ilTorinese

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

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Michael Dobbs “Attacco dalla Cina”   – Fazi Editore- euro 16,00

Michael Dobbs continua a mettere a frutto la sua esperienza di uomo politico (membro del Parlamento Conservatore inglese, ha guidato lo staff del partito durante il governo della Tatcher) e in più ha il dono di saper imbastire trame accattivanti e sciorinarle con un ritmo cinematografico…Non per nulla è l’autore e sceneggiatore di “House of Cards”, serie tv di strepitoso successo con Robin Wright e Kevin Spacey (poi miseramente naufragata per il vizietto dell’attore).

Dobbs scrive di ciò che conosce benissimo e prosegue sulla linea dei suoi thriller politici (“Il giorno dei Lord”). In “Attacco dalla Cina” ritroviamo il suo protagonista Harry Jones, integerrimo ex militare pluridecorato e sorta di 007 del nuovo millennio. La trama è mozzafiato, e neanche poi tanto lontana da qualcosa che potrebbe davvero accadere. All’orizzonte si profila un “cyber attack” scatenato da geniali hacker cinesi che sta per mettere in ginocchio le principali potenze del globo e scatenare la terza guerra mondiale, senza che venga sparato neanche un colpo. Il primo ministro inglese, Mark D’Arby, convoca, in grandissimo segreto, i principali leader: la presidente americana Blythe Elisabeth Harrison (alle prese anche con i tradimenti del marito) e il presidente russo Sunin (uomo spietato che non esita a uccidere a sangue freddo i dissidenti). Luogo dell’incontro di questi pezzi da 90 è un suggestivo castello scozzese abitato da una nobildonna e suo nipote. Nelle stanze della magione D’Arby cerca di convincere gli altri a reagire immediatamente contro la minaccia. Dietro questo nuovo incubo ci sarebbe il presidente cinese Mao Yanming. Starebbe progettando di mettere in ginocchio il pianeta con un mortale click che prenda di mira centrali nucleari, linee energetiche, mercati finanziari e tutto quello che ormai si regge sui sistemi informatici. Insomma una guerra cibernetica che riscriverebbe i ruoli di potere e supremazia delle nazioni. Godetevi i numerosi colpi di scena e aspettatevi molte sorprese…

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Mazo de la Roche “Jalna”   -Fazi editore- euro 18,00

La vita stessa della scrittrice canadese Mazo de la Roche (nata a Newmarket nel 1879, morta a Toronto nel 1961 a 82 anni) vale più di mille romanzi. Un’infanzia solitaria allietata dalla passione per la lettura, una fantasia inarrestabile che la cala in un mondo immaginario. Un rapporto fuori dagli schemi con la compagna di tutta la vita Caroline Clement: la cugina orfana di 8 anni che i genitori di Mazo avevano adottato quando lei ne aveva 7. Da allora sono state inseparabili, in quello che all’epoca era chiamato “Boston Marriage”, e adottarono anche due bambini. Una vita che ha ispirato il film del 2012“The mystery of Mazo de la Roche” in cui vengono ricostruite scene e fasi della sua vita privata, che lei difese sempre tenacemente.

Nell’arco della sua lunga e complessa esistenza ha scritto 23 romanzi, tra i quali la saga di Jalna, nel 1927. Si rivelò un successo internazionale e lei fu la prima donna a vincere i 10.000 dollari del prestigioso Atlantic Monthly Prize.

“Jalna” è il primo romanzo di una saga familiare architettata in 16 volumi che abbracciano l’arco di tempo tra 1854 e 1954. E’ ambientata in Canada e racconta la storia della famiglia Whiteoak, padroni del maniero di Jalna, nell’Ontario. Capostipiti il capitano Philiph e la sua adorata moglie Adeline. Lei sarà la matriarca che nel romanzo sta per bissare la boa dei 100anni, circondata dalle vicende di uno stuolo di figli e nipoti di cui detiene il controllo, tra una bizza e l’altra. La vita a Jalna sembra scorrere tranquilla; poi a sparigliare le carte ecco l’arrivo di due nuore. La giovane figlia illegittima del vicino Pheasanth, che sposa Piers con un colpo di mano, e nessuno in famiglia accetta. Mentre sembra andare un po’ meglio con l’intellettuale newyorkese Alayne, che impalma Eden, convinta che lui abbia un glorioso futuro come poeta, salvo poi   scoprire che è un pigro indolente. Poi Cupido fa il suo lavoro e le coppie saltano in un incrocio di fraterni tradimenti che non vi anticipo. Un romanzo tutto da gustare che racconta mirabilmente sentimenti, passioni, rivalità e odi all’interno di un complesso nucleo familiare.

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Liane Moriarty “Nove perfetti sconosciuti” -Mondadori-   euro 20,00

Liane Moriarty è l’autrice australiana che ha scritto il romanzo bestseller “Piccole grandi bugie” da cui è stata tratta la serie tv interpretata da Nicole Kidman e Reese Whiterspoon. Ora torna in libreria con una storia ambientata in una remota località termale dal nome emblematico, il boutique-resort

benessere “Tranquillum House”. Una villa vittoriana in cui convergono 9 persone diversissime tra loro, spinte da motivazioni differenti. Denominatore comune: cambiare le loro vite. Dall’avvocato divorzista (che rappresenta solo donne) ai coniugi sull’orlo della separazione; dall’ex atleta alla donna abbandonata dal marito (per una più giovane), per arrivare a un’intera famiglia piena zeppa di problemi. Arriva anche la 52enne scrittrice di romanzi rosa Frances Welty, afflitta da mal di schiena, cuore infranto e declino professionale che la vede un po’ in affanno di vendite.

E’ decisamente incuriosita dagli altri ospiti, ma soprattutto dalla direttrice Masha: donna carismatica, che promette remise en forme di più tipi. Nella sua Beauty Farm in soli 10 giorni l’esistenza può virare al meglio. I vari programmi personalizzati sono all’insegna del lusso e spaziano tra diete detox e dimagranti, meditazione, yoga e coccole varie per rimettere a nuovo corpo e anima.

Ma nessuno degli ospiti immagina quanto si riveleranno difficili i 10 giorni che li aspettano sulla via del benessere. Si troveranno catapultati e prigionieri di ritmi incalzanti, percorsi e pratiche insolite e bizzarre, regole rigidissime. La storia corale, tra siparietti divertenti, ma anche suspence e introspezione, finisce per sconfinare nel thriller …E tenetevi pronti a sviluppi inquietanti.

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Calenda si scatena

Carlo Calenda scatenato. Del resto ultimamente è incontenibile, ce n’è  per tutti. Centro sinistra e
centro destra.
Ma il suo obiettivo principale continua ad essere Giggino, sintesi tra incompetenza, evanescenza
e la più totale ignoranza e dunque incapacità nel governare. Con dovizia di particolari elenca le
mancanze di Giggino quando era Ministro del’l industria ed incapace nell’ affrontare il nodo dell’
Ilva di Taranto. Ed accusa Zingaretti di coprirlo con la promozione a Ministro degli Esteri. Manco
sa  l’inglese. Giratela come volete, ma i grillini non gli vanno proprio giù. Ce n’è anche per il suo ex
amico Matteo Renzi. Politicante che vuole potere per il potere. Rifiuta l’ idea di un Presidente
del Consiglio, un certo Matteo Salvini, e lascia intendere che certi rapporti internazionali
confermano questa sua incertezza. Non è solo. La professoressa Irene Tinagli rincara la dose.
Garbatissima e decisa nel dire: qui non ci siamo. Deputata europea, laureata alla Bocconi con
il massimo dei voti. Specializzazioni e professoressa dagli States alla Spagna, e per non farsi
mancare nulla consulente per gli Affari Economici e sociali alle Nazioni Unite.
Siamo al Top. Anche per questo Calenda e Tinagli non possono e non sanno capire Matteo
Salvini che ha cambiato 18 facoltà diverse con pochi esami e nessuna laurea. Interessante
il parterre di media età con punte di giovani, probabilmente composto da ceto medio e
professionale. Giusi La Ganga attentissimo. Vero che esserci non vuol dire aderire . Ma che
il PD gli sia stretto non è una novità . Contrarissimo all’ accordo con i pentastellati. Presenza
decisamente di adesione per Marco Cavaletto, l’ ex assessore Lubatti, come dell’ infaticabile Pino
Demichele. Mi sa che Più Europa sta saltando e Bonino e Della Vedova non sanno che pesci
prendere. Claudio Calenda insiste: molti , fin troppi politici fanno politica perché non sanno
fare altro. Porta  sé stesso come esempio. “Ho rifiutato prestigioso e ben remunerato lavoro
a Londra perché non mi arrendo alla marginalità del nostro Paese”. Entra nel dettaglio del suo
lavoro di Ministro. 15 direttori generali, 5 molto bravi e competenti, 6 mediocri e 4 da rimuovere.
Cosa non possibile. Appunto, un altro mondo, direi quasi un altro pianeta.
E’ forse questo il loro limite. Troppo competenti per i gusti medi dell’ elettore medio italiano. Ho
letto la Grande ignoranza scritto da Irene Tinagli. Molto bello e ovviamente ben documentato e
direi proprio eccellente analisi. Comincia nel zoppicare alla fine quando affronta il problema del che
fare. In linea astratta c’ è la ricerca di una società fatta da giusti e competenti che agiscono
per il bene comune. Direi tra Tommaso Moro e la Città del Sole di Campanella. Ma poi ci si
scorna su come si forma il consenso e si arriva alla democrazia. Tutti hanno il diritto e ( meglio
precisare ) il dovere di votare. Ora mancano totalmente i partiti e le selezioni che operavano nella
società civile e promuovono direttamente Giggino da venditore di bibite al San Paolo di Napoli
a vicepresidente del Consiglio. Giggino che ( appunto ) considera lo studio e la competenza
superflua. Ciò che non è superfluo in democrazia sono poi le alleanze. Soprattutto in Italia ,Patria
politica della frammentazione. Di un’ Italia troppo abituata ai mille campanili.
Italia spaventata e poco incline alla razionalità dell’ organizzazione. Carlo Calenda ( se ho capito
bene) non vuole fare l’ ennesimo piccolo partitino. Per ora si organizza ma apetta di come vanno
le cose con il consenso. In poche parole che cosa dicono i sondaggi e sondaggisti. Ci prova,
insomma. Tante le incognite. Se tiene questo governo. Se e cosa fara’. Elezioni amminisrtative
e relativi risultati. Candidati e modalità di scelta dei candidati. Un oceano tra ciò che si dice di
voler fare e ciò che è possibile fare. La politica è sempre più ‘l arte del possibile se mai è stata
l’ arte dell’ impossibile. Si vive in modo precario. In particolare volendo e dunque cercando di
progettare un minimo di futuro. Carlo Calenda parla all’ interno del Sermig. Costruttori di pace ed
accoglienza anche per simboleggiare unità di intenti tra meritocrazia e solidarietà. Si respira aria
di razionalità e di logico. Fuori gli antagonisti fanno casino e la polizia deve intervenire. Vogliono
imporre il mercatino del baratto vietato. Altri ignoranti, altri cialtroni e la Sindachessa Chiara Appendino si rifiuta di firmare lo sgombero
della Cavallerizza.
Caro Carlo Calenda, la realtà è a volte irrazionale e caotica e ci passa come menu alla carta anche
questo.
Poi, sempre caro Carlo Calenda, i conti con il PD o con quello che ne rimarrà li dovrai fare. La
matassa della politica italiana e torinese si aggroviglia sempre di più. Ne vedremo delle belle
o, secondo i punti di vista, delle brutte . Comunque tentar non nuoce. Persino la goccia, con il
tempo, erode la roccia. Con tanto, tantissimo, tempo. Quasi una eternità. E non mi pare che ci resti molto per raddrizzare la baracca: pena il suo crollo.

 

Patrizio Tosetto

28 ottobre 1938, l’addio delle Brigate Internazionali a Barcellona

ACCADDE OGGI

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Despedida in spagnolo significa partenza,addio. E’ anche la parola con la quale si ricorda l’omaggio tributato dai barcellonesi ai volontari stranieri delle brigate Internazionali che lasciavano la Spagna in seguito alla scelta unilaterale del governo repubblicano di smobilitare le loro formazioni per indurre la Società delle Nazioni a pretendere il ritiro dei “volontari” italiani, tedeschi e portoghesi che combattevano nella fila dei nazionalisti di Francisco Franco. Settantanove anni fa, il 28 ottobre 1938 i combattenti delle Brigate Internazionali sfilarono per un’ultima volta sulla Diagonale di Barcellona davanti a duecentomila persone e alle massime autorità repubblicane.

Dolores Ibarruri, la Pasionaria, li salutò così: “Compagni delle Brigate Internazionali! Potete partire a testa alta. Voi siete la storia. Voi siete la leggenda, siete l’esempio eroico della solidarietà e dell’universalità della democrazia!”. L’affetto della popolazione si manifestò in mille modi: applausi, lacrime, grida d’incitamento,lanci di fiori al passaggio dei combattenti stranieri provenienti da cinquantadue paesi dei cinque continenti. Gli altoparlanti annunciarono alla città l’inizio della sfilata con poco anticipo.La situazione consigliava la massima prudenza poiché le truppe fasciste e franchiste erano a ridosso della frontiera dell’Ebro e  la loro aviazione bombardava con frequenza i quartieri di Barcellona e le località catalane.Tutto ciò non impedì quell’incredibile commiato durate il quale avvenne anche il trasferimento delle bandiere e delle armi delle Brigate Internazionali all’esercito repubblicano spagnolo. La Despedida fu uno degli atti conclusivi della guerra civile spagnola, preludio e prova generale della Seconda guerra mondiale. Cinque mesi dopo, in primavera, si affermarono i golpisti di Francisco Franco con l’aiuto fondamentale dei nazisti che inviarono la divisione aerea Condor,forte di circa seimila uomini,e dei fascisti italiani che oltre all’aviazione e alla marina impiegarono in totale circa 60mila uomini, dieci volte più degli alleati tedeschi. Tornando a “las brigadas internacionales” va ricordato che tra il ’36 e il ’37,a difesa del governo repubblicano, arrivarono in Spagna circa quarantamila volontari che formarono queste brigate.

Un quarto di loro persero la vita in combattimento e altrettanti furono i dispersi e i feriti gravi.Altri cinquemila uomini combatterono inquadrati nelle unità dell’esercito repubblicano e diverse migliaia furono impiegati nei servizi sanitari o ausiliari. I primi contingenti,organizzati dalla Terza Internazionale, entrarono clandestinamente in Spagna attraverso la frontiera francese nell’ottobre 1936 e dopo aver ricevuto un addestramento sommario ad Albacete, raggiunsero Madrid assediata dai nazionalisti. Una vera e propria internazionale antifascista composta da diecimila francesi, cinquemila tedeschi, tremilatrecentocinquanta italiani, duemilaottocento statunitensi, duemila inglesi,mille canadesi e diverse centinaia di jugoslavi, albanesi, ungheresi,belgi,polacchi, bulgari, cecoslovacchi, svizzeri, nordeuropei, messicani e africani. La partecipazione dei volontari italiani, inquadrati nella Brigata Garibaldi, fu tra le più consistenti e venne guidata sul campo da alcuni dei maggiori esponenti dell’antifascismo:i comunisti Togliatti,Longo,Di Vittorio e Vidali, il socialista Nenni, il repubblicano Pacciardi, l’anarchico Camillo Berneri e Carlo Rosselli, dirigente di Giustizia e Libertà. Molti dei più importanti intellettuali del tempo sostennero la causa della Repubblica come George Orwell,che combattè nelle milizie del POUM, Ernest Hemingway e John Dos Passos che scrissero romanzi e reportage, osservarono, raccontarono.

Le Brigate internazionali ebbero un ruolo determinante nella difesa di Madrid, distinguendosi nella battaglia di Guadalajara nel marzo 1937 e nelle grandi offensive repubblicane su Belchite (agosto ’37), Teruel (dicembre ’37 – gennaio ’38) e sull’Ebro (luglio 1938). Una storia importante e coraggiosa.Pablo Neruda, grande poeta cileno amico del poeta spagnolo Garcia Lorca, ucciso dai falangisti nel ’36, dedicò alla terra per cui anche egli aveva combattuto la raccolta di poesie “Spagna nel cuore”. E scrisse questi versi, in “Arrivo a Madrid della Brigata Internazionale” : “quando non avevamo altra speranza che un sogno di munizioni,quando ormai credevamo che il mondo fosse pieno soltanto di mostri divoratori  e di furie,…compagni,allora, allora,vi ho veduti,e i miei occhi sono tuttora pieni di orgoglio”.

Marco Travaglini

Rapina donna davanti al comando dei carabinieri. Arrestato

Nella serata di sabato 26 ottobre, intorno alle 19, in via Avogadro,
all’angolo dello stabile sede del Comando provinciale dei Carabinieri di
Torino, un senegalese con 27 anni, con precedenti e senza fissa dimora, si è
avvicinato ad una passante, 57enne che stava rientrando a casa. Dopo
averla spinta violentemente contro un’auto in sosta, le ha strappato
letteralmente di mano un Iphone 11. L’azione è stata subito notata da un
militare libero dal servizio il quale, dopo aver messo in fuga il malvivente
prima che rapinasse anche la borsetta della vittima, lo ha inseguito a piedi,
contattando contemporaneamente la centrale operativa dell’Arma, fornendo
precise indicazioni sul fuggitivo. Due gazzelle delle stazioni carabinieri
Torino Monviso e Borgo San Secondo in pochi minuti sono riuscite a
convergere sul luogo dell’aggressione e ad intercettare nei vicini giardini di
via Bertolotti. A quel punto il giovane, nonostante fosse circondato, ha
opposto resistenza ai militari, tentando di aggredirli con calci e pugni,
senza tuttavia riuscirci. Altri carabinieri accorsi dalla caserma lo hanno
immobilizzato, la refurtiva è stata recuperata e restituita all’avente diritto.
La vittima, trasportata dagli stessi militari militari all’ospedale Maria
Vittoria, oltre al forte spavento, ha riportato escoriazioni varie al gomito
sinistro ed al ginocchio destro, giudicate comunque guaribili in pochi
giorni. Una volta dimessa è stata accompagnata a casa dai carabinieri che
sono con rimasti con lei per tutto il tempo. E mentre la signora commossa
ha abbracciato i militari definendoli “i miei angeli’, il senegalese è finito in
carcere con l’accusa di rapina e resistenza a pubblico ufficiale.

50 anni di assicurazione RC Auto obbligatoria

L’art. 2054 del Codice Civile disciplina la responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli e, più in generale, dell’assicurazione RC Auto.

I principi fondamentali presenti in questo articolo del Codice Civile affermano che, contrariamente alla regola generale secondo la quale l’onere della prova è sempre a carico di chi ha subito il danno, nel caso di incidente automobilistico entrambi i conducenti devono dimostrare di non aver avuto nessuna responsabilità (inversione dell’onere della prova). L’articolo in questione afferma anche la responsabilità solidale del proprietario e, in ultimo, quella anche per omessa manutenzione o controllo del veicolo. Questi principi fondamentali sono stati concepiti per essere posti a tutela degli interessi del danneggiato, cosiccome, in linea generale, tutto il sistema legato all’assicurazione obbligatoria RC Auto.

 

Fino al 1969 non vi era alcun obbligo di legge per l’assicurazione degli autoveicoli, ciò avveniva solo su base volontaria. Rende obbligatoria l’assicurazione RC Auto la Legge 990 del 24 dicembre 1969 e l’ articolo 1 recita:

“I veicoli a motore senza guida di rotaie, compresi i filoveicoli e i rimorchi non possono essere posti in circolazione su strade di uso pubblico o su aree a queste equiparate se non siano coperti secondo le disposizioni della presente legge, dall’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi prevista dell’art. 2054 del C.C.

L’assicurazione deve comprendere anche la responsabilità per i danni alla persona causati ai trasportati, qualunque sia il titolo in base al quale è effettuato il trasporto.”

L’obbligo di assicurare i veicoli è, infatti, oggi previsto dall’articolo 122 del Codice delle Assicurazioni (che richiama l’articolo 2054 del Codice Civile) e dall’articolo 193 del Codice della Strada. La legge 990 si riferisce solo ai veicoli a motore, senza guida di rotaie inclusi filobus e rimorchi, posti in circolazione su strade ad uso pubblico e su aree a queste equiparate. L’obbligo di assicurazione permane anche per i rimorchi, anche nel caso in cui lo stesso rimanga fermo e non venga utilizzato.

La normativa non individua in modo specifico il soggetto su cui grava l’obbligo della copertura assicurativa, tuttavia l’obbligo grava sul titolare dell’interesse da assicurare. Sono genericamente obbligati, quindi, coloro che mettono in circolazione un veicolo: il conducente, il proprietario e gli altri soggetti coinvolti (quali il locatario in leasing, il titolare di autofficina che metta in circolazione un veicolo riparato al fine di effettuare delle prove tecniche, o il titolare di autoconcessionaria che faccia circolare un veicolo per dimostrazioni a scopo di vendita).

Dal 2011 la verifica della presenza o assenza di copertura assicurativa obbligatoria di un veicolo a motore può essere effettuata da parte delle Forze dell’Ordine, incrociando i dati relativi ai contratti di assicurazione emessi dalle Compagnie di Assicurazione e quelli provenienti dai dispositivi e apparecchi di rilevazione della velocità o degli accessi dei veicoli nei centri storici o a traffico limitato delle città. In questo modo le Forze dell’Ordine potranno confrontare i dati in loro possesso con le banche dati degli uffici di Motorizzazione e le banche dati dell’Ania per verificare la presenza della copertura assicurativa.

Il suggerimento, quindi, è quello di verificare la scadenza del proprio contratto di assicurazione.

 

Emanuele Farina Sansone

 

Rock Jazz e dintorni. Brian Auger e Club to Club

Gli appuntamenti musicali della settimana

Lunedì. Al Jazz Club suona il quintetto Baklava Klezmer Soul. Al Magazzino sul Po si esibisce il quartetto Malmo Sister Fay.

Martedì. Al Blah Blah e al Massimo, sonorizzazioni di film muti con Propaganda 1904 con il classico “Das Cabinet Des Dr. Caligari e Giorgio Li Calzi con il documentario “Leonardo Da Vinci”.

Mercoledì. Il “re” dell’organo Hammond Brian Auger (foto) con gli Oblivion Express, suona al Folk Club. Al Jazz Club è di scena Sofie Reed. Parte l’edizione numero 19 di “Club to Club” alle OGR con il rapper Slowthai. Al Blah Blah si esibiscono gli Strange Hands e Mandingo. Al Cap 10100 suonano i Chico Trujillo.

Giovedì. Al Jazz Club si esibisce il quintetto della vocalist Alemay Fernandez. All’Opificio Cucina e Bottega per “Novara jazz” è di scena il quintetto di Luca Pissavini. Per “Club to Club” alle OGR si esibisce Holly Herndon mentre allo Ziggy suonano gli Scarlet & The Spooky Spiders. Al Lingotto per “Movement” sono di scena Jamie Jones, Amelie Lens e Joseph Capriati.

Venerdì. Al Blah Blah si esibiscono i Love’n’Joy. Per “Movement” al Milk sono di scena Magit Cacoon e Brina Knauss. Per “Club to Club” al Lingotto arrivano Battles, James Blake, Skee Mask, Flume, Let’s Eat Grandma, Black Midi, in appendice alle OGR sono di scena Visible Cloaks con Satsuki Shibano e Yoshio Ojima. All’OffTopic canta Tish.

Sabato. Al Milk si esibisce il rapper Black Youngsta. Al Lingotto per “Club to Club” sono di scena i Comet is Coming, Chromatics e Sophie, Floating Points, Nihvek. Al Pala CRS di Saluzzo, gemellaggio tra “Uvernada”  e “Matera 2019” con Lou Dalfin e Lou Tapage. All’Audiodrome di Moncalieri per “Movement”, si esibisce Derrick May.

Domenica. Allo Spazio 211 suonano i giapponesi Acid Mothers Temple. Chiusura di “Club to Club” a Porta Palazzo con Napoli Segreta  e il duo Stump Valley.

 

Pier Luigi Fuggetta

 

“Mario Soldati. La gioia di vivere”. Il libro di Quaglieni al Circolo dei lettori

Lunedì 28 ottobre alle ore 18, al Circolo dei lettori, In via Bogino 7 lo storico Gianni Oliva e la gastronoma dell’Accademia italiana della cucina Elisabetta Cocito presenteranno il libro di Pier Franco Quaglieni “Mario Soldati, la gioia di vivere“, Golem Edizioni, a vent’anni dalla scomparsa dello scrittore-gourmet. il libro e ‘ alla terza ristampa e torna in una presentazione torinese dopo oltre trenta presentazioni in un tutta Italia dalla Versilia a Capri. Il libro che ha la copertina di Ugo Nespolo, raccoglie tante testimonianze sulla poliedrica figura di Soldati e un importante saggio di uno degli amici più cari di Soldati, il prof. Pier Franco Quaglieni con cui nel 1968 fondo ‘ il Centro Pannunzio

Cambiamenti climatici: il gioco (serio) di Legambiente

Gli schermi televisivi pullulano di chef, mentre migliaia di persone scendono in piazza in difesa del Pianeta. Greenpeace sabato ha invitato i cittadini di 18 città, tra cui Torino a giocare con “Mistery Food” per ricordare che tra queste due realtà c’è una connessione diretta, che passa per i nostri piatti, per le nostre scelte alimentari e, soprattutto, per le scelte politiche ed economiche di istituzioni e aziende.

In Piazza Carignano è stato allestito un set ispirato alle note competizioni culinarie televisive. I passanti sono stati invitati dal Gruppo Locale di Greenpeace a indovinare gli ingredienti dei piatti esposti, giocando con una mistery food box per scoprire gli ingredienti nascosti. Un gioco – molto serio in realtà – per svelare gli impatti ambientali che si nascondono dietro alle nostre scelte: l’inquinamento prodotto dagli allevamenti intensivi, la deforestazione legata alla produzione di carne e mangimi, la drammatica riduzione delle popolazioni ittiche a causa delle pesca industriale.

In tutte le “mistery food box” c’era un termometro a indicare la grande sfida del nostro tempo, i cambiamenti climatici, ai quali il comparto agro alimentare contribuisce per il 25 per cento in termini di produzione di gas serra, con una parte consistente da attribuire al sistema di produzione di carne, latte e derivati. Una percentuale già troppo alta e destinata ad aumentare se non si interviene con decisione.

“La nostra alimentazione è ormai principalmente basata su modelli di produzione intensiva insostenibili per il Pianeta e se intendiamo seriamente agire per frenare il riscaldamento globale dobbiamo cambiare radicalmente il sistema che porta il cibo nei nostri piatti ” dichiara Federica Ferrario, campagna agricoltura di Greenpeace Italia. “Sono importanti le scelte individuali, ma ancora di più quelle dei decisori politici, italiani ed europei, che devono decidere di utilizzare i fondi pubblici della Politica agricola comune (PAC) per il sostegno delle produzioni ecologiche, e non più per quelle intensive. Occorre una normativa per fermare il commercio di materie prime prodotte distruggendo le foreste e l’impegno a istituire una rete di santuari marini in grado di proteggere almeno il 30 per cento dei nostri mari”.

Alleggerire l’impatto del nostro sistema alimentare vuol dire anche ridurre la produzione e il consumo di alcuni prodotti, come quelli animali o quelli che contribuiscono alla deforestazione, e ognuno di noi può fare qualcosa per andare in questa direzione. I volontari di Greenpeace hanno regalato ai passanti l’Eco-menu: una guida pieghevole con 10 consigli pratici per una spesa amica del Pianeta, invitandoli ad unirsi a loro nell’appello comune “Non Mangiamoci il Pianeta”.

Firma la petizione:
Il pianeta nel piatto

CONTATTI:
Gruppo Locale Greenpeace di Torino
Telefono: 3338826872
Mail: gl.torino.it@greenpeace.org

Sartirana Textile Show, il tessile protagonista

A Torino la Promotrice di Belle Arti dal 31 ottobre al 3 novembre prossimi è teatro di una delle più importanti mostre mercato del settore

 

Approda a Torino, dal 31 ottobre al 3 novembre prossimi, alla Promotrice di Belle Arti, nella splendida cornice del parco del Valentino, il “Sartirana Textile Show” (STS), una delle più importanti mostre mercato del tessile, giunta quest’anno alla sua quindicesima edizione.

Curato da Alberto Boralevi, era di solito ospitata nel suggestivo scenario della Pila, a Sartirana Lomellina, nel Pavese. L’edizione di quest’anno vedrà la partecipazione di oltre trenta espositori provenienti dal continente europeo e da quello asiatico, protagonisti tappeti ed arredi tessili di notevole pregio.

Una significativa novità sarà, quest’anno, l’esposizione di un prezioso tappeto Ushak a medaglione, anche detto “Tintoretto”, proveniente dalla collezione Cerruti e dal Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea, esposto grazie ad un’iniziativa in collaborazione con BIG, Broker Insurance Group. L’importante pezzo, proveniente dall’Anatolia settentrionale, risale al XVI secolo ed apparteneva al collezionista ed imprenditore Francesco Federico Cerruti, scomparso nel 2015 all’età di 93 anni. L’importante manufatto di arte tessile consente ai visitatori ed anche agli operatori del settore, in un contesto specialistico, di approfondire la conoscenza della Collezione Cerruti, andando anche alla scoperta di un immenso patrimonio artistico comprensivo di oltre trecento opere tra pittoriche e scultoree, tra cui libri antichi, legature, più di trecento arredi e mobili, tra cui tappeti e scrittoi realizzati da celebri ebanisti. La Collezione Cerruti vanta anche capolavori pittorici che spaziano dalle opere di Bernardo Daddi a quelle del Pontormo, da Renoir a Modigliani, Kandinsky, Klee, Boccioni, Balla e Magritte, per approdare, nella contemporaneità, alle opere di Bacon, Wahrol, De Dominicis e Giulio Paolini.

L’edizione in programma alla Promotrice di Belle Arti del Sartirana Textile Show offre quest’anno il frutto della preziosa collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che sarà presente con uno spazio istituzionale ed opere di arte contemporanea, legate da un sottile fil rouge al mondo del tessile. Verranno, infatti, esposti tre arazzi di lana intrecciati a mano realizzati dall’artista messicano Gabriel Kuri, appartenenti alla serie “Untitlet” (Magenta Stripe Gobelins), esempio rappresentativo del tessile nell’arte contemporanea.

Molte le iniziative culturali promosse nell’ambito della rassegna. Suggestivo il nome dato loro,   di “Tea Time TextileTalk”, vere e proprie piccole conferenze sui principali temi dell’arte tessile, seguite da un tradizionale momento conviviale a base di tè.

Questa edizione di STS ospiterà anche uno spazio dedicato all’editoria ed alla stampa di settore, ed uno dedicato all’Associazione del Museo Poldi Pezzoli di Milano, dove sarà possibile conoscere le iniziative dell’associazione legate ad uno dei più bei musei di collezionismo privato.

Saranno anche presenti consorzi di promozione turistica, tra cui il Sistema Monferrato, l’Agenzia Locale della Provincia di Alessandria, il GAL Risorsa della Lomellina, l’Ecomuseo del Paesaggio della Lomellina e l’Ente di promozione turistica Visit Alassio.

Dopo l’inaugurazione di giovedì 31 ottobre prossimo la mostra sarà visitabile venerdì 1 e domenica 3 novembre dalle 10 alle 19. Sabato 1 novembre dalle 10 alle 21.

 

Mara Martellotta

Ingresso 10 euro.

Info@sartiranatextileshow.it

Il Lecce blocca la Juve sull’1-1

Arriva il secondo pareggio in nove giornate per gli uomini di Sarri: a Lecce la squadra bianconera chiude in parità dopo un primo tempo dominato ma senza reti, anche grazie al portiere Gabriel, autore di parecchi miracoli.
Siccome tutti dicono che la Juventus ha due formazioni titolari, che chiunque vada in campo la differenza non si vede, allora non si cerchino scuse (tipo l’assenza di CR7) per l’opaca prestazione della squadra di ieri, che – detto onestamente – deve aggiustare la mira.
Piuttosto, tutta la squadra deve fare il mea culpa perchè ieri pomeriggio ha sbagliato l’approccio alla gara, pensando magari di trovare un avversario facile ed arrendevole: niente di più sbagliato, perchè i giallorossi hanno impostato la partita in difesa, è vero, rinunciando ad un certo punto persino a giocare sulle fasce e permettendo alla Juve di crossare da ogni dove; ma hanno fermato i Campioni d’Italia, questo è certo.
Quando ci si accorge che la palla proprio non vuole entrare, di solito ci si affida alla classe di Ronaldo, e qualcosa vien sempre fuori; ma ieri non c’era, ed è evidente che senza di lui non è la stessa cosa: Dybala e Higuain si danno da fare (abbiamo contato almeno 5 tiri della Joya ed altrettanti del Pipita), ma Bernardeschi non era decisamente in partita – tanto che sbaglia un goal a porta vuota – e non si può pensare di buttare semplicemente la palla in avanti alle due punte, specialmente quando la difesa avversaria toglie quasi tutti gli spazi alzando un muro molto difficile da abbattere, anche per la Juventus.
Comunque, dopo un primo tempo in cui la Juve ha fatto vedere molto possesso palla ma zero concretizzazione, al 48′ st. arriva il vantaggio bianconero: Pjanic si avventa su una respinta, tenta il tiro e viene travolto da una scivolata di Petriccione poche spanne dentro l’area; il Var dice che è rigore, Dybala esegue in maniera ineccepibile.
Peccato che dopo pochi minuti segua l’intervento sgraziato di De Ligt: palla sul braccio, rigore realizzato da Mancosu: 1-1. Il Lecce gongola, pare incredulo, e anche Sarri, ma per il motivo opposto, ed inizia a farsi sentire pesantemente contro i suoi, tanto che si becca un cartellino giallo.
A questo punto, Sarri prova a cambiare le carte: prima toglie Danilo (spento: quando il Lecce attacca, lo fa quasi sempre dalla sua parte) per Cuadrado, poi al 66′ st. è costretto a sostituire Pjanic, infortunato, per Khedira. Bentancur va al suo posto, ma non è la stessa cosa, nonostante la sua buona partita. Al 71′ st fuori Can per Rabiot, tanto ormai si gioca costantemente nella metà campo del Lecce, è un assedio.
All’82’ st, il portiere giallorosso fa un buon intervento su Higuain ma lo colpisce in testa e l’argentino finisce la partita con il turbante.
Tanti errori individuali, poco gioco e atteggiamento quasi risparmioso nella gestione della palla: urgono provvedimenti seri.
Ovunqueecomunque #finoallafine
Rugiada Gambaudo