ilTorinese

Primo Centro Neuro-Urologico per il Parkinson all’Unità Spinale della Città della Salute 

E’ nato il primo Centro Neuro-Urologico per il Parkinson, presso l’Unità Spinale di Torino. La collaborazione della Neuro-Urologia della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Alessandro Giammò) con l’Associazione Italia Parkinsoniani nasce dalla constatazione della mancanza di un ambito di approfondimento specifico riguardo le disfunzioni urologiche delle persone affette da malattia di Parkinson. Al fine di colmare tale gap, la suddetta Neuro-Urologia, che da più di 30 anni si occupa delle disfunzioni urologiche in generale e, in particolare, delle persone affette da problemi neurologici, ha attivato un ambulatorio neuro-urologico dedicato. Questo ambulatorio, unico nell’ambito regionale, vuole semplificare l’accesso alle cure, evitando una dispersione o un peregrinaggio dei pazienti presso strutture non specializzate su tali tematiche.
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce in Italia circa 300.000 persone. La prevalenza è di circa 0,3% nella popolazione generale e circa l’1% nei soggetti di età superiore ai 60 anni.
Si stima che in Piemonte ne siano affette circa 20.000 persone, numero destinato ad aumentare nei prossimi anni a causa dell’aumento della spettanza di vita. Infatti il morbo di Parkinson è più comune tra gli anziani, anche se può colpire anche in età più giovanile. Ogni anno si registrano circa 6.000 nuovi casi, con un’incidenza circa 2 volte maggiore negli uomini rispetto alle donne.
La malattia causa gravi disturbi motori e del sistema nervoso autonomo a livello di molti organi ed apparati, tra i quali il basso apparato urinario e quello sessuale.
Si ritiene, infatti, che fino al 60-70% dei pazienti con Parkinson possa sperimentare qualche forma di incontinenza urinaria durante il corso della malattia, circa il 30-40% una ritenzione urinaria. Circa il 50% presenta nicturia, ossia minzioni notturne frequenti, e circa il 50-70% riferisce disfunzione erettile ed altri problemi sessuali.
La Neuro-Urologia dell’Unità Spinale della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Alessandro Giammò) ha intrapreso una collaborazione con la Neurologia universitaria diretta dal professor Leonardo Lopiano (Centro di riferimento regionale esperto di terzo livello per la malattia di Parkinson) e con la Rete consolidata del Parkinson che opera in Piemonte. Una collaborazione finalizzata alla realizzazione di un progetto per un Centro sulle disfunzioni dell’area pelvica (urinarie, genito-sessuali ed ano-rettali) nel Parkinson.
Il progetto prevede un piano di sviluppo scientifico ed un piano clinico-assistenziale. Riguardo all’aspetto assistenziale, per dare una risposta alle necessità assistenziali urologiche specifiche, la Neuro-Urologia ha attivato un ambulatorio neuro-urologico dedicato presso il 1° piano dell’Unità Spinale di Torino (Centro Neuro-Urologico per il Parkinson – CNUP). Il Centro prevede la visita neuro-urologica, la visita neuro-andrologica e la diagnostica funzionale avanzata rappresentata dall’urodinamica, video-urodinamica e gli studi neuro-uro-fisiologici. Questo ambulatorio vuole semplificare l’accesso alle cure e fungere da Hub dedicato che agisca in sinergia e collaborazione con le Strutture di Neurologia, rientranti nella Rete consolidata che si occupa della presa in carico del Morbo di Parkinson. A tal fine è stato avviato l’iter per l’implementazione del Centro nell’ambito dei Percorsi di salute (PSDTA) relativi al Parkinson.
Molto importante è stata la condivisione del progetto con l’Associazione Italiana Parkinsoniani (AIP) e con l’Associazione Amici Parkinsoniani Piemonte (AAPP), rappresentate dal dottor Ubaldo Pilotto, con cui sono stati organizzati anche degli eventi rivolti alla popolazione.

La pittura di Faccincani, un inno alla luce

La mostra Personale “Inno alla luce” del pittore ATHOS FACCINCANI si tiene a Torino  dal 23 novembre al 1 dicembre nello storico PALAZZO BIRAGO della Camera di Commercio. L’evento artistico  organizzato da Paolo Vassallo con l’associazione Culturale “Suol D’Aleramo” si svolge in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino con il patrocinio della Regione  Piemonte e della Citta  Metropolitana di Torino. Il Gruppo televisivo RETE 7 realizzerà un servizio  televisivo speciale. Orario mostra 10,30 – 19,30. Ingresso libero

Il popolarissimo pittore ATHOS FACCINCANI è  nato a Peschiera del Garda ove vive e lavora. Ha studiato all’Accademia d’Arte di Venezia e frequentato lo studio di Pio Semeghini. Sarebbe enciclopedico elencare tutte le mostre che dal 1971 ha tenuto in prestigiose gallerie e Palazzi italiani, europei ed americani; dalla galleria “Halper” di New York, alla “Durney” di Toronto, “Sarasota” in Florida, “Koki Hoffman” di Chicago, “Ghelfi” di Verona, ecc. Di rilievo nel 1980, la grande mostra con 180 dipinti sul tema della Resistenza alla Gran Guardia di Verona, inaugurata dal presidente Pertini e in seguito trasferita a Bologna e Firenze. Dopo questa impegnativa mostra qualcosa muta profondamente la sua vena artistica e passa da una figurazione impegnata a un personalissimo lirismo naturalistico. Le sue opere ora sono un’esplosione di luce e colore, con una  piacevolezza cromatica che porta sempre all’interiorita’ e all’intimismo, testimonianza di gioia e serenità. Questa nuova espressione artistica in poco tempo lo porta ad un successo strepitoso. Nel 2005  una grande mostra al Parlamento europeo di Strasburgo e al Complesso del Vittoriano di Roma. Le sue opere sono presenti in tutte le gallerie italiane e contese da un raffinato collezionismo, distribuite anche da “Telemarket”. Recentemente ha esposto in Cina, a Mosca e Dubai.


Innumerevoli anche i premi di cui è stato insignito durante la sua quarantennale carriera, fra gli ultimi il premio Personalità Europe
a consegnatogli a Roma in Campidoglio. Sue opere si vedono ogni settimana da anni proiettate nella scenografia della trasmissione quotidiana del pomeriggio  GEO  su Rai 3.

www.athosfaccincani.it

“Giornata degli alberi”, Piemonte sul podio dell’Atlante delle foreste con 300 mila nuove piante

Il Piemonte celebra la “Giornata nazionale degli alberi” del 21 novembre tagliando un nuovo traguardo che ne rafforza il ruolo tra le Regioni leader nel patrimonio verde: è sul podio dell’Atlante delle foreste messo a punto da Sole 24Ore, Legambiente e Compagnia delle foreste.

A consentire di raggiungere questo risultato la messa a dimora tra la primavera 2023 e i primi mesi di quest’anno di quasi 300.000 alberi (286.102 per l’esattezza), finendo dietro Trentino-Alto Adige (652.725) e Basilicata (327.649). Nuovi boschi che garantiranno un valore sistemico annuo di quasi due milioni di euro.

«Al di là del valore economico – sottolinea l’assessore alle Foreste, Parchi e Aree protette Marco Gallo – è fondamentale sottolineare l’impatto positivo che le nuove piante hanno sull’ambiente: migliorano la qualità dell’area, mitigano gli eventi estremi e prevengono il dissesto idrogeologico. In altre parole, rappresentano un alleato importante al tempo dei cambiamenti climatici».

Alberi monumentali: +80

Il Piemonte sta puntando a valorizzare anche un altro elemento del suo patrimonio verde: gli alberi monumentali.

Vent’anni fa, con la prima legge regionale, erano 40. Oggi sono più di 300 (qui l’elenco) e, probabilmente, nel giro di qualche mese si avvicineranno a quota 400 per l’istruttoria in corso per 80 nuovi esemplari, frutto di pre-selezione sulle 150 segnalazioni arrivate tra la fine del 2022 e l’inizio del 2024.

Ogni piemontese può segnalare alberi di eccezionali età o dimensioni compilando l‘apposita scheda pubblicata sul sito della Regione e da inoltrare al Comune di competenza, al Settore Foreste della Regione e all’Ipla. L’ultima parola, invece, spetta a un gruppo di lavoro che vede insieme rappresentanti di Regione, Ipla, Università di Torino, Carabinieri forestali e Soprintendenze. Tocca a loro decidere se una pianta abbia o no i requisiti per definirsi albero monumentale. I sopralluoghi di verifica vengono compiuti nel periodo vegetativo delle piante, tra maggio e ottobre. Un iter che richiede mesi, ma indispensabile per tutelare e valorizzare un patrimonio nel patrimonio.

Come rileva l’assessore Gallo «il Piemonte ha circa un miliardo di alberi, ma questi rappresentano l’eccellenza per età, dimensioni, rarità botanica, architettura vegetale, pregio storico-culturale, forma e portamento. E rappresentano un decimo dell’intero patrimonio di alberi monumentali che ha l’Italia, a conferma del valore dei nostri boschi e delle nostre foreste. Considerato il crescente interesse che registriamo abbiamo deciso di diffondere su più piattaforme il censimento degli alberi monumentali del Piemonte. Il prossimo passo sarà il portale Piemonte outdoor, perché l’andare a caccia di piante rare e antiche sta diventando un’attività sempre più gettonata tra chi ama spendere il proprio tempo libero in mezzo alla natura».

Di pari passo prosegue l’operazione di “denominazione” degli alberi monumentali. Sono già stati realizzati e installati i pannelli descrittivi per 250 esemplari censiti negli anni precedenti e si sta lavorando per preparare la carta di identità anche agli ultimi arrivati.

Attualmente  l’elenco degli Alberi monumentali d’Italia ne comprende 315 piemontesidistribuiti in circa 190 Comuni. Il numero più consistente lo registra la provincia di Torino (71), seguita da Cuneo (34), Alessandria (23) e Verbano Cusio Ossola (22).  A testimoniare la diversità ambientale del Piemonte, le piante censite appartengono a ben 88 specie: 45 autoctone, 37 esotiche, 6 non autoctone ma parte della flora italiana (cipresso, corbezzolo, pino domestico, pino nero, sughera e tamerice). Tra le specie esotiche, presenti soprattutto nelle aree urbane, la più rappresentata è il platano, con 24 elementi, poi l’ippocastano e il cedro dell’Atlante con 12; tra le autoctone prevalgono il larice (16), il castagno e la farnia (15), il faggio (14), il Frassino (10), la Roverella e il Salice bianco (9), il Pino cembro (7).

Cinque gli alberi la cui circonferenza supera i 10 metri: due cedri dell’Atlante (entrambi nel Torinese: il primo a Montalenghe con 1300 centimetri, l’altro a Perosa Canavese con 1100 cm), un castagno (a Bioglio, nel Biellese, 1150 centimetri), un salice bianco nell’Alessandrino (a Mornese, 1020 cm) e due platani (a Racconigi, nel Cuneese, quasi 11 metri, l’altro a Santena, 9,70 metri).

Non mancano i gruppi di alberi: i platani del viale di Cherasco e del Parco Cavour a Santena, i larici dell’Alpe Veglia (Varzo) e del Parco delle Alpi Marittime (Valdieri), i cembri di Usseaux, i tre Abeti di Douglas del Lago di Meugliano (oggi Comune di Valchiusa), con il record di altezza (56 metri per il soggetto più alto) per il Piemonte. Tra i Comuni il primato spetta a Torino con 13 esemplari. Seguono Stresa (7), Acqui Terme, Racconigi e San Secondo di Pinerolo (5).

Fermato per un controllo aveva in casa hashish, marijuana e cocaina

Torino, Piazza Bengasi. Nei giorni scorsi, alle quattro di pomeriggio, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Moncalieri hanno fermato un’utilitaria guidata da un 26enne per un semplice controllo. A bordo i militari hanno trovato un panetto di hashish, dal peso di circa 100 grammi. Presupposto che ha fatto estendere i controlli anche a casa del giovane, scovando un piccolo “bazar”: 15 panetti di hashish (per un totale di 1,5 kg) , 56 grammi di cocaina, 44 grammi di marijuana, un bilancino elettronico e materiale per il confezionamento. Migliaia di dosi di sostanza stupefacente tolta dal mercato dello spaccio, oltre alla somma di 2.000 euro trovata in contanti e sequestrata perché ritenuta provento di spaccio.
Il 26enne è stato tratto in arresto perché gravemente indiziato di “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente” e tradotto in carcere.

La Perla di Torino apre all’evento più magico dell’anno: “Ho fatto l’albero”

Sabato 14 e domenica 15 dicembre, La Perla di Torino riapre le porte per l’evento più magico del Natale:”Ho fatto l’albero”, un workshop rivolto a un pubblico di ogni età, durante il quale sarà possibile decorare e personalizzare un albero di Natale di cioccolato guidati dai maestri cioccolatieri dell’azienda. Un‘occasione imperdibile per realizzare un regalo speciale arricchito di dettagli unici. Il pubblico, composto da adulti e bambini, sarà accompagnato da maestri cioccolatieri nelle decorazioni di un albero di cioccolato. Sarà possibile dare libero sfogo alla fantasia personalizzando l’albero secondo i propri gusti. Un’occasione imperdibile per realizzare un dono natalizio artigianale e speciale, creato a mano e arricchito da dettagli unici. Al termine dell’attività ogni partecipante dovrà portare a casa la propria creazione  confezionata con cura da un’elegante packaging completo di nastro e fiocco. Ogni partecipante riceverà un kit che comprenderà un albero di cioccolato scelto al momento della prenotazione con variante tra cui latte, fondente, bianco, pistacchio e senza lattosio, indumenti quali camice, guanti e calzari per accedere in sicurezza al laboratorio, strumenti per la decorazione  tra cui cioccolato, pasta da zucchero e sac a poche, oltre a una confezione natalizia realizzata a mano dal team de La Perla. Il workshop si terrà presso il laboratorio dell’azienda situata in Lungodora Colletta, a Torino.

Per partecipare è necessario compilare il modulo di prenotazione sul sito www.laperladitorino.it, indicando il numero dei partecipanti, la data e l’orario desiderato. La durata dell’evento sarà di 90 minuti.

Mara Martellotta 

Annuncio del Papa: Pier Giorgio Frassati sarà santo

Nella tradizionale udienza del Mercoledì Papa Francesco ha annunciato che il torinese Pier Giorgio Frassati sarà proclamato Santo nel 2025 durante il Giubileo dei Giovani in programma dal 28 luglio al 3 agosto. L’annuncio della canonizzazione del giovane Pier Giorgio Frassati, ha commentato l’arcivescovo di Torino Roberto Repole sulle colonne del settimanale diocesano La Voce e il Tempo, è il più bel regalo che il Papa poteva fare a Torino in vista del Giubileo della Speranza che si apre fra poche settimane. Frassati è stato un grande testimone della Speranza cristiana: aveva fiducia nella presenza viva e fedele di Cristo fra gli uomini. Era un giovane normale, studiava, amava lo sport, la montagna, ma aveva scoperto Dio e lo cercava nella preghiera quotidiana e in un esercizio instancabile della carità, soprattutto nei confronti dei poveri. Contagiò gli amici con il suo straordinario entusiasmo e lungo tutto il Novecento ha continuato a contagiare generazioni di giovani in tutto il mondo, fino ad oggi. Sarà proclamato Santo, questo è un giorno di grande festa per la Chiesa torinese e per tutta Torino”.    fr

Restructura 2024: il recupero dell’esistente è la sfida del futuro 

 

Dalle nuove soluzioni finanziarie ai materiali, passando dai cantieri innovativi alle tecnologie all’avanguardia, fino all’AI, per rivoluzionare il comparto delle costruzioni. Tutta la filiera è protagonista: dal Politecnico di Torino e l’Università di Torino agli Ordini e Collegi delle professioni tecniche, dalle associazioni di rappresentanza delle imprese di costruzioni agli enti di formazione e sicurezza, dalle associazioni di promozione della sostenibilità degli edifici a quelle della bioedilizia, al mondo del condominio, fino a player dell’energia e del settore bancario e assicurativo

 

 In Italia il patrimonio edilizio esistente da recuperare raggiunge circa il 70% del costruito. Il tema della ristrutturazione è, quindi, una delle sfide fondamentali per l’intera filiera edile ed un elemento cardine al centro di Restructura 2024. L’evento, organizzato da GL events Italia da giovedì 21 a sabato 23 novembre all’OVAL Lingotto Fiere di Torino, con un appuntamento off in piazza Castello in programma domenica 24 ottobre in collaborazione con ANCI, per l’edizione 2024 punta quindi sul retrofit: oltre 150 gli espositori, con una forte presenza internazionale.

 

La stagione dei bonus edilizi sta cambiando e, in attesa della nuova legge di Bilancio, si fanno strada sul mercato nuove leve e strumenti per recuperare l’esistente. Fra questi, i mutui green rappresentano oggi le soluzioni più concrete per tutte le famiglie che intendono investire nella qualità abitativa e nell’efficienza energetica come mezzo per valorizzare il proprio immobileUn prodotto finanziario in rapida crescita, soprattutto a partire dal secondo semestre del 2024A dimostrare questa tendenza sono i dati: il recente studio elaborato da Qualis, agenzia che valuta il rischio di credito e fornisce soluzioni assicurative, mostra che nel 2020 i mutui green rappresentavano appena il 3% del totale complessivo dei finanziamenti aperti in Italia per la compravendita e/o ristrutturazione di un edificio. Nel 2023 la percentuale è salita al 6,5%, mentre nel 2024 è arrivata a toccare il 10%, con un record del 16% nel mese di agosto.

L’intera manifestazione prende il via da una riflessione sulle soluzioni reali: non solo l’aspetto economico immobiliare, ma anche le nuove tecnologie e i materiali già presenti sul mercato che permettono oggi di attuare ristrutturazioni consapevoli e sostenibili. Progettisti e imprese di costruzioni sono quindi chiamati a partecipare a Restructura 2024 per scoprire le soluzioni più innovative presenti oggi nel settore: dalla formazione fino all’uso delle nuove tecnologie, passando dall’AI

 

«L’edizione 2024 ripensa profondamente sia i format che i contenuti della fiera, con un obiettivo: restare al passo di un settore in continuo fermento, oltreché in rapida crescita, attraverso uno sforzo in grado di coinvolgere di concerto l’intero sistema locale e nazionale del settore delle costruzioni, ampliando così fortemente anche il novero degli espositori, attraverso grandi partner e nuovi brand» dichiara Gàbor Ganczer, amministratore delegato di GL events Italia.

 

Al centro del cambio di passo della nuova edizione di Restructura 2024, l’importante numero di espositori con più di 150 aziende leader del settore e una forte presenza internazionale. Accanto a queste, un calendario sempre più fitto di eventi, incontri, workshop, convegni e momenti di formazione dedicati agli ordini professionali con riconoscimenti dei crediti formativi.

 

Fra le aree espositive del salone spicca l’ampia area dedicata ai materiali naturali, che ospita aziende del calibro di Fassa, Ricehosue, per le soluzioni a base di paglia e lolla di riso, Ecobel e Tecnosugheri, con gli isolanti in erba e quelli in sughero espanso, e Amonn color, con vernici protettive naturali per legno. Settore della bioedilizia che cresce anche con la presenza di aziende nazionali produttrici di edifici in legno come Wolf Haus, Rubner Haus, X-lam Dolomiti e Polar Life House dalla Finlandia. Torna il Casa Clima Village, l’area realizzata in collaborazione con Agenzia CasaClima e 14 aziende leader del settore, con le new entry Nordtex e il ritorno di Domodry e MyDatec. Presente anche una importante vetrina sulle ultime novità dedicata a software e strumenti di misurazione con due importanti ingressi come MyAedes, start up innovativa per la digitalizzazione dei processi di gestione dei cantieri e, dalla Spagna, Factorial, l’innovativo software per la gestione delle risorse umane e ore lavorate. Un’area è inoltre dedicata ai noleggiatori in collaborazione con Assodimi Assonolo con Boels, Kilotou, Mollo, Massucco e per gli impianti presenti Ivr, Geosun, Ergo VR, mentre l’antisismica ospita i nuovi Cugini,  G Mix e gli egiziani Delta Sand Bricks. Infine, per l’area dedicata ai servizi anche Rina Prime, Luxury Investment da Dubai e ancora, fra le aziende straniere ospiti Ekoplast con i serramenti dalla Polonia, Zwa Ziegelwerk Arnach GmbH dalla Germania, per i laterizi rettificati ad alte prestazioni termiche, e dalla Svizzera Siga con i loro materiali per la tenuta all’aria.

 

Per la prima volta, la fiera vede inoltre importanti collaborazioni con le realtà istituzionali del mondo bancario e dell’efficientamento energetico, come Iren Smart Solutions. Cuore pulsante della nuova edizione di Restructura sono infatti le nuove importanti partnership, come anche le collaborazioni ri-confermate dal passato. L’evento, è realizzato con il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di commercio di Torino, e vede fra i suoi partner: Politecnico di TorinoUniversità degli Studi di TorinoANCI Piemonte, Uncem, CNIFIOPA, tutti gli Ordini e i Collegi delle professioni tecniche (IngegneriArchitettiGeometriGeologi e Periti Industriali), Antel, le associazioni datoriali a partire da ANCE Torino e Ance Piemonte e Valle d’AostaCNAConfartigianatoCasartigiani, Formedil, il Green Building Council Italia con il Chapter Piemonte, Assoposa, l’Agenzia CasaClimaARCAANAB, l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, BiosafeAssocanapa, le associazioni di rappresentanza degli amministratori di condominio AnaciAnapi e Unai.

 

Il palcoscenico principale della manifestazione sarà il Restructura Stage, con una programmazione curata da GL events Italia in collaborazione con tutti i partner, attorno al quale ruoteranno altri quattro stage per ospitare gli appuntamenti della tre giorni e affrontare a trecentosessanta gradi le tematiche del settore. Dalla sicurezza sismica al recupero del patrimonio edilizio esistente – secondo le indicazioni della nuova direttiva Case Green e nel rispetto della storicità del tessuto italiano – fino al tema della formazione e delle competenze e della sicurezza in cantiere, dalle novità normative alle molteplici innovazioni tecnologiche, nuovi materiali e processi e soprattutto nuovi strumenti digitali, compresa l’Ai.

 

Fra le novità di quest’anno, per la prima volta a Torino, sarà presente per tutti i giorni della fiera l’Esel Cpt Formazione e Sicurezza di Latina con l’ESEL MOBILE: gli ospiti di Restructura – fra studenti e non – potranno seguire le sessioni formative all’interno di uno spazio formativo innovativo, come l’aula mobile dotata di simulatore immersivo per la conduzione di oltre dieci macchinari per il movimento terra e il sollevamento di merci e materiali, entrando quindi all’interno di un vero cantiere. Per maggiori informazioni link qui.

 

 

Informazioni aggiuntive:

 

L’ingresso a Restructura è gratuito per tutti, a partire da operatori professionali, studenti universitari e delle scuole superiori a partire dalla quinta classe previo accredito a questo link. Ai fini dei crediti formativi riconosciuti evento per evento dai singoli ordini l’accredito avviene invece direttamente presso la sala e prima dell’evento.

  • Restructura è all’Oval Lingotto Fiere da giovedì 21 a sabato 23 novembre dalle ore 9:00 alle 19:00
  • INGRESSO NORD via Giacomo Matté Trucco, 70, per chi arriva in auto.
  • INGRESSO SUD (ITALIA 61): per chi arriva con il trasporto pubblico o dalla stazione ferroviaria collegata direttamente all’ingresso grazie al nuovo sottopasso pedonale.

 

Un albero in più ai Giardini Cavour dedicato a Monica Bonetto

Un albero in più ai Giardini Cavour / Da giovedì 21 novembre 2024, nei giardini di piazza Cavour a Torino, ci sarà un albero in più: un tiglio dedicato all’attrice e doppiatrice Monica Bonetto. Mancata prematuramente nel 2017 ha fatto parlare negli anni i personaggi delle serie animate più celebri da “Peppa Pig” e “Pippi Calzelunghe”, passando per “Geronimo Stilton”, “Dragon Ball” e “Gli orsetti del cuore”. Monica ha persino prestato la voce di Ariana Grande in tutti i suoi film.

Diplomata all’Istituto Arte Spettacolo diretto dal grande Arnoldo Foà, ha lavorato in Radio Rai a Torino e Genova e dal 2006 come attrice anche per la Rsi, la Radio Svizzera Italiana. Nel 2009 fonda insieme al marito Stefano Dall’Accio, autore teatrale, radiofonico e televisivo, sceneggiatore ed attore – lo si può vedere in Lidia Poet2 – la Compagnia “Comunque Polonio Era Malato -Teatro”. Per ricordare Monica Bonetto, Tangram Teatro, in collaborazione con we.Tree metterà a dimora un tiglio, in occasione della Giornata Internazionale dell’Albero, alle ore 12, ai Giardini Cavour, per rendere così Torino sempre più verde. Questo tiglio, simbolo di protezione e memoria sarà un legame tra la memoria di Monica e la vita che continua nella figlia Matilde, un simbolo di affetto che mette radici e cresce.

Igino Macagno

La grande estate partigiana, documentario all’Unione Franco Antonicelli

Si è svolta con successo all’Unione Culturale Franco Antonicelli di Torino la presentazione del documentario La grande estate partigiana. Estate 1944: dalla formazione delle prime bande alle repubbliche partigiane, la storia di un’Italia che sceglie di resistere.

All’iniziativa, promossa dalla sezione Anpi Eusebio Giambone, hanno preso parte il regista Marzio Bartolucci e gli autori, la giornalista Arianna Giannini Tomà e Andrea Pozzetta, responsabile scientifico del Centro di documentazione della Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce. Il docufilm offre uno sguardo approfondito e non convenzionale sull’estate del 1944, un periodo cruciale nella storia dell’Italia, caratterizzato dall’emergere di numerose zone libere nel Centro-Nord, occupate dalle formazioni partigiane.

Tra le più importanti vanno ricordate le cosiddette repubbliche partigiane dell’Ossola, della Carnia, di Montefiorino, dell’Alto Monferrato e della città di Alba. Attraverso un mosaico di testimonianze, filmati d’epoca e fotografie, accompagnate dalle interviste a ricercatori e storici come Antonella Braga, Mirco Carrattieri, Chiara Colombini, Andrea Pozzetta e Santo Peli il film ricostruisce una delle fasi cruciali della lotta di Liberazione mettendo in luce l’esperienza di queste zone libere, vere e proprie anticipazioni di una democrazia che si affermò con la sconfitta del nazifascismo ottant’anni fa. La sezione dell’Anpi, dopo aver partecipato attivamente al crowdfunding per la realizzazione del documentario, lo metterà a disposizione di alcuni istituti scolastici superiori come materiale didattico di approfondimento storico.

M.Tr.

Eccessivo e troppo teatrale il Pirandello di Placido

“Eterno visionario” sugli schermi

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

 

Ad Amburgo, in una notte del dicembre del 1934, mentre è in viaggio nel treno che lo sta portando a Stoccolma per la consegna del Nobel, Pirandello riaccende attorno a sé i fantasmi della sua vita, umana e letteraria, le luci e le tante ombre che l’hanno attraversata. La luce maggiore è Marta Abba, la ragazza che venticinquenne, incontrata durante un provino per la messinscena di “Nostra Dea” di Bontempelli, lo fece “risorgere come artista e come uomo”, con le immagini di un amore sempre sussurrato ma impossibile, le ombre sono gli insuccessi di una carriera, la sfida dei “Sei personaggi” perduta alla prima del Valle, di fronte a un pubblico urlante e minaccioso, che avrebbe voluto scuotere, prendere artisticamente a schiaffi e distogliere da un mare di (vecchio) teatro che rappresentava tutti i suoi luoghi comuni, le sue consuetudini, le vecchie leggi ormai da superarsi; la libertà da un padre che lo avrebbe voluto contabile nella Sicilia antica delle sue solfatare e la fuga in Germania per inseguire tutti i sogni di scrittura che giovanissimo già coltivava, la disfatta economica della famiglia e la conseguente instabilità mentale della moglie Antonietta Portulano, dolorosissima per lui, con il successivo ricovero in ospedale, i rapporti non sempre facili con i tre figli e i lunghi distacchi e le loro ribellioni, la speranza di una collaborazione cinematografica con il regista tedesco Murnau che non si realizzò mai.

Non è attraverso i pur brevi ricordi il Pirandello dell’opera letteraria, dell’autore diviso tra realtà e finzione, quello che Michele Placido propone in “Eterno visionario” (sceneggiato con Toni Trupia e Matteo Collura), l’autore coltivato o forse passato frettolosamente nei banchi di scuola ma l’uomo della vita soprattutto, infelice, disastrata, cercata sempre nella sua completezza, di quell’involucro da cui gran parte della carriera dello scrittore deriva. Il desiderio d’affrontare un altro genio della cultura dopo il Caravaggio di un paio d’anni fa, con la conoscenza e la passione che già in altre occasioni, al cinema come a teatro, gli ha fatto incontrare lo scrittore siciliano. Anche Placido, qui, con quella “visionarietà” che attribuisce al proprio personaggio e portata avanti in un montaggio che è passaggio continuo di anni e decenni, di azioni e di ricordi, improvviso, frammentario, altalenante, costruisce il personaggio, nella complessità del suo vivere: sino alla comparsa sul set del “Fu Mattia Pascal” di Pierre Chenal che precederà di poco l’ultima notte di una vita passata a dettare al figlio Stefano l’imbarbarimento di una società nei “Giganti”.

Placido da sempre coltiva un cinema sanguigno, corposo e corporale, fervidamente inteso e fabbrica di grandi effetti. Nell’”Eterno visionario” il regista pare se possibile accrescere ancor più le proprie scelte e il cinema sembra arretrare, farsi mezzo (stridente) e non fine (secondo le proprie più intime leggi), assumere connotati che non gli sono propri, che lo disturbano, il teatro o le consuetudini teatrali prendono il sopravvento – il tipo di recitazione sempre sopra le righe, i vistosi trucchi e le lacrime copiose, i ritagli berlinesi che fanno tanto Kurt Weill che fanno tanto “Cabaret” e che mettono in primo piano la fotografia di Michele D’Attanasio, la Madre dei “Sei personaggi” strisciante a terra nella sua disperazione, certi dialoghi troppo scritti e troppo insistiti, Pirandello seminudo allo specchio e alla luce delle sue ultime volontà testamentarie, e si potrebbe continuare: un film di grandi eccessi – e ogni immagine più s’adatta a un palcoscenico che non a uno schermo. Va da sé che pure le interpretazioni ne risentano, sovraccariche, lontano da una sobria naturalezza, Bentivoglio in primo luogo (al Servillo della “Stranezza”, pur in tutt’altro contesto, era dato di cogliere meglio la figura), lo stesso Placido che si ritaglia il personaggio di Saul Colin, collaboratore e agente letterario di Pirandello, agghindato come Poirot sul treno dell’”Orient Express”. Bella la presenza di Federica Vincenti, anche in veste di produttrice, i costumi di Andrea Cavalletto e le scenografie di Tonino Zero sono un valore alto; l’applauso incondizionato è a Valeria Bruni Tedeschi che è Antonietta, eccellente nel costruire ancora una volta uno di quei ritratti femminili avvolti in una pazzia più o meno tangibile, che camminano con tutta l’intelligenza dell’attrice sul filo di una lama, negli sguardi stralunati, nelle parole rotte, nei gesti folli, nell’entrata a una festa che non è mai stata la sua e a cui lei non ha mai preso parte.