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Fondo pensione: perché ti conviene

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Informazione commerciale

 

Di questi tempi molti lavoratori si domandano se avranno mai una pensione. Se si ha la fortuna di avere un lavoro a tempo indeterminato, si potranno avere una pensione dignitosa e dei fondi pensione, o dei Pip (piani pensionistici individuali). Ma vediamo se sono davvero convenienti.

 

Il Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) ha pubblicato un’inchiesta da cui si evince che 3 lavoratori su 100 hanno aderito ai fondi pensione. Il dato sconfortante è quello relativo al numero dei giovani che hanno aderito, è infatti molto basso. Forse a causa degli stipendi bassi e del lavoro precario.

 

Cosa sono i fondi pensione

I fondi pensione possono essere chiusi o aperti. I primi sono legati al contratto collettivo di lavoro, quindi ogni settore ha il suo fondo. Se un lavoratore dipendente vuole aderire, non deve fare altro che sottoscrivere il fondo relativo alla sua categoria.

I fondi aperti sono destinati a tutti i lavoratori, autonomi e dipendenti.

Esistono infine i Pip, che non sono dei fondi veri e propri ma un tipo di assicurazione con finalità pensionistiche. Chiunque può sottoscriverli visitando Assicurazionivita.net.

 

Fondi pensione: perché convengono?

Per avere un’idea chiara della convenienza dei fondi pensione non c’è che da utilizzare uno dei tanti simulatori online gratuiti. Inserendo i dati necessari potremo avere una chiara idea di quanto si può mettere da parte con i fondi pensione.

Alla fine dei conti, ciò che ne viene fuori è che, se non è stato sottoscritto nessuno dei due fondi, si avrà da parte il 13,6% in meno rispetto ad un fondo aperto ed il 27,7% in meno rispetto a un fondo chiuso. Quindi, alla fine dei conti, con i fondi pensione ci si garantisce una vecchiaia più serena a livello economico. Ma i vantaggi non finiscono qui perché bisogna aggiungere i bassi costi di gestione e le agevolazioni fiscali che vedremo a breve.

 

Fondi pensione: si pagano meno tasse

I contributi che vengono versati nei fondi pensione, aperti o chiusi che siano, sono deducibili con un tetto annuo massimo di 5.164,57 euro. Di conseguenza scendono l’imponibile e le tasse da pagare. Certo, ci saranno da versare le tasse sul Tfr e sui contribuiti deducibili, ma questo ha una tassazione agevolata che va dal 9% al 15%. Si tratta comunque di percentuali più basse rispetto all’aliquota con cui viene tassato il Tfr lasciato in azienda.

 

Fondi pensione: si può chiedere un anticipo?

Forse i più non lo sanno, ma è possibile chiedere un anticipo sul denaro accumulato nel proprio fondo, proprio come succede con il Tfr. È necessario però essere iscritti al fondo da almeno 8 anni se si chiede l’anticipo per acquisto o ristrutturazione di immobili, o per chiedere fino al 30% del denaro per qualsiasi altro motivo. Se invece si tratta di spese sanitarie, si può chiedere prima degli 8 anni.

Se si dovesse cambiare lavoro, si passerà dal fondo della vecchia categoria e quello della nuova categoria, perché i contratti collettivi sono diversi. A questo punto i aprono due scenari: o si riscatta il fondo per, eventualmente, reinvestirlo, oppure si chiede il trasferimento del denaro da un fondo all’altro. In entrambi i casi potrebbero passare diversi mesi in quanto restituzione e trasferimento non sono immediati.

Chieri ha celebrato la Beata Vergine delle grazie

Domenica e lunedì è stata celebrata a Chieri la festa della Beata Vergine delle Grazie, patrona della città.

Erano presenti autorità civili e militari, oltre all’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia.

Massimo Iaretti

Torino Basket Reale Mutua – Biella. Un primo passo per il lancio della nuova stagione

Il Grande basket visto da vicino

Si è giocata la prima partita della edizione della Supercoppa 2019 della seconda serie nazionale di Basket e Torino ha esordito nella sua storica “casa” all’interno del Parco Ruffini.

Per cominciare non si poteva avere avversario più “avverso” in termini di tifoseria, in quanto Biella, per motivi “storici” è rivale di ogni squadra che giochi a Torino, visto che Basket Torino è una nuova società nel panorama nazionale della pallacanestro, ma tant’è, questo è lo sport moderno… .

Ma parliamo della partita. Come dico sempre, fin dai primi minuti non c’era assolutamente dubbio su quale squadra fosse la più forte, ma, al limite solo su chi vincesse. Ma dopo poco, anche quel dubbio è scomparso. Torino ha surclassato su ogni fronte la squadra biellese guidata da quel Paolo Galbiati che sembra aver già dato il suo imprinting  ai suoi giocatori, se così vogliamo dire … .

Torino è una squadra tecnica, gioca bene, gira bene la palla, tira con sicurezza e difende abbastanza ordinatamente, anche se la pochezza degli avversari di stasera sembrerebbe aver facilitato il compito, ma non è così. La serie A2 (la chiamo così per comodità) è un campionato difficile. Torino Basket  giocherebbe bene anche in A1 o forse meglio, in quanto in A2 chi è più scarso la butta “in confusione”, per dirla educatamente. Il gioco sporco per limitare chi è più bravo tecnicamente è noto fin dai tempi di Gentile contro Maradona … , e Torino e i suoi tifosi  devono prepararsi a tante partite così, in quanto i tecnici avversari, scarsi di idee tattiche e possibilità tecniche, non raramente, come nella partita di ieri, utilizzeranno per tentare di recuperare il divario tale soluzione.

Alibegovic è un giocatore da serie A e si vede, Campani è un lusso per la seconda divisione e Cappelletti lo si vede smanioso di dimostrare che è un giocatore di classe superiore. I due statunitensi giocano bene e sono sicuramente specialisti in questo livello. In più si aggiungono Toscano che è un ottimo comprimario che può ricoprire più ruoli e Diop che ha dalla sua la giovane età e un fisico eccezionale, anche se dal punto di vista tattico non potrà fare altro che migliorare. Traini deve crescere e mantenere alto il ritmo quando entra in campo e il resto della squadra è composta da giovani che, se avranno spazio dovranno rendere al meglio.

Il risultato finale (91 – 77) non rende, in quanto alla fine arbitri permissivi e difesa rugbystica di Biella hanno permesso di ridurre un divario che è sempre stato intorno ai 20 punti  e più, ma questo non è importante.

L’importante era vincere e vincere bene e tutto questo è accaduto. Complimenti quindi per la gestione in questa prima fase del Coach Cavina che sembra aver cominciato con il passo giusto.

Ora, che il ghiaccio è rotto, bisogna continuare. E il pubblico sembra pronto ad esserci. Torino del basket è viva, e Torino Basket ha cominciato bene.

Paolo Michieletto

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria

 

A cura di Laura Goria

Viveca Sten “Ritorno all’isola”   – Marsilio- euro 18,50

Viveca Sten è una delle autrici scandinave di “crime” di maggior successo: pubblicata in 24 paesi, 4 milioni di copie vendute nel mondo ed ha ispirato la serie televisiva “Omicidi a Sandhamn” seguita da 30 milioni di spettatori (andata in onda anche in Italia). Ci si appassiona parecchio alle sue storie ambientate a Sandhamn, la piccola isola affacciata sul Mar Baltico, nell’arcipelago di Stoccolma, dove lei colloca con maestria e abbondanti dosi di suspense le sue trame omicide.

Protagonisti fissi sono il detective Thomas Andreasson -uomo disilluso e provato dalla morte in culla della figlioletta- e la sua amica avvocato Nora Linde, alle prese dapprima con la difficile gestione di matrimonio e carriera, poi con il divorzio e due figli da crescere.

Nei suoi libri sembra alto il tasso di mortalità del luogo; ma dalle pagine emerge anche il fascino di un’atmosfera fuori dal mondo, tra colorate case del villaggio, mare e cielo sconfinati.

In “Ritorno sull’isola”, centrale è il ritrovamento del cadavere congelato della famosa giornalista Jeanette Thiels: reporter di guerra scomoda per le inchieste pericolose condotte con fiuto magistrale e tenacia indistruttibile. Anche i suoi reportage sui movimenti xenofobi in Svezia le hanno procurato molti nemici e chissà che non si annidi proprio lì la matrice della sua morte. Il corpo senza vita della Thiels è stato ritrovato, dopo una notte di bufera di neve, sull’isola di Sandham, lungo la spiaggia di fronte al famoso hotel Seglar. Morte naturale o diabolico omicidio? E cosa ci faceva la notte di Santo Stefano sull’isola? L’unica è scavare a fondo nel suo passato. Alla carriera lei ha dedicato tutta la sua vita, trascurando anche la figlia e separandosi dal marito che ne aveva ottenuto la custodia esclusiva. Insomma molte le piste da seguire per il detective Andreasson e Nora Linde. Di certo c’è che la giornalista è stata assassinata in un modo che non vi aspettereste. E man mano che la trama si infittisce saranno molti gli elementi che tenderanno a depistarvi fino al finale insospettabile.

 

Per entrare meglio nel mondo di questa scrittrice vi ripropongo stralci dell’intervista che le feci il 13 maggio 2018 al Salone del libro, dove era venuta a presentare il libro“Estate senza ritorno” (Marsilio)

 

Come nasce l’ispirazione per le sue trame?E’ vero che a volte per i nomi s’ispira alle tombe del piccolo cimitero dell’isola?

«Si perché mi piace l’idea di riciclare e utilizzando i nomi di queste persone, in un certo senso, le faccio rivivere. Nei miei gialli ci sono sempre l’isola di Sandhman, Thomas e Nora, ma poi ho bisogno anche di altri personaggi».

Dai suoi gialli è stata tratta una fiction di successo…lei ha partecipato in qualche modo?

«Si, leggo la sceneggiatura ma non la scrivo, perché i copioni richiedono una tecnica diversa.

Di solito appaio in ogni stagione almeno per 5 secondi, anche se magari si vedono solo i miei capelli castani. Sono stata una cameriera, l’ospite a un cocktail party, una mamma con bambini….in qualche modo ci sono sempre».

La sua famiglia da generazioni ha una casa a Sandhamn, qual è il suo rapporto con l’isola e come la descriverebbe?

«Per me è un po’ come una seconda casa, dove vorrei sempre essere. E’ anche il 3° personaggio protagonista delle mie storie, oltre a Thomas e Nora. Ho pensato che fosse perfetta per il romanzo poliziesco perché è un luogo bellissimo, un vero e proprio paradiso estivo; però è giusto che in questo tipo di romanzi ci sia contrasto con la presenza di un assassino che aspetta nell’ombra».

C’è qualcosa di lei in Nora?

«Nonostante lei sia un avvocato come me, non volevo darle la mia personalità e ci tenevo che fossimo differenti. Io mi sento molto più simile a Pernilla, la moglie di Thomas. Nora è ansiosa, sempre lì che si chiede se ha fatto la cosa giusta o sbagliata; io invece decido in modo molto veloce e penso all’azione».

E per il detective Thomas Andreasson a chi si è ispirata?

«Volevo creare un poliziotto che fosse una persona reale e non un cliché; mi ero un po’ stancata di quelli americani che bevono troppo, non hanno bisogno di dormire o mangiare, non costruiscono relazioni, oppure le hanno pessime, specie quelle coi figli. Thomas è più vero e apprezzabile, tanto che a volte i lettori mi chiedono il suo numero di telefono: lo amano e seguono le sue vicende private ancor più della trama gialla… questo mi piace molto».

Perché ha deciso di rendergli la vita particolarmente tragica?

«Quando ho iniziato a scrivere questi gialli Thomas aveva 39 anni ed ho pensato che nessuno arriva a quell’età senza essere stato toccato da qualcosa nella vita, sicuramente ci sono stati eventi tragici e altri felici. L’ho creato compassionevole verso gli altri, ma anche con un profondo dolore dentro ed ho deciso che il motivo fosse la morte della figlia».

Lei vive a nord di Stoccolma con suo marito e i vostri tre figli, come descrive la sua famiglia e la sua vita?

«Mi definirei un po’ il motore della mia famiglia, il centro. Ma siamo tutti molto uniti. Quando viaggiamo, nonostante i figli abbiano 19, 22 e 25 anni, condividono ancora la stanza e amano stare vicini; cosa che mi rende molto felice perché volevo proprio che diventassero un team. Fin da quando erano piccoli ho voluto trasmettere l’idea che io e mio marito, felicemente sposati da 28 anni, avevamo stessi principi, valori e una parola univoca».

Perché ha smesso di fare l’avvocato per dedicarsi alla scrittura di crime story?

«I primi 4 libri li ho scritti mentre ancora lavoravo, poi è arrivato il successo internazionale, la serie tv ed era praticamente impossibile gestire entrambe le cose. Così ho preso la decisione di abbandonare l’avvocatura e non mi sono mai pentita».

Cosa l’affascina delle trame con delitto?

«In realtà ho un ventaglio di interessi più ampio. Oltre a 9 polizieschi ho scritto anche 1 libro di cucina; insieme a mia figlia 3 libri fantasy per adolescenti tra i 10-15 anni, ambientati sempre nell’arcipelago; e 3 libri di natura giuridico – legale».

In Svezia il tasso di violenza è piuttosto basso, come si spiega il grande successo della letteratura noir?

«Se si vive in un ambiente sicuro ci si può permettere di leggere di crimini o catastrofi,

apprezzandone la tensione, perché alla fine della giornata si dorme nel proprio letto in un ambiente pacifico e calmo. Mentre penso che se si vive, per esempio, in zona di guerra non si ha voglia di leggere altra violenza».

La sua giornata tipo?

«Dipende, se sono in tour promozionale, come la scorsa settimana in Canada, le cose sono diverse. Ma normalmente quando sono a casa mi sveglio e faccio esercizi per 45 minuti perché ho avuto problemi con la schiena; poi se la giornata è dedicata alla scrittura mi ci dedico fino alle 18 con qualche intervallo per caffè, incombenze domestiche, esigenze dei figli e un po’ di stretching. Se invece sono sola a Sandhman posso scrivere fino a tarda sera».

Le sue grandi passioni? Quando non scrive cosa ama fare?

«Lo sci d’inverno nel nord della Svezia; poi mi piace molto cucinare…fare pane, biscotti…».

 

 

 

Food, le nuove proposte della famiglia Chiodi Latini

Le innovative esperienze New Food  saranno sempre al centro della scena, con un occhio di riguardo per il caffè

 

È stata un’estate molto calda per la famiglia Chiodi Latini: tante idee, molti lavori, nuovi progetti, per ripartire a settembre pronti a stupire ancora una volta il pubblico appassionato della cucina vegetale creativa, torinese e non solo.

Ma andiamo con ordine.

 

ANTONIO CHIODI LATINI

Da oggi apre, o per meglio dire riapre, un luogo polifunzionale con un format all’avanguardia che ha sede nel cuore della città. Lo spazio rinnovato di via Bertola 20 ospita al proprio interno diverse proposte, che in comune hanno l’approccio visionario dello Chef Antonio Chiodi Latini, con l’obiettivo di offrire ai clienti esperienze nuove e pienamente immersive nel mondo vegetale creativo: RistoranteBistròCaffè (Contaminazioni e Caffè Chantant), A la Carte (tavolo Davanti a me), Clam Cabarè. Diverse anime che, insieme, delineano la vera essenza della cucina creativa dello Chef.

La cucina è aperta al pubblico dal lunedì al sabato dalle 11 alle 15.30 e dalle 18,30 alle 21,30.

 

BISTRÒ CHIODI LATINI NEW FOOD

Guidato da Stefano Chiodi Latini e da sua moglie, aperto a pranzo e a cena dal lunedì al sabato, il locale di Via San Quintino 33/C si presenta come il punto zero di un progetto franchising che sta vedendo la luce proprio in questi giorni.

Qui verrà proposta la formula Bistrò sia a pranzo che a cena: 4 proposte di Menù – Try, Taste, Enjoy e Today’s Special – con prezzi compresi tra i 12 e i 18 euro, che offrono una pausa pranzo sana e veloce senza rinunciare a tutta la qualità, leggerezza e gusto tipici della cucina vegetale creativa.

 

Ladre senza identità

La banda delle donne senza identità. Lanciano zaino con refurtiva dalla macchina, tre ragazze arrestate Ieri pomeriggio, a Nichelino, viene segnalata la presenza di tre donne che scavalcano la recinzione di una villetta in via Cecchi. All’arrivo della pattuglia dei Carabinieri però, le tre si davano a una spericolata fuga per le vie di Nichelino e Moncalieri a bordo di un’Audi di grossa cilindrata, intestata a un prestanome, provando a far perdere le proprie tracce. Durante la folle corsa, che non ha risparmiato sorpassi azzardati e strade prese in contromano, le tre hanno lanciato dall’auto uno zaino che conteneva tutta la refurtiva appena trafugata nella casa “visitata”. I Carabinieri sono però riusciti a recuperare lo zaino e bloccarle ai confini con Torino.
I militari si sono trovati di fronte tre ragazze nomadi rom prive di documenti, che asserivano di avere all’incirca dodici anni. Le tre non hanno nemmeno voluto indicare la loro residenza o le generalità dei genitori. Questo piccolo escamotage non ha però impedito ai militari dell’Arma di effettuare accertamenti di natura medico legale che hanno confermato per tutte e tre un’età compatibile con i 17 anni.
Ora le tre giovani devono rispondere di furto aggravato in concorso, oltre al danneggiamento di alcune auto in sosta e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Le tre ladre non erano nuove a queste esperienze e risultavano essersi già allontanate da una comunità di Roma dove avevano fornito generalità completamente differenti.

Ancora aperte le iscrizioni alla Festa dei vicini

Sabato 21 e domenica 22 settembre, in occasione della 16th edition of Neighbours’ Day, la Città di Torino e l’Agenzia Territoriale per la Casa ATC aderiscono al secondo appuntamento della Giornata Europea dei Vicini.

Fino a venerdì 13 settembre, i cittadini che utilizzano lo spazio privato possono ancora iscriversi all’evento, mentre per lo spazio pubblico la scadenza è prevista per lunedì 9.

La Festa dei Vicini può essere organizzata in spazi privati quali androni o cortili condominiali, oppure in spazi pubblici come giardini, piazze o vie. L’importante è ampliare la partecipazione e l’accoglienza agli abitanti del proprio condominio e del vicinato, per promuovere un momento di riconquista degli spazi pubblici sociali.

La celebrazione è l’occasione per riconnettersi con i valori di solidarietà, convivialità e amicizia, valori che devono essere in prima linea nelle relazioni di vicinato per contrastare l’individualismo, l’isolamento e l’esclusione sociale.

“Questa per noi è un’iniziativa importante che si inserisce nella visione di una comunità vitale e vivace, a fianco delle altre iniziative che stiamo portando avanti per sostenere e animare le comunità della nostra città, dai patti di collaborazione per i beni pubblici alle zone franche – dichiara Marco Giusta, assessore alle periferie -. Voglio invitare i nostri concittadini e le nostre concittadine a fare particolare attenzione all’ambiente, preferendo eventi plastic free. Invitate i vostri amici e i vostri vicini, le vostre amiche e le vostre vicine a portarsi il piatto e le posate da casa, in modo da ridurre l’impatto dell’iniziativa sull’ambiente. Auguro a tutti e tutte di divertirsi, io passerò a trovarvi, visiterò più feste possibile in quanto le ritengo una delle iniziative più
importanti per la nostra città”.

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Per informazioni: Città di Torino Tel. 011 011 30323 – 011 011 30499
http://www.comune.torino.it/festadeivicini/
Email: festadeivicini@comune.torino.it

Coerenza in politica? Un optional

Tra gli elementi che avranno una forte ricaduta nella cittadella politica italiana nei prossimi mesi
dopo la più grande operazione trasformistica del secondo dopoguerra, ci sarà sicuramente la
scomparsa della “coerenza” nel dibattito pubblico. Tra i partiti e nei partiti. E’ di tutta evidenza, del
resto, che riesce difficile, se non indigesto, d’ora in poi per larghi settori della pubblica opinione,
continuare a credere ciò che dicono pubblicamente i partiti e i principali esponenti sulla politica,
sulle prospettive, sui giudizi sugli avversari politici, sulle promesse programmatiche e via
discorrendo. Dopo l’alleanza tra il Partito democratico e il partito di Grillo e Casaleggio tutto e’
possibile. Tutto e’ legittimo. Tutto è tollerato. Perché tutto si può dire e tutto si può azzerare anche
nell’arco di pochissimi giorni. Del resto, anni e anni caratterizzati da tonnellate di insulti,
contumelie, diffamazioni, attacchi politici e personali, querele tra i vari esponenti e poi nell’arco di
pochissimi giorni tutto viene accantonato…
Ora, di fronte ad un quadro del genere, e pur con tutte le buone intenzioni del caso, una
considerazione molto semplice si impone: e cioè, e’ scomparsa la categoria della coerenza nella
politica. Tutto si può dire e tutto si può smentire nell’arco di pochissimi giorni. Ogni proposta sul
futuro, sulla prospettiva di governo, sulle alleanze per un nuovo progetto politico sono poco più di
enunciazioni scritte sulla sabbia. Destituite di ogni fondamento e del tutto virtuali perché possono
essere accantonate nell’arco di poche ore. Tutti i giorni in molti talk, sui social e nella rete in
generale scorrono le immagini dei principali esponenti del Pd e del partito dei 5 stelle che giurano
e spergiurano l’impossibilità storica, politica culturale, programmatica, etica e sociale per arrivare
ad un accordo, anche di breve tempo, tra i due soggetti politici. Cosa è rimasto di tutto ciò?
Assolutamente nulla. Come dicevo poc’anzi, tutto cancellato e tutto rimosso.
Diventa francamente difficile, d’ora in poi, promettere una stagione politica all’insegna della
coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, tra ciò che si promette e come ci si comporta. Una
radicale dissociazione, una cesura netta tra i pronunciamenti e i comportamenti. Altroché l’antica e
saggia lezione di Pietro Scoppola quando invitava i cattolici italiani impegnati in politica a non
separare mai la “cultura del comportamento dalla cultura del progetto”. Lezione archiviata e
consegnata ormai alla storia. Nessuno sa, ad oggi, quali saranno le ricadute politiche, elettorali e
comportamentali di questa nuova stagione nata all’insegna del più spregiudicato trasformismo.
Una cosa e’ certa: nessuno potrà più dispensare patenti di coerenza a destra e a manca.
Semplicemente nessuno ha più l’autorità morale per farlo. Fuorche’ si creda in buona fede – sic! –
che l’alleanza tra il Pd e i 5 stelle sia una “alleanza politica, culturale, etica, programmatica,
culturale, di lunga scadenza” e quindi “storica. Come hanno sostanzialmente sostenuto Grillo e i
maggiorenti del Partito democratico.
Ora, per non ripetere osservazioni che ormai sono sotto gli occhi di tutti, c’è una sola
considerazione conclusiva che non si può non fare. E cioè, dopo una lunga stagione in cui i partiti
esprimevano più o meno una visione della società a cui faceva seguito un sisma di alleanze più o
meno coerente con le pubbliche enunciazioni, e’ subentrata una fase – quella odierna – dove ciò
che viene detto agli elettori e’ tutto e solo un finzione. Una virtualità. Ovvero, un racconto che poi
viene sistematicamente negato da ciò che concretamente viene perseguito. E le vicende di questi
giorni, sconcertanti per chi crede ancora, pur senza farsi grandi illusioni, nella “buona politica”, lo
confermano persin platealmente.
Ma, e questo è l’aspetto positivo, esistono ancora gli anticorpi nella società italiana – a livello
politico, culturale, sociale, religioso ed etico – per opporsi a questa deriva e a questa perdita di
credibilità della politica e, soprattutto, degli attuali partiti. Si tratta, soprattutto, di farli emergere e di
trasformarli in soggetti politici veri che siano anche in grado, seppur in mezzo a grandi difficoltà, di
far invertire la rotta rispetto all’attuale decadimento. Anche da una stagione trasformistica può
ripartire una nuova pagina. Non tutto il male, a volte, viene per nuocere.
Giorgio Merlo

Al via il nuovo anno scolastico

Non un solo luogo, ma una presenza diffusa per inaugurare il suono della campanella: è la scelta della Regione Piemonte per dare il via al nuovo anno scolastico. Pertanto, dal 9 settembre gli assessori regionali saranno presenti su tutto il territorio come testimonianza diretta dell’importanza che l’istruzione e la formazione rivestono per la crescita umana e sociale.

A precederli è stato il presidente Alberto Cirio, che insieme all’assessore all’Istruzione, Elena Chiorino, e all’assessore ai Bambini, Chiara Caucino, il 6 settembre ha visitato l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dove l’anno scolastico ospedaliero ha già preso il via la scorsa settimana.

Le presenze del 9 settembre:

– Fabio Carosso, vice presidente e assessore alla Montagna e all’Urbanistica, alle ore 8 alla scuola primaria di Monastero Bormida (Asti);

– Chiara Caucino, assessore ai Bambini e alle Politiche sociali, alle ore 8 alla scuola primaria Carducci di Biella;

– Elena Chiorino, assessore al Lavoro e all’Istruzione, alle ore 8.15 alla scuola media Pavese di Candelo (Biella); alle ore 11 a Cumiana (Torino) ai prefabbricati del villaggio scolastico predisposto per far fronte all’inagibilità della scuola media Carutti; alle ore 12 all’Istituto Nicoletta di Coazze (Torino);

– Marco Gabusi, assessore alle Infrastrutture e Trasporti, alle ore 8 alla scuola primaria Umberto Bosca di Canelli (Asti);

– Luigi Icardi, assessore alla Sanità, alle ore 8 alla Scuola enologica di Alba (Cuneo);

– Matteo Marnati, assessore all’Ambiente e Innovazione, alle ore 8.30 alla scuola primaria Pietro Thouar di Novara;

– Vittoria Poggio, assessore alla Cultura, Turismo e Commercio, ad Alessandria alle ore 9 alla scuola primaria Bovio, alle ore 10 all’ITI Volta e alle ore 11 al Conservatorio Vivaldi;

– Fabrizio Ricca, assessore alla Sicurezza e allo Sport, alle ore 8 alla scuola secondaria di primo grado Viotti di Torino.

Nei prossimi giorni:

– mercoledì 11 settembre l’assessore alle Attività Produttive, Andrea Tronzano, sarà alle ore 9.30 all’Ipsia Birago di Torino;

– giovedì 12 settembre l’assessore ai Diritti e alla Semplificazione, Roberto Rosso, sarà alle ore 12 all’Istituto Alberghiero Ronco di Trino (Vercelli);

– mercoledì 25 settembre, l’assessore allo Sport, Fabrizio Ricca, sarà al Liceo sportivo Marconi-Galletti-Einaudi di Domodossola (VCO).

“Quest’anno abbiamo scelto di inaugurare l’anno scolastico non in un unico luogo, ma con una presenza diffusa della Regione e della squadra di assessori in tutte le province – sottolineano il presidente Cirio e l’assessore Chiorino – Un giorno molto importante per migliaia di studenti piemontesi che tornano sui banchi di scuola o che, per la prima volta, fanno il loro ingresso nel percorso scolastico che li accompagnerà nella crescita culturale, ma anche sociale e personale. Entrano per la prima volta in classe bambini e usciranno adulti, formati e pronti ad affrontare al meglio le sfide della vita. Da parte nostra esprimiamo un sincero augurio a tutti loro, ma anche agli insegnanti, che hanno una grande responsabilità, quella della formazione dei ragazzi, e a tutto il personale ausiliario che opera nei nostri istituti scolastici per renderli migliori e più efficienti”.

“Per noi l’istruzione è fondamentale – proseguono Cirio e Chiorino – e pertanto la Regione farà tutto ciò che è necessario per garantire agli studenti tutti i servizi che possono supportare il loro percorso formativo. Un augurio anche alle famiglie, che insieme alla scuola rappresentano l’altro pilastro fondamentale per l’educazione e la crescita dei ragazzi, che sono chiamate a supportare i propri figli in tutto il percorso che si sviluppa nelle ore del dopo scuola, dallo studio a casa e fino al sostegno nello svolgimento dei compiti. Il nostro pensiero va anche ai ragazzi costretti a seguire i corsi nei luoghi di cura: noi siamo al loro fianco affinché il percorso terapeutico non comprometta il loro diritto all’istruzione. Nessuno deve essere lasciato indietro o, ancor peggio, solo. Che sia quindi un anno sereno, proficuo e di grande crescita per tutti. In bocca al lupo, ragazzi. Non scordatevi mai che il futuro del Piemonte e dell’Italia è nelle vostre mani”.

“Filo lungo filo, un nodo si farà” compie 25 anni

ECOMUSEO VILLAGGIO LEUMANN

Corso Francia 313 – Collegno – Torino

 

L’Associazione Amici della Scuola Leumann organizza, dal 20 al 22 settembre 2019, la venticinquesima edizione di “Filo lungo filo, un nodo si farà” presso l’Ecomuseo Villaggio Leumann di Collegno (TO).

 

L’iniziativa, nata nel 1995 per valorizzare il Villaggio Leumann come documento di assoluto valore nell’ambito dell’Archeologia Industriale torinese e come momento di riflessione e incontro tra artigiani tessitori e studiosi dell’arte tessile, anno dopo anno ha testimoniato e continua a testimoniare l’impegno, a volte quasi eroico, di perpetuare un patrimonio storico artigianale che rischia di andare perduto.

 

Filo lungo filo. un nodo si farà raccoglie in sé grandi potenzialità di far riscoprire al grande pubblico un’arte antica come l’uomo, l’arte del tessile a mano e di restituire dignità al lavoro di tanti artisti artigiani.

 

Il Convegno – che avrà luogo il 20 settembre, dalle ore 17 alle 20 ed è dedicato al rapporto tra Arte tessile e letteratura – la mostra-mercato, le mostre e la sfilata di abiti realizzati dagli espositori, rappresentano momenti significativi del percorso creativo perseguito con costanza e determinazione da chi ogni anno viene a Leumann a presentare i propri manufatti, a volte vere opere d’Arte.

 

Tra gli espositori ci sono artigiani provenienti dalla Francia, dalla Georgia caucasica e dall’Ungheria.

 

Nelle mostre da segnalare “MARIA LAI – Andando via. Omaggio a Grazia Deledda”: 22 tessitrici, in rappresentanza di 23 comuni sardi, hanno riprodotto su pannelli l’ultima Opera della grande Artista, conosciuta ed apprezzata a livello internazionale.

 

L’iniziativa, che rientra tra gli eventi della Settimana della Cultura promossa da UNI.VOC.A., viene realizzata con il patrocinio della Città di Collegno, della Regione Piemonte, del Consiglio regionale e della Città Metropolitana di Torino e la collaborazione del Coordinamento Tessitori, e di Diffusione Tessile.

 

Sabato 21 e domenica 22 settembre sono previste visite guidate al Villaggio Leumann.

 

Per informazioni:

Associazione Amici della Scuola Leumann Organizzazione di Volontariato Culturale

Corso Francia 345 – 10093 Collegno (To)

tel. 347 3596056

www.villaggioleumann.it e-mail:   info@villaggioleumann.it