ilTorinese

Ragazzo simula rapimento per estorcere 32mila euro alla mamma

Un ventitreenne del torinese ha simulato il proprio rapimento per estorcere alla madre la somma di  32 mila euro. Ma i carabinieri hanno risolto il caso dopo la denuncia della donna, di Castellamonte.  Il ragazzo è stato denunciato con un presunto complice, di 33 anni di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria). La donna aveva raccontato ai militari  di avere ricevuto due telefonate, una del figlio e l’altra del presunto  sequestratore, con forte accento calabrese. Sul cellulare, le erano comparsi dei messaggi con fotografie che mostravano il giovane legato e imbavagliato. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del nucleo operativo di Ivrea, della compagnia di Gioiosa Jonica e del Ros. Il giovane è stato trovato (sano e salvo, ovviamente) nella località calabrese sotto casa dell’amico mentre  stava passeggiando con il cane.

 

Al Mauriziano la deprescrizione per i pazienti “fragili”

L’armonizzazione delle terapie farmacologiche  per promuovere l’efficacia e la sostenibilità dei trattamenti farmacologici

 

E’ partita all’ospedale Mauriziano di Torino una sperimentazione sulla deprescrizione ed armonizzazione delle terapie farmacologiche, su iniziativa del Direttore generale dottor Maurizio Dall’Acqua, sui pazienti cosiddetti “fragili”, in ambito nefrologico, onco-ematologico ed internistico. Questi pazienti corrono il rischio della multiprescrizione, giacché molti di loro, su consiglio di specialisti medici differenti, fanno uso di più farmaci che spesso e volentieri hanno effetti sovrapponibili o incompatibili e di conseguenza sono di troppo. In un contesto multidisciplinare medico-farmacista infermiere ed utilizzando un apposito software informatico dedicato, che consente di valutare tutte le interazioni tra farmaci in terapie che contengono fino a 15 principi attivi differenti, l’ospedale Mauriziano ottimizza le cure dei pazienti, togliendo i farmaci in più, non indispensabili e/o inappropriati, per migliorare la loro qualità della vita e promuovere l’appropriatezza terapeutica intesa come efficacia, sicurezza e sostenibilità dei trattamenti farmacologici.

Il progressivo e costante processo di invecchiamento della popolazione, al quale si assiste ormai da qualche decennio, sta modificando sostanzialmente il contesto socio-demografico dei Paesi ad economia avanzata. L’Italia, in particolare, risulta tra i Paesi con il più alto tasso di invecchiamento (espresso come percentuale di over-65 sul totale della popolazione), collocandosi al terzo posto dopo Germania e Giappone

Le proiezioni a medio termine non sono rassicuranti: nel 2045-50 in Italia si assisterà ad un vero e proprio “picco di invecchiamento” con una quota di over-65 pari al 35% .

Parallelamente si assiste ad una sostanziale transizione epidemiologica della patologia emergente, con una netta preponderanza di malattie cronico-degenerative legate all’età (25.000 nel 2028), sempre più spesso coesistenti   nello stesso individuo.

La multi-cronicità si accompagna al fenomeno della “polypharmacy”, definita come “somministrazione contemporanea di più di 5 farmaci” (4) ed ormai riconosciuta ed accettata come “un male necessario”: nella popolazione over-65 anni, la media dei farmaci assunti è pari a 6,7 sostanze per individuo, arrivando a 7,7 nei pazienti over-85 (2). L’assunzione di un elevato numero di farmaci (pill-burden), spesso con schemi terapeutici complessi e di lunga durata, compromette l’aderenza (compliance) del paziente alle terapie, con ripercussioni significative sulla qualità di vita, sull’efficacia delle terapie e sullo spreco di risorse economiche.

L’impatto sulla spesa sostenuta dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN) di un quadro demografico come quello descritto e prospettato dai più recenti rapporti internazionali spinge ad interrogarsi se un approccio dedicato al trattamento del “paziente anziano”, oltre che a migliorare la sua qualità di vita, possa essere espressione e garanzia di maggiore sostenibilità a breve, medio e lungo termine.

E’ possibile modificare gli approcci, spostando il baricentro dell’assistenza “in acuto” verso quella “in cronico” e potenziare azioni che garantiscano la “continuità ospedale-territorio”, volte a supportare il paziente affetto da una o più patologie croniche?

Per quanto riguarda le terapie farmacologiche, la risposta è affermativa. La Raccomandazione n. 17 del Ministero della Salute (6) prevede da tempo un’attenta revisione dei   tradizionali paradigmi terapeutici: il management del paziente polipatologico e/o politerapico dovrebbe prevedere l’introduzione del rischio di reazioni avverse ai farmaci (ADRs) come elemento integrante dell’approccio farmacologico, ed un monitoraggio attento e puntuale della risposta alle terapie impostate, nell’ottica di una rivalutazione periodica dei trattamenti in corso e della semplificazione terapeutica.

Attraverso attività sistematiche e codificate di Ricognizione e Riconciliazione Terapeutica (RRT), è possibile agire su quelle discrepanze non intenzionali (interazioni farmacologiche, confondimenti, sovrapposizioni, ecc…), che possono causare danni al paziente (prolungamento della degenza, ADRs, ricoveri ripetuti, ecc…), scarsa compliance agli schemi terapeutici, ed effettuare un’armonizzazione delle terapie farmacologiche prescritte nei momenti di transizione di cura.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera la RRT una delle migliori strategie per garantire la qualità delle cure e la sicurezza per il paziente e raccomanda interventi per la prevenzione degli errori in terapia, spesso insiti nei regimi politerapici. Il Documento di Intesa Stato-Regioni del 2012 la inserisce tra i criteri ed i requisiti di accreditamento per le Strutture Sanitarie, che a tal fine devono dimostrare di aver definito e implementato nella pratica clinica procedure operative che individuino i tempi ed i modi per espletare i contenuti della Raccomandazione n.17, nonché gli attori coinvolti.

L’ospedale Mauriziano di Torino, impegnato a proporre nuovi modelli di gestione integrata dei percorsi di cura, ha avviato tre progetti (in ambito nefrologico, onco-ematologico ed internistico), che si propongono di affrontare il tema dell’armonizzazione delle terapie farmacologiche nei momenti di transizione di cura. La scelta dei contesti è avvenuta in accordo a quanto suggerito dalla stessa Raccomandazione Ministeriale n. 17, che individua nei pazienti cronici (con particolare riferimento a quelli in terapia con anticoagulanti, antidiabetici ed immunosoppressori) ed in quelli oncologici, quelle caratteristiche di particolare fragilità per le quali la RRT (Ricognizione e Riconciliazione Terapeutica) è, a tutti gli effetti, un’attività eticamente necessaria.

Il progetto del Mauriziano è coordinato dalla dottoressa Annalisa Gasco (Direttore Farmacia ospedaliera), dal dottor Claudio Norbiato (Direttore Dipartimento di Medicina), dal dottor Corrado Vitale (Direttore Nefrologia) e dal professor Massimo Di Maio (Direttore Oncologia universitaria).

Gli aspetti innovativi di questa sperimentazione, che fa propri i contenuti della Raccomandazione n. 17, sono sia l’approccio multidisciplinare clinico – farmacista – infermiere, che si configura anche come un momento di crescita professionale per ciascuna figura coinvolta, sia il supporto di strumenti di Information and Communication Technologies (ICT), che consentono di effettuare la RRT contestualmente alla visita.

L’armonizzazione di terapie prescritte da specialisti diversi ad un unico paziente e/o di schemi   terapeutici complessi è una carta vincente per migliorare l’aderenza, evitare gli sprechi e, in sintesi, promuovere l’appropriatezza terapeutica intesa come efficacia, sicurezza e sostenibilità dei trattamenti farmacologici.

L’esperienza maturata ha altresì confermato che un’attività di RRT efficace e la conseguente armonizzazione delle terapie farmacologiche si realizzano solo attraverso la stretta collaborazione tra i professionisti che operano in ospedale e sul territorio. Per questo motivo i suddetti progetti aziendali evolveranno verso la definizione di modelli che prevedano il coinvolgimento attivo del Medico di Medicina Generale, figura strategica ai fini della trasmissione e dello scambio puntuale dei dati per la completa presa in carico del paziente in ogni ambito di cura.

 

La Torino “green” si mobilita per Climathon 2019

Il capoluogo piemontese è la città europea, e tra le prime nel mondo, con più iscritti, oltre 200. Un popolo “green” composto prevalentemente da giovani studenti, che venerdì 25 e sabato 26 ottobre, presso gli spazi di Environment Park, proporrà nuove soluzioni di economia circolare durante la maratona internazionale di 24 ore dedicata al clima

Torino ha risposto presente all’emergenza climatica, nuovamente allarmante in questi giorni nel nord-ovest del nostro Paese, accettando la sfida di Climathon 2019, la maratona di 24 ore sull’ambiente promossa da Climate – KIC, il più grande partenariato europeo sulla mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Saranno oltre 200 iscritti a questa iniziativa internazionale presso gli spazi di Environment Park i prossimi 25 e 26 ottobre: giovani studenti, professionisti del settore, esponenti della società civile, dipendenti di amministrazione pubbliche o semplici cittadini interessati a dare il proprio contributo.

Un vero e proprio record di presenze che pone Torino come la città con più adesioni in Europa e tra le prime nel mondo, a indicare la sensibilità che il capoluogo piemontese continua a dimostrare nei confronti delle tematiche ambientali.

La full immersion di 24 ore vuole “generare” progetti innovativi partendo dal “basso” nell’ambito dell’economia circolare (a scelta tra le aree del tessile, cibo, mobilità e automotive, edilizia e arredo, elettronica, plastica e packaging)attraverso la condivisione di idee, esperienze e buone pratiche e, nello stesso tempo, vuole formare, informare e sensibilizzare in un modo più inclusivo e partecipativo.

A supportare i partecipanti, suddivisi in squadre, sarà una rete di circa 20 aziende, istituzioni, associazioni e incubatori del territorio torinese operanti quotidianamente in ambito “green”, che metterà a disposizione il proprio know-how per indirizzare i gruppi di lavoro verso soluzioni innovative, sostenibili e attuabili concretamente ed economicamente.

L’idea selezionata come vincente da una giuria composta da esperti e rappresentanti delle società partner, avrà un’importante occasione per diventare realtà: usufruirà, infatti, di un periodo di accompagnamento personalizzato grazie al supporto di alcuni partner torinesi come I3P, 2i3T, The Doers, Jobonobo, Open Incet e Fondazione Santagata. Avrà inoltre l’opportunità di partecipare all’innovation coffee di Intesa Sanpaolo Innovation Center con l’obiettivo di incontrare potenziali investitori.

Anche i giovanissimi potranno prendere parte a questo grande evento dedicato al clima attraverso Climathon Young, ospitato dalla Città di Torino il 25 ottobre presso il Centro sul riciclo creativo Remida di ITER. Alcuni ragazzi delle scuole medie si misureranno con le sfide dell’economia circolare in un laboratorio condotto dalla start up innovativa Mercato Circolare in collaborazione con l’Istituto Hydroaid. L’esperienza, che prevede un forte e diretto coinvolgimento dei partecipanti, avrà come esito una sequenza di domande prodotte in forma di “pillole video” che saranno presentate come spunti di riflessione alla più ampia comunità dei partecipanti alla sfida del Climathon Torino 2019.

Oltre alle finalità puramente progettuali, la due giorni di Climathon in Environment Park vuole anche essere un volano importante per far conoscere ai partecipanti e al grande pubblico idee innovative “sostenibili” già affermate, coinvolgendo una rete di realtà del territorio che hanno sposato la filosofia di “Climathon”.

Una vetrina rilevante sarà, per esempio, dedicata al living lab sull’economia circolare e collaborativa, finanziato con i fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del progetto AxTO della Città di Torino. Il modello del Living lab coglie le potenzialità dell’economia circolare promuovendo sperimentazioni di attività di co-sviluppo, testing, strumenti e servizi che offrano soluzioni a sfide sociali e migliorino la qualità della vita nelle aree oggetto degli interventi. Attraverso il bando proposto dall’Amministrazione comunale nell’ambito di Torino City Lab sono state finanziate otto proposte che si presenteranno durante la festa finale in programma nel pomeriggio di sabato 26 ottobre.

Anche l’“accompagnamento sonoro” sarà ecologico al 100% grazie alla partecipazione, nel pomeriggio di sabato 26, dei giovanissimi cantori e musicisti di Musica d’Ambiente, progetto di Arpa Piemonte rivolto ai bambini della scuola primaria per guidarli, attraverso il gioco, a suonare e cantare concetti che fondono l’etica con l’ambiente, nell’orizzonte più ampio offerto da un maturo concetto di sostenibilità.

Climathon Torino 2019 sarà una manifestazione a impatto zero anche grazie al contributo dello sponsor Asja Ambiente Italia, che annullerà le emissioni di CO2 prodotte dai consumi energetici dell’evento e dai viaggi dei partecipanti attraverso la piattaforma Asja -CO2.

A conclusione del Climathon, nel pomeriggio di sabato 26 ottobre, sarà il momento dei festeggiamenti con un party “sostenibile” che coinvolgerà tutti i partecipanti alla manifestazione e durante il quale saranno presentati altri progetti e iniziative di economia circolare.

“La Città di Torino continua a sostenere forme innovative per trovare risposte alle sfide del cambiamento climatico e dell’economia circolare – spiega Chiara Appendino, sindaca di Torino – La nostra politica fortemente legata ad un’ottica di open innovation punta molto sullo studio di soluzioni innovative legate al clima e a ciò che può essere di supporto ai nostri cittadini. Abbiamo aperto le porte all’innovazione ma non vogliamo essere solo una città volta alla sperimentazione, vogliamo essere anche generatori di idee e grazie a Climathon, cui la città ha partecipato con entusiasmo fin dalla prima edizione e ha ospitato lo scorso anno il Main Stage internazionale, ci confrontiamo con nuove possibilità in una occasione utile per costruire una città sostenibile”.

Siamo orgogliosi di poter ospitare all’interno dei nostri spazi il popolo “green” torinese di Climathon, composto principalmente da giovani studenti che desiderano fare qualcosa di concreto a servizio della comunità – Ha spiegato Davide Canavesio, Amministratore Delegato di Environment Park – Il gran numero di adesioni che abbiamo ricevuto, ben oltre le aspettative, significa soltanto una cosa: i torinesi sono sempre più attenti all’ambiente e alle sue problematiche e vogliono partecipare in maniera attiva alle iniziative riguardanti tale tema. Una necessità che Envipark ha sposato in pieno e che sta sviluppando attraverso numerose attività di sensibilizzazione, formazione e informazione dedicate ad aziende, centri di ricerca, istituzioni ma anche a scuole, giovani diplomati, inoccupati e privati cittadini che vogliono saperne e fare di più”.

 

Un “Malato Immaginario” solidale al Valdocco

Un teatro che sposa una preziosa causa umanitaria, al Valdocco di Torino, per Shelterbox Italia Onlus e Bimbinsieme Costa Rica Onlus

 

Teatro   ed umanità costituiscono uno stretto binomio. L’arte può diventare, infatti, un prezioso strumento di solidarietà, come nel caso dell’allestimento del “Malato Immaginario”, il capolavoro di Moliere per eccellenza, che andrà in scena venerdì 25 ottobre prossimo alle 21 al Teatro Piccolo Valdocco. A rappresentarlo la Premiata Compagnia del Cavolo, per la regia di Patrizia Longo. La serata teatrale è promossa da Shelterbox Italia Onlus e Bimbinsieme Costa Rica Onlus. I fondi verranno equamente divisi tra le due associazioni. Shelterbox Italia Onlus è la consociata del trust inglese Shelterbox International, project partner del Rotary International, la cui finalità è quella di rifornire di materiali di primo soccorso le regioni colpite da calamità naturali. Bimbinsieme è un’associazione di genitori che hanno adottato bambini in Costarica,   ha lo scopo non soltanto di assistere le famiglie nel lungo percorso di adozione, ma anche di sostenere le case famiglia sorte in Costa Rica.

Il Malato Immaginario è una Comedie -ballet composta da Moliere, andata in scena per la prima volta il 10 febbraio 1673; rappresenta quasi una sorta di biografia del drammaturgo, composta nell’ultimo anno della sua esistenza e concepita inframmezzata da balletti ed intermezzi musicali giustapposti alla commedia, inseriti per compiacere ai gusti del sovrano Luigi XIV. Molto forte è la carica realistica che la percorre. Lo stesso protagonista veste i panni di un personaggio farsesco, capace di pronunciare frasi lucide e percorse da cinismo e da disillusione, che tradiscono le riflessioni dell’autore.

Mara Martellotta

I biglietti sono disponibili presso il CPG Formazione (0110620398 o inviando una mail a chiara.bessone@cpgsrl.it o direttamente in sede)

Teatro Piccolo Valdocco. Via Salerno 12.

Offerta minima 10 euro.

Bimba di 5 mesi muore incastrata nella stanza della nonna

E’ rimasta incastrata con la testa  tra il materasso e un armadio la  bimba di cinque mesi morta ieri sera in un appartamento in via Pacini, a Barriera di Milano. Si trovava a casa della nonna che è andata in bagno per pochi minuti. Ma quando è tornata – anche la ricostruzione dei carabinieri conferma l’accaduto –  la bimba era priva di conoscenza. La nonna aveva immediatamente chiamato i soccorsi telefonicamente. La piccola, di origini marocchine, è deceduta in ambulanza nel tragitto verso  il Regina Margherita.

Dispositivi medici potenzialmente rischiosi sequestrati dalle fiamme gialle

Sequestratati con il totale divieto di vendita in tutto il territorio nazionale.

Oltre 100.000 dispositivi medici considerati potenzialmente nocivi per la salute sono stati cautelati dalla Guardia di Finanza di Torino nel corso di una vasta operazione eseguita tra il Piemonte e la Lombardia.

Le indagini hanno portato i Finanzieri della Compagnia di Susa sino al distributore in tutto il nord Italia degli articoli pericolosi, individuato in un deposito a Monza gestito da un imprenditore di origini cinesi.

Ed è proprio nel magazzino brianzolo che gli inquirenti hanno rinvenuto, stoccato, l’ingente quantitativo di merce: fasce elastiche ortopediche, tutori per arti inferiori, fasce per dimagrimento, reggiseni per l’allattamento, tutti articoli, come appurato dai finanzieri, insicuri in quanto di dubbia provenienza e fabbricati con materiali che avrebbero potuto provocare, a contatto con la pelle, problemi cutanei ed allergie.

È stato inoltre dimostrato come alcuni di questi dispositivi medici, quando indossati, comprimevano a tal punto la parte corporea interessata da poter creare problemi circolatori; il tutto con evidenti rischi per la sicurezza degli acquirenti.

La maggiore parte della merce sequestrata, tra l’altro priva del marchio CEE, era anche sprovvista di indicazioni circa i dati dell’importatore, la presenza di materiali o sostanze pericolose, le modalità di smaltimento.

Gravi le irregolarità riscontrate dai finanzieri: frode in commercio e violazioni al codice del consumo

L’imprenditore, un cinquantenne di origini cinesi residente nel mantovano, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Torino, rischia fino a due anni di carcere.

L’operazione rientra nel quadro delle attività svolte dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale e finalizzate a preservare il mercato dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza imposti dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea, anche perché il consumatore ha sempre il diritto di sapere come sta spendendo i suoi soldi.

Prof di scuola media adescava minorenni in rete

Il web è un terreno pericoloso, soprattutto se usato senza le dovute cautele. E lo stesso discorso vale per i social. Entrambi possono essere per tutti, giovani o meno giovani, una fonte infinita di conoscenza, ma sovente diventano un campo che crea i presupposti per la semina di reati, anche gravi. E odiosi come in questo caso. Nei giorni scorsi la squadra mobile della Polizia di Stato di Novara ha proceduto all’esecuzione della custodia cautelare in carcere di un uomo, docente di una scuola media, che adescava delle ragazzine minorenni con l’intento di compiere degli atti di natura sessuale. Il docente, come in numerosi casi di cronaca, proprio tramite l’utilizzo dei maggiori Social-Network entrava in contatto con alcuni profili di ragazze minorenni e, con identità fasulle, le adescava carpendone la fiducia con lusinghe ed apprezzamenti, scambiando con le stesse materiale pornografico. Le indagini, condotte dagli investigatori e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, hanno fatto emergere dei gravi fatti che vedevano coinvolto il docente: il professore, anche in virtù della capacità di entrare in empatia con le minori, dopo essersi informato della loro età, si faceva inviare delle fotografie dal contenuto pornografico, facendo delle proposte esplicitamente sessuali. Inizialmente, al fine di adescare le minorenni, imboniva le stesse affermando di avere un’età compresa tra i 22-23 anni, ben inferiore a quella reale, spacciandosi per agente assicurativo, con delle condotte prodromiche al raggiungimento dei suoi intenti criminali. In altri casi, in ragione della sua reale attività, era persino riuscito a compiere degli atti sessuali con una sedicenne.

 

 

Al via Africane/Italiane, Forum delle donne africane 

La partecipazione alla cittadinanza attiva delle donne al centro della seconda edizione del Forum,
con esponenti di reti nazionali e internazionali di donne africane della diaspora.

Donne di origine africana e italiane con in comune un impegno concreto per il protagonismo femminile: sono loro le proponenti di Africane/Italiane Forum nazionale delle donne africane in programma a Torino il 25 ottobre realizzato con il sostegno della Regione Piemonte, attraverso il Bando per l’assegnazione di contributi ad associazioni i cui componenti sono prevalentemente di origine straniera; con il supporto organizzativo delle associazioni: Gruppo Abele Onlus, Stelo Onlus e Donne per la difesa della società civile; in collaborazione con il Centro piemontese di studi africani, il Centro Interculturale città di Torino e associazioni migranti del territorio.

La seconda edizione del Forum, affronta il tema della partecipazione attiva alla vita pubblica e al processo di integrazione delle donne africane in Italia, emerso in un anno di incontri con una quindicina tra associazioni e gruppi di donne africane e italiane in Piemonte, e che sarà approfondito con un confronto aperto sulle sfide del welfare e del lavoro per favorire l’integrazione, sul ruolo delle donne africane nella cooperazione internazionale e sullo sviluppo di reti.

«Negli incontri abbiamo messo a fuoco l’impegno attivo delle donne africane nelle loro comunità di appartenenza, in cui si occupano di accoglienza e orientamento, di iniziative per far conoscere la loro cultura e sono molto attive in progetti di cooperazione e di sviluppo nei loro paesi di origine. Sono anche consapevoli dell’importanza di un loro impegno per contribuire a ridefinire l’approccio agli ambiti dell’integrazione: da quello educativo, a quello dell’accoglienza, all’approccio dei servizi sociali e dell’inserimento lavorativo. Su questi temi la giornata del FORUM – spiega Marie Jeanne Balagizi del Collettivo Donne Africane – apre il confronto con ospiti nazionali e internazionali particolarmente impegnate in reti al femminile di donne africane della diaspora. Sono realtà importanti da cui apprendere e con cui al FORUM gettiamo le basi per una futura collaborazione».

Saranno presenti Suzanne Diku Mbiye, presidente della Rete della Diaspora dell’Africa Nera in Italia (REDANI) che approfondirà l’organizzazione delle Donne africane in Italia, Manuel Isabel José, di Mulheres Empreendedoras Europa-África che presenterà l’esperienza della sua realtà a favore della partecipazione attiva ed integrazione delle donne africane in Portogallo. Suzanne Bellnoun dell’OFAD, Organisation des Femmes Africaines de la Diaspora parlerà dello sviluppo imprenditoriale delle donne africane in Francia e nei paesi africani di provenienza.
Il Forum affronta anche il ruolo delle donne nello sviluppo dell’Africa. Le donne africane della diaspora, infatti, sono “portavoci” dell’Africa, e vogliono contribuire allo sviluppo dei paesi africani che hanno dovuto lasciare in condizioni di povertà, guerre o carestie. Mamie Mujanyi Kalonji, Cosigliere presso il Ministero dei diritti umani della Repubblica Democratica del Congo, illustrerà i risultati dalla partecipazione politica delle donne nel processo di sviluppo in Africa.

Il Forum, nato grazie all’incontro di donne africane con l’Associazione Donne per la difesa della Società Civile, ha ampliato  il confronto anche con le realtà associative al femminile del territorio torinese, rafforzando la consapevolezza che sia necessaria un’interazione alla pari tra donne africane/italiane per trovare nuove modalità di partecipazione di tutte e, soprattutto, far uscire dall’invisibilità le molteplici risorse, superando l’immagine della donna africana “solo” portatrice di problemi e bisogni.

 Il Forum ha ad oggi l’adesione di una ventina di realtà, tra cui alcune organizzazioni impegnate nell’ambito dell’integrazione dei migranti. La creazione del Collettivo di Donne Africane a Torino è il primo risultato del percorso intrapreso per promuovere una nuova sinergia tra le donne africane, al di là della frammentazione dovuta alle differenti culture di provenienza e alla molteplicità di comunità sul territorio, e al di là delle difficoltà quotidiane che spesso le isolano.

La partecipazione è libera e gratuita.

ISCRIZIONE OBBLIGATORIA utilizzando il modulo alla pagina: https://bit.ly/2obWKHL

Informazioni: PRESENTAZIONE

FORUM NAZIONALE DELLE DONNE AFRICANE
Informazioni:  tel.  011 3841083  I  e-mail: forumdonneafricane@gmail.com  I   FB  @africaneitaliane

 

Suez: il canale compie 150 anni e parla piemontese

Focus internazionale / di Filippo Re

Porto Said, 17 novembre 1869: Alì Pascia, vicerè d’Egitto, apre con una solenne cerimonia il Canale di Suez. Quel giorno l’Africa divenne un’isola. Sono passati 150 anni da quando fu inaugurata una delle opere di ingegneria più audaci e grandiose della storia che separò due continenti e unì due mari, il Mediterraneo e il Mar Rosso collegando Suez e Port Said.

Da quel 17 novembre le navi commerciali non furono più costrette a circumnavigare l’Africa accorciando notevolmente i tempi di viaggio e di consegna delle merci. Mostre e convegni, ovunque nel mondo, ripercorrono, alla vigilia dell’anniversario, le tappe salienti della gigantesca opera della seconda metà dell’Ottocento. Tutto lodevole ma con una grave lacuna. Poco o nulla è emerso sul fondamentale contributo degli italiani alla realizzazione del Canale. Cavour, Negrelli, Paleocapa, dove li mettiamo? Ignorati o quasi nelle esposizioni allestite in varie città europee. Cavour comprese subito l’importanza economica e strategica dell’istmo nello scenario geopolitico mondiale. È vero che l’apporto maggiore è stato dato dai francesi ma come si può trascurare il ruolo determinante svolto da Cavour e dagli ingegneri Negrelli e Paleocapa? A realizzare l’opera sono stati i francesi della Compagnia del canale marittimo di Suez diretta da Ferdinand de Lesseps ma su progetto dell’ingegnere trentino Luigi Negrelli. Come dimenticare il sostegno dato da Cavour e dall’ingegner Pietro Paleocapa, responsabile della commissione scientifica incaricata dello scavo e grande esperto nelle infrastrutture di trasporto. Entrambi si impegnarono attivamente per far partire i cantieri dell’opera. Ministro dei lavori pubblici nel governo di Camillo Benso, conte di Cavour, Paleocapa contribuì allo sviluppo della rete stradale e ferroviaria del Regno di Sardegna e alla progettazione del traforo del Fréjus. Non fece in tempo a vedere l’apertura del canale di Suez: morì a Torino pochi mesi prima dell’inaugurazione e la città lo ricorda con una statua al centro di piazza Paleocapa (troppo spesso vittima di vandali e dell’incuria) e con un busto nell’atrio della vicina Porta Nuova. Nei lavori del canale, che a quel tempo era lungo 164 chilometri, largo 53 metri e profondo 8, furono impiegati migliaia di manovali (molti morirono per la fatica e le malattie) tra i quali molti cavatori e scalpellini piemontesi.

Ci vollero dieci anni di lavori per tagliare la terraferma tra Suez e Porto Said e unire il Mediterraneo all’Oceano Indiano evitando così il periplo del continente africano. Oggi il canale è molto diverso da quello inaugurato 150 anni fa. É lungo 193 chilometri, largo 220 metri, profondo una ventina di metri e permette il passaggio di grandi navi e petroliere. È talmente importante e centrale nella politica egiziana e negli equilibri mediterranei che il presidente Al Sisi lo ha raddoppiato in alcuni tratti trasformandolo in un’autostrada del mare. Nel 2015, dopo un anno di lavori, è stata aperta una seconda corsia di navigazione lunga 35 km, parallela allo storico canale, che consente ogni giorno il passaggio di quasi 100 navi, il doppio di prima, e nel solo 2015 ha infilato nelle casse dell’Egitto oltre 5 miliardi di dollari che tra qualche anno saliranno a 13 miliardi.

Testamento biologico e digitale: nuove frontiere del fine vita

Venerdì 25 incontro con Magi, Jarre e d’Arminio Monforte.

Il Gruppo +Europa Torino, nella persona di Elena Loewenthal (membro del direttivo) e con la collaborazione di eLegacy, ha ideato e organizzato un incontro di approfondimento sul fine vita. L’obiettivo è avviare una riflessione sugli aspetti giuridici, etici e filosofici del fine vita in cui le diverse prospettive – il digitale e il biologico – cercheranno punto di contatto e differenza, in un contesto laico. Sarà inoltre l’occasione per provare ad innestare questa riflessione sul digitale nel contesto di un progetto di legge sul testamento biologico.

All’evento parteciperanno: Riccardo Magi (deputato di +Europa), Pietro Jarre (eLegacy) e Alessandro d’Arminio Monforte (avvocato, esperto di digitale). Coordina Alessandro Mondo (giornalista “La Stampa”).

L’appuntamento è per venerdì 25 ottobre alle ore 18.30 presso Socialfare, in Via Maria Vittoria 38 a Torino.