ilTorinese

Giù dal nostro palcoscenico

 

Non scendere dal nostro palcoscenico significa rischiare un notevole livello di sofferenza personale. Significa dipendere in misura esagerata da ciò che gli altri pensano di noi, o, come già sottolineato, da ciò che noi crediamo che gli altri pensino di noi…

Significa essere continuamente condizionati dai giudizi altrui. Non dovremmo mai dimenticarci di una verità elementare: tranne in qualche particolare caso, le persone fanno a malapena caso a noi, a ciò che siamo e facciamo.

Ognuno in fondo è perso dentro i fatti propri, e spesso ai propri guai. E se qualcuno si rapporta a noi con modalità che non ci piacciono, quasi mai questo fatto dipende da noi, a meno che non abbiamo fatto noi in modo più o meno determinato qualcosa per provocare la sua reazione.

L’unico modo per stare in modo equilibrato sul nostro palcoscenico consiste nell’avere un giudizio positivo di noi stessi, il che implica anche accettare i nostri limiti, i nostri difetti, e sapere che possiamo sbagliare. E accettare i nostri errori.

Significa imparare ad ironizzare ogni tanto su noi stessi. E non avere bisogno di piacere a tutti. Non sarà mai così, ci sarà sempre qualcuno a cui non piacciamo, a cui non stiamo simpatici. E nella maggior parte dei casi questo si rivelerà indipendente da noi.

Se avremo il coraggio di pensarci in modo sereno ed equilibrato, capiremo che è una sua dinamica, il frutto dei suoi bisogni o dei suoi equilibri e una conseguenza della sua situazione personale. Sicché, scendiamo dal centro della scena, e sorridiamo, di noi e degli altri!…

(Fine seconda e ultima parte)

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Facebook Consapevolezza e Valore

Autore della rubrica de Il Torinese
“STARE BENE CON NOI STESSI”

La malasosta senza riguardo

“Via Spano, marciapiede intorno al Filadelfia. Che dire? Non solo divieto di sosta ma anche sul marciapiede ed in corrispondenza di uno scivolo per consentire il passaggio dei disabili in carrozzina. Tre infrazioni in un sol colpo. Peccato che quando i vigili servirebbero non ci sono mai. Girando per la cittá si trovano situazione analoghe: autovetture parcheggiate metà sul marciapiede e metá sulla carreggiata. Sulle strisce pedonali occludendo  il passaggio per gli invalidi. Se ciò succede è evidente il motivo: non sono mai stati multati. Forse chi é preposto a far rispettare il CdS e sanzionare chi viola dovrebbe essere più presente, perché presa la multa una volta difficilmente si ripeterà la violazione”.

Così ci scrive il lettore Luigi Gagliano in questa sua segnalazione corredata da immagini.

Cioccolata ripiena di sostanze allucinogene: due arresti

Operazione della squadra mobile, sequestrate anche sigarette elettroniche alla cannabis

Sono una dozzina le tavolette di cioccolata con all’interno sostanze allucinogene, sequestrate a Torino dalla Polizia di Stato, che ha arrestato due uomini, indiziati di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

L’operazione della Squadra Mobile, nel popolare quartiere Cenisia, ha portato anche al sequestro di un ingente quantitativo di hashish, marijuana e di resina della cannabis.

 

I poliziotti hanno notato due uomini, entrambi sulla trentina, scambiarsi con fare sospetto una grande busta di plastica. All’interno gli agenti hanno rinvenuto oltre 1.600 grammi di cannabinoidi, suddivisi in panetti e involucri, sigarette elettroniche alla cannabis e una piantina grassa dalla forma simile a un puntaspilli, apparentemente innocua ma solo per un occhio non esperto. Si trattava infatti della pianta Peyote dai fortissimi poteri allucinogeni.

 

Nell’abitazione di uno degli indagati, un cittadino italiano, sono stati trovati altri 11 kg di cannabinoidi suddivisi in 57 panetti e numerosi contenitori di plastica, diverse tavolette di cioccolato mescolato con sostanze allucinogene e altre 22 piante Peyote, oltre a decine di sigarette elettroniche alla cannabis e boccette contenenti hashish in forma liquida, spesso utilizzata per provocare effetti psicotropi attraverso la nebulizzazione con diffusori per ambienti.

 

Dentro l’appartamento era, inoltre, presente tutto l’occorrente per il confezionamento e lo smercio di sostanze stupefacenti e la somma di denaro contante di 2.845 €, in banconote di piccolo taglio, ritenuto provento dell’attività di spaccio.

Nuovi ospedali, in arrivo dalla Regione 4 miliardi e mezzo di euro

In Piemonte qualcosa si muove su fronte dell’edilizia ospedaliera: sono in corso gare e progettazioni di nuovi ospedali e case di comunità per oltre 4,5 miliardi di euro tra risorse Inail, fondi statali, regionali, Pnrr e risorse private: compongono un piano di edilizia sanitaria che “non ha uguali nella storia della Regione” dicono dal Grattacielo di Piazza Piemonte e che è stato aggiornato alla luce dell’incremento delle risorse Inail che consentono di realizzare con fondi pubblici anche gli ospedali di Cuneo e Alessandria.

I dettagli del piano

Come hanno illustrato il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi durante una conferenza stampa nel Grattacielo della Regione, il piano prevede la costruzione di 11 nuovi ospedali, 4 rigenerazioni e ampliamenti, 91 case di comunità e 30 ospedali di comunità, oltre a 43 centrali operative territoriali.

«L’incremento di risorse da parte di Inail ci consente di aggiornare il nostro piano di edilizia sanitaria e di realizzare con fondi pubblici anche gli ospedali di Cuneo e Alessandria. Un piano ambizioso al quale abbiamo lavorato in questi anni con l’ex assessore Icardi, oggi presidente della Commissione Sanità, che ringrazio, e che portiamo ora avanti con l’assessore Riboldi – ha sostenuto il presidente Cirio – Si tratta di investimenti per oltre 170 interventi, tra grandi ospedali e case di comunità, di cui si stanno svolgendo, a seconda dei casi, progettazioni, gare e lavori che nei prossimi anni daranno un volto nuovo e rinnovato agli ospedali del Piemonte in modo da rispondere sempre di più e meglio alle esigenze di cura dei nostri cittadini».

«Il più grande investimento dal dopoguerra ad oggi – lo ha definito l’assessore Riboldi – ed è quindi fondamentale che su questo ci sia la massima attenzione e il massimo impegno da parte di tutti».

Le slides di dettaglio dei progetti sono consultabili qui

La polizia recupera 118 mila euro frutto di truffe online

La sezione cibernetica della polizia della questura di Biella è riuscita negli ultimi mesi a recuperare 118 mila euro da restituire ai legittimi proprietari che erano stati truffati sul web con varie modalità. Una buona notizia per tanti cittadini caduti nelle trappole online, che si erano visti rubare tutti i loro risparmi.

“Uomo. Professore. Autore”, tutta l’eredità di Tolkien tra editoria, cinema e arte

Alla Reggia di Venaria, sino al 16 febbraio

Oggetti di una vita. Tutti da ammirare. All’inizio, il vecchio baule che aveva
accompagnato il piccolo John Ronald Reuel Tolkien, di soli quattro anni, con mamma
Mabel ed il fratello minore, nel viaggio avventuroso da Bloemfontein in Sud Africa a
Birmingham, nel cuore della vecchia Inghilterra: doveva essere l’occasione di una
visita alla famiglia e divenne il ritrovamento delle proprie radici, per sempre.
Un’occasione e un lutto perché il padre, banchiere, a pochi mesi da quella partenza e
prima di poterli raggiungere, fu colpito da una febbre reumatica che lo condusse,
appena trentanovenne, alla morte. Quel baule è l’inizio di una vita, del passaggio da
un mondo antichissimo ad un mondo nuovo, di un’avventura personale, fatta di libri e
di letteratura, di studi e di insegnamenti, di una passione per la filologia e l’inglese
antico e medio e di un mondo accademico, di un grande attaccamento alla moglie
Edith Bratt e ai quattro figli e ai paesaggi inglesi che Tolkien tanto amava. Non
soltanto quello, certo: lungo il vasto percorso che s’intreccia nelle sale al primo piano
della Venaria dedicato a “Tolkien. Uomo, Professore, Autore” (visitabile sino al
prossimo 16 febbraio: il tutto all’insegna di quel dragone contrapposto a un
leggerissimo paesaggio immersi nella “Middle-heart” di Roger Garland, un olio e
acrilico del 1987) s’allineano manoscritti autografi, lettere, citazioni, fotografie di
famiglia e amici, le testimonianze dell’amicizia con C.S. Lewis, l’autore delle
“Cronache di Narnia”, libretti degli assegni, libri di studio in grande e sempre inseguita
quantità e di lettura, le note a margine che accompagnano il “Giulio Cesare”
shakespeariano, la riproduzione dello studiolo con il tavolo e i fogli sparsi e
l’immancabile pipa, posto nella sua abitazione al 20 di Northmoor Road a Oxford, i
ritratti e le opere d’arte, i contratti e i giudizi altrui sull’autore che aveva rivoluzionato
il mondo e che aveva offerto ai suoi lettori la visione “della terra in un tempo molto
lontano”. Una mostra che ha già alle spalle un lusinghiero successo, che arriva dalla
Galleria d’Arte Contemporanea di Roma e da Napoli, raccogliendo 80 mila visitatori in
ciascuna sede (ma la cifra napoletana qualcuno la dice ben maggiore), portandosi a
casa interrogazioni in sede politica e più di una vistosa lamentela da parte delle
opposizioni al governo (un quotidiano apertamente critico, un eufemismo, semmai
duramente ostile ad esso, scriveva già nel dicembre scorso che era stato il fu ministro
Gennaro Sangiuliano a “imporre” la mostra anche a Venaria), e che proseguirà a
Catania e a Trieste, tappa ultima di un percorso che avrà il suo termine nell’autunno
del ’25.
Un racconto avventuroso che ha la cura di uno studioso e specialista, Oronzo Cilli, con
l’organizzazione e la co-curatela di Alessandro Nicosia, capaci attraverso la propria
autorevolezza e la ricchezza delle raccolte e dei prestiti, “delle tante collezioni che
hanno messo a disposizione i loro patrimoni – dall’Università di Reading, dalla Tolkien
Society, dalla Fondazione Biblioteca Benedetto Croce e dalla Warner Bros Discovery
tra gli altri – di dare vita ancora una volta alla Terra di Mezzo e ad un rinnovato
immaginario e a un nuovo interesse alla prima grande mostra dell’autore in Italia, di
un autore che con la trilogia del “Signore degli Anelli” ha venduto qualcosa come 250
milioni di copie e che pure ha attirato l’attenzione dei Beatles per un film purtroppo
mai realizzato, una mostra che supera certamente ogni altra concepita sinora, Oxford
Parigi Milwaukee, che avevano in sé un contenuto e un carattere più settoriale, che
“hanno raccontato principalmente – sottolinea Cilli – il Tolkien scrittore, sub-creatore e
artista, affiancando l’arte che egli stesso creò per dar immagine alla parola.” Qui, si è
andati ben oltre.
Nel dar corpo alla memoria di un essere immaginifico nel cinquantesimo dalla
scomparsa, si rivendica nelle parole della direttrice di freschissima nomina del
Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Chiara Teolato, l’importanza della mostra
per una città alle porte di Torino e per un complesso architettonico di maestosa
bellezza, “scenario perfetto: le architetture di Castellamonte e le loro parti affrescate
con storie di dei e di uomini, quelle di Juvarra, con seducenti giochi di luce e ardite
voluttà di stucchi e di marmi sembrano evocare, per esempio, le sale dei palazzi
presenti nel “Signore degli Anelli”, come Gandor, Meduseld e Osgiliath, ormai in
rovina.” Un corollario scenografico che non mette limiti – e divisioni – alle proposte
(ricordiamo che siamo appena usciti brillantemente, con 106 mila visitatori, dalle
bellezze di Caravaggio, di Reni, di Solimena arrivate dalla Reggia di Capodimonte) che
in queste stagioni si succedono, un omaggio “ambientatissimo” a quei volumi “scritti
ieri sulla carta di oggi con l’inchiostro di domani”, incide ancora Nicosia. Una mostra
che, ce da esserne sicuri, raccoglierà le medesime cifre almeno delle tappe
precedenti.
L’Uomo e la sua vita privata, il Professore, accademico tra i più giovani a ottenere la
cattedra all’Università di Oxford e autore di pubblicazioni importanti nello studio della
letteratura, l’Autore, che ha dato vita a “Lo Hobbit” (ricordate? “In un buco della terra
viveva uno hobbit” e Bilbo Baggins appare in una delle ultime sale realissimo nel suo
sorriso e nei suoi abiti) e al “Signore”, attorno alla cui “leggenda” trovano spazio
fantastiche prime edizioni, gli acquerelli originali realizzati da Piero Crida (primo
illustratore delle copertine delle opere tolkeniane edite da Rusconi, sarebbe sufficiente
l’acquerello che è l’immagine di Gandalf a misurarne la grandezza) e le preziose
immagini raccolte sino a oggi da Davide Martini, originario di Imola e innamorato di
quei mondi e del loro autore, direttore artistico del Greisinger Museum, le circa 900
edizioni che arricchiscono i due titoli principali, suddivise in 51 differenti paesi e sparse
qui in numerosi quanto ordinatissimi scaffali, sei ripiani d’altezza, tutto a decretare il
successo per chi può permettersi di agguantare un terzo posto in fatto di lettori, alle
spalle della Bibbia e del Corano.
Una sezione ci trasmette l’eredità dello scrittore, spina dorsale del fantasy futuro,
ricercato e finalmente inseguito dal mondo dei fumetti e dai film d’animazione (di
Ralph Bakshi che nel 1978 regalò una preziosa edizione) e da Hollywood (la trilogia di
Peter Jackson, dove Viggo Mortensen era Aragorn ed Elijah Wood era Frodo, vincitrice
di ben 17 premi Oscar. Un’altra non trascura certo l’amore di Tolkien per l’Italia (“sto
tenendo un diario. Sono innamorato dell’italiano, e mi sento abbandonato senza la
possibilità di cercare di parlarlo! Dobbiamo continuare a studiarlo”, scrive al figlio
Christopher nell’agosto del 1955, anno in cui visita Venezia e Assisi; ci sarebbe
ritornato sette anni dopo per recarsi a Stromboli, Civitavecchia e ancora Venezia). Non
ultima, una delle sezioni più interessanti della intera mostra, i rapporti tra l’autore e
l’editoria italiana, nei nomi di Mondadori e Rusconi e L’Astrolabio: laddove il primo,
nell’ottobre del 1962, attraverso il dattiloscritto di Elio Vittorini (“Inclinerei a scartare:
ma possiamo eventualmente provarci ad acquistare un solo volume come gli editori ci
propongono”) e di Vittorio Sereni (“Ma quando lo faremo? Se c’è tempo per farlo
chiederei un’altra lettura. Ma la conclusione mi sembra già un NO ed escluderei la
possibilità di arrischiare un esperimento”), decidono che per il momento non se ne
farà assolutamente nulla. Documenti anche questi che, a sessant’anni di distanza,
accrescono e lasciano pienamente comprendere il successo immenso di un autore.
Elio Rabbione
Nelle immagini, il ritratto di John R.R. Tolkien e alcuni angoli delle sale della mostra.

Unitre Torino, con il nuovo Anno Accademico ritornano i Caffè Letterari

Unitre Torino è stata la prima di una serie di Associazioni culturali legate alla terza età che dal capoluogo piemontese si sono estese a tutto il territorio nazionale con le attuali 345 sedi e gli oltre 80.000 associati in Italia, di cui oltre 3.500 solo a Torino.

Da un’idea nata in Francia, a Tolosa, presso l’Università delle Scienze Sociali, per iniziativa del prof. Pierre Vellas nel 1973, l’Università della Terza Età, libera e aperta a tutti, senza limiti di scolarità pregressa, è approdata a Torino e si è estesa in tutta Italia.

Sarà inaugurato il 23 ottobre prossimo presso il Cinema Ideal l’Anno Accademico della Fondazione Unitre Torino con tante novità: 23 nuove proposte che portano a 173 il numero dei corsi e a 171 i docenti impegnati, garantendo sempre un elevato livello di qualità della docenza.

Tra le novità di quest’anno vi sono i nuovi Caffè Letterari, organizzati da Giancarlo Bonzo, sulla falsa riga di quelli che sono stati per anni un must del Centro Congressi Unione Industriale quando ne ricopriva la carica di Amministratore Delegato.

Ho accettato con piacere l’invito della professoressa Lucia Cellino, il direttore dei corsi, ad entrare in questo nuovo mondo accademico – ha dichiarato Giancarlo Bonzo, consigliere di amministrazione della Fondazione Unitre Torino – un mondo accademico basato sul volontariato di tutti gli aderenti e ispirato all’Universitas del Medioevo, la cui organizzazione faceva capo agli studenti e in cui i docenti prestavano la loro opera gratuitamente perché ritenevano il sapere un dono”.

E il dono che Bonzo offrirà ai partecipanti di questi incontri è rappresentato dal fascino di un caffè espresso tra i libri, con la possibilità di incontrare e dialogare con alcuni autorevoli scrittori e di acquistarne i libri, promuovendo una formazione e un’informazione permanente nell’ottica di un vero e proprio ruolo sociale sul territorio.

C’è stato subito il sold out dei Caffè Letterari proposti da Bonzo, appena si sono aperte le iscrizioni ai nuovi corsi della Fondazione Unitre Torino.

Sono onorato per il successo della mia proposta e grato ad una eccellenza imprenditoriale del territorio, la Lavazza, che ha sùbito dimostrato ampia sensibilità e collaborazione ad offrire ai partecipanti un caffè di benvenuto prima di ogni appuntamento – ha affermato Bonzo – per diffondere la cultura sul territorio”.

Vi saranno 12 incontri ogni 15 giorni, sempre il lunedì dalle 15,30 presso l’Auditorium “Orpheus” dell’Educatorio della Provvidenza in corso Trento 13.

Saranno coinvolte varie case editrici con un ricco programma a cominciare dal 4 novembre prossimo con Margherita Oggero che presenterà i suoi recenti “Brava Gente” e “Passepartout”.

Successivamente il 18 novembre ci sarà Alessandro Perissinotto con “La guerra dei Traversa”; il 2 dicembre Younis Tawfik “l’ISIS raccontato da mia madre”; il 16 dicembre Luca Ponzi e “L’ultimo padrino”.

Dopo la pausa natalizia il nuovo anno inizierà con Beppe Gandolfo e il suo “Un anno in Piemonte”.

Seguirà il 27 gennaio Marina Rota con “Certe Donne a Torino”; il 10 febbraio Luca Iaccarino con il suo giallo “Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d’Italia”; il 24 febbraio Paolo Battistel con “L’Arcolaio delle Fiabe”; il 10 marzo Carlo Grande e “La cavalcata selvaggia. L’odissea dei deportati in India”; il 24 marzo Bruno Gambarotta con “Fuori Programma. Le mie memorie dalla Rai”; il 7 aprile Pasquale D’Amore con “La forza dell’intelligenza emotiva: come resettare il cuore quando va in conflitto con la mente” e infine per chiudere questa carrellata letteraria il 28 aprile 2025 con Laura Pompeo con le due edizioni di “Da casa con…”.

Vito Piepoli

«Terre del Canavese» e «Sport è In» designate come Comunità Europea dello Sport

Ancora una volta il Piemonte si aggiudica un titolo europeo in campo sportivo. «Terre del Canavese» e «Sport è In» nel Novarese sono state ufficialmente designate come Comunità Europea dello Sport per l’anno 2026. I due territori hanno superato la concorrenza di numerose altre aree italiane, tutte aspiranti al prestigioso titolo. Le onorificenze assegnate da ACES hanno tenuto conto di diversi parametri, tra cui la capacità di collaborare e creare sinergie, oltre ad aspetti più tradizionali come inclusività e accessibilità. Per la giuria è stata determinante la capacità di fare squadra tra i Comuni e il potenziale impatto economico positivo sui territori dove saranno allestiti calendari con all’interno eventi di promozione dello sport.

 

La Comunità Terre del Canavese nel Torinese è composta dai Comuni di Salassa (Comune capifila), QuincinettoAgliè, Favria, San Giorgio Canavese. Uno degli aspetti che ha maggiormente impressionato la Commissione è stata la solida collaborazione e l’unità dimostrata dai Comuni, che hanno lavorato insieme in maniera armoniosa per promuovere e valorizzare i valori sportivi, facendo della cooperazione intercomunale un motore di sviluppo per lo sport.

 

La Comunità Sport è In nel Novarese è composta dai Comuni di Borgomanero (Comune capifila), Briga Novarese, Gattico-Veruno. Anche in questo caso, ciò che ha particolarmente colpito la Commissione è stata la volontà di fare squadra, con un Comune di rilevanza nel territorio che si è messo a servizio delle realtà più piccole, offrendo supporto e risorse per promuovere lo sviluppo dello sport e dei suoi valori, dimostrando una forte capacità di cooperazione inclusiva e solidale.

 

«Questo ennesimo riconoscimento conferma il grande impegno dei nostri territori nella promozione dello sport come strumento di inclusività, salute e sviluppo sociale – ha commentato l’assessore regionale allo Sport, Marina ChiarelliLa forza delle nostre candidature risiede nella capacità di fare squadra tra i sindaci dei Comuni, che pur nella diversità hanno saputo unire le forze dimostrando una sinergia che valorizza non solo le realtà più grandi, ma anche quelle più piccole. Si è creato un modello virtuoso di cooperazione e il fatto che la Regione Piemonte è stata pioniera nel ricevere il titolo di Regione Europea dello Sport nel 2022 è un ulteriore riconoscimento dell’eccellenza sportiva di questo territorio»

 

La Regione Piemonte è stata la prima Regione Italiana ad essere stata premiata come Regione Europea dello Sport per il 2022, vincendo nello stesso anno il premio Video Awards con il cortometraggio «Piemonte Terra di Sport e Grandi Eventi» a sostegno dello Sport. 

 

Nel 2026 in Italia, ospitando la Capitale Europea dello Sport con Napoli, per regolamento potevano essere premiate solo le Comunità Europee dello Sport. Nel 2025 Novara sarà Città Europea dello Sport per la seconda volta (la prima volta è stata nel 2010) e Varallo (VC) in Valsesia sarà Comune Europeo dello Sport.