ilTorinese

Pallanuoto, i risultati

A Torino, presso la piscina Stadio Monumentale, alle 18.30 di sabato 13 febbraio, nella terza giornata di andata del Campionato per il girone Nord Est della serie A2 di pallanuoto maschile, la Reale Mutua Torino 81 Iren ha ospitato il Brescia Waterpolo. Risultato 4 a 13  (gol 2 Novara, Loiacono, Gattarossa – parziali: 1° tempo 1-4, 2° tempo 1-3, 3° tempo 0-3, 4° tempo 2- 3).

Le proposte di San Valentino di Eataly Lingotto

Una special box da asporto, un pranzo stellato e le proposte della Gastronomia, per festeggiare anche a tavola

Anche quest’anno è il momento di festeggiare San Valentino e Eataly ha pensato ad una cena perfetta da condividere, anche a distanza, da regalare o regalarsi! Patrik Lisa, Executive Chef di Eataly Lingotto, ha creato un menu tutto a base di pesce per una serata da ricordare: una special box d’asporto, dall’antipasto al dolce, per festeggiare con ottimi piatti d’autore. Si inizia con un tris di antipasti: carpaccio di pescato del giorno, condito con mandarino, peperoncino e finocchietto, ombrina con soia, miele e limone e capasanta scottata con gazpacho di pomodori verdi. Piatto principale, i ravioli artigianali con tartare di gamberi rossi di Mazara del Vallo, brodetto di pesce e salicornia. E poi si conclude in dolcezza con fondant al cioccolato, vaniglia  e lamponi. Tutti gli ingredienti arrivano direttamente dalla selezione del Mercato di Eataly Lingotto: in particolare il pesce è quello della Pescheria, selezionato nel rispetto della stagionalità, delle taglie minime e della filiera corta. I migliori ingredienti per portare a casa i sapori di una cena speciale.

La box di San Valentino è proposta al prezzo di € 35 ed è prenotabile su www.torino.eataly.it. Ogni due box, Eataly regala una bottiglia di vino. Il ritiro potrà avvenire direttamente presso la Cantina di Eataly Lingotto, al piano inferiore, dalle 10 alle 20, domenica 14 febbraio. È inoltre possibile riservare la propria box anche per il ritiro nella giornata di sabato.

Per chi invece vuole concedersi un pranzo fuori speciale, ecco il menu che La Taverna del Re, il bistrot torinese dello chef Ugo Alciati (1 stella Michelin per GuidoRistorante, Serralunga d’Alba, CN) presente a Eataly Lingotto, ha pensato per l’occasione: grandi classici della cucina piemontese, proposti con un tocco di creatività e con attenzione particolare all’alta qualità delle materie prime. Ecco allora la cruda di Fassona Piemontese Presidio Slow Food di La Granda, con crema di Parmigiano Reggiano e tartufo nero, le tagliatelle artigianali preparate ogni giorno dalle sfogline del pastificio di Eataly Plin con 40 tuorli, come da tradizione, il baccalà al forno e infine il gelato al pistacchio con crumble al cioccolato. Il tutto accompagnato dalla selezione di vini dell’esperto sommelier Piero Alciati. € 50 a persona, consigliata la prenotazione chiamando il numero 011 19506877

E infine, non mancano le proposte della Gastronomia di Eataly per portare a tavola, anche a San Valentino, i piatti già pronti e ricchi di gusto che gli chef creano ogni giorno: insalata russa, vitello tonnato, plin al sugo d’arrosto e tiramisù sono i cavalli di battaglia che solo il 14 febbraio verranno proposti in un menu dal prezzo eccezionale di € 25. Da ritirare in negozio a pranzo o cena chiamando il numero 345 7679433 oppure per consegna direttamente a casa tramite le app Glovo e Deliveroo.

SPECIAL BOX DI SAN VALENTINO – € 35

Carpaccio di pescato del giorno con mandarino, peperoncino e finocchietto

Ombrina, soia, miele e limone

Capasanta scottata con gazpacho di pomodori verdi

Ravioli con tartare di gamberi rossi di Mazara del Vallo, brodetto di pesce e salicornia

Fondant al cioccolato, vaniglia  e lamponi

PRANZO DI SAN VALENTINO de LA TAVERNA DEL RE – € 50

Cruda di vitello de La Granda con crema di Parmigiano reggiano e tartufo nero pregiato

Tagliatelle ai 40 tuorli con tartufo nero pregiato

Baccalà al forno con patata schiacciata e carciofo arrostito

Gelato al pistacchio con crumble al cioccolato

Inclusi vini Selezione Alciati

 

MENU DI SAN VALENTINO DELLA GASTRONOMIA di EATALY LINGOTTO – € 25

Insalata russa

Vitello tonnato

Plin al sugo d’arrosto

Tiramisù Eataly

Intervento eccezionale di denervazione cardiaca su un bambino di 4 anni

E’ affetto da una malattia aritmogena, presso la Città della Salute di Torino


Eseguito qualche giorno fa, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, un eccezionale intervento chirurgico di denervazione cardiaca simpatica in un bimbo di 4 anni, affetto da una malattia congenita (Sindrome del QT Lungo) che lo poneva a rischio di aritmie cardiache gravi. Mai questo intervento in Italia era stato eseguito su un bimbo così piccolo.

L’intervento consiste nell’eliminare i nervi che vanno al cuore e che facilitano aritmie cardiache gravi ed anche arresto cardiaco in soggetti predisposti. Per giungere a questo risultato è stato necessario il contributo di moltissime professionalità della Città della Salute di Torino, all’interno di un programma nato su iniziativa del professor Gaetano Maria De Ferrari (Direttore della Cardiologia universitaria dell’ospedale Molinette), uno dei massimi esperti mondiali del ruolo del sistema nervoso nelle aritmie cardiache. Da oggi la Città della Salute di Torino è l’unico ospedale in Italia con la capacità di eseguire l’intervento di denervazione cardiaca simpatica in tutti i possibili candidati, di ogni età e condizione.

Per l’intervento è stata utilizzata la tecnica mini-invasiva toracoscopica, che consente di ridurre i rischi dell’intervento e la dimensione delle incisioni chirurgiche, richiedendo solo tre incisioni di meno di un centimetro. Con questo approccio il paziente recupera rapidamente. In effetti il bimbo è stato appena dimesso, 4 giorni dopo l’operazione, in perfette condizioni di salute. Il primo intervento di denervazione cardiaca per via toracoscopica in Italia era stato eseguito al Policlinico San Matteo di Pavia, per iniziativa proprio del prof De Ferrari e del chirurgo Luigi Pugliese.

Mai però in Italia l’intervento era stato eseguito in un bimbo così piccolo.

Per eseguire interventi di questo genere è necessaria l’integrazione di diverse competenze (cardiologica aritmologica, anestesiologica / rianimatoria, chirurgica pediatrica e chirurgica toracica), tutte presenti ad alto livello in Città della Salute negli ospedali Molinette e Regina Margherita.

Il bimbo è stato ricoverato nella Cardiologia pediatrica (direttore dottoressa Gabriella Agnoletti) del Dipartimento di Patologia e Cura del bambino (diretto dalla professoressa Franca Fagioli). Il dottor Fulvio Gabbarini (responsabile dell’Aritmologia pediatrica) e la dottoressa Veronica Dusi (Cardiologia Molinette) hanno gestito la delicatissima fase preliminare del ricovero in Cardiologia pediatrica, necessaria alla diminuzione della posologia dei farmaci assunti dal bambino ed al controllo monitorizzato dello stesso, nei giorni antecedenti alla procedura.

All’intervento hanno partecipato direttamente, oltre ai professionisti già citati, per la parte anestesiologica la dottoressa Valeria Mossetti (Rianimazione pediatrica generale), il dottor Sergio Grassitelli (Cardiorianimazione pediatrica), e per la parte chirurgica il dottor Fabrizio Gennari (Direttore Chirurgia pediatrica generale), il dottor Francesco Guerrera ed il dottor Paolo Lausi (chirughi toracici dell’équipe del professor Enrico Ruffini). Il dottor Luigi Pugliese di Pavia ha partecipato come esperto a tutta la procedura.

Successivamente all’intervento il bambino è transitato per un breve periodo in osservazione nella Cardiorianimazione pediatrica per poi essere di nuovo trasferito in Aritmologia pediatrica, dove è rimasto monitorizzato e controllato fino alla recente dimissione.

La Sindrome del Q-T lungo è una grave aritmia cardiaca trasmessa geneticamente, che se non trattata può causare la morte improvvisa, condizione che talora nei bimbi piccoli viene chiamata “morte in culla”. Le crisi aritmiche possono essere scatenate da stress emotivi o da sforzi fisici, ma anche da rumori improvvisi o dall’assunzione di alcuni farmaci.

Purtroppo per prevenire le crisi aritmiche causate da questa malattia a volte non bastano i soli farmaci ed è necessario ricorrere anche ad altre soluzioni, quali la denervazione simpatica cardiaca ed in casi selezionati l’impianto del defibrillatore (ICD) .

L’intervento di denervazione simpatica cardiaca consiste nella rimozione di un tratto della catena simpatica toracica per la prevenzione delle aritmie ventricolari. L’intervento viene eseguito sul solo lato sinistro nei pazienti affetti da Sindrome del QT Lungo e da altre patologie aritmiche congenite gravi condizionanti il rischio di morte improvvisa, e da poco tempo anche a livello bilaterale nei pazienti con cardiopatia avanzata ed aritmie ventricolari refrattarie.

Sono molto contento del risultato. Da oggi la Città della Salute di Torino è l’unico ospedale in Italia con la capacità di eseguire l’intervento di denervazione cardiaca simpatica in tutti i possibilicandidati, di ogni età e condizione – dice il professor De Ferrari – Questo intervento si aggiunge agli altri approcci innovativi per le aritmie gravi, per i quali siamo certamente un punto di riferimento a livello nazionale”

Si tratta dell’ennesima dimostrazione delle eccellenze mediche e tecnologiche che contraddistinguono la Città della Salute. Un intervento che fa sì che i bambini affetti da gravi aritmie congenite possano trovare un valido aiuto dalle riconosciute capacità dei nostri professionisti, che hanno fatto gioco di squadra, ognuno per le proprie competenze, per portare a buon fine questo progetto” conclude il Direttore generale dottor Giovanni La Valle.

22esima giornata di campionato agrodolce per le 2 squadre torinesi

Juventus sconfitta,pareggio per il Torino
Napoli-Juventus 1-0
Insigne (rig)
Torino-Genoa 0-0

Qui Toro:pareggio a reti bianche per il Toro contro un organizzato Genoa.La politica dei piccoli passi potrebbe anche pagare alla lunga,la squadra granata sta raggiungendo un equilibrio tattico,grazie a Nicola,che forse porterà alla salvezza.Quarto pareggio consecutivo con il nuovo tecnico: c’è da dire che nelle prime 12 giornate il Toro ha vinto 1 partita,3 pareggi e ben 8 sconfitte,nelle successive 10 1 vittoria,8 pareggi ed 1 sola sconfitta contro il Milan.I numeri non mentono mai.Questo Toro visto oggi,saldo al 17esimo posto,ha tutti i numeri per salvarsi.Venerdì prossimo Cagliari-Torino,vero spareggio salvezza e ci sarà il nuovo bomber Sanabria,al posto di Zaza,oggi davvero inguardabile
e non più presentabile al fianco del gallo Belotti.

Qui Juve:una buona Juventus perde a Napoli contro i partenopei senza 3 titolari e di conseguenza s’allontana dal primo posto in classifica.La squadra di Pirlo è parsa a tratti confusionaria ma ha creato un buon numero di palle gol che solo uno strepitoso Meret,portiere del Napoli,ha impedito che finissero in rete.In ombra Ronaldo,bene Chiesa mentre difesa e centrocampo sono apparsi,talvolta, disattenti.C’è tempo per recuperare terreno,ci sarà sempre da recuperare la gara d’andata non disputata proprio contro il Napoli.
Adesso sotto con la Champions League,primo obiettivo stagionale.Mercoledi contro il Porto la gara d’andata degli ottavi di finale.

Vincenzo Grassano

Il bollettino Covid di sabato 13 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 749 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 129 dopo test antigenico), pari al 3,1 % dei 23.834 tamponi eseguiti, di cui 17.273 antigenici. Dei 749 nuovi casi, gli asintomatici sono 299 (39,9%).

I casi sono così ripartiti: 135 screening, 412 contatti di caso, 202 con indagine in corso; per ambito: 13 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 70 scolastico, 666 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 236.885 così suddivisi su base provinciale: 21.078 Alessandria, 12.333 Asti, 8.116 Biella, 32.261 Cuneo, 18.553 Novara, 124.235 Torino, 8.750 Vercelli, 8.528 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.181 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.850 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 141 (3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.889 (– 35 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.220

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.724.087 (+23.834 rispetto a ieri), di cui 1.083.020 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.125

Sono 16 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.125 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.379 Alessandria, 588 Asti, 376 Biella, 1.087 Cuneo, 756 Novara, 4.149 Torino, 409 Vercelli, 297 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 84 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

215.510 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 215.510 (+811 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.829 Alessandria, 11.106 Asti,7.449 Biella, 29.954 Cuneo, 16.910 Novara, 112.685 Torino, 7.966 Vercelli, 7.805 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.091 extraregione e 1.715 in fase di definizione.

Due morti e 31 feriti nell’incidente sulla Torino-Bardonecchia

Bilancio di due morti e 31 feriti, due gravi

E’ accaduto questa mattina, sull’autostrada A32 a Salbertrand, verso Bardonecchia. Nel maxi tamponamento sono 25 le auto coinvolte. Deceduti un uomo e una donna. Sono 31  le persone rimaste ferite di cui  due in codice rosso al Cto, 4 in codice giallo, 25 in codice verde.
IL COMUNICATO DELLA SITAF
In data 13/02/2021, poco prima delle h10, si è verificato un incidente sulla carreggiata nord dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, sul viadotto Rio Ponté, tra le gallerie Cels e Serre La Voute.
Dal sistema di videosorveglianza è stato rilevato che un veicolo leggero, isolato, è andato in testa- coda, urtando dapprima sul lato destro della carreggiata, fermandosi poi sulla corsia di sorpasso, occupandola completamente.
I veicoli nel frattempo sopraggiunti sono transitati regolarmente anche se a velocità moderata, provocando un rallentamento in conseguenza del quale si è verificato un tamponamento a catena, che ha visto coinvolti diversi veicoli.
Fin dal primo mattino, era attivo il servizio di prevenzione antigeliva, con passaggi regolari in A32, nel rispetto delle previsioni meteorologiche conosciute.
Poco prima dell’incidente, peraltro, anche alcuni veicoli di pattuglia sono transitati sul viadotto interessato senza segnalare alcuna criticità in merito alle condizioni del manto stradale.
Il personale del Servizio Viabilità in forza alla Sitaf Spa si è immediatamente attivato, unitamente alle Forze dell’Ordine, ai VV.F. e al personale sanitario, per prestare i primi soccorsi e l’assistenza necessaria.
Dai dati a noi pervenuti da parte delle Forze dell’Ordine apprendiamo del decesso di 2 persone, oltre a diversi feriti.
La Società esprime il proprio cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime e degli utenti coinvolti nell’accaduto.
SITAF SpA DIREZIONE DI ESERCIZIO A32

Il vento dell’Artico porta gelo e una spolverata di neve in città

Il vento ghiacciato dell’Artico  ha toccato anche Torino

All’ aumento della nuvolosità e ai freddi anche se deboli venti orientali si è aggiunta una spolverata di neve sulla città.

In 24 ore le temperature sono scese di 10 gradi e l’ondata di freddo giungerà al massimo nel fine settimana con gelate  anche in pianura domenica.

Temperature a  -10  sulle Alpi superati i 2000 metri e  di poco sopra lo zero a bassa quota.

Barbero anche sulle foibe fa lezione

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni     Che il professor Alessandro  Barbero  dell’Università di Vercelli voglia spaziare su tutto lo scibile storico, imitando in chiave in verità un po’  provinciale il più noto Franco Cardini e voglia dar lezione su tutto  a tutti, è un fatto noto che lo ha portato a scrivere cose inaudite, ad esempio, su Vittorio Emanuele II.

Barbero è un professore di storia medievale che dovrebbe limitarsi al suo ambito come si fa tra uomini di scienza. Sarebbe ridicolo, ad esempio, che uno storico contemporaneista scrivesse di Carlo Magno, ma a Barbero appare invece  normale praticare sistematiche  scorribande storiche in territori temporali che non sono di sua competenza, esponendosi a brutte figure e a facili successi con un pubblico di bocca buona. L’ultima  riguarda le foibe dove ha preteso anche lui di dire la sua sull’onda della violenta campagna giustificazionista delle foibe  ingaggiata dall’ ANPI.
Gli rendo merito perché ha avuto l’onestà di dichiarare  che la sua famiglia è stata fascista e repubblichina, ma forse lo ha detto per dare più credibilità a quanto avrebbe sostenuto sulle foibe, quasi le colpe dei padri possano avvalorare  le tesi storiche dei figli.
Dopo aver condannato le foibe senza cadere nel negazionismo e nel giustificazionismo di moda, ha però contestato la legittimità del giorno del Giorno del ricordo del 10 febbraio, vedendolo come un contrappeso politico  al 25 aprile imposto nel 2004 da un governo di destra in cui prevalevano  i neo – fascisti. E qui Barbero  dimostra di non sapere che quella legge istitutiva passò con il voto determinante del PDS e l’adesione attiva di Luciano Violante e di Piero Fassino.
Il 10 febbraio non è il contrappeso di nulla, semmai è un complemento della Giornata della Memoria perché nei territori del confine orientale italiano ci fu un eccidio di massa  di cui nessuno parlava da decine d’anni perché la parola d’ordine era il silenzio più o meno omertoso imposto dal culturame  egemone di impostazione marxista.
Barbero sostiene senza prove  che gli storici hanno sempre scritto delle foibe senza citare il titolo di una sola  opera. Il primo a scriverne è  stato Gianni Oliva a cui oggi c’è qualcuno che vuole disconoscere quel merito indiscutibile che gli fa molto onore perché Oliva è uomo di sinistra.
Barbero dice che gli italiani occuparono i territori italiani dell’Adriatico orientale nel 1918, dimenticando che essi furono per secoli veneziani ed erano di lingua, arte  e cultura italiana da tempo immemorabile.
Forse Barbero ignora anche Niccolò Tommaseo. Ma ignora gli irredentisti dell’800 come Guglielmo Oberdan  o il repubblicano Imbriani e i martiri novecenteschi come Nazario Sauro e molti altri patrioti che disertarono dall’esercito austriaco, pagando con la vita. Ma Barbero dimentica che quelle terre, già da sempre italiane, furono riconsacrate italiane dal sangue di 650mila morti nella Grande Guerra, un fatto importante, così  come in seguito alla guerra perduta del 40-45 con il Trattato di pace del 10 febbraio 1947  Furono tolte all’Italia insieme a Briga e Tenda sul confine con la Francia.
Il modo in cui  quelle province vennero governate dai fascisti non giustificano l’odio slavo contro gli italiani che era ben evidente nel 1800 ed anche prima.
Fu la miscela esplosiva di comunismo e nazionalismo slavo creata da Tito a scatenare la pulizia etnica degli italiani ,provocando la morte nelle foibe e gli annegamenti di 15 mila italiani, molti antifascisti e persino partigiani. In ogni caso le violenze del regime fascista non giustificano le foibe a meno di intendere la storia l’hegeliano terribile mattatoio che giustifica la violenza con una violenza senza fine.
Il 10 febbraio giorno del ricordo  ha dei fondamenti storici che la semplificazione superficiale di Barbero ignora. L’ultima perla riguarda l’affermazione che i partigiani comunisti slavi abbiano combattuto dalla parte giusta e che quindi i loro comportamenti si contestualizzano negli orrori della guerra che Barbero definisce  testualmente “ porcate “. Estendendo questo ragionamento , si potrebbe dire che l’URSS di Stalin sia considerare in modo diverso da come la storia l’ha valutata  perché ha combattuto Hitler.
Barbero ignora o non dice le ragioni internazionali che portarono a rivalutare Tito perché si era staccato da Stalin ,ma qui il discorso si farebbe troppo lungo e ci porterebbe lontano fino all’onorificenza italiana conferita al maresciallo iugoslavo.
La verità è che troppi in Italia non vollero parlare di foibe ,a partire dal Pci per arrivare anche ai socialisti e alla Dc. Anche Saragat non ebbe il coraggio di fare una scelta difforme e  sostenne con Nenni le tesi rinunciatarie che portarono all‘ infame trattato di Osimo firmato di nascosto nel 1975  da Rumor, certo del tutto insensibile ai problemi del confine orientale: un trattato che è rimasta una ferita ancora aperta e fu un tradimento iniquo ed anche vigliacco  degli esuli. E andrebbe anche  ricordato a Barbero che i 350 mila italiani dell’esodo , costretti a fuggire dalle loro terre furono accolti in modo indecente in Italia perché i comunisti italiani li consideravano dei fascisti che andavano trattati come tali  .Questa cosa il medievalista l’ha ignorata.
La storia contemporanea e’ disciplina complessa, prof. Barbero, lei si fermi a Federico Barbarossa. Farebbe più bella figura ed anch’io verrei ad ascoltarla con vivo interesse perché lei sa parlare in modo avvincente.
scrivere a quaglieni@gmail.com

Pallanuoto alla piscina monumentate

La Reale Mutua Torino 81 Iren ospita il Brescia Waterpolo per il girone Nord Est della serie A2 maschile.

Si tratta della terza giornata di andata. Le squadre in campo alla Piscina Monumentale, corso Galileo Ferraris 294 – Torino, sabato 13 febbraio, alle ore 18.30. L’incontro, stante le restrizioni imposte dal controllo della pandemia, è a porte chiuse. La partita sarà trasmessa in diretta sulla pagina facebook della società.

 
(foto Loris Masotti, Torino 81)

La caccia è attività necessaria?

“Illegittimità e deroghe hanno fatto da filo conduttore a una stagione sconcertante”

Caro Direttore, il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle associazioni ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE, LIDA, LIPU, OIPA, Pro Natura e SOS Gaia, denuncia le illegittimità dell’ultima stagione di caccia e la sottomissione della Regione Piemonte alle richieste del mondo venatorio.

Si è finalmente conclusa una delle più sconcertanti stagioni venatorie degli ultimi anni. Iniziata male, con l’approvazione di un calendario venatorio a forte sospetto di illegittimità, è poi proseguita ancora peggio. Emblematica in questo senso la concessione della possibilità di cacciare esemplari della tipica fauna alpina (galli forcelli, pernici bianche e coturnici) anche in assenza dei censimenti primaverili pre-riproduttivi, esplicitamente previsti per legge, ma quest’anno in molti casi non effettuati a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
E che dire dei ripopolamenti (stiamo parlando di almeno 20.000 fagiani più numerose lepri e starne) eseguito durante la stagione venatoria quando, per legge, dovrebbero invece essere svolti ben prima, per dare modo agli animali di ambientarsi?

La ciliegina sulla torta è stata poi l’autorizzazione data ai cacciatori – ma solo a loro – di poter esercitare la loro perversa attività anche in deroga alle norme di limitazione agli spostamenti, arrivando addirittura a considerare la caccia come “attività necessaria” per il ripristino degli equilibri ambientali. È invece evidente come la caccia sia la causa e non la soluzione ai problemi provocati, in certi casi, da una eccessiva proliferazione di alcune specie animali.

Da registrare infine la periodica offensiva contro il lupo: specie di enorme valore ambientale che sta faticosamente riconquistando i territorio da cui l’uomo l’aveva eliminata secoli orsono. Il lupo si nutre prevalentemente di ungulati selvatici (in particolare cinghiali, caprioli e cervi), contribuendo in questo modo al loro controllo numerico. Quando avvengono predazioni su animali domestici, la causa va ricercata in un’assenza di precauzioni da parte degli allevatori (sorveglianza delle greggi, ricovero degli animali durante le ore notturne, uso di cani da guardia, ecc.). La realtà è che, come detto, il lupo preda soprattutto animali selvatici, riducendo così il carniere a disposizione dei cacciatori. Da qui nasce il loro odio e la richiesta di interventi di contenimento del carnivoro, spesso motivata anche con farneticanti riferimenti ad una inesistente pericolosità diretta dell’animale nei confronti dell’uomo.

Infine, ricordiamo ancora la consueta strage che ha accompagnato la stagione venatoria appena conclusa: secondo i dati forniti dall’Associazione “Vittime della Caccia”, nel nostro Paese si sono infatti registrati ben 61 incidenti di caccia, di cui 14 mortali. Quattro vittime e 14 feriti riguardano, tra l’altro, individui non cacciatori, che hanno semplicemente avuto la sfortuna di trovarsi coinvolti in battute da parte di chi prima spara e poi controlla su cosa ha scaricato i propri colpi…

Le Associazioni costituenti il Tavolo Animali e Ambiente hanno cercato in tutti i modi di opporsi a tali pratiche, aberranti non solo sul piano morale ma spesso anche su quello legale. Purtroppo, il potere politico ha dimostrato ancora una volta la sua totale sottomissione agli interessi del mondo venatorio, accogliendo di fatto tutte le richieste provenienti da tale parte ed ignorando invece le giuste rivendicazioni di chi rappresenta la maggior parte della popolazione. Le Associazioni hanno già inviato alla Regione Piemonte un documento ufficiale in cui si preannunciano iniziative legali nel caso anche la prossima stagione venatoria venga gestita all’insegna di una liberalizzazione quasi totale.

 

Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Piero Belletti (Pro Natura)