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Mascherine: quali caratteristiche devono avere?

MASCHERINE “GENERICHE” (DI COMUNITÀ): DA UNI ENTE ITALIANO DI NORMAZIONE E POLITECNICO DI TORINO I REQUISITI E I METODI DI PROVA

Sono state pubblicate oggi le UNI/PdR 90:2020 frutto della collaborazione tra UNI Ente Italiano di Normazione e il Politecnico di Torino per la definizione dei requisiti prestazionali e dei metodi di prova delle mascherine generiche. Ora e molto probabilmente anche nei prossimi mesi, le mascherine di comunità continueranno a ricoprire un ruolo fondamentale nella quotidianità di tutti per il contenimento del COVD-19.

Fino ad oggi non esisteva alcun riferimento utile a valutarne le prestazioni filtranti e la respirabilità, ecco perché UNI insieme all’Ateno torinese hanno messo a punto in tempi brevi le due nuove prassi di riferimento sulle maschere di comunità “Parte 1 – Requisiti, classificazione e marcatura”, che fornisce i requisiti prestazionali, inclusi gli elementi utili per una loro classificazione e marcatura e indicazioni relative alla valutazione di conformità e  “Parte 2 – Metodi di prova”, con le indicazioni per l’uso di un metodo innovativo per misurarne le prestazioni filtranti mediante due prove distinte, ovvero l’efficienza di rimozione delle particelle e la resistenza all’attraversamento dell’aria.

Questi due documenti avranno un impatto diretto su tutte le mascherine – monouso o lavabili, anche autoprodotte – che utilizzeremo nella cosiddetta “fase tre” di convivenza con il COVID-19.

Le Prassi di Riferimento rappresentano inoltre uno dei pilastri portanti del documento europeo CWA 17553:2020 ‘Community face coverings – Guide to minimum requirements, methods of testing and use’ (clicca qui), che raccoglie le esperienze fatte in vari Paesi Europei, inclusa l’Italia. La delegazione di esperti italiani, infatti, ha partecipato attivamente all’elaborazione del documento prenormativo, portando al tavolo europeo l’esperienza fatta con la UNI/PdR 90, e contribuendo così alla definizione di un primo approccio condiviso a livello europeo alla progettazione, produzione e la valutazione della performance delle maschere di comunità.

Ad eccezione delle categorie di lavoratori che hanno bisogno di dispositivi medici o di protezione individuale, tutti i cittadini possono utilizzare le mascherine di comunità, così come indicato nel DPCM del 26 aprile 2020, considerate una misura indispensabile per contenere la diffusione del virus, pur non avendo le caratteristiche di dispositivo medico UNI EN 14683 “Maschere facciali ad uso medico”, né di dispositivo di protezione individuale UNI EN 149 “Semimaschere filtranti antipolvere”.

La normazione tecnica mai come in questo momento ha un’estrema utilità sociale: la pubblicazione con il Politecnico di Torino delle due Prassi di Riferimento sulle mascherine di comunità ha lo scopo di fornire linee guida sui requisiti che soddisfino le indicazioni del Decreto Cura Italia e offrire – con spirito di servizio – ai produttori e agli utilizzatori, riferimenti certi per garantire la conformità alle finalità di tutela della salute a cui le mascherine di comunità sono indirizzate”  dichiara il Presidente UNI Piero Torretta.

“Le prime misure su filtri per aria effettuate nel Laboratorio di Tecnologia degli Aerosol e Filtrazione Aria che fu diretto da nomi illustri come i professori Codegone e Anglesio e che fa capo oggi al professor Paolo Tronville del Dipartimento Energia del Politecnico risalgono a 85 anni fa. Negli ultimi 30 anni abbiamo contribuito a sviluppare norme internazionali per molteplici applicazioni e collaborato con UNI e il CTI per portare l’Italia ai vertici nel settore della normazione nel campo della filtrazione dell’aria. Siamo molto soddisfatti di avere messo a disposizione di tutti il nostro bagaglio di conoscenze, ancora di più in questo periodo di difficoltà. I metodi di prova proposti nelle Prassi di Riferimento appena pubblicate sono frutto della nostra esperienza e offrono uno strumento affidabile e flessibile per fare fronte alle esigenze attuali e future per questa importante applicazione” afferma il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco.

Le due prassi di riferimento UNI/PdR 90:2020 possono essere liberamente scaricate dal sito UNI ai seguenti indirizzi:

–          UNI/PdR 90.1:2020 https://tinyurl.com/y6wm9dvf

–          UNI/PdR 90.2:2020 https://tinyurl.com/ybn96lrv

 

Cosa sono le prassi di riferimento

Le prassi di riferimento sono documenti che definiscono prescrizioni tecniche o modelli applicativi di norme tecniche, elaborati con un rapido processo di condivisione ristretta, e costituiscono una tipologia di documento para-normativo nazionale che va nella direzione auspicata di trasferimento dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione, fornendo una risposta tempestiva a una società in cambiamento. Tutte le prassi di riferimento sono gratuitamente scaricabili dal sito www.uni.com accedendo alla sezione “Catalogo”.

L’Ente Italiano di Normazione – UNI (www.uni.com) è un’associazione privata senza scopo di lucro, i cui soci, oltre 4.000, sono imprese, liberi professionisti, associazioni, istituti scientifici e scolastici, pubbliche amministrazioni.

Dal 1921 svolge attività di normazione tecnica in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario ad esclusione di quello elettrico ed elettrotecnico. Le norme sono documenti che definiscono le caratteristiche (prestazionali, ambientali, di sicurezza, di organizzazione ecc.) di un prodotto, processo, servizio o professione, secondo lo “stato dell’arte” e sono il risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo. In estrema sintesi, sono documenti che definiscono “come fare bene le cose” garantendo sicurezza, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe. Il ruolo dell’UNI, quale Organismo nazionale italiano di normazione, è stato riconosciuto dal Decreto Legislativo 223/2017 sulla normazione tecnica. UNI partecipa, in rappresentanza dell’Italia, all’attività di normazione internazionale ISO ed europea CEN.

Il Politecnico di Torino (www.polito.it) è stato fondato nel 1906 e trae origine dalla Scuola di Applicazione per gli Ingegneri sorta nel 1859. È accreditata dai ranking internazionali come una delle principali università tecniche in Europa, con circa 37.500 studenti, il 16% dei quali sono stranieri, provenienti da oltre 100 paesi.

Il Politecnico si propone come un centro di eccellenza per la formazione e ricerca in Ingegneria, Architettura, Design e Pianificazione con strette relazioni e collaborazioni con il sistema socio-economico.  È infatti una Research University a tutto tondo, dove formazione e ricerca si integrano e fanno sistema per fornire una risposta concreta alle esigenze dell’economia, del territorio e soprattutto degli studenti  in un’ottica di forte internazionalizzazione delle attività didattiche, di ricerca e di trasferimento tecnologico, con collaborazioni con le migliori università e centri di ricerca nel mondo e accordi e contratti con i grandi gruppi industriali internazionali, ma anche con le aziende del territorio, dove si propone come punto di riferimento per l’innovazione.

Asse Torino-Lione contro la Tav? La replica della Regione

Il sindaco verde di Lione si esprime contro la realizzazione dal collegamento ad alta velocità con Torino. Si crea così un potenziale asse con l’amministrazione pentastellata subalpina da sempre contraria o quanto meno tiepida nei confronti dell’opera. Vedremo gli sviluppi sotto la Mole. «I lavori andranno spediti perché dal punto di vista ambientale la Torino-Lione è una infrastruttura vincente. Assurdo metterla in discussione: a regime, l’opera eliminerà oltre 1 milione di TIR dalle strade alpine, arrivando a risparmiare fino a 3 milioni di tonnellate di CO2 all’anno» commenta l’assessore regionale Marnati 

 

«Ad oggi il treno è l’unico mezzo di trasporto di lunga percorrenza che consente di ridurre le emissioni inquinanti nell’aria: con la Torino-Lione a regime si elimineranno oltre 1 milione di TIR dalle strade alpine, arrivando a risparmiare fino a 3 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. I lavori andranno spediti perché dal punto di vista ambientale la Torino Lione è una infrastruttura vincente ed è assurdo metterla in discussione». Così l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati risponde al sindaco di Lione Grégory Doucet che ha chiesto la sospensione dei lavori di collegamento ad Alta Capacità tra la città francese e il capoluogo piemontese. «Basterebbe questo – sottolinea Marnati – a spiegare perché non si può più sprecare altro tempo, e per questa ragione è necessario completare questa infrastruttura che serve all’Italia e all’Europa. Ricordo che il tunnel storico del Frejus voluto da Cavour– ha aggiunto Marnati – risale al 1871, non risponde agli standard di trasporto internazionale contemporanei e comporta un costo energetico del 40% in più rispetto a una linea senza dislivello. Un suo adeguamento non è possibile, sarebbe come tentare di aggiornare un telefono cellullare del 1993 alle nuove funzionalità. Ma come chiunque sa ad un certo punto gli aggiornamenti non sono più possibili».

Il settore dei trasporti è responsabile di quasi il 25% di gas ad effetto serra emessi in atmosfera, e il transito annuale di quasi 3,6 milioni di mezzi pesanti attraverso ai valichi con la Francia produce circa 3 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. Questo impatto sarà fortemente diminuito grazie al trasferimento modale favorito dalla nuova opera nella direzione indicata anche dal Grean Deal europeo che vede nel trasferimento delle merci su treno uno dei suoi principali obiettivi.

Secondo l’assessore la tratta ad Alta Capacità Torino-Lione, è quindi indispensabile per rendere possibile il «trasferimento modale» di merci e passeggeri sull’intero corridoio europeo e costituisce un contributo fondamentale alla transizione ecologica del sistema dei trasporti dell’Europa per la riduzione delle emissioni climalteranti che l’intero continente produce.

Trent’anni di carcere all’assassino dei Murazzi

Trent’anni di carcere  a Said Mechaquat. Questa la condanna inflitta al giovane marocchino  per aver ucciso con un fendente alla gola  il 23 febbraio dello scorso anno  Stefano Leo, ai Murazzi del Po.

Il processo si è svolto con rito abbreviato. L’assassino si era presentato nelle settimane dai carabinieri confessando il delitto e facendo ritrovare il coltello.

Disse di avere voluto sfogare una situazione di disagio interiore, vedendo che il ragazzo era sereno e aggiunse che non conosceva la vittima.  I genitori di Stefano Leo, giovane che lavorava in un negozio di abbigliamento in piazza Cln, sono stati sempre presenti in aula e hanno commentato: “La giustizia ha fatto il suo corso. Noi siamo sempre stati fiduciosi e la sentenza oggi ci da’ ragione. Stefano è sempre stato qui non se ne è mai andato. Anche adesso è qui”.

(foto Liguori)

Amanti del vino rubano bottiglia da 800 euro. Ma…

Ieri pomeriggio, durante le operazioni di rilievo di un sinistro avvenuto in Corso Vittorio Emanuele II, la Squadra Antinfortunistica del Reparto Radiomobile della Polizia Municipale ha dovuto sospendere l’attività per sedare una violenta discussione scaturita all’interno della vicina enoteca.

Gli agenti intervenuti hanno prontamente ristabilito la calma tra le persone e ricostruito i motivi della rissa.

Un giovane ragazzo di nazionalità italiana coinvolto nella lite con la complicità di un altro giovane datosi alla fuga, anch’esso di nazionalità italiana è stato colto in flagrante mentre sottraeva una bottiglia di vino pregiato.

Il ragazzo fermato, su pressione degli agenti, ha contattato il complice, convincendolo a tornare indietro con la refurtiva, una bottiglia del valore di euro 820.

La bottiglia è stata immediatamente restituita al proprietario, mentre entrambi i giovani di anni 21 e 23, sprovvisti di documenti di identità, sono stati accompagnati presso il Comando della Polizia Municipale di via Bologna 74 per gli accertamenti di rito, al termine dei quali sono stati identificati e indagati a piede libero per il reato di furto aggravato in concorso.

Prima dei saldi al via le vendite promozionali

Sono autorizzate le vendite promozionali anche nei trenta giorni antecedenti l’inizio dei saldi estivi. Lo prevede il disegno di legge “Misure per il commercio a fronte dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”, approvato all’unanimità nella  Terza commissione regionale (presidente Claudio Leone), riunitasi in videoconferenza in sede legislativa. Quindi i veri e propri saldi estivi inizieranno il 1 agosto come da decisione della Conferenza Stato-Regioni. Ma il ddl approvato serve a rimuovere il divieto di effettuare le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti i saldi estivi. Per cui con l’approvazione del ddl è possibile effettuare le vendite promozionali dal 1° luglio, poi dal 1 agosto inizieranno i saldi estivi propriamente detti.

Con le modifiche alla legge regionale n. 28/1999 si stabilisce, per quest’anno anomalo, di permettere le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti le vendite di fine stagione, posticipate al 1° agosto 2020.

“Per sostenere la ripartenza e la ripresa del sistema commerciale piemontese nelle migliori condizioni di competitività ed efficienza e adottando una linea di apertura e liberalizzazione del mercato, si è deciso, di concerto con le associazioni di categoria, di sospendere il divieto di effettuare le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti i saldi estivi” ha spiegato l’assessore regionale al Commercio Vittoria Poggio.

Dalle relazioni di maggioranza, lo stesso Leone (Lega) e di minoranza, Sarah Disabato (M5s) e Domenico Ravetti (Pd) si è potuto approfondire la “ratio” del provvedimento.

I saldi di solito, inizierebbero la prima settimana di luglio, ma visto il periodo appena vissuto sono stati posticipati di un mese circa. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha stabilito di spostare l’inizio dei saldi estivi al 1° agosto per permettere ai negozianti di recuperare i mesi perduti senza prezzi ribassati. La Regione Piemonte, come altre ha pertanto autorizzato le vendite promozionali anche nei trenta giorni antecedenti l’inizio dei saldi che sarebbero vietate.

“Con questo provvedimento si offre un sostegno al commercio consentendo la commercializzazione di merce relativa alla stagione in corso, ma anche dei prodotti rimasti in giacenza” ha sottolineato Leone.

Per Disabato bisogna uniformare le normative per evitare la concorrenza tra le Regioni. Ravetti, sottolineando come il piccolo commercio stesse già soffrendo per via della grande distribuzione, ha affermato come l’evento della pandemia debba diventare un momento per scegliere, coinvolgendo tutte le amministrazioni pubbliche.

È seguito il dibattito. Giorgio Bertola (M5s) ha evidenziato il senso di responsabilità delle opposizioni a concedere l’iter accelerato della formula legislativa per approvare in tempo utile il provvedimento. Per Paolo Bongioanni (FdI) con questo strumento legislativo temporaneo offriamo un contributo concreto, ma per il commercio è necessaria un’azione a più ampio raggio.

Stop al distanziamento sui treni ma non su bus e metropolitana

La Regione Piemonte: “Se entro venerdì non interverrà il Governo, eviteremo il caos con una ordinanza regionale”  

A partire da sabato ma  solo fuori città le regole del distanziamento non varranno più sui treni, ma bisognerà indossare la mascherina.  Per i prossimi giorni sui bus e tram  urbani e sulla metropolitana, resteranno in vigore le regole del distanziamento sociale applicate contro il coronavirus

Il Comitato Tecnico Scientifico dell’Unità di crisi, il Gruppo di lavoro Fazio e il Settore Prevenzione dell’Assessorato regionale alla Sanità, alla luce dell’attuale situazione epidemiologica del Piemonte, hanno dato riscontro favorevole alla richiesta della Regione di un parere sulla possibilità di un uso più ampio dei posti a sedere sui treni e sui bus extra-urbani.

«Di fronte all’anarchia che si è verificata nei giorni scorsi e nella totale assenza di un intervento da parte del Governo, ci siamo attivati chiedendo un parere ai nostri referenti scientifici – spiegano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti Marco Gabusi -. Oggi abbiamo sottoposto il tema anche in Conferenza delle Regioni perché riteniamo urgente un’azione da parte del Ministero che renda omogenea la situazione tra le diverse regioni. Ne abbiamo parlato anche con la Regione Lombardia. Se entro venerdì non interverrà il Governo, confortati dal parere positivo dei nostri Comitati scientifici, abbiamo intenzione di emanare una ordinanza regionale valida a partire da sabato 4 luglio, al fine di risolvere una situazione ingestibile con treni che non possono partire da una regione in un modo e arrivare in quella accanto in un altro, generando confusione generale tra i passeggeri e gli stessi operatori del trasporto pubblico. Il far west nuoce a tutti».

Grimaldi (LUV): “Disinnescato il blitz della Lega fermeremo il ‘Riparti Slot’”

Ludopatia: “noi siamo dalla parte della maggioranza dei piemontesi e dei più deboli, non delle lobby”

“Lega e soci ignorano le Asl e gli uffici regionali, negano il confronto con chi si occupa ogni giorno di contrasto alla ludopatia, usura e racket, e negli scorsi giorni hanno depositato il “Riparti Slot”, che riporterebbe migliaia di macchinette nelle strade delle nostre città. Solo a Torino potrebbero tornare più di 5000 slot-machine”. Sono le parole di Marco Grimaldi ai cronisti presenti al Presidio convocato da Libera, Avviso Pubblico e Acli.

Il capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, nel 2016 è stato il relatore di maggioranza della legge regionale n. 112 “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”, che questa maggioranza di centro destra vuole cancellare: “tutto per pagare qualche promessa elettorale alle lobby del gioco d’azzardo” – tuona al microfono Grimaldi – “la destra vuole togliere le distanze entro le quali è vietato posizionare le macchinette rispetto ai ‘luoghi sensibili’ – scuole, parrocchie, banche, centri anziani, etc. – e dimezzare gli stessi, con effetto retroattivo: non possono esistere né proroghe né retroattività, i termini di legge sono in vigore da anni e valgono per tutti: sulle regole non si scherza, sulla salute non si gioca!”.

“Come si può non capire che, davanti alla più grave crisi pandemica mai vista in questi decenni, e davanti alla crisi economica che ne sta derivando, questa “restaurazione” è solo una patrimoniale sulla povertà?” – attacca Grimaldi – “Abbiamo fermato l’escalation e ridotto le perdite da gioco: i risultati sono sotto gli occhi di tutti e sono certificati. Questi risultati li abbiamo ottenuti nonostante la nostra legge non sia ancora stata applicata alle grandi sale VLT e che da un anno, di fatto, c’è stata un’omissione dei controlli”.

“A questo proposito – prosegue Grimaldi – non ho paura di denunciare pubblicamente la cosa: occorre che la Procura apra un’inchiesta sui mancati controlli e che le forze dell’ordine si impegnino a esercitarli. Non possiamo permetterci di temere chi ‘in questo gioco’ è più forte e più grande. Per quanto riguarda la Giunta di centro destra, invece di fare sanatorie dovrebbe mettersi dalla parte dei sindaci e dei Servizi per le Dipendenze Patologiche che, da anni, chiedevano una legge per il contrasto all’azzardopatia come quella approvata nel 2016”.

“Anche se siamo minoranza in Consiglio – conclude Grimaldi –, su questo tema sappiamo di essere in maggioranza e che i piemontesi sono dalla nostra parte: dopo aver fermato con migliaia di emendamenti il blitz della scorsa settimana, la sanatoria per chi non aveva spento le slot machine, ci organizzeremo per fermare anche questa nuova proposta di legge: sulla salute non si gioca!”.

Gioco legale, Allasia: “Iter in commissione è garanzia di condivisione”

“Sul tema del gioco legale – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia – l’emendamento è stato ritirato dall’Omnibus e quindi ora la questione può essere approfondita prima in Commissione, poi in Aula, seguendo il normale iter legislativo, compresa la fase delle audizioni dei soggetti interessati. Ciò permetterà un’ampia condivisione del testo”. Con queste parole Allasia ha rassicurato la delegazione ricevuta a Palazzo Lascaris, che chiedeva attenzione per i problemi della ludopatia e dell’indebitamento, come conseguenza del gioco d’azzardo.

È intervenuto anche il presidente della Commissione Legalità Giorgio Bertola, chiarendo che “se verrà mai cambiata la norma vigente, peraltro votata all’unanimità, si dovrà fare anche una seria riflessione anche per quanto riguarda l’applicazione concreta e le possibili ripercussioni riflesse”.

Secondo Maria Josè Fava di Libera Piemonte, “L’attuale legge ha portato risultati importanti. Capiamo le esigenze di tutti, ma ci sembra di osservare che l’occupazione nel settore non sia calata in modo vistoso. Però per tutelare un comparto non possiamo dimenticare tutto quello che ruota intorno. Quando si parla di gioco d’azzardo si parla anche di dipendenze, di mafia e di usura”. E ha aggiunto: “Si vuole rivedere la legge? C’è la nostra disponibilità a collaborare, ma alcuni paletti per noi restano fissi”.

Per Massimo Tarasco di Acli Piemonte “c’è un problema di merito e di metodo. Rispetto all’emergenza attuale, una legge che agiva sulla prevenzione, che permetteva controlli, per noi non è da cambiare. Tutela non solo alcune categorie, ma tutti i cittadini piemontesi. Non è pensabile tutelare un lavoro se nello stesso tempo non si tutela la salute. In ogni caso, eventuali modifiche devono essere ampiamente condivise”.

Allasia ha concluso chiarendo che l’intero Consiglio sarà messo a parte “di questo incontro e di quanto avete affermato qui oggi. È evidente che questa maggioranza voglia apportare delle modifiche, ma senz’altro il vostro aiuto può essere utile per arrivare a un compromesso che porti a una variazione ponderata e migliore possibile. Poniamo anche l’attenzione sul gioco online che oggi è forse un pericolo ancora maggiore, ma che né lo Stato né alcuna Regione ha ancora affrontato per i problemi di patologia e di indebitamento”.

La Juve vince a Genova. Il Toro perde in casa con la Lazio

La Juventus batte il Genoa e resta in vantaggio (4 punti) in testa alla classifica sulla Lazio che ha vinto contro il Torino.

I bianconeri vincono 3-1 (0-0)  nella ripresa con i gol di Dybala (50′), Cristiano Ronaldo (56′) e Douglas Costa (73′) . In finale rete di Pianamonti (76′).

La Lazio ribalta le sorti del match a Torino allo stadio Olimpico e vince 2-1. Dopo la  rete di Belotti su rigore a 5′, ecco il gol di Immobile al 3′ della ripresa. E Parolo segna la seconda rete. La Lazio contro il Milan sabato 4 luglio, non potrà contare su Immobile e Caicedo,  che ieri sera sono stati ammoniti e saranno squalificati.