ilTorinese

Concluso il congresso dell’associazione Marco Pannella

Si sono conclusi ieri i lavori del II Congresso dell’Associazione Marco Pannella di  Torino. Sono stati eletti Coordinatore Mario  Barbaro, Presidente Sergio  Rovasio e Tesoriera Marianna Ferrara.

Ai lavori hanno partecipato personalità della politica e della cultura di Torino e del Piemonte. I lavori sono stati aperti dal messaggio del Presidente della Regione Alberto Cirio che ha auspicato di far avere a breve le nostre valutazioni sui temi dell’emergenza in corso, dal Direttore del Centro Pannunzio di Torino, Pier Franco Quaglieni, dai dirigenti del Partito Radicale e da rappresentanti di diversi schieramenti politici e dei Diritti Umani del Piemonte.

Il Congresso ha deciso di continuare le sue lotte, proprie del Partito Radicale sui temi della Nonviolenza, dei  Diritti Civili e dei  Diritti Umani, per un Giustizia Giusta, per la difesa dei diritti dei carcerati e del personale delle carceri e ha ribadito il suo impegno nelle prossime settimane per sostenere il NO al Referendum Costituzionale laddove si intende far credere in modo truffaldino ai cittadini che il taglio ai costi della democrazia equivalga al taglio dei costi della politica.

Donna investita sulle strisce grave ma salva: muore il motociclista

In un incidente avvenuto la scorsa  notte a Moncalieri un motociclista è morto  dopo avere investito una donna sulle strisce pedonali.

E’ accaduto in strada Genova, dove il centauro  di  59 anni ha travolto  la donna e  ha perso il controllo della moto finendo a terra e sbattendo  violentemente la testa. Trasportato al Cto è morto poco dopo.  La donna, 59 anni anche lei, è un’infermiera dell’ospedale di Moncalieri ed è rimasta ferita gravemente.

Oltre 130 occasioni di lavoro a Torino e in Piemonte

Sono oltre 130 le opportunità di lavoro in Piemonte offerte da Etjca – Agenzia per il Lavoro, attiva in Italia dal 1999 e oggi uno dei primi 10 player nel settore delle APL, fra contratti in somministrazione e inserimento diretto in azienda.

In Piemonte, l’agenzia per il lavoro ricerca professionisti nel settore sanitario, metalmeccanico, della grande distribuzione e alimentare. 

Nello specifico, le filiali di Torino, Alessandria, Asti e Carrù selezionano infermieri professionali con laurea in infermieristica e OSS qualificati disponibili a lavorare su tre turni oltre a figure da inserire all’interno di supermercati della zona, come macellai, addetti all’inventario e addetti al reparto gastronomia possibilmente con esperienza pregressa nell’ambito GDO e con ottime doti relazionali e comunicative.

Per il settore metalmeccanico si ricercano verniciatori carrozzieri, operai generici, reliability engineers, fresatori, addetti alle linee produttive e serramentisti con esperienza. Nel settore dell’industria alimentare sono fortemente richiesti operai addetti al confezionamento alimentare, capi turno per azienda in ambito alimentare, carrellisti, impiegati logistici, manutentori meccanici e receptionist per la gestione del centralino e accoglienza clienti.

Alta la richiesta di specialisti nell’ambito dell’installazione, manutenzione e riparazione industriale, come elettricisti, operai termoidraulici, manutentori elettrici junior, operai termoidraulici, elettricisti industriali di cantiere. Infine le filiali di Borgomanero e Alessandra per alcuni prestigiosi studi professionali e di consulenza del territorio, selezionano con urgenza impiegati contabili di studio professionale, addetti contabilità 730 e addetti paghe e contributi.

Tutte le posizioni aperte sono consultabili sul sito www.etjca.it

+Europa a proposito di Guariniello sindaco

Riceviamo e pubblichiamo / In riferimento alle notizie apparse  sui quotidiani cittadini che indicano +Europa quale sostenitore della candidatura di Raffaele Guariniello a candidato a sindaco si rendono necessari chiarimenti e precisazioni:

  •  + Europa concorda sulla necessità di aggregare uno schieramento liberaldemocratico, che sia espressione autonoma delle forze politiche, sociali e culturali che si riconoscono in questo campo;
  • Che tale soggetto debba essere il motore di un vero cambio di prospettiva politica cittadina e metropolitana, che sappia lasciarsi alle spalle la fallimentare esperienza della amministrazione pentastellata della Sindaca Appendino e nel contempo sia in forte discontinuità anche con i limiti e gli errori delle precedenti esperienze di centrosinistra, che furono alla base della vittoria pentastellata;
  • Che non sono accettabili accordi con il M5S sotto qualunque forma e attraverso qualsiasi artificio politico più o meno originale;
  • Che la scelta dei candidati non debba passare attraverso il meccanismo degli annunci. Quotidianamente escono indiscrezioni e profili. Precisato che, seppure si tratti in linea di massima di indicazioni e suggestioni rispettabili, a nostro giudizio la scelta del candidato non può che avvenire attraverso il sistema delle primarie e quindi non sia risolvibile attraverso indicazioni, oppure, peggio, passando per trattative che avvengono a ‘fantomatici tavoli’. Nostro auspicio è che a tale competizione si debba partecipare indicando un candidato espressione politica del nostro campo liberaldemocratico e ci si debba battere perché la/il prescelta/o possa conseguire un successo nella competizione elettorale.

Alberto NIGRA, Portavoce Regionale + Europa
Marco CAVALETTO, Coordinatore + Europa Torino

Ferisce un conoscente con i cocci di bottiglia e scappa

Ritrovato poco dopo a petto nudo, con le gambe sporche di sangue

Alcune persone in piazza della Repubblica richiamano l’attenzione di una pattuglia in transito, segnalando la presenza di un uomo in corso Regina Margherita con un taglio profondo all’avambraccio. Gli operatori soccorrono il ferito ed allertano il 118. Questi racconta ai poliziotti di aver avuto poco prima un diverbio con un conoscente, cittadino marocchino di 27 anni, e di averlo visto allontanarsi al termine della discussione per poi fare ritorno con alcune bottiglie di vetro. Il ventisettenne aveva iniziato allora a lanciargliele contro. Alcuni frammenti di vetro colpiscono l’uomo al braccio, che cade ferito a terra. Al termine della colluttazione l’aggressore si era allontanato in direzione Rondò della Forca, a torso nudo. Gli operatori rintracciano lo straniero, a petto nudo e con evidenti tracce ematiche sulle gambe riconducibili all’aggressione, in via Gerdil. Il ventisettenne, irregolare sul territorio nazionale e con diversi precedenti di Polizia tra cui un episodio analogo risalente al settembre 2018, è stato arrestato per lesioni personale aggravate e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale.

Contro la cimice asiatica arriva la vespa samurai

Il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura Protopapa presenti ai primi lanci del piano triennale di lotta biologica

In Piemonte sono iniziate le operazioni di contrasto alla cimice asiatica attraverso la diffusione del parassitoide Trissolcus Japonicus, noto come vespa samurai, nemico naturale della cimice. In questi giorni in 100 siti individuati su tutto il territorio piemontese si stanno effettuando i lanci della vespa samurai, che a discapito del nome è un insetto di circa 1,5 mm ed è innocuo per l’uomo e gli animali, comprese le api.

Ai primi lanci avvenuti nei giorni scorsi hanno partecipato anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa.

“Stiamo compiendo un passo importante per tutelare l’ortofrutticoltura piemontese che vuole essere di qualità e per confermarsi tale non deve essere schiava della chimica – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – . La vespa samurai ci consentirà di risolvere il grave problema della cimice asiatica in modo naturale, dando così certezze ai nostri agricoltori e a chi vuole investire in Piemonte. Per fare questo ci sono voluti anni di ricerca, oltre alla modifica di normative a livello internazionale per poter importare questa specie dall’Oriente. L’agricoltura di qualità e d’eccellenza, naturale e biologica è il futuro del nostro Piemonte. Una delle leve su cui dobbiamo investire per garantire posti di lavoro e ricchezza alle generazioni di domani”.

Al presidente Alberto Cirio fa eco l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa: “Grazie al lavoro di vari soggetti istituzionali – sottolinea l’assessore all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa – si è potuto attuare concretamente un progetto di aiuto alle imprese agricole per prevenire e contenere i danni dell’insetto che sta devastando le produzioni ortofrutticole e di nocciole del Piemonte. Con i primi lanci della vespa samurai abbiamo avviato il piano di lotta biologica che ha una valenza triennale e il cui obiettivo finale è ottenere una progressiva riduzione delle infestazioni da cimice asiatica nel rispetto dell’ambiente e della salute umana”.

La lotta biologica alla cimice asiatica è stata avviata per fronteggiare un’emergenza che ha colpito fortemente l’agricoltura piemontese distruggendo intere coltivazioni di frutteti, ortaggi e corilicole: nel solo 2019 in Piemonte i danni derivanti dalla Halyomorpha halys ammontano a 170 milioni di euro e hanno interessato 13.500 aziende agricole.

La Regione Piemonte pertanto ha aderito al piano triennale nazionale di lotta biologica, emanato dal Ministero dell’Ambiente.Il Piemonte è infatti tra le Regioni del Nord Italia che hanno presentato richiesta ufficiale per l’immissione in natura del parassitoide T. japonicus per la lotta biologica, nell’ambito del Programma nazionale di contrasto alla cimice asiatica, elaborato dal Servizio Fitosanitario Nazionale in collaborazione con il CREA e le Regioni interessate. Dopo un complesso iter a livello nazionale per far modificare la normativa esistente del Ministero dell’Ambiente e consentire la lotta biologica con organismi utili alloctoni, si è arrivati all’autorizzazione ministeriale dell’introduzione del parassitoide oofago Trissolcus japonicus per le Regioni Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Provincia autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento.

Il Piemonte è impegnato dal 2018 nella ricerca e sperimentazione di nuove soluzioni di difesa dalla cimice asiatica attraverso il gruppo di lavoro che coinvolge la Regione Piemonte tramite il Settore Fitosanitario e Servizi Tecnico-Scientifici (SFR), l’Agrion – Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino (DISAFA), le Organizzazione dei Produttori e le Organizzazioni Professionali.

Le diverse azioni attivate in questi anni, dal monitoraggio territoriale, mediante trappole a feromoni e frappage, all’uso delle reti escludi-insetto, all’impiego di sostanze ad azione battericida e al rilievo degli antagonisti naturali, sono state rese possibili grazie al supporto di Regione Piemonte, Fondazione CRC – Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione CRT – Cassa di Risparmio di Torino e Ferrero Hazelnut Company.

I reparti cinofili scoprono hashish a Vanchiglia

Gli agenti della Sezione VII (Aurora – Vanchiglia- Madonna del Pilone)   insieme al Reparto Operativo Speciale cinofili della Polizia Municipale e  al personale del commissariato di Polizia di Stato Dora-Vanchiglia, hanno effettuato un controllo coordinato sul territorio nei pressi di lungo dora Savona e lungo Dora Napoli.

In totale sono state controllate 20 persone di varie nazionalità, prevalentemente nord africana, nigeriana e romena, risultate tutte in regola con i documenti.

Tuttavia, durante i controlli, gli agenti hanno rinvenuto e posto sotto sequestro giudiziario 9 involucri di sostanze stupefacenti corrispondenti a 24 grammi di Hashish

Sospensione degli sfratti: chi tutela i proprietari?

Riceviamo e pubblichiamo / La Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento al Decreto rilancio che  sospende tutte le procedure esecutive di rilascio (gli sfratti) fino al 31 dicembre 2020.

La sede di Torino di Ape Confedilizia stigmatizza detta decisione, che prolunga una sospensione in vigore ormai dal 17 marzo 2020 e interessa tutti gli affitti abitativi e non e tutte le procedure, sia per morosità che per locazione.

E’ una misura  gravissima, perché significa che l’esigenza di una categoria, che dovrebbe essere tutelata dal Governo e dal Parlamento attraverso la collettività, viene tutelata attraverso un’altra categoria di cittadini a proprie spese e senza alcun indennizzo.

Gli sfratti bloccati non sono quelli maturati in emergenza Covid, ma riguardano situazioni pregresse, che nulla hanno a che fare con tale emergenza.

La misura è troppo generica e riguarda tutti, anche coloro che dall’emergenza sanitaria non hanno subito danni.

Si ignorano  le condizioni economiche  del proprietario locatore, che potrebbe trovarsi privo di reddito perché ha perso il lavoro e senza l’affitto dell’unica proprietà.

Si chiede, che la politica tuteli tutti i cittadini, con il bilanciamento dei rispettivi interessi perché provvedimenti siffatti hanno effetti negativi su tutto il mercato immobiliare e rendono sempre più difficile il mercato delle locazioni.

Ape Confedilizia Torino

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Ilaria Bernardini   “Il ritratto”    -Mondadori-   euro 19,00

Valeria Costas è una famosa scrittrice 55enne che per 25 anni è stata l’amante dell’imprenditore di successo Martín Aclà, sposato con la pittrice Isla Lawndale (da tempo non dipinge e non espone) ed hanno tre figli. Dalla radio Valeria apprende che Martín ha avuto un ictus e da quel momento la sua vita vira bruscamente.

E’ semplicemente magnifico questo romanzo della scrittrice milanese 43enne Ilaria Bernardini, che parla di amore, tradimento, rimpianti, fraintendimenti, omissioni, segreti, lutti e ferite inferte dalla vita.

Valeria che è sempre rimasta nell’ombra, ma con Martin ha condiviso viaggi, case e passione e una bella fetta di vita – senza mai chiedere di più perché in fondo così le andava bene così- ora sprofonda nel terrore di non poterlo più rivedere. E cosa s’inventa per avere sue notizie e potergli stare più vicina? Chiede alla moglie di Martin di farle un ritratto da usare per la copertina del suo nuovo libro. Isla accetta, riesuma tele e pennelli, e invita Valeria a posare per lei nella sua casa londinese.

Trama a dir poco geniale e carica di suspense. Inizia così il via vai dell’amante nella casa di Martin, l’incontro con la moglie che sembra non sapere del tradimento del marito, l’approccio con la problematica figlia della coppia, Antonia, che sembra avere più feeling con Valeria che con sua madre Isla, i suoi turbolenti fratelli gemelli.

Situazione ambigua e anche pericolosa perché Valeria più volte, di soppiatto, si infila nella stanza in cui Martin incosciente è tenuto in vita dai macchinari.

Che cosa implica sapere che al piano di sopra l’amore della tua vita sta per morire, entrare in confidenza con sua moglie e i suoi segreti, non poter vivere questa tensione alla luce del sole? L’amante non ha diritti, però è anche la depositaria dei tanti racconti di vita familiare che Martin le ha fatto negli anni. Ma sa davvero chi è Martin e com’è stata la sua vita nella famiglia che non ha voluto lasciare, i tre figli concepiti con la moglie mentre in parallelo vedeva l’amante?

Infiltrandosi nella sua casa e conoscendo la sua famiglia Valeria scopre che in fondo di lui sa ben poco, sembra che di Martin ce ne fossero due, e con lei era un uomo diverso. Sono multiple le domande cardine del romanzo. Chi siamo davvero? Quanto possediamo le persone che amiamo? Quale può essere il collante di un matrimonio? Quanto è sbagliato tradire e cos’è il tradimento? Cosa lega due donne diverse unite dall’amore per lo stesso uomo? E come andrà a finire? Gustatevi il romanzo fino al finale che… forse vi sorprenderà.

 

George Simenon   “Il signor Cardinaud”   – Adelphi-   euro  16,00

George Simenon è stato molto più del padre del commissario Maigret, e grazie all’editore Adelphi scopriamo da anni la sua verve come grande romanziere prolifico, autore di circa 500 romanzi (in parte firmati come Simenon e in parte con pseudonimi). Una produzione sterminata in cui i gialli del suo celebre Jules Maigret sono 76.

Il romanzo “Il signor Cardinaud” è del 1941, e Simenon mette in campo tutta la sua raffinata bravura nell’entrare nel cuore e nell’anima del suo personaggio.

Hubert Cardinaud è un piccolo borghese, impiegato che si da delle arie  perché è il primo  della sua scalcagnata famiglia ad aver fatto un salto di qualità. Una domenica mattina al ritorno dalla messa rientra a casa e anziché trovare come sempre la moglie ad aspettarlo con i due figli si ritrova il vuoto. La sua Marthe che amava da sempre, fin da quando era un ragazzino 15enne, se n’è andata. Ha lasciato la piccola Denise di 8 mesi alla vicina, ha preso tutti i risparmi che erano in casa e ha fatto perdere le sue tracce. Hubert si ritrova con pochi spiccioli in tasca, due bambini  da gestire e una moglie da rincorrere, stanare e riportare all’ovile.

Il romanzo è la cronaca fedele dei suoi pensieri quando scopre che Marthe è scappata con un altro uomo e dei suoi tentativi per barcamenarsi durante la ricerca della moglie. La donna che amava da sempre ha spezzato la solita routine e forse è fuggita perché non si riconosceva più nel ruolo in cui l’aveva incasellata Hubert.

Un caso come tanti nella vita, ma che Simenon racconta scandagliando soprattutto la vita interiore dei suoi protagonisti…..un  romanzo psicologico con finale a sorpresa.

 

Juan Gabriel Vásquez   “Gli informatori”    -Feltrinelli-   euro   18,00

In questo romanzo dello scrittore, nato a Bogotà nel 1973, ci sono la Colombia e una pagina di Storia poco conosciuta durante la 2° Guerra Mondiale. Quella del destino degli immigrati tedeschi che quando il paese sudamericano si schierò contro l’Asse del Male (Germania, Italia e Giappone) creò delle Liste Nere (se venivi iscritto perdevi i diritti civili ed eri isolato in appositi luoghi) in cui finirono imbrigliati anche profughi tedeschi in fuga dalla follia hitleriana e che col nazismo non avevano nulla da spartire.

Su questo sfondo storico l’autore colloca la vicenda dei Santoro –padre e figlio- e un racconto che scruta il potere e i limiti delle parole, il perdono e le colpe dei genitori che ricadono sui figli.

Il padre Gabriel è un avvocato, famoso oratore studioso dei classici, vedovo che si è ritirato in una sorta di eremitaggio. E’ in rotta col mondo ma soprattutto col figlio (anche lui, voce narrante, si chiama Gabriel junior) che ha scritto il libro “Una vita in esilio” protagonista l’ebrea scampata al nazismo Sara Guterman, amica di gioventù del padre. Gabriel senior ha pubblicamente deriso e criticato aspramente l’opera del figlio. Ma cosa ha determinato un simile atteggiamento e quanto è profondo e irrimediabile il solco creatosi tra i due?

Il romanzo inizia con il padre che deve subire un intervento  rischioso e tenta di riallacciare il rapporto con il figlio che non vedeva da anni e da lì in poi è un susseguirsi di sviluppi imprevedibili, tentativi di riavvicinamento, riemergere del passato e morte che ribalta le cose.

 

 

Cent’anni fa governava Giolitti…

Di Pier Franco Quaglieni / Cent’anni fa iniziava l’esperienza dell’ultimo governo Giolitti, il quinto. Sembrava la rinascita dell’età giolittiana che si era chiusa con l’entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915

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Giolitti era contrario all’intervento perché riteneva che si potesse ottenere “parecchio“ dall’Austria attraverso le trattative diplomatiche. Forse era inevitabile quell’intervento in guerra, al di là del compimento del Risorgimento con la quarta guerra di indipendenza. Ma certamente l’Italia, pur vittoriosa nel 1918, uscì sconvolta da quella guerra. La crescita di benessere realizzata durante i governi giolittiani si era fermata. Divampava nel Paese un forte disagio sociale. La guerra aveva toccato quasi tutte le famiglie e la spagnola aveva mietuto le stesse vittime delle trincee.
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I socialisti pensarono fosse giunto il momento di fare anche in Italia la rivoluzione dei Soviet sull’onda della Rivoluzione d’Ottobre in Russia. Un colossale errore che genererà la reazione fascista. I fasci di combattimento nacquero nel 1919 anche a tutela degli ex combattenti offesi e scherniti dai socialisti. Lo stesso Gaetano Salvemini, già socialista e poi interventista e intervenuto volontario  nella guerra, fu eletto in Parlamento in rappresentanza dei combattenti. L’Italia, anche in conseguenza della pace ingiusta di Versailles che portò D’Annunzio all’impresa di Fiume, si trovò non riconosciuti i suoi diritti territoriali. Si parlò non senza ragione di <<vittoria mutilata>> . Nel 1919 c’era stata anche l’introduzione della proporzionale per le elezioni politiche che permise un’alta rappresentanza parlamentare di socialisti e popolari. In quello stesso anno Don Sturzo aveva fondato il Partito Popolare, portando direttamente  i cattolici – malgrado la questione romana – nell’arengo politico. Il fronte liberale, diviso tra una destra salandrina e un centro-sinistra giolittiano, uscì indebolito dalle elezioni del 1919. Di fronte ai partiti di massa socialisti e cattolici i liberali non seppero organizzarsi neppure in partito. Il partito liberale nacque nel 1922 alla vigilia della marcia su Roma. Quello di Giolitti di cent’anni fa fu l’estremo tentativo di salvare la democrazia liberale in Italia, riannodando i fili della sua politica prima della guerra : coinvolgere socialisti e cattolici nel governo del Paese. Lo Statista di Dronero, in un celebre discorso che gli valse l’appellativo di “Bolscevico dell’Annunziata“, aveva tracciato un programma di riforme  sociali anche molto ardite. Non a caso Giolitti aveva portato nel 1912 all’estensione del suffragio universale maschile per allargare le basi ancora troppo élitarie dello Stato nato dal Risorgimento.
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Allargare il consenso, migliorare le condizioni di vita dei cittadini attraverso un attivo riformismo fu il programma che fece di lui lo statista della nuova Italia. Il V Governo Giolitti fu in carica dal 15 giugno, ma divenne operativo nel luglio 1920. Rimase in carica poco più di un anno. Il vecchio Giolitti fu l’unico presidente del Consiglio risoluto del dopoguerra e arrivò nel dicembre del 1920 a cacciare D’Annunzio da Fiume. Il governo era espressione di liberali, popolari, socialisti riformisti, radicali, indipendenti. Agli Esteri c’era il Conte Carlo Sforza, alla Guerra Ivanoe Bonomi, all’istruzione Benedetto Croce, agli Interni lo stesso Giolitti, al Lavoro Arturo Labriola, al Tesoro Filippo Meda. L’ipotesi di un’alleanza democratica tra liberali, cattolici e socialisti venne avviata da Giolitti come l’unica soluzione  possibile alla crisi italiana, politica ed economica. Giolitti era un pragmatico molti concreto e capace.  Il Governo cercò con risolutezza di andare oltre l’emergenza post – bellica. Ma l’infuriare del ribellismo violento dei socialisti massimalisti e dei comunisti da una parte e delle squadracce fasciste dall’altra impedì il realizzarsi di una politica che avrebbe salvato l’Italia ed avrebbe evitato il fascismo. Le colpe sono da ascriversi ai socialisti e ai popolari e in parte minima allo stesso Giolitti che forse non aveva pienamente colto che il clima politico era totalmente cambiato. Quel Governo fu comunque il migliore possibile e quelli che seguirono furono fragili e deboli e finirono con Facta di consegnare l’Italia a Mussolini che rivelò invece  sorprendenti doti politiche perché con appena 35 deputati fascisti divenne nel 1922 presidente del Consiglio.
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Peccato che Giolitti non abbia più avuto da tempo uno storico serio che abbia aggiornato gli studi su di lui e che dobbiamo ancora avvalerci esclusivamente  del volume di Nino Valeri. Non sarebbe un discorso storico confrontare il Governo Giolitti con il Governo che abbiamo cent’anni dopo perché i contesti sono distanti e diversi . Ma non sarebbe neppure possibile tentare un confronto tra un grande statista e l’avvocato pugliese, anche se oggi ci ritroviamo nel pieno di una crisi peggiore di quella di cent’anni fa. Giolitti dopo Cavour fu e resta il più grande statista italiano della nostra storia unitaria.  Giolitti fu anche l’esempio del modo di intendere lo Stato da parte un piemontese che era nato nel 1842, quando il Risorgimento era di là da venire .Era stato prima di entrare in Parlamento un alto funzionario dello Stato di cui conosceva gli ingranaggi a menadito. ”Governe’ bin“ era il suo obiettivo e Salvemini che lo definì ministro della malavita ,commise un grave errore storico di cui in tempi successivi si rese pienamente conto. Anche Luigi Firpo mise in evidenza le qualità tutte  piemontesi di Giolitti che venne sottovalutato e criticato da Gobetti e anche da Einaudi. C’è  chi scrisse del mito del buongoverno giolittiano, senza comprendere lo sforzo titanico che  egli fece per cucire ,come disse, un abito su misura ad un’ Italia molto difficile e problematica: un’ impresa disperata.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com