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Parte da Sermoneta il corso del Mit

BENI CULTURALI E ALTA TECNOLOGIA

PARTE DAL CASTELLO CAETANI DI SERMONETA IL CORSO DEL MASSACHUSETTS INSTITUTE OF THECNOLOGY DEDICATO ALLA SCIENZA DEI MATERIALI IN ARCHITETTURA, ARCHEOLOGIA E ARTE

 

Per il quarto anno consecutivo, quindici studenti del Massachusetts Institute of Technology guidati dal professor Admir Masic prenderanno parte a ONE-MA3 – Materials in Art, Archeology and Architecture. Nei 23 giorni di corsi, visite ed esperienze i partecipanti, si muoveranno tra Lazio, Campania e Piemonte partendo da Sermoneta. In Lazio le attività coinvolgeranno anche Ninfa, Terracina, Sabaudia e ovviamente Roma dove si realizzeranno incontri con i Musei Vaticani e con l’American Accademy in Rome. Successivamente gli studenti ammireranno l’area archeologica di Pompei per poi trasferirsi a Torino e visitare il Centro e la Reggia di Venaria Reale e continuare le importanti collaborazioni in essere con il Museo Egizio di Torino.

ONE-MA3 si chiuderà infine nel piccolo paese di Aramengo, nel Monferrato, con quattro giorni dedicati ad esperienze pratiche sulle tecniche antiche e i materiali in un’ottica di innovazione e sostenibilità.

Gli studenti, provenienti del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del MIT, avranno modo di seguire lezioni teoriche e partecipare a esperienze sul campo. Le attività saranno guidate dal professor Admir Masic, l’ideatore del corso, e saranno coordinate in Italia dall’Associazione per la Ricerca e l’Educazione nell’Arte, Archeologia e Architettura (AREA3) e in particolare da Gianfranco Quaranta (droni, stampa 3D), Roberto Scalesse (restauratore, Erresse group) e Marco Nicola (chimico, Adamantio Science in Conservation). L’attenzione del corso si focalizzerà sull’insegnamento di strategie di sostenibilità attraverso lo studio dei successi del passato.

Dal cambiamento climatico globale all’inquinamento e alle risorse energetiche, la sfida è di guardare a opportunità di sviluppo di nuovi materiali, attraverso la lente del passato. Nella prima parte del corso gli studenti prenderanno contatto diretto con le aree archeologiche di epoca romana e medioevale, i materiali e le tecniche di interesse storico artistico usati per crearli e le più innovative metodologie di rilievo 3D e diagnostiche usate per studiarli.

Nella seconda parte il focus sarà, invece, sull’antico Egitto e sul Barocco, con un’ attenzione particolare alle nuove tecnologie impiegate al Museo Egizio per la mostra Archeologia Invisibile e alla scienza che aiuta l’archeologia spiegata da direttore Christian Greco. In generale le attività del corso riguarderanno la relazione tra scienza, beni culturali e tecnologia.

Non riguarderanno solo il ruolo delle scienze nella conservazione dei beni culturali ma metteranno in evidenza il contributo che lo studio dei materiali e delle tecniche antiche può apportare per ispirare lo sviluppo di nuovi materiali e soluzioni tecnologiche nelle più avanzate applicazioni delle discipline tecnico-scientifiche.

Ok ai fondi per le piccole stazioni di sci

Sbloccati i fondi per le piccole stazioni sciistiche. Parere favorevole, nella seduta  della Conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale, presieduta dal presidente Stefano Allasia, al provvedimento urgente a favore degli impianti delle microstazioni montane.

Una decisione unanime. su proposta dell’assessore regionale al Bilancio e alle attività produttive Andrea Tronzano, che ha presentato il provvedimento identico all’analogo licenziato a maggio dalla terza Commissione e decaduto con la vecchia legislatura.

Una procedura abbreviata, in attesa della costituzione delle Commissioni permanenti, possibile per l’unanime volontà dei gruppi e giustificata dalla necessità di rendere possibile alle piccole stazioni alpine la preparazione della prossima stagione invernale. Proprio per questo motivo è stato mantenuto l’identico testo del provvedimento che era stato predisposto dalla precedente Giunta regionale.

Sport montani, sbloccati i fondi per il sistema neve

“La prima conferenza dei capigruppo ha mostrato subito il cambio di velocità dell’Ente Regione. Il Gruppo di Forza Italia, insieme con di tutti gli altri partiti, ha sbloccato la procedura per l’erogazione dei contributi a favore del sistema neve legati alla LR. 2 del 26.01.2009; evitando quindi un nuovo passaggio nella III Commissione che aveva già dato parere favore nella scorsa legislatura all’impegno di spesa. Ora la Giunta predisporrà i bandi. Si tratta di interventi per un totale di 10 milioni di euro: 4 milioni di euro saranno destinati a sostegno dell’innevamento programmato, alla messa in sicurezza delle piste, al supporto per le microstazioni; 6milioni invece verranno destinati per investimenti su nuovi impianti.

L’obiettivo è quello di sostenere i territori montani, migliorandone l’offerta turistica, consentendo la pratica degli sport invernali in piena sicurezza e di tendere la mano ai tanti operatori e lavoratori attivi in questo comparto strategico per l’economia piemontese“. Ad affermarlo in una nota il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Paolo Ruzzola e i consiglieri regionali Alessandra Biletta, Franco Graglia e Carlo Riva Vercellotti.

Tante novità per il Valborbera Trail

Il leggero spostamento in avanti nel calendario, alla prima settimana di ottobre, è solo una delle novità della quarta edizione del Valborberatrail, in quello che ormai è considerato un tempio dell’offroad in Italia, Cantalupo Ligure (AL)

La manifestazione piemontese ha un indubbio merito, quello di unire l’attività podistica di vertice con le finalità benefiche: sin dall’inizio infatti la gara ha avuto lo scopo di raccogliere fondi per l’AIL, Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, portando finora nelle casse della sezione di Alessandria oltre 25.000 euro.

L’impegno organizzativo anche quest’anno sarà massimo, anzi andrà oltre il passato, perché saranno ben 4 i percorsi allestiti: il principale sarà quello di ben 100 km con 5.600 metri di dislivello che assegnerà a coloro che lo completeranno ben 5 punti Itra, essendo la gara alessandrina qualificante per l’Ultra Trail du Mont Blanc. Poi c’è la mezza distanza, 50 km per 2.800 metri con 3 punti Itra. La novità di quest’anno è costituita dal percorso di 20 km per 1.150 metri, un punto assegnato, infine il tracciato di 10 km aperto a tutti, con un dislivello di 500 metri, Trofeo Andrea Chaves.

L’appuntamento è per il 4 ottobre, quando da Piazza Europa a Cantalupo Ligure inizieranno le partenze: alle 21:00 scatterà l’avventura dello strong trail. Il giorno dopo, quando i primi concorrenti della gara lunga avranno già tagliato il traguardo, il via alle 9:00 per le prove da 50 e 20 km, alle 15:00 spazio agli appassionati del minitrail. Le iscrizioni sono già aperte: fino al 31 agosto si pagheranno 80 euro per la gara più lunga e 40 per la 50 km, dal giorno dopo aumento di 10 euro. Quote fisse invece per gli altri due percorsi, 20 e 10 euro. In totale è previsto un limite massimo di 1.000 atleti, equamente divisi fra i 4 tracciati.

La gara, intitolata alla memoria di Mario Tacchella, è consociata con il Bergtrail in programma a Bergeggi (SV) il 20 ottobre, attraverso una classifica combinata a coppie (per il Valborberatrail fa fede il percorso di 50 km), con la somma dei tempi raggiunti da un atleta in Piemonte e dall’altro in Liguria, previa la comunicazione delle coppie e della scelta degli eventi. Come detto all’inizio, Cantalupo Ligure, pur essendo un piccolo centro situato sulla destra del torrente Borbera (poco più di 500 i suoi abitanti) è considerato ormai uno degli epicentri del trail italiano, con la gara di ottobre che è il corrispettivo autunnale de Le Porte di Pietra che si disputa a maggio. E’ la forza di un territorio che nel periodo della gara assume colorazioni straordinarie, da vedere con gli occhi, attraverso qualche escursione, facendone una parentesi dallo stress quotidiano: abbinare il trail a una breve vacanza sarebbe davvero una buona idea…

Per informazioni: BergTeam, tel. 335.6883219, http://www.valborberatrail.it

 

Estate al Forte di Exilles 

Percorrendo le curve sinuose della statale 24, che porta al valico del Monginevro, è impossibile non restare colpiti dall’imponenza del Forte di Exilles.
 La struttura difensiva si trova in alta Valle di Susa ed è perfettamente incastonata tra i ripidi pendii delle montagne, tanto da sembrare lì da sempre. 
In realtà, le prime notizie dell’esistenza di una fortificazione ad Exilles sono contenute in una cronaca dell’abbazia di Novalesa risalente al VII secolo. Tale prima struttura era certamente molto diversa da quella visitabile ancora oggi. Infatti, lungo i secoli, il Forte fu costantemente conteso tra Savoia e Francesi, che, con ampliamenti e rimaneggiamenti, di volta in volta ne modificarono l’assetto. 
Alla fine del Settecento l’intero complesso venne distrutto: fu Napoleone Bonaparte a imporre la demolizione del Forte, inserendola tra le clausole del trattato stipulato con i Savoia in seguito alla Campagna d’Italia. Tuttavia, non appena il Piemonte tornò ad appartenere al Regno di Sardegna, Vittorio Emanuele I decise di far ricostruire l’intera struttura. I lavori di riedificazione iniziarono nel 1818 e si conclusero undici anni più tardi: sostanzialmente, venne riproposta l’architettura preesistente, aggiornata secondo le nuove esigenze militari. Per oltre un secolo il Forte di Exilles fu presidiato dall’esercito. Le ultime truppe lo lasciarono nel 1943: da quel momento per l’intera struttura si aprì una fase di totale abbandono. Solo nel 2000, dopo ingenti lavori di restauro, il complesso che domina l’alta Valle di Susa è tornato a risplendere. 
Come accade da alcuni anni, anche quest’estate il Forte è pronto a riaprire le sue porte per accogliere migliaia di visitatori. Nei mesi di Luglio e Agosto la struttura sarà visitabile dal martedì alla domenica (dalle 10 alle 18), mentre a Settembre vi si potrà accedere nei weekend. L’ingresso è gratuito. Sono ad accesso libero anche molti degli eventi in programma, curati dal Circolo dei Lettori di Torino, dal comune di Exilles e dalle associazioni Amici del Forte di Exilles e Inoltra. Sin dal primo giorno di apertura, il prossimo sabato 6 Luglio, il calendario è davvero molto ricco. Ad animare il Cortile del Cavaliere, al centro della struttura fortificata, si alterneranno grandi nomi. Michele PlacidoNeri Marcorè, Alessandro Perissinotto e Bruno Gambarotta sono solo alcuni dei protagonisti della stagione 2019 del Forte di Exilles, il silenzioso gigante di pietra che torna a vivere d’estate. 
Giulia Amedeo
(Foto piccole: Associazione Amici del Forte di Exilles) 

Sicurezza sul lavoro: a Torino il programma Rspp

Fa tappa venerdì 5 a Torino il programma “RSPP Lab Science of Safety 2019” di 3M

 

E’un percorso itinerante che prevede 8 tappe in tutta Italia, grazie al quale i professionisti Responsabili della Sicurezza avranno la possibilità di confrontarsi sul tema della prevenzione e della gestione del rischio negli ambienti confinati con tecnici ed esperti giuridici.

 

Il preoccupante quadro tracciato dall’INAIL evidenzia che in Piemonte le denunce di infortunio sono salite dello 0,50%tra il 2017 e il 2018 (da 47.457 a 47.693) e sono aumentate di oltre il 18% quelle che hanno avuto un esito mortale (da 83 a 98).

Partendo dai dati INAIL, l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering, ha invece elaborato le statistiche relative agli infortuni mortali sul lavoro a livello provinciale occorsi nel 2018, considerando solo i decessi accaduti in occasione di lavoro, con esclusione quindi di quelli in itinere. Con riferimento alla regione Piemonte, i decessi sul lavoro dello scorso anno sono stati 64: 33 a Torino, 10 a Cuneo, 8 ad Alessandria, 7 ad Asti, 4 a Novara, 2 a Verbano-Cusio-Ossola. Non sono invece stati registrati infortuni mortali sul lavoro nella provincia di Biella.

La quarta tappa del tour “RSPP Lab Science of Safety 2019” di 3M si tiene a Torino presso l’Hotel NH.

Saldi al via: spenderemo 97 euro a testa

Iniziano sabato 6 luglio, a Torino e in Piemonte, i saldi estivi, con particolare riguardo a moda, arredamento, calzature, intimo, profumeria

Gli sconti saranno compresi  fra il 30 e il 50%, partiti del resto in largo anticipo. Ascom prevede una spesa media per  famiglia, a Torino, tra 200 e 230 euro, e 97 a persona. L’associazione commercianti denuncia “la concorrenza sleale di grandi marchi e catene commerciali e dell’online che effettuano vendite sottocosto in ogni periodo dell’anno”. Confesercenti stima invece una spesa media tra 210 e 240 euro a famiglia, e 8 torinesi su 10 intenzionati ad acquistare.

I giovani d’Europa si incontrano al Colle del Lys

Tre giorni per riflettere su libertà, democrazia e pace nel 75°
anniversario dell’eccidio nazifascista

Si svolgerà dal 5 al 7 luglio la 24° edizione di EuroLys, il meeting internazionale
dei ragazzi europei che ogni anno accompagna le celebrazioni per ricordare
l’eccidio del 2 luglio 1944 quando, al Col del Lys, persero la vita 32 partigiani della
17° Brigata Garibaldi “Felice Cima” trucidati dalle truppe nazifasciste.
Il Colle del Lys è un valico alpino delle Alpi Graie a quota 1.311 metri che collega la
bassa Valle di Susa con la Valle di Viù. Qui 75 anni fa si consumò una delle più
feroci rappresaglie della Seconda Guerra Mondiale contro i partigiani a opera di un
contingente di soldati tedeschi e fascisti. Durante un rastrellamento alle prime luci
dell’alba del 2 luglio nove garibaldini furono uccisi in combattimento e ventitré
furono prima catturati e poi seviziati e giustiziati.
La tre giorni di Eurolys è nata proprio per favorire la conoscenza dei fatti del 1944 e
della lotta partigiana e stimolare tra i partecipanti la riflessione su libertà, pace,
democrazia e uguaglianza. Durante il soggiorno al Col del Lys i ragazzi avranno la
possibilità di conoscere i partigiani che combatterono su quelle montagne e di
percorrere i loro stessi sentieri, oltre ad assistere a performance artistiche e
musicali.
Tutto intorno alla torre circolare del Colle, monumento che onora la memoria dei
2024 caduti delle brigate partigiane dislocate nelle valli Susa, Lanzo, Sangone e
Chisone durante la guerra di Liberazione.
A organizzare e coordinare le manifestazioni, in collaborazione con alcuni Comuni
del Torinese, è il Comitato Resistenza Colle del Lys, associazione democratica e
apartitica di promozione sociale, che riafferma e persegue gli ideali di Libertà,
Giustizia e Pace. EuroLys ha il patrocinio della Città Metropolitana di Torino e
della Regione Piemonte.
Comitato Resistenza Colle del Lys – via Capra 27 – 10098 Rivoli (To) – info@colledellys.it
Quest’anno, in occasione del 75° anniversario, nella sede dell’Ecomuseo della
Resistenza “Carlo Mastri” verrà inaugurato il nuovo centro visite del Parco
provinciale del Colle del Lys. Qui, a seguito di un ampliamento e di una
ristrutturazione del vecchio fabbricato, troveranno spazio nuovi allestimenti
espositivi che permetteranno di valorizzare e rendere fruibile le testimonianze
storiche e l’archivio video-fotografico che racconta la Resistenza nelle valli
torinesi e illustrare gli aspetti paesaggistici, geologici e naturalistici del parco. Il
taglio del nastro è in programma alle ore 12 di domenica 7 luglio.
Sempre domenica, a partire dalle ore 9,30, si terrà l’assemblea pubblica dei
rappresentanti delle istituzioni, con la presentazione, discussione e approvazione
del documento d’intenti per il 2019. Alle ore 11 prenderà il via la tradizionale
cerimonia commemorativa, con gli onori militari, l’arrivo della fiaccola della libertà
dal sacrario del Martinetto di Torino, la deposizione degli omaggi floreali. L’oratore
ufficiale sarà lo storico Gianni Oliva.
Alle 14,30 sarà posata la targa commemorativa in memoria del comandante
Amedeo “Deo” Tonani e dei partigiani cremonesi. La passeggiata rievocativa
inizierà alle 15, con letture sui sentieri della memoria, organizzate da UISP Valle
Susa. Durante la giornata si terrà anche un mercatino dei prodotti tipici locali.
Durante i tre giorni di EuroLys i ragazzi indosseranno la maglietta celebrativa
della manifestazione, realizzata sulla base del disegno vincitore del concorso di
idee proposto nei mesi scorsi agli studenti delle classi terze e quarte dell’Istituto di
istruzione superiore Giulio Natta di Rivoli.
Tutte le informazioni, gli aggiornamenti e la gallery fotografica sono disponibili sul
sito www.colledellys.it

Il turismo montano? Più lento, dolce, profondo…

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Di Marco Travaglini

Scriveva tempo fa, Enrico Camanni: “Le Alpi sono il luogo della biodiversità: con circa cinquemila specie spontanee di piante vascolari ospitano da sole i tre settimi della flora europea; nell’Europa centrale sono la sola regione che abbia conservato dei biotopi originali”

Importanti studi botanici hanno dimostrato che buona parte di queste 5 mila specie, alcune delle quali uniche, si trovano nella valle dell’Alleigne, il “vallone della legna”. Quest’ampio vallone si trova sulla destra orografica del torrente Ayasse, nell’aostana valle di Champorcher. Una zona molto interessante anche dal punto di vista etnografico e storico, non dissimile da altre comunità di montagna, la cui sopravvivenza era legata a un territorio aspro, difficile, all’agricoltura di sussistenza, alla monticazione del bestiame.Una storia vissuta in salita. Millenni di lotta per coltivare, per muoversi, per strappare faticosamente alla montagna le risorse: pietra, legno, terra da coltivare, pascoli. L’elemento importante era la stessa verticalità: l’intera economia era basata sugli spostamenti altitudinali stagionali, in base ai ritmi della natura. Le tracce si vedono nei terrazzamenti, nella ragnatela di stradine e sentieri che segnavano i versanti vallivi collegando il fondovalle ai maggenghi e agli alpeggi. Una storia come molte altre, non dissimile da quella valgrandina. Dal 1992 parco nazionale, la Val Grande è l’area selvaggia più ampia del nostro paese e dell’arco alpino. Anche per quelle comunità le risorse erano misere e le difficoltà molto alte. Si legge sul sito web del parco come “raggiungere gli alpeggi poteva significare accompagnare un bovino alla volta lungo stretti e scoscesi sentieri, oppure raccogliere la poca acqua piovana in cisterne di pietra, strappando la sopravvivenza alla montagna, in una quotidiana vita in salita”. Immagini da un “mondo dei vinti” che ha lasciato un’eredità fatta di resti di teleferiche, piazzole delle carbonaie, polloni di faggio ricresciuti dopo il taglio del tronco principale, a testimonianza dei grandi disboscamenti. Con il tempo la natura si è ripresa i boschi e i pascoli abbandonati, cambiando fisionomia al paesaggio. Quasi un messaggio per gli uomini che, con la scelta del parco, hanno compreso la necessità di difendere e preservare questa preziosa riserva di biodiversità. Avere cura del vallone dell’Alleigne o dell’area valgrandina del parco, preservandoli anche per le generazioni future, equivale a porre attenzione alle scelte che si compiono oggi, affinché non ne venga compromessa l’eccezionale qualità ambientale. Regola aurea soprattutto quando si parla del turismo. Negli ultimi tempi, la montagna come destinazione di vacanza non impegnativa – weekend, long-weekend, settimane bianche – ha riconquistato fascino e interesse presso un pubblico vasto dopo aver patito molto la concorrenza delle mete esotiche, più o meno vicine e a buon prezzo.

 

La rassicurante e tradizionale vacanza in montagna è tornata in auge nelle preferenze dei turisti italiani, grazie ad alcune stagioni di buon innevamento, al desiderio di viaggi verso mete tranquille e poco distanti da casa, al bisogno di concedersi un’evasione “ecologica”, a contatto con un ambiente e un territorio tutelati e rispettati. Il turismo montano si è preso una rivincita? In parte è così ma i problemi sono tanti e persistenti. E’ vero che la montagna offre un’immagine rassicurante e la qualità delle nostre stazioni sciistiche è migliorata un po’ ovunque. Ma pensando al futuro le prospettive si fanno più complicate perché il turismo, più di altri, è un settore dove l’offerta deve saper incontrare una domanda molto esigente. L’impresa turistica montana, più sensibilmente delle altre, richiede un insieme di condizioni territoriali e ambientali particolari. Gli accessi, la valorizzazione della qualità del paesaggio e delle stazioni montane attraverso interventi di riqualificazione urbanistica e di manutenzione del paesaggio, la cura dei sentieri e dei boschi, nuovi sforzi in termini di comunicazione e promozione rivolti al pubblico, sono solo alcuni degli aspetti.

Non è sufficiente affidarsi alle dinamiche del mercato, ai flussi potenziali. Occorre un rinnovamento d’immagine e di sostanza. Nuove infrastrutture di svago e sportive, sentieri censiti e resi praticabili, ben segnalati con indicazioni precise sui tempi per raggiungere le varie mete; rifugi, posti tappa, percorsi-vita nei quali s’illustrino le caratteristiche della vegetazione, della fauna, della cultura e della storia del luogo; una ricettività che consenta di trovare idonee sistemazioni e consumare pasti con prodotti genuini a prezzi ragionevoli; invogliare all’escursionismo, al trekking e ad ogni forma di turismo attivo. La concentrazione del turismo in pochi periodi dell’anno, ha causato fenomeni di saturazione del territorio. I segni di un certo raggiungimento del “punto di rottura”, si vedono da tempo. La crisi delle piccole e medie stazioni sciistiche non investe soltanto le Alpi italiane ma anche quelle svizzere, austriache e bavaresi,con fallimenti e chiusure, a testimonianza di un modello di sfruttamento turistico modellato “a fotocopia” che ha portato ad una omogeneizzazione del territorio alpino. L’industria turistica montana rischia così di perdere la sua specifica identità, il fattore principale di reddito, diventando economicamente più debole. Da qui la scelta di operare per destagionalizzare il turismo, evitando di puntare tutto su troppo marcate concentrazioni nel tempo e nello spazio.Troppe volte l’offerta turistica montana si è standardizzata. Sono state proposte stazioni che sembrano linee di produzione, dove tutto è a pagamento, senza scampo. La dimensione ludica della socialità, dell’incontro,è lasciata all’intraprendenza del singolo, poiché il sistema “lavora” e non si diverte più. Il professor Luigi Gaido, già docente universitario a Grenoble e Aosta, grande esperto del settore, sosteneva che, se è vero che “ il turismo è la “messa in forma” di un sogno coltivato per mesi, a volte per anni, e che prima o poi si realizzerà, questo sogno è sempre una sorta di fuga dal quotidiano, di rottura dal solito, di ricerca di sé attraverso il viaggio e ciò che porta. Come sfuggire al quotidiano se tutto ricorda il luogo da cui si è partiti e dove il divertimento non è sempre adeguato alle esigenze, salvo per chi scia?”. In molti sostengono che non è più eludibile, parlando di sostenibilità, la stipula di un “patto” tra l’attività turistica e l’ambiente. Allargando e modificando l’offerta dei territori. Andrebbero, ad esempio, valorizzate le realtà collocate tra i 700 e i 1300 metri, la cosiddetta “mezza montagna” che può offrire soluzioni al processo di destagionalizzazione, sperimentando le “stagioni di mezzo” dove l’ambiente montano può offrire molto.

 

La stessa cara, vecchia “settimana bianca” si dovrà rifare il look, diventando una proposta di vacanza più dinamica e flessibile. In montagna non ci si va più solo per sciare: ci sono infinite attività, giochi e sport facili e divertenti per godersi la neve e la natura invernale, senza essere necessariamente degli esperti d’attacchi, tavole e scarponi. Anche perché i problemi legati all’innalzamento della temperatura d’inverno cambieranno le prospettive. Le previsioni del Centre d’Etudes de la Neige, stimavano per il 2030 un incremento medio della temperatura di 1,8°C e una diminuzione del 25% delle giornate con neve al suolo per le località situate a 1500 metri d’altitudine.

 

E non si trattava delle stime più pessimistiche. Le condizioni climatiche determineranno anche un maggior ricorso all’innevamento artificiale con tutti i costi, economici e ambientali, che ne derivano.Nelle Alpi il turismo sostenibile è l’unica alternativa a lungo termine al turismo di massa convenzionale che sia in grado di garantire uno spazio vitale per la natura e l’uomo. Ma non basta la buona volontà. Si impongono scelte per la programmazione, la promozione e l’attuazione di un turismo sostenibile, determinando chi è coinvolto, chi promuove, chi decide. Lo sviluppo sostenibile non è una scelta ideologica ma una ragione di competitività tra sistemi economici e sociali, un nuovo modo di pensare a forme di benessere, di crescita economica durevole e d’equità, redistribuendo nel tempo e nello spazio le persone che oggi frequentano le “terre alte”.Il turismo c’è già. I turisti pure. Quella che è in gran parte ancora da costruire è una moderna cultura dell’accoglienza, una formazione professionale adeguata ai tempi, politiche pubbliche in grado di sostenere progetti innovativi. In fondo gran parte dei turisti desiderano trovare la valle dell’Alleigne, la Val Grande o le altre valli alpine in condizioni ambientali più che accettabili. Per questo dovremo far sì che il turismo del domani sia davvero “più lento, più profondo, più dolce”, evitando quei fenomeni di consumo rapace ai quali ci si è abituati per troppo tempo. Nell’interesse di tutti, a partire dalla montagna e da chi ci vive e lavora.

Nelle immagini il Parco nazionale della Val Grande e il Parco regionale dell’alpe Veglia delle Aree protette Ossola

Fo.To – Fotografi a Torino, kermesse di successo

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Finita la festa per la seconda… già si scaldano i   motori per la terza edizione. Dall’8 maggio al 21 giugno 2020

Archiviata da pochi giorni, con grande successo di pubblico e di critica, la seconda edizione di “Fo.To – Fotografi a Torino” (che già nel 2018 aveva registrato oltre 100mila visitatori), una nota stampa del MEF – Museo Ettore Fico di via Cigna, cui si deve l’idea iniziale e la promozione negli anni della grande kermesse fotografica – orgoglio tutto torinese – fa sapere che già si è al lavoro per la realizzazione della terza edizione, che si terrà dall’8 maggio al 21 giugno 2020. Date da appuntarsi ben bene in agenda. In quanto all’edizione 2019, appena conclusasi, i numeri la dicono tutta su un bilancio che può mettersi per davvero in bella cornice.

“L’edizione di quest’anno – afferma Andrea Busto, direttore del MEF – ha visto infatti un ulteriore incremento degli enti partecipanti che hanno raggiunto quota 90: circa 25 tra musei e fondazioni, 50 gallerie private, molte associazioni no-profit dedicate alla fotografia, le biblioteche civiche (novità di questa edizione), oltre agli spazi off, gli enti di formazione e spazi espositivi ubicati fuori città”. Decisamente rilevante anche l’investimento in termini di comunicazione: 40.000 brochure a colori distribuite in tutto il Nord-Italia, 20.000 cartoline e 20.000 pieghevoli distribuiti a tutte le istituzioni partecipanti e in tutti i punti turistici e informativi. Senza dimenticare le affissioni pubblicitarie per tutto il periodo della manifestazione nelle principali città del Nord-Ovest (circa 1200 manifesti tra Torino, Milano, Genova); oltre 140.000 le persone che hanno seguito la kermesse attraverso i social media (Facebook e Instagram), 50 articoli su mezzi stampa e più di 100 articoli e segnalazioni sulle testate web.

“Ancora più decisiva e fondamentale per questa seconda edizione –prosegue Busto –è stata la collaborazione con gli Enti istituzionali: RegionePiemonte, Fondazione CRT per l’Arte, Città di Torino e UBS, hanno dato un supporto indispensabile alla buona riuscita del progetto. L’edizione 2019 ha inoltre visto la nascita di una nuova fiera dedicata interamente alla fotografia, ‘The Phair’, che si è svolta proprio in concomitanza con l’apertura di ‘Fo.To’ il 3 maggio scorso e che ha permesso di dare corpo ad una collaborazione fra i due eventi estremamente proficua, con la possibilità di attivare, ad esempio, un programma di inviti per addetti ai lavori (collezionisti italiani e internazionali, curatori e esperti di fotografia) che prevedeva l’ospitalità durante il primo week-end di apertura delle mostre e della fiera”. Un buon successo si è anche ottenuto con la replica della Notte Bianca della Fotografia svoltosi in contemporanea con il Salone del Libro, sabato 11 maggio, e che ha visto una grande affluenza di pubblico durante l’intera giornata e fino a tarda notte.

Dati e cifre, dunque, più che positive. Che non permettono, tuttavia, larghe pause. E la macchina organizzativa ha già riavviato i motori. Dall’8 maggio al 21 giugno del 2020, sarà ancora un buon mese e mezzo di grande fotografia, coniugata nelle sue varie anime, a Torino. “E, per l’occasione sono già allo studio nuove forme di collaborazione – conclude il direttore del MEF – con Istituzioni straniere, per uno sviluppo di interazione e scambio con altre realtà internazionali”

g.m.

 

Per info: MEF-Museo Ettore Fico, via Cigna 114, Torino; tel. 011/853065 o info@museofico.it o www.museofico.it

 

Nelle foto
– “Ufficio Protezione Antiaerea, incursione aerea del 13 luglio 1943 a Torino”, courtesy Archivio Storico della Città di Torino
– Andrea Busto