Una finestra sul mare si apre a Torino: dalla più esclusiva destinazione del Mediterraneo all’antica capitale sabauda, ricca di splendori del passato, arte e cultura.


“Dopo che il mendicante costruì il fuoco, Usagi vi saltò dentro e si offrì come pasto. Improvvisamente, il mendicante si trasformò di nuovo nel Vecchio della Luna e salvò Usagi dalle fiamme. E gli disse: “Usagi-san, non farti del male per causa mia. Dal momento che sei stato il più gentile di tutti, io ti porterò indietro sulla luna a vivere con me.” Una leggenda gentile che ricopre vasti territori dell’Asia Centrale e dell’Estremo Oriente, sino all’Iran e alla Turchia, l’effetto è magico se in alcune notti certe macchie della luna posata sul Giappone e sulla Corea e su quei mari ricordano le forme di un coniglio: che gli abitanti di quei paesi immaginano lavorare instancabilmente, intento com’è a preparare dentro un mortaio torte di riso con cui allietare gli esseri lunari. “Rabbit Inhabits in the Moon” è il titolo dell’installazione del 1996 dovuta all’arte di Nam June Paik e medesimo è il titolo, ampliato nell’”Arte di Nam June Paik allo specchio del tempo”, della mostra che s’inaugura oggi al Mao Museo d’Arte Orientale in via San Domenico 11 (visitabile sino al 23 marzo 2025): un piccolo coniglio in legno ad osservare, attraverso lo spazio e il tempo, uno scuro schermo televisivo dentro cui si staglia una luna rotondissima e azzurra, uno sguardo altresì in doppia direzione, dal momento che la luna rimanda e ricambia quello sguardo. Si osserva la realtà e si vive di immaginazione, la tradizione scambia tangibili segnali con il futuro, in un continuo gioco di sguardi e di suggestioni.
Concepita ad inaugurare la stagione espositiva 2024/25 e a festeggiare il 140° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Corea e Italia, è immediatamente confessabile quanto si proceda in una sorta di magia attraverso le varie stanze protettive e inaspettate di questa mostra – curata da Davide Quadrio, direttore del museo, e Joanne Kim, critica e curatrice coreana, con Anna Musini e Francesca Filisetti e con gli apporti di Manuela Moscatiello della Maison de Victor Hugo di Parigi, di Kyoo Lee, curatore della sala dello sciamanesimo, Professore di Filosofia alla City University di New York e di Patrizio Peterlini, direttore della Fondazione Bonotto -, i vari ingressi alleggeriti da candidi veli bianchi, la tradizione e la contemporaneità strette in forti legami di cui il Mao si è fatto e si fa portavoce, simboli e simbologie, la percezione del rito e la performance artistica, “oggetti rituali, opere e installazioni che accostati tra loro suggeriscono nuove narrazioni, letture e significati”, la bellezza di una cultura pressoché sconosciuta ai molti, le sensazioni avveniristiche che si trovano affiancate a raffinati manufatti coreani provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, il parigino Musée Guimet, il Museo d’Arte Orientale “Edoardo Chiossone” di Genova, il Museo delle Civiltà di Roma. Ogni elemento risulta leggero, fluido e aereo, quasi danzante, “tra l’umano e il divino” si spinge ad affermare Quadrio, avvolto nelle musiche di un pianoforte che rivisita Chopin o specchiantesi nella superficie del pavimento che rimanda in un gioco di specchi ogni immagine, ferma o in movimento. Un movimento, l’avanzare di ognuno di noi dettato dalla necessità e dal piacere di “prendersi il tempo giusto per vedere le cose”, per sentire, per cercare emozioni.
Al centro del progetto la figura di Nam June Paik (Seul, 1932 – Miami, 2006), artista centrale nel panorama culturale del XX secolo e considerato uno dei pionieri della video arte. Figlio di un fabbricante tessile, fu allevato nello studio del pianoforte e della composizione, nel ’56 si spostò in Germania dove incontrò e si legò in amicizia con Stockhausen e soprattutto con John Cage, aderì al movimento Fluxus, uno dei primi movimenti d’avanguardia a essere coinvolto nella musica e sviluppatosi negli Stati Uniti e in Germania all’inizio degli anni Sessanta, lavorò su vari progetti con la violoncellista Charlotte Moorman. Nel 1968, allorché la Sony mette sul mercato “Porta Pack”, la prima telecamera portatile, l’artista l’acquista immediatamente e realizza un video sul traffico caotico nel giorno della visita di Paolo VI a New York; nello stesso giorno presenta questo suo primo video e una installazione video: è nato il primo video d’arte della storia. E ancora il premio nel ’93 per il miglior padiglione alla Biennale veneziana, del 2005 “Chinese Memory”, una delle sue ultime opere, ovvero un’installazione contenente un apparecchio televisivo dove pittura libri antenna e una pergamena cinese felicemente coabitano. Un maestro quindi, portatore di un’eredità e di un’importante influenza su chi è venuto dopo di lui, Jesse Chun, Chan-Ho Park e Shiu Jin tra gli altri, debitori di uno sguardo nuovo, di una filosofia che guarda alla spiritualità e al progresso della tecnologia, all’assogettamento al capitalismo contrapposto ad una poetica insita in ciascuno di noi.
Non dovrà – hanno pensato con intelligenza i curatori – il visitatore affidarsi a un percorso “obbligatoriamente” cronologico, ma affidarsi diremmo quasi ai sentimenti, ai pensieri, al gioco di rimandi e riletture, alle metafore che le tappe del percorso suggeriscono. In primo luogo a quell’involucro di elementi sonori, musicali e performativi, che ci lasciano tornare con la memoria all’interesse primo dell’artista. Di sicuro interesse saranno “Sounds Heard from the Moon. Part 2” (2024) che il Mao ha per l’occasione specificatamente commissionato a Jiha Park che “nella sua ricerca utilizza strumenti tradizionali coreani, come il piri, il Saenghwang e il Yanggeum”; e “Nocturne No. 20 dove Kyuchul Ahn propone una rivisitazione della musica di Chopin, completata da una performance (“una scomposizione”, indicano le curatrici) in cui gli 89 martelletti del pianoforte saranno gradualmente rimossi a ogni esecuzione del pianista, portando alla graduale scomparsa del suono.
Con assai più prezioso interesse saltano all’occhio di chi guarda le fotografie a colori chiamate a testimoniare performance, un antico dipinto coreano del XII secolo, una giacca sovrakimono maschile, di fattura giapponese, degli anni Trenta del XX secolo che mostra al suo interno una coppia di conigli intenti a macinare il riso per la preparazione di un dolce tradizionale, come su una parete s’allineano, firmate dall’artista, un’immagine (“Human Cello”, 1984) che rimanda con un’altra lingua alle tematiche di Man Ray o anche a una più o meno scollacciata cinematografia italiana (ma qui non d’obbligo!) degli anni Settanta, e uno strumento (“Plexiglas Cello Tv”, 1989), dove trovano posto corde e altri elementi lignei di violoncello.
Un fitto public program si articolerà nei mesi d’apertura della mostra, dai video di approfondimento alle tante pubblicazioni, da un programma musicale a cura di Chiara Lee e Freddie Murphy alla perdurante collaborazione con il Mercato Centrale, che ha già visto la performance del gruppo coreano GOOSEUNG, per la prima volta in Italia e che proseguirà con una serie di eventi a tema che coinvolgeranno cibo, ritualità e design, “combinando con spirito contemporaneo l’Asia e le sue realtà più sperimentali di arte, cultura e cucina”, sottolineano ancora gli organizzatori.
Elio Rabbione
La mostra temporanea “Il viaggio delle piante”, apertasi il primo ottobre scorso e visitabile fino a martedì 26 novembre prossimo è parte della decima edizione di Art Site Fest, e si snoda attraverso la peregrinazione del mondo vegetale. In un’epoca in cui l’uomo non è più al centro della narrazione, l’artista Elizabeth Aro invita il pubblico a riflettere sulla rete di interdipendenze che unisce le diverse forme di vita. Le sue opere diventano uno strumento per esplorare un mondo complesso che sfida le categorizzazioni. Aro riprende la breve e intensa poesia del poeta spagnolo Ramón Jímenez “Radici e ali”, ma che le ali mettano radici e le radici volino. La mostra è idealmente suddivisa in tre capitoli, il primo esplora il tema delle radici, il secondo è dedicato al viaggio e rende omaggio alla biodiversità sudamericana e alla tradizione botanica espressa nei taccuini e nei disegni dei primi esploratori; infine, il terzo capitolo, celebra l’esuberanza della vita vegetale, un inno alla crescita e alla vitalità. Elizabeth Aro è nata a Buenos Aires e risiede a Milano, ha esposto in importanti istituzioni quali il Museo Reina Sofia di Madrid, la GAM di Torino, il Mamba di Buenos Aires e il Macro di Rosario.
Museo della Frutta Francesco Garnier Valletti – via Pietro Giuria 15, Torino
Tel: 011 6708195
Orari: da lunedì a sabato 10-18 / domenica chiuso
Mara Martellotta
Attesi 607 atleti partecipanti e quasi mille cani provenienti da tutta Italia ma anche da Europa, Stati Uniti, Canada e Brasile.
Con l’appuntamento, in programma dal 18 al 20 ottobre, che si svolge sotto il patrocinio del Comune di Bardonecchia e della Città Metropolitana di Torino, sarà la seconda volta che l’Italia ospiterà la competizione mondiale, dopo quella del 2017 svoltasi a Santa Maria Maggiore (Verbano-Cusio-Ossola).
Questo sport, nato in Europa come forma di allenamento per i cani che portavano le slitte, è diventato popolare come sport autonomo in tutto il continente, in particolar modo nel Regno Unito ed in Francia.
Per quanto riguarda l’Italia, dove la prima gara è stata fatta nel 2012, questa disciplina è in continua crescita. Il Canicross di Canicross Italia CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale) è il primo sport cinofilo in Italia per media di iscritti alle gare, ben 113, per il secondo anno consecutivo. Un successo che dimostra chiaramente la crescita costante di questo sport, che in soli 11 anni, partendo da zero ha conquistato la fiducia ed ha appassionato tantissimi binomi provenienti da tutta Italia. Binomi che eccellono anche nelle competizioni internazionali.
Tre le discipline in gara, che saranno disputate tra Campo Smith e Melezet, su percorsi attentamente preparati: corsa, bici e scooter, una sorta di monopattino con grandi ruote.
“Quello che caratterizza questo sport – sottolinea Franco Quercia, responsabile nazionale della disciplina Canicross – è la grande attenzione ai cani, i nostri compagni di vita e di gara. Per tutta la durata dell’evento sarà disponibile h24 un team veterinario, non solo quindi per la gara ma anche per i momenti di riposo. Siamo l’unico sport che prevede un controllo veterinario pre gara. C’è insomma la massima attenzione al benessere dei nostri amici”.
Il via al Mondiale venerdì 18 ottobre, alle 18, con una sfilata di atleti e partecipanti dal Campo Smith al Palazzo delle Feste con il saluto delle Autorità e dei vertici di Csen.
“Siamo molto contenti di poter ospitare a Bardonecchia questo appuntamento – dice il vice sindaco Vittorio Montabone – questi mesi di avvicinamento al Mondiale sono stati ricchi di emozioni e per noi veramente un’esperienza nuova. Ringraziamo ancora una volta Csen Italia e tutto il movimento per avere scelto il nostro territorio per disputare queste gare. L’impegno da parte nostra è stato massimo per organizzare al meglio l’accoglienza di atleti ed accompagnatori e dei loro cani. Speriamo veramente che si possa vivere tutti insieme un’esperienza indimenticabile. Non ci resta, a questo punto, che dare il benvenuto al mondo del Canicross”.
CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60
Ritornando sulla questione delle difficoltà di datazione, definizione cronologica e sequenzialità delle incisioni di determinate case discografiche, non si può che ribadire l’osticità di svariate etichette che a mo’ di “tabula rasa” presentavano a malapena il nome della band, il titolo della canzone e gli autori dei brani ed il numero di catalogo. Un esempio lampante di questo tipo di etichette fu la “Studio City Records” di Minneapolis (Minnesota), che recava grafiche spartane (in nero-arancio o in rosso-giallo), stili lineari, scarse indicazioni generali e la pressoché totale assenza di nomi di produttori, studi di registrazione e indirizzi. Eppure a livello storico la “Studio City Records” contribuì con svariate incisioni al catalogo del garage rock a stelle e strisce degli anni ‘60, coprendo l’area ovest del Midwest e inglobando occasionalmente bands canadesi di oltre confine.
Qui di seguito, il catalogo finora definito dei soli 45 giri di “Studio City Records”:
– Deviny James “That’s Allright Mama / Baby Child” (1002) [1961];
– Cager Rose “Please Come Back / Let Her Go” (1001) [1963];
– Len Gale “Foolish Pride / Sentimental Me” (1006) [1963];
– Johnny Lidell “Immune To Love / Bimbo” (1007) [1963];
– The Titans “The NoPlace Special / Reveille Rock” (1008) [1963];
– The Charms “Pattin’ Leather / Night Train To Memphis” (1009) [1963];
– The Shattoes “Do You Love Me / Surf Fever” (1010) [1964];
– Chet Orr and The Rumbles “Please Free Me / Be Satisfied” (1012) [1964];
– Maurice Turner “On The Street Where You Live / The Bass That Walked To Town” (1013) [1964];
– Little Joe and The Ramrods “Somebody Touched Me / Hurtin’ Inside” (1014) [1964];
– The Country Kids “I’ll Cry Tomorrow / You’re Still In My Heart” (1015) [1964];
– Johnny McKane and The Inspirations “Inspiration / I’ve Been Here Before” (1016) [1964];
– Rose Mae LaPointe “Phantom Buffalo / Maybe Now” (1017) [1964];
– Harvey Urness “Never Been Blue / Send Me A Rose Of Red” (1018) [1964];
– LITTLE JOE AND THE RAMRODS “We Belong Together / Ooh Poo Pah Doo” (1019) [1964];
– Roy Rowan “I Never Thought You’d Turn Me Down / Our Love” (1020) [1964];
– Lloyd Hansen and The Country Drifters “Redwing / When It’s Springtime In The Rockies” (1022) [1965];
– LITTLE CAESAR AND THE CONSPIRATORS “It Must Be Love / New Orleans” (1023) [1965];
– Roger Rainy “Haunted House / Cold And Lonely Winter” (1024) [1965];
– THE SANDMEN “I Can Tell / You Can’t Judge A Book By Looking At The Cover” (1025) [1964];
– THE FURYS “Baby What’s Wrong / Little Queenie” (1026) [1965];
– The Carlson Sisters with The Centurys “Falling / Tell Me” (1027) [1965];
– THE STOMPERS “I Know / Hey Baby” (1028) [1965];
– The Blue Diamonds “Jailhouse Song / Big Blue Diamonds” (1029) [1965];
– THE BLEACH BOYS “Must Be Love / Wine, Wine, Wine” (1030) [1965];
– THE BANDITS “All I Want To Do / Buzzy” (1031) [1965];
– THE KINETICS “I’m Blue / Feeling From My Heart” (1033) [1965];
– THE PAGANS “Baba Yaga / Stop Shakin’ Your Head” (1034) [1965];
– THE MARAUDERS “She Threw My Love Away / Caliente” (1035) [1965];
– Texas Bill Strength “Million Memories / Cattle Call” (1036) [1965];
– THE SHANDELLS “Here Comes The Pain / Summertime Blues” (1037) [1965];
– Kathi Norris “My Jim / Wise Men Say” (1038) [1965];
– Sebastian “We Who Stay At Home / I’m The Boy” (1039) [1965];
– THE OUTCASTS “You Do Me Wrong / Love Eternal” (1040) [1965];
– Jimmy Cea and The Country Tigers “King Of The Swamp / Funeral For My Heart” (1041) [1965];
– The Defiants “Bye Bye Johnny / Maggie’s Farm” (1042) [1965];
– Jolly Bohemians “Helena Polka / Lakeside Waltz” (1043) [1965];
– Tom Magera and The Versatones “The Happy Harry Polka / The Hopeful Polka” (1044) [1965];
– THE DEVILLES “High Blood Pressure / Cry Baby” (1045) [1965];
– “YES IT IS” “Little Boy / Walkin’ The Dog” (1046) [1966];
– THE ACTION “You’re Gone / Odin” (1048) [1966];
– THE VAQUEROS “Growing Pains / 69” (1049) [1966];
– CANADIAN BEL-TONES “Hey Doll! / The Funny Little Girl On the Corner” (1050) [1966];
– Les Royal And His Sounds “Summer Rain / They Remind Me Too Much Of You” (1051) [1966];
– “YES IT IS” “Lovely Love / That Summer” (1052) [1966];
– THE EMBERMEN FIVE “Fire In My Heart / Without Your Love” (1053) [1966];
– Bob Bird “Oh How It Hurts / I’d Still Want You” (1054) [1966];
– The Four Winds “Born To Lose / In The Mood” (1055) [1966];
– THE BOSS TWEADS “Goin’ Away / It’s Best You Go” (1056) [1966];
– THE ACTION “It’s Not The Way (That Love Should Be) / Time Flies” (1058) [1966];
– THE VAQUEROS “Don’t You Dare / Mustang Sally” (1059) [1966];
– THE COBBLERS “Smokin’ At The Half Note / Maybe I Love You” (1060) [1966];
– THE EMBERMEN FIVE “My Love For You Won’t Die / Baby I’m Forgettin’ You” (7-8088) [1967];
– Ben Pena “Away, Far Away / Make Way For me” (1061) [1967];
– Country Briars “Christmas Time’s A-Coming / No Snow On The Branches” (UA 10-38167) [1967].
Gian Marchisio
Dal 23 ottobre torna “La Costituzione aperta a tutti”, il ciclo di incontri itinerante organizzato dalla casa editrice Giuffrè Francis Lefebvre insieme all’Università RomaTre, con l’obiettivo di promuovere la cultura giuridica fra i giovani di tutta Italia e contribuire a rendere il diritto sempre più accessibile.
L’iniziativa, giunta alla sua settima edizione, nasce con l’intento di esplorare insieme a studenti, cittadini ed esperti giuridici i legami tra conoscenza, cultura, libertà e società attraverso una serie di appuntamenti in tutta Italia dedicati alla Costituzione.
Ad aprire il programma de “La Costituzione aperta a tutti” 2024/2025, mercoledì 23 ottobre alle ore 10.30 presso la Cavallerizza Reale, Aula Magna dell’Università di Torino (via Giuseppe Verdi 9), sarà uno speciale evento inaugurale dedicato al tema della “Laicità”, promosso in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino.
Dopo i saluti iniziali di Marco Ruotolo, Università Roma Tre e Antonio Delfino, Direttore Comunicazione e Relazioni istituzionali di Giuffrè Francis Lefebvre, Gustavo Zagrebelsky, ex Giudice della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana, terrà una lectio brevis dedicata alla tematica della laicità nel pensiero di Leopoldo Elia.
L’incontro proseguirà con due interessanti approfondimenti che andranno ad indagare argomenti fortemente attuali al centro del dibattito pubblico. Il primo, moderato da Marco Ruotolo e intitolato “L’esposizione dei simboli religiosi nelle aule scolastiche”, vedrà Valeria Marcenò, Direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, dialogare con Roberto Mazzola, Professore presso l’Università del Piemonte Orientale. Il secondo dal titolo “La condizione delle donne nelle religioni”, avrà come protagoniste Maria Chiara Giorda, Professoressa presso l’Università Roma Tre, e Stefania Palmisano, Professoressa presso l’Università di Torino, in un dialogo moderato da Marta Caredda, Ricercatrice presso l’Università Roma Tre.
Per partecipare all’incontro è necessario prenotarsi scrivendo all’indirizzo costituzioneaperta@giuffrefl.it entro il 21 ottobre 2024. L’ingresso è libero, fino a esaurimento posti.
Il programma de “La Costituzione aperta a tutti” 2024/2025 è stato anticipato da uno speciale appuntamento che, per la prima volta, ha portato questa prestigiosa iniziativa oltre i confini italiani, consolidando ulteriormente il suo primario obiettivo di diffondere ovunque l’educazione alla legalità e ai principi costituzionali. Il 6 settembre 2024 presso la Scuola italiana “Cristoforo Colombo” a Buenos Aires, Marco Ruotolo ha infatti tenuto una lezione online per raccontare agli studenti i principi del nostro patrimonio costituzionale, a partire dalla sua genesi fino alla sua attuazione: un evento unico, che ha unito due culture diverse attraverso la Costituzione.
Dopo Torino, gli appuntamenti della settima edizione de “La Costituzione aperta a tutti” proseguono in tutta Italia: a Firenze (28 novembre 2024 ore 10.30, tema “Famiglia”), a Pisa (24 gennaio 2025 ore 11.00, tema “Fiducia”), a Roma (20 febbraio 2025 ore 10.00, tema “Sussidiarietà) e a Messina (25 marzo 2025 ore 10.30, tema “Minoranze).
Per promuovere ancora di più la cultura giuridica nelle scuole, i momenti in presenza previsti dal progetto “La Costituzione aperta a tutti” si affiancano all’omonimo laboratorio didattico permanente online sulla piattaforma del Ministero dell’Istruzione e del Merito Educazione Digitale (https://www.educazionedigitale.it/lacostituzioneapertaatutti/) dove docenti scolastici di ogni scuola e grado possono attingere alle registrazioni degli eventi e ad altri numerosi materiali online. A questo scopo, Giuffrè Francis Lefebvre ha anche prodotto per l’occasione un eBook gratuito, a cura di Marco Ruotolo e Marta Caredda, disponibile per il download da parte di tutte le scuole italiane, oltre che in versione cartacea.
Il volume intende proporsi come un’opera corale e in divenire, che ha l’ambizione di essere letta e consultata in tutti quei luoghi in cui si avverta l’esigenza di approfondire tematiche di educazione civica e di cultura della legalità, a partire naturalmente dalle scuole e dalle università, per dialogare sugli elementi fondanti della democrazia, sui diritti e doveri dei cittadini dei quali la nostra Carta costituzionale si fa garante, concretandone la salvaguardia e la divulgazione. Un invito a non rifugiarsi nell’indifferenza, a far vivere la Costituzione repubblicana riscoprendo la profondità e l’attualità delle sue “parole”, a settantacinque anni dall’entrata in vigore. |
PROGRAMMA COMPLETO “La Costituzione aperta a tutti” 2024/2025
23 ottobre 2024 ore 10.30 Torino, Cavallerizza Reale, Aula Magna dell’Università di Torino (via Giuseppe Verdi 9) Tema: Laicità
28 novembre 2024 ore 10.30 Firenze Tema: Famiglia Lezione di Andrea Simoncini, introduce Marta Caredda
24 gennaio 2025, ore 11.00 Pisa Tema: Fiducia Lezione di Tommaso Greco, introduce Marco Ruotolo
20 febbraio 2025, ore 10.00 Roma Tema: Sussidiarietà Lezione di Antonio D’Atena, introduce Marco Ruotolo
25 marzo 2025, ore 10.30 Messina Tema: Minoranze Lezione di Gaetano Silvestri, introducono Marta Caredda e Marco Ruotolo |
Protagonisti indiscussi sono la birra Paulaner e i gustosi piatti preparati al momento nella grande cucina a vista, serviti direttamente al tavolo da oltre 90 giovani vestiti con i tipici costumi bavaresi, il ‘dindrl’ per le ragazze e il ‘lederhosen’ per i ragazzi. Non mancheranno le ‘Bretzeline’, le ragazze con i bretzel, che passeranno tra i tavoli con i prodotti appena sfornati.
L’Oktoberfest prevede anche due eventi serali a tema: la Notte di Halloween, in programma il 31 ottobre, e la Serata Universitari del 23 ottobre, in collaborazione con i Blaash, pensata per offrire ai giovani studenti una serata di musica e divertimento.
È possibile prenotare un tavolo per il pranzo o la cena direttamente sul sito oktoberfest.torino.it, sia per singoli, sia per gruppi. La prenotazione consente di evitare attese all’ingresso e garantisce il posto riservato al tavolo.
Il sabato e la domenica, l’apertura del padiglione sarà alle ore 11.00, mentre dal lunedì al venerdì si inizierà alle 18.00.
L’ingresso è gratuito.
TORINO CLICK
Il surreale confronto che è andato in scena, e che continua a tenere impegnate le relative curve di tifosi, sulla concezione di “reato universale” per la Gpa, cioè il volgarmente detto “utero in affitto”, evidenzia ancora una volta il basso livello qualitativo della classe politica contemporanea e delle rispettive basi elettorali.
Un tema profondo ed eticamente spinoso come questo, avrebbe meritato di essere affrontato con la giusta e dovuta preparazione nel merito, oltre ad una buona dose di approfondimento. Invece, si è scelta ancora una volta la strada delle barricate contrapposte, a suon di slogan con cui imboccare i gruppi ultras a sostegno.
Un confronto che si è particolarmente incentrato sul diritto o meno delle coppie omosessuali ad avere figli, totalmente distante dalla realtà di una pratica medica, la Gpa, affrontata in oltre il 90% dei casi da coppie eterosessuali.
Coppie eterosessuali dall’alta capacità di spesa, considerati i costi oltre i 50 mila Euro attuali, che smentisce la narrazione del centrosinistra secondo il quale si danneggerebbero, ora, le fasce più deboli.
Un concetto di reato universale che lascia perplessi, andando a colpire una pratica che, se eseguita un un Paese in cui è legale, difficilmente potrà portare ad incriminazioni, processi o condanne, e che esclude anche la Gpa compassionevole, tra consanguinei.
Sebbene moralmente condivisibile l’arginare la mercificazione della donna in condizione di povertà, che porta molte di esse a vendere il proprio utero per necessità economiche, finendo vittime di organizzazioni internazionali che sul loro bisogno creano veri e propri imperi economici, si colpisce anche la possibilità che una sorella si presti ad una pratica medica per sopperire alle difficoltà della propria congiunta.
Una tecnica medica moderna che andava normata nel merito, perché scienza e medicina evolvono, a differenza della nostra classe politica che, ancora una volta, ha mercificato un tema complesso sull’altare della propaganda e sulla ricerca di consenso a basso costo.
Claudio Desirò
Segretario Associazione Italia Liberale e Popolare
Un nuovo progetto di grande valore, che dà voce e volto ai protagonisti della filiera
Pistoia, 18 ottobre 2024 – Conad Nord Ovest rinnova il proprio impegno per la valorizzazione delle eccellenze territoriali con il progetto “Produttori in viva voce“. Prosegue dunque incessante il lavoro di promozione di una filiera corta e sostenibile, con attenzione particolare ai benefici per l’economia locale, mettendo in luce l’impegno quotidiano di chi garantisce la qualità dei prodotti.
Un impegno che trova oggi espressione ulteriore attraverso i racconti dalle vive voci dei produttori: inizia con 60 interviste un Progetto di incontro con i produttori delle nostre eccellenze finalizzato a raccogliere e raccontare le storie, le peculiarità e le distintività dei prodotti che abbiamo selezionato per area e stagionalità. I primi contenuti trovano spazio anche pubblicati nei Magazine dedicati al localismo di ottobre e novembre e che coinvolgono una selezione dei produttori delle regioni servite da Conad Nord Ovest, tra cui Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia, Mantova città, Sardegna, Valle d’Aosta e Lazio. Questi periodici rappresentano per Conad Nord Ovest uno strumento di comunicazione essenziale, concepito per avvicinare i clienti alle realtà produttive locali.
“In un mercato in continua evoluzione, il localismo è una leva strategica che ci permette di avere un’offerta distintiva e allo stesso tempo essere volano per la crescita delle comunità in cui operiamo, creando valore economico e anche socio-ambientale. afferma Marco Brambilla, Direttore Generale di Conad Nord Ovest. “Vogliamo che i nostri clienti comprendano l’importanza delle scelte che fanno e il loro impatto positivo sul territorio, supportando così anche un consumo consapevole ed uno sviluppo sostenibile. Uniamo localismo e sostenibilità per la crescita ed il valore futuro”
Un impegno, dunque, verso la comunità e verso le aziende del territorio e la tutela della biodiversità, ma anche l’opportunità di scelte consapevoli da parte del cliente: è ciò che accade dal 2022 con ‘Scontrino Parlante’ , che consente ai clienti di visualizzare direttamente sullo scontrino il contributo delle loro scelte di acquisto alle aziende locali, rendendo trasparente il valore generato per le imprese del territorio.
“La nostra strategia commerciale si fonda sulla valorizzazione delle filiere locali e sull’impegno per la qualità” evidenzia Alessandro Bacciotti Dir. Commerciale di Conad Nord Ovest. “Con iniziative come ‘Produttori in viva voce’ e con la selezione dei prodotti “’I Nostri Ori’, coinvolgiamo sempre più produttori locali e rendiamo il localismo concreto e visibile. Dare voce e volto ai nostri produttori è fondamentale: sono loro stessi che promuovono le proprie aziende, si fanno conoscere, veicolano il loro prodotto, le loro eccellenze. L’obiettivo certamente è quello di confermare il nostro ruolo e di garantire un’offerta distintiva e autentica per i nostri clienti”
Nel 2023, la Cooperativa ha collaborato complessivamente con 1.376 fornitori locali nei territori in cui è presente – Piemonte e Valle d’Aosta, Liguria, Emilia e Mantova, Toscana e Lunigiana, Lazio e Sardegna – generando un volume d’affari di oltre 433 milioni di euro. Questa rete permette di offrire prodotti di eccellenza a filiera corta, stimolare la crescita delle aziende del territorio e l’indotto corrispondente, nonché di adottare tecniche a basso impatto ambientale e di promuovere un’economia più equa.
La distintività di Conad Nord Ovest e dei suoi Soci sul territorio passa proprio dalla leva del localismo e dal progetto identitario de “I Nostri Ori“. Questo marchio ombrello porta sugli scaffali dei punti vendita Conad Nord Ovest eccellenze locali, garantite da controlli rigorosi per assicurarne provenienza, freschezza e tracciabilità. Nel 2023, i prodotti “I Nostri Ori” hanno generato un fatturato di 108 milioni di euro nei punti vendita Conad Nord Ovest, coinvolgendo in questa dinamica le migliori realtà produttive dei territori. I Nostri Ori oggi contemplano anche l’ampia selezione di prodotti ortofrutticoli e di pescato locale dei Consorzi Ori regionali , organizzazioni che riuniscono produttori ortofrutticoli regionali e rappresentano l’apice della volontà di valorizzare e sostenere le eccellenze locali