ilTorinese

La Regione sostiene la produzione di miele

La produzione del miele è in crisi e la Regione interverrà a sostegno del settore

“Alla luce della grave situazione verificatasi quest’anno per l’apicoltura si è deciso di varare una serie di provvedimenti concreti per sostenere il settore fortemente in crisi attraverso l’approvazione di uno specifico programma che prevede la concessione di contributi negli interessi sui prestiti per la conduzione aziendale”.

Questa la risposta fornita dall’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa all’interrogazione del consigliere Daniele Valle (Pd) che richiedeva alla Giunta quali azioni s’intendessero attuare a sostegno dell’apicoltura.

Le nuove misure avranno come finalità quella di agevolare l’accesso al credito agli apicoltori professionali che operano in Piemonte riducendo l’impatto degli interessi passivi con contributi sui prestiti annuali contratti dagli addetti ai lavori e rinnovabili per ulteriori due anni.

La Regione interverrà con un contributo sugli interessi maturati sui prestiti annuali compresi tra un minimo di 5.000 euro ed un massimo di 80.000.

La mancata produzione di miele di acacia nella nostra regione ha generato un danno quantificabile in 16,5 milioni di euro. Il Piemonte è la prima regione italiana produttrice di miele, con oltre 5 mila tonnellate stimate nel 2018, seguita da Toscana con 3 mila tonnellate ed Emilia Romagna con 2 mila.

Ferisce la compagna. Arrestato, era già condannato per omicidio

Questa notte, personale del Commissariato Barriera Milano, transitando in Corso Giulio Cesare ha notato alcuni passanti che invocavano aiuto. Gli agenti hanno subito visto una donna gravemente ferita al volto che, tuttavia, è riuscita ad indicare nel suo attuale compagno l’aggressore: S.M. cittadino tunisino di 36 anni. A poca distanza i poliziotti hanno notato l’uomo per terra sporco di sangue, in via Verres angolo via Leinì.

Gli agenti apprendevano che, poco prima, i due stavano tornando in autobus a casa della donna. Durante il tragitto, la vittima manifestava l’intenzione di interrompere la relazione, avendo scoperto che il suo compagno era attualmente detenuto in carcere per un precedente omicidio. Di qui scaturiva l’aggressione, nel corso della quale il trentaseienne aveva tentato più volte di attingere al collo la compagna, procurandole gravi ferite al volto con una bottiglia di vetro. La sciarpa indossata dalla donna probabilmente ha scongiurato eventi più gravi.

A seguito, di accertamenti, è emerso che il reo eradetenuto presso la casa circondariale Lo Russo e Cutugno” con permesso di assentarsi per motivi lavorativi. In particolare, l’uomo svolgeva attività lavorativa presso un Bistrò sito in Grugliasco, con obbligo di far rientro presso la casa circondariale entro le ore 2 della notte. Il cittadino tunisino, infatti, era stato condannato per l’omicidio, avvenuto a Bergamo nel giugno del 2008, della persona con cui al tempo aveva una relazione.

La donna è riuscita ad indicare nel suo attuale compagno l’aggressore: S.M. cittadino tunisino di 36 anni. A poca distanza i poliziotti hanno notato l’uomo per terra sporco di sangue, in via Verres angolo via Leinì.

Il trentaseienne, arrestato per tentato omicidio, è stato trasportato in ospedale poiché nel tentativo di fuga è caduto rovinosamente per terra

Viaggio nel Giappone che cambia alla Pinacoteca Agnelli

La Pinacoteca Agnelli di Torino presenta, da sabato 19 ottobre 2019 sino a domenica 16 febbraio 2020, la grande esposizione “Hokusai, Hiroshige, Hasui. Viaggio nel Giappone che cambia”.

In mostra le opere di due grandi Maestri del “Mondo Fluttuante” dell’Ottocento, Katsushika Hokusai (1760 – 1849) e Utagawa Hiroshige (1797 – 1858), insieme alle stampe moderne di Kawase Hasui (1883-1957), pittore esponente del movimento shin hanga (“nuove stampe”), che portò avanti i temi e le tecniche delle silografie policrome anche nelle epoche Meiji (1868-1912), Taishō (1912-1926) e parte della Shōwa, fino a metà degli anni Cinquanta del Novecento quando venne nominato “Tesoro nazionale vivente” nel 1956.

L’esposizione è curata da Rossella Menegazzo, docente di storia dell’Arte dell’Asia Orientale dell’Università di Milano, e Sarah E. Thompson curatrice del Boston Museum of Fine Arts, ed è organizzata dalla Pinacoteca Agnelli in collaborazione con il Museum of Fine Arts, Boston insieme a MondoMostreMain partner del progetto è FIAT.

Il percorso espositivo, diviso in 4 sezioni tematiche, propone attraverso una selezione di 100 straordinarie silografie dei tre maestri, Katsushika HokusaiUtagawa Hiroshige e Kawase Hasui, un viaggio nei luoghi più suggestivi del Giappone, reali e immaginari, raccontando il mondo artistico di un paese che tra fine Ottocento e inizio Novecento subisce un’enorme trasformazione sotto l’influenza dell’Occidente. Ecco come il mondo fluttuante, reso noto dai primi due maestri, scivola dentro una società che aspira ai canoni artistici europei, e non solo, di cui Hasui è testimone.

I visitatori potranno vivere una esperienza completa, prima sperimentando su di sé la meraviglia e l’emozione che all’epoca dovettero provare artisti come Monet, Van Gogh, Degas, Toulouse-Lautrec di fronte alla freschezza, alla semplicità e al forte impatto delle opere di Hokusai e Hiroshige, i due straordinari paesaggisti che contribuirono a rivoluzionare il linguaggio pittorico della Parigi di fine Ottocento; e poi, vedendo l’evoluzione di quelle immagini del Mondo Fluttuante traslate in epoca moderna, attraverso l’abilità, la nostalgia e la tecnica innovativa di Hasui, per la prima volta in un confronto diretto con le opere più importanti dei pittori classici della tradizione giapponese.

La produzione di immagini del Mondo Fluttuante (ukiyoe), un genere artistico che si sviluppò a partire dal XVII secolo, ha riguardato moltissimi artisti che attraverso pitture su rotoli, paraventi e soprattutto stampe, accompagnarono queste immagini souvenir alla massima fioritura nei primi decenni dell’Ottocento. Hokusai è certamente uno dei più raffinati rappresentanti della visione estetica dell’ukiyoe. Seppe rappresentare con forza, drammaticità e sinteticità i luoghi e i volti, oltre che il carattere e le credenze della società del suo tempo. Nei suoi dipinti su rotolo, ma soprattutto nelle sue silografie policrome, l’artista ha saputo interpretare in modo nuovo il mondo in cui viveva, con linee libere e veloci, un uso sapiente del colore e in particolare del blu di Prussia, da poco importato in Giappone, traendo spunto sia dalla pittura tradizionale autoctona sia dalle tecniche dell’arte occidentale.

I soggetti delle sue stampe coprono ogni ambito dello scibile di cui la mostra dà ampio conto, presentando stampe di bellezze paesaggistiche e naturalistiche dell’arcipelago che comprendono anche i luoghi appartenenti alla tradizione letteraria e poetica e i grandi poeti che li resero famosi.

Tra le serie di maggior successo degli anni Trenta vanno ricordate senz’altro quelle dedicate alle cascate e ai ponti famosi del Giappone, anche se fu con le Trentasei vedute del monte Fuji che Hokusai si affermò sul mercato delle immagini di paesaggio come grande maestro. Da allora in avanti nessun artista del Mondo Fluttuante poté esimersi dal far riferimento alla sua opera e, in particolare, alla stampa appartenente a questa serie divenuta icona dell’arte giapponese: La Grande Onda presso la costa di Kanagawa, conosciuta come la “Grande Onda”.

Più giovane di circa vent’anni rispetto a Hokusai, Hiroshige divenne un nome celebre della pittura ukiyoe poco dopo l’uscita delle Trentasei vedute del monte Fuji del maestro grazie a una serie, nello stesso formato orizzontale, che illustrava la grande via che collegava Edo (l’antico nome di Tokyo) a Kyoto. Si tratta delle Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō, conosciute come “Hōeidō Tōkaidō” dal nome dell’editore che lanciò verso il successo Hiroshige. Da allora l’artista lavorò ripetutamente su questo stesso soggetto, producendo decine di serie diverse fino agli anni Cinquanta.
La qualità delle illustrazioni di paesaggio e vedute del Giappone, la ricchezza degli elementi stagionali e atmosferici – nevi, piogge, nebbie, chiarori di luna – che Hiroshige seppe descrivere facendoli percepire in modo quasi sensoriale, gli valsero il titolo di “maestro della pioggia e della neve”.

Bimbo di tre anni muore schiacciato da un vaso

È’ morto al Regina Margherita di Torino il bimbo di tre anni che, ieri, a Caramagna Piemonte, giocando nel giardino della nonna è rimasto schiacciato da un grosso vaso di marmo. Trasferito all’ospedale è stato sottoposto ad alcuni interventi chirurgici, ma i medici non hanno potuto salvarlo.

“Vitamine Jazz” per la Fondazione “Medicina a Misura di Donna”

Martedì 22 ottobre
Ospedale Sant’Anna – sala 3° Paradiso via Ventimiglia 3
134° concerto – terza stagione

“Nuit Française Eclettic Duo”

Cecile Delzant e Emanuele Francesconi

Cécile Delzant, violinista, ed Emanuele Francesconi, pianista, compongono il Nuit Française Eclettic Duo. Entrambi amano profondamente sia la musica classica che il jazz e da quest’amore nasce la coraggiosa scelta di far incontrare due stili così diversi fra loro. Negli arrangiamenti di Francesconi le regole della musica classica si fondono con la libertà del jazz, la struttura si scioglie nell’irrequietudine dell’improvvisazione. Fra gli autori saranno proposti Mozart, Gershwin, Ravel, ognuno inizialmente in versione originale per poi scivolare in quella jazz.“

Cecile Delzant e Emanuele Francesconi

Sul palco, entrambi i musicisti catturano l’attenzione con la forza e l’energia delle loro esecuzioni, ma soprattutto con la loro enorme e travolgente passione. Cécile Delzant ed Emanuele Francesconi hanno una formazione sia classica che jazz, così da riuscire a spaziare facilmente tra i due generi. Emanuele Francesconi che, solo nel 2015, ha ricevuto quattro riconoscimenti a livello nazionale per le sue composizioni. Stiamo parlando del primo premio al Barolo Jazz Contest, del premio del pubblico al Chicco Bettinardi, del terzo premio al Ravel International Composition Contest e al Narni Black Soul.

Il duo nasce nel 2011 e si esibisce in numerosi jazz club e circoli culturali. Nel 2014 vincono il premio giovani jazzisti di Barolo.

La Fondazione Torino Musei con la GAM in Kazakhstan

Per sviluppare partnership internazionali lungo “La Via della Seta”.

 

Su invito dell’Ambasciata d’Italia in Kazakhstan, in occasione della giornata internazionale del contemporaneo, il direttore della GAM, Riccardo Passoni, e Angela Benotto, responsabile Relazioni Internazionali della Fondazione Torino Musei, hanno effettuato una missione a Nur-Sultan, l’avveniristica città del grande Paese dell’Asia Centrale, divenuta capitale  appena 21 anni fa, sia per presentare le collezioni del museo e le attività della Fondazione sia per stabilirepartnership bilaterali con istituzioni locali.

Nel corso di due intensi giorni di missione, si sono svolte presentazioni presso l’Accademia Nazionale delle Arti del Kazakhstan e la Galleria TSE Art Destination, organizzatrice dell’Astana Art Show, il più importante appuntamento di arte contemporanea del Paese.

Di grande interesse gli incontri organizzati con rappresentanti della Municipalità di Nur-Sultan e con il Direttore del Museo Nazionale del Kazakhstan con il quale la Fondazione Torino Musei ha siglato un accordo quadro per la realizzazione di progetti culturali condivisi.

Il Direttore della GAM, Riccardo Passoni: È stata un’occasione interessante per confrontarsi con una dimensione istituzionale nuova. L’invito era pervenuto poi tramite il Mibac Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, e questa era una ragione di più per verificare l’interesse verso le esperienze torinesi su uno scenario internazionale

Con un’età media inferiore ai 30 anni, la popolazione kazaka, e in particolare le nuove generazioni, guardano con sempre maggiore attenzione all’arte, alla cultura e alla lingua italiana, come testimonia il crescente numero di studenti kazaki che trascorrono un periodo di formazione superiore negli atenei italiani.

Elisabetta Rattalino, Segretario Generale Fondazione Torino Musei:La Fondazione guarda oltre i confini nazionali con attenzionecrescente, per far conoscere e promuovere il patrimonio storico-artistico dei nostri musei. La collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Kazakhstan arricchisce il nostro dialogo con le istituzioni internazionali, nella direzione di una comune attività di diplomazia culturale. L’arte costituisce un canale privilegiato per ridurre le distanze e stimolare la reciproca conoscenza

Domenica si corre la “Tuttastorta”

Domenica 20 ottobre, organizzata dall’Associazione GSPT Cuore da Sportivo, si svolgerà la manifestazione podistica non competitiva “TUTTASTORTA IN CITTÀ”, con partenza alle ore 9.30 e arrivo alle 12.30 circa in Giardini Lamarmora- via Stampatori.

Il percorso, da compiere due volte, è il seguente: via Stampatori, via Barbaroux, via Botero, attraversamento di via Garibaldi, via Bellezza, via Corte d’Appello, via S. Agostino, via S. Domenico, via Bellezza, via S. Chiara, via S. Agostino, piazza Emanuele Filiberto, via delle Orfane, via Carlo Ignazio Giulio, via Piave, via S. Chiara, via dei Quartieri, via S. Domenico, via delle Orfane, via Corte d’Appello, piazza Savoia, via del Carmine, via dei Quartieri, via Perrone, via della Cittadella, piazza Arbarello, via Bertrandi, via Perrone, via Bertola, corso Siccardi, via Barbaroux, via S. Dalmazzo, termine ai Giardini Lamarmora, via Stampatori.

Un nuovo umanesimo è possibile al Festival del Classico

Aperta il 17 la seconda edizione 

Quattro giorni di incontri, lezioni e spettacoli per tentare la strada di un nuovo umanesimo. 

In un mondo in cui il sapere tecnico-scientifico sembra procedere ad un ritmo incalzante, celebrando sempre nuovi traguardi dove ormai tutto sembra possibile, ha ancora senso parlare di umanesimo e confrontarsi con i classici? Parte da riflessioni come questa la seconda edizione del Festival del classico che apre oggi con un fitto cartellone di incontri, dialoghi e reading. Un progetto della Fondazione Circolo dei lettori e della Regione Piemonte, presieduto da Luciano Canfora e curato da Ugo Cardinale e Massimo Arcangeli e che quest’anno ha per titolo “La verità ci renderà liberi”. Dal 17 al 20 ottobre filosofi, storici, linguisti, scrittori e attori tenteranno di riabilitare quel tempo, sacrosanto per gli antichi, dedicato all’ars interrogandi nel tentativo disottrarlo alle insidie della ininterrotta sincronia a cui l’impero del digitale ci sottopone.

Si comincia il 17 alle 11 nell’Aula Magna Liceo Classico D’Azeglio con la lezione inaugurale di Massimo Arcangeli “Per un dizionario delle sfumature” che spiega alle nuove generazioni come sottrarre all’oblio tutto un repertorio di vocaboli che rischia di scomparire. Alle 16, poi, nella sala grande del Circolo dei lettori, va in scena la Semifinale 1 del Torneo di disputa classica, sul tema “L’inganno del vero persuasore a cura di Elisabetta Berardi, Marcella Guglielmo, Massimo Manca. Due squadre di studenti delle scuole superiori di Piemonte e Valle d’Aosta si sfidano in una competizione oratoria, volta a convincere i giudici della bontà delle ragioni presentate.

Alle 18, presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale, con Luciano Canfora si entra nel vivo del Festival con un intervento sul concetto del falso che domina nei social, nelle pubblicità,passando dalla politica al business. A seguire Massimo Cacciari, prendendo le mosse dal suo La mente inquieta. Saggio sull’Umanesimo (Einaudi), si concentra sull’inquieto filosofare tipico del pensiero umanistico, che attraversando filosofia, filologia e teologia va alla ricerca della pace e delle verità ultime Alle 21 la prima giornata si conclude con il volto paradossale della democrazia: Moni Ovadia propone un reading di un breve trattato politico di un “Anonimo Ateniese” incentrato sulla divisione tra “buoni” e “malvagi”, sulla democrazia come “violenza del popolo.

Tra gli ospiti dei giorni a seguire il filologo Maurizio Bettini, i filosofi Umberto Galimberti, Salvatore Natoli e Mauro Bonazzi, la filosofa Franca D’Agostini, il latinista Ivano Dionigi, l’attore Moni Ovadia, l’attrice Lella Costa, l’italianista Claudio Giunta, l’editore Alessandro Laterza, gli scrittori Matteo Nucci, Alessandro Mari, Marco Balzano, le scrittrici Annalisa Ambrosioe Nadia Terranova, la grecista Olimpia Imperio, il filologi classici Enrico Valdo Maltese e Federico Condello, il poeta Valerio Magrelli, gli storici dell’antichità Giovanni Brizzi e Gino Bandelli, la filosofa Adriana Cavarero, i linguisti Massimo Arcangeli e Gian Luigi Beccaria, i matematici Piergiorgio Odifreddi e Lucio Russo, lo storico della filosofia antica Giuseppe Cambiano, il giurista Armando Spataro e molti altri.

Il Festival del Classico è realizzato con il sostegno di Fondazione CRT, il patrocinio della Città di Torino e dell’Università degli Studi di Torino, in collaborazione con Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Accademia delle Scienze di Torino, Dibattito e Cittadinanza Rete del Piemonte, Rete Nazionale dei Licei Classici, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte e Cirst – Centro Interuniversitario di Ricerca Studi sulla Tradizione. Media partner La Stampa. L’artwork è di Ugo Nespolo.

 

Modalità d’ingresso

Gli incontri gratuiti sono a ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili. A partire da un’ora prima dell’inizio dell’evento, davanti ai singoli spazi, viene distribuito un tagliando a persona che consente l’ingresso in sala. Possono prenotare il proprio posto i titolari di Carta Extra.

Per gli eventi a pagamento la biglietteria è al Circolo dei lettori e online su Vivaticket (per maggiori informazioni 334 1809224).  

La Carta Extra permette di prenotare un posto nelle prime file agli eventi gratuiti e di godere di riduzioni sui eventi a pagamento. I titolari hanno inoltre diritto al biglietto di ingresso gratuito per la lezione-spettacolo di Daria Bignardi La coscienza dell’ansia di domenica 29, Teatro Carignano. La Carta Extra si può sottoscrivere al Circolo dei lettori e online su torinospiritualita.org e circololettori.it.

Per accreditarsi al Festival del Classico si invitano i giornalisti e gli operatori media a inoltrare una mail di richiesta a press@circololettori.it con indicati dati anagrafici, recapiti telefonici, testata di riferimento e il numero di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti. Sarà cura dell’ufficio comunicazione prendere in carico tutte le richieste e rispondere prontamente.

Giuliana Prestipino

Programma completo su festivaldelclassico.it/programma.

I vincitori del premio Lagrange

Sono stati annunciati giovedì 17 ottobre, presso la sede della Fondazione Crt, dal presidente Giovanni Quaglia  (nella foto) e dal segretario generale, Massimo Lapucci i vincitori del Premio Lagrange.

 

Il massimo riconoscimento internazionale per la scienza dei sistemi complessi, istituito dalla Fondazione CRT – Cassa di Risparmio di Torino e coordinato dalla Fondazione ISI –Istituto per l’Interscambio Scientifico di Torino, quest’anno vanno al biologo ed ecologo britannico Iain D. Couzine e al biologo marino ed esploratore statunitense David Gruber.

 

Il Premio Lagrange – ha detto il presidente Quaglia – è un modo per riconoscere i meriti di un grande matematico nato a Torino, ma di origini francesi. Un Progetto Lagrange avviato dalla Crt nel 2003 ed un Premio Lagrange istituito nel 2008.

 

David Gruber è, tra l’altro, professore di Biologia e Scienze Ambientali presso il Baruch College della City University of New York ed esploratore del National Geographic.

 

Iain D. Couzin, già ricercatore alla University of Oxford e professore alla Princeton University, oggi è direttore del Max Planck Institute of Animal Behavior di Costanza in Germania .

 

Studiare la straordinaria complessità del mondo animale per comprendere meglio i meccanismi che regolano la vita sul pianeta, compresa la nostra. È il terreno su cui si muovono i due vincitori dell’edizione 2019 del Premio Lagrange –Fondazione CRT.

 

Il Premio Lagrange –Fondazione CRT2019 è assegnato al Prof. Iain D. Couzinper il suo rilevante e pionieristico lavoro sull’emergenza di comportamenti collettivi in gruppi di animali e in gruppi sociali, nonché per lo sviluppo della tecnologia per lo studio sperimentale di tali sistemi così complessi.

 

Il Premio Lagrange –Fondazione CRT2019 è assegnato al Prof. David Gruber per il suo pionieristico contributo allo sforzo di acquisire una conoscenza più approfondita del sistema di comunicazione dei capodogli (Physeter macrocephalus).

 

Queste balene, che vivono in grandi nuclei familiari, hanno un linguaggio vocale complesso che usano in una complessa rete di comunicazione.

 

Il Prof. Gruber ha architettato le basi concettuali di un vasto e ambizioso progetto di ricerca, basato su tecniche di intelligenza artificiale e di decodifica di algoritmi, finalizzato ad aiutarci ad imparare il complicato linguaggio delle balene.

 

Se si andrà su Marte e potremo parlare con gli alieni sarà anche per via di queste ricerche.

 

Peccato che nell’Albo doro dei vincitori risulti, per l’Italia , solo il fisico Giorgio Parisi nel 2009.

 

Tommaso Lo Russo

In viaggio sul van rosso

Caleidoscopio rock USA anni 60

Tra 1967 e 1969 lo si poteva vedere slittare persino sulla neve o sul ghiaccio di Youngstown in Ohio… quel van Ford Econoline “adattato”, color rosso mattone, con copricerchioni lisci, pittoreschi specchietti oblunghi e fiancata con caratteri giganteschi in bianco e azzurro.

All’interno ci trovavi i “Pifferai Magici” di quell’area di Rust Belt dalla vita sofferta, la Youngstown che tra anni Cinquanta e Sessanta era purtroppo nota anche come “Murdertown” o “Bomb City”, spesso pesantemente infiltrata ad ogni livello nelle amministrazioni dall’onda lunga dell’Italian Mob [“The Mob” secondo lo slang].

Sulla fiancata del van campeggiava la scritta “The Pied Pipers”, ma erano cosa ben diversa dall’omonimo gruppo vocale sorto a fine anni Trenta…

L’avventura della band era iniziata nel 1966, con l’entusiasmo di alcuni studenti della Cardinal Mooney High School: Les Moro (chit), Pete Pompura (b), Lenny Krispinsky (batt), guidati dal carisma magnetico e selvaggio di Dennis Sesonsky (V); quest’ultimo vantava una presenza scenica di grande impatto, in un connubio che prendeva ispirazione da Mick Jagger e James Brown, generando uno stile “Stones/R&B” insolito ed accattivante.

I gigs di certo non mancavano e l’area di azione sconfinava finanche in Pennsylvania, essendo Youngstown prossima alla Ohio Turnpike, corridoio preferenziale tra Chicago e Pittsburgh. Tuttavia i luoghi preferiti erano le ben note piste di pattinaggio su rotelle (i diffusi “roller rinks”, tra cui la Champion Rollarena), il mitico Idora Park (col celebre e storico ottovolante) e Willows Lake; comunque l’area battuta si estendeva soprattutto tra Youngstown, Warren, Middlefield, Columbiana in Ohio e tra Hermitage, New Castle e Mercer in Pennsylvania.

L’esordio in sala di registrazione non si fece attendere e nella seconda metà del 1966 uscì il primo 45 giri, composto da covers: “Hey Joe” (WAM 5948; side B: “Hold On I’m Coming” [Sam & David]), con etichetta WAM records di Youngstown; sulla radio locale WHOT fu un buon successo.

Nel 1967 alla band si aggiunse il chitarrista Rich Gula e si passò ad un altro step, un secondo 45 giri ma con brano originale: “Stay In My Life” [Moro – Sesonsky] (6710-HT-01; side B: “You Don’t Know Like I Know” [Sam & David]), su etichetta autoprodotta Hamlin Town; anche in questo caso girò parecchio su WHOT, con risultati migliori del precedente.

Trascorsa la fase delle incisioni, The Pied Pipers subirono una trasformazione significativa; i nuovi membri furono Brad Naples alla batteria (per Krispinsky) e Todd Stevenson alla chitarra (per Moro). Il raggio delle esibizioni si estese (anche grazie al van Ford rosso…) a sud Ohio fino ad Athens, oltre confine fino a Pittsburgh e cintura e ad ovest fino a Decatur e Fort Wayne (Indiana) in un periodo intenso durante il quale la band tornò a quattro elementi (uscì Pete Pompura, sostituito al basso da Stevenson).

Nel 1969 il sound subì le influenze psichedeliche allora molto frequenti e subentrò il chitarrista Dick [Richard] Belley proveniente dai The Human Bein[g]z; Richard Gula lasciò e la band cambiò il nome in The Pipers, esibendosi poi nell’aprile 1970 con gli emergenti concittadini Blue Ash e The Sound Barrier di Salem. Dopo tale evento si perdono le tracce del gruppo; dunque si presume che The Pipers entro la fine del 1970 si fossero ormai già sciolti.

 

Gian Marchisio