ilTorinese

Quasi 5 mila persone controllate in una settimana dalla polfer

8 indagati, 4.961 persone controllate di cui 1.083 con precedenti di polizia. 282 pattuglie impegnate nelle stazioni e 14 in abiti civili per attività antiborseggio. 79 i servizi di vigilanza a bordo di 187 treni. 19 i servizi lungo linea e 51 quelli di ordine pubblico. Questi i risultati dell’attività settimanale del Compartimento Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle d’Aosta. 

Durante la settimana sono stati disposti mirati servizi di prevenzione, vigilanza e contrasto alla microcriminalità presso alcune stazioni nella provincia di Torino, non presidiate dal personale di polizia, tra cui Avigliana, Sant’Ambrogio, Susa e Collegno, con l’impiego di personale della Polfer nelle ore pomeridiane e serali, anche a bordo treno.

A Bussoleno (TO) il personale Polfer ha denunciato un quarantenne algerino, senza fissa dimora, per danneggiamento. L’uomo, alcuni giorni prima, si è reso responsabile della rottura di un finestrino e dell’apertura del vano porta oggetti di un’auto parcheggiata nel piazzale della stazione ferroviaria. I poliziotti, grazie alle immagini estrapolate delle telecamere di sicurezza, hanno individuato l’autore dopo pochi giorni nella stazione di Oulx (TO), con indosso ancora gli stessi indumenti. Accompagnato presso gli uffici di Polizia di Bardonecchia, è stato trovato in possesso di alcuni grammi di hashish. Lo straniero, privo di documenti, è stato denunciato per il reato di danneggiamento e possesso di sostanza stupefacente, inoltre è stato posto a disposizione del locale Ufficio Immigrazione per regolarizzare la sua posizione sul territorio nazionale.

Ad Alessandria, la Polizia Ferroviaria ha denunciato un quarantenne italiano per danneggiamento, atti contrari alla pubblica decenza e disturbo in luogo aperto al pubblico. L’uomo, dopo aver preteso di non pagare l’accesso ai servizi igienici di stazione, ha inveito contro un addetto delle pulizie, urinando a terra nei locali, quindi si è denudato ed ha danneggiato il cestino dei rifiuti. Ai poliziotti il 40enne ha riferito di essere invalido per cui non obbligato al pagamento per usufruire dei servizi igienici, ma senza mostrare nessun tesserino d’invalidità. L’uomo, accompagnato negli uffici di Polizia, è stato denunciato.

A Vercelli gli agenti hanno denunciato un 55enne italiano per violazione dell’avviso orale emesso dal Questore di Torino nell’agosto del 2018, aggravato dal divieto di possedere o utilizzare qualsiasi apparato di comunicazione radiotrasmittente e programmi informatici. L’uomo, controllato a bordo treno durante un servizio di vigilanza su un treno regionale nella tratta Torino-Milano, ha mostrato da subito segni di nervosismo alla vista dei poliziotti, in quanto stava utilizzando un tablet per la navigazione web. A seguito del controllo è risultata la prescrizione, pertanto non sapendo giustificare il possesso del dispositivo è stato denunciato e l’oggetto sottoposto a sequestro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Coronavirus, il bollettino di giovedì 4 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 807nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 98 dopo test antigenico), pari al 4,6% dei 17.449 tamponi eseguiti, di cui 10.327 antigenici. Degli 807 nuovi casi, gli asintomatici sono 300(37,2 %).

I casi sono così ripartiti: 153 screening, 426 contatti di caso, 228con indagine in corso, per ambito:  32 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 63 scolastico, 712 popolazione generale.  

Il totale dei casi positivi diventa quindi 230.030 così suddivisi su base provinciale: 20.533 Alessandria, 11.963 Asti, 7.929 Biella, 31.590 Cuneo, 18.053 Novara, 120.168 Torino, 8556 Vercelli, 8253 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1163 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1822sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 143 ( 4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.065 (27 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 9.805

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.565.179 (+ 17.449rispetto a ieri), di cui 1.043.567  risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8.951

Sono 31 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8.951 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.354 Alessandria, 581 Asti, 371 Biella, 1.052 Cuneo, 743 Novara, 4.069 Torino, 407 Vercelli, 292Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 82 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

209.066 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 209.066 (+798 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.248 Alessandria, 10.771 Asti, 7169 Biella, 29.171 Cuneo, 16.383 Novara, 109.256Torino, 7.804 Vercelli, 7.532 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.068extraregione e 1.664 in fase di definizione.

Senza mascherine e gel igienizzante: chiuso il locale

Sono circa le 21 in via Dante di Nanni quando la pattuglia del commissariato San Paolo nota la presenza di tre soggetti, due avventori ed un dipendente, all’interno di un esercizio commerciale regolarmente aperto.

I due clienti non indossano correttamente la mascherina, calzandola al di sotto del mento.

Gli agenti accedono al locale, verificando all’ingresso la presenza dell’apposito cartello che indica il numero 1 come massimo di presenze consentite all’interno. Inoltre, viene constatata la totale assenza di prodotti igienizzanti per le mani, come previsto dai protocolli vigenti. Gli avventori ed il dipendente sono stati sanzionati per aver violato le disposizioni atte a contenere la diffusione del Covid19 mentre al titolare è stata disposta la chiusura provvisoria del locale per cinque giorni.

Riapre il Castello reale di Moncalieri

Giovedì 4 febbraio riapre al pubblico il Castello Reale di Moncalieri. Ci sono anche gli appartamenti di Vittorio Emanuele II, Maria Letizia e Maria Clotilde tra i luoghi della cultura che, con il passaggio del Piemonte in zona gialla, tornano visitabili dopo il periodo di chiusura iniziato a novembre.

Confermate ovviamente le misure di sicurezza già adottate in precedenza. Ovvero: ingressi contingentati a gruppi guidati (massimo di 8 persone), obbligo di prenotazione on line tramite il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, rilevazione della temperatura corporea, obbligo di mascherina. Le disposizioni nazionali vigenti confermano l’obbligo di chiusura degli spazi museali nei fine settimana: il Castello di Moncalieri sarà di conseguenza visitabile ogni giovedì e venerdì dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17). Biglietto intero: 7€ Ridotto: 5€.

“Dopo oltre tre mesi, riapriamo le porte del nostro Castello – commenta il Sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna – ed è una bellissima notizia, un grande segnale di speranza. E’ fondamentale sostenere la cultura in questo momento difficile, perché sarà alla base della nostra ripartenza. E c’è grande voglia di tornare a vivere e frequentare le nostre bellezze. Ringrazio Polo Museale del Piemonte, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e Carabinieri del 1° Reggimento per il lavoro di squadra che ha garantito la riapertura”.

“Finalmente riprendono le visite alla residenza più amata da Vittorio Emanuele II, e monumento simbolo della comunità moncalierese – la notizia è accolta con soddisfazione dall’assessore alla Cultura e alle Residenze Reali Laura Pompeo – Nell’incertezza che caratterizza questa fase si tratta di un segnale molto positivo, rivolto non solo ai tanti che sono parte attiva delle proposte culturali del territorio, ma alla comunità tutta”. Insieme alle iniziative per rendere fruibile il Parco Storico del Castello, di recente acquisito al patrimonio cittadino, la riapertura degli appartamenti reali va incontro alla voglia di normalità diffusa “e all’entusiasmo del pubblico, che non è mai venuto meno – conclude Pompeo – come dimostrano gli incoraggianti dati di affluenza registrati nelle poche settimane di apertura del 2020, tra luglio e settembre”.

La politica italiana e l’Europa che ci guarda

Dopo la caduta del premier Giuseppe Conte il Capo dello Stato Sergio Mattarella, probabilmente, si aspettava una reazione diversa.

Ci siamo resi ridicoli di fronte all’Europa per il comportamento infantile della nostra politica nazionale tanto da farci rimpiangere la prima Repubblica.Addetti ai lavori e non si aspettavano,non dico la soddisfazione ma almeno  il timore reverenziale di un nome, come quello di Mario Draghi, presentato per quello che è: l’ultima occasione utile per salvare il Paese.Invece no:stanno vincendo gli egoismi ed i personalismi,la mancanza di idee prim’ancora dei nomi da proporre nel totoministri.  Le parole del Presidente della Repubblica avrebbero dovuto rappresentare un richiamo sufficiente a chiudere il suk di una politica capace ormai solo di mercanteggiare poltrone e convenienze di parte.
Invece, neanche il nome di Draghi è riuscito a chiudere il suk. La reazione dei partiti è stata sconcertante da tanti punti di vista. E le premesse per le consultazioni che inizieranno oggi sono pessime.Meglio andare al voto,manca la maturità politica utile a determinare le decisioni per il bene della nostra Nazione.

Vincenzo Grassano

Grimaldi (LUV): “La cultura e i circoli allo stremo”

“Il Governo consenta la somministrazione e la Regione ritiri la proposta di tagli alla cultura”

“Abbiamo chiesto, assieme all’Arci e a molti esponenti politici del centrosinistra torinese, che cessi l’assurda anomalia per cui i circoli non possono riprendere la somministrazione di cibo e bevande, a differenza degli esercizi commerciali” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in merito all’appello lanciato da Arci Torino e Arci Piemonte dovuto alla sospensione, voluta dal Governo fra le misure di contrasto al Covid-19, di ogni attività dei centri sociali, culturali e ricreativi.

“Il rischio” – prosegue Grimaldi – “non sarebbe maggiore rispetto agli altri esercizi, e allora perché per i circoli, le cui iniziative culturali e sociali vivono proprio grazie alla somministrazione, valgono regole differenti? Perché la cultura, una delle più grandi ricchezze che abbiamo, è sempre dimenticata da chi amministra la nostra Regione?”

Grimaldi fa riferimento anche alla prima bozza del prossimo bilancio regionale, che registra un taglio di 30 milioni a questo settore, colpito di nuovo pesantemente dal secondo lockdown.

“Cinema, teatri, musei, associazioni e circoli rischiano la chiusura definitiva, sarebbe una perdita enorme per la nostra città e la nostra regione” – conclude Grimaldi. – “Qualche briciola dai ristori non basterà per far vivere questo mondo, la cultura non è un passatempo, gli artisti non sono giullari che ‘ci fanno ridere’, ma lavoratori con diritti e dignità”.

Lingua, linguaggio, società digitale: se ne parla a Giovedì Scienza

QUANDO LA PAROLA CONTA PIÙ DEI FATTI. Lingua, linguaggio, società digitale

Giovedì 4 febbraio 2021 ore 17.45

Su www.giovediscienza.it

Con Vera Gheno, Sociolinguista specializzata in comunicazione digitale Andrea Moro, Scuola Universitaria Superiore IUSS Pavia

Contano più le parole o i fatti? Siamo abituati a pensare che le sole parole, senza fatti concreti a supporto, servano a poco. Ma è davvero così? In un periodo in cui accadono moltissime cose e se ne parla ancora di più, dove si trova il limite tra fatti e parole?

Oggi la parola umana è articolata in circa 6000 lingue: quali proprietà neurologiche del cervello hanno reso possibile ciò? Che cosa si intende per “lingue artificiali” e quali rapporti possono esistere tra intelligenza artificiale e linguaggio umano? A queste e molte altre domande risponderanno la sociologa Vera Gheno e il Prof. Andrea Moro, il 4 febbraio in diretta streaming su www.giovediscienza.it.

Un viaggio all’interno del linguaggio e della società digitale per capire che, a volte, le parole possono essere più rilevanti dei fatti, e altre, che i soli fatti semplicemente non bastano.

 

Vera Gheno

Sociolinguista specializzata in comunicazione digitale e traduttrice dall’ungherese, ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca. Attualmente lavora con la casa editrice Zanichelli ed è docente a contratto all’Università di Firenze. Nel 2019 ha pubblicato Potere alle parole. Perché usarle meglio (Einaudi), La tesi di laurea. Ricerca, scrittura e revisione per chiudere in bellezza (Zanichelli), Prima l’italiano. Come scrivere bene, parlare meglio e non fare brutte figure (Newton Compton), Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole (EffeQu). Da qualche mese conduce, con Carlo Cianetti, il programma di Radio1 Rai  Linguacce.

Andrea Moro

Professore ordinario di linguistica generale alla Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia, studia il rapporto tra la struttura delle lingue umane e il cervello. È stato varie volte visiting scientist al MIT, che ha iniziato a frequentare come studente Fulbright dalla fine degli anni ottanta, e alla Harvard University. Studiando il verbo “essere” ha scoperto strutture simmetriche nelle lingue umane e, utilizzando delle grammatiche artificiali, ha fornito prove sperimentali che le regole del linguaggio sono condizionate dall’architettura neurobiologica del cervello. Tra i suoi libri divulgativi I confini di Babele (Il Mulino, 2015) e Parlo dunque sono (Adelphi, 2013), Breve storia del verbo “essere” (Adelphi, 2008), Le lingue impossibili (Cortina, 2017). Ha scritto un romanzo, Il segreto di Pietramala (La nave di Teseo, 2018) che ha vinto il premio internazionale “Flaiano” per la narrativa nel 2018.

La 35a edizione di GiovedìScienza è ideata e organizzata da Associazione CentroScienza Onlus, con il patrocinio di Città di Torino e Città metropolitana di Torino, il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e il contributo di: Fondazione CRT, Banca d’Alba, Camera di commercio di Torino, UniCredit Spa. Partner Istituzionali: Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Accademia delle Scienze di Torino, Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN. Supporto alla comunicazione scientifica e regia streaming TAXI1729. L’iniziativa si svolge nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte. Social Media Partner: Torinoscienza. Sponsor tecnici: Teatro Colosseo, TopiXi. Ufficio stampa MAYBE

www.giovediscienza.it

L’arcobaleno delle emozioni

Il libro di Silvia Cavallo dedicato ai più piccoli affronta, attraverso la storia di Luna, un tema delicato e complesso.

“Mamma quando scrivi un libro tutto per noi?”. E’ così che è nata l’dea di creare un libro unico e speciale che parlasse ai bambini di un argomento molto delicato come le emozioni.

Silvia Cavallo, appassionata di scrittura da sempre, ha coronato il suo sogno e quello delle sue figlie scrivendo un libro che, attraverso una fiaba, spiega e illustra, in coppia con Monica Blunda e le sue bellissime immagini, quel mondo articolato e profondo fatto di stati mentali e fisici non sempre di facilecomprensione e gestione. Il ruolo delle emozioni infatti, sia nella sfera privata che in quella sociale, rappresenta un tema   complesso e intimo; talvolta, purtroppo, viene suggerito ai bambini, consapevolmente o inconsapevolmente, di reprimerlee questo può risultare controproducente, tutte le emozioni in realtà, sono fondamentali per maturare, passo dopo passo, consapevolezza ed equilibrio.

Questo è il prezioso messaggio racchiuso nell’ultimo libro della scrittrice torinese, già autrice dei romanzi (Bestseller Amazon) “Chiedimi se sono felice” e “C’è il sole, fuori”.

“L’arcobaleno delle emozioni” (Edizioni Effetto, dicembre 2020) è la storia di Luna, piccola e dolcissima abitante dell’isola di Gioia dove tutti vivono serenamente fino al giorno in cui l’enorme re del buio arriva ad avvolgere le cose e le personerendendole tristi. Da quel giorno Luna e il suo inseparabile uccellino Nanù partono per un viaggio emozionante, decisi a riportare la luce e la gioia sulla loro isola. In questo viaggio fantastico e avventuroso incontreranno le emozioni e i colori che le identificano. Riusciranno, con l’aiuto di simpatici e buffi compagni d’avventura, a portare a termine la loro missione?

Il messaggio, attuale e autentico, ribadisce come tutte le emozioni, non solo quelle “positive”, sono fondamentali poichèse vissute, elaborate, riconosciute e superate, permettono a grandi e piccini di sconfiggere il buio e far tornare un arcobaleno di luce e gioia.

“Un’emozione espressa”, spiega l’autrice, “se riconosciuta ed accettata come tale, è spesso un punto di forza, più che di debolezza. Non a caso, ne “L’arcobaleno delle emozioni” un ruolo fondamentale viene dato alla lacrima, da sempre ritenuta simbolo di fragilità, ma che in realtà può portare a ritrovare l’equilibrio con se stessi e con gli altri.”

Maria La Barbera 

Verso la nuova digitalizzazione del CAAT

“Uno dei progetti portanti di questo anno appena iniziato – spiega il Presidente del CAAT Marco Lazzarino – che ci sta impegnando come Ente di gestione è sicuramente quello della digitalizzazione. Lo spirito del Consiglio di amministrazione è quello di favorire, infatti, il processo di modernizzazione. Il CAAT intende porsi come guida del processo di digitalizzazione che, in Italia, vedrà necessariamente coinvolti tutti i grandi Centri Agroalimentari”.

“Per questo motivo stiamo lavorando assiduamente su un progetto di “digital market place” – precisa il Presidente Marco Lazzarino – che amo identificare con la dicitura “CAAT 4.0″, capace di affiancarsi al mercato “face to face”. L’introduzione di una nuova piattaforma digitale consentirà lo snellimento e la velocizzazione nei rapporti tra produttori e grossisti, da una parte, e tra grossisti e acquirenti dall’altra, favorendo anche l’acquisizione di nuove tipologie di acquirenti, grazie al superamento delle barriere geografiche.”
“Il processo di digitalizzazione – afferma il Presidente del CAAT Marco Lazzarino – porterà con sé la creazione di nuovi modelli di business e di servizi innovativi. Questo progetto ha visto coinvolti nella sua prima fase di elaborazione anche chef stellati, capaci di fornire consigli sulla tipologia più appropriata di prodotti a loro necessari. Il processo per addivenire al “CAAT 4.0” non verrà calato dall’alto, tanto è che l’Ente lo sta costantemente testando e calibrando in collaborazione con gli operatori e verrà via via modificato sulla base delle esigenze anche dei clienti finali, gli acquirenti dei prodotti agroalimentari. Si tratterà di un sistema aperto, con la possibilità di evolvere e di “essere scalato” a seconda delle esigenze che matureranno. È prevista, altresì, una fase di formazione, che permetterà agli operatori e ai grossisti di entrare in confidenza con lo strumento informatico, lavorando attraverso l’uso della piattaforma. Il mondo digitale si sovrapporra’ al mercato fisico e la selezione dei prodotti potrà consentire anche una loro precedente visualizzazione tramite l’uso della piattaforma web”.
“Un altro importante risultato di recente raggiunto dal CAAT – aggiunge il Presidente del CAAT Marco Lazzarino – è stato la firma dell’accordo tra il Centro Agroalimentare di Torino e l’IFSE (Italian Culinary Institute), scuola di alta formazione per chef diretta e fondata dodici anni fa da Raffaele Trovato, con sede nel castello di Piobesi Torinese, e che ha consentito l’acquisizione di servizi reciproci. In futuro prevediamo un accordo anche con l’Associazione dei “Cuochi sotto la Mole”, molti dei cui soci hanno recentemente effettuato una visita presso il CAAT, rimanendo favorevolmente colpiti dalla varietà e dalla qualità dei prodotto disponibili presso il Centro “.