ilTorinese

Preghiere di artisti “visionari”

MONTAGNA PIEMONTEDaniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale ha ricordato l’importanza della tutela e della valorizzazione del patrimonio artistico, inteso anche come motivo di rilancio economico e sociale del territorio

 

Luogo mistico e religioso, nonchè patrimonio storico-architettonico straordinario del Piemonte, regione di cui è monumento simbolo. La Sacra di san Michele, a Sant’Ambrogio di Torino, ospita la mostra “Preghiere d’Artista”, collettiva d’arte contemporanea che si tiene dal 26 ottobre al 26 novembre.

 

L’iniziativa  presenta  quarantasei opere di pittori e scultori attivi in Piemonte  nel novecento, scelti  dalla curatrice, la giavenese Concetta Leto,  a rappresentare il tema della spiritualità, fra santi, paesaggi, nature morte e scene di fede.

 

Significativa la presenza di artisti  del gruppo Surfanta e le opere di Lorenzo Alessandri,  l’artista giavenese che scelse il  nome Surfanta per fondare il movimento formato dai pittori fantastici e visionali quali Abacuc, Camerini, Colombotto Rosso,  Ponte Corvo, Macciotta, Molinari e il cui tracciato artistico è stato in questi anni oggetto di  valorizzazione e conoscenza attraverso diverse iniziative.

 

Accanto a loro  la collettiva  propone altri grandi maestri scomparsi come Mazzonis, Tabusso, Jervolino e Albano e   presenze artistiche capaci e virtuosi  fra loro valsangonesi e giavenesi  affermatisi in questi decenni: il simbolista Bruno Fassetta, l’informale Giorgio Flis, il suggestivo Marco  Pauluzzo e il ceramista Giulio Vigna.

 

Presenti all’inaugurazione Don Claudio Massimiliano Papa, Vittorio Sgarbi e Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale che ha ricordato l’importanza della tutela e della valorizzazione del patrimonio artistico, inteso anche come motivo di rilancio economico e sociale del territorio.

 

 

Visionari in Piemonte

di Vittorio Sgarbi

 

Meritoria l’impresa di Concetta Leto che, a distanza di anni, approfondisce e perfe- ziona il mio remoto obiettivo di dare corpo e anima a un’ “arte segreta” (da lei perti- nentemente  evocata come l’arte Deus absconditus), risarcendo la storia lacerata e obliata del movimento “Surfanta”. L’amore più impegnativo e finora esclusivo per Lorenzo Alessandri, che del movimento fu il principale animatore, si apre a curiosi- tà finora marginali per gli artisti che gli furono vicini e che a quell’immaginario surreale e misterioso diedero volti diversi, a volte più estatici o naturalistici o onirici che esoterici.
L’esoterico è la cifra gloriosa e soddisfatta di Alessandri, come mostra il dipinto Medico condotto, pertinente  al pretesto  dell’occasione: la mostra  “Preghiere d’artista” nella tetragona e invincibile Sacra di San Michele, dove tutto pare evocare sublimi estasi visive e spirituali. Intorno ad Alessandri vi sono i vicini, gli amici, a partire da Colombotto Rosso che si è innalzato verso più alti cieli dal romitorio di Camino Monferrato, e la cui ricerca è sempre stata un viaggio interiore,  un percorso  dell’anima, come rivela anche l’Assunzione esposta alla Sacra di San Michele. Il più stretto compagno di vita e di idee, ancora attivo, è Abacuc, Silvano Gilardi, dotato di una tecnica perfezionatissi- ma, attraverso la quale dà consistenza di realtà ai suoi sogni, in una dimensione panica della grande madre terra, di respiro witmaniano. Tra i firmatari del primo manifesto di “Surfanta” va ricordato  Lamberto Camerini,  fedele allievo di Italo Cremona.  Al gruppo di “Surfanta” apparteneva  anche, come un giocoliere o un acrobata in un circo, Mario Molinari, fantasista anche nell’arte severa della scultura. Altro compagno di strada, appartato e solitario, è Bruno Schwab, così tecnicamente dotato, senza rinunciare alla libertà della fantasia, da dichiararsi, con finta ironia, maestro  falsario, come si vede nella composizione  in mostra.  Assai originale è anche l’esperienza di Giorgio Flis, partito realista e arrivato informale, con gusto e sensibilità, come si vede nel volto di Cristo. Tradizionalista invece, e neo quattro- centesco nella tradizione della ceramica giapponese raku, è Giulio Vigna.
Al di là degli stretti  confini  del movimento  “Surfanta”, la Leto registra  anche l’esperienza diversa e in diversi modi virtuosa, di artisti solitari, primo fra tutti Ottavio Mazzonis, spontaneamente dotato, ultimo erede della grande tradizione italiana che culmina in Tiepolo, dal quale Mazzonis sembra prendere il testimone. E, da lui, a un paesaggista arcaico e vibrante, Francesco Tabusso, che nel suo Paesaggio d’inverno fissa forse per l’ultima volta, un’ingenuità contadina.  Ma poi inizia a percorrere sentieri solitari riallacciando i fili dei compagni di strada dell’amato Alessandri.
Era accaduto anche a me, quasi per caso, di andare a cercare una pala d’altare nel Canavese, a Coassolo, oltre Lanzo torinese. E una persona gentile, cui chiedevo informazioni, mi aprì casa per mostrarmi le opere di un altro, a me sconosciuto, sodale di Alessandri: Giovanni Maciotta, la cui arte, sottile e sontuosa, è ben docu- mentata dalle esotiche Ortensie in mostra.
A partire da qui il cammino segreto della Leto indica sconosciute meraviglie, dal Dirupo di Agropoli di Raffaele Ponte Corvo, grafico vertiginoso, al San Francesco, come estratto da una cava, di Sergio Albano, allievo del romantico Gregorio Calvi di Bergolo. Ad essi si aggiungono i taccuini di viaggio di un architetto colto e sognato- re, in una Mesopotamia del cuore, Andrea Bruno, più a casa sua a Bamyan che nella Torino talebana di oggi.
Sono risarcimenti di una storia lacerata, prima che la Leto si cimenti nella proposta, spesso sorprendente, di giovani artisti di grande mestiere e originalmente visionari. Ancora nel clima di “Surfanta”, ormai evaporato in essenze, si possono registrare Davide De Agostini e Bruno Fassetta, estremi simbolisti.
Con loro, esotico e tellurico, in equilibrio fra Calandri e Tommasi Ferroni, sta un altro sognatore: Walther Jervolino.
Propriamente neosurrealisti possono essere considerati Rocco Forgione, narratore di favole, un immaginario infantile, e Marco Pauluzzo che sembra ripartire, nelle suggestioni musicali, dal poetico e dimenticato Luigi Zuccheri.
Eccellenti nel disegno si rivelano Luciano Spessot, con riflessioni sugli antichi mae- stri, e Sandro Lobalzo, di cui si apprezza la vena intimistica sulla scia crepuscolare di Mario Calandri.  Ma autentiche  rivelazioni sono il raffinato scultore Gabriele Garbolino Rù, ideale allievo di Adolfo Wildt, in un composto espressionismo,  e Vinicio Perugia, paesaggista solitario, le cui origini di Fabriano spiegano l’affinità della pittura  a olio con la paziente opera a bulino dell’incisore Roberto Stelluti, fabrianese, e di poetica affine.
Il percorso ordito dalla Leto è assolutamente originale. A partire dal nucleo di “Sur- fanta” indica una peculiare dimensione visionaria, anche nella prevalente matrice realistica che sembra caratterizzare tutti  gli artisti ricordati,  originari o attivi in Piemonte, come patria elettiva, tra densi pensieri e sogni.

Li osserviamo con gratitudine.

 

Il cibo buono e giusto, questa l’eredità “politica” del Salone

gusto2gusto fruttalingotto gustoLa lotta agli sprechi alimentari,  i cibi a rischio di estinzione, la salvaguardia dell’agricoltura. Ecco i temi che Petrini ha sottoposto all’attenzione dei 200mila visitatori e dell’opinione pubblica

 

Le parole con cui il patron Carlin Petrini ha inaugurato la manifestazione di Torino sono un manifesto politico, non un discorso da taglio del nastro: “Il Salone del Gusto coinvolge migliaia di persone da tutto il mondo, arrivano a Torino perchè qui si discute il futuro del pianeta. L’importanza di rafforzare la qualità e non la quantità è un concetto che è partito da qui, dal Piemonte”.

 

Chiude oggi la decima edizione del  Salone Internazionale del Gusto e Terra Madre. Organizzato da Slow Food, che è si la più prestigiosa vetrina per produttori e artigiani dell’agroalimentare di qualità, provenienti da tutto il mondo.  Ma non è una fiera, piuttosto una filosofia. Basti pensare che ha persino ricevuto il messaggio augurale di Papa Francesco: “Siete strumento di lotta contro la fame nel mondo”, ha scritto il Santo Padre agli organizzatori.

 

La lotta agli sprechi alimentari,  i cibi a rischio di estinzione, la salvaguardia dell’agricoltura. Ecco i temi che Petrini ha sottoposto all’attenzione dei 200mila visitatori e dell’opinione pubblica. Quella di Petrini è politica, una politica attenta al futuro del mondo che rischia di essere tutt’altro che roseo. Il “guru” del Salone ha ammonito Matteo Renzi: “Cerchi di salvare l’agricoltura” e tirato le orecchie a Expo 2015: “una manifestazione senz’anima: impari da noi”. E ancora: “Voglio realizzare una Foodstock del cibo”.

 

Quest’anno  i profumi, i sapori e le diverse culture sono giunte a Torino anche attraverso la folta delegazione di migranti: 102 rappresentanti di cui 70 uomini e 32 donne, per lo più giovani (l’età media è intorno ai 37 anni). L’idea è stata quella di invitare gli immigrati che fanno parte delle comunità maggiormente numerose in Piemonte (da un punto di vista demografico) per poter raccontare il contributo – in alcuni casi determinante- che queste persone danno alla filiera alimentare italiana.

 

Un nuovo strepitoso successo che ha fatto parlare di Torino nel mondo. E – c’è da esserne sicuri – la prossima edizione, tra due anni, ci riserverà nuove sorprese.

 

 

Ecco alcuni tra gli ultimi appuntamenti di oggi al Salone:

 

Ore 12 – Sala Arancio: “Narrare il cibo, creare legami” – A colloquio con Ramona Hanachiuc – vincitrice del Premio Speciale Slow Food-Terra Madre del Concorso Lingua Madre 2014 – per parlare del cibo come cultura, relazione, linguaggio d’amore. Dal 2008 una sezione speciale del Concorso Lingua Madre premia le storie delle donne straniere dove il cibo e i riti della preparazione e condivisione sono protagonisti. Il Concorso è inoltre entrato a far parte di WE Women for Expo, il network di donne dal mondo per Nutrire il Pianeta. Intervengono: Ramona Hanachiuc, autrice Magie del passato, e Daniela Finocchi, concorso letterario Lingua Madre.

 

Ore 12 – Sala Blu “L’Alleanza dei cuochi libera la gastronomia”. Sono oltre 350, dall’Italia al Marocco, all’Olanda: la rete internazionale dei cuochi dell’Alleanza cresce in tutto il mondo e si impegna a conservare e trasmettere i saperi gastronomici delle comunità. Modera: Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità – Onlus.

 

Ore 15 – Sala Agricoltura Familiare (Sala Rossa) “Ogm: una questione di regole, diritti, responsabilità”. A che punto siamo, in Europa e non solo, con le normative sugli Ogm? Qual è la situazione attuale e quali sono i prossimi passi per fare in modo che i cittadini europei possano decidere cosa coltivare, cosa mangiare e possano sapere cosa hanno mangiato gli animali che sono all’origine di parte del loro cibo? Conferenza nell’ambito del progetto “Oltre Rio+20 – semina cambiamento.org” di Oxfam, Slow Food, CeSPI, Arcs; con il contributo della Cooperazione allo Sviluppo – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Grazie al contributo dell’Unione Europea.

 

Ore 15 – Sala Azzurra “Agricoltura urbana”. Fornire alle città una parte del fabbisogno alimentare utilizzando cibo locale, e al contempo consentire anche alle popolazioni urbane di prendere parte al processo produttivo del proprio cibo, è possibile se l’agricoltura urbana smette di essere considerata un passatempo economicamente insignificante e inizia a essere incentivata come un’attività di tipo economico, ambientale e sociale. Tetti, davanzali, balconi e giardini, oltre a terreni municipali diventano i luoghi della nuova agricoltura.

 

 

Amici di Lazzaro: no alla tratta delle nigeriane

Lo studio contiene dati significativi e una analisi sulla situazione delle nigeriane: 289 sono sfruttate

 

nigeria

L’associazione Amici di Lazzaro www.amicidilazzaro.it, rende noto il proprio Rapporto annuale sulla tratta e sfruttamento. Lo studio contiene dati significativi e una analisi sulla situazione delle nigeriane a Torino e provincia. Sono state incontrate oltre 369 ragazze e donne nigeriane, di queste, ben 289 risultano sfruttate e sotto ricatto di “Maman” (sfruttatrici) o di “Bros” (sfruttatori).

 

Ecco il link per visionare nel dettaglio il  “Rapporto 2014 sulla tratta e sfruttamento delle nigeriane a Torino e provincia”.

 

http://www.amicidilazzaro.it/wp-content/uploads/2014/10/RAPPORTO-2014-sulla-tratta-nigeriana-in-torino-e-provincia.pdf

Risposta alla crisi editoriale, nasce “La Voce del Tempo”

VOCE POPOLOIl 27 ottobre in rete il sito Internet  LaVocedelTempo.it. Dal 1 gennaio 2015 le due storiche testate «La Voce del Popolo» e «il nostro tempo»saranno proposte in un unico fascicolo

 

Nell’ambito del piano di rilancio sostenibile avviato nel 2012, «La Voce del Popolo» e «il nostro tempo» presentano due importanti novità editoriali come prima risposta dei media cattolici alla crisi dell’editoria.

 

Il 27 ottobre 2014 www.lavocedeltempo.it sarà in rete il sito internet d’informazione giornalistica, diretto da Luca Rolandi e curato dalle redazioni dei settimanali.

 

Debutterà, invece il 1 gennaio 2015 la nuova edizione cartacea, unitaria, delle tue testate «La Voce del Popolo» e «il nostro tempo».  I giornali si presenteranno abbinati sul fronte e sul retro in uno stesso fascicolo; pubblicazione doppia in formato tabloid di 40 pagine a disposizione in abbonamento cartaceo, nelle parrocchie, nei punti vendita tradizionali (librerie e santuari) ed in edicola.

 

Il progetto editoriale integrato sarà presentato in un incontro con i media dai direttori delle due testate Paolo Girola «il nostro tempo», Luca Rolandi «La Voce del Popolo» e Alessandro Battaglino, amministratore della Prelum, società editrice dei giornali cattolici.

 

 

La tempesta perfetta su Chiampa Napoleone

chiampa manifestonapoleone2Spese pazze, Murazzi, firme false e Renzi-vampiro: se Chiamparino vive sotto una buona stella, beh stavolta ha l’occasione per dimostrarlo davvero, perché la dea bendata non si lascia intimorire dalla minaccia di dimissioni

 

Pare che Napoleone Bonaparte, a chi gli magnificava la bravura e le capacità strategiche di un generale, chiedesse: “Ma è anche fortunato?”. E’ questa la domanda che verrebbe da porre oggi, riguardo alle più recenti vicende che toccano da vicino il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino. Infatti, fino a poco tempo fa, erano in molti a scommettere, oltre che sulla sua bravura, soprattutto sulla sua fortuna, fin da quell’occasione antica in cui si trovò, lui deputato di terza fila, a dover sostituire nell’arco di pochi giorni il povero Carpanini, quale candidato sindaco di Torino, ponendo le basi della sua irresistibile ascesa nei salotti e nella politica piemontese.

 

E anche la nuova avventura in Regione sembrava cominciata sotto la stessa buona stella. Presidente della Compagnia di S. Paolo, seduto sulla più grande cassaforte del Piemonte, era tuttavia scontento per quello che gli pareva un pensionamento anticipato, e inoltre infastidito dalla curiosità della magistratura sui rapporti tra il Comune da lui diretto e i gestori dei locali ai Murazzi. Ma ecco che, quasi con un colpo di bacchetta magica, in pochi giorni i giudici mandano a casa anticipatamente la Giunta Cota, decretando – dopo 4 anni – che non aveva diritto a governare e contemporaneamente la questione Murazzi viene scaricata sulle spalle dell’ex- assessore Altamura e dei funzionari. Chiamparino trova praterie di consensi disponibili in ogni angolo del Piemonte, anche per le divisioni suicide del centrodestra, vince a mani basse e si insedia trionfalmente in piazza Castello. Passa poco tempo e il presidente dell’Emilia Errani si dimette per una inaspettata sentenza a lui sfavorevole, ed ecco che il nostro Sergio diventa addirittura presidente dei presidenti di Regione, emulando Ghigo e affiancando Fassino al vertice dell’Anci, predisponendosi a dominare incontrastato la scena nazionale e locale.

 

Ma ecco che qualcosa si inceppa nell’ingranaggio di fortunate coincidenze, beninteso abilmente sfruttate dall’interessato. A Torino un Gip decide che pranzi, cene e regali pagati con i soldi pubblici sono da sanzionare a destra come a sinistra, e due assessori, oltre al capogruppo-segretario del Pd, vedono la loro archiviazione messa in discussione. Mentre procede senza soste l’azione degli inquirenti di verifica sulla regolarità delle firme a sostegno della lista Chiamparino, e pare che anche su questo terreno la maggioranza abbia motivo di preoccuparsi (del resto si sa, chi di ricorsi ferisce…). Intanto a Roma l’amico Matteo, da Chiampa sostenuto fin dalla prima ora, gli tira un bidone, imponendo alle Regioni 4 miliardi di tagli nella legge di stabilità, costringendo il presidente ad attaccarlo frontalmente e a studiare un fantomatico “lodo” per ridurre i danni (ma a saldi invariati).

 

Il tutto mentre aleggia sulla stessa Regione Piemonte lo spettro del default, a causa di 14 miliardi di debiti (mutui più fornitori) cumulati da tutti, ma di cui gli ultimi arrivati devono farsi carico, con un programma “lacrime e sangue”, di tagli, dismissioni e praticamente certo aumento delle tasse, che non sembra potrà migliorare il consenso verso l’attuale maggioranza. Insomma un  4-0 a fronte del quale verrebbe da esclamare: esageruma nen! Questo è il quadro che qualcuno ha definito da “tempesta perfetta”, e se Chiamparino vive sotto una buona stella, beh stavolta ha l’occasione per dimostrarlo davvero, perché la dea bendata non si lascia intimorire dalla minaccia di dimissioni.

 

Ghinotto

Città metropolitana, non c’è il becco di un quattrino

provinciacastello piazzaLa situazione è piuttosto allarmante. L’equilibrio dei conti della costituenda Città Metropolitana potrebbe venir meno nel 2015, se venissero confermati i tagli ai trasferimenti statali e regionali ed il prelievo forzoso di risorse, stabilito quest’anno dal Governo

 

Lo scontro tra Sergio Chiamparino e Matteo Renzi sui tagli che il governo intende imporre alle Regioni, si sta replicando per quanto riguarda i rapporti tra la nuova Città Metropolitana e Roma. Ora, in attesa della riunione del primo Consiglio metropolitano, giovedì prossimo 30 ottobre, nell’aula della ex Provincia, a fare la voce grossa è il supersindaco della Grande Torino, Piero Fassino.

 

L’elenco dei temi che Fassino, anche a nome degli altri territori piemontesi vuole sottoporre a Palazzo Chigi è lungo, ed è stato concordato alla riunione dell’Unione Province Piemontesi tenutasi nei giorni scorsi: “La difficile situazione finanziaria delle Province piemontesi, le incognite sul riordino delle funzioni loro assegnate, il futuro della Città Metropolitana di Torino, che erediterà dal 1° gennaio 2015 funzioni e attribuzioni di quella che fu la prima Provincia italiana (istituita nel 1859); ma soprattutto il destino di servizi fondamentali di area vasta (dalla viabilità ai Centri per l’Impiego, dalle scuole medie superiori alla regolazione del trasporto pubblico e della gestione dei rifiuti) che le Province hanno sinora assicurato ai territori e ai cittadini e che ora sono nel limbo di un processo di riforma tutt’altro che concluso”.

 

Alla riunione erano presenti, con il Sindaco metropolitano e Presidente dell’Anci, Fassino, il Presidente dell’Unione Province Italiane Alessandro Pastacci, il Vice-Presidente della Provincia di Torino, Alberto Avetta e l’Assessore provinciale alle Attività Produttive, Sergio Bisacca. L’Unione Province Italiane, l’Anci e l’Uncem sono sul piede di guerra e intendono “fare fronte comune per chiedere al Governo di ridurre il taglio di risorse per un miliardo e 300 milioni di Euro alle Province, previsto dalla Legge di Stabilità all’esame del Parlamento. Chiedono inoltre al Governo una riduzione di 100 milioni di Euro del prelievo forzoso di risorse e l’azzeramento delle sanzioni agli Enti locali che sforano il Patto di Stabilità. I tagli operati dal Governo vanno peraltro ad aggiungersi alla riduzione dei trasferimenti regionali per l’esercizio delle funzioni delegate alle Province ed al calo degli incassi provenienti dall’IPT e dall’addizionale sull’assicurazione RC auto, delineando un quadro allarmante”

 

La situazione è piuttosto allarmante. L’equilibrio dei conti della costituenda Città Metropolitana potrebbe venir meno nel 2015, se venissero confermati i tagli ai trasferimenti statali e regionali ed il prelievo forzoso di risorse, stabilito quest’anno dal Governo e rinviato dal 31 luglio scorso al 30 aprile prossimo. C’è il rischio che neanche le programmate dismissioni immobiliari e di partecipazioni azionarie siano sufficienti a far quadrare i conti. 

 

“Quello che è certo è che – dicono i rappresentanti delle Province – oltre a vedersi praticamente azzerata la possibilità di effettuare scelte discrezionali sulle spese, le Province rischiano di non riuscire più a garantire il livello minimo di servizi. La Provincia di Cuneo, ad oggi, ha risorse per appaltare lo sgombero neve solo nel 50% della viabilità di propria competenza. Senza contare il problema degli eventuali esuberi di personale, che alcune Province chiedono di poter affrontare con il prepensionamento dei dipendenti con maggiore anzianità”. 

 

(Foto: il Torinese)

 

In biblioteca per una consulenza gratuita

libriNotai, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti e geometri, in collaborazione con i rispettivi Ordini, per offrire un orientamento fra le problematiche della vita quotidiana

 

Le Biblioteche civiche torinesi riprendono da ottobre ottobre il servizio al cittadino di consulenze professionali gratuite con Notai, Avvocati, Commercialisti, Ingegneri, Architetti e Geometri, organizzato in collaborazione con i rispettivi Ordini, per offrire un orientamento fra le problematiche della vita quotidiana. Una prima consulenza per ottenere pareri informali e porre quesiti di pronta soluzione. È possibile prenotare un appuntamento nei giorni e negli orari previsti, contattando direttamente le Biblioteche civiche di interesse oppure attraverso Torinofacile.

 

(www.comune.torino.it)

Andar per Langa sul bus dei tartufi

langheI mezzi arrivano e partono da Alba: due le linee e 12 i Comuni attraversati per chi è in possesso di un biglietto della durata di 24 ore, gratis per i bimbi

 

Ora che sono diventate patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, le Langhe hanno il loro  bus turistico. Si tratta del servizio Sightseeing Tour che inizia a funzionare proprio sabato, nel primo  giorno della 84a Fiera del Tartufo Bianco d’Alba. Il bus sarà operativo ogni weekend e  nei giorni festivi fino al 30 novembre, a cura di Bus Company-Ati Trasporti Interurbani spa, dell’Ente Turismo e del  Consorzio Monferrato Roero. I mezzi arrivano e partono da Alba: due le linee e 12 i Comuni attraversati per chi è in possesso di un biglietto della durata di 24 ore, gratis per i bimbi.

Incinta di 4 mesi muore nello scontro stradale

AMBULANZAIl cinquantaduenne di Mercenasco, che guidava l’altra vettura è stato portato in ospedale sotto choc

 

Era incinta di 4 mesi, la 38enne morta in un incidente stradale avvenuto  a Strambino. Si trovava su un’auto guidata dalla sorella quando la vettura si è scontrata all’incrocio tra via Kennedy e strada per Carrone, con un altro veicolo che probabilmente non ha rispettato il semaforo il rosso. Sono stati inutili tutti  i tentativi di salvare la donna, morta sull’elisoccorso. Il cinquantaduenne di Mercenasco, che guidava l’altra vettura è stato portato in ospedale sotto choc.

 

(Foto: il Torinese)

Firme regionali tarocche, svolta (a sinistra) nell’inchiesta

elezioni ieiaseggiochiampa manifestoPotrebbero già esserci i primi indagati nell’ inchiesta condotta dai pm Patrizia Caputo e Stefano Demontis che hanno ascoltato le testimonianze di decine di sottoscrittori

 

Torna in scena persino Michele Giovine, l’ex consigliere regionale dei Pensionati noto per la vicenda delle firme false che ha fatto cadere la Regione di Roberto Cota. Visto che la vendetta è un piatto che si consuma freddo, Giovine deve aver goduto parecchio nel presentare un ricorso contro le liste di Chiamparino utilizzando le stesse motivazioni che il centrosinistra aveva impiegato per far decadere le liste del centrodestra. Secondo il “pensionato”, se venissero accertati i taroccamenti delle firme verrebbe a mancare il sostegno del corpo elettorale alla Regione. Così come i tribunali decisero per la precedente amministrazione.

 

In effetti una nuova mazzata giudiziaria potrebbe abbattersi sul centrosinistra dopo il “richiamo” a processo degli esponenti della maggioranza regionale – quasi tutti del Pd –  coinvolti nella vicenda di Rimborsopoli e dopo i rinvii a giudizio per la vicenda degli affitti dei Murazzi. Ora torna alla ribalta la storia delle firme tarocche che, si sospetta, possano essere state raccolte alle ultime elezioni regionali per la presentazione delle liste collegate al candidato presidente Sergio Chiamparino. Potrebbero già esserci i primi indagati nell’ inchiesta condotta dai pm Patrizia Caputo e Stefano Demontis che hanno ascoltato le testimonianze di decine di sottoscrittori. La procura torinese ha ordinato anche alcune consulenze ad esperti calligrafi per valutare eventuali firme fasulle.

 

Ieri gli agenti della squadra di polizia giudiziaria hanno fatto un superlavoro a Sant’Antonino di Susa dove, nella locale stazione della polizia municipale, hanno interrogato i 250 sottoscrittori della lista Monviso, a sostegno del candidato presidente e oggi governatore Chiamparino. E siamo solo all’inizio.

 

(Foto: il Torinese)