detto “Diabolik”, capo degli ultras “Irriducibili” della Lazio e ai vertici della cosiddetta “Batteria di Ponte Milvio”.

Da quella morte Fagnani traccia le fila delle alleanze suggellate da tempo e delle nuove rivalità e tensioni che serpeggiano più recentemente nel sottobosco del malaffare più losco.

Il Parco degli Acquedotti a Roma è teatro della morte di Piscitelli, il 7 agosto 2019, quando viene brutalmente freddato da un colpo di pistola alla nuca. A sparargli -mentre è tranquillamente seduto su una panchina- è un sicario travestito da runner che punta l’arma da distanza ravvicinata.

La pace che vigeva tra gang si spezza, mentre la miccia appena innescata dà il via a un susseguirsi di esplosioni di: violenza, sequestri, pestaggi, omicidi e torture.

Fagnani studia meticolosamente le carte degli atti giudiziari, collega i fatti e traccia le linee di un mondo di malaffare dove scorrono fiumi di droga, soldi sporchi e ogni azione criminale che ne deriva.

La giornalista romana da tempo segue i meandri e le dinamiche della malavita, in particolare il narcotraffico, risalendo al vertice e ai vice di maggior spicco per arrivare allo spaccio.

 

Ceci speziati con verdure, piatto unico di ispirazione indiana

Un perfetto piatto unico ispirato alla cucina indiana.

Un piatto salutare e sfizioso che unisce le proprietà delle verdure a quella dei legumi. Un piatto davvero invitante, profumato e gustoso.

Ingredienti (per 4 persone)

250gr.di ceci secchi
2 Peperoni di media grandezza (giallo e       rosso)
3 Carote
1 cipolla
2 spicchi d’aglio
3 zucchine
Pochi spinaci
200ml di latte di cocco
1 pezzo di zenzero fresco
2 peperoncini secchi
1 cucchiaino di cumino
1/2 cucchiaino di canella in polvere
1 cucchiaino di curcuma
Brodo vegetale
Prezzemolo, sale, olio q.b.
250gr. di riso Basmati

Mettere i ceci a bagno in acqua fredda per 12 ore.
Preparare le verdure tagliate a tocchetti.
Scolare e sciacquare i ceci e cuocerli in pentola a pressione per 15 minuti con una carota, un pezzo di sedano, mezza cipolla, una foglia di alloro (brodo vegetale).
In una larga padella rosolare la cipolla affettata e l’aglio tritato con poco olio, aggiungere i ceci e le verdure, insaporire e coprire con il brodo dei ceci. Insaporire con lo zenzero grattugiato e le spezie. Cuocere per 30 minuti, aggiungere il latte di cocco e lasciar consumare un poco, regolare di sale e cospargere con prezzemolo tritato. Servire subito con riso basmati bollito.

Paperita Patty

Oggi alle 15 al Duomo di Pinerolo i funerali di Fiammotto, autentico liberale

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Toccherà a me dare l’estremo saluto in chiesa a Edoardo nella sua Pinerolo dove fu consigliere, assessore, direttore del quotidiano “Il Corriere Alpino”, dirigente del PLI con incarichi nazionali, l’unico Pinerolese che si trasferì a Roma a collaborare con il ministro Altissimo, suo grande amico che gli impedirono di ricordare come lui avrebbe voluto a dieci anni della sua morte. Meschinità di uomini non gli permisero di fare un atto di omaggio tanto desiderato. Fiammotto era un generoso, un passionale che non si risparmiava. Era un liberale che amava il Pinerolese Facta, Giolitti e soprattutto Einaudi. Io lo avviai allo studio di Soleri. Da Pinerolese non disdegnava neanche Parri di cui ricordava l’eroismo nella prima guerra mondiale e anche nella Resistenza. Amava Marco Pannella liberale prima ancora che radicale. Tra noi ci fu un grande rapporto. Fui io a proporlo alla scuola di liberalismo a Enrico Morbelli come  coordinatore regionale. Ma Edo fu un pannunziano a tutto tondo sempre presente.  In Pannunzio liberale  aveva trovato il suo più vero ideale politico. Chiuse la sua carriera politica con un magistrale discorso fatto di cultura vera ad Ivrea. Ne ebbe un premio di cui andava orgoglioso. A settembre verrà onorato al Centro Pannunzio come meritava, la chat del Centro è  stata Invasa per giorni dal cordoglio dei soci. In gennaio avrebbe voluto candidarsi ad una più alta responsabilità nel Centro, ma lo dissuasi perché lui era utile nel ruolo ricoperto. Tra due anni sarebbe stato prezioso in altra funzione, liberato dagli
Impegni nella scuola e da altre funzioni che lo portavano spesso all’estero e in Sardegna per incarichi sportivi di vertice. Si impegnò a fondo contro i referendum di Landini. E per la difesa di Israele fu appassionato. Era anche contro il referendum sulla cittadinanza voluto dai finti radicali. Sarà contento del naufragio dei referendum e della nuova gioiosa macchinetta da guerra come lui la chiamava, guidata da un piccolo sindacalista fazioso che ha portato alla bancarotta politica il sindacato che fu di Lama. Non aveva mezze misure. Per lui il liberalismo non era moderatismo. Spesso dovevo ripetergli che il Centro era apartitico e formato da gente di diverse idee, ma anch’io finivo per non dargli torto. La passione civile prevaleva. Edo sarà contento – se potrà vedere- dell’esito della sua ultima battaglia liberale e liberista. Tutto è possibile fino alle 15 di oggi lunedì ,ma i titoli e gli articoli di giornale danno l’idea della deblache che Edo si augurava e per cui si è speso.
Nella foto di copertina Fiammotto al centro con la bandiera del “Pannunzio”

Incidente stradale: ragazza in fin di vita e 9 feriti

Una giovane  di 25 anni è rimasta coinvolta nell’incidente stradale avvenuto  nel comune di Grignasco, nel novarese, nella notte tra venerdì e sabato ed è stata ricoverata in fin di vita al Maggiore di Novara. Due auto si sono contrate sulla statale 299, alle 2,30. Sono ben nove i feriti portati all’ospedale di Borgomanero. Sul posto sono intervenuti i carabinieri.