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La logistica del Piemonte guarda a Liguria e Lombardia

La logistica gioca un ruolo importante nel futuro economico del Piemonte che sta affrontando la crisi dell’automotive. L’assessore alla Logistica ed infrastrutture strategiche della Regione Piemonte, Enrico Bussalino è intervenuto  nei giorni scorsi a Palazzo Lombardia, a Milano, in occasione  degli Stati generali della Logistica del Nord Ovest.

Le politiche attivate in questi anni dalla Regione Piemonte, in raccordo con le Regioni partner Lombardia e Liguria, per lo sviluppo di una filiera della logistica e allrealizzazione di grandi infrastrutture, contribuiscono a definire il ruolo centrale del Nord Ovest del nostro Paese nella movimentazione logistica delle merci all’interno del Corridoio Mediterraneo e di quello Reno-Alpi.

Stiamo puntando alla creazione di un sistema retroportuale sul nostro territorio, grazie alle ZLS – zone logistiche semplificate, come interporti, scali ferroviari, piattaforme logistiche, ad integrazione del sistema portuale e retroporto di Genova e dei porti Liguri. Per questo la Regione Piemonte fin dal 2021 si è attivata, attraverso un bando regionale rivolto ai Comuni piemontesi, per individuare ulteriori siti oltre a quelli già individuati nel Piano strategico”.

Sul tema centrale  delle aree retroportuali commenta Bussalino: “Si sta concludendo cosi l’iter per l’ampliamento delle aree retroportuali nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo, perché sono un’opportunità di sviluppo economico e quindi imprenditoriale per i territori locali. Stiamo lavorando per rendere il Piemonte più attrattivo agli investitori internazionali e a conferma di questo ricordo che la multinazionale Silicon Box ha scelto Novara per il nuovo maxi-impianto produttivo per la realizzazione di semiconduttori e microchip, cosi come proseguono gli investimenti di Amazon sul nostro territorio con l’apertura di un nuovo polo ad Alessandria che diventa centrale per la rete di distribuzione in Italia e nel resto dEuropa”.

Quando la Mole s’affolla di Maestri del Cinema

La Mole s’affolla di Maestri del cinema. Dopo l’intervento, alcuni giorni fa, di Peter Greenway che ha ricevuto la Stella della Mole, il riconoscimento che il Museo del Cinema assegna ai più importanti registi della nostra epoca, e che con la figlia Pip ha letto alcuni dei trenta racconti brevi da lui stesso scritti e sinora mai pubblicati, raccolti nel volume “He read deep into the night”, è stata la volta della presenza dello svedese, giovedì 26 e venerdì 27, Ruben Östlund, nella doppia veste di regista e artista, ancora per la consegna della Stella della Mole e per l’inaugurazione dell’opera d’arte “The Square/Rutan”, un’idea del regista e di Kalle Boman, che rimarrà esposta nell’Aula del Tempio, di fronte al Moloch, sino al 14 ottobre prossimo. Ha sottolineato Östlund nei giorni scorsi: “Questa è la prima volta che l’installazione è proposta al di fuori della Scandinavia: in questo momento storico è più che mai attuale parlare delle idee che l’installazione rappresenta, della nostra società, di cosa dovremmo fare e quale ruolo ha il cinema in tutto questo.” Quali idee? “Un quadrato di tre metri x tre metri tracciato da un led luminoso. Rappresenta uno spazio vuoto in attesa di essere riempito. All’interno del quadrato ci sono regole ben chiare da rispettare e che implicano aiuto reciproco delle persone: si è tutti eguali e con eguali diritti. Qui è vietato rubare, far male agli altri e qualsiasi cosa che possa ledere il prossimo.” Controverso autore, vincitore di prestigiosi riconoscimenti internazionali, importanti due Palme d’Oro al Festival di Cannes che lo hanno portato a farsi conoscere dal grande pubblico: “The Square” nel 2017, capolavoro che è la riflessione acuta e coinvolgente sulla società e sull’arte contemporanea, “con una grande critica al cinismo dei giorni nostri”, e nel 2022 “Triangle of Sadness”, candidato all’Oscar come miglior regista e miglior sceneggiatura originale, “pellicola che esplora le dinamiche di classe attraverso una lente deformante che ne accentua il senso tragico.”

Martedì 1 ottobre arriverà e sarà la festa del Grande Cinema. Titoli come “Un angelo alla mia tavola”, la sua consacrazione “Lezioni di piano” e “Il potere del cane” (pur non dimenticando grossi scivoloni, come “In the cut”) basterebbero da soli a ritagliare la figura di questa donna, nata in Nuova Zelanda, nel firmamento delle settima arte. Per sempre. È il suo modo di tratteggiare figure femminili a incantare, la loro lotta, il desiderio di essere libere dai soprusi maschili, dagli obblighi, dalle coercizioni, è la grande intelligenza ad affascinare, quell’affondare idee e sviluppi di progetti nel mondo letterario che padroneggia come pochi altri. Quel guidare attrici e attori ad esprimere con una estrema varietà di singolari introspezioni il loro personaggio, a dare corpo e sfumature immerse nel Bene e nel Male. “Jane Campion è indiscutibilmente una cineasta di singolare genialità che, come nessun altro, riesce a servirsi delle arti della rappresentazione cinematografica per rivelare intuizioni uniche e profonde sulla soggettività femminile nonché una sensibilità distintiva in film diretti da una donna, sulle donne e per le donne”, ha sottolineato Domenico De Gaetano, direttore del Museo del Cinema. E ancora: “L’aspetto superficiale di un thriller tradizionale, di una storia d’amore, di un dramma domestico, di una biografia o di un adattamento di un classico della letteratura fa un lungo giro attorno alla psiche dei suoi personaggi principali e osa deviare in un territorio inaspettato e altamente stimolante che non sempre incontra un fascino universale.”

Anche a lei l’assegnazione della Stella della Mole, masterclass alle 17 nell’Aula del Tempio e colloquio con il direttore e con Grazia Paganelli a parlare dei primi lavori, dei suoi primi successi, di Oscar e di Palmarès, della predilezione di personaggi femminili cresciuti e ribelli in un acre panorama dominato dagli uomini. La masterclass di Jane Campion verrà preceduta stasera alle 20,30 al cinema Massimo da “Shorts by Jane Campion” una iniziativa realizzata in collaborazione con il Festival Internazionale RAI – Prix Italia, che prevede la proiezione dei cortometraggi diretti dalla regista dal 1982 al 2008.

Intanto il Museo del Cinema promette, il 5 ottobre, l’arrivo di Martin Scorsese in compagnia di Willem Defoe e di probabile Leonardo Di Caprio. Le code e gli assalti al monumento di Antonelli sono già oggi assicurati. Un gran bel colpo per presidente e direttore e staff intero, un appuntamento che se si consoliderà sarà certo imperdibile, nomi di stratosferico richiamo che avrebbero il potere di innalzare alle stelle il prestigio del Museo del Cinema tutto torinese.

Elio Rabbione

Nelle immagini: tutto pronto per l’arrivo di Martin Scorsese e Leonardo Di Caprio? “Rutan”, ph. Patrick Svedberg; il regista Ruben Östlund al lavoro, ph. Tobias Henriksson; Jane Campion felice alla consegna di uno dei due Oscar vinti nella sua carriera

“Pietro J.”: il romanzo noir di Patrizia Valpiani, torinese d’adozione

Torino tra le righe

di Marzia Estini
Iniziamo il nostro viaggio attraverso la letteratura torinese con Pietro J., un romanzo noir firmato da Patrizia Valpiani. Medico, scrittrice e poetessa, Valpiani, originaria di Pietrasanta, è ormai adottata dalla nostra Torino, dove ha ambientato gran parte della sua produzione narrativa. Conosciuta per alternare poesia e narrativa noir, l’autrice è particolarmente attenta a creare atmosfere cupe e inquietanti, essenziali per un buon noir, come lei stessa ricorda.
Il noir di Valpiani si distingue per la profondità psicologica, dove la violenza emerge dalle ombre della mente più che dalla scena stessa. Questa introspezione la lega alla poesia, un’arte capace di svelare le sfaccettature più nascoste della natura umana.
Patrizia Valpiani

 

Il protagonista della serie di romanzi che ha come fulcro Pietro Jackson nasce nel 2009 con Ascoltando Coltrane (Neos Edizioni, Torino). Pietro è un giovane pittore e musicista con una sensibilità fuori dal comune, in grado di percepire le negatività che lo circondano. Nel suo atelier in corso Inghilterra, Jackson dipinge e si muove in una Torino ben rappresentata nei suoi aspetti urbani, culturali e sociologici, con uno sguardo che ci porta a scavare oltre le apparenze.
Dopo una pausa di alcuni anni, Valpiani ha ripreso a raccontare le vicende del suo protagonista insieme al medico legale Gianfranco Brini, pubblicando sotto lo pseudonimo Tosca Brizio Chiaroscuro (2017) e L’ombra cupa degli ippocastani (2019), entrambi con Golem Edizioni. A questi segue un racconto lungo, Blood session per Pietro Jackson, distribuito online. Con la morte di Brini, Valpiani ha ripreso a narrare da sola, pubblicando racconti e romanzi che hanno come centro Torino e il suo enigmatico protagonista.
Il romanzo Pietro J. (Readaction Editrice, 2022) è il più recente capitolo della saga, e si apre con la parte intitolata Tossik Park, ambientata nella zona degradata del Parco Stura. L’autrice descrive un paesaggio cupo e inquietante, con un’abilità sorprendente, tanto che mentre leggi ti sembra davvero di camminare tra mozziconi di sigarette, siringhe, rifiuti ed escrementi di cani ed umani. Una passeggiata quasi realistica tra figure spettrali e delinquenti senza scrupoli, calpestando lattine vuote, arbusti scavezzati e tappeti di foglie mai rastrellati, respirando l’aria acre, polverosa e sporca che sembra appesantire l’atmosfera.  È qui che si consumerà l’omicidio dell’avvocato Morelli, mentre dall’altro lato della città in corso Inghilterra, Pietro Jackson, sulle note del sax tenore di John Coltrane, dipinge i tratti del viso di un uomo, agonizzante, il ricordo di un incubo premonitore fatto la sera precedente che l’ha lasciato stanco e stremato e soprattutto angosciato per il significato che questo può avere. Il mistero si infittisce quando una coppia gay, passeggiando col cane nel Parco del Valentino, scopre un cadavere alla Fontana dei Dodici Mesi. Le indagini, nelle quali Pietro è inevitabilmente coinvolto, si sviluppano con precisione e professionalità, conducendo il lettore a un finale sorprendente.
La seconda parte del romanzo, Gli enigmi di York, ci porta in Inghilterra, tra le nebbie di York, dove la maestosa cattedrale di York Minster è teatro di un feroce delitto. Anche qui, la mano dell’autrice non delude, dimostrando la sua capacità di intrecciare misteri, scomparse e ritrovamenti, tenendo il lettore incollato alle pagine fino all’epilogo.
Con una penna affilata e un talento per le descrizioni vivide, Patrizia Valpiani riesce a tessere un intricato noir che si muove tra Torino e York, in un viaggio tra ombre, misteri e profonde inquietudini. Non vediamo l’ora di scoprire cosa riserverà il prossimo capitolo delle avventure di Pietro Jackson, previsto per il 2025.
La rubrica è curata dalla scrittrice Marzia Estini:

Street food e non solo al Beer Festival di Carmagnola

 Beer Festival di Carmagnola, un evento che promette di animare il Foro Boario di Piazza Italia, dal 3 al 6 ottobre
Street Food e Birra artigianale di ogni tipo vi aspettano per quattro giorni di indimenticabile divertimento per tutte le età! Sarà, infatti, allestito, il Mini Park che promette una ricca accoglienza ai piccoli ospiti del festival. Il tutto sarà condito da una ricca offerta musicale che prevede ospiti d’eccezione pronti a regalarvi emozioni uniche. Ecco il nostro programma musicale:
– 3 ottobre: Road Runner per una serata all’insegna del country e del rock;
– 4 ottobre: Vascollection con un omaggio al grande Vasco Rossi;
– 5 ottobre: Leo Dag e i celebri brani di Gigi Dag;
– 6 ottobre: Starlights con il meglio della musica dagli anni ’70 ad oggi.
Vi aspettiamo dal 3 al 6 ottobre per un evento unico nel suo genere!
Allego comunicato stampa e locandina dell’evento.
Per ulteriori informazioni ed aggiornamenti:
Tel: 3519719096
Facebook: saporidalmondo

Instagram: saporidalmondofficial

Grazie per l’attenzione!

I Comuni a Santena per la festa dei santi Cosma e Damiano

Ieri  nella città di Santena, si è tenuto un importante momento di celebrazione tra i comuni di Gerace, Roggiano Gravina, Santena, Stignano e Stilo, nell’ambito delle iniziative per la celebrazione dei 60 anni della Festa dei Santi Cosma e Damiano. In questa occasione, è stato siglato il Patto di Amicizia, un impegno simbolico che promuove il patrimonio storico e culturale dei territori calabresi e piemontesi.

Questo patto suggella un legame profondo, nato dall’immigrazione dal sud al nord Italia, e rafforzato negli anni attraverso cibo, cultura e tradizioni condivise. La festa dei Santi Cosma e Damiano, celebrata ogni anno con grande devozione, rappresenta il simbolo di questa unione tra comunità, che oggi diventa ancora più forte.

“Un’occasione di fratellanza e collaborazione che onoriamo con orgoglio e con la consapevolezza del valore delle nostre radici comuni” commenta la città di Santena sui social.

(Facebook Città di Santena)
#calabria #santicosmaedamiano #amicizia #pattoamicizia #calabriafood

Furgone contro Atc, atto intimidatorio

Potrebbero essere gli sgomberi che si stanno eseguendo nelle ultime settimane, con  maggiore intensità, contro gli occupanti abusivi che tolgono possibilità agli aventi diritto, la motivazione dell’atto (che sarebbe quindi intimidatorio) del furgone che si è schiantato nella notte contro la sede Atc di corso Dante a Torino. Sul mezzo non si è fatto trovare nessuno,  conducente e passeggeri sono fuggiti.

Questo grave atto, che appare chiaramente come un attacco doloso, non deve essere in alcun modo sottovalutato. Siamo di fronte a un fenomeno allarmante che richiede una risposta decisa e immediata da parte delle autorità competenti“, ha detto il presidente Atc, Emilio Bolla

“Bar Stories On Camera”, 70 anni di storia in 50 scatti: ultimi giorni

La vita più o meno glamour, del “mondo dei bar”

Fino al 6 ottobre

Non ci si fa caso. Ma sono ormai luoghi iconici, direi quasi “sacrali” della nostra più banale quotidianità. Si entra, si beve il caffè o un aperitivo, si sbocconcella un morbido croissant e si fanno due chiacchiere. Le famose “chiacchiere da bar”! Semplici spetteguless o chiacchiere ben più importanti. La durata di un caffè. E già basta per celebrare il rito quotidiano del bar. Del nostro bar “amico” sotto casa o di quell’altro con dehors un po’ più in là o quello più impegnativo (e più caro!) del Centro. La scelta è libera e varia. Nei bar si entra e non si pensa (quando mai? ma provate a farlo, sarà coinvolgente!) a tutte le storie, alle vicende umane, agli amori, alle amicizie, agli affetti e alle solitudini che si sono rincorse in anni e anni di storia all’interno di quei muri, seduti ai tavolini o anche in piedi al bancone, davanti a quella specie di catena di montaggio che in certe ore paiono diventare le “macchine da caffè” professionali, un tutt’uno con il povero barista che spesso viaggia in automatico, alla maniera del grande Charlot di “Tempi Moderni”. Il bar (il primo pare sia stato aperto addirittura nel 1475, a Istanbul per bere il caffè “alla turca”) è oggi – e di anni ne sono passati – “cultura di convivialità”. A ricordarcelo é la mostra fotografica ospitata, fino a domenica 6 ottobre, negli spazi della “Project Room” di “CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia”, in via delle Rosine, a Torino, terza tappa della rassegna “Bar Stories on Camera”, realizzata in collaborazione con “Galleria Campari” e “Magnum Photos”Cinquanta gli scatti esposti a raccontare, per immagini, il “mondo dei bar”dagli Anni Trenta agli inizi del Terzo Millennio. Concepita appositamente per “CAMERA” (con 22 scatti provenienti dall’Archivio Storico della “Campari” e 28 a firma di illustri nomi della “Magnum”, da Robert Capa a Elliott Erwitt, da Martin Parr a Ferdinando Scianna) l’edizione torinese segue le esposizioni che già si sono tenute alla “Galleria Campari” di Sesto San Giovanni (ottobre 2023) e alla “Davide Campari Lounge” di “Art Basel” a Basilea, nel giugno scorso.

Tre le sezioni in cui s’è pensato di articolare la rassegna. In “Sharing Moments” si gira il mondo lungo itinerari “da bar”, dove baristi, bartender, musicisti e avventori sono i protagonisti di situazioni di svago e momenti di condivisione, immortalati abilmente dagli scatti di celebri maestri quali Inge MorathElliott Erwitt (curiosa la foto delle due signore sedute al bancone di un bar di New York, capelli ricci entrambe, stesso vestito, stessa retro scollatura con stesso grande fiore bianco), o Martin Parr o Ferdinando Scianna (primo fotoreporter italiano ad entrare in “Magnum” e autore di quella bellissima immagine a colori ripresa dall’alto di un dehors a Capri, dove sedie e tavolini paiono ricreare un suggestivo intreccio a tema floreale, quasi liberty).

USA. New York City. 1955.

“Bar Campari”, invece,  narra per storiche immagini la vita dell’azienda fondata a Sesto San Giovanni (Milano), da Davide Campari nella seconda metà dell’Ottocento. Ecco allora le insegne e le vetrine “brandizzate”, riflesso di un’Italia del Dopoguerra che riparte, vivace e desiderosa di ricominciare a vivere. Immagini di un passato che si riflette negli stessi valori di oggi, mai tralasciati o dimenticati.

Nell’ultima sezione, “The Icons”, troviamo le star del cinema, artisti e scrittori colti in “pausa da bar”: Marilyn Monroe accanto a Laurence Olivier al “Walford Astoria” di New York (1956, scatto di Eve Arnold, in occasione del lancio de “Il principe e la ballerina”), Ernest Hemingway seduto al bancone di un bar in Idhao, Maria Callas a Palma de Mallorca tavolo condiviso con la giornalista Elsa Maxwell. Personaggi catturati in un momento di relax nell’atmosfera chiassosa e glamour dell’aperitivo italiano.

Iconici anche gli arredi in stile liberty del “Caffè Camparino”  in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, ritratto da Bruno Barbey a metà anni Sessanta, vera e propria eco di uno stile di vita e di un’epoca che riaffiora anche dagli oggetti: in particolare, attraverso i bozzetti dei menù realizzati per Campari dal futurista Fortunato Depero. I famosi “Caffè Storici”. Molti anche in Italia, ritrovo di artisti, scrittori, attori, politici e di quei raffinati intellettuali che “sono – scriveva con il consueto humorEnnio Flaiano – la rovina dei quartieri perbene. Si insediano in un posto e questo dopo pochi anni diventa alla moda … e quando la vita diventa impossibile ecco gli intellettuali che trasmigrano verso un altro punto della città per rovinarlo”.

Gianni Milani

“Bar Stories On Camera”

“CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to

Fino al 6 ottobre

Orari: lun. – dom. 11/19, giov. 11/21

Nelle foto: “Italy”, 1950, “Galleria Campari”; Eve Arnold / Magnum Photos “Marilyn Monroe e Laurence Olivier; Elliott Erwitt / Magnum Photos “New York City”, 1955; Ferdinando Scianna /Magnum Photos “Italy. Capri”, 1984

Fondi di coesione ai Comuni del Torinese

Sono 44 gli Accordi di programma distribuiti sull’intero territorio piemontese finanziati dalla Regione grazie ad un fondo di 26.377.400 euro. Nella Città metropolitana di Torino sono interessati, per un importo complessivo di oltre 8 milioni di euro, 13 Comuni: 6 delle Valli di Lanzo e Canavese (Lanzo, Locana, Viù, Foglizzo, Nole, Rivarolo) e 7 dell’area sud-ovest (Bibiana, Carmagnola, Rivalta di Torino, Sangano, Orbassano, Villar Perosa, Poirino).

Accordi che permetteranno di realizzare in altrettanti Comuni mense scolastiche, impianti sportivi, ristrutturazione di dimore storiche e valorizzazioni di parchi naturali. Un patto con le istituzioni locali che la Regione ha onorato mediante un’integrazione dei fondi nazionali che ammonta a 2.377.400 euro. La principale fonte di finanziamento proviene dall’Accordo per la Coesione, siglato il 7 dicembre del 2023 dal presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, e dal presidente della Regione Alberto Cirio. ai quali si sono aggiunte le risorse destinate al finanziamento degli interventi di sviluppo locale da realizzare mediante lo strumento dell’Accordo di programma che la Giunta regionale ha deliberato oggi, su proposta dell’assessore ai Fondi di Sviluppo e Coesione Gian Luca Vignale.

Un ulteriore dotazione, che ammonta a due milioni e 377mila euro, che consente lo scorrimento della graduatoria approvata per gli Accordi di Programma 2021-27 insieme ai 24 milioni di euro già stanziati con delibera di Giunta nel dicembre 2023.

“I Fondi di Sviluppo e Coesione permetteranno alla Regione di finanziare molti dei progetti che i Comuni piemontesi hanno presentato attraverso lo strumento dell’Accordo di programma – dichiarano il presidente Cirio e l’assessore Vignale – Non ci siamo, però, limitati a trasferire risorse nazionali verso le istituzioni locali, proprio perché crediamo in questo strumento come collaborazione efficace tra Regione e territori, e abbiamo così deciso di attingere a fondi regionali stanziando quasi due milioni e mezzo. Abbiamo rispettato gli impegni assunti facendo così scorrere la graduatoria e riuscendo a finanziare ben 44 Accordi di programma. Parliamo di opere fondamentali per i rispettivi territori: molti interventi riguardano il settore turistico, culturale e ambientale generando importanti ricadute economiche locali, altri sono nel comparto sportivo con impianti che necessitavano opere di adeguamento e potenziamento da anni. Progetti che grazie alla collaborazione tra Regione ed enti locali ora potranno diventare realtà”.

“Grazie agli Accordi di programma finanziati con i Fondi di Sviluppo e Coesione la Città Metropolitana di Torino ha potuto beneficiare di contributi per 8 milioni e 106mila euro destinati a 13 realtà. È l’ennesimo esempio dell’attenzione dell’amministrazione regionale ai piccoli Comuni piemontesi, che potranno realizzare opere e progetti attesi da anni”, sostengono gli assessori regionali Andrea Tronzano e Maurizio Marrone.