ilTorinese

Cyberbullismo, a Pavone Canavese arriva il MOIGE

Fa tappa “Giro dell’Italia: Centro mobile di sostegno e supporto per le vittime di bullismo e cyberbullismo”.

Da Facebook ad Instagram, il cyberbullismo si sposta ma non riduce la sua pericolosità: un ragazzo su tre (31%) ha dichiarato di essere stato un “cyberbullo” (ad esempio diffondendo video imbarazzanti dei compagni); In crescita le fake news: l’83% dei ragazzi non verifica la veridicità di ciò che legge su internet e si affida solo alle loro capacità personali o all’istinto per distinguere le informazioni vere dalle false; Oltre il 60% dei ragazzi navigano quando sono da soli anche perdendo la cognizione del tempo; La totalità dei ragazzi usano lo smartphone per controllare e aggiornare il loro profilo social e 1 minore su 2 invia foto e video personali; Nel 2018, sono ben 389 i casi trattati da Polizia Postale che vedono vittima un minorenne, 18  i casi con vittime di età inferiore a 9 anni.

 

Domani 7 novembre 2019, dalle ore 10, presso l’Istituto comprensivo di Pavone Canavese sarà presente il Centro mobile di sostegno e supporto contro il cyberbullismo del Moige con il personale esperto per incontrare i ragazzi, i docenti e i genitori.

La tappa di Pavone Canavese rientra nel tour nazionale della campagna “Giro dell’Italia: Centro mobile di sostegno e supporto per le vittime di bullismo e cyberbullismo”, promossa dal MOIGE – Movimento Italiano Genitori con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e il patrocinio di Anci e della Polizia di Stato.

Tra gli strumenti operativi, oltre al centro mobile e al personale esperto di supporto, la rete di oltre 2.300 Giovani Ambasciatori, un numero verde  e un sms dedicato.

 

IL PROGETTO

“Giro dell’Italia: Centro mobile di sostegno e supporto per le vittime di bullismo e cyberbullismo” è un progetto promosso dal MOIGE, con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e il patrocinio di Anci e della Polizia di Stato. Raggiungerà 462 scuole primarie e secondarie di I e II grado del territorio nazionale per informarli e formarli contro i pericoli del cyberbullismo e per un web sicuro.

Attraverso la metodologia del peer to peer, con attività educational interattive, materiali didattici e open day sarà promossa una maggiore consapevolezza delle problematiche legate all’utilizzo improprio del web,  con particolare riferimento al fenomeno delle ‘fake news’.

 

I punti qualificanti dell’azione progettuale riguardano:

  • il Tour del “Centro mobile di prevenzione, sostegno e supporto contro il bullismo e il cyberbullismo”, un ufficio itinerante che raggiungerà direttamente  le scuole e i comuni che lo richiederanno con gli psicologi esperti della Task force antibullismo del MOIGE;

  • la formazione diretta di oltre 2.300 “Giovani ambasciatori contro il bullismo”, cinque alunni per scuola che diventeranno Ambasciatori della lotta al cyberbullismo rappresentando un punto di riferimento a cui i ragazzi potranno rivolgersi per chiedere aiuto o per segnalare eventuali episodi di bullismo e cyberbullismo che si verificano all’interno dell’istituto di appartenenza. La costruzione della “Rete degli Ambasciatori”  garantisce efficacia e maggiore impatto al progetto perchè i ragazzi, attraverso la loro esperienza diretta e supportati dai docenti e dalla Task del MOIGE, saranno in grado di formare altri ragazzi come “Ambasciatori” dell’Istituto;

  • la formazione su piattaforma dedicata per i docenti, che permetterà loro di acquisire crediti formativi;

  • il coinvolgimento diretto dei genitori nelle attività di formazione e sensibilizzazione;

  • il coinvolgimento degli stakeholder locali nelle attività onfield per l’avvio di una collaborazione in rete tra famiglie, Enti del terzo settore, Istituzioni, Amministrazioni locali, Forze dell’Ordine ed enti privati, per mettere a sistema azioni congiunte elaborate sul bisogno della comunità e sulla capacità di risposta di ciascun territorio locale.

 Il numero verde 800 93 70 70 e il numero di messaggistica 393 300 90 90  semplifica il contatto con i minori per le richieste di informazioni, aiuto, sostegno.

 

I DATI SUL FENOMENO

 

Questi i dati aggiornati sul fenomeno della Polizia di Stato e del Moige – Movimento Italiano Genitori.

 

Stalking

Diffamazione

on-line

Ingiurie

Minacce

Molestie

Furto di

identità digitale

su social network

Detenzione e

Diffusione di materiale pedopornografico

Sextortion

Totale

Casi trattati

2017

12

78

97

76

59

33

355

Casi trattati

2018

14

109

123

60

40

43

389*

  • Dei 389 casi trattati:
    240 casi con vittime con età compresa tra i 14 e 17 anni;
    88   casi con vittime con età compresa tra i 10 e 13 anni;
    18   casi con vittime di età inferiore a 9 anni;
    43   casi di sextortion.

I DATI DEL MOIGE

I dati dell’indagine sul cyberbullismo e sull’utilizzo dei social, coordinata dal Prof. Tonino Cantelmi dell’Università Europea di Roma, ha un campione di ricerca costituito da ben 2.778 ragazzi dagli 8 ai 18 anni.

 

È una generazione super tecnologica e iperconnessa: l’81% afferma che tutti i dispositivi presenti a casa sono connessi ad internet.

L’intero totale del campione controlla i propri profili online, il 55% li aggiorna più e più volte nel corso della giornata per non tralasciare nessun dettaglio di ciò che accade.

I ragazzi sono connessi su più social contemporaneamente, fino ad arrivare anche a 5, i più utilizzati sono: Instagram 77,4%, Youtube 62,3%, Snapchat 35,7% e in netto declino rispetto agli anni precedenti Facebook 33,9%.

 

In merito all’utilizzo degli smartphone, circa il 21% del campione abitualmente gira video e li diffonde tramite i social.

Il 31% del campione ha dichiarato di essere stato un “cyberbullo”, facendo girare video imbarazzanti per prendere in giro i compagni e 1 su 2 condivide immagini personali. Un dato allarmante soprattutto se pensiamo al fenomeno del sexsting.

 

Preoccupanti i dati sulle fake news: ben 8 ragazzi su 10, cioè l’83% del campione, non verifica la veridicità dei contenuti che legge online e il 47% ritiene poco corrette e attendibili le informazione su Internet.
Non si procede, dunque, ad un controllo più approfondito delle notizie nonostante ci sia il sospetto di trovarsi di fronte alla possibilità di essere mal informati.

8 ragazzi su 10 si fidano solo delle loro capacità personali e dell’istinto per distinguere le informazioni vere da quelle false, con un’alta esposizione al rischio di validare notizie false.

Inoltre, più della metà del campione (circa il 55%) ha dichiarato di aver creduto ad una fake news.

 

Emerge, infine, un basso controllo sulla vita online dei ragazzi: il 63% del campione esplora il web in solitudine, nella propria stanzetta o in giro per casa con un pc portatile.

 

 

Quando l’infanzia accarezza l’essenza del cuore e dell’arte più incontaminata

Unforgettable Childhood   – Linfanzia indimenticabile –

Artisti italiani e israeliani raccontano linfanzia , a sessantanni dalla Dichiarazione dei diritti del fanciullo

Polo del 900 (via del Carmine 14)

Dal 5 Novembre all1 Dicembre

Tenera, eterea, rappresentativa, essenziale, costruttiva, sorprendente e comune a tutti gli uomini è linfanzia.   Al tempo stesso  anche tramite di dolore, ma anche di gioia, di sperimentazione, di rivincita, di confronto.

Così verranno rappresentate le fiabe  dei bimbi del mondo , interpretate  da oltre 50 artisti italiani e israeliani che caratterizzeranno la mostra Unforgettable Childhood  – Linfanzia indimenticabile, dal 5 novembre al 1° dicembre al Polo del 900 . 

A sessantanni dalla Dichiarazione dei diritti del fanciullo ,celebrati il prossimo 20 Novembre , in concomitanza  alla Giornata mondiale dei diritti dellinfanzia e delladolescenza , questa mostra porta al Polo del 900 una vera e propria esibizione di storia, la più toccante e significativa, che va ad abbracciare linfanzia in tutta la sua essenza, tutelandone la natura , la sua crescita e il suo valore.

La mostra Unforgettable Childhood  – Linfanzia indimenticabile verrà curata da Ermanno Tedeschi , il quale asserisce che tutti siamo stati piccoli ; durante la vita si può non diventare padri, mariti o mogli , e il solo fatto di esistere implica uninfanzia : una frase comune a tutti e come tale indelebile. Ho chiesto agli artisti di fissare questa fase dellesistenza in cui tutto è possibile, quando le azioni del bambino sono continue sperimentazioni in cui si esercita ad essere, con semplicità e naturalezza ladulto di domani. Nasce così il progetto Unforgettable  Childhood, ll risultato sono soggetti, oggetti e momenti della vita quotidiana, testimoni di quanto la nostra vita abbia la necessità di ricordare il passato per vivere il presente e costruire il futuro : questo il criterio delle mie scelte curatoriali.

Nelle parole di Ermanno Tedeschi , sensibile curatore di questa mostra eccezionale, si evidenzia un credo fortemente significativo, reale e spontaneo nella sua conversione nellarte, la più delicata, fantasiosa e profonda. Una scelta la sua davvero realistica che accompagna tutti, grandi e piccini, ad abbracciarne i contenuti, nella curiosità di un credo che accarezza ognuno di noi , nella propria identità, intimità, nella storia che ci appartiene più da vicino e non solo .

Nella mostra da lui curata minuziosamente, si evidenziano le curiosità dei bambini nellappropriarsi degli oggetti che li circondano. Questa ricerca viene riproposta dagli artisti con svariate tecniche  : dal cucito  alla penna  10 colori, dallacquarello ai tessuti, al ferro , alle graffetta dacciaio inox, dal sughero allacciaio lucidato a specchio, dai giornali al nastro adesivo, legno e carta stagnola.  La varietà degli strumenti rispecchia di gran lunga quella dei temi proposti–  Le opere saranno rappresentate da scene dedicate allaffettività, a quelle del gioco, al rapporto genitori-figli, alla fisicità del bambino in tutta la sua evoluzione.

Con questa mostra : Unforgettable Childhood, il Polo del 900, nella persona di Sergio Soave, Presidente di questa Fondazione,  lancia una corda di solidarietà allUnicef in vista di due importanti anniversari storici legati allinfanzia . Il 20 Novembre prossimo infatti , si celebra la Giornata mondiale dei diritti dellinfanzia e delladolescenza che coincide con il sessantesimo anniversario della Dichiarazione dei diritti del fanciullo , redatta dalla Società delle Nazioni già nel 1924, in seguito alle conseguenze che la Prima guerra mondiale produsse in particolare sui bambini e approvata dallOrganizzazione delle Nazioni Unite, nel 1959. Egli interviene sostenendo che : se si considerano le immagini sulla ricorrente tragedia dellinfanzia ,tormentata dalla fame, dalle guerre, e dallo sfruttamento : certo , vorrebbe dire che quelle nobili carte sono state acqua sulla pietra. Ma il nostro dovere civile di memoria rimane intatto. Il Polo del 900 è nato per questo. La mostra curata da Ermanno Tedeschi va esattamente in questa direzione, anche se vi stupirà lessenza della denuncia dello specifico torto che gli adulti continuano a riservare allinfanzia.  Ciò che è stato chiesto agli artisti è rappresentare limmagine non traumatica o drammatica, ma intima e profonda di quelletà della vita.  Perchè se linfanzia è questa , per quale ragione offenderne il corso o la natura ? Perchè avvizzirne creatività e speranze? Queste e tante altre domande la mostra propone. E confidiamo che le risposte siano migliori di quelle che il mondo ci presenta.

Un messaggio quindi positivo quello di Sergio Soave affigliato alla cura della mostra di Ermanno Tedeschi. Un connubio di bellezza e meraviglia che nonostante la storia racconti essere anche molto contaminato dallesatto opposto, caratterizza uninsieme di valori e di speranze che al contrario ci fanno ben sperare di essere proiettate nella luce di una miglioria assai più matura di unumanità invece molto più attenta, più preparata e più generosa, nello sviluppare, come in questo caso tramite larte , argomenti assolutamente odierni che le opere darte degli artisti italiani e israeliani sottolineeranno  , al fine di meglio interpretare il mondo che ci circonda e i fenomeni che lo popolano. Uno strumento di educazione alla diversità , alla complessità e allinclusione. 

Cosa meglio dellarte, nella sua libertà di esporre e interpretare può trasmettere ciò 

Federica Tabbò, coordinatrice dei Servizi Educativi  Polo del 900, durante il periodo espositivo, sarà infatti lideatrice di attività educative da associare alla mostra, proprio in merito alle osservazioni sopra citate.

Durante il periodo espositivo infatti sarà possibile effettuare, su prenotazione, visite guidate rivolte a famiglie e bambini, accompagnati dal raccontastorie Davide Toscano (23 Novembre, 30 Novembre, 7 Dicembre) . Per le scuole del territorio è possibile fare richiesta per visite guidate dedicate ai gruppi classe. Per prenotazioni : 011-01120780.

Altri appuntamenti in programma sono : Il curatore racconta” che consente al pubblico di visitare la mostra accompagnati dal curatore Ermanno Tedeschi (19 novembre 3 dicembre. Prenotazioni: 011-01120780) e la presentazione in anteprima del libro Mi chiamo Nelson Grisù”, di Marco Benadi, autore e artista coinvolto nella mostra (24 novembre). 

Per la prima volta a Torino la mostra Unforgettable Childhood – ha viaggiato da Matera a Tel Aviv , da Ravenna a Bologna e dopo lapprodo al Polo del 900 di Torino conclude il suo viaggio al Museo Billotti di Roma.

La mostra è visitabile al Polo del 900  (via del Carmine, 14 – Torino) da venerdì 6 novembre a domenica 8 dicembre, dalle h. 10 alle h. 18. Accesso gratuito.

Inoltre si ringraziano gli sponsor che hanno partecipato attivi a questa bellissima iniziativa. La mostra Unforgettable  Childhood – lInfanzia indimenticabile, è stata realizzata con il contributo di Fondazione CRT e Camera di Commercio , con il sostegno di Banca Patrimoni  Sella & C. 

La mostra è sponsorizzata da Reale Mutua Assicurazioni , Fondazione De Benedetti Cherasco Onlus, Chiusano & C. Immobiliare.

Uniniziativa davvero unica nel suo genere questa, che ci coglie preparati ma anche impreparati ,perchè laddove c’è bellezza e lo spunto costruttivo di unevoluzione dellessere  davvero innovativa, non c’è che da rimanerne più che sorpresi se non emotivamente coinvolti.

Monica Di Maria di Alleri Chiusano

La Polizia municipale dialoga con la Circoscrizione 1 Centro-Crocetta

La Polizia municipale torinese dialoga con le Circoscrizioni per una più stretta collaborazione a favore della sicurezza sul territorio.

Questo aspetto emerge nel caso della Circoscrizione 1 Centro-Crocetta, dove è intervenuto il 16 ottobre scorso il Comandante della Polizia municipale di Torino, Emiliano Bezzon, ora dimissionario, nel corso di un Consiglio di Circoscrizione.

“Uno dei problemi maggiormente avvertiti sul fronte della sicurezza – ha spiegato Emiliano Bezzon – è sicuramente quello in cui versano i giardini Sambuy. Abbiamo constatato come gli esercizi commerciali limitrofi si siano dimostrati molto favorevoli all’intervento sul territorio delle forze di polizia per prevenire i crimini. A questo proposito è risultata molto positiva l’operazione di controllo dei giardini, avvenuta attraverso la chiusura contemporanea dei suoi cinque accessi, e la successiva identificazione delle persone che si trovavano all’interno dei giardini stessi. I cittadini hanno accolto davvero favorevolmente questo tipo di operazione, un intervento straordinario che affianchiamo ai controlli ordinari”.

“Altri giardini – prosegue il comandante della Polizia municipale – che vengono costantemente monitorati sono quelli Balbo e quelli presenti in piazza Cavour. Di recente, poi, è stata condotta un’operazione da parte della Polizia municipale davanti alla stazione di Porta Susa, che ha portato al sequestro di otto furgoni con cui venivano compiuti commerci illegali. Un altro grave problema che interessa la Circoscrizione 1 è quello dei senza fissa dimora, che non accettano nessuna soluzione abitativa offerta loro dal Comune o una presa in carico da parte dei servizi sociali. Sono, soprattutto, concentrati nelle zone comprese tra via Roma, via Buozzi, via Garibaldi e via Po, anche se diversi di loro sono stati anche segnalati in via Bologna”.

“Un’altra problematica di cui si occupa la Polizia municipale – aggiunge il comandante – è quella dei veicoli abbandonati e delle persone che sono accomulatrici seriali di oggetti. Esiste, poi, a livello cittadino locale, una stretta collaborazione tra Commissariato e Questura, che favorisce l’intervento congiunto, qualora si renda necessario l’allontanamento di soggetti pericolosi tra i senza fissa dimora”.

 

Mara Martellotta

“La tenzone del panettone” per un dolce Natale

La Tenzone del Panettone 2019 promuove
la pasticceria italiana tra tradizione ed innovazione
Arriva a Parma, la VIII edizione della “Tenzone del Panettone”
la grande sfida tra i migliori lievitati di pasticceria artigianali
Sabato 9 e Domenica 10 novembre alla Camera di Commercio di Parma.
Parma, City of Gastronomy Unesco,
sarà ancora la capitale della pasticceria artigianale italiana con la 8° edizione
della Tenzone del Panettone, la grande sfida tra i migliori lievitati. Un
viaggio nell’Italia della creatività gastronomica,
un percorso di gusto per promuovere la cultura del cibo, attraverso la valorizzazione delle eccellenze del nostro
patrimonio.
Considerata da molta stampa nazionale e dai maestri pasticceri
“La più importante manifestazione sul Panettone
Artigianale”, quest’anno si svolge in una nuova sede più accessibile per il pubblico, nel centro cittadino presso la
Sala Borsa della Camera di Commercio di Parma.
Focus sempre più chiaro è dare valore e risalto a tutti i pasticceri artigianali, fornai e maestri dei lievitati, che con
passione ed impegno portano la creatività, la professionalità della pasticceria italiana sulle tavole di tutto il mondo.
Numeri importanti evidenziano il valore di questa edizione: sono
57 i maestri pasticceri selezionati, provenienti da tutta
Italiache propongono
90 panettoni in gara, divisi in tre categorie:
tradizionale,innovativo,al caffè.
Elevata la presenza femminile (in crescita dagli anni precedenti) con le migliori pastry queen nazionali, numerosi giovani e
per la prima volta si presenta una folta delegazione parmigiana.
La Tenzone del Panettone è un evento nato nel 2011 e organizzato dall’Ing. Massimo Gelati, dal Dott. Vittorio
Brandonisio e Silvana Erasmi art director. Nel tempo è diventato un momento importante di condivisione che fornisce
spunti e idee innovative ai partecipanti, come dimostrano le parole di
Riccardo Primiani, giovane parmigiano
vincitore nella categoria “Pastry chef Junior 2018, con il panettone innovativo:“L’aver vinto nella categoria junior, è
stata una grande soddisfazione personale. Questo premio ha incrementato la nostra attività, permettendoci di uscire
anche fuori regione con spedizioni in tutta Italia”.
Novità del 2019 sarà anche l’attenzione alla solidarietà: tra gli ospiti il “
Biscottificio Frolla”, un laboratorio artigianale che
fornisce a “soggetti socialmente svantaggiati” un percorso di formazione ed inserimento lavorativo, ed ANMIC Parma, tra le
più attive associazioni del territorio a tutela delle persone con disabilità, per la quale sarà attivata una raccolta fondi.
La due giorni della Tenzone prevede diversi momenti con esposizione di prodotti dolciari e da forno degustazioni di
Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano, il tutto annaffiato con i vini del territorio.
Sabato 9 avrà luogo la pre-selezione dei 30 panettoni che saranno in finale domenica 10, valutati da una giuria di tecnici.
Presidenti di giuria saranno i vincitori dell’edizione 2018: i maestri Andrea Tortora e Valter Tagliazucchi.
Altra novità sarà il Premio della giuria popolare, all’ingresso, ad ogni partecipante verrà consegnata una scheda per votare
i panettoni degustati e per chi volesse anche portare a casa il dolce prediletto, avrà luogo, durante l’intero weekend, una
ricca esposizione in cui sarà possibile acquistare le specialità dei pasticceri in gara.“Siamo onorati e orgogliosi dello straordinario successo che ha avuto la manifestazione” dichiara l’Ing. Massimo Gelati,patron dell’evento, “pertanto quest’anno abbiamo deciso di ampliare la durata e la rosa dei concorrenti, per garantire la
provenienza di panettoni pressochè dall’intero territorio nazionale e non solo, un prodotto di origine milanese ma ormaideclinato nelle sue più dolci sfumature in ogni angolo della penisola, ed ampiamente destagionalizzato”.In poche parole la tenzone del panettone è una sfida tutta da gustare… in attesa del dolce Natale.

Animali da palco. E dove trovarli. Una nuova rassegna teatrale

Nasce a Torino , a cura di Onda Larsen
Da domenica 10 novembre a domenica 10 maggio


Fiocco rosa nel panorama teatrale subalpino. Prende, infatti, avvio la prossima domenica 10 novembre la nuova rassegna firmata da Onda Larsen, compagnia nata nel 2008 a Torino e che, oltre a produrre spettacoli, gestisce quella che per numeri si puo’ definire una vera e propria scuola di teatro coinvolgendo 150 allievi all’interno di mirati e specifici corsi e percorsi teatrali, oltre a settimane di studio e approfondimento con attori e registi di levatura nazionale. Decisamente graffiante e volutamente provocatorio il titolo “Animali da palco. E dove trovarli”, l’obiettivo della rassegna è quello di avvicinare al teatro nuovo fasce di pubblico, facendo salire sul palco del “Qubì”, in via Parma 75 (sede della compagnia), ogni seconda domenica del mese fino a domenica 10 maggio, un’eccellenza teatrale di una determinata regione italiana. Ogni volta diversa. L’idea è quella di “dare spazio – sottolineano gli organizzatori – a compagnie e ad attori scovati in giro per l’Italia, i cui progetti di valore, per numeri o perché produzioni indipendenti, non potrebbero mai finire all’interno delle grandi stagioni. In tempi di sovranismo territoriale e regionalismo, la nostra vuole dunque essere una ricerca attenta a dare spazio ai più bei progetti innovativi e giovani d’Italia”. La direzione artistica è dello stesso collettivo di Onda Larsen (formato da Riccardo De Leo, attore e regista, Luciano Faia e Gianluca Guastella, attori, e Lia Tomatis, attrice, regista e drammaturga) che ha sapientemente mescolato le regioni – due compagnie piemontesi, tre lombarde e una da Lazio, Toscana ed Emilia Romagna – ma anche i generi, dalla commedia al dramma. L’inizio degli spettacoli (sette complessivamente), che alterneranno anteprime regionali a anteprime nazionali, sarà ogni volta alle 20,30. Per chi lo desidera sarà anche possibile anticipare di un’ora (alle 19,30) per un aperitivo curato e preparato dall’Associazione Culturale “Qubì”, in omaggio alla regione di provenienza della compagnia. Si inizia, dunque, domenica 10 novembre con l’anteprima regionale “Notti bianche”, prodotta da PianoinBilico e GecobEventi su elaborazione drammaturgica di Livia Castiglioni e Dario Merlini, per la regia di Paolo Garghentino e Silvia Giulia Mendola che ne sono anche interpreti. La pièce si ispira al celebre racconto giovanile – “Le notti bianche”- pubblicato nel 1848 da Fedor Dostoevskij e ambientato a San Pietroburgo, in cui si fa riferimento al periodo dell’anno, le “notti bianche” per l’appunto, in cui in tutta la Russia del Nord il sole tramonta dopo le 22. In una città senza nome, in un’ epoca che ricorda la nostra, in un mese imprecisato di un anno indefinito, un uomo e una donna, forse più adulti, ma non meno sperduti e disperatamente sognanti dei personaggi di Dostoevskij, s’incontrano durante un bizzarro fenomeno atmosferico che interessa tutto il globo terrestre: per cinque notti il sole non calerà mai del tutto, illuminando il cielo anche di notte. Lo spettacolo indaga le dinamiche relazionali dal punto di vista dei due personaggi, lasciando pressoché inalterata la storia originale, ma operando una trasposizione in un linguaggio agile e in un dialogo attivo, con sprazzi di narrazione a far capolino qua e là, come un’eco dostoevskijana.
L’intero programma della rassegna su: www.ondalarsen.org
Per info e prenotazioni: 339/3881949

g. m.

 

Nelle foto
– Silvia Giulia Mendola e Paolo Garghentino
– Il logo della rassegna

La nuova degenza di Oncoematologia pediatrica del Regina Margherita

Finanziato da ADISCO – Sezione Piemonte con il contributo di Compagnia di San Paolo

 

Una giornata importante quella di ieri, in cui è stata inaugurata la nuova degenza di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretto dalla professoressa Franca Fagioli) con 16 camere singole, spazi dedicati all’attività ludica (sala giochi e spazio adolescenti), all’attività educativa (nido e scuola di ogni ordine e grado) ed ai genitori. Un nuovo importantissimo traguardo per la sezione Piemonte dell’Associazione Adisco, presieduta da Maria Teresa Lavazza, ottenuto con il contributo di Compagnia di San Paolo.

 

Il progetto di restyling del reparto di Oncoematologia pediatrica – a cura dello Studio Miroglio + Lupica Architetti Associati – ha tutti i requisiti per diventare un punto di riferimento nel mondo dell’architettura ospedaliera per la realizzazione di ambienti meno freddi ed asettici e più a misura di utente, partendo dalle reali esigenze di chi “abita” questi luoghi.

Tutti i numeri di Piemonte dal Vivo

Oltre 900 repliche, più di 70 Comuni in oltre 140 spazi, 350 compagnie: questi i numeri di Piemonte dal Vivo presentati in conferenza stampa dall’assessore Vittoria Poggio, dal direttore della Fondazione Matteo Negrin e dalla presidente Angelica Corporandi d’Auvare.

Piemonte dal Vivo promuove un progetto sulle arti performative, con uno sguardo sempre attento al presente e alla multidisciplinarità dei linguaggi. In quest’ottica, la Fondazione ha assunto un ruolo di snodo e di raccordo all’interno del comparto dello spettacolo dal vivo in Piemonte e in ambito nazionale. La Fondazione si vede oggi riconosciuto un ruolo importante di competenze e di innovazione, che si concretizza nelle linee strategiche e progettuali promosse dalla direzione nel triennio 2018/2020.

Novità di quest’anno sono gli AbbonamentiPlus che Piemonte dal Vivo ha immaginato per ampliare il sistema-rete del circuito per premiare gli abbonati dei teatri più piccoli consentendo di assistere a spettacoli nei teatri più grandi.

Nell’ottica di una sempre più ampia inclusione di pubblici e comunità ai linguaggi del teatro d’arte, della danza, della musica e del circo contemporaneo, la Fondazione ha messo in campo una serie di dispositivi innovativi che, adeguatamente testati nella prima parte del triennio, vengono ora disseminati su larga scala sulla massima parte del Circuito.

Molti sono i progetti rivolti alle comunità con cui Piemonte dal Vivo dialoga: è il caso di Performing+ è un progetto triennale – lanciato lo scorso anno dalla Compagnia di San Paolo e dal Piemonte dal Vivo con la collaborazione dell’Osservatorio Culturale del Piemonte

Novità di quest’anno Hangar Lab in Tour, in partenza il 24 ottobre ad Alessandria, che mette insieme da una parte l’affiancamento alle organizzazioni culturali (Hangar Point) e il laboratorio permanente diffuso sul territorio (Hangar Lab).

Il ruolo delle comunità è, inoltre, centrale in tutte le attività promosse alla Lavanderia a vapore di Collegno che, come casa europea della danza, realizza e accoglie progetti transdisciplinari: dal progetto Dance Well alla rassegna per le scuole Media Dance; e ancora Convergenze Creative o Mindset, per citarne alcuni.

Altre sperimentazioni pensate per nuove fruizioni culturali sono anche Scena Ovest (Collegno, Grugliasco, Rivoli e Venaria), per la cui promozione è stato attivato un accordo di co-marketing con Confesercenti Torino e provincia; A teatro? questa sera non ti dico no! realizzato in provincia di Cuneo in collaborazione con la Fondazione CRC e dedicato agli under 30; e ancora, Comunicare il teatro attraverso i social, un percorso formativo sull’uso delle piattaforme social. Con Agis Piemonte è, inoltre, in via di definizione il progetto Coppia vincente, per abbinare cinema e teatro in un unico abbonamento.

Piemonte dal Vivo ha individuato nella mobilità internazionale un motore di sviluppo e di crescita per la creatività emergente. Per questo motivo è stato istituito Move! il fondo annuale per il sostegno alla mobilità internazionale degli artisti piemontesi o residenti in Piemonte.

Inoltre, sono nate importanti relazioni internazionali che valorizzano progettualità articolate, a partire dalle eccellenze regionali. Un esempio recente è Dialogues Fragments and Stream’s Gestures, con EgriBiancoDanza e Balletto Teatro Torino per un programma di scambio con il prestigioso Scottish Ballet di Glasgow.

La relazione con la Scozia è stata particolarmente intensa nel 2019 grazie anche a un focus dedicato alla musica, a partire dal Torino Jazz Festival Piemonte (prima edizione aprile 2019) che ha permesso l’instaurarsi di un legame con Edimburgo, per la mobilità di artisti scozzesi in Italia e piemontesi in Scozia. Sempre sul tema della danza, forte è il rapporto con l’Europa grazie a EDN – European Dancehouse Network, di cui la Lavanderia fa parte.

A 25 anni dall’alluvione il Piemonte non dimentica

“Ciò che è accaduto 25 anni fa e che sfortunatamente continua ad accadere deve spronare tutti noi verso una più ampia consapevolezza dei rischi del territorio, affinché si mettano in atto tutte le misure adeguate di previsione e di prevenzione per una politica di sviluppo e gestione contro la violenza degli elementi naturali, così da scongiurare altri eventi luttuosi”. Così ha dichiarato Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale dando inizio alla seduta straordinaria aperta che si è svolta martedì 5 novembre, presso il Centro Congressi dell’Unione industriale di Torino, dedicata alla commemorazione della tragica alluvione che colpì duramente gran parte del Piemonte nel 1994, causando 70 morti, 2.226 sfollati e ingenti danni in tanti comuni delle province di Cuneo, Asti, Alessandria, oltre che nel Torinese e nel Biellese.

Alla proiezione di un filmato Rai su quei drammatici giorni, con l’esondazione del Po, del Tanaro e di molti loro affluenti, è seguita la lettura dei nomi delle vittime da parte del giornalista Rai Gianmario Ricciardi, che ha ricordato la grande emozione di raccontare in presa diretta quel caos “che ci era capitato addosso così in fretta da non permetterci di prendere coscienza della sua gravità”, ma anche “la mobilitazione generale della gente, dei piemontesi che nella tragedia hanno saputo dare il meglio di sé”.

“Questa celebrazione vuole essere un modo per stringerci vicino a chi ha subìto un lutto, ma come amministratori dobbiamo anche impegnarci a cambiare le cose”, ha dichiarato il presidente della Giunta regionale Alberto Cirio. “In tal senso abbiamo chiesto al governo una maggiore autonomia nel poter certificare l’esistenza di una calamità naturale e lo stato di emergenza, ciò aiuterebbe per una questione di tempestività e quindi di giustizia nel riconoscimento del danno. Gli eventi alluvionali dei giorni scorsi nell’Alessandrino ci hanno permesso di verificare che i grandi invasi hanno tenuto. Le opere compiute hanno reso il Piemonte più sicuro, ma rimane il problema dei rii, dei piccoli torrenti e degli impianti fognari delle città. Nella tutela ambientale, poi, dobbiamo affrontare il problema senza pregiudizio ideologico ma con buon senso, senza denunciare un sindaco che ha fatto tagliare un albero in un rio per evitare un disastro. Ecco perché al governo chiediamo anche di autorizzare un vademecum per intervenire in caso di disastro ambientale, per non lasciare soli gli amministratori locali nella gestione del rischio e per rendere il Piemonte più sicuro”.

“La piena dei fiumi fu terribile ma la gestione dei soccorsi fu un esempio di organizzazione e di capacità di reagire propria di noi piemontesi”, ha affermato Paolo Demarchi (Lega) che ha ribadito come “non sia sufficiente saper ricostruire ma occorra soprattutto saper prevenire, ciò che è accaduto deve spronare verso la consapevolezza del rischio idrogeologico”. Paolo Bongioanni (Fdi) citando ad esempio l’allora sindaco di Piozzo, ha sottolineato l’importanza del lavoro e del coraggio degli amministratori locali, di quei sindaci che si rimboccarono le maniche, compirono anche gesti eroici e che talvolta ebbero vicissitudini giudiziarie solo perché si assunsero la responsabilità di prendere decisioni in emergenza.

“A prescindere dal colore politico delle amministrazioni rimane oggi un problema drammatico”, ha dichiarato l’assessore ai Rapporti con il Consiglio regionale, Roberto Rosso, “quello della pulizia dei fiumi e la gestione dell’idrografia minore. È un impegno che dobbiamo assumerci per creare le condizioni affinché non si debbano più piangere morti, i rischi non sono ancora stati del tutto eliminati”.

“La sicurezza del territorio è ancora un’idea per il futuro e non del presente, perché da troppo tempo continuiamo a lavorare in emergenza”, ha commentato il capogruppo Pd Domenico Ravetti. “In Italia nel 2018 sono stati sottratti 51 chilometri quadrati di verde a causa della cementificazione, che cresce nonostante si riducano Pil e occupazione. Servono politiche nuove per evitare i cambiamenti climatici, la perdita delle biodiversità e per condividere nuove traiettorie rispetto al modello di crescita economica che ha generato forti diseguaglianze”.

Maurizio Marello (Pd) ha citato tre eredità positive emerse dall’alluvione del 1994: “la cultura della Protezione civile e il suo metodo di pianificazione, il sentimento dei piemontesi che hanno dato prova di fierezza, solidarietà e rara laboriosità e infine le opere compiute in seguito, grazie a risorse spese bene”.

L’importanza dello stanziamento di fondi che, a seguito di quei tragici eventi, sono stati ben impiegati è stata ricordata anche dal consigliere Ivano Martinetti (M5s): “I lavori compiuti nel 2016 hanno permesso di scongiurare un nuovo disastro nell’albese, un’ulteriore prova del fatto che manutenzione e prevenzione devono essere la parola d’ordine e la strada tracciata è quella del Piano Proteggi Italia del primo governo Conte che interviene in tal senso con quasi 11 miliardi”.

“L’Italia è il Paese dei campanili ma di fronte a immani tragedie sappiamo fare squadra e ripartire”, ha affermato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi. “Oltre al lavoro straordinario dei sindaci e dei volontari l’intero sistema paese funzionò con il contributo di tutti, dalla Guardia di finanza ai Carabinieri, dai Vigili del fuoco agli Alpini e anche il governo centrale fu ben presente sul territorio”.

Durante il dibattito generale sono intervenuti con testimonianze e riflessioni anche: Dario Gallina, presidente Unione Industriale Torino,Paolo Lanzavecchia, sindaco di Canelli, Claudio Castello, sindaco di Chivasso, Paolo Borasio, assessore comunale di Alessandria, Carlo Vietti, sindaco di Druento, Simone Gallo, sindaco di Feisoglio, Luigi Gallareto, sindaco di Monastero Bormida, Federico Gregorio, sindaco di Narzole, Mariacristina Capra, sindaco di Santo Stefano Belbo, Giovanni Franchino, sindaco di Tavagnasco, Eraldo Botta, sindaco di Varallo Sesia, Marco Marocco, vicesindaco Città metropolitana di Torino, Marco Bussone presidente Uncem Piemonte, Vincenzo Bennardo del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Cuneo, Michele Franzé, Generale dei Carabinieri in carica nel 1994, Giacomo Verda, Comandante I° reggimento artiglieria terrestre da montagna in carica nel 1994, Luigi Cinaglia, Generale Regione militare nord ovest in carica nel 1994, Franco Cravarezza, comandante II reggimento alpini in carica nel 1994, Ugo Cavallera, assessore regionale all’Urbanistica, Trasporti e Viabilità nel 1994, Emilia Bergoglio, assessore regionale all’agricoltura nel 1994, Vincenzo Coccolo, dirigente regionale del settore opere pubbliche e difesa del suolo nell’anno 1994, Estella Gatti, dirigente regionale nel 1994, Mauro Gola, presidente Unione industriali Provincia di Cuneo, Mauro Casucci, Unione italiana lavoratori, Silvia Marchetti, Unione Generale del lavoro, Gabriella Semeraro, Confederazione Generale del lavoro, Roberto Bertone del Coordinamento volontariato della Protezione civile,Sergio Pirone, Corpo volontari antincendi boschivi e Giovanni Capulli, presidente Ordine dei geologi del Piemonte.

In conclusione dei lavori è intervenuto l’assessore regionale alle Opere pubbliche, Difesa del suolo e Protezione civile, Marco Gabusi, che ha dichiarato: “Accanto all’evitare che il buon intento dei legislatori nel trovare i soldi si areni nei meandri della burocrazia, occorre sviluppare un percorso culturale e ripartire dalla conoscenza storica dei fiumi e del sapere dei geologi e dei tecnici. La materia non è semplice, ma abbiamo la forza delle conoscenze acquisite a cui dobbiamo aggiungere un po’ di praticità, sfruttando al meglio i fondi per dare una prospettiva nuova al nostro Piemonte. Ci stiamo impegnando coinvolgendo tutte le intelligenze che abbiamo, incluso il Consiglio regionale”.

 

(dall’ufficio stampa del Consiglio regionale – EC)

Karate, insegna a Torino e Settimo il maestro premiato a Okinawa

Il 14 ottobre 2019 la Okinawa Shorin-ryu Karate-do Kyokai, una delle più antiche ed importanti federazioni di Karate esistenti, fondata ad Okinawa (Giappone) nel 1948 dal Maestro Choshin Chibana, ha riconosciuto al Maestro Emanuel Giordano il livello di cintura nera 4° dan di Karate Shorin-ryu di Okinawa. Il Maestro Emanuel Giordano si è sottoposto ad un regolare esame presso la commissione federale, composta dai più importanti maestri di Karate Shorin-ryu, nonostante avesse già conseguito lo stesso livello nel 2017 con un’altra importante federazione di Karate Tradizionale di Okinawa, l’Okinawa Shorin-ryu Karate and Kobudo Federation.
La performance del Maestro Giordano è stata molto apprezzata, e premiata con uno dei punteggi più alti di tutta la giornata di esami! In particolare è stata molto apprezzata l’energia e la concentrazione profuse durante la prova d’esame.
Il Maestro Giordano non era solo l’unico karateka europeo presente, ma anche il primo karateka italiano in assoluto ad aver partecipato ad una sessione d’esame della Okinawa Shorin-ryu Karate-do Kyokai.
Dopo l’esame il Maestro ha dichiarato:
“Se sono arrivato fino a qui non è solo per merito mio, ma devo ringraziare TUTTI i maestri che mi hanno insegnato, sia in passato che nel presente, nonché tutti i miei allievi ed amici (di ogni nazionalità) che mi hanno supportato.”
Questo però è solo l’ennesimo tassello della sua carriera. Sbirciando sul sito internet della sua scuola (https://karate-shorin-ryu-piemonte.webnode.it/) abbiamo appreso diverse informazioni sul suo conto, come ad esempio il fatto che il Maestro pratichi Karate da più di 20 anni, che abbia fatto nove viaggi di addestramento ad Okinawa tra il 2013 ed il 2019, che sia allievo diretto di un’importante Maestro di Okinawa, e che intrattenga diverse relazioni diplomatiche tra il Karate tradizionale italiano e le istituzioni della Prefettura di Okinawa, patria mondiale del Karate. Difatti Emanuel Giordano è anche responsabile italiano dell’associazione che riunisce la maggior parte delle scuole di Karate di Okinawa italiane ed è referente nazionale del Karate Tradizionale di Okinawa CSEN, nonché autore di diversi libri sulla storia del Karate, venduti in tutto il mondo e disponibili in più lingue.
Nonostante tutto, secondo i suoi allievi è rimasto una persona umile e disponibile, sempre pronto ad aiutare il prossimo. Nei suoi corsi di Karate c’è spazio per tutti, non solo per i campioni.
“Qui insegniamo Karate Shorin-ryu di Okinawa, un’arte marziale per la difesa personale e la crescita psicofisica delle persone. Insegniamo ai praticanti a difendersi, ma anche ad essere persone migliori, partendo dai bambini ed arrivando ai praticanti non più giovanissimi. Non escludiamo i meno dotati, ma li incoraggiamo a migliorare giorno per giorno. Crescere e migliorare assieme, sia come individui che come membri di un gruppo, questo ci rende anche degli esseri umani migliori, che possano permettere alla nostra società attuale di migliorare e progredire.”
Il Maestro ha allievi anche in Liguria e Lombardia, ma i suoi corsi si tengono a Torino ed a Settimo Torinese.

Informazioni ed orari sono disponibili sul sito: https://karate-shorin-ryu-piemonte.webnode.it/

No all’inquinamento: Greenpeace sensibilizza i consumatori torinesi

VOLONTARI DAVANTI AI SUPERMERCATI ITALIANI PER SENSIBILIZZARE I CONSUMATORI SULL’INQUINAMENTO DA PLASTICA

In occasione del Global Refill Day, il 5 novembre, la giornata internazionale promossa da Greenpeace in tutto il mondo per sensibilizzare i cittadini sulle alternative agli imballaggi in plastica monouso, i volontari di Greenpeace si sono recati davanti ai supermercati in 18 città, tra cui Torino, invitando i consumatori a disfarsi del packaging eccessivo e a utilizzare contenitori riutilizzabili per gli acquisti quotidiani. Secondo l’organizzazione ambientalista, sono queste le soluzioni principali che le multinazionali non offrono e a cui bisogna ricorrere per limitare la crescente produzione di plastica su scala globale – impiegata principalmente per la produzione di imballaggi usa e getta – che si traduce nell’immissione di quantità sempre maggiori di questo materiale nei mari e nell’ambiente.

A Torino i volontari di Greenpeace si sono recati davanti al supermercato Carrefour in corso Rosselli 110 e hanno raccolto la plastica degli imballaggi man mano che i consumatori uscivano dal supermercato per mostrare la montagna di rifiuti in plastica che si viene a creare.

«I supermercati sono dei grandi distributori di plastica usa e getta, molto spesso eccessiva e superflua, soprattutto a causa della dipendenza delle grandi multinazionali da grandi quantità di imballaggi per confezionare i loro prodotti. È necessario che le multinazionali invertano subito la rotta, riducendo la produzione e investendo in soluzioni basate sullo sfuso e sulla ricarica che non prevedano il ricorso a imballaggi monouso, per evitare che la Terra si trasformi in un Pianeta di plastica” dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace. ““Riteniamo che tassare la plastica sia sicuramente giusto, e con tale provvedimento il governo finalmente prende atto che questo materiale è problematico per l’ambiente: quindi, il suo uso va disincentivato. La tassazione dovrebbe essere accompagnata però da una serie di sgravi e incentivi per il ricorso ad alternative a basso impatto ambientale  come lo sfuso o i sistemi basati sulla ricarica e il riutilizzo dei contenitori.”

Secondo stime recenti la produzione di plastica aumenterà del 40 per cento nei prossimi dieci anni e sarà responsabile del 20 per cento del consumo mondiale di petrolio, aggravando ulteriormente l’emergenza climatica planetaria. Proprio per spingere chi immette sul mercato globale le più grandi quantità di plastica usa e getta, Greenpeace ha da tempo lanciato una petizione (no-plastica.greenpeace.it), sottoscritta da più di cinque milioni di persone in tutto il mondo, con cui chiede ai grandi marchi come Nestlé, Unilever, Coca-Cola, PepsiCo, Ferrero, San Benedetto e Danone di ridurre subito la produzione e investire in sistemi di consegna alternativi che non prevedano il ricorso a contenitori e imballaggi in plastica e altri materiali monouso.