ilTorinese

Chiodi e assi di legno

FRECCIATE  Chiaretta, la sindaca, è inarrivabile. Dopo 4 anni promessa mantenuta: rasi al suolo i campi abusivi di via Germagnano. 900 Rom prendono una buona uscita per abbandonare il campo che avevano abusivamente occupato. Che cosa ne faranno? Semplice. Compreranno chiodi e assi di legno per costruire baracche abusive in piazza d‘Armi per andarci a vivere. Se questo non è essere dei geni. I cittadini di Mirafiori e Santa Rita, questi sì regolari e non abusivi, ringraziano vivamente.

L’arciere

No al moralismo populista

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IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / La questione del referendum sul taglio dei parlamentari è questione squisitamente politica, con risvolti chiaramente costituzionali.

La coscienza non c’entra nulla e il Pd, che si è convertito di recente al  sì al taglio, non può contemporaneamente dirsi per il sì e lasciar liberi i suoi elettori.

 

Un partito politico, specie un partito che afffonda le sue radici nel vecchio PCI,  non può, su una questione del genere, oscillare per motivi di governo e di trasformismo.  E questo vale  anche per il centro-destra che pavidamente ha votato la legge e oggi riscopre in parte le ragioni del no. Guardando ai parlamentari attuali, esclusi pochissimi, verrebbe voglia di mandarli a casa con un taglio che impedisca  a molti di tornare. Ma chi ci dà la garanzia che verranno ricandidati i migliori? Nessuno, perché i parlamentari restano designati dai partiti e messi in ordine di preferenza. Il ritorno alla preferenza nessuno lo vuole. Il risparmio rappresentato dal taglio è minimo, semmai bisognerebbe tagliare l’indennità e abolire i rimborsi spesa. In ogni caso il taglio riduce la rappresentatività del Parlamento sia in sede territoriale sia in rapporto alle minoranze. Non sono un fanatico del no, ma non riesco a capire i partiti politici che si schierano e poi danno libertà agli elettori. Amalia Guglielminetti parlava di vergini folli, adesso si potrebbe parlare, come ha detto un’amica giornalista, di vergini incinte. La politica appare davvero finita e quindi la stessa democrazia è in crisi. I referendum non ammettono il ni, bisogna scegliere. Neppure su divorzio ed aborto, dove era  realmente in gioco la coscienza dei credenti e  la laicità dello Stato, vennero fatte scelte ambigue, forse obbligati da Pannella che era il leone che ruggiva in difesa dei referendum. In ogni caso va respinto il populismo moralistico di stampo qualunquistico che da Giannini a Stella confondono  la  Politica con la casta. L’unica cosa giusta della legge sul taglio  è  quella di contenere i senatori a vita in carica e non consentire ad ogni presidente di nominare senatori che possono alterare le maggioranze  parlamentari in modo penoso con senatori a vita che sorreggevano il governo Prodi. La legge avrebbe dovuto abolire e non ridurre i parlamentari eletti all’estero, un’esperienza non riuscita, anche se apparentemente giusta. I parlamentari venuti dall’estero si sono rivelati trasformisti e mediocri. In ogni caso chi non paga le tasse in Italia non deve poter votare. La legge del taglio è errata e demagogica. La cultura liberale non può non schierarsi con chiarezza per il No

 

scrivere a quaglieni@gmail.com

Se il pubblico fischia

FRECCIATE  «Non adeguato alla popolazione». È la motivazione con la quale il Comune di Massa Martana in provincia di Perugia ha deciso di non far andare in scena  la rappresentazione di Mistero Buffo di Dario Fo, per la regia di Eugenio Allegri e con Matthias Martelli sul palco, per il festival «Notti in massa».  Un divieto crea una notizia e suscita proteste. Meglio, dal nostro punto di vista, lasciare la libertà di scelta al pubblico. E meglio, secondo noi, se il pubblico fischia.

L’arciere

Morti i genitori ma i figli mandano avanti l’azienda

Silco, l’azienda gestita dai figli dopo la tragica scomparsa dei genitori


Alberto, architetto, e Davide, psicoanalista: “Non abbiamo voluto farci da parte”

Il primo novembre 2018 Miriam e Beppe Rosso, titolari dell’azienda Silco a Rivalta di Torino, morivano a Lillianes, in Valle d’Aosta, nella loro auto investita da un albero caduto all’improvviso sulla strada per Gressoney.

È stato un evento drammatico che ha cambiato radicalmente le vite dei due figli, Alberto (46 anni, architetto) e Davide (48 anni, psicoanalista) che hanno dovuto decidere, ancora scossi dal dolore per la perdita dei genitori, come proseguire l’attività della Silco, un’azienda solida (2,5 milioni di euro di fatturato e 8 collaboratori), operante nel campo del trattamento superficiale dei metalli, con un’ottima clientela e una reputazione positiva conquistata negli anni grazie al lavoro quotidiano dei coniugi Rosso. «Siamo stati catapultati – dicono Alberto e Davide – nel complesso processo del passaggio generazionale di un’impresa, tra commercialisti, notai e tutta l’ordinaria amministrazione, senza che questo delicato percorso fosse stato minimamente pianificato».

La decisione di Alberto e Davide è stata quella di impegnarsi in prima persona nella gestione dell’azienda, comprimendo gli impegni delle rispettive professioni. «Non abbiamo voluto farci da parte – spiegano – non solo per rispetto ai nostri genitori ma soprattutto per salvaguardare il lavoro dei nostri collaboratori; esistono valori etici sui quali i nostri genitori hanno fondato il loro impegno». I fratelli, anche in virtù delle rispettive competenze, si sono ripartiti i compiti: Alberto maggiormente impegnato verso l’esterno a mantenere i rapporti commerciali, Davide più concentrato sull’organizzazione interna. In questo modo è stata salvaguardata l’operatività dell’azienda, senza alcuna interruzione, continuando a servire con puntualità la clientela.

«I momenti difficili – continuano Alberto e Davide – non sono mancati, viste anche le drammatiche conseguenze del COVID, e non mancheranno; abbiamo dovuto imparare in fretta, ma siamo stati aiutati dalla capacità dei nostri collaboratori, dall’ottima intesa con le case mandanti che rappresentiamo e soprattutto dall’ingresso in consiglio di amministrazione di nostro zio Giancarlo Cortassa, che forte della sua esperienza e capacità commerciale ci è di grande supporto nella nostra attività quotidiana».

Oggi, a quasi due anni dal tragico incidente di Lillianes, Silco continua a essere un punto di riferimento per il settore del trattamento metalli, dalla sabbiatura al lavaggio, con un catalogo di centinaia di prodotti, in vendita anche online sulla piattaforma di e-commerce. Un’azienda fondata da Miriam e Beppe Rosso negli anni Settanta e oggi condotta con la stessa passione e dedizione dai figli Alberto e Davide, con l’obiettivo di assicurarle un prospero futuro.

Scuola, la Regione attacca il Governo: “non ha rispetto per studenti, insegnanti e famiglie”

Dai massimi sistemi fino alla mossa della disperazione, l’allargamento della definizione di «congiunto» per consentire di ridurre, all’atto pratico, il distanziamento sugli scuolabus: l’Esecutivo, a poche settimane dall’inizio delle lezioni, continua a non avere le idee chiare e a non dare risposte. L’assessore regionale all’Istruzione Elena Chiorino denuncia la totale inadeguatezza e la mancanza di rispetto verso studenti, personale scolastico e famiglie.

Sarebbe dovuta essere la riunione decisiva, quella in cui il governo avrebbe dovuto comunicare alle Regioni tutte le direttive ufficiali per la riapertura delle scuole, prevista per il 14 settembre. E invece, anche questa volta, dall’Esecutivo non sono arrivate risposte, ma soltanto altri dubbi e rimandi. E il tempo stringe sempre di più.

“Il fatto che più inquieta è che, dalle parti di Palazzo Chigi, pare che davvero regni ancora la confusione più totale. A partire dal riparto dei docenti e del personale, passando per i banchi – diventati ormai il tormentone di questa estate – fino alle criticità del trasporto scolastico”, dice l’assessore.
Tema sul quale l’assessore regionale all’istruzione ha sottolineato che si è giunti al paradosso, proponendo non soluzioni efficaci, ma a una proposta dal sapore di «mossa della disperazione», avanzata dal ministro dei Trasporti: “abbiamo il problema di garantire il distanziamento sugli scuolabus? Semplice, aggiriamolo estendendo agli studenti la definizione di «congiunti» e così tiriamo una riga sull’inconveniente”.

Una riga, ma con la matita blu, la vorrebbe marcare l’assessore regionale all’Istruzione, che attacca duramente l’atteggiamento del governo e chiede risposte immediate. L’esponente della giunta regionale del Piemonte reputa infatti quella del governo “una politica che, oltre a confermare la più totale inadeguatezza e approssimazione, rappresenta una mancanza di rispetto verso tutti: dalle istituzioni agli studenti, dalle famiglie a tutto il personale scolastico, fino ai sindaci, in prima linea per provare a mettere una pezza alle lacune romane.”

Per l’assessore  “sono ormai trascorsi troppi mesi per poter giustificare una tale mancanza di progettualità, considerando che la scuola dovrebbe essere al primo posto dell’agenda del governo rappresentando il futuro dei nostri figli e, di conseguenza, della nostra Nazione.

E invece si continua a brancolare nel buio, con linee guida confuse e non praticabili come quelle relative alle misure in caso di contagi sospetti – troppo macchinose e che rischiano di inchiodare l’intero sistema – e come l’assenza di soluzioni definitive per il personale”.
L’assessore regionale chiede ” soluzioni per le mamme e i papà che lavorano e che hanno drammaticamente bisogno di certezze, per la gestione dei pre e dei post scuola e per il trasporto scolastico, che deve essere organizzato in modo da tutelare anche le famiglie più numerose che hanno figli che frequenteranno corsi con orari differenti fra loro”.

L’assessore conclude auspicando che il governo” la smetta di ascoltare tutti, tranne le Regioni, che si attivi con immediatezza per individuare, una volta per tutte, soluzioni efficaci per garantire, il prossimo 14 settembre, un inizio di anno scolastico ordinato, sicuro ed evitando di penalizzare, in particolare modo, oltre a tutti i soggetti coinvolti, i nostri figli, che sono stati già privati troppo a lungo di un’adeguata modalità di istruzione e che rappresentano il futuro della nostra Italia”.

 

 

Dopo la rapina cambia maglia per camuffarsi

Sono quasi le 7 del mattino ed un uomo seduto sulle panchine in corso Palermo vede avvicinarsi due individui a lui sconosciuti. Uno dei due, cittadino marocchino di 25 anni, lo accusa di indossare il cappellino del suo amico.

L’uomo smentisce categoricamente ma il marocchino insiste, con fare aggressivo. Durante il reciproco scambio di battute, il venticinquenne si porta lentamente dietro la panchina e, approfittando di un momento di distrazione, ruba il cellulare alla vittima, lo consegna al complice ed entrambi fuggono via. L’uomo si pone al loro inseguimento ma riesce a bloccare solo il marocchino, il quale inizia a strattonarlo, strappandogli la maglietta e sferrando pugni all’indirizzo del volto. Nel frattempo un soggetto che passeggia all’altezza di via Baltea nota un individuo a torso nudo, cambiarsi rapidamente la maglietta e allontanarsi. Poco più avanti si trova improvvisamente spettatore della colluttazione in atto tra lo straniero e la vittima, quindi capisce che l’uomo visto poco prima era un complice che modificava il proprio abbigliamento per non rendersi riconoscibile. Si pone allora al suo inseguimento ma dopo alcuni metri lo perde di vista. Una pattuglia della Squadra Volante in transito interviene e divide i due. Il marocchino è lievemente ferito, un colpo ricevuto all’altezza dell’arcata sopraccigliare richiede l’intervento dei soccorsi mentre i poliziotti raccolgono la denuncia della vittima. L’uomo, scosso per l’accaduto, racconta agli operatori di essere fortemente scosso per l’accaduto in quanto il telefono era il suo unico avere, acquistato grazie ai soldi che gli erano stati consegnati dall’assistente sociale. Il venticinquenne è stato arrestato per rapina aggravata.

Scuola: problematiche e proposte per la ripresa

Riceviamo e pubblichiamo / Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani intende segnalare l’interessante contributo dell’ing. Fabrizio Piemontese, fra i tanti pervenutoci, relativo alle problematiche connesse all’inizio dell’anno scolastico 2020/2021.

“Cortese Professore,
ho avuto modo di leggere un recente comunicato stampa di CNDDU
Le scrivo per esprimere il mio completo accordo con le sue considerazioni e per riportare le mie riflessioni.
Spero in tal modo di fornire il mio contributo civico sulla questione, con l’auspicio che possa essere raccolto da qualcuno.
IL CONTESTO PERSONALE
Non sono un insegnante, ma la mia compagna è professoressa di ruolo in un liceo di Roma. Io ho compiuto 50 anni durante il lock down, senza isterismi per il mancato festeggiamento, fin dall’inizio abbiamo rispettato scrupolosamente le precauzioni indicate soprattutto il distanziamento fisico, anche durante l’estate.
IL CONTESTO SANITARIO ATTUALE
Fin dalla prima settimana di agosto era chiaro che i contagi «di Importazione», tra migranti, lavoratori stranieri e cittadini italiani di ritorno da viaggi all’estero, erano circa la metà (oltre 250 su 552 il 07/08/2020).
A fine agosto, con contagi raddoppiati, quasi tutti i giornali attribuiscono la metà dei casi ai contagi durante le vacanze tra i giovani.
Sempre a inizio agosto Massimo Galli, Ospedale Sacco di Milano, affermava su La Nazione «L’età media dei portatori del virus si abbassa. Sono persone che hanno avuto frequentazioni per motivi ricreativi in luoghi affollati, o che provengono da ambienti di lavoro dove sono presenti focolai aziendali». Nello stesso articolo di Alessandro Malpelo, il prof. Galli concludeva: «La mia impressione è che siamo messi meglio, fintanto che identifichiamo i focolai e li fermiamo con misure di contenimento e cautele. Ma non siamo ancora al momento in cui potersi permettere treni e mezzi di trasporto stipati, occorrerà trovare sistemi alternativi per spostare gente al lavoro, a scuola».
Gli esperti sembrano convinti del fatto che sarà inevitabile registrare qualche caso nelle scuole.
I dati di questi giorni dicono che in Germania hanno già chiuso 100 scuole (fonte: Rainews 24) e che a Berlino hanno chiuso 41 scuole su circa 220 (Fonte: Rai RadioTre).
LE STATISTICHE ISS
In questo contesto le statistiche ISS riportano che l’età media del contagio si è abbassata a circa 30 anni, ma non mi sembra che i dati statistici siano facilmente accessibili e disponibili a chiunque. Si tratta di una media pesata o di una media numerica? Inoltre il dato medio complessivo, come insegna la famosa “media del pollo”) potrebbe non essere rappresentativo. Molti degli esperti sembrerebbero concordi sul fatto che il dato numerico dei contagiati “estivi” è sostanzialmente diverso da quello della “fase 1”, pertanto anche se i numeri ora sono paragonabili a quelli di aprile, il confronto non si può porre solo sul piano numerico. Ma allora perchè i dati dei contagi per fasce di età da luglio a oggi non vengono riportati SEPARATAMENTE rispetto a quelli della fase 1? Si noti invece come il grafico allegato, aggiornato al 18/08/2020 sia complessivo per tutto il fenomeno pandemico dal suo inizio, ma non distingue la “fase 1” dalla fase “estate”. Conoscere le fasce di età attualmente più critiche permetterebbe forse di sapere quali potrebbero essere le classi scolastiche più a rischio (anche se poi il ruolo di fratelli/ sorelle potrebbe alterare le probabilità)?
In realtà i dati potrebbero essere analizzati anche dal punto di vista sociologico: pur nel rispetto della privacy, i dati potrebbero essere aggregati per sapere chi si è ammalato in che tipo di situazione lavorativa/ familiare si trova. Non credo infatti che chi abita nelle estreme periferie della capitale o che ha perso il lavoro con il lock down, si sia potuto permettere di fare le vacanze… Quindi il dato che potrebbe emergere da un’analisi di questo tipo potrebbe essere anche imbarazzante per alcuni ceti sociali.
I PROTOCOLLI ITALIANI
Sono uscite le direttive ministeriali, ma mi sembra che queste non affrontino le questioni cruciali. Si parla di ingressi, uscite, distanze, contatti tra alunni di diverse classi, di misurazione della temperatura ecc. Sinceramente a me, dall’esterno, sembrano questioni di “lana caprina”
Innanzitutto, se è vero che la maggior parte dei giovani sono asintomatici e trasmettono lo stesso il virus, non si capisce bene che tipo di sicurezza fornisca la misurazione della temperatura, al netto sulle decisioni su chi e dove la deve misurare.
Ma l’aspetto sostanziale secondo me è la mancanza di assicurazioni sulla qualità dell’aria e del relativo ricambio all’interno delle classi.
A questo si aggiunge la non chiarezza sulle conseguenze della presenza di un caso positivo (che al momento sembra inevitabile): si dice che “potrebbe” comportare la quarantena per la classe. A parte il fatto che in Germania chiudono le scuole e non le classi (infatti ogni professore in genere tiene lezione in più classi nello stesso istituto o, a volte, addirittura in istituti diversi), ma cosa si intende esattamente per classe? Non fanno parte delle classi anche i professori che sono in aula?
E non saranno coinvolti nei provvedimenti sanitari anche coloro che hanno contatti quotidiani con chi è in classe, ovvero i familiari degli studenti e i familiari dei professori??
Stiamo parlano di una categoria professionale, a parole ritenuta indispensabile per il Paese, ma che in pratica non dispone nemmeno di una polizza sanitaria assicurativa fornita dal datore di lavoro (lo Stato) per i rischi a cui è sottoposta.
COSA SIGNIFICA QUARANTENA
Da quanto mi risulta, l’INPS ha chiarito ulteriormente con il Messaggio n. 2584 del 24706/2020 che la quarantena (sia quella con sorveglianza attiva, sia quella precauzionale) è da intendersi come una” circostanza di incapacità temporanea di lavoro, e perciò equiparata alla malattia”.
Ricordo che una indicazione analoga mi era stata inviata dalla azienda di cui sono dipendente, fin dai mesi del lockdown.
Se questa interpretazione è corretta, a prescindere da questioni relative alla perdita di retribuzione nella prima settimana di malattia, a prescindere da questioni inerenti il possibile sovraccarico del sistema INPS (tutte le quarantene dei professori e dei familiari degli studenti), il dato che mi interessa evidenziare è che se quarantena = malattia, allora malattia = interruzione dell’attività didattica. Cioè non si può chiedere a un professore in quarantena di “proseguire in modalità DaD”.
Che tipo di anno scolastico ne verrebbe fuori?
ASPETTI PSICOLOGICI
Se i ragazzi, vista la leggerezza con cui molti di loro hanno affrontato l’estate, sembrano poco preoccupati per una malattia che non sembra colpirli gravemente, lo stesso certo non si può dire per gli insegnanti.
I dati del Ministero della Salute attestano che finchè è stato attivo il numero verde di supporto psicologico si sono registrate oltre 50.000 telefonate (http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_4_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=salastampa&p=comunicatistampa&id=5570). Sono molte le statistiche online che riportano come siamo stati tutti esposti a un forte stress psicologico.
In questa situazione, come si può immaginare che i professori possano affrontare quotidianamente il viaggio verso il “fronte” e preparare le lezioni con la dovuta serenità?
Forse che i professori servono a scuola perchè si ha bisogno di baby sitter perchè le famiglie non sanno dove lasciare i propri figli?
Non saprei, spero di no, anche perchè a me sembra che le istituzioni scolastiche siano state create per altri scopi.
IL SILENZIO SINDACALE
Non ho notato serie prese di posizione del settore sindacale scolastico. Forse perchè molti sindacati si erano “compromessi” all’inizio con posizioni nettamente contrarie alla DaD? Anche qui non so rispondere, nè sono io a doverlo fare. Mi viene però in mente quel proverbio “solo lo stolto non cambia mai idea”.
LA MIA PROPOSTA
Non sono abituato a fare proteste fini a sé stesse, cerco sempre di portare un contributo, Ma come ho detto non sono un professore, il mio è solo il tentativo di dare un contributo a una questione che sta tormentando tante persone, inclusa quella che mi sta accanto.
Per le classi elementari non ho un’idea precisa, anche perchè non so cosa hanno fatto durante la DaD, probabilmente in quel caso è vero che l’insegnamento in presenza è insostituibile. Ma forse la statistica potrebbe dirci se queste classi di età apportano un contributo davvero determinante al numero di contagi.
Lo stesso potrebbe valere anche per prima media e primo superiore (in questo caso con qualche riserva, previa attenta analisi statistica), che devono affrontare un nuovo ciclo di studi.
Per le altre classi secondo me la didattica dovrebbe essere a distanza fino a che la situazione sanitaria non sia sotto controllo (e questo da intendersi come circolazione del virus, non semplicemente come riduzione dei ricoveri o terapie intensive).
Gli studenti dovrebbero andare a scuola (a turno e con programmazione, con accessi controllati e in idonei spazi, magari divisi in 2 classi) solo per sostenere i compiti in classe e le interrogazioni (programmate come per gli esami dell’Università). Questo consentirebbe di disporre di voti e giudizi validi che potrebbero consentire anche di fermare chi non ha mezzi per proseguire.
La concreta prospettiva di andare incontro a una bocciatura “regolare” potrebbe forse responsabilizzare maggiormente quegli studenti che durante la DaD si sono lasciati andare (che poi magari erano gli stessi che non seguivano le lezioni in classe o avevano un rendimento scarso con la scuola in presenza?).
Inoltre l’età dell’obbligo scolastico dovrebbe essere innalzata, per consentire a chi dovesse rimanere indietro a causa di tutta questa situazione di poter recuperare.
La dislocazione dei professori nelle classi dovrebbe essere temporaneamente riformulata per evitare che possano essere sia nelle prime che nelle altre classi.
Le riunioni di lavoro dei docenti dovrebbero essere a distanza.
Insomma, per molte settimane l’Italia è stata additata come esempio a livello mondiale, ma a me sembra che ora si stia perdendo questa prerogativa, prevalendo la tendenza a emulare le decisioni di altri Paesi, prendendo decisioni sulla scia di considerazioni meramente economiche, invece di continuare a fare da apripista per uscire dal “pantano”, guidati da priorità di ordine sanitario, come la tutela della salute pubblica.”
IL CNDDU auspica che si possano trovare concrete soluzioni alle problematiche inerenti all’inizio dell’anno scolastico e accoglie con favore la disposizione del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in merito alla misurazione della temperatura a scuola, perché fra le tante perplessità che avevamo enucleato, una per la quale si può trovare una facile soluzione è proprio la misurazione della temperatura da non demandare alle famiglie, come tanti esperti sostengono.

Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU

Quando perdere il pullman costa l’arresto

L’uomo era destinatario di un provvedimento di custodia cautelare in carcere

Era diretto in Svizzera, ma la destinazione finale è la casa circondariale Lorusso e Cotugno. Sabato pomeriggio gli agenti della Squadra Volante intervengono presso la biglietteria dei terminal bus in corso Vittorio Emanuele II. Un trentenne di origine camerunense ha appena perso un pullman e pretende di essere rimborsato all’istante. Il dipendente gli spiega di essere impossibilitato ad ottemperare alla sua richiesta nell’immediato, illustrando la corretta procedura da seguire. Lo straniero inizia a dare in escandescenze. In fase di accertamenti gli operatori scoprono un provvedimento di custodia cautela in carcere a carico del trentenne, emesso a gennaio dello scorso anno dal Tribunale di Ravenna, per detenzione di sostanza stupefacente. Perquisito personalmente, il camerunense viene trovato in possesso di una patente di guida risultata inesistente per la motorizzazione, quindi falsa. L’uomo riferisce di averla acquistata sei mesi prima al prezzo di circa 180 euro. Inoltre, nelle tasche dei pantaloni, viene rinvenuto un frammento di hashish, per il quale lo straniero è stato sanzionato amministrativamente.

Zone a rischio: “Servono telecamere in Barriera”

Posizionamento di telecamere immediato nelle zone a più rischio in Barriera di Milano

 

“In questo ultimo periodo le aggressioni agli agenti di polizia avvenute in Largo Palermo, Piazza Montanaro, Via Scarlatti ang. Via Montanaro hanno confermato ed evidenziato “se ce n’era ancora bisogno” dopo le svariate petizioni, interpellanze della Circoscrizione 6 nonché del sottoscritto , che nelle suddette zone occorre intervenire immediatamente con soluzioni definitive e non estemporanee, con posizionamento di telecamere e aumento dell’ illuminazione pubblica”

Così il Capogruppo Raffaele Petrarulo del Gruppo Sicurezza e legalità che ha presentato una Proposta di Mozione in cui chiede alla Sindaca di impegnarsi a posizionare immediatamente le telecamere nei seguenti punti:

PIAZZA BOTTESINI/FORONI

LARGO PALERMO ANGOLO VIA SESIA

VIA SCARLATTI ANGOLO VIA MONTANARO

PIAZZETTA MONTANARO

A richiedere a Iren di potenziare l ’illuminazione e la luminosità nei punti sopracitati

A richiedere al Tavolo della Sicurezza un continuo presidio “fisso e mobile” h. 24 per contrastare quanto di illecito sta avvenendo, e dare una risposta forte e incisiva a chi del “malaffare” pensa all’impunità più completa.

Olio e olive liguri protagonisti da Affini tra musica e mixology

Proseguono gli appuntamenti estivi presso  Affini Porta Palazzo Riv.2 in Piazza della Repubblica 3 a Torino.

Dopo il terzo appuntamento con il Festival musicale “Tra l’Oleandro e il Baobab” a cura di Gipo di Napoli di ieri, Giovedì 27 agosto, dalle 18.30 circa, si terrà una serata dedicata alla mixology con l’incontro tra i sapori della liguria e quelli piemontesi. A fare visita ad Affini saranno infatti l’olio e le olive del brand ligure Olio Roi, tra pairing e miscelazione insieme al produttore Paolo Boeri.
 
Gli appuntamenti estivi di Affini Porta Palazzo Riv.2 che si concluderanno in grande l’11 settembre con la presentazione del libro “Serendipity” insieme all’autore Oscar Farinetti e a Davide Pinto, autore del capitolo dedicato al Negroni Sbagliato.