I dati migliorano per il Piemonte, rispetto a quelli preoccupanti che emergono ogni sera alle 19 dal bollettino dell’Unità di crisi di corso Marche.
L’elevato numero di morti e nuovi contagiati che da diversi giorni colloca la nostra regione nella parte alta della drammatica classifica nazionale non è collegato infatti alla diffusione del virus, bensì ai risultati dei tamponi, anche di quelli effettuati tempo fa, trasmessi dai laboratori.
Il governatore Alberto Cirio, in conferenza stampa online questa mattina, pur osservando che i decessi sono sempre piuttosto numerosi, circa 20 al giorno osserva positivamente il “calo dei casi valutati per inizio sintomi così come dei ricoveri nelle terapie intensive, in costante riduzione”. Ciò significa secondo il presidente che ” la diffusione del coronavirus in Piemonte è in calo”. I test in Piemonte sono circa 7300 al giorno, mentre negli ultimi giorni si riscontra che il 60 per cento circa dei nuovi casi di positività rilevati dai tamponi riguardano le Rsa.
I ricoverati in terapia intensiva sono passati negli ultimi 15 giorni da 450 a 250. “Guardiamo con speranza al 4 maggio, data che dovrà essere confermata perché le regole e i tempi sono dovuti all’emergenza sanitaria. Ecco perché questa settimana sarà cruciale per il Piemonte”, ha aggiunto Cirio.
Antonomie e Ambiente, la formazione alla quale appartengono alcuni movimenti regionalisti ed autonomisti (Patto per l’Autonomia- Friuli Venezia Giulia, Patrie Furlane, Patto per l’Autonomia – Veneto, Pro Lombardia Indipendenza, Alpe Valle d’Aosta, Movimento Siciliani Liberi, Comitato Libertà Toscana) e di cui fa parte anche il Comitato Autonomia Piemont, in qualità di osservatore, ha elaborato un documento che è stato diffuso nei giorni scorsi, nel quale si chiede che regioni e territori possano partire in autonomia e che si riporta integralmente:
“Ovunque si siano consolidate e diffuse buone pratiche di cura domiciliare del coronavirus (evitando quindi che i contagiati si aggravino irreparabilmente e finiscano ad affollare gli ospedali) e dove si è ragionevolmente certi che la circolazione del virus sia rallentata, è arrivato il tempo di far ripartire la vita quotidiana.
Chiediamo che ogni regione, ogni territorio, ogni comunità, ogni impresa, ogni scuola, che siano riuscite a organizzarsi con pratiche di distanziamento e con dispositivi di protezione individuale, possano riaprire con i tempi e le modalità che ritengono più opportune, secondo protocolli pubblici, largamente condivisi e continuamente correggibili e perfettibili sulla base della vigilanza quotidiana delle diverse situazioni. Senza fare polemiche su come si è risposto a una situazione che ha colto tutti impreparati, è arrivato il momento di restituire alle regioni, alle comunità, alle famiglie, alle imprese, le proprie responsabilità. Si è francamente esagerato con proibizioni generalizzate (come quelle contro le passeggiate solitarie). La difesa delle libertà individuali, in questa nuova fase, deve tornare ad essere al centro della preoccupazione di tutti. Da questo punto di vista, siamo molto preoccupati dall’enfasi che si dà a strumenti di controllo centralizzati, come la “app unica nazionale”. Si deve anche porre fine all’interventismo prefettizio e le autorità locali, che rappresentano direttamente le loro popolazioni, devono vedersi restituita la giusta autonomia d’azione”.
La politica e le soluzioni per la ripresa
Saremmo alla vigilia di un golpe. Il novello Peron sarebbe il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Francamente non ce lo vedo. Se poi si sostiene che le novelle camicie nere pronte a marciare su Roma sono quelli del PD, la cosa più che inverosimile mi pare una grande buffonata.
Mandanti? Ovviamente la Germania che dopo aver comprato la Grecia vuole comprarsi l’Italia in modo molto semplice : farla ulteriormente indebitare e comprarsi il Colosseo, la Mole Antonelliana ed il Duomo di Milano e tutta Venezia a prezzi di saldo.
Forse non è la Germania che
ha scatenato il Corona 19, ma sicuramente ha già fatto i conti. E chi più ne ha più ne metta.
Concretamente non è mai colpa di noi italiani che forse, dico forse, non abbiamo mai colpe ed
abbiamo governato il nostro paese negli ultimi 40 anni in modo irreprensibile.
Nel mentre la Giunta del Piemonte ha deciso: denuncerà per diffamazione Reporter. Contenti
loro contenti tutti.
Basta che non si produca in boomerang per i querelanti. Ho cari amici in giunta che nulla
possono della nomina di Icardi ad assessore alla Sanità. Lo stesso Cirio poco ne può. Gli ordini
arrivano direttamente da Matteo Salvini in tempi nei quali era impossibile dirgli di no. Un Matteo
Salvini sotto tono, sembra quasi che voglia passare il testimone del comando a Giorgia Meloni
con La Russa, da buon gufo, che gongola: magari faccio il numero due. Ma intanto la durezza
dei numeri è impietosa, il Piemonte è al secondo posto dopo la Lombardia e la provincia di
Torino ha superato la provincia di Bergamo. E come si sa Matteo Salvini ha mandato a casa
Maroni ancora troppo amico di Umberto Bossi mettendo un suo fedelissimo come Fontana.
E se quelli del Piemonte possono dire siamo appena arrivati, in Lombardia non c’è santo che
tenga, istituite le regioni quelli di Sinistra non hanno mai toccato boccino. Fortuna che c è Zaia.
Fortuna sicuramente per i veneti, ma anche per noi piemontesi decisamente oggi in difficoltà.
Ci dimostra che, almeno in questo caso il problema non è politico ma di competenza e di
conseguente scelta dei collaboratori. Se n’è accorto anche Cirio, forse in ritardo, ma come si
dice, meglio tardi che mai. Altro fattore: ci sono due livelli di informazione. L’ufficiale e quella
sotterranea. Su questo siamo in continuità con il passato. La prima: quasi tutto sottoscritto. La
seconda: pensando solo a potenziare le terapie intensive si è tralasciata una politica di tamponi
a tappeto. Ed è qui che casca l’ asino. Il Piemonte ha fatto come la Lombardia ed ha sbagliato, il
Veneto, l’Emilia Romagna e la Toscana hanno fatto l’ opposto ed hanno fatto bene. Un cambio di
passo sembra averlo fatto Cirio. Dopo la scelta dell’ex Ministro Fazio ha addirittura arruolato il
prof Paolo Vineis, epidemiologo di fama internazionale. E Icardi mastica amaro.
Cambio di passo e soprattutto cambio di metodo, finalmente Cirio, assumendosi le sue
responsabilità sceglie lui. Il 4 di maggio è dietro l’angolo e come si dice, quando ci si è bruciati
con l’acqua calda si ha paura anche dell’acqua fredda. Sia ben chiaro, sono assolutamente d’ accordo sulla riapertura senza e senza ma .
Ma sono d’accordo su una apertura controllata,
monitorata e gestita. La Regione, magari attraverso l’ assessore al Lavoro dovrà coordinare le forze preposte al controllo e verifica delle condizioni
di sicurezza.
Gli strumenti ci sono come ad esempio l’Arpa. Compito tutt’altro che semplice.
Un conto controllare le attività produttive dai 200 dipendenti in su. Un conto controllare attività sotto i
15 dipendenti, che sono la stragrande maggioranza. Intanto la magistratura non molla ed indaga
sulla gestione delle case di riposo per anziani. Anche qui molto dovrà cambiare.
In particolare il problema dei costi. Generalmente sono Coop sociali e di servizi che gestiscono
il servizio dalle pulizie all’assistenza sanitaria. Comprimere i costi vuol dire anche, se non
soprattutto, sottopagare i lavoratori in alcuni casi non qualificati per i servizi che debbono fare.
Impossibile aumentare le rette mensili per gli ospiti. Unica soluzione è prevedere un
contributo pubblico. Sperabile che in questi 37 miliardi che dovrebbero arrivare dall’Europa siano
contemplati anche contributi necessariamente a fondo perduto. Dunque controlli da una
parte e contributi dall’altra.
In qualche modo reinventarsi, sperando nella nostra intelligenza per far sì che anche il
coronavirus sia un’ occasione e non solo una disgrazia.
Patrizio Tosetto
Il 25 aprile di fronte alla storia
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Sono passati 75 anni anni dalla fine della II Guerra mondiale e dalla Liberazione dal giogo nazifascista. E’ una ricorrenza della storia che va ricordata e anche festeggiata perché segna la fine della più terribile guerra in cui fu coinvolta l’Italia per cinque anni e fu l’inizio di una rinascita nazionale che porterà alla Costituzione, mettendo le basi della ricostruzione.

Per una multa aggredisce gli agenti
Sono quasi le 6 di mercoledì mattina in corso Tassoni ed un uomo alla fermata dell’autobus inizia a gesticolare in modo provocatorio all’indirizzo di una Volante in transito. La pattuglia si accosta all’individuo per identificarlo
Si tratta di un cittadino italiano di 43 anni. L’uomo dà subito in escandescenze, affermando di aver ricevuto il giorno prima una multa ingiusta, e minacciando gli agenti che gliela avrebbe fatta pagare per questo. Dopo le minacce verbali, il quarantatreenne diventa fisicamente aggressivo e violento: sputa sul finestrino dell’autovettura, lancia contro una scarpa e lo colpisce ripetutamente con pugni e testate. Una volta bloccato, viene portato negli uffici della Questura. Con precedenti di Polizia, anche specifici, l’uomo viene arrestato danneggiamento aggravato, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Sanzionato, inoltre, poiché trovato fuori dalla propria abitazione senza comprovato motivo.
“La FCA ha comunicato a governo e sindacati che riaprirà parzialmente diversi stabilimenti senza nemmeno aspettare il 4 maggio, data in cui terminerebbe il lockdown, con la semplice autorizzazione dei prefetti. O peggio con il silenzio assenso vero vulnus del decreto che ha per larga parte vanificato il lockdown”.
I torinesi riscoprono il pollice verde
40 giorni a casa e gli italiani riscoprono il pollice verde non solo fuori città; quasi ovunque balconi, terrazzi e persino davanzali si sono trasformati in piccole aree verdi dove coltivare verdure, ortaggi e piantine. Secondo una recente indagine di Coldiretti l’orto è il sogno del 62% degli italiani e, complice il lockdown, molti hanno provato a realizzarlo.
Peraga Garden Center di Mercenasco (TO), uno dei più grandi Garden Center di Italia, è sin degli anni 80 il punto di riferimento del nostro paese per l’orto bio, per tutte le verdure biologiche sane e rispettose dell’ambiente che non siano state sottoposte a trattamenti e non siano cresciute con i concimi chimici, nonché per tutto ciò che serve per una concimazione naturale e per una difesa biologica.
Da Peraga Center partono ogni mese migliaia di ordini e la richiesta legata all’orto è cresciuta del 50% rispetto allo stesso mese del 2019.
“A causa del Lockdown – dichiara Gianni Peraga – molti clienti hanno iniziato ad acquistare anche online e gli ordini arrivano da tutta Italia; notiamo che ovunque c’è un ritrovato piacere nel coltivare il proprio orto o, se si abita in città, nel trasformare un angolo di balconi e terrazzi per la produzione casalinga di pomodori zucchine e piante aromatiche.
Naturalmente riceviamo tanto ordini dal Canavese ma tanti torinesi e piemontesi si sono rivolti a noi per ricevere a casa piante e ortaggi. L’ortaggio più richiesto è il pomodoro in tutte le sue varietà ma è molto venduta anche l’insalata, facile e veloce da coltivare. Notiamo con piacere che è salita anche la richiesta di attrezzi e oggetti da giardino che permettono di coinvolgere nella attività anche i più piccoli: non è mai troppo presto per amare la natura!
Ci capita poi di parlare con i clienti e abbiamo toccato che per qualcuno questa attività è una coccola, per altri la spinta e legato alla paura di non trovare verdure fresche e buone disponibili nei negozi. Accanto all’orto cresce anche la voglia di BBQ… Chissà che fra qualche settimana non si possano grigliare le prime zucchine home made!”.
In memoria di Dante Di Nanni
“Si impieghino per i tamponi, non come centri di spedizione”
Torino 23 aprile 2020 – “Il Presidente Cirio ha più volte ribadito in questi mesi che sui tamponi la principale difficoltà riscontrata ha riguardato i pochi laboratori di analisi disponibili. Apprendiamo, tuttavia, che rispetto alla questione analisi dei tamponi, su cui il Piemonte continua ad andare al rallentatore, ci sono 3 laboratori di analisi, nello specifico quelli di Rivoli, Susa e Pinerolo, che, attualmente, vengono utilizzati come semplici centri di spedizione, nonostante sarebbero perfettamente in grado di analizzare i tamponi come hanno dimostrato nella prima fase dell’epidemia (fino al 3 aprile). Questo accade, come segnala FP Cgil, per la mancanza dei reagenti che invece nei laboratori di analisi privata non mancano. Perché non utilizzare a pieno regime questi laboratori e i relativi oltre 70 tecnici, invece di delegare il servizio a strutture private? Chi e come sta distribuendo i reagenti? E pensare che, in tempi non sospetti, Forza Italia, il partito dello stesso presidente Cirio, si è fortemente opposta alla razionalizzazione dei laboratori di analisi salvo poi, una volta al governo, non utilizzarli, preferendo invece appoggiarsi al privato”.
Daniele Valle Consigliere regionale del Gruppo del Partito Democratico