ilTorinese

Franco Marini, un uomo schietto e coerente

Con la scomparsa di Franco Marini se ne va un pezzo, ancorchè significativo e di grande qualità, della storica tradizione del cattolicesimo sociale nel nostro paese. Un filone ideale che ha accompagnato e arricchito la crescita e il consolidamento della democrazia nel nostro paese e che ha partecipato attivamente, attraverso i suoi leader, ad affrontare e a sciogliere i nodi politici più difficili che si affacciavano di volta in volta all’attenzione dell’agenda politica italiana.

 

E Franco Marini queste sfide e queste difficoltà le ha vissute ed affrontate con la schiena dritta, sempre da protagonista e da combattente. Com’era, del resto, il suo carattere. Ruvido ma profondamente e autenticamente umano. Disponibile al dialogo e al confronto senza mai assumere atteggiamenti dettati da una valenza ideologica o riconducibili ad una chiusura pregiudiziale. Così è stato per lunghi anni nel sindacato, nella “sua” Cisl, e così è stato, a maggior ragione, nell’impegno politico, nel partito di ispirazione cristiana e come uomo delle istituzioni. Certo, era simpaticamente definito come “lupo marsicano” a conferma del suo radicamento territoriale e dell’amore per la sua terra d’origine, l’Abruzzo. Ma anche, e soprattutto, per richiamare la coerenza, la bontà e la solidità del suo carattere.

Franco Marini però, al di là del suo lungo e ricco magistero sindacale, politico ed istituzionale, è stato anche e soprattutto un solido punto di riferimento della tradizione del cattolicesimo sociale nel nostro paese. La sinistra sociale di Forze Nuove, il suo fecondo e straordinario legame, umano e politico, con Carlo Donat-Cattin e con l’universo del popolarismo di ispirazione cristiana, hanno fatto di Marini per molti anni il punto di riferimento per eccellenza di questa nobile e qualificata corrente ideale. E proprio il protagonismo politico, sociale, culturale ed istituzionale dei cattolici popolari non poteva prescindere dal suo apporto, dalla sua storia e dal suo esempio concreto e tangibile. Un sodalizio, quello con Donat-Cattin, che ha segnato la sua presenza nella Cisl e nell’impegno concreto nella politica. Sempre all’insegna dei valori e della cultura del popolarismo di ispirazione cristiana. Una leadership, quella politica, che Marini assume in prima persona dopo la scomparsa di Donat-Cattin nel marzo del 1991. Prima attraverso la guida di Forze Nuove, la storica corrente della sinistra sociale nella Democrazia Cristiana e poi, dopo la fine della Dc, con l’impegno diretto nel Ppi, nella Margherita e infine nel Partito democratico.

 

Una “bussola nella tempesta” per citare il titolo di uno dei suoi tanti editoriali scritti sulla rivista di Donat-Cattin, “Terza Fase”. E Franco Marini, per molti anni, è stato veramente un bussola decisiva per l’impegno politico concreto dei cattolici popolari e dei cattolici democratici nella società. Aiutato, certo, anche dal suo carattere e dalla sua indole. Un uomo schietto, coerente, dove la mediazione non era mai un cedimento al ribasso ma lo strumento per raggiungere un obiettivo che aveva nella difesa e nella promozione dei ceti popolari il suo naturale epilogo politico. Era un uomo che puntava alle scelte concrete. La sua formazione culturale, ma soprattutto il suo apprendistato sociale, non potevano sfociare mai in dissertazioni astratte o virtuali. Al centro di ogni riflessione e di ogni discussione – nella corrente di Forze Nuove come nel partito, negli articoli sulle riviste come negli interventi ai convegni – c’era sempre la sottolineatura dei bisogni, delle istanze, delle domande e quindi della difesa dei ceti popolari. Un filo rosso che ha segnato la sua vita, il suo impegno sociale e politico, la sua presenza nelle istituzioni e anche e soprattutto il suo stile di vita.

Ecco perché il magistero di Franco Marini non si ferma oggi. Prosegue. Va avanti. La sua testimonianza ricca di valori, di scelte, di cultura politica e di azione concreta richiedono un rinnovato impegno dei cattolici democratici e popolari nella società contemporanea. E anche per ricordare il suo “coraggio”. Perché Franco Marini era soprattutto un uomo coraggioso. Le sue scelte nelle diverse fasi storiche, concrete e sempre ispirate all’universo valoriale del cattolicesimo democratico, popolare e sociale, fanno di Franco Marini un punto di riferimento insostituibile per chi vuole continuare a testimoniare questa cultura e questi valori nella cittadella politica italiana attuale.

Giorgio Merlo

“I mondi di Mario Lattes # 1”: non solo online

Apre al pubblico la mostra alla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba. Fino a data da definirsi, in base alla situazione pandemica. Monforte d’Alba (Cuneo)

Inaugurata online, causa emergenza sanitaria, il 22 dicembre scorso, la rassegna dedicata dalla “Fondazione Bottari Lattes” alle opere “recuperate” dell’eclettico artista torinese è stata aperta al pubblico, a seguito del passaggio del Piemonte in “zona gialla”, il 10 febbraio scorso presso le sale della stessa “Fondazione” nata nel 2009 a Monforte d’Alba per volontà della moglie Caterina Bottari Lattes proprio con lo scopo primo di mantenere viva la memoria del marito, pittore ma anche scrittore editore e fra i nostri più prestigiosi intellettuali del secondo dopoguerra.
Ferma restando comunque la possibilità di visitarla anche in digitale sul sito www.fondazionebottarilattes.it, assaporata in presenza la mostra permette di entrare con maggiore, quasi tattile, fisicità in un universo, quello di Mario Lattes (Torino, 1923-2001) che, in ogni parte ti giri o rigiri riesce sempre a intrappolarti, attraverso passi larghi dalla realtà alla fantasia all’intima visionarietà, la mente e l’anima. In parete, troviamo così i “soggetti onirici” e le sue “figure archetipe” popolanti atmosfere surreali condivise da oggetti e presenze simboliche (la farfalla, la conchiglia, l’uovo, la mano) messe lì a far memoria dolorosa in un bagno profondo di risentito e amaro umorismo; al pari delle sue “marionette” e dei suoi “alter ego” tutt’altro che giocosi e rassicuranti insieme alle nature morte con “cianfruscole” o cianfrusaglie che il pittore amava collezionare e agli studi di volti e personaggi dai tratti scultorei ed essenziali nella geometrica astrazione delle forme.
Una quarantina le opere esposte: dipinti figurativi, ma con valenze fortemente “visionarie” e surreali, dai tratti marcatamente espressionistici (con forti richiami ai mondi pittorici del francese Odilon Redon o del belga James Ensor), realizzati da Lattes nell’arco temporale che va dal 1959 al 1990. Sono opere mai finora esposte, facenti parte delle nuove acquisizioni recuperate dal fondo di collezionisti privati per accedere al prezioso patrimonio della pinacoteca a lui dedicata nelle sale espositive al primo e al secondo piano della “Fondazione”, accanto ai molti lavori già in essa presenti. Lavori che raccontano, nella quasi totalità, il viaggio nei “mondi di Mario Lattes”, come recita il titolo dell’attuale rassegna con l’aggiunta di quell’ “# 1” , teso a connotarsi come prima tappa di una complessa esplorazione che verrà arricchita nel tempo attraverso ulteriori recuperi, resi disponibili al pubblico a più riprese.
Articolata in quattro sezioni su progetto di Caterina Bottari Lattes, curata da Alice Pierobon con Chiara Agnello e accompagnata da un testo critico di Vincenzo Gatti, la mostra ci racconta, ancora una volta (ma ogni volta è sempre un cammino nuovo, inatteso e coinvolgente come non mai) il tormento, sospeso, gravante ma ampiamente accettabile, di dipinti che – al pari dei romanzi e racconti pubblicati da Lattes fra il 1959 ed il 1985- ampiamente risentono delle vicende e delle ferite dell’anima derivate dal suo essere parte ben senbile e partecipe, sia pure nell’ottica di una laicità mai negata, di quel popolo ebraico vittima di un abominio storico senza pari, sul quale è impossibile calare la fronda dell’oblio. Nell’iter espositivo spiccano alcuni oli su carta intelata, come “Il cardinale” e “Il Re” del ’69, dove il segno anarchico e graffiante pare quasi voler irridere con sarcastico umorismo le immagini del potere; così come quelle “Marionette e manichino” del ’90 che raccontano non di squarci gioiosi legati all’infanzia ma di ricordi che “sono cicatrici di memoria” o come quella figura femminile (?) avvolta nel gorgo di un’umbratile nuvola grigiastra che non ci sembra abbraccio carezzevole ma misteriosa pur se suggestiva prigione del cuore. Dice bene Vincenzo Gatti: “L’accesso ai mondi di Lattes è insidioso.
Occorre adeguarsi alle sue luci e alle sue ombre, intuire l’indefinito pur sapendo che esiste un lato oscuro che non potrà disvelarsi… La complessa trama pittorica che mostra e nasconde, che lamenta e afferma, indica strade segnate dalla conoscenza del dubbio e l’artista, indifferente alla prassi, manipola materie grafiche e pittoriche per giungere a una vertiginosa discesa nelle profondità dove le forme affondano e riemergono mutate”.
La mostra è realizzata con il sostegno di Regione Piemonte.
Gianni Milani
“I mondi di Mario Lattes #1
“Fondazione Bottari Lattes”, via Marconi 16, Monforte d’Alba (Cuneo); tel. 0173/789282 o www.fondazionebottarilattes.it
Fino a data definirsi, relativamente alla situazione pandemica
Orari: merc., giov. e ven. 14,30/17
Nelle foto
– “Senza titolo”
– “Il cardinale”, tecnica mista su carta intelata, s.d.
– Il Re”, tecnica mista su carta intelata, 1969
– Figura con nuvola”, tempera e china su carta intelata, 1970

Solfiti nella salsiccia di Bra: arrestati tre macellai

All’esito di articolate indagini svoltesi sotto la direzione della Procura della Repubblica di Asti, i militari del N.A.S. di Torino, coadiuvati in fase esecutiva dai militari della locale Compagna Carabinieri, hanno dato esecuzione a 3 ordinanze di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Asti, nei confronti di 3 titolari di altrettante macellerie di Bra

Sono ritenuti responsabili di “adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari” e “vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine”.
Le indagini sono state avviate a fine 2019 quando i militari dei NAS, all’esito di analisi di laboratorio, hanno rinvenuto la significativa presenza di una sostanza vietata (solfiti), nei campioni di carne trita destinata alla produzione della salsiccia di Bra, prelevati presso alcune macellerie locali.
Nonostante le conseguenti denunce a piede libero, e l’applicazione della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale, già disposta nell’agosto scorso dal Tribunale di Asti, l’ulteriore attività di prelevamento dei campioni eseguita dai Carabinieri del N.A.S. ha permesso di accertare la reiterazione dei reati da parte dei 3 destinatari della misura cautelare.
Il Tribunale di Asti, concordando con la richiesta formulata dal Procuratore Aggiunto della locale Procura della Repubblica Dott. Vincenzo Paone, che ha condiviso appieno le risultanze investigative dei militari di Torino, ha ritenuto la necessità di applicare la misura cautelare degli arresti domiciliari al fine di scongiurare il pericolo di ripetizione del reato, particolarmente pericoloso per la salute pubblica.
L’utilizzo di solfiti nella Salsiccia di Bra, e più in generale nella carne trita di bovino, nonostante si tratti di una sostanza vietata dalla legge, è spesso impiegato per l’effetto conservante che la sostanza garantisce. Infatti, pur non incidendo sul processo di ossidazione e putrefazione, è tuttavia in grado di mantenere a lungo il colore originario del prodotto, rendendolo commercialmente più appetibile soprattutto per la consumazione a crudo, come nello specifico caso della Salsiccia di Bra, un prodotto riconosciuto quale “Prodotto Agroalimentare Tradizionale” italiano la cui composizione è rigidamente definita da un apposito disciplinare di produzione controllato dal relativo Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione.
L’eccessiva concentrazione di solfiti può tuttavia provocare anche gravi conseguenze sulla salute pubblica, dando origine a reazioni allergiche o a fenomeni di intolleranza qualora detti prodotti carnei siano assunti da individui sensibili o con ipersensibilità accertata o clinicamente ed anamnesticamente sospetta ai solfiti.

Montaruli (Fdi): “Nipt test importante, ma aiuti per gravidanza”

“Il Nipt test è un importante servizio per le donne in gravidanza, ma non si dimentichi chi sceglie di far nascere un bambino anche se disabile” a dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, intervenendo sulla lettera diffusa oggi dal presidente di Federvi.P.A.., Federazione dei Movimenti per la Vita.

“Le osservazioni contenute nel testo sono preziose e credo siano utili per avviare un dibattito sulle politiche per la famiglia. Le donne che scelgono di proseguire la gravidanza, nonostante l’esito del test, devono essere adeguatamente sostenute a livello economico e psicologico. Non si possono lasciare soli quei genitori che scelgono la vita, nonostante le difficoltà. Mi auguro che tutte le regioni italiane possano predisporre adeguati percorsi terapeutici, pediatrici e socio assistenziali gratuiti. Fratelli d’Italia presenterà alla Camera una risoluzione in questo senso, al fine di aiutare concretamente i genitori che scoprono la disabilità. Il test, senza preoccuparsi anche di questo aspetto, non ha un senso”.

La rosa damascena simbolo di bellezza

 E’ anche simbolo di palazzo Rosa e il fil rouge della linea cosmetica creata da Carlo Rosa, il proprietario del Palazzo, e denominata “Palazzo Rosa- Le stanze della cosmetica”

La Rosa Damascena rappresenta il sottile fil rouge che lega Palazzo Rosa e il suo proprietario, Carlo Rosa, alla linea di cosmetici da lui creata, dal titolo “Palazzo Rosa, le Stanze della Cosmetica”.
“La Rosa Damascena -spiega Carlo Rosa, fondatore di “Palazzo Rosa- Le Stanze della Cosmetica” – è una varietà molto antica di rosa. Nei bei cortili di Palazzo Rosa queste varietà di rosa sono sempre state coltivate e ricercate per la loro bellezza, tanto da essere scelte e impresse anche nello stemma di famiglia. Nel Seicento Luis de La Rose sposò Genevieve de la Puy per le sue doti di bellezza e la fanciulla fu attratta dal cinorrodo, il falso frutto della rosa, che provò a passarsi tra le mani, ricevendo un immediato sollievo. Così nacque la felice intuizione di estrarre un olio miracoloso che, nel breve arco di tempo di tre mesi lunari, la guarì dalla dermatite, donandole la bellezza del volto mai avuta. A Palazzo Rosa le rose damascene giunsero con l’Unità d’Italia e, da allora, in quelle ‘stanze della cosmetica’ era un continuo inventare di profumi, lozioni e essenze”.

“Donna Olga, mia mamma – spiega Carlo Rosa, il fondatore – aveva una rosa damascena nel roseto del suo palazzo, portata in patria dall’Egitto nell’Ottocento da Bernardino Drovetti, che vi era impegnato nella sua spedizione archeologica. È una varietà il cui fiore vanta 36 petali e presenta un odore molto delicato, ma al tempo stesso inconfondibile, costituito da quattrocento sostanze aromatiche diverse. Quando abbiamo fondato la linea di cosmetici che ha preso il nome dal nostro palazzo, Palazzo Rosa, le Stanze della Cosmetica, ci siamo ispirati alle proprietà della rosa damascena, quali quelle dell’idratazione nei confronti delle pelli secche, della capacità di donare elasticità e tonicità alla pelle (che la rendono un rassodante ideale), di essere un vasocostrittore, un rinfrescante e un antiage ideale”.

“Quando ho creato la maison Palazzo Rosa – precisa Carlo Rosa – mi sono prefissato di unire la tradizione culturale millenaria delle ‘antiche stanze’ della cosmesi con gli ultimi ritrovati delle ricerche scientifiche sulla probiotica e le biotecnologie. Per questo motivo ho desiderato creare una linea di cosmetici che rispondesse alle esigenze variegate del pubblico femminile, che ha quale priorità assoluta la salute. I nostri prodotti sono creati in Italia con materiali assolutamente italiani”.
“ La nostra azienda – precisa Carlo Rosa, fondatore della linea cosmetica insieme al socio e amico Eduardo Guarneschella – è totalmente green, usa prodotti solo di origine naturale e sostenibile, creati alla luce delle ultime ricerche scientifiche, con un’attenzione costante verso le tendenze della cosmeceutica internazionale. I nostri cosmetici sono, infatti, creati per isolare nel modo più efficace i principi attivi, in modo tale da rendere il prodotto finito efficace e funzionale al massimo”.

Tra i prodotti green di Palazzo Rosa le clienti possono trovare la linea viso e la linea corpo; all’interno della linea viso possono essere accompagnate attraverso le diverse “stanze della cosmetica” alla ricerca di prodotti di vario tipo, tutti made in Italy, quali la crema viso anti-age, un’emulsione viso antiossidante e anti invecchiamento, capace di conferire un effetto lifting immediato tale da rendere la pelle elastica e luminosa; la crema contorno occhi, quella per la protezione labbra, il trattamento pulizia viso completo. Per il corpo la scelta green potrà ricadere su prodotti bio quali la crema corpo, la crema dopobagno lenitiva idratante, lo scrub corpo e la crema mani. Alcune di queste creme sono poi abbinate in cofanetti; tutte sono contenute in eleganti confezioni, che riproducono lo stemma e la rosa di Palazzo Rosa, assolutamente adatta per la festa di San Valentino, un fiore, la rosa, da sempre simbolo del trionfo dell’amore, legata alla simbologia di Venere e Adone.

Mara Martellotta

La pista ciclabile del Sangone si rinnova

Interventi su tutti i 7 km del tracciato, la conclusione in primavera

Sono iniziati a Pasta, con la rimozione della vecchia staccionata, i lavori di manutenzione al
tracciato della pista ciclabile lungo il Sangone. Dopo oltre 15 anni di onorata carriera, infatti,
la ciclabile che corre lungo il fiume ha bisogno di essere rimessa a nuovo e in sicurezza.
L’intervento riguarderà tutti i 7 km di tracciato, avrà un costo di 160.000 € e sarà realizzato
dall’impresa Maplex di Alpignano.

Due le direttrici dell’intervento: la prima prevede che, partendo da via Piossasco, sarà
realizzato un nuovo passaggio ciclopedonale in prossimità della fontanella. In tal modo
verrà regolarizzato e messo in sicurezza il percorso attualmente sterrato e disconnesso per
garantire un accesso più comodo al bicigrill e all’area giochi.

Più consistenti, invece, i lavori, nel tratto che costeggia il quartiere Pasta. Qui, una volta
rimossa la vecchia staccionata in legno, verrà posizionata una barriera in materiale
riciclato. Verrà poi ripristinato l’asfalto laddove manca e messo in sicurezza nei tratti in cui le
radici degli alberi lo hanno scalzato. Saranno anche eliminate la recinzione e i piantoni in ferro
che delimitano l’area boscata in prossimità della Polisportiva Pasta e riqualificato l’accesso al
parco da via Aleramo con la rimozione del vecchio asfalto e la realizzazione di un percorso
ciclopedonale sino alla pista esistente.

«Sono finalmente partiti, così come previsto, i lavori di manutenzione straordinaria della nostra
ciclabile -spiega l’assessore ai Lavori pubblici Ivana Garrone – interventi che riguarderanno
tutto l’asse rivaltese, da via Piossasco sino al confine con Beinasco, che non potevano più
essere rimandati. La pista, da sempre molto frequentata anche da cicloamatori che arrivano da
fuori Rivalta, aveva infatti bisogno di consistenti opere di messa in sicurezza, dal manto
stradale alle protezioni lungo le sponde del Sangone».

«L’auspicio è che tutto sia pronto per l’arrivo della primavera» conclude ancora l’assessore.
I lavori, tempo permettendo, verranno infatti completati entro la fine del mese di aprile.

Controlli antidroga dei carabinieri, arrestati due pusher

 Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale per contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti, i carabinieri hanno arrestato 2 pusher.

In particolare a Rivoli è stato arrestato un pregiudicato del luogo nella cui abitazione, nel corso di una perquisizione domiciliare, i militari dell’Arma hanno rinvenuto e sequestrato oltre 50 grammi di marijuana e alcuni grammi di hashish, nonché materiale utilizzato per il confezionamento delle dosi.
A Torino, in corso Toscana nel quartiere Lucento, stessa sorte è toccata a un cittadino senegalese che è stato bloccato dai carabinieri della Stazione Torino Le Vallette mentre stava cedendo una dose di cocaina ad un 45enne italiano. Alla vista dei militari l’uomo ha ingoiato altre dosi di stupefacente che teneva occultate nel cavo orale. L’acquirente è stato segnalato alla Prefettura quale assuntore di droga.

Vaccini: da lunedì ultra ottantenni e personale scolastico

CAMPAGNA DI VACCINAZIONE ANTI COVID-19 DEL PIEMONTE

La campagna di vaccinazione contro il Covid-19 della Regione Piemonte taglierà lunedì 15 febbraio altri due importanti traguardi.

I medici di medicina generale inizieranno a raccogliere l’adesione alla vaccinazione degli assistiti con più di 80 anni (inclusi i nati nel 1941).

Sempre dal 15 febbraio anche il personale docente e non docente delle scuole e delle Università potrà esprimere la volontà di farsi vaccinare, utilizzando in questo caso l’apposito portale www.ilpiemontetivaccina.it dedicato proprio al personale scolastico.

Le modalità delle due fasi sono state illustrate dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, dal commissario generale dell’Unità di Crisi Vincenzo Coccolo, dal commissario dell’Area giuridico-amministrativa Antonio Rinaudo, dal consulente strategico Covid della Regione Pietro Presti e dal Capo di Gabinetto della Giunta Gian Luca Vignale.

Over80
Da lunedì 15 febbraio le persone con più di 80 anni (nati nel 1941 compresi) potranno segnalare la loro volontà di ricevere il vaccino al proprio medico di famiglia. Ogni medico indicherà eventuali priorità sulla base del quadro clinico dell’assistito e ne registrerà l’adesione sull’apposita piattaforma regionale. L’Asl di competenza provvederà a definire gli appuntamenti e a indicare luogo, data e ora della convocazione per la vaccinazione tramite sms o mail (si può indicare anche un cellulare/mail di un parente o altra persona fidata).

La somministrazione delle dosi avverrà a partire dal V-Day per gli over 80 del 21 febbraio nei 97 centri vaccinali finora individuati, aumentati rispetto ai 61 inizialmente previsti per raggiungere capillarmente tutte le zone del Piemonte. Chi non sarà in grado di spostarsi sarà vaccinato a domicilio a cura dell’Asl di appartenenza.

Personale scolastico e universitario

Sempre dal 15 febbraio il personale, docente e non docente, in servizio presso gli istituti scolastici e universitari pubblici e privati, compresi quelli di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) ed i servizi educativi privati e paritari potrà manifestare la propria volontà di aderire alla vaccinazione anti Covid-19 tramite il portale www.ilpiemontetivaccina.it Le prime inoculazioni verranno effettuate dal 19 febbraio. In questa fase per avviare la campagna verrà usato il vaccino AstraZeneca indicato per la popolazione con meno di 55 anni. Gli over 55 possono comunque manifestare la propria adesione sul portale e saranno convocati successivamente con le modalità e le tempistiche previste dal Piano nazionale.

Coloro che invece soffrono di particolari patologie non dovranno usare il portale per manifestare l’adesione perché saranno informate successivamente in modo specifico sulle modalità di vaccinazione loro riservate.

Pragelato, ripartono le gare sportive. Un ritorno alla normalità

“Un doppio appuntamento nazionale sportivo, sabato 13 e domenica 14 febbraio a Pragelato, fa ritornare la speranza della normalità.

 

La gara di Coppa Italia dello sci di fondo sulla pista olimpica di Pragelato e la gara di regolarità su ghiaccio con vetture stradali, The Green Ice Challenge, rappresentano due momenti importanti non solo per Pragelato ma per l’intera Via Lattea. Per la gara di Coppa Italia sono previsti 320 atleti e 130 accompagnatori. Per l’evento motoristico sul giacchio, invece, sono previsti 85 piloti e 250 componenti dei team. Ovviamente non è previsto il pubblico.

C’è bisogno di ritornare, appunto, alla normalità pur nel rigoroso rispetto delle norme e delle prescrizioni sanitarie in materia di prevenzione Covid. Del resto, la pista olimpica di fondo di Pragelato in questi mesi è sempre stata in funzione per gli allenamenti degli atleti pur senza la possibilità di aprirla al pubblico.

Al contempo, però, accanto alle gare, è sempre più necessario che i cosiddetti ‘ristori’ non rappresentino una semplice una evocazione propagandistica, lontana è puramente virtuale. La filiera economica/produttiva legata al sistema neve, a partire da centinaia di lavoratori e dalle piccole/medie aziende del comparto territoriale della Via Lattea, necessita adesso di un sostegno immediato senza ulteriori rinvii o deroghe. Individuare i beneficiari da un lato e indicare le tempistiche certe per l’erogazione dei fondi dall’altro rappresentano i due aspetti decisivi per evitare di far precipitare un intero settore produttivo in un vicolo sempre più cieco. E i due appuntamenti della prossima settimana a Pragelato rappresentano, comunque sia, un momento importante per un territorio che registra, purtroppo, anche una stagione invernale ormai largamente compromessa sotto il profilo economico e produttivo”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Assessore Comunicazione Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea.

“Prede e predatori”, il romanzo di Giuseppe Pierdomenico

Informazione promozionale    Un’opera di straordinario impatto e potenza, primo capitolo di una trilogia in fase di definizione. Prezioso l’appello contenuto nelle prime pagine del romanzo, dove è racchiusa una originale proposta su come arginare il fenomeno della immigrazione

Abruzzo, anni settanta. Giuseppe è poco più che adolescente  quando per caso si imbatte in una caverna alle pendici della Maiella; lì sono occultati dei preziosi che l’ultimo Re d’Italia, in fuga verso Pescara, tentò di trafugare nel lontano 1943. La straordinaria scoperta rimane segreta; passano gli anni e Giuseppe attingerà più volte a quel tesoro, potendo così sostenersi negli studi al Politecnico di Torino e progettando il suo avvenire. Decisivo sarà in tal senso l’incontro con Mirjam, una splendida ragazza maliana, i cui racconti sul paese d’origine convinceranno Giuseppe a farsi carico di importanti responsabilità verso la popolazione locale. I sogni dei due innamorati trovano “campo fertile” nell’arida Africa sub-sahariana ma vengono ostacolati dagli intestini contrasti tra le autorità religiose che si contendono il territorio. Ha qui inizio un’avventura ricca di colpi di scena e capovolgimenti di ruoli e situazioni, dove si fa sempre più difficile de finire prede e predatori, persino quando “entra in gioco” uno spietato terrorista islamico… Un’opera di straordinario impatto e potenza, primo capitolo di una trilogia in fase di definizione. Prezioso l’appello contenuto nelle prime pagine del romanzo, dove è racchiusa una originale proposta su come arginare il fenomeno della immigrazione.
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Giuseppe Pierdomenico laureato in ingegneria al Politecnico di Torino, nel 1998 ha fondato una sua azienda che ha operato in Libya per oltre venti anni. Nel 2011 era presente a Tripoli durante la rivoluzione di febbraio. È rimasto in questo paese fino a fine maggio, fintanto che non è riuscito a far rimpatriare tutti i suoi tecnici e operai, non solo europei. Nel 2015, dopo un attacco dei miliziani dell’Isis a un sito petrolifero di Mabruk, l’uccisione di nove militari e il rapimento di tre operai filippini, ha condotto le trattative per il loro rilascio; dopo circa quattro mesi gli ostaggi sono stati liberati e rimpatriati. L’esperienza vissuta è stata spunto per la narrazione del presente romanzo. Parte del ricavato dalla vendita di questo libro sarà destinato alla realizzazione e al sostegno dei laboratori solidali di scrittura LetterariaMente.
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“Prede e predatori” di Giuseppe Pierdomenico – Edizioni Albatros