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Cimiteri, Tricarico: “Con l’emergenza virus tanti morti in più. Ma ora il picco è alle spalle”

“Tra marzo ed aprile i funerali sono raddoppiati. Il giorno peggiore è stato il 29 marzo con 75 decessi. Nell’anno precedente, la giornata nera era stata il 18 febbraio con 45 morti”

Roberto Tricarico, presidente di Afc Spa, l’azienda che gestisce i servizi cimiteriali: Torino è ancora in emergenza Covid?

Stando ai dati che ogni mattina gli uffici di AFC, la Società che gestisce i servizi cimiteriali della Città di Torino mi forniscono, posso certificare che stiamo tornando alla normalità. Il picco è ormai alle spalle. Purtroppo nel primo semestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019, abbiamo avuto 1064 morti in più.

Quando è esplosa l’emergenza Covid-19?

Tra marzo ed aprile i funerali sono raddoppiati. Il giorno peggiore è stato il 29 marzo con 75 decessi. Nell’anno precedente, la giornata nera era stata il 18 febbraio con 45 morti.

In che modo i vostri dipendenti sono stati colpiti dalla crisi?
Nessun dipendente di AFC ha denunciato un contagio da Covid. Non abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione né al fondo di integrazione salariale. Anzi è stato premiato il lavoro straordinario che con umanità e professionalità è stato svolto dagli operatori con 100 euro in più in busta paga per il mese di aprile (oltre a quello previsto dal governo per il mese di marzo). Mi piace ricordare chi tra questi ha filmato l’ultimo saluto che purtroppo per tanti giorni era stato affidato al solo diacono per l’ultima benedizione. Questo ha consentito ai famigliari di poter ricevere almeno un ricordo.

 Vi sono state richieste particolari dai parenti?
I nostri uffici hanno ricevuto molte richieste di poter portare un fiore sulla tomba dei propri cari. Tante volte sono stati i nostri collaboratori a esaudire il loro desiderio. In modo volontario c’è anche chi in azienda con passione si era offerta di stabilire un collegamento fra l’anziano vedovo e la sua amata sepolta da poco, nel giorno del suo compleanno. La nostra funzionaria e la nipote si erano attivate per un contatto video tramite wathsapp.

 In che modo è cambiata la collaborazione con i crematori, i cimiteri, le chiese e gli ospedali?
Il Tempio crematorio di Torino è gestito dalla Socrem che ha esteso gli orari per i funerali. Anche noi abbiamo accolto tutti i funerali e garantito le attività di sepoltura. I diaconi della Diocesi della Città hanno dato la benedizione a tutti i defunti in arrivo che ne avevano fatto richiesta: dal primo all’ultimo funerale. Tutte le pratiche per le Imprese e dagli ospedali ( gli atti di morte ecc.) sono state telematizzate con ritiro del cartaceo in cassetta delle lettere per evitare i contatti. Mentre gli uffici in cui era possibile è stato ridotto il personale e gestito a turnazione, implementando invece l’Ufficio funerali.

Come è cambiata la cerimonia funebre?
Le chiese erano chiuse così come gli altri luoghi di culto (moschee e sinagoga). In accordo con le strutture sanitarie (ASL), gli imam hanno interrotto il lavaggio purificatore che precede la sepoltura negli ospedali e negli obitori.  Sino al 4 maggio i cattolici potevano solo avere una benedizione all’ingresso del cimitero da parte del diacono e al funerale potevano essere presenti al massimo 3 o 4 parenti. Anche il commiato presso il Tempio crematorio era stato sospeso.  Dal 5 maggio invece possono partecipare ai funerali una quindicina di parenti e si possono tenere brevi cerimonie meglio se all’aperto. La Città ha chiesto ad AFC e Socrem di realizzare delle aree all’aperto in cui poter ricordare il defunto prima sella sepoltura (con una poesia, un aneddoto o un brano musicale). Ve ne sono attualmente tre, due al cimitero Monumentale e uno al Parco. Sono dei gazebo con un tavolo e delle sedie, con di fronte degli stalli segnati sulla pavimentazione per gli altri parenti. Oggi invece sono di nuovo celebrate le messe in chiesa e la sala commiato della Socrem è a disposizione di coloro che scelgono la cremazione.

 Che aspetto ha la situazione attuale e come vede il futuro?
Dai dati si può dire che a Torino l’emergenza è alle spalle. Certo ci vorrà ancora cautela, ma le persone dimostrano grande senso di responsabilità. La maggior parte dei contagi è avvenuta negli ospedali e nei centri di Residenza per anziani. Per il futuro sono ottimista. Ieri ho fatto una passeggiata al Parco della Tesoriera che era rimasto chiuso alle visite da due mesi come tutti i parchi. Ho visto anziani,  ragazzini e bambini sorridenti. C’è una consapevolezza nuova di ciò che si ha e si rischia di perdere.  Io che in questo momento mi trovo a gestire un’azienda che accoglie i morti, ho scoperto ancor di più la grandezza della vita.

Cade da un ponteggio, uomo in gravi condizioni

Caduto  questa mattina a Volpiano da un ponteggio, da tre metri circa, mentre stava lavorando, è in gravi condizioni un muratore di 62 anni.

Le sue condizioni sono peggiorate in poco tempo ed è stato trasportato con l’elisoccorso al Cto di Torino, dove gli è stato riscontrato un grave trauma cranico e facciale, e una frattura al polso.

Giardino Madre Teresa, l’insicurezza è blindata

Questa mattina transitando nel Giardino Madre Teresa di Calcutta ho trovato una situazione che ha dell’incredibile! Dalla parte di Corso Giulio Cesare (come avviene da un po’ di tempo) ci sono i blindati delle forze dell’ordine, all’interno resti di bivacchi, e sui terrazzi della casa in affaccio sul giardino lenzuola appese dai balconi per una protesta pacifica come si evince dalle foto scattate.

Cosa devono ancora fare i residenti per esprimere il loro disappunto per il degrado, lo spaccio, il consumo di droghe e anche sesso sotto gli occhi di tutti (compresi bimbi)? Tutto ciò avviene da anni in questo giardino e dintorni nell’indifferenza di chi ha amministrato Città e Circoscrizione almeno negli ultimi 15 anni. Ora ci sono i Presidi delle FdO in zona, ma il tutto viene vanificato senza una visione a 360° nella zona. Questa situazione è il “fallimento della politica cittadina e nazionale”. I presidi fissi non possono incidere sulle radici del problema e a poche decine di metri tutto continua come prima, compreso lo spaccio. È una misura che serve alla politica che amministra la Città per poter dire di aver fatto qualcosa mentre i cittadini continuano vivere in zona una situazione inaccettabile. Il Sindaco Appendino in campagna elettorale aveva fatto tante promesse e aveva vinto la Città perché la gente era stufa di promesse vane da parte di chi l’ha preceduta, mi sembra però che ci sia una continuità nel non progettare nulla di significativo per cambiare la situazione e i cittadini si sono inventati la protesta pacifica con lenzuola appese dai balconi….basta parole e spot ci vogliono “fatti concreti”.
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Patrizia Alessi, capogruppo Fratelli d’Italia Circoscrizione 7

Perde il controllo dello scooter e si schianta contro auto

Nella tarda serata di ieri in Corso Moncalieri 440 si è verificato un grave incidente stradale.

Secondo una prima ricostruzione della dinamica il conducente di uno scooter, dopo aver perso il controllo del proprio mezzo, è rovinato al suolo terminando la corsa contro un veicolo in sosta.

I rilievi sono stati effettuati dalla Squadra Infortunistica del Reparto Radiomobile della Polizia Municipale.

L’uomo è stato immediatamente trasportato presso il pronto soccorso del CTO dove  il medico  di turno ha stilato un certificato di prognosi riservata.

Lanciava la droga ai clienti, arrestato

È arrivato con la metro in piazza Nizza, poi ha proseguito a piedi verso via Belfiore dove un gruppo di clienti lo aspettava per acquistare la droga.

Un rituale ormai noto ai carabinieri che ieri pomeriggio lo hanno atteso e dopo un lungo pedinamento lo hanno arrestato.
Un pusher maliano di 19 anni, irregolare sul territorio nazionale, è stato individuato e arrestato dai carabinieri della Stazione Torino San Salvario per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Ieri pomeriggio, i carabinieri hanno aspettato il maliano alla fermata della metro e lo hanno pedinato, quando a un certo punto, senza fermarsi, in via Saluzzo, ha lanciato un sacchetto in direzione di un ragazzo in sella a una bicicletta che lo ha raccolto e si è allontanato. Il ciclista è stato fermato subito dopo dai carabinieri che gli hanno sequestrato quasi due grammi di droga, tra eroina e cocaina. A questo punto, è stato fermato anche il “lanciatore di droga” e nelle tasche teneva 34 dosi,  tra eroina e cocaina.

Le imprevedibili vie della storia: riappare il socialismo

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Molti analisti politici non si sa bene in base a quali considerazioni – la storia non si ripete mai – prevedevano il riproporsi in Italia del fascismo a distanza di cento anni dalla sua nascita. Ed hanno sostenuto questa tesi con vigore, vedendo nel pericolo nero una minaccia alle istituzioni repubblicane . La stessa Commissione Segre venne istituita con lo scopo di arginare questa minaccia.

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Il Coronavirus ha cambiato il corso della politica e non c’è più nessuno che parli del virus fascista. Neppure l’ANPI che si diletta di esibirsi in manifestazioni faziose che snaturano il senso vero di un antifascismo non rituale , non ha continuato a gridare al lupo.
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In conseguenza del virus sembra invece che sia risorto il socialismo . Il Sindaco di Milano si dichiara di estrema sinistra e propone l’ipotesi socialista come panacea di tutti i mali. Romano Prodi (che svendette le proprietà pubbliche ai privati) oggi propone la presenza dello Stato nelle imprese come azionista e quindi controllore. Lo studioso di storia delle dottrine politiche  Pier Paolo Portinaro ritiene che il ruolo del privato vada totalmente ridiscusso, parlando in occasione della festa della “Repubblica al tempo del Coronavirus”.  Anche i Cinquestelle vorrebbero ricondurre la vita  del maggior numero di italiani ad un reddito statale ed assistenzialistico e la politica del Governo Conte, incapace di dare appoggio alle imprese private, sta mettendo le basi per un declassamento sociale ed economico di molti che avevano saputo fare impresa e produrre ricchezza. A questo proposito c’è stato chi assurdamente ha detto che produrre più ricchezza (che sempre genera maggiore benessere) alimenta più povertà. Un paleo – socialismo si sta profilando all’orizzonte. Un pauperismo da decrescita infelice sta crescendo come una sinistra minaccia al nostro futuro. Non sono queste la vie giuste per affrontare la crisi. La ricchezza prima va prodotta o riprodotta e poi eventualmente redistribuita secondo i meriti e non secondo i criteri dell’assistenzialismo. Anche cento anni fa, con la nascita dell’ultimo Governo Giolitti,  entrava in crisi comatosa lo Stato liberale e i socialisti e i comunisti pensavano di ripetere in Italia la rivoluzione bolscevica  del 1917 in Russia. La storia non si ripete mai perché i contesti sono sempre diversi ed essa non è mai un paradigma per il presente. Certo, cent’anni fa lo Stato liberale non resse all’urto di bolscevichi e fascisti. Oggi questo Stato appare uscito non indenne dal disastro del virus al di là delle apparenze. C’è una crescente sfiducia da parte di tanti cittadini. Vorrei denunciare la deriva a sinistra che si sta intravvedendo e che ritengo una minaccia al quel pochissimo di democrazia liberale rimasta. Non sono un liberista senza regole alla Bruno Leoni. Nella polemica che divise Croce ed Einaudi sul liberalismo e sul liberismo mi sarei schierato con Croce che difendeva il primato del liberalismo rispetto al liberismo economico einaudiano. Ma oggi in Italia sono in gioco le fondamenta stesse dello Stato liberale che vanno difese con un’iniezione di liberismo economico , l’unico capace di far riprendere il Paese. L’ipotesi egualitaria e giacobina che sta emergendo, mi fa venire un brivido dietro la schiena  quasi come la pandemia. La giustizia sociale nella libertà, il socialismo liberale di Rosselli e la socialdemocrazia di Saragat sono tutt’altra cosa. Dobbiamo renderci conto che le democrazie illiberali non sono solo quelle di destra ,ma anche quelle di sinistra. La lezione di Tocqueville, di Croce, di Popper lo sta a dimostrare.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Ito De Rolandis, addio a un cronista di razza

Se ne è andato un cronista di razza e grande radioamatore, lo scrittore astigiano Ito De Rolandis,  discendente dell’eroe fondatore del tricolore.

Due giorni prima della festa della Repubblica si è spento a Cagliari, all’età di 86 anni, il giornalista e scrittore astigiano Ito De Rolandis, che legava il suo cognome all’avo Giovan Battista, a cui si deve la nascita della celebre coccarda tricolore. Ed un sottile fil rouge tra la festa della Repubblica e questo giornalista esiste, in quanto la sua famiglia è discendente da uno dei primi eroi prerisorgimentali, senza il quale oggi la Repubblica italiana non potrebbe esistere.

E di questo legame andava molto fiero lo stesso Ito De Rolandis, che presentò un suo volume sull’avo, in occasione di una mostra dedicata a questo tema, a Castell’Alfero, deliziosa cittadina dell’Astigiano impreziosita, oltre che da un magnifico castello, anche una splendida chiesa parrocchiale, da fontane e giardini. Fu proprio lui, infatti, a firmare il libro intitolato “Orgoglio tricolore. L’avventurosa nascita della nostra bandiera”, pubblicato nel 2008 ad Asti da Lorenzo Fornaca e dall’Artistica Editrice, con la prefazione redatta dal noto storico Aldo A. Mola.

De Rolandis è stato capace di tracciare magistralmente nel libro le vicende dell’avo Giovan Battista, nativo di Castell’Alfero, che insieme al compagno di sacrifici ed amico Luigi Zamboni, cadde vittima a Bologna del Tribunale pontificio nel tentativo generoso di ribellione, durante la quale gli insorti indossarono la coccarda dei tre colori. Arrestati poi in una locanda, fuori dai confini monferrini, dalla legione e sottoposti a feroci torture, Zamboni fu trovato impiccato in cella e De Rolandis venne condannato a morte per impiccagione. L’esecuzione fu eseguita il 23 aprile 1796. Poco meno di due mesi dopo Napoleone, entrato in Bologna, venne accolto come liberatore dal senato provvisorio, ordinò la liberazione dei prigionieri politici, rese onore alle ceneri dei due eroi e consegnò la coccarda con il tricolore, che sarebbe poi stato scelto quale vessillo della nascente Repubblica Cispadana.

Laureato in Chimica e Farmacia, De Rolandis abbracciò ben presto la carriera giornalistica, che corrispondeva alla sua autentica passione, prima entrando in Rai, in qualità di redattore al Giornale Radio Rai, poi partecipando, nel ’53, alla formazione del Telegiornale, accanto a giornalisti quali Enzo Tortora, Piero Angela, Silvio Geuna e Gigi Marsico. Poi seguirono le collaborazioni a varie testate quali il Messaggero di Roma, il Secolo XIX di Genova e l’ingresso, a Torino, nella mitica testata della Gazzetta del Popolo.

Il suo fiuto da cronista emerse anche evidente nella sua capacità di scrivere la cronaca giudiziaria. Fu anche presidente dell’Associazione torinese Leon Battista Alberti. Uni’ alle doti naturali del giornalista e cronista il garbo delle sue origini e lo spessore dei valori per cui lottarono i suoi avi.

Mara Martellotta

In collaborazione con Pannunzio Magazine

Evelina Christillin, a vita all’Egizio per non averla come sindaco di Torino

Sì, no, forse. La confusione è grande sotto il cielo della modestissima politica torinese. In teoria lo scontro riguarda solo la presidenza del Museo Egizio, attualmente occupata dall’onnipresente Evelina Christillin che è arrivata alla fine del suo secondo mandato.

Lo statuto prevede appunto che non possa esistere un terzo mandato, ma che problema c’è? Si cambia lo statuto e si conserva la poltrona per una delle massime espressioni del Sistema Torino…

… continua a leggere:

Evelina Christillin, a vita all’Egizio per non averla come sindaco di Torino

Torino ricorda Tienanmen

Riceviamo e pubblichiamo / Anche l’Associazione radicale Adelaide Aglietta aderisce alla mobilitazione nazionale di Radicali Italiani per il 31° anniversario del massacro di Piazza Tiananmen.
A Torino scenderemo in piazza Castello domani (giovedì 4 Giugno) alle ore 17:30, con 155 cartelli che riporteranno i nomi di alcune delle vittime identificate di quella strage. Alla manifestazione hanno aderito ufficialmente Azione, +Europa, il Partito Democratico, il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito e l’associazione Marco Pannella, il coordinamento interconfessionale, attraverso la voce di Giampiero Leo, AiresVen (Movimento di Appoggio alla Resistenza del Venezuela), la Chiesa cinese di Dio Onnipotente, ADHRRF (Associazione per la difesa dei diritti umani e religiosi), Partito Liberale per il Piemonte. Speriamo inoltre nella partecipazione di alcuni Onorevoli di Forza Italia, compatibilmente agli impegni parlamentari”, lo dichiarano i coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, Daniele Degiorgis e Patrizia De Grazia, insieme al Presidente di Radicali Italiani, Igor Boni. “Le repressioni del governo Cinese non sono mai finite. In 31 anni la situazione del rispetto dei diritto umani da parte del regime della Repubblica Popolare non è migliorata affatto. Lo dimostra quanto accade ad Hong Kong, il cui movimento pro-democrazia viene soffocato da una legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino. Domani potrebbe essere il turno di Taiwan, mentre i cittadini cinesi, i credenti, gli scrittori, gli insegnanti, i giornalisti, vivono quotidianamente nella paura del proprio stesso governo. Ci auguriamo che la manifestazione di domani veda partecipi quante più voci diverse, politiche e non. Perché indipendentemente dalle nostre rispettive differenze su molti temi, la democrazia e la libertà sono ciò che tiene in piedi il nostro Stato di Diritto e che ognuno di noi, a proprio modo, è chiamato a difendere.”

Giampiero Leo, portavoce del coordinamento interconfessionale Noi siamo con voi, ha dichiarato: “ In Italia abbiamo appena celebrato la festa della nostra Repubblica, basata su una Costituzione che tutela rigorosamente i diritti e le libertà fondamentali dell’essere umano. Se in questo momento storico tutti noi non fossimo realmente e attivamente solidali con la popolazione di Hong Kong e con tutti coloro che chiedono una pur minima democrazia in Cina, tradiremmo non solo queste coraggiose, eroiche persone, ma gli stessi principi che abbiamo appena celebrato.”

Salario minimo, Costanzo (M5S): “Regole comuni per i lavoratori”

“La crisi socio-economica che stiamo vivendo impone un impegno concreto a livello europeo per garantire a tutti i lavoratori un salario minimo equo, che permetta a tutti di condurre una vita dignitosa.

È sicuramente positivo l’avvio da parte della Commissione europea di una seconda fase di consultazioni di sindacati europei e organizzazioni dei datori di lavoro, allo scopo di individuare le migliori iniziative da adottare in questo senso, senza però cedere a compromessi al ribasso.
Ci auguriamo che si riesca ad arrivare a regole condivise e a individuare un quadro comune europeo in cui i vari stati membri potranno muoversi per assicurare ai lavoratori un minimo salariale”. Così Jessica Costanzo deputata del MoVimento 5 Stelle nella commissione Lavoro. “È importante che l’intenzione di uniformare i criteri da tenere in considerazione per garantire un trattamento salariale equo per tutti i lavoratori europei non venga abbandonata. Serve arrivare, con la collaborazione di tutte le parti sociali, a un risultato politico forte che assicuri le migliori tutele ai lavoratori, senza affidarsi a una semplice raccomandazione agli stati membri che potrebbe lasciare discrezionalità a discapito degli interessi dei lavoratori”, continuano.  “Dobbiamo portare avanti con determinazione la lotta alle disuguaglianze che in questa fase rischiano purtroppo di accentuarsi e dobbiamo fare in modo che l’assenza di indicazioni certe lasci spazio a comportamenti scorretti che determinano un pericoloso dumping salariale e sociale”, conclude.