ilTorinese

Nuove strutture commerciali nella Circoscrizione 5

Il Consiglio comunale ha approvato, nel corso della seduta odierna, una delibera presentata dall’assessore Antonino Iaria, riguardante la realizzazione di cinque nuove strutture di vendita nell’area compresa fra corso Grosseto, via Ala di Stura e via Massari, in Circoscrizione 5.

Il progetto era già stato approvato una prima volta nel 2018 ma era stato bloccato da un ricorso al TAR risoltosi con un pronunciamento del maggio 2019 che,  considerava sostanzialmente corretta l’operazione, chiedendo solo approfondimenti in merito all’impatto dell’intervento sulla mobilità della zona.
Nello specifico, il lotto interessato dall’intervento di razionalizzazione e riqualificazione è attualmente occupato da una serie di fabbricati di modesto valore architettonico, in condizioni di diffusa fatiscenza, già destinati ad attività marginali e attualmente in disuso. Il progetto prevede la demolizione di parte dei fabbricati esistenti e la successiva realizzazione di un nuovo complesso immobiliare costituito da due edifici che ospiteranno cinque nuovi esercizi commerciali di media grandezza, uno alimentare. La parte di fabbricato esistente che non verrà demolita, è occupata da un’azienda produttiva ancora in attività. Gli accessi alle nuove strutture commerciali, sia pedonali che carrabili, saranno rispettivamente su corso Grosseto, via Ala di Stura e via Massari.
La società che provvederà alla realizzazione dell’opera, si occuperà anche delle opere di urbanizzazione che riguardano la realizzazione del nuovo tratto di viabilità di collegamento tra corso Grosseto e via Massari la sistemazione a verde dell’area privata che verrà assoggettata all’uso pubblico e ad un parcheggio di cui una parte sarà destinata all’uso pubblico di libera fruizione per tutta la settimana.
(dall’ufficio stampa di Palazzo Civico)

Ruffino (Fi): “Una proposta per lo sblocco delle scuole guida”

“Tra le tante nefaste conseguenza provocate dall’emergenza Coronavirus c’è quella che ha visto lo stop delle attività delle scuole guida.

Il blocco del settore ha di fatto paralizzato le motorizzazioni e le scuole guida, lasciando in un limbo circa 16 mila candidati all’ottenimento della patente di guida.
Per superare questa assurda situazione ho presentato una proposta di legge per riprendere lo svolgimento degli esami per la patente B garantendo la sicurezza sanitaria di candidati e istruttori. Oltre alle misure atte a prevenire il contagio e la diffusione del virus, così che l’esame possa svolgersi in totale sicurezza, ho proposto la registrazione degli esami e la loro contestuale trasmissione telematica alle motorizzazioni che saranno chiamati agiudicarle. Questo sia per quanto attiene alla prova pratica che a un’esame orale da svolgersi con l’istruttore immediatamente dopo il test di pratica e a bordo dell’auto. E’ una proposta di buon senso sulla quale mi auguro ci sia ampia convergenza politica, così da far ripartire un settore che altrimenti rischia di rimanere bloccato fino al 2021 lasciando senza patente migliaia di persone”. Così, in una nota, la deputata di Forza Italia Daniela Ruffino.

Ricoveri in calo nelle terapie intensive. Ancora 9 vittime e 21 contagi

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 15,30 di lunedì 1 giugno

18.727 PAZIENTI GUARITI E 2.993 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 18.727 (+152 rispetto a ieri): 1.988 (+51) in provincia di Alessandria, 949 (+29) in provincia di Asti, 724 (+0) in provincia di Biella, 1.872 (+13) in provincia di Cuneo, 1.620 (+0) in provincia di Novara, 9.741 (+57) in provincia di Torino, 816 (+2) in provincia di Vercelli, 887 (+0) nel Verbano-Cusio-Ossola, 130 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 2.993 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.876

Sono i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 al momento registrato nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.876 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 648 Alessandria, 233 Asti, 203 Biella, 379 Cuneo, 333 Novara, 1.703 Torino, 214 Vercelli, 125 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 38 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 30.658 (+21 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.927 in provincia di Alessandria, 1.835 in provincia di Asti, 1034 in provincia di Biella, 2.870 in provincia di Cuneo, 2.703 in provincia di Novara, 15.619 in provincia di Torino, 1.304 in provincia di Vercelli, 1.108 nel Verbano-Cusio-Ossola, 252 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 96 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 54 ( 4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 904 (-69 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 4.104

I tamponi diagnostici finora processati sono 321.476 , di cui 178.181 risultati negativi.

Ripartire a Torino: i ristoranti in trincea tra mille difficoltà

Anche lo storico ristorante Solferino, uno dei più noti e apprezzati in città, attivo da oltre mezzo secolo,  schiacciato dall’emergenza economica causata dal  Covid: «Troppe spese, poche entrate»

«Un tempo facevamo 200 coperti al giorno. Adesso i clienti sono pochissimi, ieri sera per cena non è venuto nessuno». Queste le allarmanti confessioni di Andrea Ambrogini, titolare del noto ristorante Solferino situato nel cuore dell’omonima piazza, un tempo luogo di ritrovo abituale della crème de la crème della società torinese, dove fino a qualche mese fa occorreva prenotare con largo anticipo per riuscire ad accaparrarsi un tavolo.

I danni provocati dalla pandemia sono evidenti, ancor prima di varcare la soglia d’entrata: quasi deserto il dehor, pochi i clienti da servire. All’interno del locale la situazione non cambia: i il numero dei tavoli è decisamente inferiore al solito ma, in compenso, le loro dimensioni sono più grandi (un metro per un metro) in modo da assicurare il distanziamento sociale senza bisogno degli antiestetici e poco piacevoli divisori in plexiglass.

Alcuni paraventi in plastica posti tra i tavoli più ravvicinati garantiscono la privacy e la sicurezza dei commensali, mentre gli attenti camerieri si muovono con elegante discrezione, silenziosi come gatti, muniti di mascherina e guanti. La loro professionalità (come quella degli esperti chef) costa, e non poco, ma nelle condizioni attuali trovare i soldi necessari al mantenimento dell’attività si fa sempre più difficile.

«Quello che chiediamo sono soldi a fondo perduto», ci dice Andrea, «non mi vergogno a dirlo, ma io di tasca mia ho dovuto tirare fuori 60.000 euro in due mesi. Qualche giorno prima del lockdown avevamo pensato di fare dei tagli al personale, ma non c’è stato il tempo». A preoccuparlo è anche la perdita dei clienti abituali in pausa pranzo, che ora possono lavorare da casa grazie all’ottimizzazione dello smart working. Una perdita di entità considerevole per l’intraprendente Andrea che, negli anni, era riuscito a quadruplicare il fatturato del proprietario precedente.
«Uno dei problemi maggiori è che manca proprio la mobilità fisica delle persone», continua Andrea, «Il 60% del nostro ricavato arrivava dal turismo, nazionale o estero».

Una situazione ben più che drammatica, comune alla quasi totalità delle attività ristorative, che necessiterebbe di interventi seri da parte del governo. Per il momento, i ristoratori rimangono soli davanti al baratro.

Ilaria Losapio

Gli orchestrali del Regio “le suonano” alla sindaca: concerto davanti al Comune

E’ previsto mercoledì pomeriggio, un incontro tra la sindaca Chiara Appendino, l’assessora alla Cultura Francesca Leon e i sindacati dei lavoratori del Teatro Regio

Tema della riunione la situazione dell’ente lirico torinese, che vedrà la richiesta della nomina di un commissario ministeriale per la situazione del bilancio consuntivo che ha un passivo di 2,3 milioni di euro.

Intanto, oggi pomeriggio, in concomitanza con il consiglio comunale, gli orchestrali del Regio improvviseranno un concerto davanti al Comune per “suonarle alla sindaca” , mettendo all’attenzione dell’opinione pubblica la loro difficile situazione.

Autogrup S vince la scommessa a Milano

La Concessionaria Suzuki AUTOGRUP S, punto di riferimento del marchio Suzuki per il territorio di Torino e provincia, ha inaugurato la nuova sede di Milano. L’apertura, che avviene al termine di un periodo complesso per l’economia italiana, vuole essere anche un segnale di fiducia nei confronti della ripresa, che riparte proprio da Milano, città che più di tutte rappresenta l’Italia che vuole risollevarsi dal periodo appena trascorso.

La scelta di aprire a Milano, da decenni cuore pulsante e motore dell’economia italiana, rappresenta una scommessa coraggiosa, ma supportata dall’ormai consolidato successo delle due filiali piemontesi della società, che da dieci anni operano per la diffusione del marchio Suzuki e sono in prima linea in tutte le attività del gruppo.

Lo Showroom di Milano si trova in Viale Certosa 211, un ambiente moderno e accogliente, perfetto per la scelta della nuova vettura ed è aperto dal lunedì al sabato, con i seguenti orari:

Dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.30;

Il Sabato dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30;

La nuova sede è attrezzata con tutte le misure di sicurezza per garantire ai clienti di poter conoscere la gamma Suzuki, effettuare test drive e ricevere assistenza tecnica in completa sicurezza, grazie ai dispositivi di protezione e sanificazione migliori del mercato che ne costituiscono la dotazione.

Oltre alla disponibilità del personale specializzato direttamente in sede, è possibile contattare gli esperti di AUTOGRUP S anche attraverso il servizio #SuzukiSmartBuy. Per chi preferisce ricevere consulenza direttamente via telefono, è possibile contattare via WhatsApp il numero di telefono 340.8326000, oppure via posta elettronica l’indirizzo suzuki@autogrup.comIl personale specializzato provvederà a rispondere a tutte le richieste e a fissare un appuntamento in sede.

“Siamo lieti di poter dare un segnale di ripresa così forte proprio al termine della fase più complicata dell’emergenza Coronaviruse grati a Suzuki Italia per aver ancora una volta creduto in noi ed affidatoci questa importante sfida – Commenta Paolo Bollero, Amministratore Delegato di AUTOGRUP S – La Concessionaria si è da sempre distinta per il Servizio curato e orientato all’eccellenza che offre, ponendo al primo posto il Cliente, ed attorno a queste premesse si è costruito il progetto del Nuovo Showroom, dove troverete professionisti altamente qualificati ad accogliervi ed un ambiente sicuro che rispetta tutte le normative attualmente vigenti in termini di sicurezza”.

Lo showroom di Milano si aggiunge ai due storici attivi in Piemonte:

Torino, Corso Giulio Cesare, 324 / 328

Moncalieri, Corso Trieste, 140

Per maggiori informazioni:

AUTOGRUP S S.p.A

CIVARDI CHRISTIAN civardi.c@autogrup.com

PREMOLI MAURIZIO premoli@autogrup.com

02/38002179

Sequestrate 300 tonnellate di rifiuti speciali e 25 auto abbandonate

Torino, 300 tonnellate di rifiuti speciali e 25 auto in stato di abbandono, carabinieri sequestrano discarica abusiva.

Torino, 1 giugno Una discarica abusiva di rifiuti speciali, oli esausti, scarti di plastica e gomma, e rifiuti soldi urbani, per un peso complessivo di 300 tonnellate, nonché 25 autovetture sprovviste di autorizzazioni sono state trovate  all’interno dell’area  gestita da circolo culturale di Borgaro Torinese. È stato inoltre accertato che i titolari  alimentavano la propria attività mediante allaccio abusivo alla rete elettrica.  L’intero immobile è stato sottoposto a sequestro. Il controllo è avvenuto nei giorni scorsi.

I carabinieri della Stazione di CaselleTorinese hanno denunciato il presidente e il gestore del circolo per attività di gestione rifiuti non autorizzati e furto continuato di energia elettrica. Entrambi inoltre sono stati sanzionati per non  aver sospeso l’attivitàdella loro attività durante l’emergenza Coronavirus. Contestualmente in un altro circolo culturale di Caselle torinese, i carabinieri hanno multato il gestore e il presidente per non aver sospeso lattivitàdurante il periodo di emergenza Coronavirus

Confagricoltura chiede risposte urgenti

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte: “Il Ministero deve tener conto che per coltivare un ettaro di vigna da noi servono 600 ore di lavoro all’anno,  in altre realtà ne bastano 50”.

 

“Apprezziamo l’impegno della Regione nell’affrontare l’emergenza che si è creata nel comparto vitivinicolo, ribadendo la necessità di decisioni rapide, per poter mettere in atto tutte le iniziative necessarie nei tempi utili”.

Confagricoltura, che ha partecipato nei giorni scorsi alla videoconferenza organizzata dalla Regione Piemonte per discutere sulle misure da adottare per far fronte alle difficoltà che si sono create in seguito alla pandemia che negli ultimi due mesi ha di fatto ha bloccato le esportazioni e le vendite nel canale dei pubblici esercizi e della ristorazione, sottolinea l’importanza di intervenire con un piano di azioni coordinate, dalla distillazione di crisi alla vendemmia verde, fino alla promozione, per salvaguardare le specificità di un territorio che produce oltre il 90% dei vini a denominazione di origine controllata e controllata e garantita.

Nel corso della videoconferenza la Regione ha illustrato le proposte del Ministero delle Politiche agricole, che puntano ad attivare bandi a livello nazionale per la distillazione di crisi, ma soltanto per i vini da tavola, e per la riduzione delle rese di uva in vista della prossima vendemmia, destinando a queste iniziative risorse per 150 milioni di euro.

Si tratta di uno stanziamento insufficiente per la gravità del momento – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – che ben difficilmente riuscirà a tonificare il mercato“.

L’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e il vice presidente Fabio Carosso hanno annunciato che la Regione interverrà con un contributo finanziario aggiuntivo di circa 4 milioni di euro, da destinare sia all’incremento del contributo nazionale sulla distillazione, destinato ai vini doc e docg a condizione che l’operazione sia praticabile, sia attivando una misura strutturale per favorire lo stoccaggio dei vini da invecchiamento.

Alla Regione – conclude Allasia – abbiamo ancora ribadito la necessità di intervenire sul Ministero perché si possa arrivare a decisioni rapide, in quanto i viticoltori hanno bisogno di poter programmare l’eventuale vendemmia verde e anche la distillazione di crisi. Ciò che dobbiamo impegnarci, tutti insieme, a far comprendere al Ministero, è che la nostra viticoltura è particolarmente onerosa. Solo per fare un esempio: per coltivare un ettaro (10.000 m²) di vigneto in Piemonte occorrono mediamente 600 ore di lavoro all’anno, mentre in altre realtà di pianura e completamente meccanizzate, le ore di lavoro scendono a 90 e, in alcuni casi, addirittura sotto le 50 per ettaro. È perciò indispensabile tener conto di questa specificità, per evitare che la nostra viticoltura venga penalizzata”.

“Io Ci Credo Perché”, un 2 Giugno diverso

 In occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica, Giunta e Consiglio regionale, Prefettura, Comune di Torino, Città metropolitana, Ufficio scolastico regionale e i tre Atenei Piemontesi (Università degli studi di Torino, Politecnico e Università del Piemonte Orientale) hanno scelto di organizzare e condividere una serie di iniziative sotto il cappello di un’unica frase “Io Ci Credo Perché”, per ribadire come i valori della Repubblica e della Costituzione possano accomunare istituzioni e cittadini.

Il Consiglio e la Giunta regionale, per meglio rappresentare gli aspetti più importanti del  vivere civile e dello stare assieme, per ricordare le migliori energie messe in campo nei momenti di difficoltà, l’unità e la coesione nazionale, hanno deciso che a celebrare la giornata del 2 giugno fossero proprio le persone comuni attraverso le loro parole e le loro riflessioni.

Due sono i video realizzati per l’occasione e che saranno pubblicati in contemporanea, su tutti i siti istituzionali e dei soggetti partner della giornata, alle 12 e alle 14 del 2 giugno: il cortometraggio “IoCICredoPerchè”, 25 interviste in cui insegnanti, studenti, volontari, medici, rappresentanti delle forze dell’ordine, casalinghe, pensionati, vigili del fuoco e liberi professionisti raccontano perché credono nella Repubblica e nei valori che essa racchiude.  “Vignettisti e bambini raccontano la Costituzione” è invece il titolo del secondo video in cui grandi firme del fumetto e dell’illustrazione come Dino Aloi, Massimiliano Frezzato, Gianni Audisio, Gianni Chiostri,  Lido Contemori e Milko Dalla Battista, affiancano i bambini dei Consigli Comunali dei Ragazzi del Piemonte, nel commento agli articoli della Costituzione che più toccano da vicino la loro vita (scuola, famiglia, salute, paesaggio, lavoro, cultura). Tutte le opere inedite realizzate per l’occasione dagli artisti,  saranno donate al Consiglio regionale,  per essere poi esposte e rese visibili al pubblico a Palazzo Lascaris.

“Mai come in questo momento della nostra vita abbiamo avuto la possibilità di capire quanto siano preziosi e non scontati i valori fondanti della nostra Democrazia, come la Libertà – sottolinea Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte – Valori per cui altri Italiani prima di noi hanno donato la propria vita. Mai come oggi sappiamo di essere fortunati a vivere in un Paese che è una Repubblica. E mai come oggi il 2 Giugno è un giorno attuale da celebrare con unità. Perché solo insieme potremo ripartire davvero”.

“Io ci credo perché la nostra Carta costituzione non è solo insieme di regole giuridiche, ma anche l’insieme di regole di vita senza tempo e senza età – dichiara Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale del Piemonte –  Sono trascorsi 74 anni dalla proclamazione della Repubblica, in quel 2 giugno il popolo italiano, in tutte le sue componenti: uomini, donne, benestanti e nullatenenti, furono chiamati ad esprimere la propria scelta, quale segnale di partecipazione civile, di responsabilizzazione e di coinvolgimento per determinare il destino del Paese. Quel giorno per la prima volta i cittadini diventarono protagonisti del loro futuro”.

 

files/2020/Programma_Festa_Repubblica.pdf

L’incultura storica è nemica di un nuovo Risorgimento

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Chi scrive ha ripetutamente richiamato il pericolo potenzialmente  liberticida insito  nei decreti del presidente del Consiglio dei  ministri , ”calati dall’alto“ come ha denunciato il presidente del Senato Casellati, l’unica alta carica dello Stato che si rivela davvero interessata a difendere lo Stato di diritto che ha subito, durante la pandemia, attacchi evidenti

.
Ho anche scritto sul diritto di manifestare con responsabilità, criticando però con asprezza gli assurdi assembramenti per il sorvolo intempestivo e assurdo delle Frecce Tricolori che meriterebbe un’ indagine da parte di qualche magistrato.
.
Ho infine sconsigliato al centro- destra di manifestare il 2 giugno festa nazionale poco sentita,ma pur sempre festa nazionale. Ciò premesso, appare di una notevole gravità che questo capo popolo da quattro soldi, ex generale dei carabinieri ed ex deputato socialdemocratico, Pappalardo stia organizzando manifestazioni di protesta che violano le norme di sicurezza sanitaria, soffiando sul fuoco del disagio sociale sempre più evidente. Gli assembramenti non vanno fatti non solo perché vietati, ma perché pericolosi. E l’uso delle mascherine è un atto di tutela di se’ stessi e degli altri. Chi trasgredisce è un barbaro, un untore, un asociale stupido ed autolesionista. Queste manifestazioni non esprimono il senso della democrazia, ma sono un’offesa a chi, stando chiuso in casa per mesi, ha contribuito a contenere il contagio e sono anche un oltraggio ai morti di Coronavirus e ai medici e infermieri che hanno lottato per salvare vite umane. I Gilet arancione, figli dei forconi e della protesta dei tir, sono pericoli reali per la democrazia perché tendono a cavalcare le difficoltà economiche, agitando slogan velleitari e assurdi che minacciano la stessa convivenza civile. Chi scrive ha denunciato senza mezzi termini gli errori di governo e regioni, ma non può accettare che questo ex generale dei Carabinieri che tradisce il suo passato militare di servitore dello Stato, possa creare problemi alla già difficile ripresa. I mestatori vanno ripresi, fermarti e condannati senza mezzi termini dall’ opinione pubblica. Ed anche il centro-destra che vuole portare una corona d’alloro all’altare della Patria dopo il presidente della Repubblica che in quell’occasione rappresenta tutti gli Italiani, dovrebbe essere più cauto. Una vera destra consapevole della storia d’ Italia dovrebbe andare all’Altare della Patria, ad esempio, a deporre una corona d’alloro al Padre della Patria Vittorio Emanuele II nel bicentenario della nascita, auspicando un nuovo Risorgimento. Ma l’incultura storica della destra è  purtroppo incapace di pensare a certi gesti capaci di collegare passato e futuro.
.
Scrivere a quaglieni@gmail.com