Luci, voci e colori di “Novembre”
Le poesie di Massimiliano Giannocco sono state pubblicate per i tipi di Europa Edizioni.
Il libro, intitolato “Novembre” a ricordo del mese di nascita del Poeta e disponibile su carta stampata e in formato e-book, contiene anche alcune poesie già pubblicate in precedenza. L’attuale raccolta di poesie è coerente con i “baluginii” che caratterizzano tutte le opere poetiche di Giannocco, un Poeta che ci fa scoprire, in modo accattivante, il suo variegato mondo fatto di nobili sentimenti, di paesaggi, di colori, di odori, di luci e di voci.
Queste ultime, le voci, accompagnano, come una colonna sonora, sentimenti e visioni tratteggiati con sapiente scrittura. Dalla “pioggia che bussa sui muri” alla grandine sul “vetro ferito di una finestra sul tetto, dalle “urla del mare” all’ondeggiare “delle dita sul vibrante pianoforte”, fino al “grido costante soffocante delle cicale nel meriggio d’estate”. È sempre difficile commentare un libro di poesie perché la poesia è come la musica che commuove ed emoziona in modo indescrivibile. Così, i pensieri e i sentimenti profondi del Poeta pulsano come i battiti del cuore. Giannocco tocca delle note che si spingono fino alla descrizione, in modo mirabile, di una coinvolgente “estasi” e di una bellissima “Venere all’alba”. E non manca di parlare del suo “timore di creare” e della sua timidezza. Ho il privilegio di essere amico di Massimiliano e di conoscere da vicino una buona parte del suo mondo. Un mondo nel quale intravedo tante esperienze (e preferenze) comuni. Ecco perché non vado oltre a queste mie brevi considerazioni. Mi limito a concludere con un cenno alla sua bella composizione che parla della “gustosa passione” di fumare il sigaro toscano. Il fumo e il singolare profumo dell’antico toscano mi hanno accompagnato a lungo, fin da bambino perché lo fumava anche mio Nonno.
Antonio Pileggi
Con Marcorè e Tirabassi il cinema non si ferma nonostante tutto e riparte da Torino e dall’astigiano
Nel capoluogo piemontese sono infatti cominciate le riprese di “Tutto qua”, il nuovo film musicale e nostalgico di Davide Ferrario, produzione Lumiere con Rai Cinema, che racconta la storia di un gruppo di amici che negli anni Settanta avevano messo in piedi una band, tutti uniti da una grande passione per la musica. La band “The boys” ebbe, a quell’epoca, grande successo con un disco. Nella loro routine quotidiana, tra vicende amorose e familiari, fa irruzione una nuova possibilità per tornare al professionismo ma gli amici del gruppo dovranno fare i conti con i sogni e le ambizioni del tempo passato e la realtà odierna. Al fianco di Neri Marcorè e Giorgio Tirabassi figurano anche Marco Paolini e Giovanni Storti. Le riprese dureranno fino a metà dicembre. Il film viene girato a Torino e in altre località del Piemonte. Una delle prime scene del film è stata girata sulle colline del basso monferrato astigiano, nel paese di Schierano di Passerano Marmorito, a pochi chilometri da Castelnuovo don Bosco e dall’abbazia di Vezzolano.
“Al di là del film in sé, iniziarne le riprese tra ottobre e novembre con un nuovo lockdown, ha chiaramente un significato simbolico, osserva il regista Davide Ferrario, il cinema deve andare avanti con tutte le precauzioni del caso, con le mascherine e con il rispetto di tutte le altre regole, ma non può fermarsi”. Il film è prodotto da Lionello Cerri e Cristiana Mainardi, la colonna sonora e le canzoni dei “The Boys” sono scritte ed eseguite da Mauro Pagani.
«Sono certo che l’indicazione trasmessa dall’Unità di crisi non intendesse in nessun modo offendere o ledere il ruolo dei nostri medici e infermieri.
La Regione Piemonte, infatti, ha attivi in questo momento numerosi bandi per contrattualizzare diverse professionalità sanitarie. Incluso personale medico, che nessuno intende assumere in ruolo infermieristico. L’appello, in un momento di grande emergenza come quello in cui ci troviamo e di carenza di personale, è quello di poter contare il più possibile sul supporto di tutti per ciò che ciascuno può fare, per garantire l’assistenza ai pazienti. Mi spiace se quello che nelle intenzioni dell’Unità di crisi era un semplice appello può aver offeso la sensibilità del nostro personale sanitario, che è eccellente. Ma posso garantire che non ci sarà mai nessun atto da parte dell’Assessorato che possa snaturare la professionalità e le specifiche competenze dei nostri operatori. Come richiesto dalle organizzazioni sindacali a breve sarà predisposta una nota tecnico giuridico strutturata che farà chiarezza ed eviterà ogni equivoco che possa essere insorto».
Cosi l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, in merito alle comunicazioni dell’Unità di crisi sull’impiego del personale medico e infermieristico.
Covid, Nursing Up, De Palma: «Ecatombe di infermieri contagiati negli ultimi 30 giorni in Italia. Quasi 7mila professionisti della sanità si sono infettati nell’ultimo mese. La Campania ai primissimi posti con 536 casi suddivisi nei presidi di tutte le province»
Rapporto incrociato ottenuto da una meticolosa combinazione tra i dati dell’Istituto Superiore della Sanità a quelli dell’Inail. Impietosa l’unione delle due cifre, che riscontrano perfettamente i dati forniti dal sindacato nelle ultime settimane: si sono ammalati nell’ultimo mese di emergenza pandemia ben 14.321 operatori sanitari . Oltre 1600 in più solo nelle ultime 24 ore (erano 12.719). L’Inail sostiene che gli infermieri siano, dall’inizio dell’emergenza, quasi il 50 (45,7%) dei contagiati dell’intero comparto sanità. Ma i dati Inail sono aggiornati alla fine della prima emergenza. Nella seconda ondata, la percentuale potrebbe essersi notevolmente innalzata. Numeri allarmanti. In prima linea, contro la morte, ci siamo sempre noi!»
«Dove sono le nuove assunzioni promesse e tanto attese per affrontare una battaglia che oggi sembra decisamente fuori dalla nostra portata? Soprattutto dove sono quei piani strategici di sicurezza e prevenzione che dovrebbero garantire test rapidi ogni 24 ore a tutto il personale sanitario, prima e dopo il servizio, nonché tamponi completi ogni 20 giorni?. Gli infermieri non parlano più, adesso hanno paura, è sempre più difficile farsi raccontare quanto sta accadendo. Soprattutto, secondo nostre fonti, cominciano a scarseggiare spesso anche guanti e disinfettanti. Ma nessuno ha il coraggio di dirlo apertamente. Ci arrivano alle orecchie storie di nostri infermieri addirittura minacciati riguardo a situazioni di cui, nè noi come sindacato, nè gli organi di stampa, dovremmo venire a conoscenza».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, commenta i dati di un report incrociato che il sindacato ha realizzato nelle ultime ore mettendo insieme le cifre dell’Istituto Superiore della Sanità con quelle dell’Inail.
14.321 gli operatori sanitari contagiati negli ultimi 30 giorni. Erano 12.719 solo nel giorno precedente. Lo dice proprio l’Istituto Superiore della Sanità. Questo vuol dire che in sole 24 ore abbiamo avuto 1602 casi in più. Inail sostiene che sull’intero comparto sanità, che include medici, fisioterapisti, oss, operatori socio assistenziali, personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione, gli infermieri sarebbero quasi il 50 cento degli infettati totali, quindi da sempre i più esposti al rischio».
«Non sbagliamo affatto quindi, continua De Palma, indicando in 7mila circa gli infermieri che si sono ammalati solo nell’ultimo mese, cifre abnormi, destinate inesorabilmente a scardinare completamente quelle della prima ondata del Covid.
I nostri referenti territoriali ci raccontano di una Campania allo stremo. 536 infermieri in un mese sono rimasti contagiati. Nella maggior parte dei casi dentro gli ospedali. Là, dove dovrebbero sentirsi al sicuro, vivono il caos di reparti accorpati, di colleghi senza formazione che, provenendo da lunghe esperienze no covid, si trovano letteralmente allo sbaraglio. Per non parlare di strutture che sono diventate in pochi mesi aree covid non avendo alcun requisito per sostenere il peso della trasformazione.
Prima registravamo solo episodi allarmanti nella provincia di Napoli, ora invece a preoccupare sono anche Benevento e Caserta. Nel primo caso abbiamo un dilagare di contagi nelle strutture private, nel secondo ci raccontano di tensostrutture montate all’esterno degli ospedali perchè i reparti covid sono già saturi e gli infermieri sono allo stremo.
Se le istituzioni non si svegliano , non vorremmo dover presto effettuare un nuovo terribile report, che non si limiterà solo al numero di infermieri contagiati », conclude De Palma lasciando chiaramente intendere a cosa si riferisce.
Il Referente del Nursing Up per la stampa
Alfredo Iannaccone
“Imu e rifiuti, sgravare gli immobili”
La richiesta arriva da Ape Confedilizia Torino
“L’Ape Confedilizia prende atto delle decisioni del Governo centrale e del Governo regionale in relazione alla pandemia di Covid 19 in atto – dichiara PierLuigi Amerio, presidente di Ape Confedilizia di Torino e provincia – ma contesta e sottolinea i ritardi e le carenze manifestate dagli Amministratori centrali e locali nell’assumere decisioni e nell’ottenere il rispetto delle stesse da parte della cittadinanza (troppi assembramenti, poco rispetto nell’utilizzo delle mascherine e del distanziamento).
Alla luce delle decisioni assunte – prosegue Amerio – è necessario dare un segnale importante ai proprietari di casa, che già per il lockdown di primavera si sono visti decurtare o addirittura annullare per alcuni mesi il pagamento dell’affitto. Analoga situazione saranno costretti a vivere con il lockdown d’autunno, subendo enormi danni per la sospensione dei procedimenti di sfratto per morosità.”
Alla luce di quanto sopra l’Ape Confedilizia di Torino, chiede immediati interventi di tutti i Comuni della Provincia di Torino affinchè i proprietari di immobili siano sgravati dal versamento dell’Imu e della tassa rifiuti.
Si chiede, in particolare, al Comune di Torino di accelerare il più possibile la procedura della morosità incolpevole, che costituisce un particolare ristoro per la proprietà immobiliare.
Scoperte trappole per catturare animali selvatici
Dal Piemonte I Carabinieri Forestali di Mondovì, con il supporto dell’Arma territoriale di San Michele M.vì, hanno nei giorno scorsi individuato, all’interno di una proprietà privata sita nel comune di Bastia M.vì., 3 lacci costituiti da cavi di acciaio con chiusura a cappio, installati lungo una recinzione e finalizzati alla cattura di animali selvatici.
Nei pressi di uno dei congegni era inoltre presente una carcassa di volpe, morta probabilmente in seguito al soffocamento indotto dall’imprigionamento nel laccio stesso.
Nella stessa zona veniva inoltre rinvenuta una trappola a scatto per la cattura di animali selvatici, pronta a scattare e con alcuni bocconi-esca al suo interno per attrarre gli animali. Il proprietario dell’area è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Cuneo per reati di maltrattamento a danno degli animali e di prelievo di fauna selvatica con mezzi non consentiti. Tutti i congegni sono stati sottoposti a sequestro penale.
I mezzi di cattura come quelli rinvenuti a Bastia Mondovì risultano essere vietati in quanto non agiscono selettivamente su una particolare specie e il loro impiego non si può giustificare con la finalità di contenere le specie dannose, poiché qualunque specie può venire catturata. Il codice penale inoltre ha previsto uno specifico articolo (Art. 544 ter C.P.) a tutela del sentimento verso gli animali e la cattura con questi mezzi è considerata vietata in quanto gli animali intrappolati sono sottoposti a sofferenze che conducono alla morte solo dopo molte ore di agonia.
Poste Italiane radica la propria presenza sul territorio a servizio dei cittadini, espandendo la propria rete Kipoint
Presenti a Torino 3 delle 97 sedi del territorio nazionale che fanno parte della nuova rete logistica di prossimità Punto Poste, il network dedicato agli acquisti online e non solo.
I Kipoint offrono diversi servizi: il corriere espresso nazionale e internazionale, l’invio delle raccomandate, l’imballaggio e il confezionamento complementare alle spedizioni nazionali e internazionali, logistica e warehousing, ricariche telefoniche e pagamento utenze/bollettini e vendita di prodotti di cartoleria e per ufficio. Tredici di questi punti sono posizionati presso grandi stazioni, dove è offerto anche il servizio di deposito, porteraggio e il transfer del bagaglio.
I tratti distintivi della rete Kipoint derivano dal fatto di essere decentralizzata, dinamica e in grado di offrire un prodotto tailor made, su misura del cliente.
Le sedi Kipoint di Via Cibrario 32, Corso Agnelli 22 e Via Sacchi 1 si vanno ad aggiungere agli 420 Uffici Postali, 42 Centri di Distribuzione presenti in Piemonte con l’obiettivo di rafforzare la rete capillare dell’Azienda a sostegno del territorio per contribuire allo sviluppo economico e sociale del Paese, nel segno della vicinanza ai cittadini.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito https://www.kipoint.it/.
Sport, Costanzo (M5S): “Presto Tavolo permanente”
Con i ministri Spadafora e Catalfo sul lavoro sportivo
“Dopo l’invio della lettera ai ministri Spadafora e Catalfo per portare alla loro attenzione le esigenze delle categorie più colpite: ristoratori, commercianti, mondo della cultura e dello sport nelle regioni rosse partirà un tavolo permanente per il mondo del lavoro sportivo” afferma la deputata di Castiglione Torinese Jessica Costanzo in commissione lavoro .
L’isola del libro
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Banine “I miei giorni nel Caucaso” -Neri Pozza- euro 19,00
Banine è lo pseudonimo di Umm-El-Banine Assadoulaeff, nata a Baku nel 1905, e questo libro – pubblicato per la prima volta nel 1945 a Parigi dove lei era esule da 25 anni- è un memoir familiare con al centro la sua infanzia e adolescenza trascorse sulle rive del Mar Caspio.
La scoperta del petrolio sull’uscio di casa aveva reso la sua famiglia di contadini improvvisamente e scandalosamente ricca, ma le vicende storiche rivolteranno più volte le carte.
Banine è l’ultima di 4 sorelle, cresce tra parenti rumorosi e propensi al litigio, in un clima tutto sommato sereno. Sorvegliata, da un lato, dalla balia tedesca Fräulein Anna e, dall’altro, contesa dalla nonna, una monumentale donna musulmana, che maledice e insulta come e quanto le pare.
Poi c’è il corollario di zie bruttine, baffute e dedite al gioco; una serie di zii avari; i cugini propensi all’omosessualità e, tra tutti, spicca la cugina Gullnar che vuole arrivare vergine al matrimonio solo per potersi poi dare a molteplici uomini e tradimenti.
Un microcosmo che passa le giornate tra chiassosi pranzi, litigi per i soldi, vacanze e viaggi, nozze combinate come tradizione vuole.
L’amore è un capitolo a parte nella vita di Banine, che regolarmente finisce per mettersi in coda e innamorarsi di tutti quelli che piacciono alle sorelle.
A ingarbugliare ulteriormente il quadro domestico c’è anche il secondo matrimonio del padre con l’emancipata Amina che, vissuta per anni a Parigi, porta una ventata di modernità.
Fin qui le caleidoscopiche vicende private che si innestano sui rivolgimenti della Storia.
Siamo negli ultimi anni dello zarismo e si profila il potere sovietico nel Caucaso. Un mondo che è sulla soglia della fine e oscilla tra credenze e abitudini dure a morire e una modernizzazione che fa grandi passi; tra un Islam che opprime e un laicismo progressivo che cancella il velo. Da un fanatismo all’altro, con pogrom, massacri e pagine di storia non proprio edificanti.
Quando poi muore il ricchissimo nonno, l’eredità viene spazzata via dall’arrivo dei soldati russi e dall’espropriazione di terre e beni, che diventa la regola assoluta. I palazzi sono condivisi con sconosciuti meno abbienti, e compaiono commissari politici che incitano alla delazione e fanno presa su un’ingenua Banine ormai 15enne, facile preda del marxismo e del fascino di un dirigente comunista. Ma non finisce qui…..
Manuel Vilas “La gioia all’improvviso” -Guanda- euro 19,00
Il secondo romanzo di Manuel Vilas è una sorta di interrogazione fluviale sul senso dell’esistenza e rimanda spesso al suo precedente “In tutto c’è stata bellezza” del quale è la continuazione ideale.
La voce narrante è quella dell’autore che a tratti smarrisce la bussola e durante un tour promozionale dal Portogallo agli Stati Uniti d’America racconta il suo presente; ma insegue anche il passato e compie un’opera di proustiana memoria che porta il lettore a meditazioni profonde. Tutto il libro è una ricerca che scandaglia il nucleo della vita.
Vilas parla di affetti altamente coinvolgenti, come l’amore per i genitori che non ci sono più e che ora capisce meglio di quando erano vivi. L’amore per i figli, difficile da esplicare quando si è ancora di questo mondo, ma che capiranno al suo funerale e alle prese con la sua assenza. L’amore per la nuova compagna che segue nei suoi viaggi di lavoro, con la quale l’intesa è forte, ma sempre velata dall’enigma insito nei complessi rapporti umani.
Scorrono pagine in cui assegna nomi di musicisti o attori alle persone più importanti della sua vita; ma su tutto regnano alcune domande che prima o poi anche noi ci poniamo: cosa ci facciamo su questa terra, quanto conosciamo davvero a fondo l’anima di chi amiamo, cosa ci aspetta dopo e come possiamo gestire il peso e la bellezza della memoria?
Decisamente un libro che non lascia indifferenti…..
John O’Hara “The New York Stories” – Bompiani – euro 16,00
O’Hara -nato in Pennsylvania il 31 gennaio 1905 e morto a Princeton, nel New Jersey l’11 aprile 1970- è uno dei grandi maestri del realismo americano, contemporaneo di Mostri Sacri della letteratura americana come Hemingway e Scott Fitzgerald.
Non riuscì a realizzare il sogno di laurearsi a Yale, ma divenne reporter per “Herald Tribune” e “Time”; poi la fama con il romanzo di esordio “Appuntamento a Samarra” che, pubblicato nel 1934, contribuì a renderlo uno degli scrittori più noti d’America. Di romanzi ne scrisse 17, vinse premi letterari e fu anche un autentico maestro delle short stories.
In questo volume sono riuniti 32 suoi racconti, scritti tra gli anni trenta e sessanta del Novecento.
La Grande Mela è la protagonista e lo sfondo di tutti i brani… leggerli equivale a ritrovarsi nella New York di quegli anni, tra Times Square, Brooklyn, eleganti grattacieli o più modeste brownstone.
Osservatore acuto, era capace di ascoltare le storie delle persone di qualunque ceto sociale: captava i loro discorsi, afferrava i loro pensieri, sapeva raccontare i meandri delle loro vite.
In questi racconti entra nelle esistenze variegate di camerieri, segretarie, attori e attrici, produttori, sceneggiatori, pubblicitari, giornalisti e professionisti dell’editoria.
Storie di varie lunghezze e spessore che vi condurranno in miliardari appartamenti dell’Upper East Side, tra cocktail e vite mondane; ma che parleranno anche dei fallimenti, della disperazione e delle immani fatiche di chi è costretto a combattere a denti stretti per sopravvivere.
Anna Peyron “Il romanzo della rosa” -Add editore – euro 16,00
C’è tutto il suo travolgente amore per le rose in questo libro che Anna Peyron ha scritto tracciando la storia del fiore nei secoli e nelle vite di grandi personaggi storici.
Oltre 200 pagine interamente dedicate alla “regina dei fiori” che la Peyron coltiva dal 1984 sulla collina di Torino, a Castagneto Po, nel Vivaio Roses du Temps Passé, dove ha dato vita a una lussureggiante produzione di rose antiche e classiche.
La storia di questo fiore inizia il 21 aprile 1799 quando Giuseppina Bonaparte acquista un castello, circondato da un parco incolto, dopo averlo visitato insieme a Napoleone.
Affascinata dalla botanica trasforma questo luogo abbandonato in un giardino che diventerà storico, unico e pregiatissimo. Impiega paesaggisti, botanici, zoologi, chimici, naturalisti e matematici, li mette tutti all’opera per realizzare il suo sogno: trasformare il parco della Malmaison in uno scrigno di pura magia e bellezza, con semi di piante esotiche, rare e ancora sconosciute in Francia, Purtroppo morirà a soli 50 anni, nel maggio 1814, in piena fioritura delle sue adorate rose, senza testamento e lasciando una scia di debiti.
E’ nel 1896 che il finanziere Osiris acquista la proprietà, la fa restaurare e nel 1904 la dona allo Stato francese: le rose di Giuseppina rivivranno.
Ma la storia di questo incantevole fiore attraversa i secoli e deve le sue fioriture a personaggi vari e assortiti; a partire dai lavori nel 1899 del celebre paesaggista Edouard André per realizzare il primo roseto della storia.
Ed è solo l’inizio dell’affascinante viaggio in cui vi conduce la Peyron, attraverso luoghi, profumi, giardini e personaggi indimenticabili.