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Il Liberty: la linea che invase l’Europa

Oltre Torino: storie miti e leggende del Torinese dimenticato

È l’uomo a costruire il tempo e il tempo quando si specchia, si riflette nell’arte.
L’espressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo l’uomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare.Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo. Non furono da meno gli autori delle Avanguardie del Novecento che, con i propri lavori “disperati”, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto “Secolo Breve”. Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di “ricreare” la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i “ghirigori” del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa l’edera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di un’arte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che l’arte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso. (ac)

 

Torino Liberty

Il Liberty: la linea che invase l’Europa
Torino, capitale italiana del Liberty
Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio
Liberty misterioso: Villa Scott
Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti
Inseguendo il Liberty: altri consigli per chi va a spasso per la città
Storia di un cocktail: il Vermouth, dal bicchiere alla pubblicità
La Venaria Reale ospita il Liberty: Mucha e Grasset
La linea che veglia su chi è stato: Il Liberty al Cimitero Monumentale
Quando il Liberty va in vacanza: Villa Grock

Articolo 1. Il Liberty: la linea che invase l’Europa

Ogni periodo storico è caratterizzato da un proprio particolare sentire, da scoperte e personaggi che ne delineano i tratti distintivi e, soprattutto, da forme artistico-letterarie-culturali che lo identificano. In questa serie di articoli voglio approfondire una peculiare corrente artistica, permeata di linee curve, con ornamenti di vetri e di pietre, uno stile che non solo interessò tutte le arti, dall’architettura, all’illustrazione, all’artigianato, all’oreficeria, ma divenne quasi un “modo di vivere”: il Liberty. Verso la fine del secolo XIX e l’inizio del XX nasce in Belgio un importante movimento, chiamato Art Nouveau che, opponendosi a tutte le accademie neoclassiche e neobarocche, applica la produzione industriale a forme d’arte, interpreta la linea con dinamismo espressivo, propone partiti decorativi che rompono con la fissità e danno movimento a pavimenti, scale, ringhiere, soffitti, modellano e curvano le pareti esterne, procurando vivacità e colore all’insieme. Tale movimento, che unifica in quei decenni lo slancio architettonico di tutta Europa, giunge in Italia con il nome di Liberty o Floreale, stile che ama applicare all’architettura ricercate forme decorative, spesso desunte dalla natura vegetale.  L’Art Nouveau influenza le arti figurative, l’architettura, le arti applicate, la decorazione di interni, gioielleria, mobilio, tessuti, oggettistica, illuminazione, arte funeraria, e assume nomi diversi, ma dal significato affine, a seconda dei luoghi in cui essa si manifesta: Style Guimard, Style 1900, Scuola di Nancy, in Francia; Stile Liberty, dal nome dei magazzini inglesi di Arthur Lasemby Liberty, o Stile Floreale, in Italia; Modern Style in Gran Bretagna; Jugendstil (“Stile giovane”) in Germania; Nieuwe Kunst nei Paesi Bassi; Styl Mlodej Polski (“Stile di Giovane Polonia”) in Polonia; Style Sapin in Svizzera; Sezessionist (Stile di Secessione”) in Austria; Modern in Russia; Arte Modernista, Modernismo in Spagna. Alla base del movimento vi è l’ideologia estetica anglosassone dell’Arts and Crafts di William Morris, fervido sostenitore della libera creatività dell’artigiano come unica alternativa alla meccanizzazione: una sorta di reazione alla veloce industrializzazione del tardo Ottocento. Arts and Crafts si volge alla riforma delle arti applicate portando avanti un’istanza sociale e morale che persegue il risorgere della produzione artigiana e l’attento studio del gotico come l’arte più dotata di spirito organico, volta a delineare planimetrie e forme “descrittive”, elementi nei quali l’indirizzo critico vuole vedere i germogli del rinnovamento architettonico.

L’Art Nouveau apre la strada all’architettura moderna e al design. Determinante per la diffusione di quest’arte è sicuramente l’Esposizione Universale di Parigi del 1900, tuttavia anche altri canali ne segnano l’importanza: ad esempio la pubblicazione di nuove riviste, come L’art pour tous, e l’istituzione di scuole e laboratori artigianali. La massima diffusione del nuovo stile è comunque da rapportarsi all’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna di Torino del 1902, in cui vengono presentati progetti di designer provenienti dai maggiori paesi europei, tra cui gli oggetti e le stampe dei famosi magazzini londinesi del noto mercante britannico Arthur Lasemby Liberty. La nuova linea artistica, in rottura con la tradizione, è presente nelle grandi capitali europee, come Praga, con la grande figura di Moucha, Parigi in cui Guimard progetta le stazioni per la metropolitana, Berlino, dove nel 1898 i giovani artisti si dissociano dagli stili ufficiali delle accademie d’arte, intorno alla figura di Munch, Vienna, dove gli artisti della secessione danno un nuovo aspetto alla città.  Una delle caratteristiche più importanti dello stile, che presenta affinità con i pittori preraffaelliti e simbolisti, è l’ispirazione alla natura, di cui studia gli elementi strutturali, traducendoli in una linea dinamica e ondulata, con tratto “a frusta”, e semplici figure sembrano prendere vita naturalmente in forme simili a piante o fiori. Si stagliano in primo piano le forme organiche, le linee curve, con ornamenti a preferenza vegetale o floreale. Tra i materiali, vengono adoperati soprattutto il vetro e il ferro battuto. In gioielleria si creano alti livelli di virtuosismo nella smaltatura e nell’introduzione di nuovi materiali, come opali e pietre dure, nascono monili in oro finemente lavorato e smaltato; i diamanti vengono accostati ad altri materiali, come il vetro, l’avorio e il corno. Solo in Italia, a differenza degli altri territori prima chiamati in causa, il Liberty non si contrappone al passato o alla tradizione accademica dell’insegnamento e dell’esercizio delle arti, con la conseguenza che qui, sulla nostra penisola, non si consolidò mai una scuola di riferimento identificabile con il movimento Liberty, al contrario ci furono singole personalità artistiche che si dedicarono ad approfondire i caratteri dello stile floreale ed epicentri per la diffusione del gusto dell’arte nuova, tra questi poli di profusione ci fu proprio Torino. Nei prossimi articoli considereremo nel dettaglio alcuni palazzi e quartieri della città sabauda particolarmente suggestivi e rilevanti dal punto di vista decorativo e architettonico, che testimoniano la meravigliosa trasformazione della nostra città, ancora oggi conosciuta come capitale del Liberty italiano.

 

Alessia Cagnotto

Ruzzola (Fi): “Con Cirio e Graglia ottime basi per la legislatura”

 

«Con la riconferma del presidente Cirio, il suo discorso programmatico pronunciato quest’oggi durante il Consiglio d’insediamento e la elezione del collega Franco Graglia a vicepresidente del Consiglio regionale abbiamo posto ottime basi per i prossimi cinque anni in Piemonte». Ad affermarlo il confermato presidente del Gruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Paolo Ruzzola.

«Cinque anni fa gli elettori piemontesi potevano averci votato per demerito degli uscenti o per un atto di fiducia e di speranza nei nostri confronti. Questa volta, dopo cinque anni di governo del Piemonte, il voto rappresenta l’approvazione delle nostre azioni, della nostra agenda politica, del nostro modo di fare politica sobrio, moderato, sabaudo – ha spiegato nel suo intervento Ruzzola che poi ha sottolineato – Il fatto che siamo ancora qui, avendo peraltro incrementato i voti rispetto alle passate elezioni regionali, testimonia che i piemontesi ci percepiscono non come un cartello elettorale ma come una maggioranza coesa, una coalizione composta sì di tante anime, ma contraddistinta dalla capacità di fare sintesi per il bene del Piemonte e dei Piemontesi».

Il capogruppo degli azzurri ha poi sottolineato che cosa si aspetta Forza Italia da questi nuovi cinque anni: A Forza Italia i Piemontesi in questa campagna elettorale hanno chiesto ancora più sanità. Su questo punto ci giochiamo fra cinque la nostra riconferma alla guida del Piemonte. È prioritario quindi continuare ad accorciare le liste d’attesa, lavorare sull’efficacia e l’efficienza dei pronto soccorsi, incrementare il personale sanitario e medico, incrementare la mobilità attiva del cosiddetto turismo sanitario, incentivare l’assistenzadomiciliare. Su tutti questi punti abbiamo fatto tantissimo ma ci resta ancora tanto da fare. In una sola parola, tutto ciò significa mettere al centro del nostro agire, il malato, le loro famiglie, non lasciandoli soli. Infine è necessario valorizzare e stimolare la medicina territoriale premiando l’inventiva, l’abnegazione, la professionalità di tutti quei medici di famiglia e pediatri che costituiscono la porta d’ingresso alla sanità regionale. Su questo punto Forza Italia crede si giochi la partita più importante del nostro operato».

Ruzzola ha poi sottolineato come il partito si impegnerà h24 sui temi della famiglia, della valorizzazione delle aree interne, del benessere animale, dello sviluppo e dell’innovazione del nostro tessuto produttivo.

In chiusura anche una citazione per il presidente Berlusconi: «Come ci insegnava il nostro Presidente Berlusconi pensiamo in grande. Caro Alberto pensiamo in grande perché solo così il Piemonte potrà essere protagonista ed esempio per l’Italia».

Bartoli (lista Cirio): “Oggi inizia un nuovo percorso”

Oggi, 22 luglio 2024, presso i locali delle Officine Grandi Riparazioni  si è tenuta la seduta di insediamento del nuovo Consiglio Regionale della XII Legislatura, convocata in attuazione dell’articolo 20 dello Statuto.

Alla presenza del Presidente della Giunta Regionale, degli Assessori Regionali e dei Sottosegretari della Presidenza della Giunta, l’ordine del giorno ha visto una serie di importanti punti che hanno segnato l’avvio formale della nuova legislatura.


In qualità di neo-eletto Consigliere Regionale, desidero esprimere il mio sincero ringraziamento per la fiducia accordatami dai cittadini. Mi impegno a rappresentare con dedizione e responsabilità le istanze e le necessità del nostro territorio, collaborando attivamente con i colleghi Consiglieri, il Presidente della Giunta e gli Assessori per il benessere e lo sviluppo della nostra Regione.

Questo primo giorno segna l’inizio di un percorso che ci vedrà impegnati nel lavorare per il bene comune, affrontando le sfide con determinazione e cercando di costruire un futuro migliore per tutti i cittadini.

SERGIO BARTOLI

Consigliere regionale 

Solana Sierra vince l’Itf Ma-Bo al Nord Tennis

La tennista argentina, numero 1 del tabellone principale, si aggiudica la prestigiosa rassegna subalpina di tennis internazionale, svoltasi dal 15 al 21 luglio presso il circolo Nord Tennis, battendo in finale la spagnola Guiomar Marystani, numero 3 del seeding del torneo.

Dopo due anni di assenza è tornato il grande tennis femminile a Torino nella scenografia naturale del Parco della Pellerina, dove si trova il Nord Tennis Master Club, il circolo organizzatore del torneo (un ITF 25mila dollari), che ha visto transitare nel passato sui suoi campi in terra rossa importanti giocatrici, come la già vincitrice di Wimbledon Marion Bartoli (si aggiudicò l’edizione subalpina del 2001) e l’estone Kaia Kanepi (2003), che raggiunse come best ranking la posizione numero 15 della classifica WTA, mentre per quanto riguarda le italiane che hanno preso parte recentemente al torneo troviamo nomi blasonati come quelli di Lucia Bronzetti, Martina Trevisan e Jasmine Paolini (recentemente finalista in due grandi slam, il Roland Garros e Wimbledon, e attualmente numero cinque al mondo nella classifica WTA). Un torneo che ha avuto quindi, nella sua lunga storia, l’onore di ospitare e battezzare tante future campionesse, capaci in seguito di affermarsi sui maggiori palcoscenici mondiali.

Nel Circolo di corso Appio Claudio, tra il verde della Pellerina, si è pertanto consumato l’ultimo atto del torneo con la sfida tra l’argentina Sierra, testa di serie numero 1, e la spagnola Marystani, testa di serie numero 3. L’argentina di Mar del Plata, ventenne, che ha già difeso i colori della sua nazionale in Billie Jean Cup e che ora vanta come best ranking il numero 167 al mondo, ha mantenuto i favori del pronostico e ha battuto in finale, non senza difficoltà e colpi di scena, la venticinquenne iberica – con l’attuale best ranking WTA di numero 226 al mondo – in tre set e in circa due ore di gioco, con il punteggio finale di 4-6, 6-2, 6-0.

E’ stata una partita combattuta ma, potremmo dire, in due tempi. Nel primo set la Sierra faticava a trovare il suo migliore gioco, a differenza della spagnola, molto più solida ed efficace, e finiva col perdere di misura, dopo il break subito sul 4-3 per l’iberica, il primo parziale col punteggio di 6-4. L’inerzia del match a favore della Marystani proseguiva anche all’inizio del secondo set, portandola sul 2-0 e mettendo soprattutto alle corde l’avversaria, poco precisa e troppo fallosa. Ma poi avveniva l’imprevedibile, croce e delizia di questo sport, e l’argentina magicamente ritrovava il suo gioco migliore schiantando letteralmente la rivale che, naturalmente e per contrappasso, perdeva il suo smalto e la sua sicurezza sotto i colpi precisi e vincenti della Sierra, e aggiudicandosi in modo fin troppo severo, visto l’andamento della partita fino a pochissimi momenti prima, i successivi dodici giochi. Gioco, partita, incontro! Pronostico dunque rispettato in una finale decisamente a due facce.

Ora entrambe le giocatrici, dopo aver deliziato il pubblico torinese, si concentreranno e si alleneranno in vista delle imminenti Qualificazioni per gli US Open di fine agosto.

Patrizio Brusasco

Addio al barbiere appassionato di calcio

Era appassionato di calcio e faceva il portiere nel tempo libero. La comunità di Biella è in lutto per la scomparsa del parrucchiere Massimo Abballe, 70 anni. Era uno dei parrucchieri più noti di Biella. Originario del Lazio aveva lavorato in un negozio di in via Italia, poi aveva aperto la sua bottega in via Duomo. Lascia il figlio Luca.

Insediato il nuovo Consiglio regionale, Nicco (Fdi) presidente

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Davide Nicco di Fratelli d’Italia è il nuovo presidente del Consiglio regionale del Piemonte. È stato eletto all’unanimità nella votazione a scrutinio segreto alle Ogr, nella prima seduta dell’assemblea regionale dopo le elezioni di giugno.

“Il ruolo di presidente del Consiglio regionale – ha detto Nicco – è una grande responsabilità che necessita di altrettanto impegno, equilibrio e tempo da dedicare per garantire in modo uguale ogni componente del Consiglio: maggioranza, minoranze e dipendenti. Noi siamo al servizio dei cittadini piemontesi”.

“Con il governatore Alberto Cirio e con la Giunta non potremo che avere uno stretto rapporto di confronto e una collaborazione continua – spiega Nicco -, nel rispetto dei ruoli e dei compiti di ciascuno.  Una condivisione di intenti e di programmazione dei lavori è essenziale per il funzionamento efficace dell’amministrazione regionale, prevedendo una programmazione puntuale dei lavori consiliari e la discussione delle proposte legislative”.

Tra gli interventi dell’opposizione quello della competitor di Cirio alle elezioni regionali, Gianna Pentenero: «Quello che il centrosinistra ha proposto al Piemonte non era solo un programma elettorale ma una visione del futuro che molti cittadini e cittadine ci hanno chiesto di portare avanti. Questa visione caratterizzerà la nostra opposizione: un’opposizione seria, concreta, propositiva ma senza sconti, pronti a usare tutti gli strumenti democratici a partire dalla raccolta firme per interrompere il processo della legge sull’autonomia differenziata, che creerà solo sperequazioni. Un’opposizione antifascista, perché la vile aggressione al giornalista Andrea Joly dimostra che non bisogna mai abbassare la guardia verso i gruppi violenti che sconfessano i valori della nostra Repubblica». Lo affermano la Capigruppo regionale Pentenero e il Segretario regionale Pd Domenico Rossi.

Nel corso della prima seduta odierna, il Consiglio regionale del Piemonte, presieduto temporaneamente dal consigliere anziano Mauro Salizzoni, aveva in mattinata effettuato le surroghe, tutte votate all’unanimità dall’Aula.

Maurizio Marrone, eletto sia nella lista regionale “Per il Piemonte”, sia nella Circoscrizione di Torino nella lista di FdI, ha optato per la prima per cui il seggio è stato assegnato ad Alessandra Binzoni. Marco Gabusi, anche lui eletto nella lista regionale e nella Circoscrizione di Asti nella lista di Fi, ha optato per la prima determinano la surroga di Debora Biglia.

In base a quanto previsto dalla nuova legge elettorale regionale, l’Aula ha poi esaminato le singole posizioni dei consiglieri che hanno optato per il ruolo di assessore. Vista l’incompatibilità, l’Aula ha provveduto alla proclamazione dei consiglieri supplenti degli stessi assessori.

A Paolo Bongianni (Fdi), eletto nella Circoscrizione di Cuneo, subentra la prima degli esclusi Federica Barbero.

A Elena Chiorino, eletta nella lista regionale “Per il Piemonte” subentra Daniela Cameroni.

Enrico Bussalino (Lega), eletto nella Circoscrizione di Alessandria, viene sostituito da Marco Protopapa, così come Marco Gallo (Lista civica Cirio presidente) nella Circoscrizione di Cuneo da Daniele Sobrero.

Gli assessori Marina Chiarelli (FdI), proclamata nella Circoscrizione di Novara viene sostituita da Gianluca Godio, Federico Riboldi (FdI) primo nella lista circoscrizionale di Alessandria da Silvia Raiteri,mentre Mauro Fava (Fi) sostituisce Andrea Tronzano nel contesto della Circoscrizione di Torino.

L’assessore Marrone, che in precedenza aveva optato per il seggio legato alla lista regionale, viene sostituito da Claudio Sacchetto.

L’assessore Gabusi aveva come detto optato per la lista regionale, venendo surrogato da Biglia. Avendo la lista circoscrizionale di Asti esaurito i candidati, la legge prevede che il subentrante sia individuato nelle stesse liste circoscrizionali che non abbiano ancora espresso alcun seggio, per cui la scelta è caduta su quella di Fi di Alessandria con Davide Buzzi Langhi.

Anche in questa occasione, le votazioni sono state tutte all’unanimità.

Carabinieri, Cirio saluta Di Stasio e dà il benvenuto a Paterna

Il presidente e vicepresidente della Regione Piemonte: “Auguriamo buon lavoro al comandante, il generale Andrea Paterna. Collaboreremo per promuovere sicurezza e legalità”
“Esprimiamo la nostra profonda gratitudine per lo spirito di abnegazione e la straordinaria umanità dimostrata dal primo all’ultimo giorno di servizio in Piemonte al Generale Antonio Di Stasio. Il suo esempio continui a ispirarci”. Lo hanno dichiarato Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, ed Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte, in merito alla cerimonia di cessione e assunzione del comando della legione “Piemonte e Valle D’Aosta” fra il Generale Antonio Di Stasio e il Generale Andrea Paterna.
“Auguriamo al neo Comandante buon lavoro, nella certezza che il Piemonte saprà accoglierlo a braccia aperte. Sarà un piacere collaborare insieme per promuovere sicurezza e legalità, principi cardine della nostra Nazione. Viva l’Italia, viva l’Arma dei Carabinieri“ hanno concluso il presidente e vicepresidente.

Il giallo del cadavere trovato vicino all’auto

Nella frazione Castelrosso di Chivasso è stato ritrovato il corpo senza vita di un uomo sui 50  anni.

Un passante ha visto un’ auto  parcheggiata con il cadavere  poco distante.

Non si conosce l’identità dell’uomo. Sul posto i soccorsi e i carabinieri.

Antifascismo liberale

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IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Al di là dell’ovvia condanna del pestaggio subito ieri a Torino  da un cronista de “La Stampa”, va condotta una riflessione su casa Pound che resta una delle manifestazioni più evidenti di dichiarata  nostalgia fascista. Io, da liberale, sono sempre stato per la tutela della libera espressione delle idee, anche le più intollerabili perché la vera tolleranza si esercita sulle idee non tollerabili, non su quelle che differiscono leggermente dalle nostre. Ciò detto, il discorso diventa diverso, se alle idee intollerabili seguono fatti concreti di violenza. In questo caso non è ammessa nessuna tolleranza  e i poteri dello Stato debbono agire contro ogni violazione delle leggi senza guardare alla matrice ideologica di chi ricorre alla violenza. La Salis si è rivelata violenta come dimostrano le condanne subite, i centri sociali sono violenti, casa Pound (che abusa del nome di un poeta che scrisse e parlò e fu a sua volta perseguitato) è  un focolaio di violenza.  Casa Pound occupa abusivamente da anni un intero edificio a Roma come alcuni centri sociali. Questa inerzia nel non aver mai fatto sgomberare le occupazioni abusive appare del tutto ingiustificabile.
Qui non si tratta di legge Scelba o legge Mancino, ma di semplice rispetto della legalità. Anche se Casa Pound non fosse un focolaio di violenza andrebbe fatta sgomberare e doveva essere fatta sgomberare da gran tempo. Circa il suo scioglimento non credo possa essere il Governo a decidere, ma la Magistratura. Io ricordo che l’origine del terrorismo in Germania fu generata dallo scioglimento del partito comunista. È un precedente storico che non va mai dimenticato. Così le leggi Scelba e Mancino si sono rivelate dei decaloghi che non hanno inciso nella realtà italiana se non in modo marginale, anche perché la norma transitoria della Costituzione si riferisce al “disciolto partito fascista” quindi a qualcosa di ben storicamente definito.
Quando leggo che deputati vogliono anche limitare il diritto di riunirsi e di manifestare, mi torna in mente il fascismo antifascista di cui parlava Flaiano. Un’ ultima riflessione: come mai ci sono giovani che sono nostalgici di Mussolini a tanti anni dalla sua caduta? Sarà l’eterno fascismo di cui parlava Eco? O perché, secondo Canfora, il fascismo non è mai morto?  Queste sono tesi antistoriche che non spiegano quasi nulla e che danno inconsapevolmente  eccessiva importanza al fascismo, come la diede Gobetti con la sua tesi sul fascismo “autobiografia della Nazione” .
Io piuttosto chiamerei in causa una scuola che non ha saputo formare alla democrazia  e anche un certo antifascismo retorico esaltatore di una Resistenza mitizzata  che si è rivelato incapace di parlare ai giovani.
In ogni caso ritengo fisiologico in una democrazia che ci siano persone che la pensino in modo diverso. Il problema è quello di non violare le leggi  con comportamenti incompatibili  con la convivenza civile. Questo è l’antifascismo liberale, gli altri antifascismi, tutti legittimi, sono illiberali e anche intolleranti. Molti combattenti della libertà, da Mauri a Perotti, non si ritroverebbero su certe posizioni manichee e faziose di alcuni  santoni  e valchirie che ho letto oggi sui giornali.