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Al via la nuova rassegna di “Pianisti del Lingotto” con il recital del pianista turco Fazil Say

Il funambolico pianista e compositore turco, che si destreggia tra jazz, pianismo romantico e folklore, martedì 17 dicembre, alle ore 20.30, presso la Sala dei Cinquecento di via Nizza 280, si esibirà in un concerto che segna l’avvio della nuova rassegna musicale “Pianisti del Lingotto”.

Già ospite dei concerti del Lingotto nel 2005, con la Rhapsody in Blue di Gershwin accanto alla Baltimore Symphony Orchestra, diretta da Juri Temirkanov, Fazil Say inaugura il ciclo che a partire da questa stagione Lingotto Musica dedica al pianoforte e alla letteratura per lo strumento dal Barocco alla contemporaneità. Da quasi trent’anni Fazil Say incanta il pubblico con il suo talento incontenibile e multiforme, in bilico tra la forma del virtuoso e l’improvvisazione da jazzista. Definito un “genio” da Le Figaro, si è affermato grazie al suo eccentrico modo di interpretare i classici e alla sua rara sensibilità per ogni genere. Il pianista turco, nel suo recital, al confine tra jazz, pianismo romantico e folklore, si misurerà con l’ultima Sonata di Shubert, la KV 331 mozartiana, con il suo celebre “allegretto alla turca” e un proprio lavoro nato nei tempi della pandemia: “Yeni Hayat”.

Apre il programma la Sonata n.21 in Si bemolle maggiore D 960 di Franz Shubert, l’ultima delle tre Sonate composte dall’autore nel settembre 1828, a poche settimane dalla morte. La prima esecuzione si tenne a Vienna in forma privata, un giorno esatto dopo la conclusione della partitura, e fu Shubert stesso a interpretarla in una serata musicale a casa del Dottor Ignaz Menz. Pervasa da un lirismo senza fine e dilatata nelle proporzioni, è considerata una sorta di testamento spirituale del compositore. Segue la giovanile Sonata n.11 in La maggiore KV 331 di Mozart, divenuta celeberrima grazie allo spettacolare “allegretto alla turca” finale, vivace reazione alla moda della “turquerie” diffusa in tutta Europa a fine Settecento. La pagina è inclusa nel monumentale ciclo integrale delle Sonate per pianoforte di Mozart inciso da Say al Mozarteum di Salisburgo nel 2016 per Warner Classics. Chiude la serata la Sonata op.99 Yeni hayat (New Life) composta dallo stesso Fazil Say per il suo primo concerto post-pandemia nel luglio 2021. Caratterizzato da una grande sperimentazione timbrica, il brano esprime il miscuglio di incertezza, ansia e speranza seguita a quella tragica esperienza globale.

Biglietteria: uffici Lingotto Musica – via Nizza 262/63

Telefono: 333 9382545

Solo il giorno del concerto, presso il foyer di Sala del Cinquecento, aprirà la vendita dei biglietti a partire dalle 19.30 fino alle 20.30

 

Scanderebech (FI): “Botti tutto l’anno e a Capodanno. E gli animali?”

Il Capogruppo di Forza Italia, Federica Scanderebech, ha presentato oggi un’interpellanza al Consiglio Comunale affinché, per le prossime festività natalizie e con il sopraggiungere del Capodanno,  l’Amministrazione provveda a fare rispettare la normativa vigente, ossia l’art. 703 del Codice Penale sull’utilizzo dei fuochi d’artificio, l’art. 48ter del Regolamento 221 di Polizia Urbana che vieta di fare esplodere botti e petardi, e il Regolamento 320 per la Tutela degli animali in città che vieta qualsiasi comportamento lesivo nei loro confronti (considerando che fare esplodere botti e petardi è configurato come maltrattamento).

Dichiara Scanderebech (FI): Da stime recenti, ogni anno, in Italia sono circa 5.000 gli animali che muoiono a causa dei botti di fine anno e di questi, circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto volatili che, spaventati, perdono il senso dell’orientamento scappando istintivamente e finendo per colpire ostacoli durante la loro fuga. Anche altri animali fanno questa triste fine: le cronache torinesi dei primi giorni di gennaio 2024 ce lo hanno confermato, comunicando di cani e gatti terrorizzati, finiti investiti dai veicoli nella loro irrazionale fuga. Sono soprattutto loro, i nostri principali animali d’affezione che, avendo una particolare soglia uditiva, molto più sensibile di quella umana, patiscono stress e spaventi riportando in seguito traumi fisici, ansie e varie forme di fobie“. “Purtroppo l’Assessore in Aula ha riferito che i verbali per il mancato rispetto dell’articolo 48 del Regolamento di Polizia Urbana negli ultimi 9 anni sono stati solo 34 e comunque mai più di 6 (come nel 2022). Sorprende, dato che l’attività di controllo è compiuta con regolarità tutto l’anno ed intensificata con l’approssimarsi delle festività. Eppure buona parte dei torinesi, pur non soffrendo di insonnia, sentono quotidianamente, tutte le sere, fuochi d’artificio provenire da alcune zone della città. E’ possibile che questa Amministrazione vada ancora sensibilizzata per intervenire? Dubito che si tratti di fuochi autorizzati quotidianamente“.

Aggiunge Scanderebech (FI): “I continui appelli da parte delle associazioni animaliste e di numerosi cittadini rimangono inascoltati, eppure la normativa ci sarebbe; basterebbe farla rispettare sanzionando in base all’art. 703 del Codice Penale, l’art. 48ter del Regolamento Comunale di Polizia Urbana n. 221 e l’art. 9 del Regolamento per la tutela e il benessere degli animali in città, disciplinanti l’accensione di fuochi d’artificio e petardi, il divieto di farli esplodere e che l’attivazione di questi può configurarsi come maltrattamento e comportamento lesivo nei confronti degli animali comportando quindi responsabilità per i trasgressori“.

Sottolinea Scanderebech (FI): “Lo scoppio dei petardi in città è comunque pericoloso anche per tutta la popolazione e non soltanto per chi li getta: ogni anno le cronache riportano il bollettino dei feriti e, in alcuni rari casi, anche dei deceduti; vi è poi il pericolo di incidenti nel caso di ordigni inesplosi raccolti per gioco, rischio al quale sono soggetti soprattutto ragazzini e bambini. Oggigiorno vi sono in commercio forme alternative ai botti per festeggiare il Capodanno, come le fontane luminose o le stelle filanti, che mantengono le loro caratteristiche visive ma che non sono esplosive“.

Conclude Scanderebech (FI): “Negli anni passati, le campagne di affissioni promosse dalla Città sono state platealmente ignorate e le interpellanze presentate a gennaio, quando ormai i danni erano accaduti. Questa volta ho voluto prevenire mettendo l’Amministrazione di fronte all’urgenza dell’evento. Tuttavia, dalla risposta ricevuta, non pare proprio che il tema stia a cuore e venga trattato come prioritario. L’Immacolata è passata e le campagne di sensibilizzazione devono ancora iniziare. Ridicolo il numero delle sanzioni che sono state comminate dal 2016 per la procurata esplosione in città di fuochi d’artificio e petardi non autorizzati e per il commercio itinerante irregolare di articoli pirotecnici. La normativa c’è, rispettiamola e sanzioniamo se necessario, affinché questi comportamenti irresponsabili cessino definitivamente e gli animali tutelati!”

 

Torino: sospesa per 8 giorni licenza di un bar

La Questura di Torino ha sospeso per 8 giorni, ai sensi dell’art. 100 TULPS, la licenza di un bar sito in via Cecchi, con la contestuale chiusura dell’esercizio.

Il provvedimento nasce da ripetuti controlli effettuati nelle scorse settimane dai poliziotti dal Comm.to di P.S. Dora Vanchiglia, che hanno messo in luce l’abituale e significativa presenza al suo interno di persone pregiudicate e/o pericolose.

In occasione di almeno 7 controlli, infatti, all’interno dell’esercizio commerciale sono stati identificati avventori gravati da precedenti di natura penale e/o di polizia; uno di essi è stato, anche, trovato in possesso di sostanza stupefacente.

Durante un controllo effettuato unitamente alla Polizia Locale nello scorso mese di ottobre, la titolare del locale era stata, inoltre, sanzionata amministrativamente per la mancanza esposizione della licenza e per diverse carenze igienico sanitarie.

In considerazione della significativa e non casuale presenza nell’esercizio, inserito in un contesto territoriale già particolarmente sensibile sotto il profilo della sicurezza, di persone arrecanti una reiterata e persistente turbativa all’ordine pubblico, il Questore ha disposto la sospensione della licenza di attività di somministrazione di alimenti e bevande per 8 giorni.  

I rider potranno sostare nei circoli ARCI al riparo dal freddo

I rider di Torino sapranno dove andare in queste prime notti d’inverno: per riscaldarsi, fare una sosta alla toilette, sedersi prima della prossima corsa potranno utilizzare i circoli Arci, grazie al progetto, unico a livello nazionale, “Sosta rider”.

I rider sono ormai figure di sfondo nelle strade delle città che vediamo sfrecciare su biciclette, motorini e ogni altro mezzo di trasporto il più velocemente possibile, curvi sotto il peso dei cubi porta cibo, nascosti dal casco: spesso, però, ci accorgiamo di loro solo quando ci consegnano il cibo ordinato attraverso le varie app.

Ora nasce per loro una mappa, creata su un famoso navigatore (Google Maps), scaricabile dal sito dell’Arci di Torino e raggiungibile anche attraverso un Qr Code.

E’ un aiuto concreto ai lavoratori del delivery durante le ore di consegna, in servizio su strada: un servizio che viene garantito tanto di giorno quanto di sera.

Nei circoli Arci, i rider avranno anche accesso allacorrente elettrica per ricaricare dispositivi e mezzi di spostamento elettrici, potranno ripararsi, ma ancheeffettuare piccole riparazioni meccaniche.

 

Hanno aderito molte realtà, dallo storico Circolo Risorgimento di Barriera di Milano alla Bocciofila Vanchiglietta, dal Maurice GLBTQ a La Criccapassando per il Cap10100, i circoli Da Giau e La Cadrega. Coinvolti, poi, spazi culturali del mondo Arci, come Spazio Kairòs, il Piccolo Cinema o il Café Neruda e circoli della provincia come il Circolo Dravelli a Moncalieri, il Centro Sociale Boccardo a San Mauro o lo storico Margot di Carmagnola.

In totale si tratta di 21 circoli che complessivamente offrono assistenza e riparo dalle 9 del mattino alle 3 di notte circa.

La mappa su SOSTA RIDER – mappa di spazi attrezzati per sostenere i lavorator3 del delivery

«Ancora una volta i circoli Arci dimostrano concretamente da che parte stanno. Dalla parte di chi lavora e, soprattutto, dalla parte di chi è sfruttato. Mettendo gratuitamente a disposizione i propri spazi, da Torino a Carmagnola passando per San Mauro, Carignano e Moncalieri, Arci dimostra di essere un’infrastruttura non solo necessaria ma fondamentale per le nostre comunità, presidio democratico capace di coniugare solidarietà, cultura e diritti» dichiara Andrea Polacchi, presidente Arci Torino.

Il progetto “Sosta rider” nasce dalla collaborazione tra NidiL CGIL Torino e Arci Torino ed è in continuità con il progetto “Rider On The Storm” nato un anno fa insieme ad altre iniziative portate avanti dall’Associazione Cassa Resistenza Rider Torino Mimmo Rinaldi, un’associazione che nasce per andare oltre l’aspetto sindacale e che, a oggi, ha portato a grandi risultati tra i quali il riconoscimento, dopo una sentenza storica del Tribunale di Torino, della subordinazione per un rider di Glovo.

Il progetto sarà presentato ufficialmente lunedì 16 dicembre alle 18,30 al Circolo Arci Sud, via Principe Tommaso 18 bis/h: quella sera, è prevista la proiezione di “Anywhere Anytime”, un film di Milad Tangshirpresentato al Festival di Venezia. Racconta la storia di Issa, un giovane immigrato clandestino che a Torinocerca di sopravvivere come può. Licenziato dal suo vecchio datore di lavoro, grazie a un amico inizia a fare il rider. Ma l’equilibrio appena conquistato crolla quando, durante una consegna, gli viene rubata la bicicletta appena comprata. Issa intraprende così un’odissea disperata per le strade della città, per ritrovare la sua bici.
La proiezione del film, scritto dal regista Tangshir insieme a Daniele Gaglianone e Giaime Alonge, sarà preceduta da un intervento di Danilo Bonucci e Enrico Francia dell’associazione Cassa di Mutua Solidarietà e Resistenza Rider Torino – Mimmo Rinaldi e di Max Borella (Arci Torino). Ingresso ad offerta libera (fino ad esaurimento posti): il ricavato verrà devoluto interamente alla cassa di mutua solidarietà Mimmo Rinaldi. L’iniziativa: https://www.circolosud.it/event-details/anywhere-anytime

I CIRCOLI ADERENTI – Circoli SOSTA RIDER

Circolo Arci Sud

Bocciofila Vanchiglietta

La Cricca Bocciofila

Centro sociale Boccardo APS

Casa Fools | Teatro Vanchiglia

Circolo Arci Mario Dravelli

Circolo Risorgimento

Kontiki

Café Neruda

Circolo Culturale Corso Parigi CCCP

Babelica

Circolo Arci Giuseppe Da Giau

Circolo ARCI La Cadrega

Maurice GLBTQ

CAP10100

Circolo Ricreativo E. De Angeli

TINGELTANGEL

Circolo Armonia Carignano

Spazio Kairos / Onda Larsen Teatro

Il Piccolo Cinema

Circolo Arci Margot

Senza fissa dimora a Torino: chi se ne occupa? Guardarli e non vederli non é la soluzione

UN LETTORE CI SCRIVE
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Caro direttore,
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io sono un medico e recandomi al lavoro passo sotto i portici di corso Vittorio e piazza Carlo Felice tutti i giorni due volte al giorno. Le foto esprimono meglio di me il disagio ed il problema sanitario, persone di diverse età spesso anziani ma non solo, che dormono in condizioni igieniche scadenti e spesso tra escrementi e immondizia.
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Mi chiedo come e chi dovrebbe aiutarli: ‘come’ non lo so perché spesso per loro é una scelta di vita ed accettano anche il rischio di morire di freddo o di stenti, ‘chi’ tutti noi favorendo il reinserimento sociale e garantendo maggior facilità di accesso a docce e dormitori pubblici investendo maggiormente nel sociale.
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Il comune sicuramente fa molto ma osservando la situazione non abbastanza e sotto Natale il problema é ancora più evidente. Di una cosa sono sicuro: diventare indifferenti, guardarli e non vederli sicuramente non é la soluzione.
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Enrico Zingarelli

Tennis, il TC Crema si aggiudica lo scudetto della serie A1

E’ stato un lungo weekend torinese di finali dei Campionati italiani A1 by BMW presso il Circolo della Stampa Sporting di Corso Agnelli, che ha visto prima trionfare le donne dell’AT Verona (sabato) e poi ieri la squadra maschile del TC Crema.

La due giorni tennistica subalpina, consumata nella stessa prestigiosa location del Torneo Challenger 175 Uomini e, come sede di allenamento, delle Nitto Atp Finals, ha incoronato Campioni d’Italia 2024 le ragazze dell’AT Verona, che ha vinto il suo primo scudetto sconfiggendo il favorito CT Palermo con il punteggio di 3-1 (decisiva Aurora Zantedeschi che ha vinto il suo singolare e poi ha conquistato il punto della vittoria in doppio con Angelica Moratelli), e i ragazzi del TC Crema, i quali hanno superato, soltanto grazie allo spareggio (4-3 lo score della finale), il TC Rungg-Sudtirol/Yogurteria.

Si sono aperte le danze intorno alle ore 10 del mattino sui campi di allenamento, indoor e sul cemento, delle Atp Finals, sui quali pochi giorni fa hanno calcato le scene i migliori otto giocatori di questa stagione, ed è calato il sipario soltanto a sera inoltrata (alle 22), dopo ben dodici ore di gioco. Una giornata lunghissima, faticosa, piena di emozioni e di colpi di scena (trasmessa in diretta su Supertennis, il canale televisivo della Federazione Italiana Tennis e Padel), che ha visto le due squadre arrivare sul quattro pari (dopo i primi quattro singolari), per poi giocarsi tutto con i successivi ed eventuali tre doppi. Soltanto l’ultimo doppio di spareggio, che ha visto prevalere il TC Crema sul team altoatesino, ha sancito i vincitori di questa ultima edizione dei Campionati Italiani a squadre: la decisiva vittoria della coppia Samuel Vincent Ruggeri e Nicholas David Ionel ha regalato il titolo tricolore al circolo tennistico lombardo, dopo il tris centrato tra il 1985 e il 1987, mentre gli avversari altoatesini, che hanno provato in ogni modo a vincere il loro primo scudetto, dimostrando di essere una fortissima squadra, potranno riprovarci il prossimo anno.

E dire che la giornata per i cremaschi era iniziata in salita, non tanto per la sconfitta di Andra Arnaboldi contro Federico Gaio nel primo match sul Centrale (vittoria di Gaio per ritiro di Arnaboldi sul 6-3, 3-6, 5-4, e primo punto per la squadra di Bolzano), ma anche e soprattutto per l’infortunio muscolare accusato dal veterano canturino, che lo ha estromesso dalle successive sfide in doppio, privando quindi, almeno in teoria, come si è poi visto, il TC Crema di una pedina fondamentale per la corsa alla conquista del titolo. Intano, sul campo 1, dopo una rocambolesca partita, Maximilian Figl riusciva a perdere una partita apparentemente già vinta, dopo aver conquistato il primo set per 6-4 ed essere stato in vantaggio nel secondo per 4-1 e nel terzo per 3-1 (score finale 4-6, 7-5, 6-3 per il team cremasco).

I due singolari successivi vedono in sequenza la vittoria del rumeno Nicholas David Ionel, che sconfigge l’altoatesino Alexander Weis (doppio 6-4 con un break decisivo in ogni set), e dell’argentino Santiago Rodriguez Taverna contro Samuel Vincent Ruggeri (ancora 6-4, 6-4), portando così le due squadre finaliste sul 2 pari e aprendo le porte ai doppi decisivi, peraltro tutti molto equlibrati e vinti su pochi punti.

Per i cremaschi scende quindi in campo la coppia Ruggeri/Ionel, che riesce ad avere ragione sulla coppia avversaria composta da Weis/Bortolotti (6-3, 7-6), ma poi, nel doppio successivo, il Rungg-Sudtirol/Yogurteria, con il doppio Gaio/Figl, riesce a riportare il punteggio in parità (3 match a testa), imponendosi sulla coppia Bonadio/Bresciani, in un altro duello equilibratissimo che si è risolto solo al match tie-break (10 a 8 per gli altoatesini). Lo spareggio finale, che vede schierate, da parte dei due capitani, le coppie vincenti nelle precedenti partite (“squadra vincente non si tocca”), ovvero Ruggeri/Ionel per il TC Crema e Gaio/Figl per il TC Rungg-Sudtirol/Yogurteria, sorride infine alla squadra lombarda, dopo una lunga ed emozionante battaglia, punto su punto, durata circa 95 minuti e con un match tie-break da brividi, che vede gli altoatesini farsi recuperare sul vantaggio parziale di 3-7 e poi scavalcare fino al 10-7 conclusivo, con ben sette punti consecutivi firmati dalla coppia Ruggeri/Ionel. A quel punto può esplodere tutta la gioia del TC Crema per la sudata vittoria, sotto i cori di un tifo da stadio che, con trombette e tamburi, ha accompagnato l’intera giornata: un tifo in perfetto stile Coppa Davis, quando su ogni quindici vinto dal proprio beniamino si scatena la torcida.

Seguono, infine, le dichiarazioni dei due capitani durante la premiazione finale, che ha visto la consegna dei premi (Coppa per i vincitori e Piatto per gli sconfitti) da parte del Consigliere della FITP Pierangelo Frigerio: “Finalmente possiamo festeggiare – ha detto un emozionato Armando Zanotti, Capitano del TC Crema, insieme a Fabio Delfini – il tanto atteso scudetto, pertanto siamo felicissimi. E’ stata una grande giornata di sport e speriamo che anche il pubblico si sia divertito. Devo fare i complimenti ai miei ragazzi, che hanno lottato davvero come leoni, ma anche ringraziare la FITP, il Circolo della Stampa Sporting e gli organizzatori della finale per la splendida accoglienza. Complimenti anche agli avversari e ai loro tifosi, per il calore e la correttezza dimostrati. Così come ai nostri fans per il sostegno. Un grazie di cuore anche al nostro presidente Stefano Agostino, vera anima della squadra, sempre presente a ogni incontro“; più meste ovviamente le parole del Capitano altoatesino Manuel Gasbarri: “Sono sicuro che una finale così intensa abbia onorato alla grande una manifestazione organizzata in maniera impeccabile. Perdere fa male, ma abbiamo combattuto tutti come leoni e la sconfitta fa parte del gioco. E’ stata una giornata intensa, al termine della quale non possiamo fare altro che rendere onore ai vincitori“.

Patrizio Brusasco

Prendiamoci cura del nostro “bambino interiore”

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Parte 1

Il Bambino Libero, o bambino interiore, è una parte della nostra personalità che resta sempre bambina e che quindi mantiene in sé le caratteristiche legate al mondo dell’infanzia. È l’aspetto di noi che porta nella nostra vita la giocosità, la creatività, lo stupore.

E il contatto con lo spirito, ma anche il bisogno, la vulnerabilità. Spesso da adulti tendiamo a soffocare la parte che in noi è l’espressione di quel bambino libero, rischiando di renderla inaccessibile, perché non la percepiamo più.

Anche per sentirci adeguati nei confronti del mondo, siamo ormai identificati quel mondo, quello dei “grandi”, e siamo solo adulti, siamo seri, siamo responsabili. Cosa in sé corretta e funzionale. Ma per il nostro benessere ed equilibrio é necessario anche restare in parte bambini.

Pur essendo divenuti adulti. E recuperare quindi la spontaneità, la creatività e la fantasia, per equilibrare un atteggiamento adulto talvolta rigido, in cui viene a mancare l’entusiasmo, in cui non si sa godere del qui e ora.

In cui ci vergogniamo ad esprimere le nostre emozioni, e a domandare. Eppure, dentro di noi, quel bambino interiore esiste ancora, e ci chiede di essere amato, confortato e affettivamente nutrito. Impariamo quindi a conoscere e riconoscere il bambino dentro di noi.

A trattarlo come un bravo genitore farebbe con il suo amato figlio. Ascoltiamo le sue esigenze. Accettiamo questo bambino interiore, che talvolta è stato emotivamente un po’ schiacciato, e ha dovuto far finta che le sue emozioni non esistessero.

(Fine della prima parte)

Potete trovare questi e altri argomenti legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it

Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”

Babbi Natale, raccolti 60 mila euro per i bimbi del Regina Margherita

Migliaia di Babbi Natale in bici, in moto e a piedi hanno partecipato ieri in piazza Polonia a Torino alla 14esima edizione del raduno organizzato dalla Fondazione Forma. Gli oltre 60 mila euro raccolti serviranno a ristrutturare il reparto di degenza di Patologia neonatale del Regina Margherita.

Giuseppe Botta, protagonista della buona politica

Il ricordo dell’onorevole Giuseppe Botta, uno dei grandi protagonisti della vita politica torinese, nelle parole del figlio Franco Maria, a sedici anni dalla scomparsa

Nel 2008  veniva a mancare uno dei grandi protagonisti della politica piemontese e non solo, l’onorevole Giuseppe Botta. Fu rappresentante della Democrazia Cristiana a partire dagli anni Sessanta. Ebbe come maestro l’onorevole Giuseppe Bovetti, che fu anche uno dei Padri Costituenti.

Quali erano i valori incarnati dalla Democrazia Cristiana di quei tempi, trasmessi dagli stessi Padri Costituenti?

“Il primo e più importante dei valori era incarnato dalla libertà  e “Libertas” era proprio la scritta che compariva nel simbolo dello Scudo crociato della DC. Fondamentali erano gli ideali della democrazia e dell’ispirazione cristiana da cui derivarono e discesero le azioni concrete nei provvedimenti legislativi economici”.

 

La politica, allora, non era improvvisazione, ma richiedeva una preparazione anche teorica, affiancata da una autentica fedepolitica. Secondo Lei che cosa si è incrinato, dopo la fine della Prima Repubblica, tale da aver provocato una graduale perdita dei veri valori ideologici della politica e della sua pratica?

“Secondo me si era già incrinato il rapporto di fiducia tra cittadini e politica alla fine della cosiddetta Prima Repubblica. Nel momento in cui è crollato il muro di Berlino è venuta meno anche in Italia la contrapposizione storica tra la DC con gli alleati laici e socialisti e il vecchio partito Comunista italiano. In estrema sintesi entrò in crisi il sistema politico italiano, così come si era configurato dal dopoguerra fino ad allora. Era presente una ricerca di aria nuova. Ricordiamo, a questo proposito, i referendum di Mario Segni. Furono anni di profonda crisi che si conclusero con l’inchiesta di Tangentopoli, che provocò l’azzeramento di un’intera classe politica ad eccezione di quella comunista. Diventerebbe impossibile ricordarne tutti i passaggi, ma furono commesse vere e proprie ingiustizie da clima di caccia alle streghe, che si instaurò dal 1992 e per diversi anni seguire. Era forse inevitabile che si giungesse ad un punto di svolta, ad un passaggio alla Seconda Repubblica che, però, non è stato adeguatamente accompagnato da vere riforme costituzionali. Mi sento di dire che oggi viviamo una decadenza di valori senza precedenti. La politica nazionale è guidata da personaggi improvvisati, spesso senza cultura e competenza”.

L’onorevole Giuseppe Botta seguì un ‘cursus honorum’, per utilizzare il termine latino, che lo portò da incarichi cittadini a importanti ruoli governativi. In che modo rappresentò l’espressione del rigore e dei valori sabaudi e democristiani in una Roma ben diversa da quella di oggi?

‘Mio padre aveva il passo dell’alpino e la costanza del maratoneta che si allena ogni giorno. Aveva anche una straordinaria capacità lavorativa e un impegno eccezionale. Certo la sua fu una vera e propria “gavetta” sia all’interno della Democrazia  Cristiana sianelle Istituzioni. A Roma sapeva, forte dell’esperienza maturata, quali fossero i “tasti” da toccare e quali no. Gli obiettivi che si prefiggeva erano soprattutto inerenti le infrastrutture torinesi e piemontesi. Come assessore provinciale alla Viabilità con il presidente avvocato Gianni Oberto, realizzò moltissime strade nella provincia di Torino e promosse opere strategiche quali la Tangenziale di Torino a tre corsie oltre opere altrettanto importantiquali il Traforo Internazionale del Frejus.  A livello nazionale promosse leggi ancora oggi rimaste in vigore. Aveva a cuore l’Arma dei Carabinieri  e nel 1985 fu approvata, per sua iniziativa,la legge per la costruzione di nuove caserme dei Carabinieri sull’intero territorio nazionale con uno stanziamento finanziario straordinario di 1500 miliardi di vecchie lire. Per questa ragione fu insignito dai Carabinieri dell’onorificenza di “Carabiniere d’Onore” e questa legge è ricordata come la legge Botta. Nel settore della casa un’altra legge fu approvata nel ’92, nota come la legge Botta -Ferrarini. Ma a Torino, e in generale in Piemonte,curava con la massima attenzione le esigenze  dei cittadini e delle amministrazioni locali. Sembrava non stancarsi mai”.

 

A Torino fu assessore alla Viabilità, oggi incarico spesso ricoperto senza una preparazione adeguata; a Roma fu parlamentare per sette legislature consecutive e per undici anni Presidente della Commissione Lavori Pubblici alla Camera, occupandosi anche di un’opera fondamentale quale fu la costruzione dell’autostrada delTraforo del Frejus e in seguito dell’autostrada Torino Bardonecchia.

“La politica ai tempi di mio papà era spesso fatta di ascolto. E questo costituiva il suo credo, la sua pratica quotidiana. Era una politica che non passava attraverso Internet o il web, ma attraverso l’ascolto continuo dei bisogni delle persone e dei cittadini. Una politica fatta sul campo, attenta soprattutto alle necessità dei più deboli. E nemmeno – come ricordava spesso lui stesso –  avvertiva la necessità di andare in televisione. La sua era una politica di attenzione al prossimo, e le sue elezioni in Parlamento erano la conseguenza del suo agire quotidiano”.

 

Quale insegnamento potrebbe trarre la politica attuale dal Suo esempio?

“Per rispondere alla sua domanda dico soltanto che il suo esempio di lavoro, come quello tantissimi  altri parlamentari, può  insegnare qualcosa a chi avesse l’umiltà di studiare e prepararsi. Oggi può capitare di trovare seduto sui banchi di Montecitorio chi, fino al giorno prima, non conosceva neppure l’indirizzo e cosa fosse il Parlamento”.

 

Era anche molto legato al Collegio degli Artigianelli, che si richiamava ai valori di Don Murialdo?

“Era legatissimo al Collegio Artigianelli che formava tanti giovani ai mestieri. Amava ricordare un detto del Santo Leonardo Murialdo: ”Fate lo straordinario nell’ordinario”. Mio padre aveva modificato questo detto in “Facciamo l’ordinario. È già un fatto straordinario!”.

Per un giovane che volesse fare politica seriamente (e oggi è  fatto raro constatare che la politica faccia l’ordinario) quale potrebbe essere l’attualità del prezioso esempio dell’onorevole Botta?

“In generale credo sia importante, al di là della figura di mio padre,avere appunto l’umiltà di ascoltare e di lavorare sodo”.

 

Il suo essere democristiano non prescindeva, però, dal rispetto per la laicità e per gli orientamenti politici avversi. Questo potrebbe essere di monito, nella società contemporanea, dove i singoli individui sono spesso sempre più intransigenti nei confronti delle ideologie e opinioni contrarie alle proprie?

“Affermava spesso che i comunisti non erano i nemici, ma avversari politici e che, una volta terminata una discussione, ci si stringeva la mano. Mi piacerebbe che potesse venir recuperato quello spirito”.

Mara Martellotta