ilTorinese

Ravetti, Pd: “Davvero Icardi vuole modificare la delibera sulla rete ospedaliera?”

IL CAPOGRUPPO DEM: “COME? QUANDO?”

“In  prima commissione l’Assessore alla Sanità Icardi ha posto una questione fondamentale sulla gestione del sistema sanitario piemontese, facendo riferimento alla proiezione del disavanzo prevedibile per fine anno con una cifra di circa 200 milioni di euro” ha spiegato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.

“Al fine di riportare in equilibrio i bilanci delle Aziende Sanitarie Regionali – ha proseguito Ravetti – l’Assessore ha dichiarato di avere offerto ai Direttori Generali precise indicazioni utili al contenimento dei costi. Affronteremo in una prossima Commissione i dettagli di tali indicazioni. Nel frattempo registriamo le intenzioni di Icardi sulle inefficienze del sistema che, a suo dire, sono dovute anche a “doppioni” nella rete ospedaliera che determinerebbero l’obbligo di rivedere la DGR n. 1/600 (e le successive modifiche o integrazioni). Ricordo che la delibera n.1/600 è l’atto programmatorio fondamentale che assegna ad ogni ospedale non solo le specialità, ma anche il numero dei posti letto per ciascuna delle stesse”.

“Se alimentassimo il dubbio, così come capitava all’opposizione durante la scorsa legislatura, diremmo che a “doppioni e inefficienze” corrisponde la “politica dei tagli ai servizi”. Evitiamo pregiudizi di qualsiasi genere, ma chiediamo con forza alla Giunta di produrre un documento per capire in quale direzione si sta andando” ha concluso il Presidente Ravetti.

Regione e sindacati avviano i tavoli permanenti

CON  CGIL, CISL, UIL  SUI TEMI STRATEGICI
A quelli già esistenti sul lavoro e l’istruzione si aggiungeranno incontri periodici
su fondi europei e competitività,  politiche sanitarie e sociali 
Tavoli permanenti per lavorare insieme su alcuni dei temi strategici per il futuro del territorio: è la decisione condivisa oggi tra la  Regione Piemonte e i rappresentanti regionali di  Cgil, Cisl, Uil Piemonte, nel corso di un incontro svoltosi in Piazza Castello a Torino.
Presenti il presidente della Regione  Alberto Cirio, insieme agli assessori alle Politiche sociali  Chiara Caucino, al Lavoro, Istruzione e Formazione  Elena Chiorino, e al Bilancio e Attività produttive  Andrea Tronzano, accanto a una delegazione sindacale guidata dai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Piemonte,  Massimo Pozzi, Alessio Ferraris, Gianni Cortese e dai Segretari Regionali dei sindacati dei pensionati e dei lavoratori pubblici.
“Io credo che lavorare con le organizzazioni sindacali, così come con i rappresentanti del mondo produttivo e datoriale, sia fondamentale perché al di là del ruolo che ognuno di noi riveste abbiamo tutti un obiettivo comune, che è il bene del nostro Piemonte  – dichiara il presidente Cirio –.  L’incontro di oggi è stato molto utile per condividere il lavoro che la Giunta sta portando avanti su alcuni dei settori strategici per il futuro del nostro territorio e impostare anche un metodo di lavoro comune. Esiste già un confronto costante sui temi dell’istruzione e del lavoro, ma avvieremo dei tavoli permanenti anche sulla competitività e i fondi europei e sulle politiche sanitarie e sociali, da cui dipende molto il benessere presente e futuro di tutti i cittadini piemontesi”.
“Si è trattato  – dichiarano i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Piemonte, Massimo Pozzi, Alessio Ferraris, Gianni Cortese –  di una riunione utile volta a definire il metodo di confronto con la giunta regionale e i temi da affrontare negli specifici incontri: competitività e fondi europei, sanità e assistenza, sviluppo e lavoro sono le priorità per i cittadini piemontesi che saranno trattati con continuità”.

Genova-Torino, treni riattivati con limitazione di velocità

Qui di seguito il dettaglio delle modifiche alla circolazione previsto sulle linee Genova-Torino e Genova-Milano, consultabile anche al link sulla homepage di Trenitalia

Linea Torino – Genova

Dettaglio treni cancellati e modificati:

IC 500 Genova Brignole (6:48) – Torino Porta Nuova (8:45)

6051 Acqui Terme (05:20) – Genova Brignole (06:51) Cancellato e sostituito da BUS

2500 Genova Brignole (05:21) – Torino Porta Nuova (07:30) Origine da Alessandria

2500 Genova Brignole (05:21) – Torino Porta Nuova (07:30) Il treno a origine ad Alessandria (p.6:31).

21135 Novi Ligure (05:29) – Genova Brignole (06:57) Il treno ha origine ad Arquata (p. 05:43).

2501 Torino Porta Nuova (05:30) – Genova Brignole (07:39) Limitato Alessandria

21137 Novi Ligure (05:55) – Genova Brignole (07:30) Cancellato.

6053 Acqui Terme (06:04) – Genova Brignole (07:37) Il treno termina la corsa ad Ovada. Tra Ovada e Genova PP sostituito con BUS

6050 Genova Brignole (06:05) – Acqui Terme (07:28) Il treno ha origine da Ovada (p. 07:07).

6109 Alessandria (06:12) – Arquata Scrivia (06:39) Cancellato

2502 Genova Brignole (06:21) – Torino Porta Nuova (08:30) Regolare

2544 Novi Ligure (06:24) – Torino Porta Nuova (07:45) Regolare

2503 Torino Porta Nuova (06:30) – Genova Principe (08:30) Regolare

6111 Alessandria (06:48) – Genova Brignole (08:00) Regolare

2546 Novi Ligure (06:58) – Torino Porta Nuova (08:23) Regolare

6055 Acqui Terme (07:03) – Genova Brignole (08:36) Cancellato.

6052 Genova Brignole (07:05) – Acqui Terme (08:35) Il treno a origine da Ovada (p. 08:10).

6110 Arquata Scrivia (07:13) – Alessandria (07:40) Cancellato

2504 Genova Brignole (07:21) – Torino Porta Nuova (09:30) Regolare

2505 Torino Porta Nuova (07:30) – Genova Brignole (09:39) Limitato Alessandria

6057 Acqui Terme (07:40) – Genova Brignole (08:53) Il treno termina la corsa a Ovada.

6113 Alessandria (07:55) – Arquata Scrivia (08:22) Cancellato

2507 Torino Porta Nuova (08:20) – Genova Brignole (10:39) Regolare

2506 Genova Brignole (08:21) – Torino Porta Nuova (10:30) Origine da Alessandria

6112 Arquata Scrivia (08:38) – Alessandria (09:05) Cancellato

2508 Genova Brignole (09:30) – Torino Porta Nuova (11:30) Regolare

Dibattito rovente in Sala Rossa sulla vicenda dell’ex portavoce della sindaca

Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico
Oggi in aula un dibattito acceso sugli  elementi trapelati sui giornali  a proposito della vicenda giudiziaria dell’ex portavoce della sindaca, Luca Pasquaretta. Su richiesta dei consiglieri Lo Russo, Foglietta (Pd) e Magliano (Moderati), Appendino è intervenuta in Sala Rossa, all’inizio dei lavori del Consiglio Comunale.


La sindaca ha spiegato come nel merito della questione sulle responsabilità giuridiche si esprimeranno le autorità competenti. Appendino ha spiegato che come già affermato in precedenza non vi è stato alcun ricatto nei suoi confronti da parte dell’ex portavoce e il confronto con il carteggio delle indagini lo conferma.
La sindaca ha affermato che l’ex portavoce chiese una maggiore retribuzione, ma l’inquadramento lo impediva. Riguardo un eventuale impiego di Pasquaretta presso una società partecipata dalla Città, Appendino ha ribadito la propria netta contrarietà come già dichiarato negli interrogatori, definendo falso quanto è stato detto in merito.
La sindaca ha affermato che non appena è giunta la notizia di imputazione di reato ha interrotto ogni rapporto professionale e privato con Pasquaretta. Dal momento in cui ha iniziato a maturare la decisione di lasciare l’incarico si è valutato l’impiego in staff politico dell’ex portavoce.

E’ seguito un dibattito al quale sono intervenuti i seguenti Consiglieri comunali:

ll capogruppo di Forza Italia Osvaldo Napoli ha dichiarato che la situazione è “fantozziana” e che comunque non compete ai consiglieri decidere se si è consumato un reato. Si è letto di tutto – ha aggiunto – ma se vi è stata una richiesta di assunzione a un ente pubblico si tratta di un fatto molto grave.

Anche il capogruppo PD Stefano Lo Russo ha ribadito che non interessa discutere in aula i risvolti penali, ma le questioni di etica politica: in particolare, se sia stata contattata Iren e se l’assessore Sacco si sia attivato per far assegnare consulenze pubbliche o private a Pasquaretta.

Silvio Magliano (Moderati) si è domandato se la sindaca non provi imbarazzo e come mai non abbia mai domandato scusa alla sua maggioranza e ai cittadini per le scelte fatte: è stato fatto un danno enorme alla città – ha detto – e prima o poi arriverà la resa dei conti politica.

La capogruppo del M5S Valentina Sganga ha respinto i tentativi di mettere tutti sullo stesso piano, rifiutando di prendere parte al gioco del gossip per colpire l’una o l’altra parte politica, metodo estraneo al Movimento. Sganga ha ricordato che la maggioranza consiliare, unanime, definì pubblicamente inopportuno il comportamento di Pasquaretta sin dall’emergere della vicenda. Sia l’ex capo di gabinetto Giordana che Pasquaretta sono stati giubilati senza attendere l’esito delle indagini, con una severità che va rivendicata. Questo, secondo la capogruppo M5S, non lo possono rivendicare i moralizzatori a giorni alterni che accusano il M5S di incompetenza, mentre quest’ultimo è stato un argine contro manovre mosse da interessi personali, Questa amministrazione, ha concluso Sganga, deve sgombrare il campo da qualsiasi dubbio, vale per i consiglieri di maggioranza e opposizione, per gli assessori, per la sindaca e per i dirigenti comunali, ma è inaccettabile che si getti discredito sulla macchina amministrativa.

A nome del Gruppo misto di minoranza – Connessione civica, Marina Pollicino ha esordito dicendo che dai resoconti dei giornali emerge un mondo notturno degno di un romanzo di Fruttero e Lucentini: i più stretti collaboratori della sindaca erano stati da lei scelti senza confronto con la maggioranza e senza valutazioni preventive. E il fatto che definisse il suo “pitbull” il capo ufficio stampa, ha sottolineato Pollicino, è indicativo della sua idea di rapporto con i media e i consiglieri. La vicenda, ha un rilevo tale da non poter passare sotto silenzio, la sindaca deve valutare con atteggiamento critico e autocritico le conseguenze delle sue scelte chiarire.

Francesco Tresso (Lista Civica per Torino) si è detto non interessato dal gossip, ritenendo però grave le conseguenze di alcune scelte che erano state della sola sindaca e che danneggiano l’immagine della città. Persone con ruoli importanti nella cosa pubblica si pensa siano di qualità e capaci di fare squadra, i due più stretti collaboratori scelti dalla sindaca sono poi stati da lei allontanati, ha evidenziato Tresso, per motivi di basso lignaggio. Tresso ha poi notato che molti professionisti guadagnano meno della cifra che scontenta l’ex capo ufficio stampa, il quale anche dopo l’allontanamento si voleva tenere nello staff. Fino al decorso processuale non si potrà dire se la sindaca si sia spesa o meno per Pasquaretta verso le società amministrate, ma la stessa maggioranza, chiedendo intervento di assessore Sacco, fa emergere un quadro di solitudine della sindaca, la quale, ha detto Tresso, dimostra la sua mancanza di carisma

È necessario parlare di cosa è successo dopo le dimissioni di Pasquaretta – ha affermato Alberto Morano (Lista Civica Morano) – e sapere se la sindaca abbia chiesto all’assessore Sacco di occuparsene, oppure se lo abbia autorizzato o abbia tollerato che se ne occupasse.

Per Eleonora Artesio (Torino in Comune) sarebbe necessario conoscere meglio le carte processuali, ma è comunque doloroso vedere coinvolta la sfera personale della sindaca, anche se non si è mai registrata una tale ingerenza politica di un consorte nella vita politica di un sindaco. C’è poi un problema di terzietà e fiducia nei vertici dell’Amministrazione – ha concluso.

Deborah Montalbano (DemA) ha affermato che tutti si erano accorti che la consulenza di Pasquaretta per il Salone del Libro era fittizia e che il M5S non ha agito diversamente da chi ha governato prima e che quindi i suoi consiglieri dovrebbero dimettersi.

Nella replica, la sindaca Chiara Appendino ha specificato che sin dall’inizio Pasquaretta le rappresentò più volte che desiderava un riconoscimento economico maggiore e che se ne era discusso più volte, ma che né lei né la Giunta si sono mai adoperate in tal senso. Ha quindi ribadito di avere la massima fiducia nella Magistratura e ha auspicato che ora si possa tornare a discutere di questioni che interessano tutta la collettività.

Ha quindi preso la parola l’assessore al Commercio Alberto Sacco, che ha spiegato di aver seguito la vicenda del Parco Dora e di non essere mai stato sentito né chiamato per un’intercettazione che risale a due anni fa, che riguardava un evento da 10mila euro a cui il Salone dell’Auto aveva rinunciato.

Alberto Morano (Lista Civica Morano) si è domandato a cosa mirasse l’intervento di Sacco: a prevenire domande della Maggioranza?

Valentina Sganga (M5S), ringraziando l’assessore Sacco, ha confermato che si è trattato di una richiesta della Maggioranza per fare chiarezza.

La replica dell’assessore Sacco è stato un errore politico, secondo Osvaldo Napoli (Forza Italia), e – per lui – la questione riguarda soltanto il Movimento 5 Stelle.

Lo Russo è intervenuto ricordando come fossero state poste questioni politiche e non giudiziarie, l’intervento dell’assessore Sacco – su richiesta non ufficiale della capogruppo M5S – crea dubbi sul sereno svolgimento del suo ruolo assessorile. L’argomento affrontato oggi dall’ assessore non era ammissibile in aula in questi termini, ha detto Lo Russo, sollevando un problema di opportunità politica chiedendosi polemicamente se i consiglieri di maggioranza sono certi che ci sia sufficiente serenità da parte di questa amministrazione per governare Torino. Il capogruppo ha inoltre lamentato di non avere avuto risposte a domande precise.

Infine, Marina Pollicino (Con.Ci.) ha ricordato che per la questione del Salone dell’Auto è stato rimosso solo il vicesindaco Montanari.

Tribunale dei brevetti. Una sede europea a Torino?

Candidatura della città. 200 milioni di Euro di ricadute economiche

Questa volta Torino potrebbe non abbassare la testa di fronte a Milano. Il pallino ce l’hanno in  prima battuta la sindaca Appendino e il Presidente della Regione Cirio, che domani incontrano a Torino il premier Conte , se faranno proprio l’appello a candidare la città a sede europea del Tribunale dei brevetti.

Una gesto di orgoglio di una città troppo spesso rassegnata al declino che ancora una volta viene dal comitato “Sì, Torino va avanti”  quello delle piazze piene  sì Tav. La nuova importante istituzione è stata divisa fra tre sedi in Europa: a Monaco, a Parigi e a Londra. Ma quest’ultima esce di scena con la Brexit. In realtà una città s’era fatta avanti ,ma senza alcuna decisione da parte del governo che ha solo candidato l‘Italia: l’eterna candidata a tutto, Milano, che sembra volersi spartire con Roma ormai ogni sede istituzionale importante.

L’appello torinese porta firme importanti: quello dell’Unione Industriale, di due ordini professionali come Commercialisti e Architetti, quella dell’Amma, la più importante fra le associazioni che aderiscono all’Unione industriale torinese, la dinamica Api 8 (piccole imprese) e l’Associazione commercianti. Sicuramente altre sigle si aggiungeranno nei prossimi giorni, molto interessato si è già detto il Politecnico.

Un’occasione per la sindaca Appendino per far vedere che non è per la “decrescita infelice”, dopo la figuraccia delle Olimpiadi e la perdita del nuovo Salone dell’Auto a causa della sua maggioranza ( entrambe a Milano).

La storia

L’Unione Europea decise nel 2012 di dotarsi di un nuovo Tribunale dei Brevetti e di una protezione uniforme a valere per tutto il territorio dell’Unione (dispensata da un Tribunale “unificato”), in Italia il provvedimento è stato ratificato nel 2016.

Il TUB si articola su due livelli: il Tribunale di Primo grado e la Corte d’Appello. Per il Tribunale di Primo Grado erano previste una divisione centrale con sede a Parigi e sezioni specializzate a Londra, per i brevetti chimici e farmaceutici, e a Monaco, per i brevetti meccanici, oltre a divisioni locali o regionali istituite presso ciascun Stato contraente. La Corte d’Appello sarà unica ed avrà sede in Lussemburgo.  Con la Brexit si tratta di trovare una sede alternativa a quella di Londra (benché sia da attendersi un tentativo di tenere a Londra la Corte nonostante l’uscita).

L’Italia è il quarto paese Ue per numero di brevetti depositati, il 9 aprile del 2019 la Camera ha approvato una mozione in cui chiede per l’Italia una sede del Tribunale europeo dei brevetti, senza indicare una precisa destinazione.

L’appello

Nell’appello si articolano anche i punti di forza della candidatura torinese

.Torino vanta una storica tradizione in Brevetti, il primo Ufficio Italiano Brevetti e Marchi è nato a Torino

2.Torino è un’importante area di brevettazione

3.A Torino hanno sede i più importanti studi nazionali di brevetti  

4.Torino ha il miglior Tribunale civile d’Italia, riconosciuto anche a livello internazionale

6.Torino è sede di importanti Centri di Ricerca e Innovazione privati (TLab, GM, FCA productdevelopment e CRF, Innovation Center Intesa,..) e pubblici (Polito, Unito, Fondazione ISI,…)

7.Torino è sede di importanti organizzazioni sovranazionali (Agenzia Europea della Formazione, Organizzazione Internazionale del Lavoro, Staff College, Unicri…)

5.Torino è stata di recente riconosciuta “area complessa di crisi” e necessita di investimenti. L’arrivo del TUB, oltre a stimolare un indotto che vale alcune centinaia di milioni di euro all’anno (congressi, convegni, studi legali, laboratori scientifici, sedi di imprese internazionali per seguire da vicino le pratiche legate ai brevetti), avrebbe un evidente peso tecnico, come nuovo stimolo all’innovazione per imprese, università e società di ricerca (le proiezioni fatte dalla Ue sulle ricadute sui singoli territori del TUB ammontano a oltre 200 milioni di euro e si tratta di stime molto caute)

8.Torino dispone di numerosi spazi pubblici in zona centrale da destinare velocemente al TUB (ad esempio, ex sede del Tribunale, Grattacielo Rai, Palazzo della Città Metropolitana), oltre a edifici dismessi e da riqualificare che fanno parte del progetto strategico del Comune “Open for business” (39 siti, fra cui Thyssen, Manifattura Tabacchi, Moi, Palazzo del Lavoro, ex Gondrand, Tne, ex Toroc, ex Superga, Regaldi, Officine Grandi Motori)

9)       Torino ha già visto assegnati ad altre città dal governo due importanti  insediamenti per i quali si era candidata: l’ Autorità europea per la sicurezza alimentare (finita a Parma) e l’IIt, l’ Istituto Italiano di Tecnologia (finito a Genova)

10)     Da sottolineare infine che  la scelta di allocazione di sedi di istituzioni pubbliche non dipende solo  da rivendicazioni di “primogenitura” o di “primati”, ma è di carattere politico e deve prendere in considerazione anche il criterio redistributivo e di equità territoriale.

Tutto ciò premesso, dicono i firmatari, chiediamo chevenga avviato un rapido processo di presentazione della candidatura di Torino per l’aggiudicazione della sede specializzata in brevetti chimici e farmaceutici.

In mostra a Verona la moderna classicità di Colonna

Dal 24 al 26 ottobre a Palazzo Camozzini di Verona, organizzata da A.L.E.R.A.M.O. Onlus. Presidente Maria Rita Mottola, Curatrice Giuliana Romano Bussola, allestimento di Gian Carlo Boglietti, si svolgerà la  mostra “Giorno Notte: oltre la luce” di Gianni Colonna.

Torinese, allievo di Felice Casorati con cui ha condiviso l’inclinazione all’arte figurativa ne è rimasto sempre fedele convinto che senza di essa si impoverirebbe la conoscenza del mondo e la formazione dell’uomo.

Egli è uno dei pochi artisti che, nel panorama contemporaneo, concretizza l’idea nella figurazione senza cedere a lusinghe dell’annullamento iconico.

Si tratta di un moderna classicità non sottoposta a mode del momento, una vocazione alla bellezza di immagini persistenti nel tempo, un ritorno all’ordine che recupera simboli, miti e alchimie dei contrari giorno notte, verità mistero, enigma certezza.

Si riappropria di una sedimentata memoria iconografica di amate risonanze rinnovata sovrapponendo i propri dipinti, attraverso costruzioni mentali, a capolavori di grandi del passato facendoli riaffiorare con sublimata purezza.

Fare arte è per lui non solo giungere a riuscita estetica ma anche recuperare valori esistenziali etici e religiosi.

Soprattutto, sono parole sue “Dipingo sul passato affinché non venga dimenticato, contemporaneamente creando una modernità con spirito libero e sincero.”

Giuliana Romano Bussola

 

Palazzo Camozzini – Verona

Dal 24 al 26 ottobre

Dalle ore 18 alle 23.

È’ torinese il presidente nazionale dei giovani consulenti del lavoro

Fabrizio Bontempo eletto nuovo Presidente guiderà l’Associazione per il triennio 2019-2022. Al suo fianco una squadra di otto consiglieri nel segno della continuità e del rinnovamento

Un riconoscimento importante per Torino e per i professionisti torinesi. Fabrizio Bontempo è stato infatti eletto presidente dell’Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro.

Consulente del Lavoro e Tesoriere dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino, Bontempo ha ricoperto nel mandato precedente la carica di Vicepresidente. “Queste sono le nostre priorità – ha commentato il neo presidente Bontempo : le professioni del futuro in un mercato del lavoro in continuo cambiamento attraverso l’orientamento nelle scuole e nelle università, la promozione dei valori di onestà e legalità attraverso la partecipazione dell’Associazione Giovani al progetto Lavoriamo per la legalità, promosso dal Consiglio Nazionale dell’Ordine e dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e dedicato a scuole e università”. E, ancora, “diffondere il progetto Giovani per i Giovani in tutti i territori attraverso il rafforzamento della sinergia con i Consigli Provinciali dell’Ordine. Il nostro obiettivo per il prossimo triennio è innanzitutto quello di valorizzare il ruolo sociale ricoperto dai Consulenti del Lavoro affinché siano proprio loro, i nostri giovani, a farlo proprio e a svilupparlo in tutti gli ambiti di competenza”.

“Ringrazio di cuore – ha concluso Bontempoi giovani colleghi per la fiducia espressa nella nostra squadra. Sono profondamente onorato di guidare questo gruppo che rappresenta i giovani della Categoria dei Consulenti del Lavoro. La nuova Giunta Esecutiva è così composta: Presidente Fabrizio Bontempo (Torino), Vicepresidente Felice Tiberia (Frosinone), Segretario Raffaella D’Ovidio (L’Aquila), Tesoriere Stefania Piscopo (Salerno), Consiglieri Andrea Belloni (Padova), Matteo Bodei (Brescia),Giuseppe Pagliuca (Messina), Elisa Paolieri (Pisa) e Raffaele Quaranta (Catanzaro). Il Collegio dei Probiviri si tinge completamente di rosa: Ilaria Giulia Bortolan (Biella), Laura Ferrari (Bergamo) e Franca Parisi (Parma).

Da Caselle con Volotea verso Mikonos e Lamezia

Per l’anno prossimo a Torino, la compagnia offre un totale di 368.000 biglietti, il 31% in più rispetto l’anno scorso, per volare verso 9 destinazioni, 5 delle quali esclusive

Volotea, la compagnia aerea che collega città di medie e piccole dimensioni in Europa, ha annunciato oggi l’avvio di 2 nuove rotte per il 2020 da Torino alla volta di Lamezia Terme e Mykonos (rotta esclusiva). La compagnia scende in pista a Torino con un’offerta totale di 368.000 posti per volare verso 9 destinazioni, 7 in Italia e 2 all’estero.

Le frequenze delle 2 nuove rotte prevedono voli per Lamezia Terme a partire da aprile, due volte a settimana, per un totale di 25.000 posti; per Mykonos, invece, si comincerà a volare da luglio, una volta alla settimana, per un totale di 3.800 posti.

Volotea è operativa a Torino dal 2013 e, dall’inizio delle sue attività, ha trasportato a livello locale 770.000 passeggeri. Con le nuove rotte salgono a 9 le destinazioni raggiungibili dall’Aeroporto di Torino a bordo degli aeromobili del vettore, 5 delle quali in esclusiva. Ottimi i risultati raggiunti quest’anno: da gennaio a settembre, infatti, sono stati oltre 206.000 i passeggeri trasportati dal vettore presso lo scalo torinese (+49% rispetto allo stesso periodo 2018), con un load factor del 96%. Per l’anno prossimo, infine, il vettore scende in pista a Torino con un’offerta totale di 368.000 posti in vendita, un 31% in più rispetto 2018.

La conferenza stampa di presentazione delle nuove rotte ha visto protagonista Valeria Rebasti, Commercial Country Manager Italy & Southeastern Europe di Volotea, insieme ad Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport.

“È con grande piacere che annunciamo 2 nuovi collegamenti da Torino alla volta di Lamezia Terme e Mykonos – ha commentato Valeria Rebasti, Commercial Country Manager Italy & Southeastern Europe di Volotea -. Con l’avvio del nuovo collegamento da e per Lamezia Terme, incrementeremo il flusso di viaggiatori alla volta di Torino, permettendo a chi ha amici o parenti che vivono in Piemonte, di raggiungerli ancora più agevolmente. A bordo dei nostri aerei, poi, i vacanzieri piemontesi potranno raggiungere, in modo comodo e veloce Mykonos, una tra le più

affascinanti località turistiche del Mediterraneo, per concedersi una vacanza all’insegna di mare, divertimento e buon cibo. Grazie alle nuove rotte, consolidiamo quindi il portfolio di destinazioni sia domestiche, sia internazionali raggiungibili da Torino per un’estate 2020 davvero irresistibile”.

“L’incontro di oggi – ha dichiarato Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport – consolida un rapporto tra l’Aeroporto di Torino e Volotea che nel corso degli anni si è evoluto all’insegna della crescita. Dal 2013 ad oggi, Volotea ha infatti registrato un incremento costante sia del numero di rotte, sia del traffico generato sul nostro scalo. Le due nuove destinazioni – Lamezia Terme e Mykonos – che Volotea lancerà a partire dalla prossima estate ci consentono di gettare le basi di un ulteriore ampliamento del network e confermano come, grazie a partner strategici, sia possibile servire sempre meglio il mercato torinese. In particolare la rotta verso la Grecia ci permette di rispondere a una domanda del turismo leisure espressa dal territorio piemontese verso una delle destinazioni

più gettonate del Mediterraneo, sino ad oggi non servita direttamente da Torino; il collegamento verso Lamezia Terme sarà invece in grado di soddisfare anche le esigenze di chi viaggia per visitare famiglia e amici su una delle più importanti direttrici Nord-Sud italiane.”

Per l’estate 2020 il bouquet di destinazioni raggiungibili dal Torino comprende 9 destinazioni (5 esclusive), 7 italiane – Cagliari, Olbia, Lampedusa, Napoli, Pantelleria, Palermo e Lamezia Terme (novità 2020) – e 2 all’estero – Skiathos e Mykonos (novità 2020) in Grecia.

Tutte le rotte da e per Torino sono disponibili sul sito www.volotea.com, nelle agenzie di viaggio o chiamando il call center Volotea all’895 895 44 04.

Cortina di ferro: chiese e religioni in Europa dell’est prima e dopo

Sabato 19 ottobre  si è tenuto, presso il Polo del 900, un importantissimo convegno dal titolo: “Il ruolo delle religioni e delle Chiese, prima e dopo il 1989: l’Europa Orientale tra dissenso e ricostruzione democratica”.

Il simposio, promosso dalla Fondazione Carlo DonatCattin e dal centro culturale Piergiorgio Frassati, ha voluto mettere al centro della riflessione – a 30 anni dalla caduta del muro di Berlino – quale ruolo abbiano ricoperto la fede e le Chiese nella storia e nei grandi mutamenti sviluppatisi, dal dopo guerra in poi,nell’Europa Orientale.

La giornata di studi si è avvalsa di esperti di primissimo piano, quali i professori Don Ermis Segatti, Marco Ventura, Massimiliano Signifredi, Saverio Mastrangolo,Ignazio Venzano e Giampiero Leo.

Le relazioni, estremamente approfondite, hanno toccato momenti cruciali della storia. Fra questi, il prof. Segattiha ricordato quello che negli anni 30, in Unione Sovietica, fu definito dal PCUS il “piano quinquennale per la scomparsa definitiva della religione, e di come solo la terribile aggressione nazista costrinse Stalin, in nome della “grande guerra patriottica”, a modificare radicalmente questi piani. Si è poi parlato a lungo del ruolo fondamentale di Papa Giovanni Paolo II, nel riuscire a riaccendere una speranza di libertà che sembrava una follia. A questo proposito sono state illuminanti la relazione del prof. Signifredi su “Il caso Polonia”, e la testimonianza – racconto di Giampiero Leo, intitolata: Solidarnosc, il dissenso e i cattolici nell’esperienza italiana, Piemontese e Torinese in particolare. Infatti come è descritto egregiamente nel libro di Cristina Jaworska “Solidali con Solidarnosc”, edizione Franco Angeli Torino e il Piemonte svolsero un’azione di punta nella campagna di sostegno al sindacato libero polacco ed alla stessa popolazione, stremata dalla repressione del regime. Dal Piemonte partirono aiuti di ogni tipo, coordinati soprattutto da due organizzazioni  (comunque in piena sintonia fra di loro): le centrali sindacali – CISL in primis, e i movimenti cattolici, organizzati nel Comitato amici della Polonia(composto da personalità cattoliche della più varia provenienza e in particolare – come riporta la prof.ssa Jaworka a pag. 91 del libro succitato – di Comunione e Liberazione che, dietro l’impulso del fondatore del Movimento, don Luigi Giussani, aveva fatto della battaglia e dell’esperienza di Solidarnosc, un esempio di come potesse rinascere e incidere nella fede e nella vita,una autentica identità e concezione “cattolico popolare”).

Queste realtà produssero non solo consistenti spedizionidi aiuti concreti (cibo, medicinali, vestiario ecc.) ma anche coraggiose iniziative politiche. Fra queste, oltre convegni e manifestazioni, particolare importanza ebbe la concessione della cittadinanza onoraria di Torino a Lech Walesa. La proposta fu avanzata proprio dal Comitato amici della Polonia, insieme al Centro culturale Piergiorgio Frassati, e portata e sostenuta nel Consiglio Comunale di Torino, dall’allora giovanissimo consigliere comunale della D.C. Giampiero Leo. Infatti Leo era considerato da Solidarnosc il principale interlocutore politico locale dell’area cattolica e di quella moderata, mentre sul fronte della sinistra erano attivissimi Giorgio Ardito e Giuliano Ferrara.

Non a caso dopo la conquista della libertà in Polonia, il Presidente della Repubblica Bronislaw Komorowkiassegnò a Giampiero Leo e a Don Fredo Olivero (distaccato a tempo pienoe oltre, presso la CISL per sostenere i lavoratori polacchi): la “Medaglia di Gratitudine di Solidarnosc, alla quale per Leo si affiancò successivamente il conferimento addirittura della Gran Croce della Repubblica Polacca.

La giornata di lavori di sabato 19, ricchissima di contenuti, ha costituito però anche l’occasione per Gianfranco Morgando, Michele Rosboch e il moderatore – conduttore Luca Rolandi, per affermare che tutte le riflessioni svolte non debbano limitarsi ad essere consegnate alla storia, bensì costituire un fortissimo stimolo per una ripresa di iniziativa quantomeno culturale e sociale, se non anche politica – del mondo cattolico in generale e italiano in particolare.

Due arresti per sfruttamento di manodopera

Un’indagine recentemente conclusa dal Nucleo Carabinieri operante presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Cuneo ha portato all’arresto di due persone per sfruttamento di manodopera.

L’attività d’indagine, coordinata dal Procuratore Capo di Cuneo, Dott. Onelio Dodero, si è consolidata con l’emissione di una misura cautelare a carico di due cittadini di origini cinesi, marito e moglie di 44 e 43 anni; lei titolare di un hotel/ristorante sito a Beinette (CN) e lui il suo coadiuvante.

Entrambi sono ritenuti responsabili di sfruttamento di manodopera continuata ed in concorso tra loro, reato previsto dall’art. 603-bis del codice penale, più comunemente noto con il termine di caporalatorelativo al fenomeno dell’intermediazione e dello sfruttamento attuato dal cosiddetto caporale, in particolarein agricoltura. L’ambito di interesse dell’indagine non è tuttavia stato quello classico dell’agricoltura bensì quello della ristorazione e dell’ospitalità.

La ditta in questione, infatti, oltre al ristorante cinese, gestiva anche un hotel successivamente adibito a CAS (Centro Accoglienza Straordinario) dove venivano alloggiati i migranti sbarcati in Italia e gestiti dalla Prefettura nell’ambito del piano nazionale. Dagli accertamenti è emerso che oltre a tale CAS, la ditta ne aveva gestiti altri due: uno a Montoso, frazione di Bagnolo Piemonte (CN) ed uno a Robilante (CN), entrambi chiusi per questioni di natura economica non legate agli accertamenti svolti.

Era proprio tra gli ospiti del CAS di Beinette che gli arrestati attingevano manodopera da sfruttare. In particolare, l’indagine, iniziata nella scorsa primavera, ha permesso agli inquirenti di accertare che tra il mese di settembre del 2017 e l’aprile del 2019,gli indagati avevano sfruttato 5 rifugiati di origine africana, costringendoli a lavorare su turni di 11-12 ore al giorno, sette giorni su sette, senza alcun riposo settimanale, senza riposo giornaliero, tantomeno ferie.

I più fortunati potevano formalmente disporre di un contratto di lavoro part time di 20 ore settimanali, con una retribuzione di circa 200 € al mese che veniva corrisposta solo a seguito delle insistenti richieste dei lavoratori stessi.

È altresì emerso che quando uno dei lavoratori occupati in nero provava a ribellarsi chiedendo di essere regolarizzato e di avereuna paga adeguata, questo veniva licenziato perdendo la possibilità di lavorare. Non venivano neanche rispettate le norme basilari di sicurezza sul lavoro, tantomeno quelle igieniche riferite alla sistemazione alloggiativa: questo è quanto gli ispettori dell’ASL CN1 – interessati dai Carabinieri – hanno potuto accertare a seguito dell’ispezione eseguita presso l’azienda, documentando il degrado della situazione alloggiativa, della gestione della cucina e delle scorte alimentari conservate nei congelatori.

Dalle indagini è emersa anche una circostanza particolarmente allarmante in relazione alle possibili conseguenze: in particolare la ditta, almeno in una occasione, ha coperto un infortunio sul lavoro provvedendo a medicare il malcapitato con rimedi casalinghi,senza cioè ricorrere alle cure sanitarie, per non fare attivare eventuali controlli conseguenti che avrebbero permesso di fareluce sulle violazioni in atto.

Le risultanze investigative raccolte dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro sia con le testimonianze raccolte dai lavoratori, che nel corso delle perquisizioni eseguite e mediante l’analisi della documentazione aziendale acquisita, hanno fatto emergere un complessivo quadro di sfruttamento del lavoro aggravato dallo stato di bisogno dei lavoratori che – stante la loro posizione di rifugiati, tutti in attesa di asilo e privi di mezzi di sostentamento – erano nella condizione di dovere sostanzialmente accettare qualunque condizione pur di lavorare.

La Procura di Cuneo, alla luce delle risultanze acquisite, ha richiesto al GIP del Tribunale di Cuneo l’adozione di provvedimenti cautelari a carico degli indagati. Il GIP, concordando con il quadro investigativo prodotto, ha emesso la misura di applicazione dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico dei due coniugi. I provvedimenti sono stati eseguiti nello scorso mese di luglio dai Carabinieri del NIL,supportati nella fase esecutiva dai militari dell’Arma territoriale del Comando Compagnia Carabinieri di Cuneo. A distanza di circa tre mesi dalla loro esecuzione, il GIP ha revocato le misurecautelari ad entrambi gli indagati.

L’illecita attività di sfruttamento oggetto dell’indagine ha comportato che gli indagati realizzassero anche un’evasione tributaria e previdenziale quantificabile, secondo i dati emersi, in oltre 190.000 euro; cifra che, costituendo profitto del reato, è stata sottoposta a sequestro preventivo con ordinanza emessa dal GIP di Cuneo su richiesta del PM ed eseguita dai Carabinieri del NIL, vincolando tra l’altro un immobile sito a Savona ed intestato agli arrestati.

Per quanto riguarda le accertate violazioni in materia di lavoro, verranno contestate sanzioni ancora da quantificare con precisionema ammontanti a diverse migliaia di euro, mentre risulta già accertata l’omissione dei versamenti contributivi per un importo di oltre 52.000 euro