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La penna dietro ai grandi registi: l’omaggio di Francesco Piccolo al Salone del Libro 

Il primo evento seguito da Il Torinese per l’ultima edizione del Salone del Libro 2025, al via oggi, ha visto come protagonista Francesco Piccolo, che ha presentato l’antologia “La fortuna di essere donna” (edito Einaudi) di cui è il curatore. È un’intera antologia dedicata alla vita di a Suso Cecchi d’Amico, in collaborazione con i figli della sceneggiatrice Masolino e Caterina d’AmicoSuso Cecchi d’Amico è stata una pioniera: in un’epoca in cui le sceneggiatrici donne erano praticamente inesistenti, lei era l’unica. Ha firmato storie indimenticabili e lavorato con i più grandi registi del cinema italiano, mantenendo sempre umiltà e rigore artigianale. “Una figura da santificare”, ha detto Francesco Piccolo durante l’incontro, sottolineando l’importanza di restituirle il posto che merita nella storia del cinema. Ne abbiamo parlato direttamente con Francesco Piccolo.
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Scegliere di curare un’antologia dedicata a Suso Cecchi d’Amico è un’impresa complessa. Cosa l’ha spinta, in modo definitivo, a intraprendere questo lavoro?
Per me Suso era un mito fin da ragazzo, e lo è diventata ancora di più quando ho scelto il mestiere dello sceneggiatore. L’ostinazione che ho avuto nel realizzare questo libro nasce dalla convinzione profonda che lei sia stata una delle grandi figure del Novecento. Ho voluto raccontarla proprio per questo. Ho dovuto anche superare una certa resistenza, comprensibile, da parte della sua famiglia, che l’ha sempre giustamente “santificata”. E in fondo sono d’accordo: lei andava davvero santificata. Questo libro è un modo per onorarla.
Durante l’incontro al Salone del Libro ha detto che Suso andava santificata per il suo lavoro, ma anche per un atteggiamento carismatico ma umile. È così?
Sì, profondamente. Anche perché quello dello sceneggiatore è sempre stato un lavoro artigianale. Non ci si percepiva come “scrittori” in senso pieno, eppure lo si era. Suso rappresentava perfettamente questo spirito: talento altissimo, ma nessuna vanità.
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Il mondo del cinema e della sceneggiatura ha spesso un’aura d’élite. Esiste ancora oggi quell’umiltà che aveva lei?
Credo di sì. L’ho percepita anche nel modo in cui la sua famiglia parla di lei e di quel mondo. Raccontano, con naturalezza quasi disarmante, che Anna Magnani frequentava la loro casa. Per loro era normale. La grandezza, quando la si vive davvero, spesso non viene percepita: sono gli altri a vederla.
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Nel libro è presente anche un racconto personale della Suso, che emerge dai suoi racconti. C’è un aspetto in particolare che l’ha colpita?
La sua capacità di lavorare con registi molto diversi tra loro, di accompagnarli senza mai prevaricare. Aveva un carattere meraviglioso, e una sensibilità rara. È riuscita a contribuire in modo decisivo a film eccezionali. Le grandi regole del mestiere dello sceneggiatore, quelle non scritte ma fondamentali, sono tutte incarnate da lei.
Valeria Rombolá 

Il Salone e i suoi limiti

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
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Il Salone sta entrando nel pieno delle sue attività e la direzione di Annalena  Benini lo porterà al successo, anche se su alcuni aspetti bisogna meditare criticamente perché non basta sostituire Lagioia con Benini per fare del Salone l’optimum in assoluto. La pagina pubblicitaria del Salone 2025, ad esempio, indica tra gli ospiti italiani Alessandro Barbero, Donatella di Pietrantonio, Mariangela Gualtieri, Luciano Ligabue, Dacia Maraini, Roberto Saviano e Ornella Vanoni. Capisco che la  letteratura italiana d’oggi è in crisi e sia quindi  necessario ricorrere ai cantanti, ma non accetto che quelli ignorati  possano essere liquidati dalle parole “e tanti altri”. Non sto ad elencare chi avrebbe meritato di essere citato, ma credo invece  di poter dire che lo sbilanciamento politico dei nomi citati appaia del tutto evidente. Un altro fatto va messo in evidenza ed è in linea di continuità fin  con il remoto passato di Ferrero e Picchioni: la frequentazione di allievi di scuole primarie che alzano i numeri del Salone, ma non possono trarre nessun giovamento da una visita di gruppo. I gruppi di studenti contribuiscono a intasare il Salone, ma non producono alcunché in termini scolastici e culturali per gli alunni. Vedendo il diluvio di inviti sui social, si ha l’impressione che tutti, davvero tutti, salvo gli analfabeti, abbiano trovato al Salone la loro ora e mezz’ora di notorietà.   E’ giusto aprire a tutti il salone  meno opportuno fare  migliaia di eventi con protagonisti/e di carta pesta che declassano il livello della manifestazione. Chi scrive si è battuto in passato per la libera circolazione delle idee al Salone contro i divieti ideologici di Lagioia, Chiamparino e Appendino. Andai al Salone, esibendo il trattato sulla tolleranza di Voltaire. Ma qui, quest’anno, c’è troppa piccola gente che, forse pagando qualche soldo, ha l’occasione di sognare  per poco tempo la celebrità letteraria al Salone. E’ umano sognare,  ma un minimo di qualità va garantita a chi paga un biglietto  perché altrimenti più che un salone internazionale (parola troppo altisonante per Torino) c’è il rischio che diventi la fiera delle vanità frustrate. Mi piange il cuore scrivere queste parole, ma il Salone nei suoi eventi non può abbassarsi oltre un certo limite. L’oves et  boves non può valere per il Salone. La massima apertura alle idee, non può significare che i visitatori professionali a scrocco del passato che si esibivano con il cartellino, possano diventare neppure in parte minima coprotagonisti. Il dramma italiano è che ci sono pochi lettori, ma uno degli aspetti più folkloristici del Bel Paese è  rappresentato dal fatto che abbondano i poeti e gli scrittori. Sessant’anni fa  Mario Soldati  premiando con un certo imbarazzo dei poetastri ad un concorso al circolo della Stampa disse che, paragonati ai terroristi che allora  sparavano pallottole, i poeti erano di gran lunga migliori perché sparavano versi inoffensivi anche se  deludenti. E’ passato più di mezzo secolo e i poeti sono sempre più numerosi al Salone e fuori dal Salone. Per fortuna i terroristi che sparano non ci sono più o non sono ancora tornati.

Tinissima, la fotografa che mise a fuoco il mondo

Il 2025 si sta rivelando l’anno di Tina Modotti a Torino. Dopo la lunga e apprezzatissima esposizione al Museo Camera, il capoluogo piemontese ha ospitato un incontro vivo, vibrante, presso la Fondazione Circolo dei Lettori. Protagonista, la giornalista e agitatrice culturale Annalisa Camilli, che ha restituito al pubblico non solo il ritratto di una fotografa straordinaria, ma il mosaico complesso di una donna dalle mille vite. Durante l’incontro, nell’ambito del progetto “Giornaliste. Raccontare e fotografare il mondo”, Camilli ha raccontato Modotti con passione e intensità, intrecciando la narrazione storica con le immagini del suo viaggio personale a Città del Messico, sulle tracce della tomba ormai dimenticata di Tina. Lì, nel Panteón de Dolores, tra tombe in rovina, ha faticosamente ritrovato il luogo dove riposa colei che fu operaia, attrice, modella, fotografa, militante comunista e funzionaria politica. Una donna che, in soli 46 anni, ha attraversato quattro continenti senza mai perdere contatto con le proprie origini, anzi facendone motore della sua arte e militanza. “Descriverla solo come fotografa sarebbe riduttivo”, ha detto Camilli, e basta scorrere la sua biografia per capirlo.

Modotti – fotografa, attrice, militante comunista, amante, musa e pioniera – non ha mai vissuto una sola vita. Ne ha attraversate molte, come onde. Nata a Udine, figlia di un padre emigrato, ha iniziato a lavorare a tredici anni in una fabbrica tessile. Nel 1913 lasciò la madre in Italia per raggiungere il padre a San Francisco, attraversando l’Atlantico e chiudendosi alle spalle il Golfo di Napoli. Non mise mai più piede nella sua patria, che le fu preclusa a causa della sua attività politica. San Francisco, risorta dopo il terremoto del 1906, la accoglieva come città di rinascita. Qui Tina si inserisce subito nella comunità italiana e inizia a recitare per loro. Lavora come sarta, posa come modella, recita nei primi film muti: è il prologo di una metamorfosi. Nel 1918 sposa Roubaix de l’Abrie Richey, “Robo”, e con lui condivide il sogno di una vita d’artista, combattuta tra l’arte e la vita stessa: “C’è troppa arte nella mia vita”, scrisse, “e mi rimane poca creatività”. Si sposta a Los Angeles ed entra nello studio fotografico di Edward Weston, dove scopre il potere della luce e delle forme. Modotti ne diventa modella, assistente e amante. Quando Robo si trasferisce a Città del Messico, Tina lo raggiunge, portando con sé anche l’amate e maestro Weston. Una scelta difficile, che segna una frattura personale e morale: Weston ha moglie e figli, ma a proposito dice “sarei diventato veleno per me stesso e per gli altri, se fossi rimasto”. In Messico tutto cambia. Weston matura come artista e Tina impara a fotografare. Diventa autrice. Infatti bene presto passa dal ruolo di musa a quello di sguardo. Il suo è un occhio attento ai simboli nascosti nella realtà, ma soprattutto rivolto agli ultimi: contadini, donne, mani che lavorano. Il suo sguardo è quello di un’emigrata, di una donna che conosce la fatica e crede nel riscatto. Si lega al Partito Comunista Messicano, diventa amica di Frida Kahlo e pubblica per “El Machete” con  fotografie di  volti e corpi con uno stile nuovo, politico e poetico insieme. Dopo la morte di Weston si lega a Julio Mella, con il quale approfondisce l’interesse e la passione politica. Ma l’anno dopo, un colpo durissimo proprio il suo compagno Julio Antonio Mella- giovane rivoluzionario cubano-  il quale viene assassinato. Tina viene subito coinvolta mediaticamente: i giornali insinuano un delitto passionale, pubblicano sue foto di nudo, la trasformano da testimone a colpevole. È una distorsione tutta patriarcale: da militante a “femme fatale”, da artista a oggetto. La sua casa viene perquisita, i beni sequestrati, la dignità violata.

Dopo il processo, Tina si rifugia nel Sud del Messico, vicino al Chiapas. In una comunità matriarcale, torna alla fotografia, questa volta con un taglio etnografico e antropologico. Scatta immagini cariche di rispetto, curiosità e ascolto.

Ma la pace dura poco. Un attentato al presidente messicano la coinvolge indirettamente e le accuse ricadono nuovamente su di lei: è costretta a lasciare il Paese. Parte per l’Europa in pieno fermento prebellico, accompagnata dal comunista italiano Vittorio Vidali. Smette di fotografare. Scrive a Weston la sua decisione: ora è la militanza politica a chiamarla.. In Spagna partecipa alla guerra civile, poi torna in Messico nel 1939.  La città però è cambiata. Gli amici si sono dispersi, i sogni affievoliti. Muore sola, su un taxi, nel 1942. Morte naturale, dicono. Ma in pochi ci credono. Nemmeno Neruda:

Sono i tuoi, sorella: quelli che oggi pronunciano il tuo nome, quelli che da tutte le parti, dall’acqua, dalla terra, col tuo nome altri nomi tacciamo e diciamo. Perché non muore il fuoco

Tina Modotti non è mai stata solo una fotografa. È stata un’idea in movimento, un corpo in lotta, uno sguardo che resiste. Oggi, anche dalla polvere, continua a parlarci. E non dorme. No, non dorme.

VALERIA ROMBOLA’

Salone del Libro, Benini: “Al servizio di lettori ed editori”. E il ministro Giuli annuncia nuovi finanziamenti

Questa mattina inaugurazione al Lingotto della edizione 2025 del Salone Internazionale del Libro. Al taglio del nastro il Ministro Giuli, il sindaco Lo Russo la vicepresidente della Regione Chiorino con l’assessore Chiarelli e la “patron” della rassegna Annalena Benini. “Il Salone è al servizio dei lettori e degli editori”, ha detto Benini. Loquace il ministro Giuli:“Bisogna dialogare, servono ponti, serve confronto”. Così il ministro della Cultura con i giornalisti a margine dell’inaugurazione del Salone, a proposito dell’appello firmato da registi e attori per chiedere un incontro al Mic.

“Non ho mai negato né mai negherò il dialogo e il confronto civile, da parte del ministero della Cultura. Quindi non mi interessano le firme, che siano pro o contro, mi interessano i ponti”.

Poi Giuli ha lasciato intendere che il Salone potrebbe ottenere maggiori finanziamenti dal Ministero.  “Non è da escludere, per niente, che il ministero della Cultura assuma un impegno più robusto nei confronti del Salone del Libro di Torino”

Qualche informazione sulla nuova edizione che durerà fino a lunedì. Torna anche per questa edizione la Pista 500, progetto artistico di Pinacoteca Agnelli sull’iconica pista di collaudo delle automobili FIAT sul tetto del Lingotto. Torna uno degli spazi più giovani, animati e frequentati delle ultime edizioni, il Palco Live e il camper di Margherita Schirmacher, che si trasformerà in uno spazio eventi.

I Paesi Bassi sono il paese ospite del XXXVII Salone, mentre la regione ospite è  la Campania.

Tra le ricorrenze che verranno celebrate al Salone Internazionale del Libro: il centenario dalla raccolta poetica Ossi di seppia di Eugenio Montale, dalla nascita di Andrea Camilleri e di Flannery O’Connor. Inoltre verranno celebrati i 250 anni dalla nascita di Jane Austen.

ASviS “Obiettivo 2030. Come trasformare l’Italia per un futuro sostenibile  

Festival dello Sviluppo Sostenibile

 

Alla presentazione sono intervenuti Margherita Bianchi, Ferruccio De Bortoli,

Enrico Giovannini, Salvatore Rossi, Chiara Saraceno

Torino, 15 maggio 2025 – È stato presentato oggi, 15 maggio, al Salone Internazionale del Libro di Torino il volume “Obiettivo 2030. Come trasformare l’Italia per un futuro sostenibile“, a cura di Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). La presentazione si è svolta durante l’evento del Festival dello Sviluppo Sostenibile al Caffè Letterario, Padiglione Oval, con gli interventi di Margherita Bianchi (responsabile del programma “Energia, Clima e risorse” dell’Istituto Affari Internazionali – IAI), Ferruccio De Bortoli (Presidente della Fondazione “Corriere della Sera”), Salvatore Rossi (economista e ex direttore Generale della Banca d’Italia) e Chiara Saraceno (Honoray fellow al Collegio Carlo Alberto di Torino).

Pubblicato a pochi mesi dal Rapporto ASviS 2024, il primo volume della “collana ASviS edita da Rubbettino propone una riflessione articolata sull’attuale stato del mondo e sui profondi rischi sistemici che attraversano le quattro dimensioni dello sviluppo sostenibile: ambientale, economica, sociale e istituzionale. Attraverso l’analisi di dati, scenari globali e dinamiche geopolitiche, il volume mette in luce la crescente urgenza di trasformazioni strutturali, evidenziando come il mancato rispetto degli impegni internazionali stia aggravando crisi interconnesse che riguardano anche la democrazia, l’accesso all’informazione e la libertà scientifica. Il libro, diviso in due sezioni: la prima illustra una sintesi del Rapporto ASviS 2024, con il quadro aggiornato sull’Italia rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 a firma di Enrico Giovannini; la seconda ospita contributi inediti di esperte ed esperti italiani di alto profilo, che riflettono sulle trasformazioni necessarie per un futuro equo e resiliente.

Il libro arriva in un momento segnato dall’inasprimento di numerose crisi globali: l’aumento dell’estrema povertà, il superamento della soglia critica di +1,5°C rispetto alla media delle temperature preindustriali, eventi climatici sempre più violenti, e un quadro geopolitico instabile. Si tratta di una vera e propria “policrisi“, in cui emergenze ambientali, economiche e sociali si rafforzano a vicenda, mettendo a rischio la tenuta dei sistemi democratici. Di conseguenza, il dibattito tra quattro degli autori del libro si è concentrato sulla domanda “lo sviluppo sostenibile ha ancora un futuro?” e sulle politiche internazionali, europee e nazionali capaci di accelerare il cammino verso un futuro sostenibile.

Chi pensa che la sostenibilità sia ‘solo’ una questione risolvibile con singoli interventi nei processi produttivi o nelle politiche pubbliche, magari sbandierati come trasformazioni epocali all’insegna del greenwashing e del socialwashing, dovrebbe finalmente comprendere che la costruzione di uno sviluppo sostenibile è molto più di questo. Ogni rinvio delle azioni che vanno nella giusta direzione aumenta sia il rischio di insostenibilità dell’intero sistema, e sia i costi che saremo costretti a pagare in termini economici, sociali e ambientali – ha sottolineato Enrico Giovannini aprendo l’evento – Peraltro, con la firma del Patto sul Futuro e della Dichiarazione sulle generazioni future alle Nazioni Unite, nel settembre scorso l’Italia si è impegnata a mettere la sostenibilità e la pianificazione strategica al centro delle politiche pubbliche, utilizzando scienza, dati e strumenti previsionali per rispondere in modo efficace alle crisi sistemiche”.

Come emerso nel dibattito, il volume rappresenta uno strumento fondamentale per comprendere le sfide della sostenibilità in un contesto globale in rapido mutamento e offre proposte concrete per accelerare la trasformazione dell’Italia verso una traiettoria di sviluppo più giusta, equa e inclusiva. In particolare, nel corso del dibattito Salvatore Rossi ha analizzato i nodi dell’innovazione e delle istituzioni nella crescita economica, mentre Ferruccio De Bortoli si è soffermato sul destino della decarbonizzazione europea nel contesto post-Trump. Margherita Bianchi ha affrontato le implicazioni geopolitiche della transizione energetica e Chiara Saraceno ha sottolineato i fattori di insostenibilità sociale legati a povertà, disuguaglianze e accesso all’istruzione.

L’evento è trasmesso in diretta sui canali dell’ASviS sitoFacebook e YouYube e di ANSA e sulla pagina Facebook di Rai per la sostenibilità ESG.

In Piemonte, a maggio, il cartellone del Festival dello Sviluppo Sostenibile prevede questi 37 incontri

 

Per approfondire

– Il sito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025 e la sezione dedicata ai media.

– Il cartellone completo del festival con oltre 1200 iniziative per tutto il mese di maggio.

Gli incontri del Comitato Resistenza al Salone

STEFANIA AUCI, SUSANNA NICCHIARELLI, ILARIA TUTI, SANDRO VERONESI

(venerdì 16 e sabato 17 maggio 2025)

 

Nell’ambito della XXXVII edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino (15-19 maggio) il Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte ha organizzato tre eventi pubblici in collaborazione con il Polo del ‘900AIACE, ANPI ed Istoreto-Istituto piemontese per la storia della Resistenza, con la media partnership de “La Stampa”.

Gli incontri vedranno come protagonisti lo scrittore Sandro Veronesi, che dialogherà con il giornalista Alessandro De Angelis (venerdì 16 maggio, Sala Rossa), le scrittrici Stefania Auci (nella foto) ed Ilaria Tuti, intervistate dalla giornalista Miriam Massone (sabato 17 maggio, Arena Piemonte) e la regista Susanna Nicchiarelli, a confronto con il critico cinematografico Steve Della Casa (sabato 17 maggio, Sala Argento).

 

IL PROGRAMMA

  • Venerdì 16 maggio – ore 14.00 – Sala Rossa – Padiglione 1

LA FORZA DEL PASSATO, LA SCOMPARSA DEL FUTURO

SANDRO VERONESI in dialogo con Alessandro DE ANGELIS

 

Il suo ultimo romanzo “Settembre nero” (La Nave di Teseo, 2024) racconta l’estate del 1972 di un ragazzo di dodici anni che scopre la musica, la lettura, l’inquietudine e il desiderio, mentre alle Olimpiadi di Monaco si consuma una tragedia. Sandro Veronesi (Premio Strega nel 2006 con “Caos Calmo” e nel 2020 con “Il colibrì”) dialogherà con il giornalista Alessandro De Angelis (firma de La Stampa, già vicedirettore dell’HuffPost Italia) sul potere seduttivo e salvifico delle parole, in un’epoca connotata da rabbia social, disagio giovanile e oblio della  Memoria.

 

Organizzano: Salone Internazionale del Libro di Torino e Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte

In collaborazione con: AIACE, ANPI, IstoretoIstituto piemontese per la storia della Resistenza, Polo del ‘900Media partner: La Stampa

 

  • Sabato 17 maggio – ore 11.00 – Arena Piemonte – Padiglione 2

RACCONTARE LA STORIA, RACCONTARE LE STORIE

STEFANIA AUCI e ILARIA TUTI

in dialogo con Miriam MASSONE (La Stampa)

 

Due autrici di bestsellers a confronto sulla forza del romanzo storico e le nuove generazioni.

Stefania Auci è nata a Trapani (1974), ma vive da tempo a Palermo, dove lavora come insegnante di sostegno. Con “I Leoni di Sicilia” (Editrice Nord), ha narrato le vicende dei Florio fino alla metà dell’Ottocento, conquistando i lettori per la passione con cui ha saputo rivelare la contraddittoria, trascinante vitalità di questa famiglia. Una passione che attraversa anche “L’inverno dei Leoni” (vincitore del Premio Bancarella), seconda e conclusiva parte della saga, che ci ha spalancato le porte del mito dei Florio, facendoci rivivere un’epoca, un mondo e un destino senza pari. La saga dei Florio ha avuto uno straordinario successo internazionale, un vero e proprio caso editoriale: oltre 1 milione e mezzo di copie vendute, più di cento settimane in classifica, in corso di traduzione in 42 Paesi. I due romanzi sono stati trasposti in una fiction tv diretta da Paolo Genovese con Miriam Leone e Michele Riondino.

Ilaria Tuti (1976) vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Ha esordito nella narrativa con “Fiori sopra l’inferno” (Longanesi, 2018). Il secondo romanzo, “Ninfa dormiente”, è del 2019. Entrambi vedono come protagonisti il commissario Teresa Battaglia, la terra natia dell’autrice, la sua storia e i suoi misteri. Con “Fiore di roccia” (2020), e attraverso la voce di Agata Primus, Ilaria Tuti celebra un vero e proprio atto d’amore per le sue montagne, dando vita a una storia profonda e autentica. Nel 2021, con “Luce della notte” e “Figlia della cenere”, torna alle storie di Teresa Battaglia. Nel 2023 va in onda su Rai 1 la serie tv “I casi di Teresa Battaglia” diretta da Carlo Carlei con Elena Sofia Ricci. È inoltre autrice del romanzo “Come vento cucito alla terra” (2022), ispirato alla vera storia delle prime donne chirurgo durante la Prima guerra mondiale. Nel 2023 pubblica “Madre d’ossa”, un nuovo caso per Teresa Battaglia, e nel 2024 “Risplendo non brucio”, un romanzo storico ambientato tra i boschi della Germania e le vie di Trieste durante gli anni più bui e complessi del secondo conflitto mondiale. I suoi romanzi sono pubblicati in 27 Paesi.

Organizza: Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte

In collaborazione con: AIACE, ANPI, IstoretoIstituto piemontese per la storia della Resistenza, Polo del ‘900Media partner: La Stampa

  • Sabato 17 maggio – ore 15.30 – Sala Argento – Padiglione 2

LA RESISTENZA È UN FUOCO D’ARTIFICIO

Susanna NICCHIARELLI in dialogo con Steve DELLA CASA

Regista, sceneggiatrice ed attrice, Susanna Nicchiarelli (Roma1975), ha iniziato la sua carriera lavorando con Nanni Moretti e la Sacher Film. Ha diretto corti, documentari e lungometraggi (Cosmonauta del 2009, La scoperta dell’alba del 2013). Alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia  ha presentato Nico, 1988, biopic incentrato sugli ultimi anni della cantante Christa Päffgen, in arte Nico. La pellicola ha vinto il premio Miglior Film nella sezione Orizzonti. Nel 2020 ha diretto Miss Marx, coraggiosa rilettura punk rock della figura di Eleanor Marx, film premiato ai Nastri d’Argento e vincitore di tre David di Donatello. Al Salone del Libro, Susanna Nicchiarelli dialogherà con il critico cinematografico Steve Della Casa, presentando la fiction “Fuochi d’artificio” (Rai 1), film dedicato alla Resistenza e girato in Piemonte.

Organizzano: ANPI e Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte

In collaborazione con: AIACE, IstoretoIstituto piemontese per la storia della Resistenza, Polo del ‘900Media partner: La Stampa

Al via il Salone del Libro. Tra gli ospiti Joël Dicker, Fazio, Perrin e Reza

Le parole tra noi leggere

XXXVII edizione dal 15 al 19 maggio 2025, Lingotto Fiere

La novità di quest’anno è l’ottava sezione curata dallo psicoterapeuta Matteo Lancini, dedicata al Crescere, che si aggiunge a quelle già presenti lo scorso anno.

 

Il Salone Internazionale del Libro di Torino torna a Lingotto Fiere da giovedì 15 a lunedì 19 maggio 2025, con la direzione di Annalena Benini.

 

Le parole tra noi leggere è il tema della XXXVII edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, tratto dal romanzo omonimo di Lalla Romano. Il Salone sarà un’occasione per rinnovare e omaggiare le parole e la particolare materia di cui sono fatte. L’illustrazione è stata realizzata da Benedetta Fasson, illustratrice e animatrice, che collabora con realtà diverse, da pubblicità per piccole e grandi aziende, a progetti culturali e artistici.

La lectio di inaugurazione sarà di Yasmina Reza, scrittrice e drammaturga francese considerata tra le voci contemporanee più significative.

La novità della XXXVII edizione è l’ottava sezione curata dallo psicoterapeuta Matteo Lancini, dedicata al Crescere, che si aggiunge a quelle già presenti lo scorso anno. Per ogni sezione i curatori hanno ideato tre o quattro incontri-evento che condurranno durante il Salone. Alcuni  nomi: la sezione arte, curata da Melania G. Mazzucco, ci sarà la scrittrice Tracy Chevalier; saranno presenti le registe e sceneggiatrici Francesca e Cristina Comencini e la sceneggiatrice Giulia Calenda, in dialogo con Francesco Piccolo, curatore della sezione cinema; per la nuova sezione crescere, Matteo Lancini sarà in dialogo con il cantante Salmo; per la sezione editoria, curata da Teresa Cremisi, ci sarà l’editrice spagnola Silvia Sesé; parleranno di informazione il curatore Francesco Costacon la giornalista e podcaster Victoire Tuaillon; Luciana Littizzetto, curatrice della sezione leggerezza, dialogherà con i conduttori televisivi Mara Venier e Fabio Fazio; per la sezione romance, la curatrice Erin Doom parlerà con l’autrice Felicia Kingsley; infine, Alessandro Piperno, curatore della sezione romanzo, dialogherà con la scrittrice Jhumpa Lahiri.

Nel programma generale, tra gli ospiti internazionalisaranno presenti al Salone: l’autore olandese Jan Brokken;lo scrittore svizzero Joël Dicker; l’autrice francese Valérie Perrin; due voci della letteratura giapponese contemporanea, Rie Qudan e Saitō Kōhei; l’autore israeliano Etgar Keret; lo scrittore bulgaro Georgi Gospodinov; la scrittrice palestinese Adania Shibli; l’avvocato Scott Turow, tra i primi a creare il genere legal thriller.

 

Gli spazi, le novità e i ritorni

Torna anche per questa edizione la Pista 500, progetto artistico di Pinacoteca Agnelli sull’iconica pista di collaudo delle automobili FIAT sul tetto del Lingotto. Torna uno degli spazi più giovani, animati e frequentati delle ultime edizioni, il Palco Live e il camper di Margherita Schirmacher, che si trasformerà in uno spazio eventi.

I Paesi Bassi sono il paese ospite del XXXVII Salone Internazionale del Libro di Torino, mentre la regione ospiteè la Campania.

Tra le ricorrenze che verranno celebrate al Salone Internazionale del Libro: il centenario dalla raccolta poetica Ossi di seppia di Eugenio Montale, dalla nascita di Andrea Camilleri e di Flannery O’Connor. Inoltre verranno celebrati i 250 anni dalla nascita di Jane Austen.

 

Il Salone del Libro per ragazze e ragazzi

Da sempre il Salone considera il lavoro con i ragazzi e i docenti uno dei suoi obiettivi fondanti e il ruolo attivo dei giovani cresce ogni anno di più. Grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, il Salone del Libro dedica loro un intero spazio, il Bookstock, che quest’anno compie 18 anni.

Anche quest’anno tornano i Gruppi di lettura, la Biblioteca delle Passioni, e il BookBlog. Grazie al sostegno della Regione Piemonte torna il Buono da leggere per le classi residenti in regione. Inoltre, grazie allo strumento dei Patti educativi e alla collaborazione con l’Ufficio V – ambito territoriale Torino – dell’U.S.R. Piemonte, 1500 biglietti omaggio sono a disposizione degli studenti delle scuole delle città metropolitana di Torino, assegnati con l’idea di costruire inclusione sociale e contrastare la povertà educativa. Quest’anno il progetto è dedicato alle Scuole Secondarie di I e II grado del quartiere Barriera di Milano (Circoscrizione) della città di Torino.

Come sempre, sono molte le iniziative per gli studenti delle scuole di vario grado e ordine: per il terzo anno, Oltre la notizia, progetto in collaborazione con il Corriere della Sera che prevede tre incontri tra ragazzi delle scuole secondarie e i giornalisti del giornale; torna poi Adotta uno scrittore, il progetto che mette al centro la lettura; Un libro, tante scuole, la cui lettura sarà Il corpo di Stephen King; Lavorare con i libri, corso di formazione per scoprire la filiera del libro; i Comix Games, contest di ludolinguistica per gli studenti delle scuole medie e superiori organizzato da Comix e Repubblica@scuola.

 

I progetti speciali e il Salone Off

Tornano anche tutti i progetti speciali: dal Concorso letterario nazionale Lingua Madre, giunto ai suoi 20 anni, al Premio Mondello e al Premio Nati per Leggere. Torna inoltre il Rights Centre, dedicato ai professionisti dell’editoria internazionale, da mercoledì 14 a venerdì 16 maggio al Centro Congressi Lingotto.

Torna anche con le sue numerose iniziative il Salone Off, progetto che coinvolge tutta la città di Torino, l’area metropolitana e il territorio regionale. Anche per l’edizione 2025, il Salone Off propone un’ampia gamma di progetti, eventi, iniziative, spettacoli e letture, tra cui: Voltapagina, giunto alla XVIII edizione, progetto che fa entrare autrici e autori nelle carceri piemontesi; torna anche Ballatoio – storie a domicilio, iniziativa che riunisce gli abitanti di un condominio di periferia attorno alla lettura di un libro; dopo il successo dello scorso anno, torneranno le cene letterarie Letture da… gustare, per celebrare tra gusto e lettura anniversari di autori e autrici internazionali; una mostra che esporrà tutti gli scatti realizzati dalle vincitrici della sezione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre dedicato alla fotografia; in occasione dei settant’anni di Feltrinelli lunedì 19 maggio al Teatro Colosseo andrà in scena Il Gattopardo, una storia incredibile, monologo di Francesco Piccolo.

 

Biglietteria e accrediti
È possibile acquistare i biglietti per la nuova edizione del Salone del Libro e fare richiesta di accredito stampa. Per maggiori informazioni consultare il sito: salonelibro.it.

 

 

Giornata della Ristorazione: Torino racconta il futuro della cucina con l’intelligenza artificiale e premi speciali

La ristorazione torinese celebra la sua tradizione e proietta il suo futuro in occasione della Giornata della Ristorazione, con un’innovativa sperimentazione che ha visto protagonisti giovani, adulti e tecnologia.

Organizzata da EPAT Ascom, l’iniziativa ha coinvolto la comunità locale in una riflessione sul futuro della cucina torinese, a partire dalla domanda: “Come immagini la ristorazione tra 10 anni?”. Per la Città di Torino hanno partecipato gli assessori al Commercio, Paolo Chiavarino, e alle Politiche educative, Carlotta Salerno.

Le risposte a questa domanda sono state elaborate da un algoritmo di intelligenza artificiale e tradotte in due visioni artistiche: una rappresentante i sogni e le aspettative dei giovani, l’altra quella degli adulti. La versione “giovane” ha restituito l’immagine di una ristorazione inclusiva, sostenibile e multiculturale, incentrata sulla convivialità. Al contrario, la visione degli adulti ha descritto una ristorazione internazionale, cosmopolita e tecnologicamente avanzata, con un forte desiderio di posizionare Torino come capitale gastronomica mondiale.

Le celebrazioni e le attività previste in occasione del 17 maggio, Giornata della Ristorazione, proseguono. Già nei giorni scorsi si sono svolti eventi speciali nelle scuole torinesi, dove studenti e professionisti del settore sono stati coinvolti in una serie di eventi, tra cui laboratori di cucina ed attività educative. I bambini hanno anche vissuto un momento di convivialità simbolico, con un pranzo che ha visto protagonista l’uovo, alimento scelto come simbolo dell’edizione 2025. Un’iniziativa che ha coinvolto anche l’assessora alle Politiche educative Carlotta Salerno, sottolineando l’importanza del pasto come momento di condivisione ed educazione alimentare.

All’evento organizzato oggi non è mancato il pranzo di gala, dove i Cuochi della Mole hanno celebrato l’uovo preparando piatti innovativi, come l’”Insalatina di asparagi di Santena con ovetto croccante” dello chef premiato Sergio Leggero, vincitore del Premio FIPE 2025 per il miglior piatto all’uovo.

Con 170 ristoranti aderenti alla Giornata della Ristorazione, e ben 52 cucine aperte oltre le 22:00 durante il Salone del Libro, la città di Torino continua a valorizzare la sua gastronomia e il suo ruolo di polo culturale e turistico. I ristoranti aderenti proporranno piatti speciali con l’uovo come protagonista, offrendo un’opportunità unica per vivere e gustare la Torino gastronomica. Un altro esempio di come la ristorazione torinese non sia solo un’attività economica, ma un autentico motore di cultura e socialità.

TORINO CLICK

“Navigare il futuro” al Salone del Libro

Lunedì 19 maggio dalle 12 alle 13 all’Arena Piemonte del Salone Internazionale del Libro di Torino Agostino Ghiglia (nella foto), Annalisa D’Errico e Guido Boella interverranno sul tema “Navigare il futuro: l’educazione digitale come strumento di crescita”.

Avanti Fognini, domani sfida il cinese Bu

Fumata bianca per il tennista ligure che, al primo turno del Piemonte Open Intesa Sanpaolo, si sbarazza facilmente dell’ucraino Oleg Prihodko (n. 309 della classifica Atp), con lo score di 7-5, 6-4, e accede ai sedicesimi di finale dove incontrerà il cinese Yunchaokete Bu (n.65 al mondo, il 2 dicembre 2024, come miglior ranking Atp), che ha sconfitto l’italiano Fonio, giunto dalle qualificazioni col punteggio di 7-6, 6-3.

Un incontro che sulla carta lo vede ancora favorito, a patto che il nostro “Fogna”, come viene da tempo soprannominato, reduce dagli Internazionali BNL d’Italia, dove ha annunciato il suo ritiro a fine stagione, sappia esprimersi con una certa costanza e, soprattutto, con una sufficiente tenuta mentale. Perché, si sa, il nostro talento azzurro, che ci ha regalato momenti grandiosi e indimenticabili, come la vittoria del Master 1000 di Montecarlo, e persino epici in Coppa Davis, quando sconfisse a Napoli il britannico Murray, o agli U.S. Open, quando ebbe la meglio al quinto set contro lo spagnolo Rafa Nadal, tutto genio e sregolatezza e dotato di un braccio eccezionale, ha l’indiscussa capacità di farci levare, un attimo prima, le braccia al cielo per l’entusiasmo e parimenti, un attimo dopo, farcele cadere. Il taggiasco è così, prendere o lasciare. Suscita emozioni, passioni, mai indifferenza, ed è per questo che ci piace. Perché non si tiene tutto dentro ma esterna spesso e volentieri, forse continuamente, i propri sentimenti, le proprie reazioni durante lo svolgersi del match.

Anche oggi i cori da stadio non sono affatto mancati e lo hanno incalzato, sostenuto per tutta la durata della partita. Fanno parte del gioco e del suo gioco. Come se avesse costantemente bisogno di attenzioni e di conferme. Ma a noi piace così, al pubblico piace così. Certo, talvolta si rischia di sconfinare nello psicodramma, ma il suo codice dell’anima riverbera in una cacofonia di stati d’animo e gli appassionati sono pronti a percepire ogni sua subliminale richiesta e a porvi rimedio.

Due set fotocopia che lo hanno visto breakkare l’avversario e volare prima sul 3-1 e poi sul 4-2, quindi rallentare la sua convinzione ed efficacia e farsi in parte raggiungere, ma poi chiudere i due parziali col punteggio di 7-5 e 6-4.

Con il cinese Bu, prossimo avversario, se saprà rimanere concentrato per tutto il match, non dovrebbe avere particolari problemi per il passaggio agli ottavi di finale. Di sicuro il pubblico e i tifosi faranno la loro parte, anche perché è la sua ultima apparizione a Torino, con la stessa passione che lui stesso, come ha recentemente ricordato, ha messo in campo in tutta la sua longeva e brillante carriera.

Patrizio Brusasco