Bene la Juve, male il Toro
Qui Toro: i granata contro il Crotone
Qui Juve: martedì 9 marzo il ritorno contro il Porto per gli ottavi di finale di Champions League. All’andata finì 2-1 per i portoghesi, ai bianconeri basterà l’1-0 per superare il turno e qualificarsi ai quarti. La squadra di Andrea Pirlo è ben conscia d’esser una delle favorite per la conquista della coppa dei Campioni, trofeo che manca in bacheca da ben 25 anni, un quarto di secolo, questo dovrà esser l’anno buono trascinati da un Ronaldo superlativo. Grandi miglioramenti sia nella concentrazione per tutta la gara e soprattutto in difesa, centrocampo attento ad occupare tutti gli spazi, attacco con varie soluzioni: peculiarità che la Juve dovrà sfruttare fino in fondo per arrivare in finale. Dopo 9 scudetti consecutivi ed aver conseguito tutti i record possibili ed immaginabili, la Coppa deve esser il primo obiettivo stagionale, in maniera chiara e netta. Il decimo scudetto consecutivo può attendere: non deve esser prioritario…La coppa si!
Covid, il bollettino di lunedì 8 marzo
CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.214nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 115dopo test antigenico), pari al 9,9% dei 12.298 tamponi eseguiti, di cui 6.375 antigenici. Dei 1.214 nuovi casi, gli asintomatici sono 409 (33,7%).
I casi sono così ripartiti: 223 screening, 602 contatti di caso, 389con indagine in corso; per ambito: 12 RSA/strutture socio-assistenziali, 98 scolastico, 1.104 popolazione generale.
Il totale dei casi positivi diventa quindi 264.463 così suddivisi su base provinciale: 22.608 Alessandria, 13.249 Asti, 8.810 Biella, 35.750 Cuneo, 20.383 Novara, 140.475 Torino, 9.890 Vercelli, 9.978 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.256 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.064sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 217 ( + 15 rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.371 (+ 55 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 20.281
I tamponi diagnostici finora processati sono 3.167.226 (+ 12.298rispetto a ieri), di cui 1.206.618 risultati negativi.
I DECESSI DIVENTANO 9.511
Sono 16 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
Il totale è ora di 9.511 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.425 Alessandria, 604 Asti, 385 Biella, 1.122 Cuneo, 789 Novara, 4.350 Torino, 431 Vercelli, 319 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 86 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.
232.083 PAZIENTI GUARITI
I pazienti guariti sono complessivamente 232.083 (+ 621 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 20.078 Alessandria, 11.988 Asti, 7.924 Biella, 31.579 Cuneo, 18.103 Novara, 122.364Torino, 8.454 Vercelli, 8.652 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.133extraregione e 1.808 in fase di definizione.
Uomini contro la violenza
A circa un anno e mezzo dall’entrata in vigore della legge conosciuta come Codice rosso quali sono le difficoltà incontrate, i successi raggiunti, l’effettiva operatività della norma?
A queste e altre domande hanno provato a dare risposta i relatori intervenuti al convegno “Uomini contro la violenza” organizzato per l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, dall’associazione Ma.ter in collaborazione con la Consulta femminile del Consiglio regionale del Piemonte.
Il convegno, disponibile online sui canali Facebook e Youtube dell’Assemblea piemontese, in una data importante nel percorso di tutela della donna che merita di essere celebrato, ma soprattutto studiato e approfondito, ha voluto entrare nel merito di uno strumento normativo, la legge 69\19, conosciuta come Codice rosso, che da un lato rafforza l’incisività degli interventi di tutela e dall’altro inasprisce le pene. Si tratta della legge che ha introdotto il delitto di “revenge porn”, il reato di costrizione o induzione al matrimonio, il delitto di violazione del provvedimento di allontanamento dalla casa famigliare e dai luoghi frequentati dalla persona offesa, e che riconosce il reato di sfregio.
L’iniziativa di quest’oggi – ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia – è un importante momento di approfondimento che intende mettere in luce le difficoltà incontrate, i successi raggiunti nonché l’effettiva operatività della norma nel proteggere le donne e i soggetti deboli che subiscono violenze, atti persecutori e maltrattamenti. Il Consiglio regionale già da tempo su questi temi dà il proprio contributo, allo scopo di sensibilizzare tutti, soprattutto i giovani, affinché imparino che la violenza è sempre la scelta sbagliata e capiscano l’importanza di un linguaggio e soprattutto le modalità di relazione che devono essere incentrate sul rispetto e non sul sopruso”.
” Uomini contro la violenza” nasce con lo scopo di approfondire la nuova normativa entrata in vigore nel 2019 denominata “Codice Rosso” – ha ribadito Manuela Lamberti, presidente dell’associazione Mater – Si tratta di una serie di norme che consentono una immediata reazione agli episodi di violenza contro le fasce deboli, un prezioso strumento per prevenire il degenerare della violenza fino al femminicidio. Grazie al supporto di competenti figure delle Forze dell’ ordine, della Magistratura, dell’ Avvocatura penale e del Parlamento abbiamo voluto verificarne la reale efficacia. Questo appuntamento vuole essere il primo di un ciclo di eventi che consentano l’ incontro tra tutti gli attori che si trovano in prima linea ad affrontare la violenza di genere. Ci auguriamo che dal confronto e dallo scambio di informazioni possano nascere nuove azioni a sostegno delle fasce più deboli”.
“La Consulta femminile regionale, da sempre impegnata sul tema del contrasto alla violenza domestica, al femminicidio e alle altre figure di reato che incidono sulla incolumità ed integrità fisica e psicologica della donna – ha sottolineato Ornella Toselli, presidente Consulta femminile – ha avviato iniziative di confronto con figure che vivono quotidianamente e sul campo il fenomeno. L’obiettivo del convegno ” Uomini contro la violenza” è quello di ricavare, insieme a suggerimenti per azioni di prevenzione culturale e ambientale, anche proposte tecniche per avvicinarci alla zero tolleranza a tutela delle vittime”.
Gli interventi dei partecipanti al convegno:
“Il fenomeno della violenza di genere è un problema complesso e in continua evoluzione nelle sue numerose sfumature e con numeri preoccupanti – si parla di una violenza ogni 7 minuti, con molti casi non denunciati – ha affermato il senatore Gianfranco Rufa, segretario della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. “L’azione della Commissione d’inchiesta vuole essere costruttiva e portare concretezza, proponendo la definizione di un Garante regionale sul tema, affinché venga assicurata un’unità di intenti e un approccio adeguato da parte delle varie realtà, anche associative, che si occupano di contrastare la violenza”.
“Ritengo che il Codice rosso sia stato un passo avanti significativo nella normativa per il contrasto della violenza di genere e, a distanza di un anno e mezzo circa dalla sua approvazione, è importante verificarne l’efficacia con incontri come questi grazie alla testimonianza degli operatori che sono chiamati ad applicarlo quotidianamente e che forniscono quindi un riscontro prezioso per il legislatore”, ha dichiarato l’onorevole Federico Fornaro, componente Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati. “Ma prima che normativo il problema della violenza ha un carattere culturale e con la pandemia si sta affermando come emergenza nell’emergenza. È cresciuto nell’ultimo anno infatti il numero delle violenze domestiche e delle separazioni litigiose, legate a questioni economiche, sintomo nella necessità più che mai di informare e prevenire”.
“Solo durante questo ultimo anno sono stati oltre 1.200 i casi di violenza di genere, un dato che fa ben comprendere quanto sia diffuso il problema – ha ribadito il procuratore aggiunto presso la Procura di Torino, responsabile Fasce deboli, Cesare Parodi – il Codice rosso ha introdotto strumenti anche simbolici. Non possiamo aspettare che la cultura del rispetto e della parità di genere faccia presa, a volte è indispensabile applicare misure cautelari. Parallelamente va portata avanti l’educazione delle nuove generazioni, perché non si inizia a picchiare per caso. Uno strumento immediato da affiancare alle leggi e alla sensibilizzazione è quello di potenziare sul piano economico , sociale e economico le donne. Spesso subiscono perché sono nella condizione di non potersi ribellare”.
Per la dirigente anticrimine Polizia di Stato, Barbara De Toma “Il momento della prevenzione è fondamentale, anche nella divisione anticrimine. Lo strumento che più utilizziamo è l’ammonimento del Questore, introdotto nel 2013, una forma anticipata di tutela. Già dal 2019 la Questura ha sottoscritto un protocollo con diverse associazioni del territorio e centri antiviolenza , penso al Gruppo Abele, al Cerchio degli uomini, con cui collaboriamo per far venire fuori tutte quelle realtà che spesso rimangono nascoste tra le mura di casa, per poter intervenire ai primi segnali prima che la violenza cresca”.
“Le norme del Codice rosso avevano una funzione preventiva a tutela della potenziale vittima, non dobbiamo però correre il rischio che restino norme simboliche che non risolvono il problema – ha sottolineato il Segretario camera penale Piemonte occidentale e Valle d’Aosta, Agostino Ferramosca – Il processo penale non deve creare coscienza o cultura, deve accertare se sussiste il fatto e la colpevolezza dell’ imputato e nel caso punirlo. Anche nei casi in cui il reato di maltrattamento sussiste, vedo che l’assistito fa fatica a percepire la sua condizione e i suoi comportamenti riprovevoli. La finalità del Codice rosso era creare corsie preferenziali per l’avvio delle indagini e per l’audizione della persona offesa. Alla fine, mi sono reso conto che è la sensibilità della Polizia e della magistratura che fa davvero la differenza nel comprendere le reali situazioni di pericolo”.
Secondo Giovanni Piscopo, comandante della Compagnia Carabinieri di Rivoli “da quando è entrato in vigore il Codice rosso si è registrato un incremento delle querele e delle denunce ricevute dai comandi stazioni. È dall’ambiente scolastico che bisogna avviare i ragazzi a una presa di coscienza di come un rapporto con l’altro sesso debba essere vissuto nel rispetto della dignità e dei diritti. Nel parlare ai giovani occorre offrire loro già un quadro delle soluzioni a cui ricorrere nel caso in cui subiscano o siano spettatori di violenze e maltrattamenti, anche in contesti famigliari. I Carabinieri cosi come tutti gli operatori con cui il cittadino viene in contatto devono essere in grado di fare pronostici su ciò che potrebbe succedere e cogliere i fattori di rischio”.
“Il 33 per entro delle donne subisce atti che ledono la loro integrità fisica o psicologica, parliamo di 8 milioni di donne – conclude Roberto Poggi, associazione ‘Il Cerchio degli uomini’ – Gli uomini che fanno violenza reiterano le loro azioni da una relazione all’altra, spesso anche verso figlie o verso i genitori. Come associazione lavoriamo in Italia da 11 anni, in altre parti del mondo realtà come la nostra operano già da 30 anni. Un fatto che ci dimostra come anche il mondo dell’associazionismo abbia ancora bisogno di radicarsi e integrarsi nel quotidiano. Prevenzione, sportelli di ascolto del disagio maschile, la creazione di percorsi contro lo stalking e la violenza sono tutti tasselli importanti per limitare e prevenire comportamenti violenti, ma resta comunque un approccio che merita di essere inserito in un sistema più ampio di prevenzione e tutela”.
Studenti di nuovo in piazza contro la dad
La metà degli studenti delle scuole piemontesi è da oggi di nuovo in dad, situazione che ha suscitato la protesta delle scolaresche in piazza Castello a Torino, di fronte al palazzo regionale.
I ragazzi che manifestano seguono da lì le lezioni “Ci chiudono le scuole, ma non ci dicono perché. E’ meglio un lockdown totale che chiudere soltanto la scuola”, affermano.
Tra loro anche Anita, la dodicenne che ha ispirato la protesta contro le lezioni a distanza in tutta Italia.
(foto archivio M. Martellotta)
Non rispettavano le norme volte alla prevenzione del Covid-19.
Nello scorso fine settimana hanno avuto luogo, sotto il coordinamento della Polizia di Stato, e con il concorso di personale dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale, diversi servizi di controllo volti alla verifica del rispetto della normativa di prevenzione della pandemia da Covid 19, con particolare riferimento alle aree dove maggiormente è solita concentrarsi la movida.
Complessivamente, sono state oltre 350 le persone identificate durante i servizi, che hanno interessato le zone del centro città, Piazza Castello, via Po, Piazza Vittorio Veneto, via Roma, Piazza Carlo Felice, via Lagrange, Piazza Santa Giulia, ma anche due grandi parchi cittadini, quali quello del Valentino e il Ruffini. 15 le persone sanzionate in quanto non portavano il previsto dispositivo di protezione individuale (mascherina) e 5 per divieto di mobilità, essendo state trovate al di fuori del Comune di residenza. Sono state elevate 7 contravvenzioni al codice della strada, sequestrata un’auto che viaggiava senza copertura assicurativa e ritirate 2 patenti di guida.
Numerosissimi gli esercizi commerciali sottoposti a controlli, circa un centinaio.
Di questi, tre sono stati sanzionati dagli agenti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura. Si tratta di 2 minimarket e 1 bar, ubicati in Corso Belgio, Corso Giulio Cesare e Corso Palermo, che somministravano o vendevano alcolici per asporto oltre l’orario di chiusura. Rimarranno chiusi al pubblico per 5 giorni. I titolari sono stati sanzionati in merito. Un quarto locale, sito in corso Moncalieri, è stato altresì chiuso lo scorso sabato per 5 giorni dai poliziotti della Squadra Volante in quanto, alle 19.45, erano ancora presenti all’interno ben 15 avventori, alcuni ai tavoli, altri al bancone del bar, tutti intenti a consumare bevande alcoliche.
Valle-Sarno (Pd): “Ancora tagli sulla scuola”
Oggi l’assessore Chiorino ha presentato i tristi dati del bilancio regionale sulla scuola.
Per quello che riguarda i voucher relativi alle spese di trasporto, informatica e POF, nel 2020 il previsionale stanziava 7.990.000 euro, diventati 9.290.000 a fine anno. Nel previsionale di oggi vengono proposti 6,4 milioni. Si tratta approssimativamente di 9000 studenti in meno che riceveranno il contributo regionale, a fronte di una domanda che l’anno scorso ha raggiunto le 90.000 unità (quasi un raddoppio rispetto al 2019). E di queste, pur non conoscendo l’entità degli ultimi scorrimenti, si può stimare che circa due terzi siano rimasti a secco.
Per quello che riguarda il voucher per sostenere le spese di iscrizione e frequenza, nel 2020 il bilancio di previsione contava 5.639.000 milioni, diventati 6.352.000 a fine anno. Oggi vengono proposti 4,3 milioni, correndo di lasciare senza sostegno oltre 1000 studenti.
Si consideri, inoltre, che l’anno scorso era stato stanziato un finanziamento straordinario di 15 milioni per materne e asili per affrontare le chiusure legate al Covid. Oggi le materne sono nuovamente chiuse, ma di fondi straordinari neanche l’ombra.
Resta, infine, invariato lo stanziamento sul diritto allo studio universitario, ma sono alte le nostre preoccupazioni: con l’impoverimento delle famiglie legato al Covid-19, le richieste sono destinate ad aumentare.
In queste settimane più volte ci è stato detto che era scorretto confrontare il previsionale con l’assestato: una impostazione curiosa. Tuttavia, i dati di oggi sono chiari: sulla scuola il taglio c’è, bello robusto, anche rispetto al previsionale. La scuola è la cenerentola delle politiche di Alberto Cirio.
La scuola è la politica pubblica che più guarda al futuro, ma questa destra invece guarda solo al passato. Le famiglie inizino a preoccuparsi, purtroppo.
Daniele Valle – Vicepresidente VI Commissione del Consiglio regionale
Diego Sarno – Portavoce Pd VI Commissione del Consiglio regionale
L’isola del libro
Rubrica settimanale a cura di laura Goria
Cristina Comencini “L’altra donna” -Einaudi- euro 18,00
Questo è il diario di una relazione -ma non solo- ed è un altro romanzo in cui la scrittrice, sceneggiatrice, regista e drammaturga Cristina Comencini mette a fuoco le relazioni umane.
Si parla di coppie appena formate, ma anche di quelle ormai esaurite ed implose, di figli smarriti, ma soprattutto degli ingredienti misteriosi che legano due persone innamorate.
Elena è giovane, bella, ha 36 anni, è in carriera ed è la compagna di un suo professore universitario molto più grande di lei, Pietro.
Lui ha alle spalle un matrimonio dapprima felice con Maria, benedetto dall’arrivo di 3 figli, poi franato e con ferite rancorose in parte ancora slabbrate.
La vicenda è raccontata da Elena in prima persona che è incuriosita dal passato di Pietro, dalla sua ex moglie Maria, e dalle dinamiche del loro matrimonio.
Al centro c’è il concetto dell’altro da se, dell’altra donna sulla quale si fantastica col sotteso desiderio di conoscerla, stabilire un legame amichevole o anche complice, sebbene permeato da qualche sentimento negativo, senza essere necessariamente rivali.
Elena e Pietro insieme stanno bene: lei in parte ha trovato un surrogato del padre, col quale c’era stato un segreto non apertamente svelato, che però aveva inficiato il loro rapporto.
Pietro, che non vuole invecchiare, ritrova l’entusiasmo della gioventù con questa donna ancora fresca, con la quale vive in armonia tra un viaggio e l’altro per lavoro.
Le cose si complicano quando Maria, con l’inganno, riesce a contattare Elena. Le due si scrivono, si confidano e raccontano le 2 facce del rapporto con l’uomo che condividono, anche se in tempi e con modalità diverse. Poi arriva anche il figlio più piccolo della coppia, Francesco, giovane dislessico dalla memoria prodigiosa, di una manciata di anni meno di Elena e ci saranno nuovi sviluppi piuttosto interessanti.
Andrea De Carlo “Il teatro dei sogni” -La Nave di Teseo- euro 20,00
La scoperta di un teatro, che sembra molto antico, nel produttivo nord Italia è l’escamotage con cui Andrea De Carlo affonda i denti nel malcostume, a più livelli, del nostro paese.
Con tono brillante, tecnica narrativa scorrevole dal sapore cinematografico, ironia e scene scoppiettanti, imbastisce un affresco corale che ricorda molto le magagne italiane… e ce n’è per tutti.
E’ una critica corrosiva che smaschera la pochezza dei politici nostrani che campano di slogan altisonanti ma privi di contenuti.
Mette in discussione l’assurdità trash di certi programmi -di basso livello, ma grande share- impostati sulla bieca rincorsa di squallidi gossip; l’immagine fasulla di certi personaggi televisivi; l’indifferenza della politica per la cultura e il bello; lo strapotere dei social e di un mondo imbastito sulla vuota immagine.
Tutto ha inizio con la rampante giornalista televisiva Veronica Del Muciaro che per caso scopre il ritrovamento di un teatro (apparentemente greco e antichissimo), portato alla luce dal marchese Guiscardo Guidarini dopo 3 anni di scavi nella sua vasta proprietà cinquecentesca.
Siamo nell’immaginario paese di Cosmarate, nel nord industriale, in provincia di Suverso e subito si scatena la contesa tra i politici, sindaci e assessori dei due paesi.
Ad attingere con arroganza e a piene mani nella vicenda c’è la tv per cui lavora come inviata d’assalto la fanciulla (bistrattata dalla titolare del programma che più odiosa non si potrebbe) con continui collegamenti da studio che coinvolgono opinionisti boriosi e di scarsa qualità (anche qui la satira verso la pochezza di certi programmi balza agli occhi).
Poi ad aggiungere pepe alla vicenda ci si mettono le ambizioni personali dei vari personaggi, la lotta tra due partiti che tanto ricordano lo scenario della squallida politica nostrana.
Su tutto primeggia la bravura di De Carlo che sfoga con intelligenza il suo essere insofferente nei confronti del dilagante malcostume dei tempi nostri. E i vari personaggi sono lanciati all’inseguimento di un illusorio teatro dei sogni, fino alla beffa finale.
Bernardino Branca “Villa Clara” -Mimesis edizioni- euro 10,00
E’ una deliziosa passeggiata nel passato questo libro scritto dallo studioso di ampi interessi Bernardino Branca che racconta la storia di una grande villa affacciata sul Lago Maggiore. Lo fa attraverso le vicende dei suoi proprietari e dei vari ospiti transitati nelle stanze e nel parco. In gran parte è il racconto di un mondo che non c’è più, ancorato alla bellezza, alle tradizioni, all’educazione e a un elegante modo di attraversare la vita.
E’ una saga familiare in cui l’autore rinverdisce i ricordi della sua infanzia e adolescenza all’ombra di personaggi affascinanti.
Rimette insieme i fili delle sue vacanze nella villa di Baveno, Villa Clara (oggi Villa Maria), costruita nel 1870 dall’ingegnere ferroviario in India, Sir Charles Henfrey, che la dedicò all’amata moglie di 28 anni più giovane di lui.
Negli anni la sontuosa dimora ha ospitato personaggi illustri, tra i quali anche la Regina Vittoria che qui trovava pace, silenzio e una vita contemplativa lontano dagli impegni della corte britannica.
La villa in mattoni rossi e stile English New Gotich viene descritta in ogni dettaglio, così come vengono tracciati i caratteri e i destini dei nonni, a partire dal bonario snobismo del nonno Dino che aveva una seconda vita e un segreto imbarazzante per l’epoca.
La stoica nonna Teresa, nata a Porto Alegre, in Brasile, figlia del console italiano, che in risposta alle stranezze del marito oppone il saggio principio del Carpe Diem.
C’è il padre Steno dalla straripante voracità intellettuale e i nervi fragilissimi che portava il figlio di soli 5 anni in giro per musei. Poi gli zii con le loro passioni e gli amori, e l’avvicendarsi delle Fraulein che tanto hanno inciso sulla crescita dello scrittore. Questo e molto altro condensato in poco meno di 100 pagine corredate da immagini dal sapore antico.
Shawn Levy “Il Castello di Sunset Boulevard” -EDT- euro 24,00
Questo libro è dedicato al mito intramontabile del Chateau Marmont sul Sunset Boulevard di Hollywood, ispirato al modello dei castelli francesi nella Loira. Costruito negli anni Venti, prosperato nei Quaranta e Cinquanta, scivolato quasi in rovina nel ventennio successivo, poi diventato famoso e iconico negli anni Ottanta con la morte di John Beluschi, stroncato da un’overdose in uno dei bungalow.
Attraverso la storia di questo storico hotel leggerete anche, se non soprattutto, la storia della mecca del cinema: successi e cadute di divi e dive, i loro eccessi e stravizi, gli amori, i litigi, le feste ad alto tasso alcolico e di droghe, gli sfarzi e le miserie umane legate all’altalena della gloria e del declino.
355 pagine arricchite da illustrazioni, scritte con maestria da Shawn Levy, importante critico cinematografico che ha una talentuosa passione per le biografie, che spesso superano persino la fantasia dei romanzi.
Mentre nella via più cinematografica del mondo vari hotel e locali passavano dall’essere alla moda all’oblio, il Marmont ha saputo veleggiare anche tra le tempeste dei tempi in divenire continuo; annoverando aneddoti vari e succulenti relativi ad attori, registi, musicisti e artisti in genere che qui trovavano prezzi accessibili, privacy assoluta e un porto sicuro in cui vivere stravizi e glorie, debacle e cadute devastanti.
Molti i nomi dei personaggi consegnati al mito; dalla pantera di Hollywood Jean Harlow, ad Howard Hughes, da Clark Gable a Glen Ford, David Niven ed Errol Flynn, Humprey Bogart, Billy Wilder, Katherine Hepburn e via così di star in star.
Levy ricostruisce retroscena affascinanti di glorie passate, dalla vita anche tragica, come Montgomery Clift, James Deen e Roman Polanski; oppure leggende con Greta Garbo e Grace Kelly, Quentin Tarantino e tantissimi altri, tra i quali potrete scoprire anche gossip e dettagli di vita inediti.
Insomma un affascinantissimo viaggio nella grande Hollywood dagli albori ad oggi, e le varie gestioni dei proprietari che si sono avvicendati nella perigliosa conduzione dell’Hotel per eccellenza e dalla storia assolutamente unica.
Cosa succedeva in città / Per noi “ragazzotti di Barriera” la Primavera cominciava dal 1 marzo. Esattamente 20 giorni prima. Febbraio è ancora inverno. Marzo un’ altra cosa. Eravamo impazienti su tutto, anche sulle stagioni. Qualcosa che si avvicina alla libertà di andare come il vento che spazza via tutto. Del resto si sa che Marzo è ventoso. Un vento che non dà fastidio e che porta via anche la puzza di bruciato.
In largo Palermo si fondevano il dolce profumo dei biscotti Wamar con la puzza delle gomme della Ceat. Vento che rende più tersa l’aria. Spazzava via il grigio che ammorbava di notte la città. Torino dove si mischiavano case e Boite di artigiani. Tempi in cui si non si buttava via niente. Dai meccanici ai creatori con l’ immancabile ciabattino, o calzolaio dir si voglia.
Come il pugliese di via Cimarosa, case anni 50. Entravi ed era tutto lì. Dal laboratorio al bancone. Come faceva a non inghiottire i chiodi? Mistero. Entrando ci accoglieva il rumore di martello. Risuonava, e lui non aveva telefono. Sanno dove trovarmi. Pugliese strano. Ineccepibile il suo dialetto torinese. Inebriato dal profumo del cuoio. E il ricordo si annida nelle narici. Ancestrale, quasi esserci sempre stati. In quegli anni, a Marzo, facevo la mia prima conoscenza con l’8 Marzo. Inizialmente quasi in modo clandestino. Come i fiori che mia madre mi costringeva a portare alla maestra beccandomi del secchione. O mia madre libera per un giorno. Si prendeva il 57 fino in centro. Camera del Lavoro in via Principe Amedeo e poi pranzo nelle Langhe.
Un rito, una tradizione. Parlava, parlava, parlava con le compagne di un tempo. Lei costretta al silenzio di tutto l’ anno, pantalonaia che lavorava rigorosamente in nero, versando le volontarie. Compagni da una parte e compagne dall’altra: il 68 era ancora lontano. Avrebbe sconfinato tutto, ma proprio tutto. I comunisti uscivano dall’ isolamento non solo politico. Esistenziale e non sol . Molti cinquantenni non capirono più niente innamorandosi di giovani donne affascinate dalla loro rettitudine morale. Ma questa è un’ altra storia. Poi c’è la mia piccola storia dell’8 marzo 1975, sabato, la manifestazione finisce in piazza Carlo Alberto. Mi siedo vicino a Patrizia responsabile della zona Vanchiglia. Da mesi volevo conoscerla. Una parola tira l’altra. Ah, sapeste quando mi piaceva ma “tanto non riuscirò mai nel fidanzarmi con Lei”. Mi sbagliavo. Un 8 marzo tra ricordi politica e, perché no, di amori. Tutto finisce, anche l’ amore. Rimane però il ricordo di tanti Marzo tra mia madre libera almeno un giorno in un anno. Tra giovani ed ardenti amori giovanili, tante speranze di allora. E su questo, ammettiamolo, siamo ora decisamente più deboli.
Patrizio Tosetto
“Train d’Union”, un comitato spontaneo nato per promuovere la creazione di un nuovo servizio ferroviario tra Nord Europa e Sud della Francia, con un ruolo centrale per Torino
“Per promuovere un nuovo progetto infrastrutturale a livello europeo è stato costituito un comitato spontaneo – spiega l’ingegnere torinese Luca Valzano, di cui è vicepresidente e coordinatore del comitato tecnico scientifico – dal nome evocativo “Train d’Union”. Questo comitato si sta adoperando a favore della creazione di un servizio ferroviario tra il Nord Europa e il Sud della Francia, che sia passante da Torino e che consentirebbe la riapertura di alcune tratte sospese quali la Santhia’-Arona e la cosiddetta Ferrovia delle Meraviglie, che è anche patrimonio del FAI, la Cuneo- Nizza (divenuta molto importante e preziosa dopo la frana verificatasi sul colle del Tenda nell’ottobre del 2019)L’iniziativa proposta vuole porre rimedio alla crescente marginalità in cui versano il Piemonte e, soprattutto, il suo capoluogo regionale, Torino, ritenendo che la nostra città potrebbe, invece, assumere un ruolo fondamentale quale crocevia della rete dei trasporti transeuropei TEN-T”.
“Se venisse interessata dell’attraversamento di un asse verticale Nord Sud europeo – precisa l’ingegner Luca Valzano – Torino diventerebbe un nodo molto importante, acquistando quella centralità che, invece, le politiche nazionali e comunitarie paiono affidare all’area centrale dell’Italia settentrionale e a Milano, comenaturale completamento delle tratte ferroviarie svizzere. Il recupero della tratta Cuneo–Nizza diventa imprescindibile da un ripensamento della complessiva tratta transeuropea.
Il comitato è sorto su iniziativa di Bruno Lanteri Liano’, membro dell’Associazione culturale “A Vastera” che riunisce la comunità brigasca che vive nella zona al confine italo–francese, tra Liguria e Piemonte, e della regione Provence-Alpes-Cote d’Azur. Si tratta di una comunità che risulta esemplare della collaborazione transfrontaliera tra territori; l’associazione A Vastera, che sostiene il progetto della tratta transfrontaliera, si è sempre adoperata per il recupero e la valorizzazione delle tradizioni brigasche, intese come insieme di beni materiali e culturali tramandati dagli antenati”.
“Il comitato ‘Train d’Union’ – precisa l’ingegnere Luca Valzano – è nato raggruppando inizialmente comunità di cittadini italiani e francesi sensibili alle esigenze economiche del territorio, accanto a realtà associative attente ai valori culturali e ambientali, per porre rimedio all’isolamento infrastrutturale in cui versa il Piemonte. Per ottenere ciò si è pensato di promuovere un asse ferroviario che, partendo dalla Riviera francese, attraverso la Liguria di Ponente, Piemonte e Svizzera, potesse unire il bacino mediterraneo con la Germania e le Regioni del Nord Europa. Ilcomitato “Train d’Union” propone un sistema di mobilità sostenibile su rotaia, nell’assoluto rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. Oltre al potenziamento della tratta Arona-Santhia’, questo collegamento ferroviario coinvolgerebbe la Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza, interessando anche la regione meridionale della Francia, connettendo anche il Principaro di Monaco e la Liguria di Ponente, con un ruolo fondamentale assunto dallo scalo di Vado-Savona”.
“ Questo progetto -aggiunge l’ingegner Valzano – si distingue anche per la sua capacità interlocutoria trasversale ed è piaciuto a un consigliere regionale come Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati in Regione Piemonte, che si è iscritto al Comitato ‘Train d’Union’. Sarebbe assolutamente auspicabile che questo progetto fosse condiviso da tutte le forze politiche cittadine e regionali, in quanto si pone l’obiettivo del superamento del decentramento in cui versa sempre più Torino, oltre al fatto che risulterebbe un prezioso volano per la crescita economica dell’intero Piemonte”.
Mara Martellotta