ilTorinese

Letture teatralizzate dei testi di Luis Sepulveda nelle biblioteche torinesi

In omaggio al grande scrittore per iniziativa di Assemblea Teatro

A distanza di cinque anni dalla scomparsa di Luis Sepulveda, la Città di Torino ricorda il grande scrittore cileno con cinque letture teatralizzate nelle biblioteche.

“Il nostro ricordo di Luis Sepulveda” è un progetto di Assemblea Teatro, con il contributo della Città di Torino, realizzato in collaborazione con le biblioteche civiche torinesi.

“Luis Sepulveda amava osservare il mondo e stare in mezzo alla gente – dichiara l’assessora alla Cultura del Comune di Torino Rosanna Purchia – Non c’è modo migliore per ricordarlo che ritrovandosi nelle biblioteche, luoghi accoglienti, aperti, dove la cultura si intreccia alla socialità, per far risuonare  le sue parole, leggendole e recitando, per avvicinare pubblici diversi, compreso anche chi solitamente non si avvicina alla lettura.  Sostenere  un progetto come questo significa ribadire l’impegno della Città a favore della diffusione della lettura, della valorizzazione degli spazi culturali e della memoria di figure che, come Sepulveda, hanno lasciato un segno profondo nel nostro immaginario”.

“Luis Sepulveda è stato un compagno di crescita per tante generazioni di lettori –  ha affermato il presidente di Assemblea Teatro Renzo Sicco – che si sono emozionate con le pagine de “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, hanno scoperto il valore dell’amicizia con “La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare”, hanno conosciuto il Sud del mondo con “Patagonia Express” o “Ultime notizie dal Sud”.  Lo scorso 22 aprile, nel giorno della festa del Libro e delle Rose di Barcellona, Assemblea Teatro lo ha voluto ricordare con una speciale replica de “Las rosas de Atacama”. Lo ricorderemo anche a Torino, dove con la Lanterna Magica,  il Premio Grinzane Cavour, il Salone del Libro e la stessa Assemblea Teatro, ha condiviso diversi straordinari quanto importanti progetti e incontri.

Dal 27 maggio al 10 ottobre nelle biblioteche civiche torinesi attori e attrici di Assemblea Teatro leggeranno cinque favole sugli animali tratte da “Il grande libro delle favole” ( Guanda editore 2019) in altrettanti incontri.

Alla biblioteca Centrale di via della Cittadella 5, il 27 maggio alle 21, verrà letta la “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”; il 18 giugno alle 17 alla Biblioteca Alessandro Passerin d’Entreves si terrà una lettura teatralizzata in lingua italiana e spagnola della ”Storia del gatto e del topo che diventò suo amico”.

II 26 luglio, alle ore 11, presso la Biblioteca Alberto Geisser, in corso Casale 5, sarà la volta della “Storia della gabbianella e del gatto che diventò suo amico”; il 10 settembre alle 17, presso la Biblioteca Italo Calvino, lungo Dora Argrigento 94, verrà letta la “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà”.

La “Storia di un balena bianca raccontata da lei stessa” sarà  letta il 10 ottobre alle 21, presso la Biblioteca Cesare Pavese, in via Candiolo 79, riaperta dopo i recenti lavori di ristrutturazione.

L’ingresso è gratuito, ma è consigliabile la prenotazione all’indirizzo

biblioteche.prenotazioniattivita@comune.torino.it

Mara Martellotta

La Mole si illumina per i 70 anni del teatro Stabile Il 27 maggio

Il teatro Stabile di Torino-teatro Nazionale condivide con la città l’anniversario dei settanta anni dalla sua fondazione, avvenuta il 27 maggio del 1955. Quell’anno nasceva il Piccolo Teatro della Città di Torino, sulla scia del grande movimento nazionale del teatro pubblico.

Per l’occasione la sera del 27 maggio 2025, dalle ore 21.30, la Mole Antonelliana si illuminerà di rosso, il rosso del teatro Carignano , ed esporrà il logo del TST. Un invito a ricordare che il teatro è storia,  ma soprattutto è presente e futuro, un luogo dove la città  si interroga, si specchia e si emoziona.

Per condividere questa festa con il pubblico tutti i titoli ancora in programma della stagione 2024-2025 saranno in promozione a 12 euro fino alla mezzanotte del 27 maggio.

I biglietti a tariffa ridotta si potranno acquistare in biglietteria oppure online sul sito teatrostabiletorino.vivaticket.it, selezionando il prezzo in promozione e inserendo il codice BUON COMPLEANNO TST

Biglietteria del teatro Stabile di Torino

Torino 0115169555.

Teatro Carignano. Piazza Carignano 6.

Dal martedì  al sabato dalle 13 alle 19, domenica dalle 14 alle 19. Lunedì riposo.

Mara Martellotta

Nasce il centro estivo della Gypsy Musical Academy di Torino

Dai banchi di scuola al palcoscenico nel giro di una sola estate. Il percorso è  davvero molto più  lungo per diventare ballerini professionisti, ma quello che propone la Gypsy Academy di Torino è davvero un buon inizio per i talenti in erba e non solo. Si tratta del Centro Estivo Musical dedicato ai bambini dai 6 agli 11 anni che, finita la scuola, potranno gettarsi a capofitto nell’universo musical all’interno della più grande accademia multidisciplinare di Torino, che rappresenta un’eccellenza italiana.

Un’occasione per bambini e genitori della Circoscrizione, desiderosi di impegnare al meglio i lunghi mesi estivi dei propri figli ( giugno, luglio e settembre), una volta terminata la scuola. I partecipanti avranno l’opportunità di allestire uno spettacolo ogni due settimane, trattando materie  relative al musical, quali allestimento, canto, danza, recitazione, presenza scenica e scenografia.  Lo spettacolo verrà  poi rappresentato nel teatro della Gypsy, in via Pagliani 25. Sono previste molte attività aggiuntive, quali il gioco al parco attrezzato, una gita golosa da Silvano per assaggiare uno dei gelati più buoni di Torino.

Posti limitati. Informazioni allo 011.0968343

Info@gypsymusical.com

Mara Martellotta

Tesori aperti al pubblico: una domenica alla scoperta di 28 dimore storiche

Domenica 25 maggio, in Piemonte, 28 dimore aprono gratuitamente al pubblico. Undici  le proprietà aperte nel torinese, di cui una al “debutto” della Giornata Nazionale ADSI

Grande partecipazione delle dimore del torinese, con 11 proprietà di varia epoca e stile, e numerose novità. Fra queste; la Cappella di San Giovanni Battista, in località Ai Nana, a Pinerolo, che presenta l’importante restauro dell’apparato decorativo, del campanile e del portale seicentesco interessati da un ingente restauro, realizzato grazie al finanziamento PNRR “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale” ; e Casa Lajolo a Piossasco, che nel circuito di visita include la vecchia scuderia , appena restaurata grazie al bando PNRR “Parchi e giardini storici”. Novità assoluta rappresentata dal Castello di Strambinello, nel canavese, alla sua prima Giornata Nazionale. Mostre e varie attività scandiranno la visita del Castello Provana di Collegno, dove le visite saranno accompagnate da figuranti in costume d’epoca dell’Associazione Storia San Lorenzo.

In programma anche un’esposizione di ricami a Bandera e una mostra a cura dell’Associazione Internazionale Regina Elena, dedicata alle Milizie del Monferrato nella campagna militare del 1746, che anticipò la Battaglia dell’Assietta e la Pace di Aquisgrana. Alle ore 16.00 conferenza sull’impegno personale della Regina Elena nella lotta contro l’encefalite letargica e il cancro, con interventi del Prof. Paolo Mazzarello, docente universitario di storia della Medicina.

Possibilità di autentiche gite fuoriporta a Pavarolo dove, attorno al Castello, il comune ha organizzato visite pomeridiane delle principali attrattive, fra cui lo studio e la residenza dei Felice Casorati; e a Santena, dove a cornice del Parco del Castello di San Salvà e Cascine Pallavicini,
noto per la sua produzione dell’ asparago santenese, tutta la cittadina sarà animata dalle iniziative della giornata conclusiva della Festa dell’Asparago.

Per localizzare l’ubicazione di tutte le dimore, ecco la mappa delle aperture http://news.adsi.it/mappaGN2025.
Dettagli delle dimore e modalità di prenotazione, ove
richiesta, sono consultabili alla pagina www.associazionedimorestoricheitaliane.it/eventi-dimore/440377/

Mara Martellotta

Giornata Mondiale della Metrologia con Gtt

Domenica 25 maggio 2025, in occasione della Giornata Mondiale della Metrologia, che celebra il 150° anniversario della firma della Convenzione del Metro, l’INRiM – Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica apre le porte del suo Campus per un evento gratuito dedicato al mondo della scienza, delle misure e della curiosità, rinnovando il proprio impegno nella divulgazione scientifica, avvicinando la cittadinanza al cuore della ricerca e rendendo la conoscenza accessibile e coinvolgente.

Presso il Campus INRiM (strada delle Cacce 91) ci sarà l’opportunità di scoprire da vicino le attività di ricerca e di avvicinarsi al mondo delle misure, fondamentale nella vita quotidiana e nello sviluppo scientifico e tecnologico.

Durante l’evento sarà anche visitabile, all’interno del Campus scientifico, la mostra “Connessioni Astrali: 7 alfabeti tra la terra e le stelle” dello scultore torinese Riccardo Cordero, con la curatela di Silvana Nota. L’esposizione vede l’installazione di 7 opere; 7 come le unità di misura di base del Sistema Internazionale, in un suggestivo dialogo tra arte e scienza.

Per maggiori informazioni: https://www.inrim.it/it/eventi/domenica-scienza-un-viaggio-nel-mondo-delle-misure

Partecipa a Domenica in Scienza con i mezzi pubblici: CALCOLA IL TUO PERCORSO.

Dormire? Sì, tra un po’

La procrastinazione del sonno, quando addormentarsi diventa un problema.

Un film, una serie, il cellulare con tutti i suoi contenuti, la posta, la chat ed è già mezzanotte passata. Si sa benissimo che è ora di andare a dormire, ma si rimanda anche a causa di pensieri intrusivi conditi da tanta immaginazione. Si chiama procrastinazione del sonno e non è solo una cattiva abitudine, ma un fenomeno psicologico sempre più attenzionato, con ripercussioni concrete sulla salute mentale e fisica. Il termine tecnico è “bedtime procrastination”, introdotto per la prima volta nel 2014 dalla ricercatrice olandese Floor Kroese. Si tratta della tendenza a rimandare l’ora di andare a dormire senza un motivo valido, cioè senza che fattori come lavoro, figli o emergenze impongano di restare svegli. È una scelta volontaria, ma spesso vissuta con frustrazione: si è consapevoli che sarebbe meglio dormire, ma si sceglie di non farlo rivendicando un po’ di tempo per sé, anche a discapito del riposo. Alla radice di questo comportamento ci sono diverse ragioni che si intrecciano tra loro quali lo stress e il sovraccarico mentale, la scarsa autoregolazione tipica di chi fatica a gestire impulsi e decisioni nel breve termine e tende a procrastinare più facilmente, la tecnologia e iperstimolazione causati da un utilizzo frequente di smartphone, serie TV, social network pensati per intrattenere sempre più a lungo col fine di creare così una reale dipendenza. Un altro motivo che causa il ritardo nell’andare a letto è l’ansia, per evitare il momento del silenzio, in cui pensieri e preoccupazioni si accatastano nella nostra mente, si tende a rimandare il più possibile. Rinunciare al sonno non è una consuetudine da prendere alla leggera, anche una moderata deprivazione può creare problemi di umore, di concentrazione e avere conseguenze sul metabolismo e sul sistema immunitario. I disturbi che vengono causati da questo rinviare ad andare tra le “braccia di Morfeo” sono seri e da non sottovalutare. L’ affaticamento cronico cosi come l’aumento della depressione sono alcuni dei rischi che si corrono, così come il peggioramento delle performance cognitive e la maggiore vulnerabilità rispetto a malattie cardiovascolari. Inoltre, chi dorme poco tende a procrastinare anche in altri ambiti, alimentando un circolo vizioso difficile da spezzare.

Come si può rompere questa spirale che rende esausti e condiziona la quotidianità? Come prima cosa è necessario dare vita ad una routine rilassante a fine giornata che rallenti i ritmi, è opportuno spegnere tutti gli schemi almeno 1 ora prima di andare a dormire e creare una motivazione convincente per andare a letto a riposare. Inoltre quei momenti dedicati a noi stessi durante la notte dovrebbero essere inseriti, al contrario, nel corso della giornata; la sera ci si può dedicare, invece, alla redazione di un diario o alla mindfulness unita alla respirazione consapevole.

Insomma rimandare l’addormentamento può essere considerato un desiderio recondito di chi rivendica i propri spazi e il proprio tempo, ma che spesso finisce per colpire piuttosto che favorire Non si tratta solo di imparare a dormire di più e all’ora prevista, ma di riconquistare un rapporto sano con il proprio tempo, le proprie scelte e il proprio benessere. Dormire non è perdere tempo, è uno spazio salutare a cui non rinunciare mai.

Maria La Barbera

Torna Barolo è Serralunga, per la terza edizione

La manifestazione vede protagonista il Barolo di Serralunga d’Alba con le case vinicole che producono il Barolo del Comune di Serralunga coinvolte nel banco d’assaggio!
Sabato 31 maggio,
domenica 1 giugno
lunedì 2 giugno
sulla terrazza di Serralunga Casa Mia, al riparo della nuova Pergola, messa a disposizione da Luigi Vico, sarà possibile degustare e approfondire il Barolo del Comune di Serralunga dall’annata 2016 all’annata 2021.
L’evento è realizzato con la collaborazione de La Compagnia del Calice e i produttori di Serralunga d’Alba.
PROGRAMMA E BIGLIETTI QUI
31 maggio
ore 11-20 apertura del Banco d’Assaggio
01 giugno
ore 11-20 apertura del Banco d’Assaggio
02 giugno
ore 11-20 apertura del Banco d’Assaggio
Acquista qui il tuo carnet-degustazione e risparmia!
Da 6 assaggi Euro 25,00 anziché 30 Euro
Da 10 assaggi Euro 40,00 anziché 50,00 Euro
Ticket singolo Euro 5,00 acquistabile solo in loco
Barolo è Serralunga is back!
The third edition of the event dedicated to Barolo di Serralunga d’Alba is coming soon!
Saturday 31st JMay, Sunday 1st June and Monday 2nd June on the terrace of Serralunga Casa Mia by Luigi Vico it will be possible to taste and learn more about the Barolo of the Municipality of Serralunga from the 2016 to the 2021 vintage.
The event is possible thanks to the collaboration La Compagnia del Calice and the wine makers from Serralunga d’Alba.
PROGRAM AND TICKETS HERE
May 31st
11-20 opening of the Tasting Desk
June 1st
11-20 opening of the Tasting Desk
June 2nd
11-20 opening of the Tasting Desk
Buy your tasting carnet here and save money!
From 6 tastings Euro 25.00 instead of Euro 30
From 10 tastings Euro 40.00 instead of Euro 50.00
Single ticket Euro 5.00 which can only be purchased on site.
Info luigi@serralungacasamia.it
or +39 335 654 7772
O U R  L O C A T I O N
 
Via XX Settembre 13
Serralunga d’Alba – CN
G E T  I N  T O U C H
 
Per informazioni e prenotazioni a Serralunga Casa Mia
+39 335 6547772
luigi@serralungacasamia.it

 

Gandin luca

“Walk of Life”, domenica 25 maggio sulle rive del Po

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Domenica 25 maggio 2025 al mattino si terrà la manifestazione podistica non competitiva organizzata dall’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, in collaborazione con Telethon, con partenza dal Parco del Valentino.

La manifestazione, intitolata “WALK OF LIFE”, è finalizzata alla raccolta fondi per la ricerca e per sostenere le attività terapeutiche e di sostegno della sezione di Torino a favore delle persone affette da distrofia muscolare.

Il percorso della manifestazione podistica si svolgerà in parte nelle aree verdi in riva al Po, in parte sui corsi Massimo D’Azeglio, Sclopis, Galileo Galilei e vie limitrofe. Saranno chiusi, oltre al tracciato di gara, il sottopasso Lanza in direzione centro città ed il Ponte Isabella.

Percorso:

Il tracciato di andata e ritorno si snoderà lungo:

viale Virgilio, viale Mattioli, rotonda Nikola Tesla, viale sterrato del parco del Valentino parallelo a corso Massimo d’Azeglio, piazzale Rita Levi Montalcini, carreggiata est di corso Massimo d’Azeglio, dopo via Petrarca carreggiata laterale est di corso Massimo d’Azeglio, via Monti (all’andata), corso Sclopis , rotatoria corso Dante, corso Galileo Galilei, discesa Tiepolo, viale Thaon di Revel, monumento all’Autiere, per poi ripercorrere il tracciato a ritroso utilizzando solo per il ritorno via Petrarca nel tratto Sclopis/Massimo D’Azeglio.

Divieti di circolazione

Il percorso di gara sarà chiuso al transito di tutti i veicoli dalle ore 08.30 alle ore 11 e comunque fino a cessate esigenze;

–          corso Dante sarà chiuso da corso Massimo d’Azeglio, dalle ore 08.30 alle ore 10.30 circa;

–          il ponte Isabella sarà chiuso in ambo i sensi, dalle ore 08.30 alle ore 10.30 circa;

–          in corso Dante per i residenti sarà garantita la percorribilità in direzione ovest;

–          sottopasso Lanza: sarà chiuso in direzione centro città da corso Dogliotti, dalle ore 8.30 sino alle 10.30 e comunque sino a cessate esigenze;

–          corso Massimo d’Azeglio sarà chiuso in direzione centro città nel tratto da corso Dante a corso Raffaello.

Divieti di sosta

Divieto di sosta per motivi tecnici su entrambi i lati di viale Virgilio da corso Vittorio Emanuele II sino al civico 17 e su tutta l’area di sosta in corrispondenza del civico 17 di viale Virgilio dalle ore 00.30 alle ore 16.30 del 25 maggio.

Assi viabili aperti

Saranno aperti e percorribili i seguenti assi viabili:

–          ponte Umberto I;

–          corso Vittorio Emanuele II;

–          corso Massimo d’Azeglio direzione sud;

–          corso Massimo d’Azeglio, solo tratto Raffaello-Vittorio Emanuele II, direzione nord;

–          corso Moncalieri;

–          corso Cairoli;

–          corso Bramante e Ponte Balbis;

–          corso Unità d’Italia (tutto) e corso Dogliotti (tutto).

Altre strade chiuse

Tra le strade chiuse per altre manifestazioni domenica 25 maggio ci saranno via Po dalle 6.30 alle 20 e via Vanchiglia dalle 6.30 alle 23.

Trasporto pubblico

I percorsi dei mezzi di trasporto pubblico transitanti nell’area interessata dalla manifestazione potrebbero subire alcune variazioni.

Per informazioni, consultare il sito Internet di GTT alla pagina https://www.gtt.to.it/cms/

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO:  Parri presidente del Consiglio nel 1945 –  Il referendum e la democrazia plebiscitaria – I fondi per le strade non si toccano – Lettere

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Parri presidente del Consiglio nel 1945
Sono  passati 80 anni da quando, dal giugno 1945 al dicembre dello stesso anno, Ferruccio Parri fu presidente del Consiglio dei Ministri. Furono il PLI e il ministro liberale dei Lavori Pubblici Leone Cattani  a sfiduciarlo,  perché il suo governo più che portare il Vento del Nord a Roma, non riusciva neppure a mantenere l’ordine pubblico, preoccupato solo di realizzare una massiccia epurazione sommaria dopo il 25 aprile. Non discuto Parri nel suo insieme perché alcuni aspetti della sua vita meritano rispetto e anche ammirazione. Ma come  capo del Governo fu assolutamente negativo anche per le persone che portò con sé: esponenti del Partito d’Azione fanatici e fuori dalla realtà. Parri non volle capire che la guerra civile era finita e che bisognava voltare pagina. Lo compresero De Gasperi e lo stesso Togliatti che nel 1946 promosse l’amnistia per i crimini dal ‘43 al ‘45.
Parri si distinse per il suo giacobinismo velleitario  e  nel ‘53 fu contro la legge maggioritaria considerata dai comunisti una “truffa”, contribuendo così  all’ ingovernabilità che il premio di maggioranza avrebbe evitato. Nel ‘68 fu il promotore degli indipendenti di sinistra eletti dal PCI, quelli che Lucio Libertini definiva “indipendenti da tutto salvo che dal PCI”  come mi disse  con sincerità una volta che parlammo di Antonicelli. Indubbiamente un bel cammino per un mazziniano che fu interventista e  ufficiale di Stato Maggiore durante la Grande Guerra. Gianni Dolino me lo volle far conoscere  e ne trassi più o meno  l’opinione di un vecchio che ripeteva un disco rotto. Non lo scrissi, anzi quando morì feci un pezzo di elogio che oggi disconosco quasi  totalmente. Lo studio della storia mi ha fatto cambiare idea sul mitico “Maurizio” della Resistenza. Solo uno come Sogno poté rischiare la vita per liberarlo. E mi ha sempre sorpreso molto la sua sepoltura a Staglieno accanto alla tomba di Giuseppe Mazzini. Con dileggio volgare il fondatore dell’”Uomo qualunque “Giannini, storpiandone il  nome e il cognome, scrisse “Fessuccio Parmi”, un’espressione triviale  che rivela il gusto sguaiato di una certa destra populista del dopo guerra. Una citazione che rende bene l’idea dello scontro politico, ridotto a vile attacco personale, nell’Italia di allora. Anche i fascisti e i comunisti amavano storpiare i cognomi per dare più vigore alla loro vis polemica.
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 Il referendum e la democrazia plebiscitaria
Il non voto al referendum è legittimo perché la Costituzione contempla un quorum (50 % +1 dei votanti) senza il raggiungimento del quale esso è nullo. Chi dice il contrario non è in buona fede, esprime un giudizio partigiano che nega la stessa Costituzione. Sono semplificazioni manichee  dei cosi’ detti attivisti, una parola che mi provoca l’orticaria: gli intellettuali non possono essere degli attivisti. Lo stesso Mattarella che è un giurista di vaglia, nel 1999, quando era vicepresidente di D’Alema, disse che le opzioni erano 4: votare, non votare, votare sì o votare no. La stessa raccolta di appena 500mila firme per indire un referendum  appare oggi  insufficiente per evitare un referendum voluto da esigue  minoranze.
Mezzo milione  è  oggi una cifra ridicola rispetto al 1948 ,quando venne varata la Costituzione. La possibilità di raccogliere le firme attraverso internet ha reso infatti  troppo facile un  possibile uso improprio e   strumentale  del referendum  per raggiungere effetti politici che vanno oltre il quesito referendario. La democrazia diretta è importante, ma le leggi sono e devono tornare ad essere competenza prioritaria  del Parlamento. La democrazia plebiscitaria per chi conosce la storia è a volte assai poco democratica. Il referendum implica inoltre  una spesa  molto alta per l’allestimento dei seggi, gli scrutatori, la macchina elettorale periferica e centrale.  Dopo le esagerazioni del passato  che avevano screditato il ricorso al referendum senza raggiungere il quorum, si parlò autorevolmente di aumentare il numero delle firme necessarie, ma poi non se ne fece nulla. “Più Europa” non può  riproporsi come il nuovo partito radicale e personaggini politicamente esangui e perdenti  come Magi non sono neppure la fotocopia sfocata del grande Pannella.
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I fondi per le strade non si toccano
Come ho più volte lamentato le buche nella viabilità non sono state  colmate a Torino; ritengo  che i  vistosi tagli voluti da Salvini – il Piemonte è una delle maggiori vittime designate -alla viabilità provinciale e nazionale siano del tutto inaccettabili  e rivelino la scarsa competenza e soprattutto la non affidabilità politica del leghista  lombardo, già dimostrata tante volte quando era al governo con Conte.
Spero per lui che non sia vera la notizia dei tagli per finanziare il ponte sullo stretto di Messina: sarebbe una follia politica. Dovendo scegliere è meglio garantire la sicurezza nella viabilità ordinaria. La notizia è giunta per tempo: domenica si vota a Genova dove la situazione è molto difficile per il centro-destra. Di queste scelte avventate la Lega pagherà lo scotto perché governare richiede equilibrio e capacità di amministrare.
Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
Stermini novecenteschi
Ho letto che uno storico in voga  molto osannato ha detto che i gulag sovietici  non sono neppure lontanamente paragonabili  ai campi nazisti. Cosa ne pensa? A me più che storia sembra propaganda. Ettore Damiano
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Il discorso sarebbe lungo e complesso e non riassumibile in una risposta necessariamente breve. Mi limito a sintetizzare qualche riflessione: il “metodo” tedesco e quello sovietico furono diversi, ma  i fini furono identici: l’eliminazione degli ebrei  e degli oppositori politici dalla vita civile fino alla loro morte violenta. In realtà l’antisemitismo fu una caratteristica della Russia zarista e di quella  sovietica. Le sole  vittime di Stalin furono decine di milioni a cui vanno aggiunte quelle di Mao, spesso dimenticate. La distruzione degli uomini attraverso diverse forme di sterminio furono le caratteristiche  dei regimi totalitari del ‘900.   Anche quello armeno fu un genocidio , come le foibe jugoslave  furono un episodio di pulizia etnica circoscritta, ma non meno grave. Nessuno può storicamente parlare di altri genocidi: si tratta sovente  di giudizi politici usati oggi  come slogan a sostegno di terroristi, eredi di alleati di Hitler durante la seconda guerra mondiale e visceralmente antisemiti da sempre.
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Musica sacra
Il maestro Riccardo Muti  in occasione dell’elezione del nuovo Papa si è augurato il recupero della musica sacra. Se il Papa contribuirà al suo ripristino, farà un’operazione anche culturale di valore storico. Lo dico da non credente.  Isabella Usai
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Credo che sarebbe un ripristino importante. Le chiese invase da chitarre e urlatori è una triste realtà da decine di anni. Con la riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II è  stato  di fatto archiviata  con il Latino una tradizione molto importante. Già l’ateo dichiarato Massimo Mila poneva in evidenza il fascino irresistibile del Gregoriano. Il Papa Francesco ha addirittura vietato la Messa in Latino. Essa va liberamente consentita, ammesso che ci siano ancora sacerdoti in grado di celebrarla. Anche nei seminari lo studio del Latino non è più importante. Muti ha ragione e non a caso il suo appello è stato minimizzato.

Torna il vecchio Pci?

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

La storia non torna mai uguale a se stessa. Quasi mai, però. A volte, inaspettatamente, ne
ritornano le sembianze culturali. E anche il profilo politico. È il caso, nello specifico, del ritorno del
vecchio e glorioso Pci. Certo, non esistono più la falce e il martello, il rapporto organico e
scientifico con l’Unione Sovietica com’è stato per l’intera prima repubblica, non c’è più Berlinguer
e il centralismo democratico. Eppure, al di là dello scorrere inevitabile del tempo e la
trasformazione profonda degli strumenti politici ed organizzativi, si ripropone – in modo quasi
scientifico e dogmatico – lo stesso blocco sociale con le stesse percentuali elettorali. Pare un
paradosso, eppure è così. E l’alleanza secca tra le tre sinistre italiane – quella radicale e
massimalista della Schlein, quella populista e demagogica dei 5 stelle di Conte e quella estremista
ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis – coordinati dall’ormai partito della Cgil di Landini
ripropongono, mutatis mutandis, il peso, il ruolo, la mission e il consenso del vecchio Pci. Un
blocco sociale, politico, culturale e forse anche etico molto unito e compatto. Appunto, un blocco
sufficientemente granitico che, ieri come oggi, è largamente minoritario nel paese ma competitivo
sul terreno politico perchè unito da una cultura comune e da una precisa visione della politica e
della società. È del tutto evidente, ma lo ricordo solo per ragioni di cronaca, che tutto ciò che è
riconducibile al Centro, alla cultura centrista, alla ‘politica di centro’ e ad una cultura di governo
centrista sono del tutti esterni ed estranei a quel blocco. E la conferma quotidiana arriva, per fare
un solo esempio, dal comportamento di Renzi che è costretto ad insultare un giorno sì e l’altro
pure il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per cercare di accreditarsi presso il vertice
dell’alleanza di sinistra e progressista. Ma, al di là di questa banale considerazione, è del tutto
ovvio e scontato che da quelle parti la cultura politica di centro non condiziona affatto la
costruzione del progetto complessivo di quella coalizione. Oltre alla vicenda referendaria che
stiamo vivendo in queste settimane, ne è prova, in modo persin plateale, il ruolo dei cosiddetti
riformisti prevalentemente di matrice cattolica all’interno del Pd della Schlein. Un ruolo simile, anzi
uguale, a quello esercitato dagli “indipendenti cattolici eletti nelle liste del Pci” negli anni ‘70 e ‘80.
Dove il peso politico è praticamente nullo se non per confermare che il partito, o la coalizione – il
che non cambia la natura e nè il profilo – è plurale e quindi deve contenere anche i centristi. Intesi
come una sorta di “quote panda”. Ieri nel Pci e oggi nel Pd.
Ma, al di là ancora del ruolo dei centristi, il dato politico di fondo che non si può non rilevare è che
è rinato, in una stagione del tutto post ideologica e a tratti anche post politico, un vecchio blocco.
Un blocco che si trasforma in alleanza e poi in coalizione. Auspicabilmente di governo. Un dato,
comunque sia, è certo. Da un lato abbiamo il neo Pci – cioè il blocco della nuova sinistra unita – e,
dall’altro, una coalizione che probabilmente è destinata ancora a cambiare in corso d’opera ma
che è semplicemente, e politicamente, alternativa alla sinistra ideologica, classista, populista,
estremista e tardo sindacale.
Ecco perchè, per tornare all’inizio di questa riflessione, a volte la storia si ripete. In forme diverse e
molto più articolate, come ovvio, ma sempre con il medesimo obiettivo politico e culturale. E forse
è anche un bene che, grazie a chi guida queste sinistre, finalmente abbiamo un quadro politico
molto più chiaro e trasparente. Anche in vista delle prossime elezioni politiche nazionali.