ilTorinese

Il Lecce blocca la Juve sull’1-1

Arriva il secondo pareggio in nove giornate per gli uomini di Sarri: a Lecce la squadra bianconera chiude in parità dopo un primo tempo dominato ma senza reti, anche grazie al portiere Gabriel, autore di parecchi miracoli.
Siccome tutti dicono che la Juventus ha due formazioni titolari, che chiunque vada in campo la differenza non si vede, allora non si cerchino scuse (tipo l’assenza di CR7) per l’opaca prestazione della squadra di ieri, che – detto onestamente – deve aggiustare la mira.
Piuttosto, tutta la squadra deve fare il mea culpa perchè ieri pomeriggio ha sbagliato l’approccio alla gara, pensando magari di trovare un avversario facile ed arrendevole: niente di più sbagliato, perchè i giallorossi hanno impostato la partita in difesa, è vero, rinunciando ad un certo punto persino a giocare sulle fasce e permettendo alla Juve di crossare da ogni dove; ma hanno fermato i Campioni d’Italia, questo è certo.
Quando ci si accorge che la palla proprio non vuole entrare, di solito ci si affida alla classe di Ronaldo, e qualcosa vien sempre fuori; ma ieri non c’era, ed è evidente che senza di lui non è la stessa cosa: Dybala e Higuain si danno da fare (abbiamo contato almeno 5 tiri della Joya ed altrettanti del Pipita), ma Bernardeschi non era decisamente in partita – tanto che sbaglia un goal a porta vuota – e non si può pensare di buttare semplicemente la palla in avanti alle due punte, specialmente quando la difesa avversaria toglie quasi tutti gli spazi alzando un muro molto difficile da abbattere, anche per la Juventus.
Comunque, dopo un primo tempo in cui la Juve ha fatto vedere molto possesso palla ma zero concretizzazione, al 48′ st. arriva il vantaggio bianconero: Pjanic si avventa su una respinta, tenta il tiro e viene travolto da una scivolata di Petriccione poche spanne dentro l’area; il Var dice che è rigore, Dybala esegue in maniera ineccepibile.
Peccato che dopo pochi minuti segua l’intervento sgraziato di De Ligt: palla sul braccio, rigore realizzato da Mancosu: 1-1. Il Lecce gongola, pare incredulo, e anche Sarri, ma per il motivo opposto, ed inizia a farsi sentire pesantemente contro i suoi, tanto che si becca un cartellino giallo.
A questo punto, Sarri prova a cambiare le carte: prima toglie Danilo (spento: quando il Lecce attacca, lo fa quasi sempre dalla sua parte) per Cuadrado, poi al 66′ st. è costretto a sostituire Pjanic, infortunato, per Khedira. Bentancur va al suo posto, ma non è la stessa cosa, nonostante la sua buona partita. Al 71′ st fuori Can per Rabiot, tanto ormai si gioca costantemente nella metà campo del Lecce, è un assedio.
All’82’ st, il portiere giallorosso fa un buon intervento su Higuain ma lo colpisce in testa e l’argentino finisce la partita con il turbante.
Tanti errori individuali, poco gioco e atteggiamento quasi risparmioso nella gestione della palla: urgono provvedimenti seri.
Ovunqueecomunque #finoallafine
Rugiada Gambaudo

Fine corso alla Cernaia

I 400 partecipanti al 138° corso allievi carabinieri intitolato alla Medaglia
d’oro al valor militare Vittorio Marandola, dopo l’inno d’Italia e l’ultimo
alzabandiera hanno concluso il loro periodo formativo lasciando la Scuola
allievi carabinieri di Torino. Alla tradizionale cerimonia di fine corso hanno
preso parte gli ex comandanti della Cernaia, il comandante provinciale di
Torino, colonnello Francesco Rizzo e rappresentanze di reparti d’Arma e
dell’Associazione nazionale carabinieri. 373 ragazzi e 25 ragazze
inizieranno così il servizio, 22 dei quali presso le stazioni dei carabinieri
forestali.
Massimo Iaretti

Il commento e la vignetta di Mellana

Armi, rapine e legittima difesa
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Pur essendo in costante diminuzione, secondo i dati ISTAT e  alla faccia di chi dice che l’immigrazione porti un aumento della  delinquenza, ogni anno in Italia si consumano circa 30.000 rapine delle quali, sempre circa, 5000 riguardano il commercio (benzinai, tabaccai, farmacie in testa).  Alcune decine di queste rapine finiscono in tragedia.
La maggior parte delle rapine ha come obbiettivo quello di arraffare contante. Dunque se diminuissero i pagamenti in contanti sarebbe disincentivato il lavoro di rapinatore: se tutti pagassero il pieno con il bancomat nessun benzinaio verrebbe più ucciso per rapina. Questa prospettiva viene criticata da destra come illiberale: “Bancomat chiede a cosa ti servono i soldi, fatti gli affari tuoi!” urla la sempre raffinata Meloni e a lei si uniscono gli altri coriferi della destra italiana. Messa così puoi anche pensare che sia una impostazione non condivisibile ma, in qualche modo, motivata, la difesa della privacy ha una sua  importanza. Ma siamo sicuri che sia quello il vero motivo? Se non ci fossero più rapine (o quasi più) si venderebbero ancora armi per “legittima difesa” ?
Non vi ricorda qualcosa l’idea che  l’industria maggiormente interessata alla legittima difesa sia quella che vende armi? La privacy più importante delle vite umane? Forse non solo negli USA di Trump la lobby delle armi lavora metodicamente per rendersi indispensabile e ha i suoi politici di riferimento.
Claudio Mellana

Il nuovissimo thriller “La notte allo specchio” di Adriana Mazzini

Pubblicato da HarperCollins
Di fronte ad un pubblico attento e partecipe al Caffè Roberto, giovedì scorso, è stato presentato il nuovissimo thriller “La notte allo specchio” di Adriana Mazzini, editore HarperCollins. A introdurre il “padrone di casa” Roberto Tricarico con i giornalisti Umberto La Rocca, già direttore del Corriere Torino e Andrea Malaguti, vice direttore della Stampa.
Adriana Mazzini, in un libro pieno di tensione e colpi di scena,  al suo esordio letterario dopo una carriera in un’organizzazione internazionale, racconta la storia di Alice, una donna forte e fragile al tempo stesso, che riprende in chiave italiana la lezione delle più grandi autrici thriller del mondo, da Patricia Cornwell a Kathy Reichs. Hellen Alice Brown è una profiler. Era una delle migliori, nel suo lavoro, collaborava con successo a un’unità anticrisi della Omicidi. Finché un fatto ha sconvolto la sua vita. È stata rapita da un serial killer, che l’ha tenuta prigioniera assieme alla figlia della sua migliore amica. E poco importa che si siano salvate. Il prezzo pagato è stato comunque troppo alto. Così Hellen ha rinunciato al suo primo nome e alla sua vita. Ora è solo Alice, e vive a Torino, dove lavora come ricercatrice per le Nazioni Unite. Un’esistenza piatta e solitaria. Ma l’uccisione di una ragazza la riporterà in un mondo di morte e pulsioni profonde. Controvoglia Alice accetta di partecipare alle indagini in un susseguirsi di morti misteriose, forse opera di una setta religiosa, legata alla simbologia della Sindone. O di un serial killer.
Sulle strade percorse da un’umanità dimenticata e penetrando i segreti dell’alta società, Alice dovrà rendere conto degli errori commessi in passato e provare a scoprire una terribile verità. Accanto a lei Nunzi, un commissario disilluso e incapace di superare la morte della moglie.
Franco Maria Botta

Iren motore di innovazione e crescita sostenibile in Italia

Presentato lo studio di The European House – Ambrosetti 

 

  •  Iren è la 25esima azienda del comparto industriale italiano per ricavi nel 2018 (4 miliardi di euro)
  •  Il contributo al PIL nazionale da parte di Iren è pari a 2,5 miliardi di euro
  •  Nel periodo 2014-2018:
    • il titolo Iren in Borsa è cresciuto del 128%
    • gli investimenti sono cresciuti del 71%
    • gli occupati sono cresciuti del 56%
  •  Il Gruppo ha attivato oltre 28 mila posti di lavoro in Italia, tra effetto diretto, indiretto e indotto
  •  Rispetto alla media nazionale:
    • nelle reti idriche gestite da Iren le perdite (34,8%) sono inferiori di 13 punti percentuali
    • la percentuale di raccolta differenziata (64,3%) nei territori serviti è superiore del 9 punti percentuali
  •  Iren è il primo operatore nazionale nel teleriscaldamento e produce l’87% di energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate (media nazionale 35%)
  • ü Iren ha emesso 3 Green Bond negli ultimi 3 anni, per un valore totale di 1,5 miliardi di euro

 Iren è la 25esima azienda industriale italiana per ricavi nel 2018, genera un contributo al PIL Nazionale di 2,5 miliardi euro e, grazie alla propria attività, consente l’attivazione di 28mila posti di lavoro in Italia.

Sono solo alcuni dei principali dati emersi dalla ricerca “Il ruolo di Iren come motore di innovazione e crescita sostenibile in Italia” realizzata da The European House – Ambrosetti che, in collaborazione con Iren, ha organizzato l’incontro “Orientati al futuro 2. Strategie di sviluppo e valorizzazione dei territori” cui hanno partecipato, tra gli altri, David Gann, Professor of Technology and Innovation Management presso l’Imperial College di Londra, Juan Alayo, Professore Digital Trends and Tools for the City, IE School of Architecture and Design; già Direttore, Planning and Development, Bilbao Ria 2000, Mario Calderini, Professore Ordinario presso la School of management del Politecnico di Milano, Massimiliano Tellini Responsabile Circular Economy, Innovation Center, Intesa Sanpaolo, Stefano Venturi, Presidente e Amministratore Delegato, HPE Italia, Valerio De Molli Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti, Renato Boero e Massimiliano Bianco, rispettivamente Presidente e AD del Gruppo Iren.

The European House – Ambrosetti ha applicato a Iren il proprio modello, cosiddetto dei “4 Capitali” – (economico, ambientale, cognitivo e sociale), di misurazione e valutazione multidimensionale del valore creato da un’impresa e il suo contributo allo sviluppo del territorio e del Paese.

Per quanto riguarda il contributo alla crescita del Capitale economico, Iren rappresenta una realtà industriale di primaria importanza a livello nazionale, posizionandosi – con un fatturato 2018 di 4 miliardi di euro – 25esima tra tutte le aziende del comparto industriale italiano, 6a nel proprio settore di riferimento e 3a tra i comparable, con un tasso di crescita dei ricavi dell’8,6% tra il 2014 e il 2018 rispetto a una media del +1% del settore.

Un Gruppo che ha generato un contributo al PIL nazionale pari a 2,5 miliardi di euro tra Valore aggiunto diretto, indiretto e indotto che ha realizzato, in un contesto nazionale di investimenti pubblici e privati decrescenti, una crescita degli investimenti nel periodo 2014-18 del 71% (1,6 miliardi complessivi) e prevede un piano di investimenti al 2024 di 3,3 miliardi di euro, di cui 350 milioni in digitalizzazione come fattore abilitante per erogare servizi innovativi, sicuri ed efficienti.

Nell’ambito dell’innovazione, Iren offre servizi volti al miglioramento degli spazi urbani e alla creazione di città smart e sostenibili focalizzando i propri investimenti sulla rigenerazione urbana attraverso la riqualificazione di edifici e l’efficientamento dell’illuminazione pubblica, sull’evoluzione nei modelli e nelle scelte di consumo attraverso il new downstream (prodotti e servizi per efficientare i consumi e far progredire i comportamenti degli utenti) e sulla mobilità elettrica e la relativa infrastruttura abilitante. Interventi che generano un impatto diretto in termini di minori consumi energetici, pari a un risparmio annuo di circa 1.000 euro a famiglia per la riqualificazione energetica degli edifici e di circa 980 euro per la razionalizzazione dei consumi domestici.

Anche la crescita del titolo Iren in Borsa ha generato valore economico per le amministrazioni territoriali che rappresentano i maggiori azionisti del Gruppo alla luce di un incremento del 128% tra il 2014 e il 2018. A ciò si aggiungono i dividendi distribuiti ai Comuni azionisti: 213 milioni di euro cumulati nel periodo 2014-2018, cresciuti in modo costante nel periodo.

Sul fronte del Capitale ambientale, il Gruppo genera l’87% del totale di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e assimilate, una quota superiore rispetto alla media delle aziende comparable (57%) e a quella del Paese (35%). Grazie al teleriscaldamento, in cui è il primo operatore nazionale, ha evitato nel 2018 l’emissione di 1 mln di tonnellate di CO2.

Iren investe inoltre in importanti progetti di efficientamento energetico ed è attore di rilevanza sistemica anche per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, settore nel quale ha raggiunto una quota di raccolta differenziata (64,3%) superiore alla media italiana (55,5%) e in costante crescita.

Nel settore idrico, dove è il 3° operatore italiano, le perdite da rete idrica (34,8%) sono inferiori di 13 punti percentuali rispetto alla media del Paese (48%). Tra il 2012 e il 2019 Iren ha ampliato la rete fognaria gestita del 20,3% e gli impianti di acque reflue del 24,1% e prevede di ridurre le perdite di rete idrica a livelli inferiori al 30% al 2024.

Gli ambiti sopracitati – la crescita della raccolta differenziata, gli interventi nel servizio idrico integrato, l’estensione della tariffazione puntuale, l’incremento del recupero di materia attraverso impianti che trasformano il rifiuto in un nuovo prodotto finito e la valorizzazione energetica di rifiuti non recuperabili, attraverso l’allacciamento dei termovalorizzatori alle reti di teleriscaldamento cittadine – sono i pilastri della visione di Economia Circolare che è uno dei paradigmi della crescita del Gruppo nei prossimi anni.

Iren prevede 2 miliardi di euro di investimenti in progetti sostenibili al 2024. Crescita economica e crescita sostenibile vengono coniugate anche attraverso l’emissione di Green Bond per complessivi 1,5 mld € negli ultimi 3 anni, pari al 19% delle emissioni delle società italiane quotate.

Con riferimento al contributo alla crescita del Capitale cognitivo, Iren attiva filiere di Ricerca e Sviluppo su scala internazionale, che coinvolgono un totale di 375 partner per progetti di ricerca provenienti da 31 Paesi consentendo di importare nel nostro Paese know-how, competenze e conoscenza, al diretto servizio di cittadini, imprese e territori.

Con l’iniziativa IrenUp, Iren si afferma inoltre come uno dei principali finanziatori di Venture Capital italiani, stanziando 20 milioni di euro in 3 anni, il 10% del totale dei fondi di Corporate Venture Capital erogati in Italia.

Iren investe infine in maniera significativa in attività di formazione, sia interna, sia esterna all’azienda. Internamente, nel periodo 2016-2018, sono cresciute del 35% le ore di formazione erogate ai dipendenti, coinvolgendo il 95% del totale. Sul fronte esterno, negli ultimi tre anni sono stati coinvolti all’interno del progetto EduIren oltre 260mila persone dei territori di riferimento.

Iren contribuisce al Capitale sociale dei territori in cui opera innanzitutto sotto il profilo occupazionale in quanto è un employer sempre più rilevante con circa 7.000 dipendenti a fine 2018 (già cresciuti a 8.100 ad agosto 2019) e una crescita degli occupati del 56% tra il 2014 e il 2018 a fronte delle progressive aggregazioni societarie e delle nuove assunzioni avviate nel periodo.

A questo impatto occupazionale diretto si aggiungono gli occupati indiretti e indotti, sostenuti da Iren attraverso l’attivazione delle filiere di fornitura e subfornitura e l’effetto sui consumi: per ogni persona occupata da Iren si attivano 3 ulteriori posti di lavoro nell’economia per un totale di circa 28.000 occupati tra effetto diretto, indiretto e indotto.

L’offerta di lavoro di Iren aiuta ad affrontare i rilevanti squilibri sociali del Paese: fragilità occupazionale giovanile, condizione femminile e precarietà. A oggi infatti il 72% dei neo-assunti in Iren è under 30. La quota di occupazione femminile è a sua volta cresciuta attestandosi al 25,7% con una presenza femminile nel CDA del 46% contro una media nazionale del 30%.

Infine, Iren privilegia rapporti di lavoro di lungo periodo: il 99% degli occupati è assunto a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato. Dal 2014 al 2018 Iren ha ottenuto il 1° tasso di crescita degli occupati tra le aziende comparable e il 3° tra le principali aziende industriali italiane.

Per quanto riguarda le ricadute sociali esterne all’azienda, Iren contribuisce al settore della cultura con un valore cumulato dei contributi aziendali negli ultimi 5 anni di 40,3 milioni di euro.

Renato Boero, Presidente Iren, ha dichiarato: “nel 2018 Iren ha servito complessivamente 405 Comuni in 11 Regioni per un totale di 4.260.405 abitanti, oltre il 7% della popolazione italiana. Sono numeri che fotografano l’importanza a livello nazionale di un Gruppo di rilevanza sistemica sotto il profilo dimensionale ed economico. Oggi Iren ha l’ambizione di essere un attore chiave a livello nazionale per abilitare lo sviluppo dei territori serviti aiutandoli ad affrontare le sfide di transizione energetica, di economia circolare e i nuovi scenari di innovazione nei servizi”.

Massimiliano Bianco, A.D. Iren:La continua crescita registrata negli ultimi anni ha consentito a Iren di essere sempre più pronta a cogliere le sfide del settore per rispondere alle quali il Gruppo prevede di investire 3,3 miliardi nei prossimi 5 anni, di cui la maggior parte in digitalizzazione e sostenibilità. Il futuro si giocherà sulla capacità di dare risposte alle nuove sfide delle città italiane come la competitività, la sicurezza, l’inquinamento, la mobilità, il consumo di risorse, l’inefficienza infrastrutturale e i servizi integrati. In questo scenario, Iren vuole giocare un ruolo da attore protagonista”.

Valerio De Molli, Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti: Dal nostro osservatorio, come primo Think Tank privato e indipendente in Italia, abbiamo approfondito gli scenari di sviluppo sostenibile e della digi-circolarità nel settore delle multiutility, individuando 8 sfide per il futuro delle città. Iren, attraverso una traiettoria di crescita che l’ha portata a superare i 4 miliardi di euro di ricavi, contribuisce a rispondere concretamente a queste sfide, ponendosi come motore di innovazione e crescita sostenibile, grazie a una visione distintiva di economia circolare, all’uso della finanza d’impatto e all’innovazione nei prodotti e servizi per la Smart City del futuro”.

 

 

 

Rapporto Rota, Torino non è ferma ma “il futuro è rinviato”

Non è ancora stato superato  declino di Torino, secondo la ricerca ‘Il futuro è rinviato’, presentata alla ventesima edizione del Rapporto Giorgio Rota del Centro Einaudi, alla Nuvola Lavazza con la partecipazione della sindaca Chiara Appendino, del  vicepresidente di Lavazza, Marco Lavazza, della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, dell’ad di Banca del Piemonte Camillo Venesio e di Virginia Antonini di Reale Group. Se Torino non è rimasta ferma, sostengono i ricercatori “E’ andata avanti, ma troppo lentamente. Il confronto con le  grandi città italiane colloca il capoluogo piemontese in una posizione medio-bassa del Centro Nord, talvolta “un anello di congiunzione con il Meridione”.

 

(foto Mihai Bursuc)

Il Califfo cerca asilo alla Gam

Muhannad Shono

The Caliph Seeks Asylum (Il Califfo cerca Asilo), 2019

Installazione Site-Specific per il giardino della GAM

29 ottobre 2019 – 19 gennaio 2020

Giardino della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Inaugurazione martedì 29 ottobre alle 18.30

 

 

La Fondazione Torino Musei, in occasione di Artissima, Fiera internazionale d’Arte Contemporanea e del nuovo progetto per l’edizione 2019 “Hub Middle East”, che prevede la presenza a Torino dei più significativi rappresentanti di fondazioni, musei e gallerie insieme a collezionisti, critici, curatori e artisti del Medio-Oriente, presenta nel giardino della GAM, e per la prima volta in una istituzione museale italiana,  l’installazione site-specific dell’artista Saudita Muhannad Shono (Riyadh, Arabia Saudita, 1977) dal titolo “The Caliph seeks Asylum (il Califfo cerca Asilo)”.

Si tratta di un’installazione realizzata con 3.500 tubi in PVC nero disposti come un accampamento di fortuna con l’intento di apparire “fuori dal contesto di tempo e spazio” e l’intenzione di ricostruire il Pensiero Arabo. I tubi presentano minute decorazioni che richiamano la raffinatezza degli antichi volumi miniati della cultura arabo-islamica andati distrutti nella Presa di Baghdad.

Baghdad, Capitale del Califfato Abbaside fondata nel 762 DC, fu annientata nel 1258 dalle orde mongole. All’epoca era un centro culturale di scambio e sviluppo intellettuale e la sua Biblioteca Bayt al-Ḥikma “Casa della Sapienza” era il fulcro dell’eccellenza nella trasmissione del sapere, dove filosofi, scienziati e studiosi si incontravano nella Madinat al-Salaam o “Città della Pace”, e si scambiavano erudizione e conoscenza ai più alti livelli. L’Epoca d’oro è stata un periodo di fioritura culturale, economica e scientifica nella storia dell’Islam.

La presa di Baghdad fu un evento traumatico: durò 40 giorni e si diceva che il fiume Tigri fosse rosso per il sangue degli intellettuali assassinati e nero per l’inchiostro dei volumi distrutti.

Muhannad Shono riconsidera gli accadimenti storici appresi a scuola e l’impatto che hanno avuto su di lui e sul pensiero collettivo islamico. Poiché rifiuta l’idea che la gloria è data dal potere e dalle vittorie in battaglia, sospende questi insegnamenti nel tempo e rimappa e riscrive una nuova cronologia. L’artista suggerisce di tornare all’antica gloria dell’Epoca d’oro di Bagdad non attraverso la resurrezione dei califfati bensì tramite la ricerca di conoscenza, l’emancipazione del pensiero libero e la ricostruzione della Casa della Sapienza Araba.

Il progetto è stato pensato dall’artista appositamente per gli spazi del museo ed è realizzato in collaborazione con la Athr Gallery di Jeddah e grazie al supporto dello studio Leading Law Notai e Avvocati di Torino. L’inaugurazione si svolgerà alla presenza di Muhannad Shono, dei rappresentanti della Athr Gallery e di autorità saudite martedì 29 ottobre 2019 e resterà visibile al pubblico nella sua imponente magnificenza e oscurità fino al 19 gennaio 2020.

GAM – Torino / Via Magenta, 31 Torino – Tutti i giorni 10 – 18 – Ingresso libero (giardino)

Tre arresti per rapine nella sala da ballo

Nella notte fra giovedì e venerdì personale della Squadra Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e del
Comm.to Centro è intervenuto presso un locale del centro città ove venivano segnalate più rapine ai danni
di avventori.
Sul posto, i poliziotti delle Volanti hanno appurato la consumazione di almeno 4 fatti delittuosi ed un
tentativo di rapina ai danni di giovanissimi clienti che, mentre stavano ballando sulla pista, sono stati
accerchiati da malintenzionati. Approfittando della confusione e della superiorità numerica, avevano
probabilmente pensato di agire indisturbati.
In realtà, anche grazie alla collaborazione del personale di vigilanza del locale, gli investigatori della Polizia
di Stato, tempestivamente giunti sul posto, sono riusciti a rintracciare ed a trarre in arresto
3 persone.
Nel primo caso, si tratta di un diciottenne di origini cubane, residente a Novara, che ha agito da solo
tentando di togliere la collanina in oro a un cliente, che però si è difeso, bloccandolo, ed ha poi concorso alla
sua identificazione.
Nel secondo caso, a finire in manette sono stati 2 giovani di età compresa fra i 19 e i 22 anni, nati in Italia
ma di provenienza maghrebina, responsabili insieme ad altre persone non identificate, di tre singole rapine,
nei confronti di altrettanti clienti, derubati di collane in oro, braccialetti ed orologio.
I tre giovanissimi autori del fatto sono stati tratti in arresto, il primo per tentata rapina impropria, mentre i
secondi per rapina aggravata in concorso con persone rimaste ignote.

Via Luini in festa

Ritorna “Via Luini in Bancarella”, evento organizzato da Federeventi Piemonte in collaborazione con l’Associazione Commercianti di via Bernardino Luini.
La festa si terrà durante la giornata di domenica 27 ottobre dalle 9 alle 19, il tutto con il patrocinio della Circoscrizione 5.
Negozi aperti, via pedonale e bancarelle, associazioni sportive, sociali e culturali con esibizioni dal vivo, artigiani e prodotti tipici, giostre per bambini, giro su pony. Saranno questi alcuni dei punti fermi della festa di via Luini, un appuntamento che non smette mai di stupire .
All’evento parteciperanno anche le associazioni del territorio.
Grande attesa, nel pomeriggio, per le scuole di ballo latinoamericano (o di danza in generale). Ben 4 scuole si esibiranno lungo la via con le loro coreografie con alunni e maestri di tutte le età.
Non mancherà il teatro, con performance dal vivo.
Sin dalle 9 sarà possibile recarsi nei negozi della via o passeggiare tra le bancarelle extralimentari in cerca dei prodotti tipici dell’artigianato. I bar, le pizzerie e i ristoranti rimarranno aperti per offrire le loro specialità: per una colazione o un pranzo di qualità. Largo anche agli stand allestiti dai commercianti, artigiani, produttori e hobbisti. Balli e musiche della tradizione Italiana.
Radio Jukebox in diretta dalla Festa dalle 9 alle 15 racconterà quello che avviene live con la simpatia e l’ironia del famoso conduttore Wlady.
Durante l’arco della manifestazione la strada sarà pedonalizzata. Spazio anche ad animazioni nel corso del pomeriggio. Non perdetevi la possibilità di fare una passeggiata in sella ai dolci animali dell’associazione La Terra dei cavalli.

Detenuto suicida alle Vallette

Riceviamo e pubblichiamo
TORINO, NORDAFRICANO SI SUICIDA IN CARCERE. SAPPE: “PENITENZIARI PERICOLOSAMENTE AFFOLLATI E POLIZIOTTI LASCIATI SOLI”

Ha deciso di togliersi la vita impiccandosi nella Casa Circondariale di TORINO dov’era detenuto. Ricostruisce l’accaduto VICENTE SANTILLI, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Oggi, presso la Casa Circondariale di Torino, un  detenuto marocchino ubicato presso il padiglione B si è tolto la vita impicca dosi. Il tragico evento è avvenuto alle ore 13,00 circa. L’Agente di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Sezione detentiva, mentre si accingeva ad aprire la cella per consentire al detenuto di recarsi ai passeggi, si è accorto immediatamente che il soggetto non dava segni di vita, si era impiccato. Vano è stato il tentativo di rianimarlo, purtroppp non c’è stato più nulla da fare”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta: “I problemi sociali e umani nelle carceri permangono, purtroppo, lasciando isolato il personale di Polizia Penitenziaria (che purtroppo non ha potuto impedire il grave evento) a gestire queste situazioni di emergenzaAbbiamo segnalato al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma le significative disfunzioni e inconvenienti che riflettono sulla sicurezza e sulla operatività della Casa Circondariale di Torino e del personale di Polizia Penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità nonostante una grave carenza di organico Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri ed  un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Per queste ragioni un programma di prevenzione del suicidio e l’organizzazione di un servizio d’intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti ma anche per l’intero istituto dove questi vengono implementati. E’ proprio in questo contesto che viene affrontato il problema della prevenzione del suicidio nel nostro Paese. Ma ciò non impedisce, purtroppo, che vi siano ristretti che scelgano liberamente di togliersi la vita durante la detenzione”.

“Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 22mila tentati suicidi ed impedito che quasi 180mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”, conclude il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo. “Il dato oggettivo è che la situazione nelle carceri resta allarmante”.