ilTorinese

La ex fidanzatina lo fa picchiare e derubare da tre ragazzi

Tre  ragazzini, tra i 17 e i 19 anni erano entrati di notte nell’appartamento di un coetaneo, a San Salvario,  lo scorso mese di novembre.

Dopo avergli puntato un paio di forbici alla gola lo hanno picchiato e gli hanno rubato i capi firmati che teneva nell’armadio. Dopo lunghe indagini, anche attraverso i profili social della cerchia di amici del malcapitato, i carabinieri hanno scoperto che la mandante della spedizione punitiva era la ex fidanzatina dell’aggredito. Ora la baby gang dovrà passare un po’ di tempo dietro le sbarre.  La ragazza è stata denunciata.

Stop alla movida nel primo weekend di riapertura di bar e ristoranti

Movida vietata a Torino e divieto di vendita degli alcolici a partire dalle 19

E i locali dovranno chiudere all’una di notte. Saranno rafforzati i controlli da parte delle forze dell’ordine.  Le nuove misure anti-assembramento a Torino e in Piemonte riguardano la riapertura di bar, ristoranti e locali della movida  sabato 23 maggio. 

Riaprono anche i bar e si trovano alle prese con le nuove norme. Prime colazioni nei dehors facendo i conti con distanziamenti, amuchina e mascherine. Nelle zone “calde” di  Vanchiglia, San Salvario, Quadrilatero Romano e piazza Vittorio sarà consentito bere nei dehors mantenendo il distanziamento.

Su tutto il territorio piemontese, invece,  tutti i locali dovranno chiudere entro l’una del mattino.

Nei centri commerciali obbligatorio l’uso della mascherina.

Ripartiamo dalla terra

“Il Decreto Rilancio dedica attenzione all’agricoltura, ma non è ancora abbastanza”

Slow Food: le risorse devono premiare la filiera agroalimentare attenta alla salute dell’uomo e dell’ambiente

«Un Paese che dimentica la terra è un Paese debole, un Paese che non valorizza i suoi contadini, pescatori, pastori, artigiani è un Paese che non sa riconoscere la bellezza e non ha il coraggio di coltivare il sogno». «La cucina italiana è una lunga catena dalle maglie fitte, ogni maglia rappresenta un contadino, un allevatore, un casaro, una trattoria, un ristorante, un’osteria, un pescatore, un vignaiolo, un pastaio. Oggi questa catena è più fragile, molti anelli si sono indeboliti e necessitano dell’aiuto di tutta l’Italia prima che si spezzi». Sono queste le parole con cui Massimiliano e Raffaele Alajmo, del pluristellato ristorante Le Calandre di Sarmeola di Rubano (Pd), hanno accompagnato la propria firma all’appello Ripartiamo dalla terra.
Appello rivolto al Governo italiano, sottoscritto a oggi da oltre 7000 tra cuochi, artigiani del cibo, contadini, allevatori, accademici, politici e cittadini, che chiede di sostenere, con iniziative concrete, l’agricoltura che rispetta l’ambiente e l’uomo e la ristorazione di qualità.
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L’iniziativa, voluta dai cuochi che aderiscono al progetto dell’Alleanza Slow Food, mette in evidenza come sia necessario per la ripartenza dopo il Covid-19 un grande gioco di squadra che coinvolga tutta la filiera agroalimentare, i ristoranti e i consumatori, perché come ci ricorda Oskar Messner dell’osteria Pitzock in Val di Funes (Bz): «I produttori mettono l’anima nel lavoro che fanno, per noi cuochi il compito è portare quest’anima nel piatto, rispettandola e raccontandola».

Non va dimenticato, infatti, che la cucina italiana è grande anche grazie a produttori di piccola scala già stretti dalla morsa della grande distribuzione e della produzione massiva, che questa pandemia ha mandato ulteriormente in crisi. «Ad oggi 184.000 ristoranti coprono il 13% del Pil del Paese e assorbono dal 30 al 40% dei prodotti coltivati sul suolo nazionale. Siamo un fiore all’occhiello e rappresentiamo i valori italiani anche all’estero, vogliamo essere ascoltati e trattati con dignità» sottolinea Cesare Battisti del Ratanà di Milano, segretario generale dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto.
Il Decreto Rilancio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 19 maggio, riserva grande attenzione all’agricoltura. Oltre a uno stanziamento consistente di risorse, prevede provvedimenti importanti, come la possibilità di usufruire della cassa integrazione o di accedere ad agevolazioni e bonus. Ma non basta. Bisogna lavorare affinché gli stanziamenti vadano a premiare l’agricoltura e le filiere autenticamente sostenibili e in particolare, come si chiede nell’appello: “(…) estendere il credito d’imposta agli acquisti di prodotti agricoli e di artigianato alimentare di piccola scala legato a filiere locali, in una misura pari almeno al 20%, da aumentare al 30% nel caso in cui tali aziende pratichino un’agricoltura biologica, biodinamica, o siano localizzate in aree marginali, disagiate e di particolare valore ambientale del nostro Paese”.Proposte essenziali per costruire un futuro diverso e trarre un insegnamento da questa pandemia, perché i veri nemici da abbattere “saranno ancora la perdita di biodiversità, l’erosione del territorio, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, l’impoverimento della fertilità nei nostri terreni, la cementificazione, l’abbandono delle aree rurali e dei piccoli borghi, lo spreco alimentare, lo sfruttamento del lavoro, l’indifferenza per chi produce con attenzione alle ragioni e ai tempi della natura e l’individualismo, che fa prevalere l’io sul senso di comunità. Se vogliamo porre le basi di un futuro diverso dobbiamo cambiare prospettiva”.

Crediti Marco Del Comune & Oliver Migliore

«Dobbiamo ripartire dalla solidarietà sociale, dall’economia di relazione e da un grande impegno collettivo per dare valore al territorio e alla sua cultura» spiega Roberta Capizzi, titolare del ristorante Me Cumpari Turiddu, nel centro di Catania e fra le prime firmatarie. «Per questo sosteniamo l’appello di Slow Food».

Tutti insieme possiamo farcela. Bisogna però avere la volontà di mettere in atto un cambiamento vero. Occorre correggere il paradigma della produzione e distribuzione dei prodotti agricoli e avere il coraggio di dire molti “basta”: all’uso di pesticidi, a derrate alimentari che fanno il giro del mondo o sono prodotte a danno degli ecosistemi, a monoculture e allevamenti intensivi.

Non a caso l’appello ha raccolto moltissime adesioni da parte dei parchi italiani. «Da dieci anni nel nostro parco abbiamo avviato una intensa collaborazione tra agricoltori, allevatori locali, piccoli artigiani e ristoranti del territorio e pensiamo che sia questa la strada giusta. Per questo l’appello ci trova assolutamente d’accordo» afferma Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano».

Slow Food auspica che i proclami per un’agricoltura più green, più equa e più rispettosa dell’ambiente, di chi produce e consuma diventino al più presto realtà e che la politica sappia tradurre questa forte esigenza in provvedimenti costruttivi a partire da subito e chiede un intervento in questa direzione nell’iter parlamentare che attende il Decreto Rilancio.

Macron/Merkel: un primo passo (difficile) per una nuova Europa

COMMENTARII  di Augusto Grandi / L’Europa sono i Chieftains che suonano musica galiziana dedicando un disco ai pellegrini che affrontano il Cammino di Santiago. Strade d’Europa, come cantava la Compagnia dell’Anello.

E sulla strada d’Europa si sono incamminati persino Micron e Merkel. Anzi, in questo caso il disastroso presidente francese che non ne azzecca una in politica interna, si è riconquistato il cognome ufficiale, Macron.

È riuscito a convincere Angela Merkel a rompere il fronte degli egoisti anche se l’asse carolingio ha, per ora, ipotizzato un intervento complessivo per circa 500 miliardi, pari alla metà di quello auspicato. Ed anche le condizioni, al momento, non sono ottimali. Ma è comunque un primo passo, importante…

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Macron/Merkel, un primo passo (difficile) per una nuova Europa

Commercialisti: dal Piemonte proposta per salvare le pmi

E’ stata messa a punto da una task force composta da commercialisti, avvocati, docenti universitari. Prevede un meccanismo agile per raggiungere accordi di composizione delle crisi aziendali. E’ stata già fatta arrivare ai parlamentari piemontesi e al governo.

Mettere in campo rapidamente uno strumento più agile e meno costoso per salvare le decine di migliaia di piccole e medie imprese che rischiano di subire il colpo di grazia dal Coronavirus e di fallire. E’ questo lo scopo della proposta di legge “Procedura semplificata di composizione assistita della crisi”, che parte dal Piemonte. E’ stata promossa dall’ Ordine dei Commercialisti di Torino e dal suo ente strumentale “Fondazione Piccatti-Milanese”, in collaborazione con l’ Università di Torino (Centro di Ricerca Interdipartimentale su Impresa, Sovraindebitamento e insolvenza) e con il patrocinio dell’ Ordine degli Avvocati di Torino.

Il virus della politica che non decide e non risolve i problemi

Figuraccia del Ministro Bonafede. Tanto una in più o una in meno poco cambia. A ruota la Ministra all’istruzione Azzolina che straparla di imbuto e cose strane, di come far “apprendere ” ai nostri amati studenti. Entrambi ci destano domande sul come e soprattutto chi li ha laureati, in quale università. Meglio non indagare, ci faremmo solo del male. Matteo Renzi fa il pazziariello, ed il PD fa una difesa d’ufficio, tanto tutti sanno che non si andrà a votare. Meglio il niente di questo presente che un salto nel buio. Berlusca: se avessi solo 50 anni …

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Giorgia Meloni, finalmente una donna leader della destra. Precisa a Matteo Salvini: di tutta la destra. E il Capitano rischia di diventare un sergente di complemento. Giorgetti e Zaia avanzano indisturbati nell’Olimpo leghista. Indubbiamente indebolito Molinari.

Il ragazzo è un cavallo di razza e darlo per fuori gioco sarebbe sbagliatissimo.  Cirio sta a guardare. Grandi alternative non ne ha. Con la fase due ha già le sue gatte da pelare. Tra tamponi e ripresa economica. Qui la nota dolente. Sono tutti arrabbiati. Gli infermieri che si sentono presi in giro. Medici di nuovo sul piede di guerra con la Regione Piemonte. Gli imprenditori arrabbiati come non mai. I sindacati preoccupatissimi. Riprendono tutti i banchi nei mercati, ristoranti e bar. Vedremo chi riaprirà. La politica torinese che fa? Vedo gente faccio cose, e polemizza con altri sempre responsabili dei guai passati, presenti e futuri. Capacità d’incidere e risolvere? Zero. Tanto sui giornali o alla TV ci finiscono comunque. Ed eccola, la nostra Sindachessa Chiara Appendino: quasi quasi mi ricandidato insieme al Pd. Alla faccia della corenza… Acquattati i dem. Divisi in due tronconi. I nettamente contrari che non vogliono disturbare il manovratore romano. E quelli d’accordo con l’accordo ad una sola condizione. Loro devono essere i candidati a Sindaco. Praticamente l’Appendino ha zero possibilità. Poi vorrei vedere questo film con la riconferma di Sacco o Lapietra all’ assessorato. Ma diciamocelo fino in fondo, la coerenza non è più di questi tempi. Siamo o non siamo al post ideologico? No qui siamo al Francia o Spagna pur che se se magna, nel senso di campare, perchè il fare è un’altra cosa. Conclusione? Almeno per ora il coronavirus non ha cambiato nulla, se non altro nelle stesse classi dirigenti della politica. Più precisamente le cose nei nostri quartieri periferici. Sarò diventato qualunquista, ma continuano nella parte della vecchia commedia da 40 anni in replica. Compresi appunto i grillini, leggermente più irritanti perché avevano detto mai e poi mai uguali agli altri. Credibilità! La stiamo cercando inutilmente. Tutti vogliono normalità. Bisognerebbe metterci un po’ del proprio. Nota dolente. Provate a recarvi in banca per piccole operazioni. Prima opzione prenotare. Non rispondono telefonicamente. Seconda opzione, via mail. Anche qui nessuna risposta. Terza opzione recarsi direttamente. Code inevitabili con il problema del metro di distanza. Ovviamente nessun numero che consenta di prenotare e e gimcana per chiedere informazioni ad una gentilissima funzionaria armata di termometro e mascherina. Risposte non ne dà, e dopo un ora e mezza  d’attesa senza che nessuno entri, l’amara confessione: il sistema informatico si è impallato. E da quello che si capisce c’è pure  poca voglia di erogare i fondi decisi da Conte. Il 90% di garanzia statale è giudicata insufficiente. Purtroppo chi doveva trainare la fase due, politica e banche, latitano. Moria di piccoli imprenditori commercianti e professionisti. E visto che nella vita il vuoto non esiste, gli spazi lasciati vuoti dai piccoli saranno occupati dai grandi che non sempre sono i più puliti. E come si diceva una volta chi ha l’articolo 5 dalla sua parte ha vinto. Articolo 5 e danaro. Liquidità per potere comprare o investire. Viceversa chi non ha liquidità ha già perso.

Patrizio Tosetto

Da Torino a Reggio Calabria in Frecciarossa

Biglietti disponibili nei sistemi di vendita e dal 3 giugno i nuovi collegamenti senza cambi intermedi

Sono disponibili nei sistemi di vendita di Trenitalia i biglietti del Frecciarossa che dal 3 giugno, per la prima volta, collegherà senza cambi intermedi Torino con Reggio Calabria.

Inoltre, per collegare anche la Sicilia alle città servite dall’Alta velocità, insieme al biglietto delle Frecce sarà possibile acquistare anche quello della nave veloce BluJet (Gruppo FS Italiane) fra Villa San Giovanni e Messina. Gli orari delle navi e dei treni sono integrati per garantire un facile interscambio fra i due mezzi di trasporto.

Il collegamento giornaliero in Frecciarossa da e per Reggio Calabria è la principale novità dell’offerta di Trenitalia (Gruppo FS Italiane) che da inizio giugno prevede 74 Frecce e 48 InterCity sulle principali direttrici del Paese, raddoppiando il numero di treni a disposizione dal secondo step della Fase 2 dell’emergenza sanitaria COVID-19, iniziato il 18 maggio.

L’offerta di Trenitalia cresce con un numero di collegamenti congruo alla richiesta di mobilità di questo periodo, tenendo conto della disponibilità di posti al 50% per il sistema di prenotazione “a scacchiera” che garantisce il rispetto del distanziamento sociale.

Dal 3 giugno, a disposizione dei viaggiatori da e per la Calabria, anche i due Frecciargento fra Bolzano e Sibari. Hanno invece viaggiato già durante la Fase 1 dell’emergenza sanitaria, i Frecciabianca che collegano Roma alla Calabria.

L’impegno di Trenitalia è continuare ad avere la massima attenzione alle esigenze delle persone, salute e igiene prima di tutto. A bordo di Frecciarossa e Frecciargento è distribuito un safety kit gratuito (mascherina, gel igienizzante per mani, guanti in lattice e poggiatesta monouso), insieme a una lattina d’acqua per tutti i passeggeri. Inquadrando con lo smartphone il QR code posizionato sui tavolini, i passeggeri possono visualizzare le informazioni sulle attività e i processi di pulizia e sanificazione dei treni.

Con questo nuovo collegamento – dichiara Gianfranco Battisti, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo FS Italiane – per la prima volta il Frecciarossa arriva a Reggio Calabria. Il treno simbolo dell’eccellenza italiana nell’Alta velocità collegherà Reggio Calabria al Sistema AV. Un nuovo servizio che avvicina le persone, nel momento in cui il Paese deve ripartire. L’arrivo del Frecciarossa contribuirà alla ripartenza e al rilancio dell’economia e del settore turistico della Calabria e dell’intero Sud Italia”.

La ripartenza è iniziata. Cosa ci ha lasciato (anche di buono) il lockdown

Il Piemonte continua il suo percorso verso la completa ripartenza, dopo la fase del lockdown attuato per far fronte al coronavirus. Ad oggi, infatti, 22 maggio, la produzione economica della regione è arrivata al 92% (+6% rispetto alla settimana scorsa), con 1.263.299 addetti tornati al lavoro, su un totale, prima della crisi, di 1.370.759.

 È quanto emerge dal 2° rapporto dell’”Osservatorio Ripartenza” dell’Ires, presentato  al “Gruppo di Monitoraggio Istituzionale Fase 2”, presieduto dal vicepresidente della Regione Fabio Carosso, cui partecipano i presidenti di Provincia, i sindaci delle città capoluogo, un rappresentante dell’Unità di crisi, gli esponenti delle associazioni degli enti locali, con il coordinamento delle Prefetture, che ha il compito di monitorare l’andamento della situazione socio-economica del territorio in relazione alle misure assunte per l’epidemia e alla loro graduale rimozione.

Per quanto riguarda la mobilità dei piemontesi, questa è tornata al 64%, altro dato che misura la ripresa del lavoro e della vita sociale. L’andamento della mobilità nelle province ha mostrato un andamento simile durante i due mesi di misure restrittive. Novara e Torino hanno visto una maggiore flessione degli spostamenti rispetto gli altri territori nel periodo che va dal 23 marzo al 27 aprile. Asti è la provincia dove la mobilità è diminuita in misura minore. Dal 27 aprile, vi è stato un graduale aumento degli spostamenti in tutta la regione, che si è accentuato dopo il 4 maggio soprattutto a Cuneo, Asti e Biella. Dopo l’11 maggio è cresciuta soprattutto a Biella.

Il periodo di lockdown è coinciso anche con una netta diminuzione dell’inquinamento acustico, il cui andamento ha ricalcato quello della mobilità. Secondo i dati raccolti da Arpa, le emissioni acustiche da traffico aereo sono crollate dopo il 19 marzo, per la quasi assenza di voli su Caselle e la riduzione di quelli sui vicini scali lombardi. Nella settimana dal 6 al 12 aprile, il rumore nelle aree interessate dal passaggio dei veivoli è sceso di quasi 5 decibel, per tornare poi gradualmente a salire, ma rimanendo ancora sotto i 3,6 decibel nella settimana dal 4 al 10 maggio. Sempre dal 6 al 12 aprile, il dato acustico per traffico veicolare a Torino è sceso di 3,8 decibel.

Ancora più evidente il calo di inquinamento acustico notturno legato alla movida, che per tutto il periodo della chiusura dei locali si è attestato tra i -21 e i -24 decibel e quindi praticamente azzerato.

Circa il rispetto delle regole del lockdown, durante tutto il periodo le autorità hanno controllato 148.000 cittadini ed elevato nel complesso 11.000 sanzioni (7,47%). L’andamento ha seguito all’incirca tre fasi. Fino all’ultima settimana di aprile, la percentuale di persone sanzionate oscillava intorno al 10%. Dal 27 aprile la quota è scesa ed è oscillata per una settimana intorno al 6%, per poi crollare al 2% e avvicinarsi allo zero dopo il 14 maggio.

Un aspetto preoccupante è quello riconducibile ai dati sulla violenza domestica. Le chiamate al 1522, il numero antiviolenza e stalking, sono cresciute in quasi tutte le regioni nel periodo del lockdown. Confrontando il periodo 1° marzo-16 aprile del 2019 con lo stesso intervallo del 2020, in Piemonte le chiamate sono salite da 5,2 al 6,6 ogni 100 mila abitanti, mentre le donne sottoposte a violenza o stalking dal 2 al 3 ogni 100 mila abitanti.

I dati di questo rapporto  ha dichiarato il vicepresidente Carosso – confermano quanto emerso la scorsa settimana e cioè che il Piemonte ha saputo reagire all’impatto della chiusura del covid-19. I piemontesi hanno anche mostrato senso di responsabilità, visto che, per quanto riguarda il rispetto delle norme, non si sono registrate criticità preoccupanti. Questo non significa che dobbiamo dare le cose per scontate. Dobbiamo tenere l’allerta alta e continuare ad analizzare, come stiamo facendo, la situazione a tutti i livelli, anche, ad esempio, sul fronte della vita sociale, dove purtroppo oggi assistiamo ad un aumento della violenza domestica, che ci preoccupa e su cui dovremo fare una riflessione”.

Kedira: “Ronaldo il migliore di sempre”

Sami Khedira ha risposto su Instagram, alle domande di alcuni dei tifosi su CR7:

“Gioco con Ronaldo da sette anni, cinque al Real Madrid e due alla Juventus: è uno dei migliori della storia del calcio, vuole sempre vincere, anche in allenamento, lui è un esempio per tutti. Un campione in campo e anche una splendida persona”.  Khedira ha poi detto chi è l’allenatore dal quale ha imparato di più: “Ho avuto grandi tecnici ma io dico José Mourinho, perchè lui si fidava di me e ci sentiamo ancora oggi”.

Mascherina obbligatoria anche nei parcheggi dei centri commerciali

L’ordinanza  firmata ieri dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio introduce l’obbligo di utilizzo della mascherina in tutte le aree di pertinenza dei centri commerciali (ad esempio parcheggi e aree gioco) e dispone la chiusura degli esercizi di ristorazione e somministrazione alimenti massimo all’una di notte, lasciando ai sindaci la possibilità di introdurre maggiori restrizioni o particolari modalità di somministrazione (come fatto dal Comune di Torino) qualora ne riscontrassero l’esigenza per evitare assembramenti.