ilTorinese

Quando il ‘Capitano’ era una recluta

Consegnata a Matteo Salvini la tessera di socio onorario dell’Associazione Undicesimo Battaglione Fanteria Casale

 

Correva l’anno 1995 ed un giovanissimo Matteo Salvini venne a Casale come recluta dell’Undicesimo Battaglione Fanteria Casale.

A distanza di diversi anni mercoledì, mentre si trovata a Valenza per un appuntamento a sostegno della candidatura a sindaco di Maurizio Oddone, ha ricevuto dalla segretaria dell’Associazione Undicesimo Battaglione Fanteria Casale, Ester Patanella, una pubblicazione di Ettore Bongiovanni sulla storia del glorioso Battaglione, che ha terminato la sua attività nel 1999, e la tessera di socio onorario dell’Associazione.

Rivoli: Ritrovati 19 kit nuovi per tamponi Covid

Restituiti dagli agenti del Commissariato all’ASL di Cuneo

Nella serata di ieri, si è presentato presso il Commissariato di Rivoli un cittadino con una scatolone, in materiale isolante bianco, simile al polistirolo.

 

L’uomo lo aveva trovato casualmente, in giornata, sul cavalcavia della tangenziale di Torino, nei pressi del sito di Orbassano, non sapendone indicare la provenienza. Viste le grosse dimensioni e le indicazioni aveva dedotto che potesse contenere qualcosa di importante e lo aveva per questo portato in Commissariato a Rivoli.

Esaminando l’imballo, che riportava la scritta ATTENZIONE GHIACCIO SECCO e un’etichetta con la dicitura SARS COV 2 AMP 192T KIT, i poliziotti hanno capito che il materiale farmaceutico/sanitario era deperibile. Dopo una serie di accertamenti, resi più difficoltosi dall’ora tarda, gli agenti hanno appurato che l’imballaggio conteneva diversi kit nuovi per effettuare i tamponi covid, immersi in ghiaccio secco, che si sarebbero rapidamente deteriorati, diventando inutilizzabili se non fossero stati subito ricollocati.

Tale rischio, però, è stato sventato e, dopo accordi con la Direzione Sanitaria dell’ASL di Cuneo, all’una di notte un’Unità Specializzata dell‘Ospedale di Cuneo ha ritirato l’imballaggio presso il Commissariato di Via Pavia, salvandone la funzionalità.

 

Libero e anticonformista: così era Daverio, il “critico non criptico”

Di Pier Franco Quaglieni/ Philippe Daverio e’ stato un grande studioso di storia dell’arte. Più contenuto e sobrio dI Sgarbi,  non ha mai voluto essere un accademico e basta

E’ stato un grande e brillante divulgatore dell’arte e del patrimonio storico del Paese che seppe difendere con coraggio senza lo snobismo del Fai o di “Italia nostra”; aveva un modo di parlare e di scrivere seducente che colpiva anche gli incolti, virtù molto rara in un uomo di cultura.

Pur provenendo anche lui dal mondo sessantottino si era presto affrancato dagli stilemi ideologici e sociologici che inquinano l’estetica. Presentandolo a Torino all’ Unione Industriale con Giancarlo Bonzo, io parlai di lui come dell’Anti- Argan. Tanto intellettualistico quest’ultimo, tanto limpido e immediato fu Daverio. Fu straordinariamente efficace in televisione, dimostrando una comunicativa che neppure Alberto Angela possiede.
Ma definendolo così, volevo anche mettere in evidenza il suo spirito libero. Fece l’assessore a Milano con la Lega, ma non ci furono mai sbavature di parte nel suo lavoro di critico.
Quella definizione gli piacque e rimase oltre venti minuti a dialogare con me, quasi congelando il tema che avrebbe dovuto trattare e poi affronto’ con ricchezza di argomenti e smagliante vivacità di toni.
I critici d’arte sono spesso criptici ed evanescenti nel linguaggio, Philippe invece amava la chiarezza cartesiana del linguaggio, impastato a volte da illuminazioni volteriane. Con la sua morte l’Italia perde uno dei suoi pochi intellettuali liberi e non conformisti,  una merce rara, quasi introvabile. E‘ stato un chierico che non ha tradito. La sua morte a poco più di 70 anni mi commuove e non mi consente di scrivere di più. La sua intelligenza è  stata troncata da un male contro cui ha saputo combattere con stoicismo e coraggio.Per dirla con Croce ,la sua vita intera con la sua inesauribile vivacità e’ stata preparazione alla morte che non segnerà certo l’oblio di un impegno non effimero per la cultura e per l’arte mai disgiunte dall’amore per la libertà.

A che punto è la notte

Dalla morte di Cesare Romiti ai 35 giorni alla Fiat il passo è breve. 40 anni giusti giusti. Si rientrava la terza settimana d’Agosto, visto che agli inizi di settembre incominciava la Festa dell’Unità al Parco Ruffini.

Concerti al Palasport ricordando di quando giocavamo a Basket. A 23 anni hai il mondo in mano. Magari ancora per poco. Stava cominciando la stagione delle disillusioni.
Qualcosa nell’aria si sentiva. Il vento era cambiato ma ammetterlo era dura. Nel 1979 alle politiche anticipate il Pci, per la prima volta nella storia repubblicana, ebbe meno voti della precedente. Alle amministrative dell’ 80 l’emorragia sembrava finita. In particolare a Torino  l’ effetto Diego Novelli si fece sentire. Se non ricordo male superò le 100 mila preferenze. In molte schede c’era solo il suo nome. Indubbiamente il Sindaco più popolare di Torino. La conosceva a menadito. Da Gianpaolo Pansa fu soprannominato “penna bianca”. Da noi figiciotti il Santo. Perché? In via Chiesa Della Salute 47, storica sede della Federarazione, 5 piani con relativi sottotetti adibiti ad uffici. Si votava fino alle 14. Poi iniziavano gli scrutini. Notoria l’efficienza della macchina organizzativa nella raccolta dei dati elettorali. Per le prime volte una ventina di seggi campione da dove il solerte compagno telefonava in federazione ogni 100 schede scrutinate. Concretamente, in tempo reale si capiva cosa stava succedendo. Verso le 16 si capiva che i comunisti vincevano, e verso le 18 che i comunisti stravincevano a Torino. Ed eccolo Diego Novelli comparire all’orizzonte reduce da Palazzo di Città. La via bloccata dalle tante persone che leggevano i risultati sulla bacheca. Per telefonini ed internet si sarebbe dovuto aspettare un decina di anni. Il Sindaco dovette scendere dall’auto “protetto” da un un cordone del mitico servizio d’ordine del PCI. Applausi a go go. Ad un certo punto un urlo di gioia. Uno solo, un solo un grido con mille significati. Diego bacia mio figlio. Avrà avuto dai tre ai quattro anni, issato dal padre, appunto per essere baciato. Novelli sorrise ed accarezzò il bambino. Indubbiamente aveva connaturato il senso del limite che non aveva il sottoscritto. Infatti, raccontando il tutto, un po’ ci ricamai sopra. Scherzavo con il fuoco, cercando di dissacrare un mostro sacro. Il numero uno in assoluto. Sovversiva la regola che vedeva nel segretario provinciale il numero uno. Renzo Gianotti che sarebbe diventato senatore della Repubblica. Già da alcuni anni si parlava della sua sostituzione. Due galli nel pollaio: Piero Fassino e Giuliano Ferrara. Pezzi da novanta perché allora Torino contava. Ugo Pecchioli propose al giovane Fassino di diventare segretario dei Giovani Comunisti, e dopo responsabile delle fabbriche. Giuliano Ferrara il rampollo per eccellenza. Troppo romano per diventare segretario di Torino. Il braccio destro di Novelli, Giancarlo Quagliotti, magari ci fece un pensierino. Due anni dopo, con il caso Zampini fu spazzato via ed addirittura sospeso e poi espulso dal PCI. Diego Novelli denuncio’ lo scandalo e pagò momentaneamente. Al congresso del pci era tra i candidati per essere eletto nel Comitato Centrale. Fu tutto rinviato e a nulla valse la sua decennale anicizia con Giancarlo Pajetta. Al sindacato Fausto Bertinotti addirittura segretario nazionale di Rifondazione comunista. Più che sindacalista sembrava un poeta. Sostitui’ Sergio Garavini anche lui sindacalista e soprattutto torinese. Alla Fiom Cesare Damiano, grande amico e sodale di Piero Fassino , futuro Ministro del lavoro e dell’industria. Ci si stava preparando ad uno “scontro all’ultimo sangue ” tra due forze opposte. Poi si seppe che c‘erano stati incontri segreti tra le parti con in nulla di fatto. All’inizio di settembre le idee non erano così chiare , almeno nella cosiddetta base.C‘era sempre la speranza che Fiat provocasse per alzare il prezzo di richiesta di contributi. Da lì a poco si capì’ che Cesare Romiti non scherzava. Tra l’amministratore delegato Fiat e il  Sindaco non ci fu mai un buon rapporto. Indubbiamente questione di stili diversi. Diego Novelli vide nel siluramento di Umberto Agnelli da parte di Cuccia la conferma che Cesare Romiti era solo un esecutore delle volontà della finanza capitanata da Mediobanca. Nulla di più distante da quella cultura del lavoro rappresentata dal PCI, dal sindacato e sicuramente da Diego Novelli -classe 1931- che aveva imparato la lotta di classe quando aveva ancora i calzoni corti. Per l’ennesima volta stavano cambiando i cosiddetti rapporti di forza tra padronato e classe operaia. Storicamente altalenanti. Ma stava anche cambiando Torino in modo irreversibile ed in modo irreversibilmente negativo per la nostra città. Diciamola in un altro modo. La ferocia dialettica e il conflitto tra capitale e lavoro portava due cose. Sviluppo della città e formazione di una classe dirigente su tutti e due i fronti. La Storia non si fa con i se ed i ma. I fatti, ad esempio, sono che le auto Fiat non si vendevano più come una volta. Secondo, che in questi ultimi 40 anni la classe operaia è ridotta ai minimi termini. Torino vive una crisi d identità e di rapprentanza politica totale. Per decenni ha cercato di costruire e costruirsi alternative credibili non riuscendoci. Oggi siamo oltre il viale del tramonto e il non funzionamento del Sistema del paese si concretizza nel non sviluppo del nostro non-sistema. Appunto l’incapacità a più livelli di proporre per poi decidere ed attuare, realizzare. Troppo presto per poter avere una memoria condivisa. Anzi , quasi sicuramente si sprecheranno giudizi di parte che partiranno dall’ideologia e non dai fatti. Molti, fin troppi , più preoccuoati di colpevolizzare l’avversario politico che capire del perché di certi processi economici, politici e sociali. L’ideologia è nemica della Storia. Anche l’ignoranza che produce, di fatto e concretamente,  l’incapacità di proporre, decidere e fare. Vero, oggi ci sono meno soldi di ieri. Ieri non c’era il drammatico problema dell’immigrazione non controllata e dunque selvaggia. Anche se (giusto per dovere di cronaca) il romanzo A che punto è la notte di Fruttero e Lucentini e’ decisamente chiaroveggenza su quello che sarebbe avvenuto in Fiat come sull’emigrazione. Editato nel 1979, giusto un anno prima del settembre 1980. Personalmente non vedo alternative. Chi ci governa dovrebbe conoscere e sapere. E l’intelligenza si abbina al sapere.  Su questo, ultimamente siamo decisamente debolucci sia Torino che Roma.
Patrizio Tosetto

Il ruolo strategico del CAAT nella filiera agroalimentare

Ne hanno parlato, all’interno del palinsesto “Edizione Digitale- L’agricoltura al Centro” condotto da Simona Riccio, Gianluca Cornelio Meglio e Stefano Cavaglia’, rispettivamente Direttore Generale del CAAT e presidente di APGO

Agricoltura e food possono e devono essere al centro dell’attenzione del grande pubblico anche servendosi dell’ausilio dello strumento digitale.

Una dimostrazione, in epoca post Covid, è rappresentata proprio dal palinsesto dal titolo “Edizione Digitale-L’agricoltura al Centro”, che annovera l’intervento di diversi Operatori chiamati a discernere sul peperone di Carmagnola in occasione della 71esima edizione della Fiera nazionale del Peperone di Carmagnola.

A condurre questo palinsesto è la Social Media Manager Simona Riccio, che ha dialogato, lunedì 31 agosto scorso, con il Direttore generale del CAAT Gianluca Cornelio Meglio e il Presidente di A.P.G.O. FedagroMercati Torino ( Associazione Piemontese Grossisti Ortoflorofrutticoli )Stefano Cavaglia’.

“I Centri Agroalimentari – spiega il Direttore generale Gianluca Cornelio Meglio – rappresentano un’evoluzione dei vecchi mercati ortofrutticoli sia dal punto di vista delle gamme merceologiche trattate che dei servizi al loro interno erogati. Questa evoluzione non si traduce solo in un adeguamento strutturale, bensì attiene anche all’aspettoculturale; in tal senso, il Grossista di oggi è un operatore più sensibile rispetto alle specificità delle produzioni locali e più attento rispetto alle esigenze di un mercato profondamente mutato.

Il Centro Agroalimentare di Torino – che il Direttore generale ricorda essere tra i primi tre mercati italiani – deve fungere da anello di congiunzione e cassa di risonanza per favorire la distribuzione delle eccellenze del territorio e con esse del made in Italy”.

“Questo sarà il primo anno – aggiunge Cornelio Meglio – in cui il Centro Agroalimentare di Torino prenderà parte alla Fiera del Peperone di Carmagnola; ritengo questa partecipazione fondamentale, in quanto coerente con tutta una serie di iniziative funzionali a far conoscere sempre di più il Centro Agroalimentare di Torino e il ruolo strategico che lo stesso ricopre all’interno della filieraagroalimentare

“La partecipazione a questo palinsesto digitale – prosegue  Gianluca Cornelio Meglio –  consentirà di testimoniare il ruolo centrale e strategico ricoperto dal CAAT – nell’ambitodel segmento B2B – all’interno della filiera agroalimentarecon un focus su quella che è la produzione del territorio con le sue eccellenze”.

Affinchè gli attori all’interno della filiera agroalimentare – prosegue Gianluca Cornelio Meglio – possano esprimere al meglio le proprie potenzialità occorre che anche i diversi soggetti istituzionali coinvolti nel processo concorrano ad ottimizzare talune pratiche amministrative; mi riferisco, inparticolare, all’attività di esportazione di prodotti ortofrutticoli in ambito extra UE – realtà cresciuta nell’ultimo periodo all’interno del Centro – che richiede particolari adempimenti da parte degli Organi di Controllo preposti.

Talvolta le pratiche funzionali al rilascio delle relative attestazioni, da parte dei soggetti all’uopo autorizzati, non si conciliano con i rigidi tempi dettati dagli slot aeroportuali e dalla deperibilità di un prodotto che richiede celerità per conservarne freschezza e qualità; in tal senso è auspicabile un intervento di semplificazione di talune pratiche burocratiche”.

Anche il Presidente del CAAT Marco Lazzarino ha espresso viva soddisfazione per la partecipazione del CAAT alla 71esima Fiera di Carmagnola, sottolineando lo stretto rapporto che intercorre tra il Centro Agroalimentare di Torino, i produttori locali e le eccellenze presenti sul territorio, quale è il peperone di Carmagnola.

“Una delle funzioni fondamentali del CAAT spiega il suo Presidente Marco Lazzarinoè, d‘altronde, quella di promuovere la commercializzazione dei prodotti locali e proprio il peperone rappresenta uno degli esempi più significativi delle eccellenze locali. Gli organizzatori della Fiera di Carmagnola hanno, inoltre, dimostrato la capacità di riformulare, in un tempo piuttosto breve, il format della manifestazione annuale, adattandolo alle esigenze dell’epoca post Covid e garantendone la massima sicurezza, pur senza compromettere la magia, legata ad unprodotto come il peperone.

“La partecipazione quale Presidente dell’A.P.G.O.Fedagromercati Torino (Associazione Piemontese Grossisti Ortoflorofrutticoli) alla Fiera del Peperone di Carmagnola – spiega Stefano Cavaglià – risponde al nuovo ruolo che proprio i grossisti sono chiamati ad assumerequale “snodo” essenziale per la filiera ortofrutticola del nostro Paese, promuovendo la visibilità dei propri prodottinei confronti dei  clienti, nonchè permettendo di sottolinearne l’operato ad un evento di rilevante impatto mediatico e che gode di risalto nel territorio piemontese e a livello nazionale.

Il cambiamento del mercato e la sua globalizzazione, impongono al Grossista, da un lato, di puntare su un prodotto di elevata qualità, stringendo relazioni con le produzioni, proprio al fine di meglio valorizzare quanto il nostro territorio è in grado di offrire e, dall’altro, implementare i Servizi, per riuscire a raggiungere anche quelle quote di Mercato ad oggi inesplorate. Il peperone di Carmagnola rappresenta uno dei numerosi prodotti tipici del nostro territorio che, attraverso gli Operatori Grossisti, raggiungono l’ampio bacino d’utenza del Centro Agro Alimentare che comprende, oltre al Piemonte, la Valle d’Aosta, buona parte della Liguria e diversi mercati della Francia subalpina.

Questo obiettivo – prosegue Stefano Cavaglià – si persegue sia attraverso un ampliamento della gamma merceologica offerta all’interno del Centro, sia attraverso l’attivazione di servizi ad elevato valore aggiunto quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, il confezionamento, la lavorazione, il deposito a temperatura controllata ed un moderno sistema di delivery rispondente alle esigenze dell’attuale approccio distributivo.

L’occasione mi permette anche di ricordare il ruolo dei tanti Operatori Grossisti, le loro famiglie, i dipendenti, i facchini e tutti i collaboratori delle aziende, che, durante i mesi più bui dell’emergenza sanitaria, con senso di responsabilità e sacrificio,  pur legittimamente impauriti dal rischio di contagio, hanno continuato a svolgere il loro lavoro, garantendo alle famiglie piemontesi l’approvvigionamento di generi alimentari freschi, così significativi durante questo periodo, adattandosi, con sacrificio, alle misure stringenti adottate per il contenimento dell’epidemia. Inoltre, in questa circostanza, i Grossisti del C.A.A.T. hanno mostrato, ancora una volta ed in modo incisivo, la loro sensibilità verso i concittadini in difficoltà,  tramite costanti donazioni di frutta e verdura ad enti di vario genere. Tra i beneficiari di tali donazioni si annoverano il personale medico e paramedico di 5 ospedali dell’area metropolitana di Torino, il Fondo di solidarietà Covid-19, istituito dal Comune di Torino, diversi enti benefici e mense che si adoperano per offrire pasti ai senza fissa dimora e ai poveri.

Mara Martellotta 

Rom, Forzese (FdI): “Comune doppiogiochista”

“Apprendiamo con stupore che, dopo aver negato per quasi una settimana l’esistenza del problema, finalmente l’Amministrazione comunale si sia decisa ad intervenire per sgomberare il campo rom abusivo sorto dopo l’abbandono di via Germagnano.” Così Enrico Forzese di Fratelli d’Italia.

“Per primi, come Fratelli d’Italia, ci siamo recati sul posto per vedere la situazione con i nostri occhi ed ascoltare i residenti. L’Appendino aveva risposto alle sollecitazioni dell’opposizione sostenendo che, di fatto, ci fossero soltanto due roulotte abusive: ancora una volta ha mentito ai torinesi.” continua Forzese.

“Chiediamo chiarezza al Comune: quali misure saranno attuate per recuperare i 1000€ assegnati alle famiglie sgomberate in via Germagnano che non hanno rinunciato al nomadismo? Pretendiamo che quei soldi vengano recuperati coercitivamente, se necessario: si tratta di soldi e risorse dei torinesi che non possono esser buttate via nell’ennesimo regalo agli irregolari. Il Sindaco ci deve delle risposte e, per una volta, dovrà essere Chiara.” conclude Forzese.

La crisi del “Modello Milano” La paura dei piccoli paesi

Se ne occupano gli architetti e nei loro occhi compare il simbolo dell’euro che gira vorticosamente. Sognano di riempire di nuove orrende costruzioni l’intera Penisola. Colate di cemento in campagna, nei borghi antichi, sulle coste, nelle vallate alpine…

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La crisi del “modello Milano”, la paura dei piccoli paesi

 

In memoria di Dalla Chiesa

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione del 38° Anniversario dell’omicidio del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa intende ricordare la sua statura morale, prezioso patrimonio di valori civili da trasmettere alle nuove generazioni.

Il 3 settembre del 1982 il prefetto di Palermo e generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa insieme alla sua seconda moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo perse la vita in uno dei più violenti agguati mafiosi del nostro Paese. L’auto dove viaggiavano le tre vittime, l’Autobianchi A112, fu dilaniata da una violenta scarica di trenta colpi di Kalashnikov AK47.

I killer scelsero, infatti, un’arma da guerra per mettere a tacere per sempre un coraggioso servitore dello Stato troppo scomodo per Cosa nostra, il quale si era inserito efficacemente nelle dinamiche della “Seconda guerra di mafia”, dove i corleonesi stavano massacrando tutti i nemici per avere il controllo totale della “zona”. Per Dalla Chiesa “l’arroganza mafiosa doveva cessare” e in tempi brevi. Al generale bastarono poco più di 100 giorni nella prefettura di Palermo per dar voce alla speranza dei palermitani onesti, speranza che durò pochissimo perché Cosa nostra attraverso i sicari di via Carini, “sette o otto di quelli terribili”, fece ripiombare i cittadini nell’orrore delle stragi e della violenza criminale.
Cosa nostra, che aveva già compiuto tanti crimini efferati uccidendo magistrati e politici, voleva chiudere il cerchio, degli uomini onesti e difensori della Legge, proprio con la morte di Dalla Chiesa inviato a Palermo all’indomani dell’omicidio del sindacalista Pio La Torre. E così, dopo Boris Giuliano, Piersanti Mattarella, Pio La Torre e ancora tante altre vittime, quella mattina a via Isidoro Carini la rappresaglia mafiosa fece tremare una volta ancora l’Italia. E la fece tremare nel momento in cui la nostra nazione stava sperando grazie alla figura del generale Dalla Chiesa, che aveva avviato il processo di disgregazione del fenomeno terroristico in Italia, di porre ormai fine alle stragi violentissime degli Anni di piombo.
Lo Stato italiano, dopo l’ingiusta morte di Dalla Chiesa, dovette fare i conti con l’amarissimo rimpianto di non avergli mai concesso i pieni poteri, che il generale chiedeva a gran voce, per combattere Cosa nostra. Quindi, il prefetto inviato in Sicilia per combattere la mafia dopo anni di lotta al Terrorismo conclusi con gli arresti dei vertici delle Brigate Rosse, fu ucciso prima di ottenere i poteri necessari per distruggere la malavita organizzata.
Sono passati 38 anni da allora, ed ogni volta che leggiamo l’ultima intervista rilasciata a Giorgio Bocca e apparsa su Repubblica il 10 agosto 1982, ci sentiamo investiti sempre di una grande responsabilità che è quella di mantenere viva la memoria di un grande uomo, di “un innovatore attento e lungimirante” come lo ha definito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di un difensore della giustizia, medaglia d’oro al valore civile, che di valori civili ha riempito il nostro Paese negli anni in cui Terrorismo e mafia lo deturpavano insieme e senza alcuna pietà. Il 3 settembre siamo chiamati tutti a ricordare perché è il giorno del ricordo.
Il CNDDU invita tutti a ricordare la figura straordinaria del generale Dalla Chiesa, soffermandosi sulle vicende che lo hanno trascinato alla morte, rileggendo o riguardando sul canale You tube le sue interviste, ne segnaliamo una in particolare rilasciata al giornalista Enzo Biagi.
Ci rivolgiamo poi in particolare ai colleghi docenti della scuola italiana affinché continuino a portare avanti tutte le iniziative finalizzate alla legalità e alla costruzione di una forte e autentica coscienza civile. Tra pochi giorni inizierà la scuola e tra tanti dubbi e difficoltà si fa strada, a passo deciso, l’educazione civica che diventerà ufficialmente una materia come tutte le altre.
Noi crediamo fortemente che commemorare uomini come Carlo Alberto Dalla Chiesa sia già fare educazione civica, perché significa parlare ai ragazzi del ruolo attivo dei cittadini e del modo di operare dello Stato.  Dilatiamo, quindi, il tempo del ricordo e facciamo in modo di non arrivare, ogni anno, digiuni al 3 settembre. Educhiamo i nostri ragazzi al vivere civile e ai valori della legalità.

Prof.ssa Rosa Manco
CNDDU

Parole e musica in Monferrato

Sarà il Monferrato, sito Unesco, ad ospitare dal 1° settembre la quindicesima edizione di una rassegna di incontri, racconti e musica che è diventata da tempo un punto di riferimento ben oltre i propri confini.

È “PeM ! Parole e Musica in Monferrato”, la manifestazione piemontese che si snoderà tra San Salvatore, Lu-Cuccaro e Valenza e che anche quest’anno ha in serbo una serie appuntamenti di grande rilievo lungo il mese di settembre, tutti a ingresso gratuito.

Una edizione particolarmente importante questa, perché vuole essere, dopo la pandemia dei mesi scorsi, anche un segnale di rinascita per il Monferrato, una terra di grande suggestione, incastonata nella provincia di Alessandria, a un’ora da Torino, Milano e Genova.

Sette gli appuntamenti in programma, che confermano la vocazione della manifestazione a toccare mondi musicali e culturali diversi.

Parte consistente di “PeM!” è quella costituita da incontri con cantanti e cantautori che si raccontano accompagnati da una manciata di canzoni. Non concerti quindi, ma occasioni per scoprirli meglio al di là della musica. Quest’anno saranno: Motta, esponente di spicco della nuova scena rock, che presenterà il suo libro “Vivere la musica”, uscito per il Saggiatore (in programma il 1° settembre a San Salvatore), Enrico Ruggeri, punto fermo della miglior canzone d’autore italiana, recentemente anche apprezzato conduttore televisivo (il 13 settembre a Lu-Cuccaro alle ore 18) e Tosca, interprete di raffinatezza unica che l’ultimo Sanremo ha fortemente rilanciato (il 17 settembre a San Salvatore). Dal mondo musicale arrivano anche un personaggio di grande notorietà come Carlo Massarini, che porterà un volume prezioso, “Dear Mister Fantasy”, uscito per Rizzoli Lizard, che ripercorre parte della sua storia umana e professionale (il 16 settembre a Valenza), e Gildo Farinelli, storico fonico valenzano che festeggerà i suoi 70 anni con molti musicisti locali (il 24 settembre a Valenza).

PeM!” però vuole come sempre anche scavalcare il confine strettamente musicale e quest’anno ricordare il centenario di Gianni Rodari con due appuntamenti: quello con Fabio Troiano, attore noto al pubblico sia televisivo che cinematografico in una serata in cui si racconterà e leggerà testi dello scrittore e pedagogista piemontese (il 18 settembre a San Salvatore), e la tradizionale passeggiata sulle colline, che quest’anno sarà in compagnia del poeta e paesologo Franco Arminio (il 27 settembre a San Salvatore).

PeM ! Parole e Musica in Monferrato” si avvale della direzione artistica di Enrico Deregibus, coadiuvato da Riccardo Massola, ideatore della manifestazione nel 2007.

Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito ma con prenotazione su www.pem2020.eventbrite.it (per info: 3240838829 dalle 10 alle 12 dal lunedì al venerdì oppure biglietteria@valenzateatro.it )

Tutti gli aggiornamenti su: www.facebook.com/PAROLEeMUSICAinMONFERRATO

La rassegna negli anni ha ospitato nomi come Nada, Diodato, Zen Circus, Luca Barbarossa, Irene Grandi, Roy Paci, Ex-Otago, Frankie hi nrg, Marina Rei, Giovanni Truppi e, in ambiti non musicali, Guido Catalano, Ernesto Ferrero, Rosetta Loy, Gianluigi Beccaria, Natalino Balasso, Guido Davico Bonino, Anita Caprioli.

PROGRAMMA

1 settembre, ore 21: incontro con Motta (San Salvatore Monferrato)

13 settembre, ore 18: incontro con Enrico Ruggeri (Lu-Cuccaro Monferrato)

16 settembre, ore 21: incontro con Carlo Massarini (Valenza)

17 settembre, ore 21: incontro con Tosca (San Salvatore Monferrato)

18 settembre, ore 21: Fabio Troiano legge Gianni Rodari (San Salvatore Monferrato)

24 settembre, ore 21: “La musica di Gildo” (Valenza)

27 settembre, ore 17: Passeggiata in collina con Franco Arminio (San Salvatore Monferrato)

PeM! è organizzato dai Comuni di San Salvatore Monferrato, Valenza, Lu-Cuccaro Monferrato

Grazie a Fondazione CRT e Fondazione CRA

Media Partner: RadioGold, Mei, Traks

Con il patrocinio di Provincia di Alessandria, Regione Piemonte, Associazione Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sito Unesco

Le schede degli appuntamenti e degli ospiti di PeM

MOTTA

Vivere la musica, specie se è rock

martedì 1 settembre – ore 21, Parco Torre, San Salvatore Monferrato

Cantautore e rocker fra i più importanti delle ultime leve, Motta ha da poco scritto un libro, “Vivere la musica” (Il Saggiatore), in cui racconta cosa spinge a voler diventare musicisti, che ostacoli si incontrano e in che modo affrontarli. Un libro in cui condivide, riavvolgendo il nastro della sua vita, storie e riflessioni. Di questo parlerà con Enrico Deregibus, ma anche del suo suono, unico in Italia, e delle sue canzoni, forti, ipnotiche, emblematiche. Che farà sentire voce e chitarra, nude come sono nate.

ENRICO RUGGERI

Il signore della canzone

domenica 13 settembre – ore 18, Via Colonnello Mazza, 1 (Località Cuccaro), Lu-Cuccaro Monferrato

Le canzoni scritte per sé (Il portiere di notte, Mistero, Polvere), quelle per altri (Il mare d’inverno, Quello che le donne non dicono), quelle di altri (Si può dare di più), il punk e la chanson. È un mondo pieno di sfaccettature quello di Enrico Ruggeri, che sarà intervistato da Enrico Deregibus e regalerà alcuni di quei brani, tasselli di un ormai lungo percorso. Dal 1972 e dalla sua prima band sino ad oggi, quando ha affiancato alla musica la conduzione televisiva. Cadute e rinascite, profondità e leggerezze, domande e risposte. Ad esempio: Contessa era dedicata a Renato Zero?

CARLO MASSARINI

Dear Mister Fantasy

mercoledì 16 settembre – ore 21, Arena Carducci, via Carducci 4, Valenza

Dai Rolling Stones al prog rock e ai primi grandi concerti in Italia, dalle voci della West Coast ai cantautori, attraverso il punk e la scena newyorkese. Carlo Massarini presenterà, con Enrico Deregibus e Riccardo Massola, un volume prezioso, “Dear Mister Fantasy” (Rizzoli Lizard), in cui ripercorre gli anni 70 e 80 con parole e fotografie, ricordi di un giornalista e vj che ha fatto storia portando in Rai, per primo e prima di Mtv, la “musica da vedere”. Una serata per raccontare il sogno di una generazione che, grazie al rock, si è aperta al resto del mondo.

TOSCA

La classe, la voce, lanima

giovedì 17 settembre – ore 21, Parco Torre, San Salvatore Monferrato

Ascoltarla cantare è come entrare in un universo sospeso, piccolo e immenso, lontano dalla superficialità, dalle mode, dalla musica fatta a tavolino. Ed è stata ed è così la carriera di Tosca, fra tante collaborazioni, in Italia e all’estero, una vittoria insieme a Ron a Sanremo nel 1996, molto teatro e vari, mirati, dischi. Fino all’ultimo, “Morabeza”, e a “Ho amato tutto”, il brano che l’ha riportata a una popolarità che negli anni non ha mai anteposto ad una ricerca di qualità e di autenticità. Di questo e altro la cantante romana converserà con Enrico Deregibus, inframezzando alle parole una abbondante manciata di canzoni.

Ci vuole (sempre) un fiore

FABIO TROIANO legge Gianni Rodari

venerdì 18 settembre – ore 21, Parco Torre, San Salvatore Monferrato

A 100 anni dalla nascita, 50 dal Premio Andersen, 40 dalla morte, verrà ricordato il genio di Gianni Rodari. Lo faremo insieme all’attore Fabio Troiano (Cado dalle nubi al cinema, RIS in televisione), che leggerà pagine rodariane, all’editore Roberto Cicala e a Fabio Prevignano. Introdurrà Riccardo Massola. I ragazzi del coro del quarantesimo Campanone dArgento eseguiranno il brano scritto da Gianni Rodari, musicato da Sergio Endrigo e arrangiato da Luis Bacalov Ci vuole un fiore. In collaborazione con Fondazione Carlo Palmisano e Biennale Junior di Letteratura per ragazzi.

GILDO FARINELLI

50 anni di musica a Valenza e dintorni

giovedì 24 settembre – ore 21, Arena Carducci, via Carducci 4, Valenza

Intervistato da Fabrizio Laddago e Luca Ficalbi di Radiogoldtv, Gildo Farinelli racconterà 50 anni “al servizio” della musica come fonico. Per una sera si esibiranno per lui: Andrea Amisano (Utopia), Jo Jo Giolo (Asilo Republic), I Mambo, Max Charlie Chiarlone (Anime in plexiglass), Lucio Milano (Amici del jazz Valenza) e il chitarrista Roberto Pasino. Un modo per sottolineare l’indispensabile contributo di tutti gli addetti ai lavori del settore musicale, un comparto economico di vitale importanza per il nostro Paese.

CAMMINATA POETICA RICORDANDO RODARI CON FRANCO ARMINIO e la COLTELLERIA EINSTEIN

domenica 27 settembre – partenza ore 17, Crossodromo Rizzetto Loc. Valdolenga, San Salvatore Monferrato

Camminata di circa 5 km, al tramonto, sulle colline del Monferrato accompagnati da Franco Arminio, poeta e “paesologo” che come sempre “porterà la poesia ai generosi”, e omaggerà la figura di Gianni Rodari. Letture a cura della Coltelleria Einstein. In collaborazione con la Biennale Junior di Letteratura per ragazzi

Il Centro Agroinnova dell’Università di Torino diventa maggiorenne

Laura Curino per la Salute delle Piante e la Responsabilità Sociale.

Nell’Anno Internazionale della Salute delle Piante Agroinnova, il Centro di Competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale dell’Università di Torino, festeggia 18 anni di attività di ricerca, trasferimento tecnologico, formazione permanente, e comunicazione. I suoi ricercatori, improntati all’innovazione, hanno sempre lavorato per valorizzare e rendere più competitive le imprese del territorio piemontese e non solo, anche aiutandole a fare rete con imprese di altri paesi.

 

Non è un caso che il 15 settembre 2020, alle ore 21, presso il Centro Congressi Unione Industriale Torino (Via Fanti, 17 – Torino) andrà in scena la prima in Italia di ‘Partita Doppia – la responsabilità sociale in scena’, spettacolo di e con Laura Curino, distribuito dall’Associazione Culturale Muse.

 

Un dialogo immaginario e a più voci tra imprenditori che, in epoche e in situazioni geograficamente e culturalmente diverse, hanno cercato di coniugare la dimensione del profitto economico con la creazione di un benessere sociale e ambientale per tutti. Visionari e sognatori, impegnati con coraggio a creare una nuova dimensione dell’economia hanno anticipato una lettura del mercato oggi sempre più attuale.

 

Agroinnova prosegue l’azione di sensibilizzazione intorno a temi di sostenibilità, cambiamenti climatici, sicurezza alimentare. “In questo momento – precisa Angelo Garibaldi, Presidente del Centro – in cui tutti sono stati chiamati a continuare il proprio lavoro, ma con modalità differenti, Agroinnova conferma il proprio impegno per promuovere valori importanti per la salute di tutti, consapevole della necessità di guardare al futuro con occhio critico, in considerazione che la globalizzazione a tutto campo, i cambiamenti climatici e la scarsa attenzione per l’ambiente sono alla base di questa crisi che ha coinvolto tutti. D’altra parte, le crisi rappresentano sempre una grande opportunità per rivedere criticamente il passato per ripensare il futuro.

 

Tra fine Ottocento e inizio Novecento nacquero personaggi che si confrontarono per la prima volta con i grandi numeri. Oggi stiamo affrontando forse la più grande sfida dall’inizio del nuovo millennio. “Partita Doppia” parla di responsabilità attraverso le parole di Einaudi, Ford, Olivetti, Duttweiler, Churchill, Machiavelli, Gandhi, Einstein, Mandela, Roosevelt e tanti altri “pionieri del fare”.

 

Un tema quanto mai attuale. “È un anno importante quello che stiamo vivendo – racconta Laura Curino, attrice e produttrice dello spettacolo – pieno di difficoltà, ma anche ricco di opportunità di riflessione. Le responsabilità verso gli altri, l’ambiente e le piante, diventano centrali. Conosco Agroinnova da anni e ne apprezzo lo spirito. So quanto la ricerca sia importante per il nostro futuro, sia in campo medico, sia in campo agro-alimentare. L’innovazione passa dalle imprese e dalle Università, le mette in relazione produttiva. Le Università devono sapere mettere le proprie competenze al servizio delle imprese. Le imprese devono sostenere le Università. Queste sono forme di responsabilità attiva. In questo momento particolare – in cui ci paiono precluse la festa e la gioia – è un vero piacere festeggiare la maggiore età del Centro con questo spettacolo.

 

L’iniziativa si svolge nell’ambito del Festival Plant Health 2020, organizzato da Agroinnova (Centro di Competenza per l’Innovazione in campo agroambientale dell’Università di Torino), con il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino, Società Italiana di Patologia Vegetale, UNICEF Italia, Federazione Italiana Scienze della vita, International Plant Protection Convention, con il contributo di Iren e SMAT.

 

Agroinnova ha attivi un sito web (https://planthealth2020.di.unito.it/), una pagina Facebook (@lepiantealcentro) e un profilo Instagram (@lepiantealcentro) per raccontare storie, temi e attività con focus su “Le Piante, al Centro”.

 

Durante la serata saranno assicurate le norme di sicurezza e sarà necessario prestarsi ai controlli in ingresso muniti di mascherina di protezione. Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti.