ilTorinese

Golf, 110mila euro per la lotta ai tumori femminili

Sul green del Royal Park I Roveri accanto ai professionisti del golf sono scesi in campo aziende partner, grandi chef e tanti amici per sostenere la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro in occasione della campagna Life is Pink.

110.000 euro , questa la cifra raccolta a favore dell’Istituto di Candiolo-IRCCS, sul green del prestigioso Royal Park I Roveri dove si è tenuta la XXV edizione della “Pro Am della Speranza – The Green is Pink”.

Un evento organizzato dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro che ha unito sport, cibo e solidarietà per sostenere la ricerca sui tumori femminili. Grazie alla partecipazione di aziende partner, grandi chef e appassionati di golf,

La manifestazione dà il via ufficialmente all’edizione 2024 di Life is Pink, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi che per tutto il mese di ottobre sarà dedicata alla prevenzione e alla cura dei tumori femminili. I fondi raccolti serviranno per finanziare l’acquisto di nuove tecnologie avanzate, che migliorano il processo diagnostico e terapeutico delle pazienti oncologiche dell’Istituto di Candiolo-IRCCS.

Sono scese in campo 22 squadre composte da un professionista e tre amatori, in rappresentanza di altrettanti sponsor e partner, che si sono sfidate in una giornata all’insegna dello sport e della solidarietà. Lungo il percorso, gli ospiti hanno potuto degustare piatti , abbinati a vini e cocktail, preparati da alcuni dei più importanti chef della nostra regione, che hanno inoltre organizzato l’aperitivo finale. Un break tutto da gustare curato dai ristoranti: Bananna Kitchen, Kensho Restaurant, Ristorante San Giors, Antica pasticceria Belmonte, Brace Pura, Fuzion Food, Il Forno dell’angolo – Luca Scarcella, Casa Mago, QR – Quadrilatero Romano, Ristorante Bricks, in collaborazione con DeMariaAdvisory Group.

Per celebrare la venticinquesima edizione della “Pro Am della Speranza – The Green is Pink”, l’evento ha visto la partecipazione straordinaria degli speaker radiofonici di Radio Deejay Andrea e Michele, che hanno contribuito a rendere ancora più speciale questa giornata a favore della ricerca.

Sono stati partner della XXV edizione della Pro Am della Speranza – The Green is Pink, oltre al main sponsor Allianz, anche Kappa, Juventus, Lavazza, Brunello Cucinelli, Galup, Rinascente, Guido Gobino, Banca Patrimoni Sella &C., Chiusano Immobiliare, Iveco Bus, Sellmat, Fondazione Bassanini, Jolly Sport, Romec, Torino Macchine, Francone, Beko Technologies, KPMG, Famiglia Prunelli, Diego Data, Between, Damilano, Valmora, Battaglio, Getty Images, La Stampa, Tsubaki-Nakashima, Xerjoff, Strike Agency, Rovagnati, Baronio.

Nella foto

La consegna dell’ assegno: seconda da destra donna Allegra Agnelli; di fianco, il campione di golf Edoardo Molinari, gli speaker radiofonici di Radio Deejay, Andrea e Michele, e Riccardo Ponzone, Direttore della Ginecologia Oncologica dell’Istituto di Candiolo – IRCCS.

“Portraits. 10 volti e storie di crescita”. In mostra a spazio “Open” di “Fondazione Time2”

La rassegna fotografica di Daniela Foresto, fra i più interessanti “ritrattisti” torinesi

Dal 3 al 24 ottobre

Molti la conoscono come la “fotografa dei vip”. Nella sua Galleria torinese alla “Gran Madre” sono passati infatti personaggi celebri del calibro di Ennio Morricone, Giorgetto Giugiaro, Arturo Brachetti, Massimo Boldi, Gaia De Laurentis e tanti ancora che di fama ne macinano o ne hanno sicuramente macinato in larga misura. Ma in quello studio è passata anche tanta gente comune, uomini e donne della porta accanto, coppie di sposi e famiglie intere con figli e (perché no?) animali domestici a seguito. Per tutti, un ritratto. Sempre in bianco e nero, per cogliere “l’essenza, quella verità che un fotografo deve saper cogliere, se vuole leggere una vita e raccontarla in uno scatto”. Ritratti che raccontano di corpi, volti e anime. Daniela Foresto si colloca, senz’ombra di dubbio, fra i più apprezzati fotografi ritrattisti torinesi. Mestiere che la impegna, con una passione che si tocca con occhi e con cuore in ogni suo scatto, da una decina d’anni, raccontati in un suo libro intitolato proprio “Dieci”“dove – scrive Daniela – narro di quanta vita, quanta umanità e quante storie ho immortalato attraverso il mio obiettivo”. Ebbene di Daniela Foresto sarà possibile visitare una mini (10 Ritratti) ma estremamente significativa – per i soggetti e per la location ospitante – rassegna presso “Open” lo “spazio aperto di diversità” di “Fondazione Time2”, nata a Torino, in corso Stati Uniti 62/B, su iniziativa di Antonella Manuela Lavazza, come luogo “che riconosca il valore delle diversità e la centralità di ogni persona con o senza disabilità”. La mostra (accompagnata da audio descrizioni ed un video sottotitolato, con disponibilità di cuffie per l’ascolto) si inaugurerà giovedì 3 ottobre (ore 19) per protrarsi fino a giovedì 24 ottobre. Tema centrale: la “crescita verso l’età adulta”. Di qui il titolo “Portraits. 10 volti e storie di crescita”.

Dicono gli organizzatori: “La mostra vuole esplorare le diverse forme che il percorso di crescita può assumere all’interno della comunità di ‘Fondazione Time2’, che ogni giorno si impegna per il cambiamento verso una società più aperta, che riconosca il valore della diversità e garantisca il diritto di ogni persona, con e senza disabilità, a vivere una vita piena e indipendente”. Un iter su cui Daniela Foresto ha davvero messo tanto di suo, della sua straordinaria empatia verso quanti si pongono davanti al suo obiettivo aprendosi ad una totale disponibilità nel raccontarsi, nello srotolare vite fatte di mille sfide e poche, forse, ma, piovute come manna dal cielo, opportunità.

Ad accompagnare i “10 volti”, saranno le “interviste ai protagonisti” realizzate da Max Judica Cordiglia  – esperto di visual storytelling, che da oltre trent’anni lavora nel campo della narrazione visiva, traducendo idee e concetti in immagini in movimento – che arricchiscono il progetto, dando voce alle storie delle persone ritratte e completando così il percorso espositivo.

La mostra e tutte le iniziative complementari (ma non secondarie, per importanza) messe in campo dalla “Fondazione” (all’inaugurazione sarà presente anche il segretario generale Samuele Pigoni) faranno da “riflettori” puntati su “spazi teatrali” come “spazi di vita vera” che, al centro, vedranno persone che fanno volontariato e, con loro, i ragazzi che partecipano alle attività sperimentando quel lavoro sul campo teso a creare “opportunità là dove il pregiudizio crea invece limiti e discriminazioni”. Storie. Squarci nel fitto bosco della “vita reale”. E Daniela Foresto ne è magnifica regina nel racconto e nell’immagine. Storie come quella di Isabella a cui il “volontariato” ha dato emozioni indescrivibili o di Joy che non è ancora a suo agio nel parlare in italiano sul lavoro, ma ha un collega, Jacopo,  che l’aiuta “con le parole”.

E ancora, la storia di Keivan che racconta come ha imparato ad “essere responsabile” e a superare le sue paure o, infine, quella di Laura che denuncia come in Italia, purtroppo, si parli ancora pochissimo degli “inserimenti lavorativi” delle persone con disabilità. Storie vere. Su cui riflettere. Che ci raccontano del loro essere parte di una quotidianità ben viva e presente, che ci portiamo accanto e, spesso, ignoriamo. Pagine da portarci addosso. E per cui metterci anche noi del nostro. Nessuno ci obbliga, ma quanto bene ne trarremmo!

Gianni Milani

“Portraits. 10 volti e storie di crescita”

“Fondazione Time2”, corso Stati Uniti 62/B, Torino; tel.011/786545 o www.fondazionetime2.it

Dal 3 al 24 ottobre

Orari: lun. e mart. 9/18; dal merc. al ven. 9/20

 

Nelle foto:

–       Daniela Foresto

–       Daniela Foresto: “Portraits. Time2”

–       Max Judica Cordiglia (ph. Daniela Foresto)

–       “Portraits. Time2 – Gianni Vascellari”

Rubavano materiale in azienda per rivenderlo online

Il 30 settembre mattina, i Carabinieri della Stazione di Rivarolo (TO) hanno denunciato tre persone, due uomini (un trentatreenne ed un quarantaquattrenne) ed una donna (quarantaseienne) incensurati, tutti residenti nel canavese, per aver sottratto materiale elettrico presso un’azienda e poi rivenderlo on-line. L’indagine lampo è nata a seguito della denuncia del titolare dell’azienda, un imprenditore di Feletto (TO) che, accortosi di ammanchi consistenti nel magazzino della propria ditta (torce, lampade, avvolgi tubi e cavi elettrici) aveva denunciato il fatto ai militari dell’Arma.
I Carabinieri, dopo una serie di accertamenti e attività di controllo, hanno individuato l’autore dei furti in un dipendente della ditta in questione, rilevando dei collegamenti fra questo ed un altro operaio, ex dipendente della stessa società: acquisita la certezza del coinvolgimento dei due, il dipendente è stato sottoposto a controllo al termine di un turno di lavoro, ritrovandogli del materiale precedentemente sottratto, celato in auto.
Le perquisizioni successive, presso abitazioni e pertinenze dei due uomini nonché presso la casa della fidanzata di uno dei due, hanno permesso ai militari dell’Arma di recuperare un’ingente quantità di materiale sottratto precedentemente, per un valore di circa 50.000 euro. In particolare, alcuni pezzi, trovati a casa della donna, erano già impacchettati e pronti per essere spediti a seguito di vendita on-line.
Tutta la refurtiva è stata sequestrata in attesa della restituzione al legittimo proprietario e i tre sono stati denunciati in quanto gravemente indiziati del reato di “ricettazione in concorso” alla Procura della Repubblica di Ivrea.

Garante per l’infanzia e l’adolescenza: 158 segnalazioni

Sono state complessivamente 158 (92 nel 2022 e 66 nel 2023) le segnalazioni giunte alla Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Ylenia Serra, che ha illustrato  al Consiglio regionale la relazione sull’attività del proprio ufficio nell’ultimo biennio.

“Le cause – ha spiegato – riguardano i casi di affidamento condiviso e i rapporti con i servizi del territorio nell’attuazione di provvedimenti dell’autorità giudiziaria, cui seguono le problematiche segnalate dai tutori volontari di minori stranieri non accompagnati (Msna), il diritto allo studio, al trasporto e all’assistenza scolastica dei minori disabili o con problemi di salute cronici, le criticità nelle strutture di accoglienza di minori, i contenuti impropri o lesivi nei programmi televisivi od online e la cosiddetta ‘continuità affettiva’ nei casi di affidamento eterofamiliare che evolvono verso l’adozione”.

Per quanto riguarda i Msna, la Garante ha evidenziato “l’aumento del numero dei minori non accompagnati accolti in Piemonte e in Valle d’Aosta, pari a 2.011 nel 2022 e a 2.245 nel 2023, il progressivo abbassamento dell’età media a 16 anni e mezzo e la provenienza in prevalenza dall’Africa nordoccidentale, seguita da Albania e Turchia”.

“Uno dei temi – ha spiegato – è il benessere dei minori. Secondo i dati della direzione Sanità, la sofferenza psicologica ed emotiva della popolazione infantile e in età adolescenziale è in crescita. In particolare, il 4,4% dei bambini e ragazzi piemontesi è in carico ai servizi di psicologia delle Asl o delle Aso e l’8% a quelli di neuropsichiatria infantile (negli anni precedenti era il 7%)”.

Le principali diagnosi dei pazienti in carico – ha evidenziato – sono di lievi ritardi, disturbi del linguaggio espressivo, autismo infantile e altri sintomi che interessano le funzioni cognitive e lo stato di coscienza.

Tra gli strumenti utili a favorire il benessere del singolo e le relazioni tra pari spicca lo sport, occasione di inclusione che favorisce il dialogo e l’accoglienza.

“Per questo nel 2023 – ha chiarito – con il Difensore civico, abbiamo sottoscritto un protocollo con la Figc per realizzare nel mondo del calcio giovanile regionale attività d’informazione e diffusione della cultura del rispetto dell’altro, dell’uguaglianza e dell’inclusione”.

“Una delle chiavi per promuovere il benessere dei minori – ha concluso – è creare le condizioni per il dialogo: lavorare insieme ai ragazzi affinché la famiglia, la scuola, la squadra di pallavolo, di atletica o l’oratorio siano dei luoghi sicuri, con professionisti preparati e formati, disponibili all’ascolto”.

Il dibattito è stato aperto da Monica Canalis, intervenuta per il Pd con Gianna Pentenero ed Emenuela Verzella, che ha sottolineato come la tutela dell’infanzia sia “responsabilità dell’intera comunità e non solo delle figure genitoriali” richiamando la necessità “di un’efficace integrazione tra i servizi educativi, sanitari e sociali e di ripensare i diversi interventi in modo non frammentario ma organico, promuovendo la collaborazione tra i servizi e garantendo maggiore omogeneità nella loro erogazione sul territorio”.

Pentenero ha evidenziato come “l’integrazione dei minori stranieri, l’inclusione di quelli con disabilità e l’accompagnamento dei nuclei famigliari più fragili necessitino innanzitutto di personale competente e di servizi capillari più estesi”, mentre Verzella ha ammonito sulla necessità di “trovare soluzioni per far fronte alla dispersione scolastica soprattutto negli ultimi anni della scuola dell’obbligo e del biennio delle superiori”.

Vittoria Nallo (Sue) si è soffermata in particolare sui temi legati “alla salute mentale degli adolescenti, messa alla prova con la chiusura delle scuole durante la pandemia, sull’autolesionismo e sul rischio suicidario: situazioni che ci interrogano sulla necessità del dialogo e di occasioni di confronto per prevenire le degenerazioni di una mancata ‘cultura del fallimento’”.

Federica Barbero, intervenuta per Fdi con Alessandra Binzoni, si è detta colpita “dal numero di minori affidati agli enti gestori delle funzioni socioassistenziali: “Per quanto meritoria possa essere la loro attività – ha dichiarato – è decisivo il ruolo della politica nel mettere in atto misure che possano arginarne il fenomeno in primo luogo attraverso interventi sulle famiglie. È fondamentale, in questo senso, quanto il Governo sta realizzando per il sostegno alla famiglia e il lavoro che la Giunta ha svolto nella scorsa legislatura e continua a perseguire, anche attraverso il finanziamento dei servizi educativi all’infanzia”.

Binzoni ha sottolineato “l’urgenza di misure per incentivare la natalità” ricordando alcune iniziative già intraprese dalla Giunta “come il Fondo vita nascente e l’estensione dell’orario degli asili nido comunali ai contributi ai Comuni per aree per il gioco all’aperto e arre ludico-inclusive”.

Giulia Marro (Avs) ha messo in guardia dalle possibili conseguenze “del Decreto ministeriale dell’ottobre 2023 che permette ai Msna sopra i 16 anni di essere accolti nei Centri di accoglienza straordinaria per adulti: una misura non ideale e non educativa per giovani che arrivano nel nostro Paese con traumi e bagagli pesanti” e chiesto “che vengano messi in priorità come destinatari per i tutori volontari e che sia potenziata la relazione con persone della medesima cultura d’origine presenti sul territorio”.

Gianna Gancia (Lega) ha sottolineato come “siano state finora le donne a intervenire, perché questo è un argomento ‘nostro’” e ha esortato “tutte le colleghe ad abbandonare ogni ideologia e a lavorare su punti comuni guardando al Piemonte del 2024, a considerare la famiglia come comunità che la vita compone, ricompone e scompone”.

Annalisa Beccaria (Fi), ha apprezzato, tra l’altro, “i riferimenti al diritto alla salute e alla partecipazione, anche per i minori con disabilità, al contesto sportivo per diffondere la cultura del rispetto, della tolleranza e dell’inclusione perché il mondo dello sport, in particolare quello di squadra, costituisce un volano importante per sensibilizzare i giovani ai valori del fair play, del rispetto e dell’educazione”.

Silvio Magliano (Lista Cirio) ha indicato “alcuni temi su cui il Consiglio potrà lavorare, come l’inclusione scolastica, a cominciare dalla formazione e dalla specializzazione degli insegnanti di sostegno, la prevenzione del rischio suicidario” e ha espresso soddisfazione “per la crescente collaborazione tra Garante e Difensore civico per l’accesso scolastico e alle cure”.

 

In Piemonte censiti 1,15 milioni di cani e 1,2 milioni di gatti

“Pur considerando importantissima la relazione uomo animale, soprattutto dal punto di vista emozionale ed educativo, è necessario rilevare come questo presenti alcune criticità legate alla cattiva gestione degli animali e alla scarsa conoscenza delle loro caratteristiche biologiche e comportamentali”. Lo ha detto Paolo Guiso, il Garante per i diritti degli animali nella sua relazione annuale al Consiglio regionale.

Sul territorio della nostra regione sono stati censiti 1.154.159 cani e circa 1.200.000 gatti.

Il Garante ha la funzione di assicurare anche agli animali la presenza di una figura istituzionale che li tuteli concretamente in quei diritti che, sebbene riconosciuti dalla nostra legislazione, spesso vengono trascurati.

Considerato il numero esiguo delle segnalazioni e vista la difficoltà dei cittadini nel presentare istanze, il Garante ha puntato sullo strumento degli incontri settimanali con gli stessi cittadini e con le associazioni, e sulla comunicazione esterna promuovendo convegni e partecipando a eventi come il Salone del libro di Torino.

“È stato istituito un gruppo di lavoro tecnico con lo scopo di esaminare e proporre possibili soluzioni ai numerosi problemi legati alla presenza sul territorio di animali di diverse tipologie e specie. Nello specifico gli animali selvatici, anche in relazione a problemi di ordine pubblico e alla diffusione di malattie trasmissibili, e il maltrattamento genetico” ha spiegato Guiso.

Si è poi sviluppato il dibattito. Sarah Disabato (M5s) si è soffermata sugli ambulatori veterinari sociali per le persone in difficoltà e sul trasporto in emergenza. Nel chiedere di implementare le risorse a disposizione del Garante per sviluppare la sua attività, ha poi trattato anche la problematica dei centri di recupero degli animali selvatici e, parlando di caccia, ha chiesto una verifica sul prelievo degli animali.

Per Giulia Marro (Avs) “a proposito di razze, termine che peraltro viene impiegato spesso in modo improprio in ambito umano, ci teniamo a sottolineare che sono frutto di manipolazione genetica dell’uomo che non si è curato di possibili conseguenze sulla salute dell’animale e ha rincorso fini estetici o utilitaristici”.

Nadia Conticelli (Pd) è ritornata sul tema della detenzione a catena, per poi chiedere la messa in sicurezza dei canali a difesa degli stessi animali. Ha poi sollecitato la modifica delle zone di addestramento dei cani da caccia e ha toccato la problematica del contenimento dei piccioni.

Laura Pompeo (Pd), nel ribadire l’importanza della pet therapy, ha sollecitato interventi per prevenire l’accattonaggio sfruttando gli animali, con il distinguo dei cani che accompagnano i senza fissa dimora.

Carlo Riva Vercellotti (Fdi) ha ricordato la legge regionale 16 del 2024 che riordina la materia della tutela degli animali da affezione e la prevenzione del randagismo: “Può essere implementata, ad esempio coinvolgendo gli animali esotici e approfondendo il tema delicato del possesso responsabile, al quale fanno riferimento le aggressioni all’uomo”.

Da Valentina Cera (Avs) è gunta infine la sollecitazione ad aumentare gli sforzi per contrastare il randagismo, unitamente all’aumento delle risorse per le sterilizzazioni dei gatti e per il recupero degli animali selvatici. Anche lei ha chiesto la modifica delle zone di addestramento dei cani da caccia, vietando le cavie vive.

Torino, la città più magica

 

Malinconica e borghese, Torino è una cartolina daltri tempi che non accetta di piegarsi allestetica della contemporaneità.
Il grattacielo San Paolo e quello sede della Regione sbirciano dallo skyline, eppure la loro altitudine viene zittita dalla moltitudine degli edifici barocchi e liberty che continuano a testimoniare la vera essenza della città, la metropolitana viaggia sommessa e non vista, mentre larancione dei tram storici continua a brillare ancorata ai cavi elettrici, mentre le abitudini dei cittadini, segnate dalla nostalgia di un passato non così lontano, non si conformano allirruente modernità.
Torino persiste nel suo essere retrò, si preserva dalla frenesia delle metropoli e si conferma un capoluogo a misura duomo, con tutti i pro e i controche tale scelta comporta.
Il tempo trascorre ma lantica città dei Savoia si conferma unica nel suo genere, con le sue particolarità e contraddizioni, con i suoi caffè storici e le catene commerciali dei brand internazionali, con il traffico della tangenziale che la sfiora ed i pullman brulicanti di passeggeri sudaticcima ben vestiti.
Numerosi sono gli aspetti che si possono approfondire della nostra bella Torino, molti vengono trattati spesso, altri invece rimangono argomenti meno noti, in questa serie di articoli ho deciso di soffermarmi sui primati che la città ha conquistato nel tempo, alcuni sono stati messi in dubbio, altri riconfermati ed altri ancora superati, eppure tutti hanno contribuito e lo fanno ancora- a rendere la remota Augusta Taurinorum così pregevole e singolare.

1. Torino capitale… anche del cinema!

2.La Mole e la sua altezza: quando Torino sfiorava il cielo

3.Torinesi golosi: le prelibatezze da gustare sotto i portici

4. Torino e le sue mummie: il Museo egizio

5.Torino sotto terra: come muoversi anche senza il conducente

6. Chi ce lha la piazza più grande dEuropa? Piazza Vittorio sotto accusa

7. Torino policulturale: Portapalazzo

8.Torino, la città più magica

9. Il Turet: quando i simboli dissetano

10. Liberty torinese: quando leleganza si fa ferro

 

8.Torino, la città più magica

Torino è magica. Nel vero senso del termine.
Lo testimonia anche il celebre medicoe astrologo Michel de Nostredame: Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, lInferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera.
Sembra infatti che il popolare uomo la cui fama lo precede tuttora, dal nome italianizzato in Michele di Nostradama, meglio noto con lo pseudonimo di Nostradamus, abbia soggiornato intorno al 1556 a Torino, presso Cascina Morozzo conosciuta anche come villa Vittoria, poiché proprietà della principessa Vittoria, della casata Savoia-.
Tali parole erano state incise su una lapide custodita presso lo stabile in cui l’uomo aveva pernotatto, quando la Villa viene demolita anche quest’unica testimonianza tangibile del passaggio di Nostradamus a Torino scompare nel nulla, fino al 1967, quando viene ritrovata e donata a Renuccio Boscolo, uno dei maggiori interpreti degli scritti del chiaroveggente, per essere custodita in sicurezza.
Secondo alcuni studiosi la “Vittoria” indicata dall’importante ospite sarebbe la principessa Savoia, anche se le interpretazioni rimangono aperte a differenti ipotesi.
Quello che non cambia è l’alone di mistero che avvolge l’affermazione, impressione che si ripresenta in realtà di fronte a tutte le sentenze espresse dal “sapeinte” francesce.

Daltronde il capoluogo pedemontano è così: insolito e curioso, a tratti misterioso.
La città dai diversi primati, ne colleziona ancora uno, dopo essere stata la prima capitale italiana, in seguito al riconoscimento ottenuto grazie allaltura della Mole Antonelliana, oltre allinvenzione del primo cioccolatino, ecco lulteriore record tutto nostrano da aggiungere allelenco: Torino è considerata una tra le metropoli più magiche del mondo, nel bene e nel male perdonatemi il gioco di parole.-
Secondo gli esperti in materia infatti confluiscono sul territorio cittadino i vertici di due triangoli esoterici, quello di magia bianca (insieme a Praga ed a Lione) e quello di magia nera (insieme a San Francisco e Londra), fatto che tramuta la località in una sorta di mappa energetica costellata di zone buonee altre dove non parrebbe consigliabile trascorrere troppo tempo.
Per non sbagliarci vediamo di scendere più nel dettaglio.

Iniziamo dai luoghi da evitare.
Il punto energeticamente più ostile della città è di sicuro Piazza Statuto: qui, secondo la tradizione esoterica, si trova la porta degli Inferi, un vero e proprio passaggio tra i due mondi, quello dei vivi e quello dei morti; il punto preciso è situato in corrispondenza dellantica porta Decumana, uno degli ingressi delloriginario accampamento romano e luogo ahimè– dedicato alla sepoltura dei cadaveri. Latmosfera inquieta della piazza è resa ancora più sinistra dalla presenza di due monumenti assai particolari: quello eretto per commemorare gli operai deceduti durante la costruzione del Traforo del Frejus e lObelisco Geodetico. Il primo rappresenta unimmensa piramide di massi, da essi spuntano alcuni corpi di titani abbattuti dallo stesso genio alato che svetta sulla sommità della piramide, egli ha sul capo una stella a cinque punte a cui sono attribuite diverse simbologie magico-rituali; invece, la seconda costruzione, nota anche come Guglia Beccaria, è sormontata da un astrolabio e si erge esattamente a 5.000 km dal Polo Nord ed altrettanti dallEquatore. Non stupisce che sempre nei dintorni della piazza si trovi lappena citata Domus Morozzo, decisamente ledificio più appropriato per accogliere un altrettanto losco figuro.
Altro sito da evitare è Palazzo Trucchi di Levaldigi, oggi sede della Banca Nazionale del Lavoro, stupendo edificio dalle finiture seicentesche che ospita su una delle sue facciate il cosiddetto Portone del Diavolo, il cui batacchio rappresenta niente meno che il volto di Lucifero.
Nel 1675 Giovanni Battista Trucchi di Levaldigi, conte e generale delle Finanze di Carlo Emanuele II, richiede ad una manifattura di Parigi di realizzare un portale in legno e il risultato del lavoro è più che sbalorditivo: la soglia è riccamente intagliata e adorna di fiori, frutta, animali e amorini, ma ciò che stupisce gli spettatori è il batacchio centrale, un volto mostruoso che scruta minaccioso i visitatori che bussano alla porta. Ultimo dettaglio, la parte che viene presa in mano per battere è composta da due serpenti che si uniscono con la testa. Da questi dettagli derivano le storie spaventose ambientate in questo posto. Prima leggenda fra tutte è quella del mago insistente: si narra di uno stregone eccessivamente ostinato che provò ad invocare Satana, forse con troppa enfasi, difatti il povero Lucifero non propriamente noto per la dote della pazienza- infastidito dalla nenia incalzante, costruì un portone nel suddetto edificio, mise allinterno lincauto mago e lì lo imprigionò .
Altre vicende però contribuiscono a rendere questo stabile un luogo davvero misterioso. Si narra ad essempio di Melchiorre Du Perril, un soldato francese in possesso di documenti segreti che entrò allinterno dello stabile e non si ripresentò più al suo cocchiere; c’è poi la storia della ballerina che, invitata ad una delle tante feste volute da Marianna Carolina di Savoia, venne aggredita e assassinata allinterno di una delle sale della lussuosa palazzina.
Inoltre, ancor prima di tutte queste vicissitudini, nel 1600, ledificio viene scelto come sede di una fabbrica di tarocchi, e anche in questo caso le coincidenze non hanno fine: allepoca il numero civico del fabbricato era il 15, il medesimo numero dellarcano corrispondente alla carta del Diavolo.


E se proprio dovete raggiungere questa banca, indovinate il numero del tram da prendere?
Cari lettori, ma proprio qui dovete venire a prelevare?
Lasciamoci alle spalle i fantasmi che ovviamente si aggirano nei dintorni dellimmobile infernale e avviamoci in unaltra zona perturbante, ossia via Lascaris (angolo Via San Francesco dAssisi), a pochi passi da Piazza Solferino, dove ci si può imbattere nellennesimo dettaglio folklorìstico. Proprio ai piedi di un casamento – oggi sede di una banca, ma in passato dimora di una Loggia Massonica- si dischiudono a terra delle strane fessure a forma di occhi. Qualcuno ci osserva, ma per la serie mai una gioiaa tenerci sotto controllo non è un bellangelo alla Der Himmel über Berlin, bensì niente meno che il Principe delle Tenebre, da qui la dicitura di questi spiragli: gli occhi del Diavolo.
Bene, ora che abbiamo capito dove non fermarci per i prossimi pic-nic autunnali, vediamo insieme quali sono i luoghi in cui possiamo indugiare per una pausa rigenerativa.
Uno dei siti a più alta concentrazione di energia positiva della città è il luogo di confluenza tra il Po e la Dora Baltea, i due fiumi torinesi che rispettivamente simboleggiano il Sole e la Luna, lenergia maschile e quella femminile, il principio vitale e quello del sonno eterno.
Un altro posto consigliato è la Chiesa della Gran Madre, le cui statue erette allingresso della grande scalinata raffigurano la Fede e la Religione, due emblemi rassicuranti e potenti; le due personificazioni sono poste anche a guardia del Sacro Graal, una delle reliquie cristiane più ricercate di tutti i tempi e guarda caso- celata nei meandri dellenigmatica Torino, città dai mille volti.
Anche Piazza Castello è una località benevola, è opportuno passeggiarci soprattutto se si rasenta la cancellata di Palazzo Reale e ci si sofferma sotto le statue equestri dei Dioscuri, guardiani ufficiali posti al confine tra la zona di magia bianca e quella nera.
Se poi ci si sentisse particolarmente stanchi, è consigliabile dirigersi verso la Mole Antonelliana, Museo del Cinema per alcuni, per altri una grande antenna che irradia nel mondo energia positiva.
Gli intellettuali e i radical chic si appropinquino invece verso Piazza Solferino, nei pressi della Fontana Angelica, monumento pregno di simbologie nascoste: le statue della Primavera e dellEstate si contrappongono a quelle dellAutunno e dellInverno, mentre lacqua che scorre rappresenta il Sapere e la Conoscenza.
Che dire ancora? Alla fine è sempre la stessa storia, è leterna sfida tra il Bene e il male, che si tratti di Sith e di Jedi, di Merlino, di Morgana e della magia del fareo dellimpresa per sconfiggere Sauron la questione è resta la medesima: la scelta.
Cari lettori, e voi da che parte state?

ALESSIA CAGNOTTO

Una monumentale Colomba della Pace sorvola le montagne

E’ atterrata nei giorni scorsi al centro della Piazza d’Armi del “Forte di Bard” la grande opera, inno alla Pace, dello scultore biellese Paolo Barichello

In esposizione fino al 24 novembre

Bard (Aosta)

Si intitola “Dx Peace Sx” la nuova monumentale opera realizzata dall’artista biellese Paolo Barichello, dedicata al tema (oggi di grande e dolorosa attualità) della “Pace” e, da giorni, esposta al valdostano “Forte di Bard”, dove resterà in visione fino a domenica 24 novembre. Si tratta di una gigantesca “Colomba”, simbolo per antonomasia di “Pace” e “Riconciliazione”, con le ali spiegate e raffigurante le sagome dei continenti, in un dialogo di forme geometricamente astratte ed incastri metallici “dove l’uomo è il saldante indissolubile che unisce i popoli in un messaggio inequivocabile di speranza e fratellanza”.

Interamente realizzata in acciaio (materiale che vanta, in campo artistico, una lunga storia che parte dal Medioevo, per arrivare alla modernità dei grandi: dalle sottili figure umane di Giacometti alla plastica genialità di Umberto Mastroianni fino alla monumentalità di Henry Moore e alla geometrica luminosa visionarietà del danese Olafur Eliasson, solo per fare alcuni pochi nomi), l’opera, dal peso di 550 chilogrammi, è alta 4,80 metri e larga 2,80. Firmata a Biella da centinaia di persone, ha sorvolato il Monte Biancoil Cervino ed il Rosa,  per raggiungere, infine, il“Forte” sabaudo di Bard dove, domenica 22 settembre è stata presentata al pubblico nella centrale “Piazza d’Armi” in anteprima assoluta, inserita nella sommità superiore di un missile a simboleggiarne l’impossibilita del lancio.

Il risultato finale è un’installazione alta complessivamente 7,80 metri con una base di circa sette metri, del peso totale di due tonnellate, corredata di illuminazione alimentata da “pannelli solari” e oggi affiancata da una serie di quadri dipinti su metallo e sculture dello stesso artista, che nel tempo ha saputo perfettamente coniugare le artigianali conoscenze sui “materiali” ad un’originale e suggestiva produzione artistica. Opere riferite alla “pace possibile” – alcune vogliono evidenziare la grave e disumana situazione che direttamente e indirettamente stiamo oggi vivendo- le troviamo esposte nelle “Sale del Corpo di Guardia” della Fortezza, dove saranno anche trasmesse immagini e video del volo e delle fasi di lavorazione, atte a dimostrare come la forza e la durevolezza di un materiale come l’acciaio possano tradursi, nel gioco sapiente di mani e anima, in forme di pura “bellezza ed emozione”.

In “Dx Peace Sx”, l’artista “si ispira – sottolinea la presidente del ‘Forte’, Ornella Badery – alla visione del planisfero, simbolo di ordine e precisione, ma trasforma questa immagine in qualcosa di più: un’opportunità per ridisegnare la mappa del mondo e immaginare un futuro di pace possibile. Attraverso le sue opere, Barichello esprime la convinzione che solo attraverso l’incontro e la collaborazione tra diverse culture e popoli si possa raggiungere la pace”. E conclude: “I confini tra i continenti vengono simbolicamente eliminati e si riuniscono in un dialogo di forme e materiali, guidati dall’umanità come collante indissolubile”. Pensiero forse  utopico, alla luce degli ultimi incessanti eventi bellici, su cui tuttavia è, più che mai, lecito mantenere vive le speranze.

Gianni Milani

“Dx Peace Sx”

“Forte di Bard”, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel.0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 24 novembre

Orari: dal mart. al ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19

 

Nelle foto:

–       Paolo Barichello: “Dx Peace Sx”, esposta nella “Piazza d’Armi” del Forte

–       La scultura “in volo”

–       Ornella Badery e Paolo Barichello alla presentazione dell’opera

Rivoluzione digitale: nuove frontiere dell’intelligenza artificiale

Giovedi 3 ottobre dalle ore 9.30 al CTE NEXT – Casa delle Tecnologie Emergenti – Corso Unione Sovietica 216, Torino, si terrà il convegno “Rivoluzione digitale: nuove frontiere dell’intelligenza artificiale”.

Al convegno porterà i saluti in video collegamento il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo

Interverranno
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio
L’assessore regionale all’Ambiente, Intelligenza artificiale, Innovazione, Matteo Marnati
L’assessore regionale al Bilancio, Finanze e Sviluppo Attività Produttive, Andrea Tronzano
La presidente del CSI Piemonte, Letizia Maria Ferraris

 

Nel corso del convegno si terranno due tavole rotonde:

 

“AI, una rivoluzione per cittadini e imprese”

parteciperanno:

-L’assessore regionale all’Ambiente, Intelligenza artificiale, Innovazione, Matteo Marnati

-L’assessore regionale al Bilancio, Finanze e Sviluppo Attività Produttive, Andrea Tronzano
-Il direttore CSI Piemonte, Pietro Pacini

Il presidente di Formez Responsabile task force IA Funzione Pubblica, Giovanni Anastasi
Il Rettore del Politecnico di Torino, Stefano Paolo Corgnati
Il presidente del Centro dell’Intelligenza Artificiale AI4Industry, Fabio Pammolli

 

“Etica, lavoro e territorio nell’era dell’AI”

parteciperanno:

Giuliana Fenu, direttore Competitività del Sistema regionale Regione Piemonte

Umberto De Julio, presidente Anfov

Marco Bussone, presidente Uncem

Michele Pianetta, vicepresidente Anci Piemonte

Paolo Turati, economista

 I temi saranno moderati da Mila Fiordalisi, Direttore Corcom e Spaceconomy 360

PIR: un’opportunità da rilanciare

 

I Piani individuali di risparmio: strumento “dimenticato”

Lanciati nel 2017, i piani individuali di risparmio a lungo termine (PIR) sono una forma di investimento finanziario pensata per stimolare i risparmiatori ad investire i loro risparmi in maniera innovativa e conveniente, generando contemporaneamente un flusso di capitali a favore delle piccole e medie aziende.

Non si tratta quindi di nuovi titoli o di nuovi strumenti, ma di un modo di entrare nel mondo dei titoli quotati in maniera simile a quella già esistente da tempo nel settore del “risparmio gestito” (gestioni individuali, fondi comuni, ETF).

I PIR hanno avuto un forte successo al momento del loro lancio, soprattutto per la forte agevolazione fiscale prevista dalla legge istitutiva (vedi il paragrafo successivo), ma da alcuni anni stanno conoscendo una crisi, evidenziata da un esodo di capitali che supera largamente le nuove sottoscrizioni.

Come aprire un PIR

I Piani possono essere attivati solo presso una banca, aprendo un dossier titoli a parte, appositamente denominato “Deposito PIR”.

All’interno si possono collocare esclusivamente strumenti che rispettano le norme di composizione dei portafogli; le modalità con cui costituire un PIR sono molto flessibili. I risparmiatori possono ricorrere a strumenti del risparmio gestito come fondi comuni, contratti di assicurazione e gestioni patrimoniali, per i quali sono gli intermediari a occuparsi del rispetto delle condizioni necessarie a ottenere il beneficio fiscale. La forma più diffusa di PIR è quella dei fondi di investimento (i cosiddetti fondi PIR o fondi “PIR compliant”), sia nella forma tradizionale di fondo gestito, sia in quella di fondo “passivo” (ETF).

La sottoscrizione è riservata a persone fisiche, ed ognuno può essere intestatario di un solo PIR (non è consentito aprirne in più banche); inoltre è vietata la cointestazione. Per patrimoni di proprietà di coniugi o parenti, è necessario quindi aprire un deposito per ogni componente il nucleo familiare.

Sono fissati limiti massimi di investimento, pari a 40.000 euro annui, con una vita massima di cinque anni; ogni sottoscrittore quindi potrà sottoscrivere al massimo 200.000 euro.

Il portafoglio dei fondi PIR

Poiché la finalità dei piani è quella di avvicinare i risparmiatori all’investimento, la legge ha fissato parametri stringenti per la composizione del portafoglio.

E’ previsto infatti che:

– almeno il 70% del piano sia investito in strumenti finanziari emessi da società italiane (o europee con stabile organizzazione in Italia);

– di questo 70% almeno il 30% deve essere investito in società non incluse nell’indice azionario della Borsa principale e il 5% in società non incluse nell’indice FTSE Mid Cap (o equivalente).

– su una singola società emittente, inoltre, non può essere investito più del 10% del PIR.

E’ chiaro che la legge ha voluto costruire uno strumento che offra il massimo della diversificazione al fine di contenere il rischio insito in un investimento che è prevalentemente azionario.

Significativo, nell’ottica dello stimolo alle piccole e medie impresa, il peso riservato ad aziende non inserite nell’indice principale, che devono rappresentare almeno il 21% del patrimonio totale.

Le agevolazioni a favore dei sottoscrittori

Il progetto PIR, studiato per stimolare gli investimenti nell’economia italiana, è stato accompagnato da agevolazioni fiscali per assicurarne il successo.

E’ previsto infatti che i sottoscrittori non paghino l’imposta sul capital gain (attualmente pari al 26%) purché la posizione sia mantenuta per almeno cinque anni (la durata è calcolata per ogni tranche versata). Peraltro l’investimento non è vincolato, ma liquidabile in qualunque momento, con l’unica avvertenza che il disinvestimento effettuato prima dei cinque anni comporta il pagamento del capital gain.

Inoltre il PIR è esente dall’imposta di successione, unico caso nella legislazione fiscale italiana (esenzione finora prevista esclusivamente per i BTP e simili).

A chi interessano i PIR

I PIR sono utili per i risparmiatori che intendono investire a lungo termine su titoli di aziende italiane ottenendo un’agevolazione fiscale unica. Data la struttura, possono essere considerati strumenti a rischio medio, grazie alla forte diversificazione del portafoglio ed alla componente dei titoli di Stato (30% del totale).

Ma sono anche utili per le imprese italiane (soprattutto quelle medio-piccole) perché garantiscono un ampliamento del mercato dei loro titoli che, senza l’intervento dei PIR, correrebbero il rischio di generare transazioni ridotte, fatto che ne limita l’appeal.

Non bisogna per contro sottovalutare che, a fronte di rendimenti tendenzialmente interessati grazie all’esenzione fiscale, i costi medi sono piuttosto alti (le commissioni di sottoscrizione e di gestione sono tra le più care nel comparto del risparmio gestito). Però, grazie al lancio degli ETF “formato PIR” si sono aperte nuove interessanti opportunità riducendo del 70-80% i costi e rendendo il prodotto molto conveniente.

Va tenuto inoltre presente che la liquidità potrebbe non essere totale, perché la quota destinata alle PMI è negoziabile per importi modesti.

PIR: strumento da rilanciare

Nel complesso il giudizio sui PIR è positivo.

Purtroppo, come accennato, dopo l’exploit iniziale, le sottoscrizioni si sono fortemente ridotte ed i rimborsi (chiesti da coloro che avevano ottenuto consistenti guadagni negli anni precedenti ed hanno monetizzato la plusvalenza) sono cresciuti.

Sarebbe opportuno quindi avviare un’ampia azione di rilancio dei PIR nell’interesse del mercato finanziario.

Azione che dovrebbe coinvolgere le banche (che da tempo hanno smesso di inserire i PIR fra gli strumenti suggeriti alla clientela), lo Stato (che potrebbe lanciare una campagna informativa e pubblicitaria per stimolarne la conoscenza e rilanciare le sottoscrizioni), e le associazioni di tutela dei risparmiatori (che dovrebbero evidenziare i vantaggi dei PIR fra i loro associati).

 Gianluigi De Marchi 

demarketing2008@libero.it

Auto in crisi, Stellantis: stop 500 elettrica fino al 1° novembre. Ma l’azienda promette nuova batteria a Mirafiori

Il futuro dell’auto a Torino sembra sempre più grigio: il gruppo Stellantis ha prolungato il blocco della  produzione della 500 elettrica alle Carrozzerie di Mirafiori fino al prossimo  primo novembre.

Eppure l’azienda conferma che grazie ad un investimento di 100 milioni di euro, nello storico stabilimento torinese presto sarà potenziata la produzione della Fiat 500e “con una nuova batteria ad alto potenziale”,  come riporta il Sole 24 Ore, impiegando  nuove tecnologie per renderla più fruibile  e migliorare l’esperienza della clientela.

Il surplus di sospensione di produzione è stato annunciato  da Stellantis ai sindacati  ed è dovuto alla mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa,  in forte crisi. Nota positiva:  la 500e nei primi due quadrimestri  dell’anno rappresenta il  40% delle vendite nel segmento Ev delle city car – Segmento A in  tutta Europa.