ilTorinese

Vittime di estorsione: sospendere le tasse fino ai risarcimenti

L’Assemblea di Palazzo Lascaris sollecita il Governo a riscuotere le imposte a carico di vittime di estorsione non prima di aver loro corrisposto il risarcimento dovuto per legge e senza ulteriori penalizzazioni. Per farlo, si chiede di modificare la normativa alla prima occasione utile.

L’impegno, contenuto in una mozione con primo firmatario Giorgio Bertola, presidente della Commissione Legalità, è stata approvata all’unanimità nella seduta odierna, la prima in presenza del Consiglio regionale del Piemonte dopo il lockdown. I risarcimenti da parte dello Stato arrivano con grave ritardo, sino a 2mila giorni, con una media di quasi 700 giorni.

Nel breve dibattito, oltre al primo firmatario, sono intervenuti: Diego Sarno (Pd), Valter Marin e Federico Perugini (Lega), Silvio Magliano (Moderati), Marco Grimaldi (Luv), Carlo Riva Vercellotti (Fi), Davide Nicco (Fdi). Per l’Esecutivo ha parlato l’assessore Maurizio Marrone, chiedendo anche all’opposizione – i cui partiti governano a livello nazionale – di farsi parte attiva con i parlamentari piemontesi per raggiungere quanto prima l’obiettivo.

In particolare la mozione 380 “Interventi normativi e amministrativi a sostegno degli imprenditori vittime di richieste estorsive”, impegna la Giunta regionale: “a farsi carico di sollecitare il Governo a porre in essere le opportune modifiche normative da inserire nel primo provvedimento utile al fine di prevedere che le riscossioni delle tasse e delle imposte da parte dei soggetti vittime di estorsioni avvengano solo contestualmente alla corresponsione del risarcimento previsto dalla legge, senza il pagamento di interessi e sanzioni e con possibilità di rateizzazione; a promuovere la costituzione di un tavolo di lavoro con l’Agenzia delle Entrate per ricercare le migliori forme di coordinamento dell’attività amministrativa affinché, nel quadro normativo vigente, vengano ottimizzate le modalità di riscossione tributaria e di gestione dei sistemi delle informazioni creditizie, in modo da offrire alle vittime di racket le soluzioni necessarie al proseguimento delle proprie attività imprenditoriali”.

A San Siro Inter batte Torino 3-1

 Inter-Torino finisce 3-1 nel posticipo della 32a giornata di Serie A

Ecco le reti di ieri  sera allo stadio milanese di San Siro: primo tempo 17′ Belotti.

Nel secondo  3′ Young, 6′ Godin, 16′ Lautaro Martinez.

L’inter è ora seconda  in classifica, con 68 punti, pari  posizione con la Lazio.

E intanto Davide Vagnati, responsabile dell’area tecnica granata dice: “Mi auguro che Belotti resti al Torino tutta la vita, e lo dico con il cuore”.

(foto archivio)

Coronavirus, trend verso la normalità. Ma non bisogna abbassare la guardia

Il Piemonte oggi è nella normalità relativamente all’emergenza sanitaria ma non bisogna abbassare la guardia, anzi, occorre sempre tenere alta l’attenzione.

E’ quanto emerge dall’intervista con Chiara Pasqualini, referente del Seremi, a significare Servizio di riferimento regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive, che da febbraio, ogni giorno, ha per prima il polso della situazione, raccogliendo i dati dai vari servizi provinciali e poi diffondendone le risultanze attraverso l’ufficio stampa della Giunta regionale.

Dottoressa, ad oggi, quale è la situazione, aggiornata di qualche settimana dal nostro ultimo colloquio ?

Siamo nella normalità, vediamo un trend che continua a decrescere e siamo a basso rischio

Eppure qualche giorno fa ci sono stati alcuni ricoveri in terapia intensiva ?

E’ possibile che si tratti di casi positivi al tampone che necessitano di ricovero in terapia intensiva per altre cause. In ogni caso ogni variazione va osservata basandosi su un periodo più lungo e non sulla singola giornata.

Per quanto riguarda il Piemonte possiamo essere ottimisti ?

Possiamo essere ottimisti ma con cautela. Il sistema sanitario adesso è pronto, il monitoraggio c’è, occorre anche che continui l’impegno della popolazione sia nell’attuazione delle misure, sia nella segnalazione dei sintomi, anche sfumati.

In che senso ?

E’ importante che con sintomatologie, anche sfumate, ad esempio un raffreddore, si limitino il più possibile le frequentazioni, e lo  si segnali al medico di famiglia in modo che questi possa raccogliere le anamnesi ed i sintomi riferiti. Ovviamente non è detto che in presenza di un raffreddore si sia in presenza di un caso di Covid-19 ma è meglio, è più prudente fare questo passaggio per prudenza e rispetto degli altri.

Il Piemonte è a rischio per i ‘contagi di ritorno’ ?

Il rischio dei contagi di ritorno c’è anche in Piemonte come nelle altre regioni derivato da turisti, pendolari. Occorre essere attenti.

Nel mondo assistiamo ad un’accelerazione dei contagi. Cosa si può dire per l’Italia ?

Che non ci sono elementi eclatanti, che non si deve abbassare la guardia, ma possiamo avere un cauto ottimismo.

 I casi sono per lo più asintomatici o paucisintomatici, sono diminuiti i casi gravi, si può dire che il virus ha perso di potenza ?

Effettivamente ci sono casi meno gravi rispetto a qualche mese fa, i fattori sono diversi dal periodo di quarantena, all’applicazione delle misure di distanziamento sociale, ad una maggiore capacità di intervento del sistema sanitario. Occorre capire se le eventuali mutazioni del virus hanno comportato o meno delle modifiche nella patogenità e nella virulenza, ma al momento non ci sono pareri unanimi nella comunità scientifica. In ogni caso la prudenza è sempre d’obbligo.

Leggendo i report giornalieri, oltre al dato delle terapie intensive e degli ospedalizzati, c’è anche quello delle persone in isolamento domiciliare che è in forte discesa ?

Certamente e, come si vede dai pazienti in attesa del secondo tempone negativo, tenderà ad abbassarsi ulteriormente giorno dopo giorno.

Per il futuro …

Lo ribadisco, tenere alta la guardia e l’attenzione, il virus non è sparito, continua a circolare.

Massimo Iaretti

Duplice delitto a Mirafiori: uccide a coltellate i genitori e fugge

Era in stato confusionale, con le mani ancora sporche di sangue. Aveva da poco ucciso ucciso il padre e la madre ed era fuggito da casa. Soffriva di disturbi psichici.

I carabinieri lo hanno fermato. L’assassinio dei genitori è avvenuto nell’ abitazione del giovane (30 anni) in zona Mirafiori.

Il figlio delle vittime  è stato fermato, ieri notte a Collegno e i militari dell’Arma lo hanno condotto nella caserma di Rivoli per interrogarlo. L’uomo è di origine italiana, e avrebbe usato un coltello da cucina per uccidere  i genitori. Non sono ancora note le motivazioni del duplice delitto.

AGGIORNAMENTO

Alle ore 6, al termine della confessione resa ai carabinieri e al PM di turno della Procura di Torino, l’omicida 30enne è stato sottoposto a fermo per il duplice omicidio del padre e della madre, rispettivamente di 69 e 60 anni. L’omicida nel pomeriggio di ieri, al culmine di un litigio per futili motivi, avrebbe accoltellato a morte i genitori che si erano recati presso la sua abitazione per fargli visita. Dopo il delitto il 30enne è rimasto qualche ora sul posto per poi iniziare a vagare senza meta a bordo autovettura della madre, venendo poi alle ore 23.30 circa rintracciato in stato confusionale  dai militari dell’Arma a Collegno. Nel corso del sopralluogo sono sequestrati 8 coltelli da cucina.

Berlusconi e la Costituzione

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Domenica “La Stampa”  è uscita in prima pagina con un titolo di apertura molto raro per quel giornale notoriamente antiberlusconiano, se ci eccettua la direzione di Sorgi che si rivelò’ più rispettosa di tutti gli schieramenti.

Il titolo era  questo: “ Berlusconi a Conte : rispetti la Costituzione“. Un concetto espresso da insigni giuristi democratici come Sabino Cassese. Lunedì in uno scritto senza firma il giornale si pente  di aver dato spazio a Berlusconi, dicendo che il Cav. che  chiede il rispetto della Costituzione è  un “cortocircuito  psico – politico stupefacente” perché  “quando ha governato la Costituzione l’ha maltrattata di brutto” .
Un marcia – indietro in piena regola che stupisce i lettori che avrebbero diritto di giudicare ciò che leggono, senza il sussidio postumo di commenti che sconfessano la scelta del giorno prima di dare spazio a un leader dell’opposizione che persino Prodi ha rivalutato. Berlusconi ha commesso  tanti errori ed ha tradito l’idea, forse utopistica, della Rivoluzione liberale che gli alleati non potevano consentirgli di fare . Con i suoi comportamenti libertini ha perso di credibilità e il suo partito oggi  è malconcio. Ma accusarlo di aver governato calpestando la Costituzione è falso storico.   Glielo hanno riconosciuto avversari come D’Alema che lo preferirono a Renzi. Ciò che ha fatto Berlusconi  è in parte storicizzabile e quelle accuse non sono vere. Berlusconi non è riuscito a creare una classe dirigente per il suo partito e oggi si ritrova con un partitino in crisi. Non ha saputo scegliere le  persone, preferendo quasi sempre i mediocri obbedienti, ma potenzialmente traditori.  Ma accusarlo  di lesa  Costituzione rasenta il ridicolo. Solo l’anonimo corsivista ha ancora il coraggio o la viltà di affermarlo.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Piccoli comuni, Borghi: “superecobonus incentiva recupero”

“La nostra azione emendativa e’ stata decisiva: ora sara’ piu’ semplice accedere all’ecobonus anche per gli edifici storici sottoposti a vincolo, e si innesca un potente incentivo per il recupero di centri storici e piccoli Comuni“.
Cosi’ Enrico Borghi, della presidenza Pd alla Camera e che “da subito e’ stato tra i promotori dell’estensione de super ecobonus al 110% alle seconde case e ai centri storici. Ora le modifiche alla norma del Decreto Rilancio approvate in dall’aula di Montecitorio aprono a questa misura, che rappresenta un tassello di attuazione della legge 158 del 2017 sui piccoli Comuni e i centri storici, e nelle speranze del legislatore crea i presupposti per la piu’ importante stagione di restauro italiano con ricadute importanti sull’indotto dell’edilizia”. “L’emendamento di maggioranza che abbiamo costruito – riprende Borghi – prevede, infatti, che gli immobili che hanno il requisito di beni culturali, e che quindi non possono essere sottoposti a lavori troppo invasivi, possano elevare al 110 per cento le detrazioni previste oggi al 50 per cento purche’ l’edificio abbia un miglioramento di almeno due classi energetiche”. “Si tratta di una norma – conclude – che promuovera’ la riqualificazione dei centri storici, anche dei piccoli Comuni, nel pieno rispetto del Codice del paesaggio”.

Chieri: giovani, come state?

601 chieresi under 35 hanno risposto ad un questionario di ascolto sulla pandemia e gli sviluppi futuri della città

Un sondaggio rivolto ai giovani cittadini chieresi under 35, per sapere come hanno vissuto l’emergenza sanitaria con le relative restrizioni, e per conoscere le loro idee sugli sviluppi futuri della città.

Giovani, come state?” è il focus promosso dall’assessorato alle politiche giovanili del Comune di Chieri, in collaborazione con la Consulta Giovanile, con lo scopo di ‘sondare’ il vissuto dei giovani chieresi (si tratti studenti delle scuole superiori, universitari o lavoratori) ed elaborare nuove progettualità e soluzioni in risposta alle loro esigenze.

Un questionario di ascolto, articolato in sei sezioni,  rivolto a tutti coloro che abitano a Chieri e che hanno un’età compresa tra i 15 e i 35 anni.

Sono 601 le ragazze (63,2%) e i ragazzi (36,2%) che hanno aderito all’iniziativa: l’81,7% vive a Chieri il 18,3% nelle frazioni di Chieri; il 98% è di cittadinanza italiana (1 % Rumena 0,5 % Moldava 0,5 % Marocchina), come livello di istruzione prevalgono l’università e le scuole superiori.

Il 94,2 % ha trascorso la quarantena in famiglia, l’2,5% ha passato la quarantena da solo.

In cima all’elenco delle principali difficoltà riscontrate dai giovani in questi mesi di lockdown c’è la lontananza dalle persone care (56,3%), seguita dalla limitazione delle attività di benessere personale (46,7%), al terzo posto la difficoltà legata alla didattica a distanza (32,2%) (a differenza dello smart working che viene percepito come difficoltà solo dal 7,2% dei giovani.)

Significativo è stato inoltre il senso di solitudine (28,5%), la paura del contagio (27,8%), la mancanza di spazi individuali adeguati in casa (26,2 %) e la presenza di conflitti e tensioni in casa (22,7 %). La maggior parte dei giovani ha trovato conforto nella sua rete di relazioni di prossimità rimanendo in contatto con amici e familiari (86,8%), con colleghi (10%) e vicini di casa (7,3%).

Le cose che sono mancate di più: il contatto umano e fisico (82,8%) stare all’aria aperta a contatto con la natura (65,2%) frequentare locali, bar, ristoranti (54,5%).

Interessante il fatto che mentre durante la fase acuta della pandemia il 12,8% era molto preoccupato e il 53,2% abbastanza preoccupato, nella fase 2 l’abbastanza preoccupato scende al 23.2%, coloro che sono poco preoccupati risultano il 61,7% e il 12,8% si dichiara per nulla preoccupato.

Quasi tutti i giovani hanno proseguito il loro percorso formativo con la modalità di didattica a distanza (però il 34,3% ammette un minor impegno rispetto a prima), solo il 2,7% ha interrotto la sua attività di studio a causa Covid-19.

Dal questionario si rileva infine che circa il 24,7% degli interrogati ha interrotto la sua attività lavorativa ma questa riprenderà a breve e il 6,2% ha perso il lavoro.

Circa le modalità con cui i giovani si sono informati in questo periodo di emergenza, prevalgono i social network (FB e IG) al 26%.

Circa le sfide del futuro a Chieri, sono considerate come prioritarie 1) le misure di sostegno economico e di attivazione del credito per le microimprese e il commercio; 2) l’attivazione di progetti per la qualità dell’ambiente, il clima, la salute e la mobilità sostenibile; 3) la riqualificazione e vivibilità dello spazio pubblico e riattivazione di spazi dismessi o sottoutilizzati.

Tra i temi indicati come quelli che stanno maggiormente a cuore, emergono lo sviluppo e la manutenzione di percorsi percorribili con mezzi di trasporto ecologici, la realizzazione di un cinema per attirare i giovani di Chieri e dintorni,  la cura delle aree verdi pubbliche, la promozione di eventi culturali di rilievo destinati ai giovani, il completamento dell’area sportiva di San Silvestro.

Alla domanda “saresti disponibile a partecipare ad incontri di progettazione collaborativa o ad attività di volontariato con il Comune di Chieri?” il 46.9% afferma di non avere tempo, 36.2% dichiara di essere disposto a mettersi in gioco in prima persona.

“L’obiettivo del questionario era quello di  arrivare in modo capillare a tutti i giovani del territorio per capirne il vissuto  – commenta l’assessore alle politiche giovanili Paolo RAINATO Un’iniziativa complementare al progetto ‘Chieri partecipa’, che ha consentito di far emergere le priorità sulle quali questa fascia di età chiede alla città di concentrarsi per dare risposte alle loro esigenze. Sorprende, però, che vengano indicate come sfide future o priorità temi sui quali l’amministrazione ha già investito, o su cui comunque sono presenti delle progettualità. Esiste quindi una narrazione parallela della città di tipo generazionale, che questo sondaggio ha consentito di far emergere. La survey ha dato modo di far esprimere un buon numero di giovani che risiedono nella nostra città, proponendo anche temi nuovi che fanno riferimento ad esperienze di altre città d’Italia ed europee. Il prossimo passo sarà quello di presentare alla Giunta i risultati, dando loro la possibilità di rispondere punto su punto a quelle che sono le suggestioni emerse. L’elaborato finale del sondaggio è sicuramente importante, e servirà da stimolo e da bussola per le politiche che decideremo di adottare nei prossimi anni”.

Nuove regole per le feste di via

Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico / Nella seduta di ieri , il Consiglio Comunale di Torino ha approvato una deliberazione proposta dall’assessore al Commercio Alberto Sacco, che stabilisce un regime transitorio per il 2020 per le feste di via, modificando per quest’anno il Regolamento comunale n°. 366.

Prendendo atto delle difficoltà causate dall’emergenza sanitaria Covid-19, il documento – presentato nella seduta del 6 luglio 2020 delle Commissioni Terza e Quinta, presieduta da Andrea Russi – propone meno vincoli e offre maggiori opportunità per l’organizzazione delle feste di via.

In particolare, si prevede che la calendarizzazione delle feste del secondo trimestre 2020 sia fatta direttamente dalle Circoscrizioni, senza comunicazione alla Città. Non potranno però esserci due feste di via nello stesso giorno nella medesima Circoscrizione (tranne per le Circoscrizioni accorpate, che potranno autorizzare due feste di via per ogni domenica, una per territorio di ciascuna ex Circoscrizione).

Ogni Circoscrizione potrà inoltre autorizzare nel 2020 quattro ulteriori feste di vie, di sera, tra le ore 20 e le 24, nei giorni non festivi, nel periodo compreso tra l’inizio del mese di luglio e la fine del mese di ottobre. In questo caso, oltre ai normali requisiti delle feste di via, dovranno essere offerti momenti di svago, animazione e intrattenimento culturale e il numero dei banchi potrà al massimo essere il doppio di quello dei negozi aderenti. Così come chiesto da diversi consiglieri e consigliere comunali, potranno essere ammessi anche gli operatori non professionali, come gli operatori del proprio ingegno (Opi). Dovranno essere rispettate le Linee guida per la riapertura delle attività economiche e produttive approvate l’11 giugno 2020 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per contrastare la diffusione del coronavirus.

Oltre alla deliberazione, il Consiglio Comunale ha approvato due documenti proposti dal capogruppo dei Moderati Silvio Magliano e firmati anche da Raffaele Petratrulo (Lista civica Sicurezza e Legalità).

Il primo è una mozione che chiede a Sindaca e Giunta di sospendere la Cosap per gli operatori dei mercatini tematici periodici e delle feste di vie e di intraprendere tutte le attività necessarie al fine di riaprire al pubblico, “in presenza” e senza ulteriori ritardi, gli uffici della Divisione Commercio destinati a svolgere le funzioni amministrative connesse allo svolgimento delle manifestazioni (ad esempio, il rilascio e rinnovo dei tesserini).

Il secondo documento è un ordine del giorno che invita Sindaca e Giunta ad avviare un’interlocuzione con la Regione Piemonte per rivedere la normativa regionale in materia di vendita occasionale su area pubblica, in particolare per quanto riguarda l’attuale limite di 18 presenze annue degli operatori.

Visite e interventi ospedalieri: servono più risorse per ridurre le attese infinite

“Abbiamo chiesto al Ministero della Salute lo stanziamento di risorse per ridurre le lunghissime liste d’attesa post-Covid”. Lo ha annunciato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi  in Quarta Commissione regionale , presieduta da Alessandro Stecco, nel corso dell’informativa sulla richiesta di modifiche normative da proporre a livello nazionale per il recupero delle liste d’attesa su attività ambulatoriale e ospedaliera. 

Icardi ha precisato che “con le altre amministrazioni regionali italiane, attraverso la Commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni, abbiamo appunto richiesto un provvedimento straordinario normativo per definire direttive e stanziare le risorse necessarie a far fronte alla necessità di riassorbire ed eliminare nel minor tempo possibile le liste d’attesa che si sono venute a creare nei mesi scorsi a causa dell’emergenza Covid-19”.

“Per tre mesi – ha spiegato l’assessore – siamo stati costretti a sospendere tutti gli interventi non indifferibili o urgenti. Oggi, inoltre, a parità di risorse, i tempi medi per visite e interventi si sono allungati per via delle operazioni di sanificazione e di messa in atto di misure anti pandemia, che potrebbe aggravarsi in autunno”.

“La Commissione Salute sta lavorando – ha spiegato il direttore generale dell’Assessorato alla Sanità Fabio Aimar –  a tre tipi di proposte al Ministero: a carattere ospedaliero, a carattere territoriale e inerente il personale. Come Regione abbiamo pensato, per esempio, all’incremento dell’importo per le prestazioni aggiuntive per il personale medico, pari attualmente a 60 euro l’ora, all’assunzione di nuovi dirigenti medici e sanitari con contratto a tempo determinato o indeterminato, al conferimento d’incarichi di lavoro autonomo a medici specialisti o specializzandi iscritti al penultimo o all’ultimo anno di specializzazione”. Ma non solo. “Si potrebbero coinvolgere i medici convenzionati attraverso l’identificazione di progetti-obiettivo, e, qualora non basti l’incremento dell’offerta pubblica, si potrebbe procedere all’incremento del budget dei privati autorizzati e accreditati e, qualora non fosse ancora sufficiente, anche di quelli solo autorizzati”.

Rispondendo ai quesiti di Domenico Rossi, intervenuto per il Pd con Daniele Valle e Mauro SalizzoniMarco Grimaldi (Leu) e Sean Sacco (M5s), Icardi ha sottolineato quanto si stia facendo per recuperare le liste d’attesa, evidenziando come una delle principali difficoltà sia la cosiddetta “rivalutazione della gravità”, dal momento che può accadere che una prenotazione risalente a marzo possa – a distanza di quattro mesi – non essere più necessaria o essere stata soddisfatta in modo alternativo al ricorso al Servizio sanitario regionale. E ha fatto presente “la necessità che la Regione continui a impegnarsi per il raggiungimento di procedure omogenee di prenotazione e per il rafforzamento del servizio di prenotazione Cup e della medicina territoriale”.

“Noi curdi stiamo morendo”

Gli F16 con la mezzaluna martellano pesantemente da settimane la zona nei dintorni di Zakho a caccia dei guerriglieri curdi del Pkk. Nel Kurdistan iracheno, a pochi chilometri dal confine settentrionale tra l’Iraq e la Turchia, piovono ogni giorno centinaia di bombe e tante famiglie curde, come quella di Firat, vivono nel terrore. Zakho, 200.000 abitanti, in maggioranza curdi e cristiani caldei, è la città del Patriarca caldeo Louis Sako.

“Noi curdi stiamo morendo, la Turchia ci bombarda, distrugge ogni valore di libertà, di democrazia, di laicità, calpesta i diritti umani della nostra gente. L’Europa e l’Occidente chiudono gli occhi e non fanno nulla per fermare i massacri in corso nel nord dell’Iraq”. Sul volto di Firat Ak, portavoce della comunità curda in Piemonte (circa 250 persone, in gran parte studenti), trapelano rassegnazione, rabbia e voglia di un riscatto impossibile.

Il conflitto tra turchi e curdi non nasce certo oggi ma si trascina da decenni con decine di migliaia di morti. Lui è fuggito in tempo in Italia ma la sua famiglia è terrorizzata dalle bombe turche che si abbattono sui guerriglieri del Pkk curdo che si rifugiano nel Kurdistan iracheno. Ma, a saltare in aria, spesso non sono solo i curdi, considerati “terroristi” da Ankara, ma centinaia di civili curdi, cristiani e yazidi che vivono nell’area presa di mira dai raid aerei turchi. “Oggi una potenza della Nato bombarda il mio territorio, aggiunge Firat, la casa della mia famiglia, i turchi odiano l’identità curda e ci eliminano nel silenzio del mondo e domani si ripeterà la stessa tragedia”. I curdi sono morti per noi contro l’Isis e anche questa volta sono stati traditi e dimenticati. Il Piemonte si mobilita per frenare i piani di conquista neo-ottomani del sultano Erdogan, sempre più presidente-padrone della Turchia. La Rete del Kurdistan Piemonte, il Comitato interconfessionale “Noi siamo con voi” di Giampiero Leo e il “Coordinamento contro le guerre e le atomiche” di Paolo Candelari hanno promosso un incontro, moderato dalla giornalista Laura Schrader, presso il “Polo del 900” per fare il punto sulla brutale repressione degli oppositori in Turchia e sulla situazione nel nord dell’Iraq, dove continuano i bombardamenti turchi su aree popolate da curdi, cristiani e yazidi. I curdi del Piemonte chiedono la liberazione dei prigionieri politici in Turchia e il rispetto della libertà di opinione per quanto riguarda i parlamentari curdi del Partito Democratico Popolare (Hdp) e dei sindaci eletti in Kurdistan. Alla comunità internazionale si chiede inoltre di fermare i bombardamenti e la penetrazione militare turca nel nord Iraq che colpisce villaggi cristiani e yazidi e di condannare l’invasione turca della Siria del Nord. A causa della pandemia, ha affermato Firat Ak, la Turchia ha liberato 90.000 detenuti, alcuni per reati molto gravi, ma ha lasciato in carcere 50.000 prigionieri accusati solo di criticare il governo tra cui parlamentari, giornalisti, accademici e studenti, sindaci e artisti, ignorando ogni norma di prevenzione e di igiene con il chiaro intento di decimarli. Il rappresentante curdo-piemontese ha sottolineato le continue violazioni dei diritti umani compiute in Turchia dove il governo si è trasformato in un regime intollerante verso le “voci critiche” interne, nei confronti delle minoranze, imperialista e aggressivo all’esterno, poiché Erdogan porta avanti una politica da califfo neo ottomano. L’aggressione condotta contro le minoranze e in particolare contro quella curda rappresenta un elemento destabilizzante per tutta la regione mediorientale nonché una vergogna per l’Occidente, l’Europa e la Nato che permettono ad Ankara di agire in questo modo”. Leo e Candelari hanno illustrato i motivi del totale appoggio alla causa curda da parte dei movimenti che rappresentano. Giampiero Leo ha fatto notare che la “realpolitik” invece di salvare i popoli li uccide e che l’indifferenza dell’Unione Europea verso la Turchia che calpesta i diritti umani verso i curdi e le altre minoranze accolte generosamente in quei territori è ingiustificabile. Candelari ha ricordato il controverso e discusso golpe del 15 luglio 2016 usato da Erdogan per comandare il Paese con il pugno di ferro, gli oltre 150.000 dipendenti pubblici licenziati negli ultimi quattro anni e i tanti sindaci curdi finiti in galera da un giorno all’altro. Nel nord dell’Iraq le incursioni aeree hanno come obiettivo postazioni del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) in territorio iracheno. La Turchia colpisce i suoi nemici ovunque, interviene militarmente quando vuole nel Kurdistan iracheno senza informare le autorità di Baghdad e nemmeno quelle della regione autonoma curda e il medesimo comportamento viene adottato in Siria e in Libia. I combattenti curdi del Pkk si nascondono tra le montagne del Kurdistan per sfuggire ai raid turchi e da qui, prossimi alla frontiera, si preparano per colpire basi militari e caserme di polizia in territorio turco. Il governo iracheno non ha la forza, né militare, né politica, per opporsi allo strapotere turco. Tutto quello che può fare è convocare l’ambasciatore turco a Baghdad e protestare per l’intricata situazione nel nord del Paese ma ciò non può certo bloccare l’escalation militare. Il contesto bellico odierno ricorda quanto avvenne tra gli anni Ottanta e Novanta quando le azioni militari di Ankara contro i curdi del Pkk distrussero centinaia di villaggi cristiani assiri-caldei nel nord Iraq e nell’Anatolia sud-orientale. Le operazioni andranno avanti, secondo il diplomatico turco nella capitale irachena, fino a quando i guerriglieri curdi non saranno sconfitti ma sta di fatto che anche negli ultimi raid dei caccia dell’aviazione turca sono stati colpiti alcuni villaggi cristiani e un cimitero caldeo alle porte di Zakho. “Siamo sconvolti dal fatto che per le nostre autorità, ha osservato Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte, per l’opinione pubblica occidentale e anche per gran parte dell’informazione, sembra non valere nulla la vita di bambini, donne e uomini, curdi, armeni, yazidi, cristiani che cadono vittime dei bombardamenti o delle feroci milizie jihadiste filo-turche”. A gridare nuovamente la loro disperazione al mondo sono anche gli yazidi, la minoranza religiosa in gran parte annientata dalla ferocia e dal fanatismo islamista di Al Baghdadi. Per colpire le basi dei curdi i turchi finiscono per bombardare anche il monte Sinjar, sacro agli Yazidi, al confine tra Iraq, Siria e Turchia. Gli yazidi, minoranza di lingua curda, non musulmana, furono duramente perseguitati dall’Isis negli anni scorsi, centinaia di migliaia fecero in tempo a fuggire nel Kurdistan ma decine di migliaia vennero uccisi dai tagliagole del califfo e tanti altri furono ridotti in schiavitù. Yazidi “abbandonati del tutto dalla comunità internazionale di fronte a genocidi, schiavitù sessuale e sei anni di forzati sfollamenti” come scrisse Nadia Murad, irachena yazida, attivista per i diritti umani, due anni fa.premio Nobel per la Pace e vittima a sua volta delle atrocità dei miliziani neri di Al Baghdadi. Firat Ak lancia un appello al mondo politico: “Si indaghi sui massacri e si faccia giustizia. Noi curdi chiediamo aiuto a tutte le forze politiche e a tutte le istituzioni perchè venga costituita una Commissione internazionale sui crimini compiuti dal governo e dall’esercito turco sia in patria che nei territori esterni aggrediti”.

Filippo Re
dal settimanale “la Voce e il Tempo”