ilTorinese

Commemorata la strage del 18 dicembre 1922

In piazza 18 dicembre si è svolta la commemorazione del 102esimo anniversario dalla strage di Torino del 1922 alla presenza di istituzioni, associazioni e cittadinanza.

L’eccidio avvenne tra il 18 e il 20 dicembre del 1922, quando le squadre fasciste, capeggiate da Piero Brandimarte, misero in atto alcune violente e tragiche azioni contro gli oppositori del regime, in particolare nei quartieri operai dove si concentravano circoli socialisti e sindacati.

Undici furono le vittime e una trentina le persone rimaste ferite. Furono anche dati alle fiamme alcuni circoli operai, devastata la sede del giornale L’Ordine Nuovo e assaltata la Camera del Lavoro.

A memoria di questi tragici avvenimenti è stata intitolata la piazza di fronte a Porta Susa, dove è collocata una targa recante la scritta “XVIII dicembre 1922” e una lapide riportante i nomi di chi in quei giorni ha perso la vita: Erminio Andreone, Evasio Becchio, Carlo Berruti, Matteo Chiolero, Pietro Ferrero, Andrea Ghiomo, Giovanni Massaro, Leone Mazzola, Cesare Pochettino, Angelo Quintagliè, Matteo Tarizzo.

Ad accompagnare la cerimonia, che ha visto la deposizione di una corona da parte della Città alla lapide, dove già si trovavano quelle dei Sindacati confederali e dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, la Banda Musicale del Corpo di Polizia Locale di Torino che ha eseguito l’Inno Nazionale.

Dopo il minuto di raccoglimento hanno poi preso la parola Federico Bellono, che ha aperto a nome dei sindacati, seguito da Boris Bellone, in rappresentanza della sezione cittadina dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, e a concludere, per la Città di Torino, l’assessore Jacopo Rosatelli.

“Anche quest’anno la nostra città rinnova il suo tributo alla memoria delle vittime del 18 dicembre 1922 – ha detto l’assessore Rosatelli -, un tributo che dev’essere occasione per riaffermare i valori che stanno alla base della nostra convivenza civile e che si rispecchiano nelle biografie di chi ha combattuto per la libertà e nel testo della nostra Costituzione. Fra i caduti della strage del 18 dicembre Berruti e Ferrero, come noto, erano importanti dirigenti sindacali, rispettivamente dei ferrovieri e dei metallurgici, e Berruti anche consigliere comunale del Partito Comunista d’Italia. Proprio contro le libertà sindacali e le autonomie locali il fascismo scatenò sin dalle origini la propria ferocia, annullandole poi con l’assunzione del pieno potere.
Per noi è dunque particolarmente importante avere piena coscienza della sacralità civile che porta con se l’esercizio delle funzioni della rappresentanza di lavoratrici e lavoratori, così come della rappresentanza democratica delle comunità locali.
I fatti di un passato che potrebbe sembrare lontano ci parlano però al presente. Guardando al di fuori dei nostri confini, nazionalismi e forze pericolosamente ambigue e nostalgiche sono più forti che mai. E nel nostro Paese ricordiamoci l’assalto alla sede della CGIL nazionale a Roma, il 9 ottobre del 2021, come le marce che hanno profanato, negli scorsi giorni e settimane, due città martiri delle stragi neofasciste quali Bologna e Brescia.
Il nostro compito è nutrire la consapevolezza di essere libere e liberi perché c’è chi ha lottato affinchè noi lo potessimo essere. Un ringraziamento va quindi alle associazioni che custodiscono la memoria del passato e alle istituzioni che coltivano gli studi e la ricerca sulla storia del Novecento, ma anche agli insegnanti e a chiunque presti il proprio ingegno e il proprio tempo a quest’opera così importante per la qualità della nostra vita collettiva. Come ha fatto instancabilmente fino alla fine dei suoi giorni Bruno Segre al quale va oggi, primo 18 dicembre senza di lui, un deferente pensiero. Dalle ricerche d’archivio alla divulgazione per bambini e bambine della scuola primaria, dall’intitolazione di strade e giardini alla produzione di libri o video, dalle visite ai campi di concentramento a quelle ai musei, tutto contribuisce ad arricchire la nostra cultura democratica e il comune senso di appartenenza alla Repubblica”.

TORINO CLICK

“Valsusa Emozioni da bere – Winter Edition”

BARDONECCHIA, EMOZIONI DA BERE: SOTTO L’ALBERO I VINI EROICI VALSUSA DOC CON I GIOIELLI DELLA PASTICCERIA UGETTI

Venerdì 26 dicembre al Foyer del Palazzo delle Feste una degustazione in pieno clima natalizio.

In primo piano le etichette del Consorzio Valsusa Doc, presentate dai produttori e dai sommelier dell’AIS con assaggi di prodotti tipici locali. Anche un video sul distretto vinicolo valsusino, poi l’esperienza immersiva “Blind Wine”. E infine una grande sorpresa, a base di vino valsusino, offerta dai maestri pasticceri e cioccolatieri di Bardonecchia.

Valsusa, Emozioni da bere”: l’appuntamento 2024 con la terza edizione della kermesse enologica valsusina, stavolta in versione invernale, è per venerdì 26 dicembre, Santo Stefano, dalle ore 16 alle 20 nel Foyer del Palazzo delle Feste di Bardonecchia. L’evento, completamente gratuito e ospitato dal Comune, è promosso dal Consorzio di Tutela e valorizzazione dei Vini DOC Valsusa.

Un’ottima occasione per degustare in purezza il frutto dei vitigni autoctoni valsusini: i rossi Avanà e Becuet e il bianco Baratuciat. Vini di carattere, nati da vigneti strappati faticosamente ai versanti alpini.

«A farli assaggiare e a raccontarli saremo noi stessi, produttori di montagna»annuncia Giancarlo

Martina, presidente del Consorzio DOC dei vigneron valsusini – I calici saranno illustrati anche attraverso un suggestivo percorso sensoriale grazie all’experience “Blind Wine” sotto la guida di sommelier di AIS Piemonte. Accompagnata dalla proiezione di un audiovisivo sul distretto vinicolo valsusino, la kermesse – sostenuta dalla Camera di Commercio di Torino e dall’Enoteca Regionale – sarà accompagnata dall’assaggio di altri prodotti d’eccellenza del territorio, dai formaggi ai salumi, sino ai Marroni IGP Valsusa.

Il pomeriggio di degustazioni terminerà con una “dolce sorpresa” realizzata con i vini Valsusa DOC, preparata in occasione del 70° anno di attività della Pasticceria-Cioccolateria Ugetti. Gli Ugetti (Franco e i figli Davide e Andrea, tutti Maestri del Gusto) saranno presenti a Palazzo delle Feste anche con la mostra “Tracce di Gusto”: la rassegna riassume la storia della loro famiglia, che da tre generazioni addolcisce i frequentatori della “Perla delle Alpi”.

Ad accompagnare in dolcezza questa speciale realizzazione sarà un bicchiere di valsusino “vino del ghiaccio”. Si tratta di un Eiswein da uve tardive a bacca rossa, lasciate disidratare in vigna e raccolte ormai gelate durante l’inverno, a temperature abbondantemente sotto zero.

MARTINA: FESTEGGIAMO LA DOC ALPINA CHE PREMIA L’AUTENTICO VINO DI MONTAGNA, AMBASCIATORE TURISTICO DEL TERRITORIO

«Questo appuntamento è iniziato due anni fa in occasione del 25ennale del riconoscimento della

DOC Valsusa» – ricorda Giancarlo Martina, presidente del Consorzio Doc Valsusa «Per il 2024

abbiamo voluto proporlo in veste invernale e natalizia a Bardonecchia, città che nel 2025, ormai

alle porte, con altri Comuni delle Montagne Olimpiche vedrà svolgersi i Giochi Mondiali Universitari Invernali. Un evento sportivo attorno al quale stiamo già progettando alcune iniziative, perché crediamo fortemente nell’importanza del vino, in valle di Susa, quale “prodotto vetrina” storicamente legato al territorio, insieme alle altre eccellenze locali».

Proprio la viticoltura eroica, per i produttori valsusini, è un elemento importante per fare turismo: «Il

vino contribuisce a riqualificare il paesaggio, conservando e rinnovando la sua bellezza». Ecco perché va raccontato e fatto conoscere direttamente, valorizzandolo insieme alle altre produzioni alpine: prelibatezze ormai riconosciute per la loro qualità, ma ancora limitate nella quantità. Da qui la scelta, condivisa con l’amministrazione comunale di Bardonecchia e il Consorzio turistico bardonecchiese, di realizzare questa terza edizione della kermesse enologica nel periodo più “turistico” e di massima frequentazione, cioè durante le festività natalizie.

«L’opportunità che ci ha dato la famiglia Ugetti di sperimentare un connubio tra vini DOC e pasticceria-cioccolateria – dice ancora Giancarlo Martina – ci ha resi particolarmente felici, perché questa nostra collaborazione è un esempio concreto di come si debba “fare squadra” per accogliere al meglio i nostri ospiti in questa Valle, che resta unica per storia e ambiente».

UGETTI: FELICI DI ENTUSIASMARE IL PUBBLICO CON LA QUALITA PIU’ PREZIOSA, L’AUTENTICITÀ.

ED ECCO IL MATRIMONIO TRA VINI E PASTICCERIA

«Combinare vini e pasticceria è una sfida che abbiamo accettato con entusiasmo», dichiara Franco Ugetti, Maestro del Gusto, premiato per l’eccellenza garantita dalla sua storica pasticceria di Bardonecchia, che ha alle spalle settant’anni di successi. «Dobbiamo sempre di più sforzarci di presentare il meglio del nostro territorio e rappresentare con orgoglio la Valle di Susa. Clienti e turisti oggi chiedono autenticità, identità e qualità: virtù che sanno apprezzare».

«In tanti anni di attività della nostra famiglia – aggiunge Ugetti – abbiamo sempre cercato di accogliere i clienti con un sorriso e dando il meglio nel nostro lavoro, in un settore molto cambiato ed evoluto con il trascorrere del tempo. Oggi tocca ai miei figli: siamo a Bardonecchia dal 1954, ma la storia della nostra famiglia inizia nel 1882, con la panetteria a Susa. Credo che sia fondamentale avere conoscenza delle proprie radici, del proprio territorio. Scambiare esperienze e valorizzare al meglio e con orgoglio i nostri prodotti e i loro produttori, con orgoglio, penso sia un dovere per chi lavora nell’accoglienza: gli albergatori, i ristoratori e tutti gli esercenti».

BARDONECCHIA: L’ECCELLENZA DELLO SPORT SI ACCOMPAGNAALL’ECCELLENZA DEL GUSTO.

LAVORIAMO INSIEME PER VALORIZZARE IL TERRITORIO

«Siamo felici di accogliere al Palazzo delle Feste questo appuntamento promosso dal Consorzio di Tutela e valorizzazione dei Vini Doc Valsusa sottolinea Chiara Rossetti, Sindaca di Bardonecchia – Riteniamo sia importante dare voce ai prodotti delle nostre terre, farli conoscere ed apprezzare anche da quanti saranno con noi in queste vacanze di fine anno.

La scoperta di un territorio passa anche attraverso la presentazione e degustazione dei prodotti tipici dell’enogastronomia ed in questo senso ospitare i vini della nostra Valsusa è un modo per raccontare e raccontarci e per fare apprezzare ad un maggior numero di persone quanto la nostra Valle produce»

VALSUSA DOC, LA RINASCITA DEI VITIGNI EROICI DA CUI DIPENDE IL RILANCIO DI TERRITORI LA CUI STORIA ENOLOGICA RISALE AL MEDIOEVO

Da più di venticinque anni, il Consorzio di Tutela e Valorizzazione dei Vini DOC Valsusa si impegna a garantire un futuro al piccolo comparto vinicolo alpino della Valle di Susa: appena una ventina di ettari vitati, con filari “eroici” spesso strappati ai versanti più scoscesi. Il mercato e la critica stanno premiando questa eccellenza vinicola piemontese, che si esprime attraverso tre vitigni autoctoni: due rossi (l’Avanà e il Becuet) e un bianco (il Baratuciat). Vitigni che riflettono il prestigio storico della valle di Susa come area vinicola: esploso con l’optimum climatico medievale, il vino valsusino era esportato in Savoia, nel Delfinato e ovviamente a Torino.

Di recente si è iniziato da parti di diversi produttori a valorizzare la produzione del Becuet in purezza: fino ad allora, infatti, il vitigno era impiegato solo nell’ambito dell’uvaggio Valsusa Rosso, per rafforzarne il corpo. L’Avanà, decisamente più esile, è oggi prodotto anche sotto forma di bollicine rosé metodo classico, mentre una quota di Becuet (da vendemmia tardiva, invernale) è utilizzata per l’apprezzatissimo Vino del Ghiaccio, prodotto tra Chiomonte ed Exilles.

Ultimo arrivato, il Baratuciat: “salvato” dall’estinzione da un appassionato professionista di Almese, Giorgio Falca, in una piccola “topia” di famiglia, il bianco autoctono è ora prodotto in tutta la valle, sia in versione bianco fermo che spumatizzato.

Minerali, suadenti, eleganti: i vini valsusini sono carichi di profumi, grazie anche all’escursione termica notturna dovuta all’altitudine dei vigneti. Sono vini genuini: la quota e il clima li mettono al riparo dalle avversità, riducendo al minimo la necessità di trattamenti protettivi. Gli enologi li apprezzano per la crescente qualità raggiunta: esprimono alla perfezione il carattere alpino del territorio da cui nascono. Missione del Consorzio, continuare ad accrescere la produzione aumentando ulteriormente la superficie vitata: ancora all’inizio del ‘900 i filari valsusini si estendevano su centinaia ettari.

I PARTNER

L’evento, promosso dal Consorzio di Tutela e valorizzazione dei Vini DOC Valsusa, è sostenuto da Camera di Commercio di Torino ed Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino e patrocinato dal Comune di Bardonecchia, da Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Unioni Montane Alta Valle Susa e Valle Susa e UNCEM, con la collaborazione del Consorzio Turistico Bardonecchia, di IREN, A.I.S. Piemonte, Laboratorio Alte Valli di CNA, Restart Valsusa, Graffio Edizioni e Pasticceria Ugetti.

IL PROGRAMMA

  • Degustazioni guidate vini DOC con prodotti del territorio: formaggi, salumi, carne, prodotti da forno, marroni, ecc.

  • Proiezione del video “Valsusa Emozioni da Bere”

  • Experience “blind wine”

  • Presentazione e assaggio della “dolce sorpresa” dei Maestri Ugetti

  • Brindisi finale

Il futuro della sanità in Piemonte secondo Aiop

 

Sono le 5 “R” al centro dell’Assemblea di fine anno di AIOP Piemonte che si è tenuta oggi. Presente l’assessore regionale alla sanità Federico Riboldi e i direttori delle aziende sanitarie piemontesi.

 

AIOP Piemonte (Associazione Italiana delle Aziende Sanitarie Ospedaliere e territoriali e delle Aziende Socio-Sanitarie residenziali e Territoriali di Diritto Privato) chiude il 2024 con uno sguardo fiducioso verso le sfide del futuro. Nell’incontro di fine anno che si è svolto oggi alla presenza degli associati si è discusso principalmente degli sforzi condivisi per migliorare l’efficienza del sistema sanitario regionale, della volontà di garantire sempre maggiore qualità e facilità di accesso ai servizi per i cittadini e degli importanti cambiamenti normativi in corso. La collaborazione tra pubblico e privato è stata il filo conduttore dell’Assemblea che, alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Federico Riboldiha visto la partecipazione attiva anche dei Direttori delle ASL piemontesi.

«Il 2025 sarà un anno particolarmente importante. Il primo obiettivo sarà rivedere il budget per la sanità di diritto privato che ci consentirà di lavorare insieme per una concreta riduzione delle liste di attesa – ha dichiarato l’assessore Riboldi -. Più budget significa più prestazioni e maggiore collaborazione tra pubblico e sanità convenzionata, per una sanità universale. In questa direzione, per dare vita a un tavolo comune e ottenere una revisione del budget a livello nazionale, sto coinvolgendo gli assessori di altre Regioni, come Lombardia, Liguria, Veneto. È un obiettivo sfidante e non è l’unico del prossimo anno che vedrà anche la  rimodulazione  del piano sociosanitario, l’introduzione del nuovo CUP integrato con l’Intelligenza Artificiale, l’ingresso dell’Azienda Zero nel Grattacielo, per essere sempre più performanti»

In tema di collaborazione, il primo tema caldo affrontato in Assemblea ha  infatti il contenimento delle liste d’attesa, una priorità condivisa tra pubblico e privato per rispondere alla missione del Servizio Sanitario Nazionale: garantire a ogni cittadino l’accesso alle cure e la tutela del diritto alla salute. Un diritto fondamentale, sancito dalla Costituzione che richiede impegno costante. Anche nel 2025, AIOP Piemonte si dichiara pronta a intensificare il proprio ruolo e lavoro, auspicando che la Regione voglia introdurre nuove semplici regole operative fin dall’inizio dell’anno, rendendone più efficace l’attuazione rispetto al 2024.

In questa direzione in Assemblea è stato ricordato che DL Fiscale (155/2024, con l’art. 2-bis,) permette alle Regioni di finanziare i piani operativi per il recupero delle liste d’attesa con le risorse non spese (perché non erogate) nel 2020 e nel 2021, ricorrendo a prestazioni aggiuntive del pubblico o all’acquisto di prestazioni da privati accreditati – in deroga al DL 95/2012 – fino al 31 dicembre 2025.

In relazione al budget è stata evidenziata proprio la necessità di rivalutare quello del 2025, sia in considerazione delle misure già adottate dal Governo in sede di Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023), sia di quelle previste nella manovra in discussione in Parlamento. All’approvazione di quest’ultima, infatti, il combinato di questi interventi, rispetto al 2011 porterà a un incremento complessivo del tetto di spesa del 3,5% per il 2025 e del 4% dal 2026. «Occorre che la Regione riconosca tali adeguamenti, indispensabili affinché la sanità di diritto privato possa far fronte ai crescenti costi operativi, garantendo servizi in linea con le esigenze economiche attuali» ha commentato Giancarlo Perla, Presidente di AIOP che in Piemonte raggruppa 41 strutture.

 

Il valore del Servizio Sanitario Nazionale risiede soprattutto nei suoi professionisti: medici, infermieri e personale sanitario. In questo senso, a tutela dei suoi collaboratori, perché non risultino discriminati, l’Assemblea ha ribadito l’urgenza di finanziare il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del personale non medico, ormai in scadenza, come a suo tempo garantito dalla Conferenza delle Regioni, e il successivo, ma anche di quello del personale medico. «Una questione che resta aperta da 12 anni per il mancato adeguamento delle nostre tariffe ai costi reali di produzione, previsto dalla Legge, e che occorre risolvere quanto prima, per assicurare un equo riconoscimento economico e professionale a tutti gli operatori della sanità privata accreditata, il cui ruolo è cruciale per il sistema sanitario regionale» ha sottolineato Perla.

Per utilizzare al meglio risorse del Fondo Sanitario Regionale sono stati analizzati anche i dati sulla mobilità sanitaria che continuano a rappresentare una sfida importante per il Piemonte. Anche grazie al fondamentale supporto delle strutture private accreditate, il saldo nel 2023 risulta positivo, posizionando il Piemonte al 5° posto tra le regioni italiane con il segno più (dati Agenas), resta però il fatto che la nostra regione lo scorso anno ha registrato oltre 28.000 ricoveri in fuga, dei quali 18.192 in Lombardia (che assorbe circa il 70% dei costi di mobilità passiva piemontesi), inoltre è in negativo il saldo piemontese relativo alla mobilità ambulatoriale.

AIOP Piemonte ricorda quindi l’importanza di strategie mirate a potenziare l’offerta sanitaria soprattutto sul territorio regionale di confine, finanziandola con i risparmi di mobilità passiva. Parimenti va ulteriormente sviluppata la mobilità attiva e abolito il tetto di tetto esistente per rafforzare e consolidare il bilancio positivo del Piemonte.

Al centro dell’Assemblea anche il DDL Concorrenza, con le nuove norme sull’accreditamento. AIOP Piemonte accoglie con favore l’introduzione di criteri più stringenti e trasparenti, che premiano la qualità e la sicurezza delle prestazioni. «La nostra rete è pronta ad affrontare questa fase di trasformazione con spirito collaborativo, per continuare a offrire ai cittadini cure di alto livello – ha precisato il presidente di AIOP Piemonte -. Diversa cosa è però la previsione è mettere in discussione ogni due-tre anni la partecipazione o meno di ciascuna delle nostre 41 strutture alla rete degli erogatori o introdurre altri attori nel sistema senza prevedere nuovi finanziamenti ad hoc»Su questo, infatti, la posizione di AIOP Nazionale è di ferma opposizione alla disciplina introdotta con l’art. 15 della L. 118 del 5 agosto 22, per chiaro contrasto con la Direttiva Europea Bolkestein che esclude la Sanità dagli ambiti di libera concorrenza. Essendo comunque le scadenze rinviate al 31 dicembre 2026, l’auspicio è che si faccia chiarezza prima di allora.

«Per affrontare con successo le sfide che ci attendono, sarà fondamentale un lavoro sinergico tra le strutture di diritto privato e le istituzioni regionali, con una programmazione sanitaria coerente e un dialogo continuo. Insieme possiamo costruire un sistema sanitario che coniughi efficienza, qualità e accessibilità» ha concluso il Giancarlo Perla.

CS

Un protocollo d’intesa per la giustizia riparativa

Promuovere la giustizia riparativa, il sostegno alle vittime e la prevenzione della devianza minorile: sono le finalità del protocollo d’intesa “Ricominciamo”, frutto della collaborazione tra la Città di Torino e il corpo di Polizia Locale, la Procura per i Minorenni del Piemonte e Valle d’Aosta e l’associazione ASAI, che è stato rinnovato  a Palazzo Civico.

“Il documento che firmiamo oggi – dichiara la Vicesindaca Michela Favaro – si inserisce nel più ampio impegno di questa amministrazione nella costruzione di una città più inclusiva e sicura, soprattutto per i più giovani. È fondamentale creare le condizioni affinché si possa educare alla legalità e offrire a ragazze e ragazzi percorsi di prevenzione alla devianza e supporto concreto. Come amministrazione continueremo a investire in progetti come questo, che accomunano educazione alla legalità e inclusione sociale”.

Il protocollo si propone di consolidare e ampliare attività già avviate nel tempo con successo. “Già dal 2009 – sottolinea la Procuratrice Emma Avezzù – abbiamo sperimentato l’attuazione di un protocollo a forte connotazione educativa per i minori resisi autori di reato, incardinato nella fase delle indagini preliminari. La creazione di una rete, che ha visto e vede tuttora coinvolti soggetti pubblici e del privato sociale, ha inteso cogliere l’esigenza di accompagnare il minore verso un percorso che considera il reato non come una semplice violazione di una norma di legge, soggetta a pena, ma come un’opportunità per riflettere sul disvalore dei propri agiti avendo la possibilità di riparare al danno arrecato e così recuperare una nuova dimensione identitaria di sé. I numerosi casi trattati in questi anni e gli ottimi risultati raggiunti ci vedono antesignani nell’applicazione di quella giustizia riparativa che viene richiamata dalla riforma Cartabia e ci portano a formalizzare oggi questo sodalizio virtuoso tra istituzioni, un agire condiviso di una comunità educante”.

“Tra la Procura della Repubblica del Tribunale per i Minorenni del Piemonte e Valle d’Aosta e la Polizia Locale di Torino – aggiunge l’assessore alla Sicurezza e Polizia Locale Marco Porcedda – esiste da tempo una proficua collaborazione in diversi ambiti tra attività investigativa, inadempienza scolastica, progetti di educazione alla legalità nelle scuole, controllo e monitoraggio di aggregazioni giovanili. Attraverso le numerose attività che il Corpo mette in campo, anche con il Nucleo di Prossimità, sappiamo quanto l’attività di educazione possa essere fondamentale nella prevenzione dei reati e nel promuovere educazione alla legalità e responsabilità individuale tra i più giovani”.

Una collaborazione, quella tra Procura dei Minori e Polizia Locale, cui si aggiunge la consolidata esperienza dell’associazione ASAI nei progetti educativi. “Come associazione – spiega il presidente di ASAI Francesco Caligaris – crediamo moltissimo nella giustizia riparativa e siamo grati alle istituzioni, alla Procura e alla Polizia Locale, per il rinnovo di questa significativa collaborazione. Il contributo che possiamo dare, grazie ai volontari di ASAI e agli educatori della cooperativa Terremondo, è sintetizzabile in due parole: sguardo e comunità. Offriamo uno sguardo, in quanto i minori (autori di reato o vittime) sono visti dai tutor, anche nelle loro emozioni, capacità e possibilità future, e sono aiutati a vedersi in modo nuovo. E offriamo una comunità, educante e accogliente, in cui i minori possano trovare un punto di riferimento e portare un valore positivo facendo qualcosa di concreto. Riteniamo insomma che i percorsi con approccio riparativo dischiudano grandi opportunità, sia per le ragazze e i ragazzi coinvolti sia per le famiglie, la scuola e l’intera società”.

L’obiettivo comune è quello di individuare minori che si siano resi responsabili di reati per accompagnarli in un percorso di educazione alla legalità e coinvolgerli in attività riparatorie in ambito sociale. Il protocollo si fonda su due pilastri principali, la giustizia riparativa e la ricomposizione sociale, definendo percorsi che mettono al centro il dialogo tra l’autore del reato, la vittima e la comunità, offrendo alle parti coinvolte l’opportunità di ricostruire le relazioni compromesse e favorendo un processo di responsabilizzazione e consapevolezza. Strumenti e percorsi saranno finalizzati a responsabilizzare i giovani autori di reati attraverso attività riparatorie a beneficio delle vittime e della collettività, offrire supporto alle vittime aiutandole nell’elaborazione del vissuto, promuovere la prevenzione della recidiva lavorando sul reinserimento sociale dei minori e sulla ricostruzione del tessuto comunitario, diffondere una cultura della legalità e del rispetto delle regole attraverso percorsi educativi nelle scuole e campagne di sensibilizzazione rivolte a studenti, famiglie e insegnanti. Le attività di riparazione includono laboratori di artistici (teatro, musica, giocoleria…), animazione con bambini, accompagnamento allo studio di altri minori, cura di spazi pubblici, accudimento di persone o animali, costruite in base alle specificità di ogni caso, con il supporto di educatori durante tutto il percorso di riparazione e reinserimento. La fase della ricomposizione prevede invece uno o più incontri di preparazione separata di autori e vittime del reato partecipanti al percorso, coinvolgendo anche familiari o insegnanti coinvolti nella vicenda se il fatto è accaduto a scuola, offrendo loro l’opportunità di parlare e raccontare il proprio vissuto in relazione alla vicenda e al percorso di riparazione.

Il protocollo, valido fino al 31 dicembre 2026, potrà essere rinnovato per successivi periodi di due anni.

CS

All’Università  1,8 milioni di euro per  le terapie tumorali anti angiogenesi

COOLISH è un progetto di ricerca interdisciplinare del dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino e del Candiolo Cancer Institute IRCCS-FPO che ha ottenuto un importante finanziamento di 1,8 milioni di euro dal Fondo italiano per le Scienze applicate ( FISA ), il programma del Ministero dello Sviluppo Economico istituito con la Legge di Bilancio 2022, che ha l’obiettivo di alzare il livello di attrazione e competitività dell’Italia elevando la capacità di fare ricerca. Il progetto COOLISH ha lo scopo di ottimizzare la scoperta di molecole bioattive in campo oncologico attraverso il superamento degli attuali limiti presenti nelle colture cellulari bidimensionali, e dei moderni tridimensionali, poco efficaci nel riprodurre i microambienti tumorali. L’obiettivo è sviluppare una piattaforma basata su organoidi vascolarizzati, derivati da pazienti con tumori di difficile trattamento come l’adenocarcinoma duttale pancreatico, il carcinoma polmonare non a piccole cellule e il melanoma metastatico, noti per essere refrattari o scarsamente responsivi alle attuali terapie anti angiogeniche. Questo progetto consentirà di testare un’ampia libreria di molecole già approvate per la sperimentazione umana dalle agenzie regolatorie per identificare i composti in grado di bloccare la crescita di organoidi tumorali attraverso il blocco dell’angiogenesi, ossia il processo di formazione di nuovi vasi sanguigni.

“I farmaci anti angiogeniche– spiega il Professor Federico Bussolino, direttore la laboratorio di oncologia vascolare al Candiolo Cancer Institute – sono fondamentali nella lotta ala cancro, perché bloccano la formazione di nuovi vasi sanguigni impedendo al tumore di crescere e diffondersi. Agiscono in modo mirato e possono essere combinati ad altre terapie per aumentarne l’efficacia. Tuttavia, le molecole anti angiogeniche non sono efficaci in tutti i tumori, che peraltro richiedono la vascolarizzazione per la loro progressione. La presenza di un team multidisciplinare, supportato da un finanziamento importante quale FISA 2022, permetterà a COOLISH di effettuare nei prossimi 4 anni una ricerca di alto profilo diretta a innovare questi trattamenti, offrendo nuove speranze ai pazienti. COOLISH è una piattaforma multidisciplinare sviluppata dal Professor Federico Bussolino del Candiolo Center Institute, dal Professor Luca Primo del dipartimento di Oncologia e dalle Professoresse Laura Anfossi del dipartimento di Chimica e il Professor Marco Lolli del dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco.

 

Mara Martellotta

Atlantis, nuovo centro di ricerca per lo studio delle vie metaboliche

Venerdì 20 dicembre, dalle 10 alle 13, nella sala Convegni aziendali dell’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, si terrà l’inaugurazione di Atlantis, nuovo centro di ricerca per lo studio delle vie metaboliche e la loro interazione con i processi flogistici nella patogenesi del cancro e delle malattie cronico -degenerative. Il centro, diretto dalla Professoressa Paola Costelli, nasce dalla collaborazione tra il dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche e il dipartimento di Oncologia e il dipartimento di Chimica dell’Università di Torino. Nel corso della mattinata saranno inoltre presentati gli sviluppi del progetto d’eccellenza dipartimentale Puzzle, che si propone di studiare una delle più grandi sfide in ambito medico, la multimorbosità, ovvero la presenza in un singolo paziente di due o più condizioni cliniche a lungo termine.

 

Mara Martellotta

Torino Outlet Village, l’albero di Natale più alto d’Europa

Che sia pino o abete, vero o artificiale, decorato, innevato, illuminato, l’albero è il simbolo del Natale per eccellenza. Difficile resistere al suo fascino e alla sua magia.

Il più famoso del mondo è senza dubbio quello del Rockfeller Center di New York; il più grande è realizzato ogni anno a Gubbio, sulle pendici del monte Igino.

E poi ci sono l’albero più antico del mondo che si trova in terra britannica, più precisamente a Chippenham, nel Wiltshire, l’albero di Lego realizzato con 245.000 mattoncini a Legoland in California, l’albero di vetro di Murano.

Ma l’albero più alto d’Europa, con i suoi 88 metri di altezza, è quello di Torino Outlet Village, seguito da quello di Lisbona, alto “solo” 75 metri.

L’albero è talmente grande da essere visibile da più punti della città e persino dalla stazione Spaziale Internazionale.

La stele dell’architetto Claudio Silvestrin, vero e proprio simbolo dell’Outlet Village, si trasforma in un enorme abete che scintilla in un gioco di luci davvero unico, e ogni giorno, al tramonto, lo spettacolo si rinnova, incantando grandi e piccini.

Torino Outlet Village è un complesso di 20 mila mq distribuiti su un unico livello a cielo aperto. Attualmente il Village è oggetto di lavori di ampliamento per lo sviluppo di una fase 2 con ulteriori 11 mila mq di gla e 55 nuovi negozi che si andranno ad aggiungere ai circa 90 negozi delle marche già esistenti. Il progetto architettonico è firmato da uno dei maggiori esponenti dell’architettura contemporanea, l’architetto italiano Claudio Silvestrin, che propone un nuovo concetto architettonico è experienziale dell’Outlet per far vivere ai clienti una nuova percezione più ripassata e stimolante dello shopping Torino Outlet Village, riconosciuto come una delle principali shopping tourism destination del nord Italia, che si trova alle porte di Torino a soli 10 minuti e sull’autostrada Torino Milano a soli 10 minuti da quest’ultima. Tra i servizi offerti anche l’area kids, la nursery, l’info point multilingue, il personal shopper su prenotazione, il servizio hands free shopping per un’esperienza senza l’ingombro degli acquisti effettuati, e il servizio navetta che lo collega al centro cittadino.

 

Mara Martellotta

Al “FolkClub” si fa musica con “L’Usignolo”

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In avvicinamento alle Feste del Natale, al “Club” di via Perrone a Torino, si chiude la XXV Stagione con “Il Trio dell’Appennino”

Venerdì 20 dicembre, ore 21,30

Non è banale né un semplice luogo comune dire che al torinese “FolkClub” ( fra i migliori Club d’Europa di musica dal vivo, fondato sotto la Mole nel 1988 da Franco Lucà e dal 2008 passato in gestione al figlio Paolo) la XXV Stagione, ormai in zona Cesarini, abbassa le serrande in tutta bellezza. Non è banale no, dal momento che a chiudere il 2024, al “Club” di via Perrone, sarà una serata musicale, titolata “L’Usignolo”, che vedrà protagonista sul palco, venerdì 20 dicembre (dalle 21,30) la musica incantata e incantevole de “Il Trio dell’Appennino”.

Nel “menù” della serata, mazurche, valzer, ballate e alessandrine (danze di cerchio con schema fisso) dalle “Terre dell’Appennino”, territorio crocevia delle valli appenniniche comprese fra il corso dei fiumi Trebbia, Scrivia, Borbera e Staffora, (noto come “Quattro Province”) e raccontato in musica da tre artisti, “Il Trio dell’Appennino” per l’appunto, tra i più importanti nell’ambito della “musica popolare” italiana. I loro nomi: Stefano Valla suonatore di piffero, Daniele Scurati alla fisarmonica e Fabio Rinaudo, da oltre trent’anni attento studioso ed interprete della cornamusa.

Nello specifico:

Per Stefano Valla e Daniele Scurati, il piffero è accompagnato dalla fisarmonica cromatica, che nella prima parte del secolo scorso ha soppiantato la musa, la “cornamusa appenninica”. La lunga pratica di coppia ha fatto sì che i due strumenti abbiano raggiunto una straordinaria comunione, più che unica in termini sia di tecnica sia di spirito interpretativo. Da notevoli musicisti quali sono, Stefano e Daniele si pongono in continuità con il linguaggio popolare, ma fondono magistralmente la loro sensibilità contemporanea, che si traduce nella capacità di aggiungere sfumature ritmiche e armoniche ai due  strumenti tradizionali nonché di dialogare con il “jazz”, la “classica”, la “canzone d’autore”. Hanno inciso svariati “cd” e tenuto concerti nei più importanti Festival di “musica tradizionale” in Italia, in tutta Europa e in Cina.

Fabio Rinaudo, prestigioso conoscitore e studioso della cornamusa, è uno dei più rinomati interpreti italiani dello strumento. Specializzato nelle cornamuse Nord Italiane, del centro Francia e d’Irlanda, nella sua carriera ha tenuto più di 3mila concerti in Italia, Germania, Spagna, Austria, Francia, Svizzera, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca, Scozia, Galles, Inghilterra, Irlanda, Portogallo e Canada. È il fondatore della band “Birkin Tree”, con la quale si è esibito in migliaia di concerti in Italia, Irlanda, Europa e Canada incidendo 6 cd. Ha all’attivo più di 90 lavori discografici e numerose incisioni per importanti emittenti Nazionali. Collabora attivamente e a livello mondiale con importanti musicisti di “musica antica” come Vittorio GhielmiRodney PradaCristiano Contadin e la rinomata flautista tedesca Dorothee Oberlinger. Con loro ha inciso 2 dischi e tenuto decine di concerti in prestigiosi Festival in Germania, Austria e Italia.

Ottimo finale di stagione, dunque. La prossima (incentrata sull’incontro fra tradizione ed innovazione) avrà inizio la sera (ore 21,30) di venerdì 10 gennaio con l’attesissimo concerto di Jesper Lindell, talento emergente della scena folk-rock svedese, e Scarlet Rivera, violinista leggendaria del tour “Rolling Thunder Revue” di Bob Dylan.

Per info: “FolkClub”, via Perrone 3bis, Torino; tel. 011/19215162 o www.folkclub.it

g.m.

Nelle foto: “Il Trio dell’Appennino” in esibizione

Sotto l’albero dei torinesi più libri, ebook e prodotti enogastronomici

Più regali sotto l’albero. È in miglioramento rispetto allo scorso anno la propensione all’acquisto dei regali per il Natale; lo rileva l’indagine di Confcommercio, secondo la quale l’80% degli italiani prevede di acquistare regali per il Natale 2024, in aumento rispetto al 73,2% del 2023, con una spesa media pro capite stimata di 207 euro.

Anche a Torino lo shopping natalizio vive i suoi giorni più intensi offrendo prodotti e servizi in linea con le previsioni nazionali. Nella top ten dei regali, al primo posto i prodotti enogastronomici (81%), seguiti dai giochi per i bambini (58%), libri e ebook (52%), capi d’abbigliamento (51%) e prodotti per la cura della persona (50%).

Lo shopping natalizio si conferma multicanale, con il 62,6% degli intervistati che combina acquisti in negozi fisici e online. Tuttavia, una parte importante di consumatori preferisce affidarsi esclusivamente ai negozi, evidenziando l’importanza del commercio di prossimità.

«I nostri negozi – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa – offrono un’esperienza d’acquisto unica, che parla di attenzione, competenza, fantasia e cura del dettaglio. Si pensi alla bellezza di una confezione natalizia; un bel pacchetto non ha solo un valore estetico, ma è una dimostrazione di riguardo e cortesia che rende ogni regalo speciale e memorabile. Il settore del food va molto bene, ma anche l’abbigliamento sta segnalando vendite in linea con le aspettative, talvolta con interessanti tendenze al regalo importante. Soddisfatte anche le librerie, che indicano una predilezione per la narrativa italiana.

Il cliente che sceglie il negozio fisico come canale d’acquisto esclusivo per Natale lo fa per l’aspetto emozionale. Grazie alla passione dei nostri commercianti, ogni regalo viene arricchito da un valore aggiunto irrinunciabile: pacchetti esclusivi, con carte preziose, spesso impreziositi da una spruzzata di profumo, che trasformano ogni dono in un gesto di attenzione e amore.

Lo shopping natalizio nei negozi di prossimità crea un’atmosfera che nessun acquisto online può replicare. Entrare in un negozio vuole, infatti, dire essere accolti con un sorriso, poter scegliere e toccare con mano i prodotti, averli subito disponibili, essere consigliati e avere sempre una persona di riferimento. Tutti elementi che rendono ogni acquisto un momento di piacere e condivisione, al contrario delle grandi piattaforme di e-commerce, dove l’acquisto è solo una transazione economica. A Natale, più che mai, il cuore può pulsare solo nei negozi».

Un impulso importante è atteso dalle tredicesime, il cui valore complessivo è aumentato rispetto allo scorso anno con una quota destinata ai consumi che tocca i 47,5 miliardi. Ma i regali non sono l’unico capitolo delle spese natalizie. Gli italiani spenderanno anche per pranzi, addobbi, fiori, centri tavola, ghirlande ed eventi legati alle festività. Il 73,4% prevede di spendere per cibi e bevande, mentre il 10,9% destinerà una parte della sua spesa agli accessori per le feste. Inoltre, il 71,9% degli intervistati rinnoverà gli addobbi natalizi della propria abitazione, con una spesa media di circa 47 euro. Non solo consumi, però: il 63,2% degli italiani afferma di voler dedicare qualche risorsa anche alla beneficenza.

 

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VENERDI 20 DICEMBRE

 

Venerdì 20 dicembre ore 16.30
GLORIA CAMPANER ATTIVA L’INSTALLAZIONE NOCTURNE NO. 20 / COUNTERPOINT DI KYUCHUL AHN
MAO – Performance nell’ambito della mostra Rabbit Inhabits the Moon

Nell’ambito della mostra Rabbit Inhabits the Moon, le pianiste Gloria Campaner e Sun Hee You attivano l’installazione Nocturne No. 20 / Counterpoint (2013-2020) di Kyuchul Ahn.

L’installazione propone una rivisitazione della musica di Chopin ed è completata da una performance in cui gli 89 martelletti del pianoforte saranno gradualmente rimossi a ogni esecuzione dal pianista, portando alla graduale scomparsa del suono.

Ingresso incluso nel biglietto di mostra.

 

 

DOMENICA 6 GENNAIO

 

Domenica 6 gennaio ore 11

COME STA IL TUO FIUME?

Palazzo Madama – attività per famiglie con bambini 5-13 anni in occasione di F@Mu

Le famiglie saranno invitate a scoprire i tanti elementi e organismi che compongono il fiume e le forme di vita che ospita. Durante il laboratorio si creerà un fiume collettivo e si vestiranno i panni degli scienziati comprendendo come si valutano le condizioni ambientali di un corso d’acqua.

Costo 7€ a bambino. Biglietto di ingresso alla mostra per adulti accompagnatori.

Prenotazione obbligatoria: t. 011.4429629 (lun.-ven. 09.30 – 13; 14 – 16);

madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

MARTEDI 8 GENNAIO

 

Martedì 8 gennaio

CHANGE!

Palazzo Madama – ultima settimana di mostra

Ultima settimana di apertura del progetto espositivo Change! Ieri, oggi, domani. Il Po, mostra – organizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – che affronta il tema della crisi climatica, offrendo una visione sinottica dei cambiamenti millenari lungo il percorso del fiume Po, paradigma di quanto sta avvenendo su scala mondiale.

Affrontando i temi essenziali del cambiamento climatico in un’esposizione che intesse un racconto visivo tutto sviluppato nell’interazione tra grande pittura e fotografia, illustrazione e infografica capaci di narrare il paesaggio italiano nella sua complessità e articolazione, dalle Alpi al mare, il progetto espositivo punta l’attenzione sul tema dell’acqua e in particolare sul nostro Grande Fiume, che da millenni determina il paesaggio e la vita della popolazione, è via di comunicazione ma anche supporto essenziale per le attività agricole e industriali, ed esplora le conseguenze e analizza le potenziali soluzioni messe in atto sul territorio dai diversi enti di ricerca e di tutela del Po.

652 chilometri di lunghezza, 141 affluenti, quasi 87.000 chilometri quadrati di bacino idrografico, 19.850.000 di abitanti, il 37% della produzione agricola italiana, il 55% dell’industria zootecnica nazionale: il Po e il bacino padano, dove si produce il 40% del PIL nazionale, costituiscono una delle aree con la più alta concentrazione di popolazione, industrie e attività commerciali a livello europeo.

Questo incredibile sviluppo è stato reso possibile grazie alla storica stabilità e abbondanza della portata delle acque del maggior fiume d’Italia, che provengono da innumerevoli fonti e processi naturali diversificati – sorgenti montane, fusione nivale, ghiacciai, grandi laghi e risorgive di pianura – ma che negli ultimi decenni hanno visto un significativo mutamento, portando a un fenomeno di crisi che si sta verificando ovunque a livello globale.

Proprio per le sue peculiarità e per il suo portato di memoria, di stratificazione storica e di paesaggi, il Po – romano e pagano, bizantino e longobardo, feudale e delle signorie, delle campagne e delle città, romantico, agricolo, industriale, turistico e cinematografico – è capace di restituire in maniera emblematica e chiaramente percepibile la crisi climatica e i suoi effetti: la fisionomia del pianeta sta cambiando più rapidamente di quanto abbia fatto negli ultimi millenni ed è ormai dimostrato il ruolo che gli esseri umani hanno esercitato in questo processo.

La mostra Change! ha l’obiettivo di descrivere questi cambiamenti, offrendo occasioni di riflessione sulla crisi e sui possibili scenari di adattamento ad essa, ma anche di esortare all’azione e alla presa di coscienza: è tempo di agire.


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html