ilTorinese

Mezzo milione di euro per lo sport

La Regione Piemonte torna a sostenere le associazioni in questa nuova crisi dovuta all’epidemia”

Mezzo milione di euro da destinare alle Asd e alle Ssd piemontesi per aiutarle a reggere l’urto di questa seconda ondata epidemica, che si sta già portando dietro nuove restrizioni. È quanto deciso dall’assessorato allo Sport della Regione Piemonte che ha infatti stabilito, per la prima volta, di declinare uno strumento usato in passato per premiare i singoli talenti giovanili dello sport in modo più ampio, come previsto dal piano triennale dello sport: cioè sostenendo direttamente le associazioni sportive che, nonostante il periodo così complesso, hanno tenuto duro e affrontano la crisi.

Come funzionerà l’erogazione?

Verra istituita una commissione mista tra Regione Piemonte e Coni che stabilità i criteri per l’affermazione.

“Oggi possiamo stanziare questi 500mila euro perché siamo stati previdenti. Nel corso della prima ondata mettemmo a disposizione 4,5 milioni ma decidemmo di tenere da parte dei fondi in caso di una recrudescenza dell’epidemia. Purtroppo avevamo ragione ma oggi, questi soldi, serviranno a fare in modo che le associazioni possano reggere il nuovo urto – afferma l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca -. L’erogazione del denaro passere attraverso il Coni perché è una realtà sportiva riconosciuta per eccellenza. In un momento simile la qualifica di ‘eccellenza’ spetta a chi combatte per far fare sport a tutti”.

“Ringrazio vivamente l’assessore Ricca che è riuscito a mettere in campo queste altre risorse – afferma il presidente del Coni Piemonte Gianfranco Porqueddu -. Da queste realtà che andremo ad aiutare nascono i giovani talenti che fanno grande lo sport piemontese. Abbiamo il dovere di tutelare questa grande ricchezza”.

In giro con i sintomi del Covid arrestato per detenzione di droga

Nei giorni scorsi operatori della Squadra Mobile di Torino, impegnati in zona per un servizio antirapina, venivano insospettiti dal comportamento dei due occupanti di una Fiat Punto di colore verde che si aggiravano da diverso tempo nei paraggi di via Tampellini a Collegno (TO), nonostante le misure anticovid. 

Una volta fermati, i due uomini non fornivano motivazioni valide riguardo alla loro presenza in quel luogo e soprattutto il conducente (classe ’67), proprietario dell’autovettura, si dimostrava particolarmente agitato e reticente a rispondere alle domande degli investigatori che, pertanto, decidevano di perquisire il veicolo, trovando così 25 dosi di cocaina in involucri termosaldati ed un timbro per contraffare i marchi dei pallets.

Nonostante l’uomo alla guida sostenesse di non disporre di una casa e di essere percettore di reddito di cittadinanza, aveva con sé numerosi mazzi di chiavi e risultava titolare di una ditta attiva proprio nel commercio di pallets.

Grazie ad una ricerca nelle banche dati, gli investigatori scoprivano che fino a pochi giorni prima all’uomo era stato prescritto di trascorrere un periodo di isolamento in un alloggio di Alpignano, poiché affetto da sintomi compatibili con un’infezione da Covid-19. Recatisi sul posto, gli investigatori riuscivano ad accedere grazie alle chiavi in possesso dell’uomo, che era effettivamente l’unico inquilino dell’appartamento, al cui interno venivano rinvenuti altri 30 grammi di cocaina pura, sostanza da taglio, materiale da confezionamento, bilancini di precisione, 3 proiettili inesplosi di diversi calibri illegalmente detenuti ed un’arma giocattolo sprovvista di tappo rosso.

L’uomo veniva arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e indagato per i reati di contraffazione e detenzione abusiva di armi. Entrambi i fermati venivano sanzionati per aver contravvenuto alle disposizioni anticovid.

Organizzatori Eventi:  ora c’è una voce per tutelare il settore

Riceviamo e pubblichiamo / L’Unione Nazionale Organizzatori Eventi prende atto del nuovo decreto, emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri lo scorso 3 novembre, comprendendo lo stato di emergenza derivante dalla crescente ondata di contagi da COVID-19.

Allo stesso tempo intende sottolineare quanto queste misure colpiscano ulteriormente il ramo degli eventi, andando a incidere negativamente sul settore e sul vastissimo indotto che esso coinvolge.

Non si sono potute portare a compimento le manifestazioni programmate, inoltre è mancata anche la necessaria pianificazione a lungo termine, scoraggiata dalla costante incertezza causata certamente dalla pandemia, ma che in nessun modo è stata arginata dalle politiche intraprese.
Una situazione, questa, che si manifesta a seguito di un anno durante il quale l’intero comparto è stato fortemente penalizzato dalle incertezze sia sociali, sia normative e burocratiche, che hanno portato il fatturato ad un calo che in media supera il 90%.
Ciò nonostante si sono realizzati importanti investimenti per garantire la sicurezza, la sanificazione degli spazi e la gestione dei flussi di visitatori, dimostrando che si può operare e lo si può fare nel rispetto delle norme e del buon senso. Investimenti necessari per poter lavorare e dare lavoro, ma che ora rischiano di trasformarsi in uno spreco di preziose risorse che va a gravare ancora di più su un settore che per primo ha dovuto subire i danni causati dalla pandemia.

Attualmente l’U.N.O.E. – Unione Nazionale Organizzatori Eventi comprende le 48 aziende che si occupano di organizzazioni di eventi più rappresentative d’Italia, che realizzano diverse tipologie di manifestazioni, dagli eventi enogastronomici alle sagre tipiche, dalle mostre mercato a eventi storici e tematici e convention: tutte sono state colpite dal fermo totale delle loro attività già dallo scorso febbraio e non sono mai concretamente ripartite.
L’U.N.O.E. e il suo Direttivo sono solidali con gli operatori del settore, in particolare quelli con sede nelle regioni rosse, e conferma la determinazione di essere la voce di una categoria portatrice di valore economico e sociale sia a livello nazionale sia locale; l’attività istituzionale proseguirà garantendo agli associati e agli operatori del comparto una reale rappresentatività, in modo che le future normative nazionali e locali tengano conto anche delle istanze degli organizzatori di eventi, troppo spesso inascoltate poiché inespresse a livello unitario.

Superare la crisi contingente per puntare a iniziative strutturali: così U.N.O.E. traccia la rotta per il prossimo futuro.

U.N.O.E.
Sede Legale: Palazzo Grazioli – Via del Plebiscito 102, 00186 Roma
Numero Segreteria: 375 58 32 295
e-mail: segreteria@unoe.it

Presidente: Alessandro Pollak
Vice Presidente: Alessia Littarru, Carla Marivo
Consiglieri: Myriam Vallegra, Roberto Auteri, Nicoletta Cardillo, Lucio Bencardino

Ufficio Stampa: comunicazione@unoe.it

Ruffino (fi): “Conte ha un’alternativa al lockdown nazionale?”

 Si può dire, parafrasando un adagio popolare, che “il governo pietoso fa il malato canceroso”.

È quanto sta succedendo con la geografia cromatica messa in campo dal governo nell’illusione che la battaglia contro il Covid-19 può essere vinta come si vince una partita a scacchi: una regione si sposta a rosso, un’altra a giallo e così via.

     L’Ordine dei medici ha parlato con grande chiarezza: con gli ospedali al collasso, costretti ad allestire posti letto perfino nelle cappelle della Messa, il lockdown è l’unica strada davvero seria ed efficace per evitare una catastrofe sanitaria. È a questa richiesta perentoria che il presidente Conte deve dare una risposta: a lui tocca indicare, se esiste, un’alternativa al lockdown nazionale. Temo che il tempo per evitare il lockdown sia stato bruciato durante i mesi estivi della spensieratezza marina o montana, con il governo impegnato a discutere di legge elettorale e altro, come se il Covid si fosse congedato dall’Italia. Il lockdown non sarebbe soltanto conseguenza dei comportamenti di qualche cittadino irresponsabile (ce ne sono, e non sono pochi) ma è il figlio di un governo che ha tirato i remi in barca, ha rifiutato gli aiuti europei del Mes, e ha lasciato campo libero al virus. Di questo è non di altro si deve occupare il Parlamento.

Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

 

San Martino, ricordiamoci anche di lui!

La classica estate di San Martino, con sole e temperature miti, ci rasserena un po’ l’animo in questo nuovo angoscioso lockdown

E gli esperti meteolini ci dicono che questo periodo di bel tempo durerà anche oltre l’11 novembre, giorno in cui si festeggia il santo. Tutto merito dell’alta pressione che scalda i nostri cuori e illumina il bel paese. Ma come nasce l’estate di San Martino? Il nome ha origine dalla tradizione del mantello, secondo la quale Martino di Tours, vescovo del IV secolo, noto in seguito come San Martino, vedendo un poveraccio infreddolito e seminudo patire il freddo gli donò metà del suo mantello militare, poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l’altro pezzo del mantello. Ma ecco che ad un tratto il cielo diventò chiaro e la temperatura divenne mite come se improvvisamente fosse tornata l’estate. Questo “miracolo estivo”, secondo un proverbio, dovebbe durare solo “tre giorni e un pochino” ma quest’anno ci sta regalando un novembre con temperature piuttosto gradevoli. San Martino nacque nel 317 in Pannonia, l’attuale Ungheria, ed è venerato dalle chiese cattolica, ortodossa e copta. È stato chiamato Martino in onore del Dio della guerra. La famiglia di Martino si trasferì a Pavia dove il futuro santo fu costretto dal padre a fare carriera nell’esercito. E proprio durante un giro di pattugliamento notturno Martino incontrò un povero disgraziato che chiedeva l’elemosina. All’età di 40 anni decise di farsi monaco e lasciò l’esercito. Si recò a Tours dove nel 371 divenne vescovo della città francese nella regione della Loira. Il santo dell’estate novembrina morì nel 397.

Filippo Re

Una nuova città in Cina, sarà progettata dal Politecnico

La proposta presentata dal team formato da Politecnico e South China University of Technology classificata al terzo posto del concorso internazionale indetto per progettare la città

 

Il concorso internazionale di Urban Design “Future ShanShui City: Dwellings in Lishui Mountains”, è stato indetto dalla Municipalità di Lishui insieme al Shanghai One-Tenth Art Space per individuare il futuro masterplan di un’area di 152 chilometri quadrati della città – Torino ne misura 130 – distribuiti lungo il fiume Ou.

Il Politecnico di Torino, selezionato lo scorso luglio tra i 10 finalisti, ha vinto il terzo premio su 93 candidature internazionali, rientrando pertanto tra i tre gruppi che nei prossimi anni affiancheranno l’amministrazione nel definire le direzioni urbanistiche e architettoniche della nuova città.

La proposta presentata, elaborata insieme alla South China University of Technology e premiata da una giuria composta, tra gli altri, dal maestro dell’architettura cinese Cui Kai, dal professore di Yale Alan Plattus, dall’archistar Ma Yansong (MAD) e dal Premio Pritzker Ryue Nishizawa, diventerà anche un grande plastico che sarà esposto nel Museo della Città di Lishui.

L’Ateneo torinese ha partecipato con il DAD Dipartimento di Architettura e Design come capofila e con il DIST Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio: i 44 docenti, ricercatori, dottorandi e studenti che hanno lavorato al progetto fanno capo ai gruppi di ricerca della China Room (DAD e DIST) e dell’Istituto di Architettura Montana del DAD.

La proposta è stata illustrata attraverso 277 tavole grafiche ed è partita dal presupposto che la valle al centro dell’area rappresenta oggi uno dei pochi spazi agricoli ancora disponibili nella Provincia dello Zhejiang e che per questo vada salvaguardata e valorizzata.

Il progetto – dal titolo “Prosperous Lishui” – ha definito due spazi complementari: al centro, la grande valle, dove ad una produzione agricola intensiva si affiancano centri logistici e di ricerca, collegati da trasporti via acqua (per le persone) e aerei (per i prodotti agricoli); sulla pendice delle montagne circostanti è stata progettata una città lineare, dove i nuovi insediamenti residenziali e le infrastrutture si integrano lungo i fianchi delle montagne.

Questo sistema, incorniciato da una grande riserva naturale, è basato su mobilità lenta, corridoi ecologici e la conservazione delle strutture insediative esistenti. La ricerca di un rinnovato equilibrio tra città e campagna, non solo nelle “forme” del paesaggio ma anche sul piano economico e sociale, è stata la sfida principale del concorso: una visione che corrisponde alla nuova direzione che il Governo Cinese ha intrapreso sui temi dell’urbanizzazione.

Il Rettore Guido Saracco ha così commentato il prestigioso riconoscimento: “Questo premio consolida ancora di più la reputazione del nostro Ateneo in Cina, dove siamo di fatto un punto di riferimento istituzionalmente riconosciuto. Per poter ampliare ulteriormente le collaborazioni e il nostro impatto sul territorio cinese stiamo progettando insieme a Fondazione Links una Legal Entity a Pechino, che ci consentirà di sfruttare al meglio le tante occasioni di ricerca applicata e di mercato che offre questo Paese”

Il futuro della Cavallerizza incomincia qui

Ieri è stato approvato dalla Giunta Comunale il PUR, Piano Unitario di Riqualificazione della Cavallerizza Reale. L’approvazione della delibera, su proposta della Sindaca Appendino e dell’Assessore all’Urbanistica Antonino Iaria, rappresenta un importante passaggio verso la riqualificazione dell’immobile di via Verdi

 

Il complesso edilizio della Cavallerizza Reale, di straordinaria valenza storico-culturale, potrà ora tornare ad essere un luogo di cultura e di vitalità per tutta la cittadinanza, e potranno prendere avvio le operazioni di progettazione e restauro dell’intera struttura, che insiste su una superficie di oltre 20.000 metri quadri.

La Città, una volta dato il via libera all’iter urbanistico, otterrà così nuovi spazi destinati a un grande polo culturale, andando ad aggiungere ai propri possedimenti (oltre al Maneggio Alfieriano e al Maneggio Chiablese, già di sua proprietà) alcune importanti aree attualmente di proprietà di FIV-CDPI e CCT. La proprietà del Complesso della Cavallerizza infatti è in parte del Comune di

Torino (per circa 3.000 mq di SLP), della Cartolarizzazione Città di Torino S.r.l. – CCT (per circa 19.000 mq di SLP) e del Fondo FIV-Extra gestito da CDPI Investimenti Sgr S.p.a. (per circa 14.400 mq di SLP).

 

Un importante contenuto della delibera, che dovrà poi essere sottoposta all’approvazione del Consiglio Comunale, è costituito dalla stipula di una Convenzione Quadro che riguarderà l’intero complesso e i suoi futuri utilizzatori. Questa Convenzione, oltre a prevedere importanti cessioni al

Comune stesso, stabilirà una sorta di regolamento interno culturale, e metterà le basi per una gestione coordinata fra tutti gli attori e gli stakeholders interessati all’area. (“Tutti i Soggetti Attuatori dovranno costituire con il Comune di Torino un tavolo tecnico con il compito di individuare le modalità con le quali programmare e coordinare lo svolgimento delle attività culturali sulle aree di proprietà pubblica e destinate a funzioni pubbliche e,

compatibilmente con le specifiche esigenze organizzative, in alcune parti degli spazi di proprietà privata” – Art.12 della Convenzione Quadro).

 

Il fulcro culturale di questo complesso sarà costituito dalla cosiddetta “Crociera Castellamontiana” (dal nome dell’architetto seicentesco Amedeo di Castellamonte, progettista anche della Reggia di Venaria), attualmente pressoché sconosciuta alla cittadinanza e frammentata fra le proprietà di

Città, Cassa Depositi e Prestiti e Fondo di Cartolarizzazione CCT. Uno straordinario spazio di oltre 5000 mq in grado di dare accesso al Teatro e ai Giardini Reali Alti, convergente nella “Rotonda Castellamontiana”, luogo di enorme valore documentale per il quale il MIBACT ha già offerto una

disponibilità di sostegno economico.

 

Nel resto del complesso sono previsti insediamenti di attività orientate alla ricettività temporanea e alle attività culturali, con un importante riferimento al tema della “residenza d’artista” contenuto nella Convenzione stessa, oltre alle funzioni saranno di terziario e servizi alla persona (ASPI). Sono inoltre previsti, nel breve tempo, alcuni importanti lavori di messa in sicurezza di alcune criticità strutturali, come da sollecitazioni della Soprintendenza. In particolare sono in corso di progettazione gli interventi relativi alle parti della “pagliere” danneggiate dall’incendio del 2019 e ai tetti della manica su via Verdi, di fronte all’ingresso dell’Università degli Studi di Torino.

 

Altri lavori in fase di partenza prevedono la ristrutturazione e messa a norma del cosiddetto “Salone delle Guardie” che, una volta reso utilizzabile, sarà sede di attività da parte della cittadinanza nell’alveo delle pratiche dei Beni Comuni, come da indicazioni del Consiglio Comunale e come richiesto con forza dalla cittadinanza che, negli anni scorsi, si è fortemente spesa per la tutela del bene.

Un ulteriore contenuto della Convenzione Quadro va incontro agli usi temporanei, favorendo la possibilità di iniziative di varia natura all’interno della struttura nel periodo che precederà gli ingenti lavori edilizi, di restauro e di messa a norma. Tali lavori, che non per forza partiranno tutti assieme, avranno durate variabili e pertanto gli “usi temporanei” permetteranno di mantenere viva la funzione culturale di quelle parti del complesso già ad oggi utilizzabili.

 

Le intenzioni dell’Amministrazione, pertanto, vanno in direzione di un complesso culturale ampio, diversificato nelle funzioni e negli attori, ma orchestrato dal Comune quale polo di sperimentazione artistica e sede di importanti funzioni culturali. Un luogo importante per la Città e per la cittadinanza, con una importante regìa pubblica e caratterizzata da una forte permeabilità degli spazi. Ulteriore caratteristica che segnerà il futuro della Cavallerizza è la localizzazione sul tracciato della Linea 2 della metropolitana, con una fermata sotterranea nei pressi di corso San Maurizio che darà accesso a tutto il comparto culturale e archeologico centrale, dai Musei Reali alla Cavallerizza Stessa, da Palazzo Madama al Duomo e ai Giardini Archeologici.

È già tempo di un primo bilancio calcistico per le torinesi

Sono al secondo stop stagionale per le gare delle Nazionali

Juve e Toro al di sotto delle aspettative  d’inizio stagione.Juve al quinto posto e Toro diciassettesimo.

Qui Juve: tanto Ronaldo e difesa ferrea.Questo è quanto emerge,dopo 7 giornate di campionato,per la squadra bianconera allenata da Pirlo.Rotazione continua di uomini sulle fasce ed a centrocampo.Cambi di modulo,4-4-2. 4-2-3-1. 4-3-3..Il tecnico bianconero utilizza stabilmente 20 giocatori dei 25 totali a disposizione.Quinto posto momentaneo in classifica con 13 punti in classifica frutto di 3 vittorie e 4 pareggi con 15 gol fatti e 6 subiti: seconda miglior difesa dopo la rivelazione Verona che ha subito solo 5 gol.Continua il momento no di Dybala,vero corpo estraneo e fuori forma…una delle poche note stonate della squadra bianconera

Qui Toro: proprio quando comincia a dare segni di risveglio ecco che la squadra granata,allenata da Giampaolo,sprofonda nel baratro di una crisi non solo calcistica ma soprattutto mentale.I dettami del nuovo mister faticano ad esser memorizzati…sono rimasti giocatori controvoglia…sono stati acquistati atleti validi ma poco adatti agli schemi del mister.Encomiabile Belotti,il terzino destro Singo e la mezzala Lukic reinventato trequartista.Per il resto c’è ancora tanto da lavorare affinché si possa arrivare ad una tranquilla salvezza e nulla di più.17esimo posto in campionato con 1 vittoria,2 pareggi e 4 sconfitte.12 gol fatti e 16 subiti.Si segna tanto ma si subisce altrettanto.Chissà se il mercato di gennaio porterà il tanto aspettato e sospirato regista di qualità che innalzerebbe il Toro verso l’obiettivo Europa…intanto alla ripresa un trittico terribile..Inter fuori casa, Sampdoria in casa,Juve fuori.Giampaolo è sempre sulla graticola

Vincenzo Grassano

Il bollettino: 64 vittime, 3659 contagi, 1016 guariti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

40.737 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 40.737(+1.016 rispetto a ieri)così suddivisi su base provinciale: Alessandria 4394, Asti 2145, Biella 1252, Cuneo 4699, Novara 3412, Torino 21.378, Vercelli 1735, Verbano-Cusio-Ossola 1272, extraregione 252, oltre a 198 in fase di definizione.

I DECESSI SONO 4742

Sono 64 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 6 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4742 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 742 Alessandria, 290 Asti, 244 Biella, 475 Cuneo, 461 Novara, 2088 Torino, 249 Vercelli, 143 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 50 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

 

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 104.314 (+3659 rispetto a ieri, di cui 1422, il 39% asintomatici).

I casi sono così ripartiti: 1396 screening, 943 contatti di caso, 1320 con indagine in corso; per ambito: 348 RSA/Strutture socio-assistenziali, 271 scolastico, 3040 popolazione generale.
La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 9114 Alessandria, 4766 Asti, 3314 Biella, 13.472 Cuneo, 7691 Novara, 57.696 Torino, 3809 Vercelli, 2694 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 656 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1102 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 I ricoverati in terapia intensiva sono 325(+13 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 4715(+175 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 53.795

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.178.337 (+15.812 rispetto a ieri), di cui 641.392 risultati negativi.

 

 

Addio a Ottavio Porta, ha insegnato a tanti i valori dello sport

È mancato, questa notte, Ottavio Porta presidente del Pozzomaina, figura fondamentale del movimento calcistico piemontese.

Un uomo grande,sempre attento alle esigenze dei suoi iscritti e nel mondo del calcio dilettantistico, abituato a difendere ad oltranza le sue posizioni,a volte scomode, ci credeva davvero nel calcio e nello sport in generale. Un grande uomo, generoso, sincero, sempre sorridente.
Sindacalista di vecchio stampo, nel calcio da sempre, Ottavio Porta diventa presidente del Pozzostrada nel 1988 ed è artefice della fusione con il Pino Maina del 1994: da allora, è il presidente del Pozzomaina e lo sarà per sempre. La società è disegnata a sua immagine e somiglianza:tra le case di via Monte Ortigara, ne è l’espressione popolare e, insieme, il luogo dove generazioni di bambini si sono divertiti, hanno imparato il gioco del calcio e le regole della vita.

Vincenzo Grassano