ilTorinese

Liberali cercansi

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

L’esigenza di un forte centro liberal-democratico nella politica italiana è qualcosa di molto sentito o almeno sembra . Il Governo Draghi, per molti versi, può creare il clima idoneo per un progetto politico nuovo che riequilibri la politica, facendo del centro il suo baricentro .Ma parlare di centro non significa di per se’ parlare di centro liberal-democratico o centro liberale

C’ è stato alla fine di febbraio un appello con molte firme di persone non conosciute ,se si eccettua Franco Debenedetti,ex Senatore del pds , ed Oscar Giannino la cui immagine per le note vicende di lauree esibite mai conseguite, non appare riprensibile. Non vedo le firme di Stefano De Luca e di Enzo Palumbo ,esponenti autorevoli di quel partito liberale che eroicamente ha resistito in questi anni a tutte le turbolenze ,così come non vedo esponenti autorevoli della cultura liberale italiana. Questi ultimi non sono moltissimi ,ma qualche testa pensante c’è. Cercando tra i collaboratori di “Libro aperto “: rivista fondata da Malagodi e diretta da Antonio Patuelli, si possono trovare persone di sicura tradizione liberale. Un figura intellettuale come Lorenzo Infantino sarebbe di vitale importanza .

Per altri versi , pur con tutti i limiti e gli errori commessi, oggi l’unico partito di centro che esista in Parlamento è Forza Italia che non si è rivelato particolarmente liberale ,pur avendo promesso niente di meno che una rivoluzione liberale mai neppure iniziata.
La Fondazione “Luigi Einaudi “ di Roma ha dato prova di una vitalità davvero significativa che non ha il Centro “Einaudi “ di Torino.
C’è stato un periodo in cui in Italia fu di moda dirsi liberali anche se le provenienze politiche originarie erano molto lontane dal liberalismo.

Il partito liberale italiano e’ finito nel 1994 con una chiusura ingloriosa per iniziativa del suo ultimo segretario, Raffaele Costa, che ottenne la riconferma a deputato e addirittura ministro da parte di Berlusconi.  Costa tentò di salvare le apparenze ai primi del 2000, creando i circoli del liberalismo popolare ,un banale ossimoro , che finirono in una bolla di sapone .Il vero liberalismo è per sua natura elitario,non popolare.

Abbiamo vissuto per anni nella speranza di un Risorgimento liberale, per dirla con la testata del quotidiano di Pannunzio . Ma la diaspora liberale con i suoi personalismi ha impedito di dar vita ad un progetto di rinascita. La stessa presenza elettorale di Forza Italia lo ha impedito . Molti hanno creduto al “partito liberale di massa “, un progetto seducente, ma non realizzabile .

Oggi c’è un nuovo tentativo di formare un centro liberal- democratico affidato a Carlo Cottarelli che dovrebbe provvedere alla stesura di un documento programmatico . Cottarelli si limiterà a scrivere, avendo già precisato un suo disimpegno politico.Per altri versi, appare una novità un Cottarelli liberale, così come Cottarelli non è certo un potenziale leader politico neppure parzialmente attrattivo .

Fare l’esame del sangue politico è quanto di più illiberale ci possa essere, ma c’è da chiedersi se Calenda e la stessa Bonino si possano considerare dei liberal- democratici che pure è una forma di liberalismo life. Radicali italiani hanno tra i loro esponenti gente profondamente illiberale.  Il liberalismo avrebbe tanto da dire e potrebbe contribuire a dare un contributo alla ricostruzione di questo Paese,ma forse anche questa volta si è partiti non nel modo migliore . Il liberalismo sarebbe oggi il miglior antidoto al populismo e al sovranismo.

Valerio Zanone poco prima di morire scrisse che ormai il liberalismo si era esaurito con la fine del secolo scorso e il primo decennio del nuovo .Io conservo una sua lettera in proposito molto eloquente.  Ma di fronte alla crisi del Pd e dei Cinque Stelle forse il discorso può cambiare. Occorrerebbero capacità organizzative che non ci sono e andrebbero messi al bando i personalismi che hanno caratterizzato sempre i liberali nel corso di tutta la loro storia costellata da continue scissioni. In passato ci fu persino una discussione sulla differenza tra liberal-democratici con o senza trattino. Oggi con i Debenedetti e i Giannino queste raffinatezze sono superate.  Anch’io mi auguro la creazione di un grande centro laico e cattolico,liberale e democratico, aperto ad un socialismo riformatore che è parte storica del sistema politico italiano ,ma nutro forti dubbi sulla fattibilità del progetto . Soprattutto occorrerebbe un contenitore dei moderati che non c’è .

Spero di sbagliarmi nel mio pessimismo e mi auguro che Cottarelli possa essere il nuovo maitre a penser del nuovo pensiero liberal- democratico ,capace di allargare il suo perimetro ideale ad un’area di centro in senso più ampio che deve guardare anche a Renzi e persino ad una parte ,sia pur minima, del Pd post zingarettiano. Marcucci, capogruppo del Pd in Senato, pochi lo sanno o lo ricordano, fu temporibus illis, un deputato liberale .

Terra Madre Salone del Gusto: programma ricco, mi ci ficco!

Ospiti del calibro di Max Casacci e Mario Tozzi, iniziative come il Parlamento del cibo in Uganda e golosi appuntamenti per imparare preparazioni da tutto il mondo. Cosa aspettate?

Food Talk

11 marzo ore 15 – John Kiwagalo – Il Parlamento del cibo

Coordinatore dei Mercati della Terra in Uguanda e dello Slow Food Youth Network Africa, John Kiwagalo ci racconta quali iniziative stanno mettendo in campo per innescare una presa di coscienza collettiva sull’importanza dell’agricoltura sostenibile e del cibo locale, al quale deve essere garantito l’accesso per tutti. In Uganda, infatti,  sono ancora numerosi i problemi di accesso a un cibo sano, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione. Vaste aree del Paese, inoltre, sono occupate da monocolture come la canna da zucchero, che stanno rapidamente soppiantando le coltivazioni locali, danneggiando la biodiversità e l’ambiente. Per saperne di più collegatevi a questo link. 

 

Le cose che abbiamo in comune

11 marzo ore 18,30 – Max Casacci e Mario Tozzi, un dialogo sui suoni della terra

Vi proponiamo un dialogo davvero curioso tra il musicista Max Casacci e il geologo e divulgatore Mario Tozzi. L’elemento di comunanza è il lavoro Earthphonia, scritto a quattro mani – con numerosi altri contributi scientifici e non – e pubblicato per Slow Food Editore. Curiosi? Vi aspettiamo a questo link! 

 

Webinar

11 marzo, ore 10.30 – La ricerca intorno al cibo – Il packaging sensoriale

Se siete interessati al tema del packaging, non perdetevi il quarto di una serie di incontri a cura di MatTo, la Materioteca del Politecnico di Torino e della Camera di Commercio di Torino, dedicato al tema delle anticipazioni sensoriali, al ruolo di vista, udito e tatto nel packaging. Iscrizioni aperte fino al 10 marzo. Tutte le informazioni disponibili a questo link. 

 

Come si fa?

Ecco in cosa potrete cimentarvi questa settimana: dalla Giordaniadue preparazioni tipiche delle aree rurali, ossia il qors al-nar – il “pane di fuoco”, realizzato con farine integrali e cotto pazientemente sulla cenere di carbone – e il samneh – e il ghee locale, di cui ci viene mostrata la preparazione fin dalla mungitura delle capre e attraverso i diversi passaggi; dall’Emilia Romagna, una nuova ricetta artusiana, la 709, le pere in due consistenze, da abbinare preferibilmente a un bicchiere di Albana passito; sono liguri i raviolini cervella ed erbette in brodo, una ricetta ottima da gustare, e ottima pure per contrastare lo spreco alimentare; infine è un ponte tra Marche e Stati Uniti la pasta e patate con frutti di mare e zafferano, cucinata con molti prodotti dell’Arca del Gusto e dei Presìdi. Ad offrirci questa deliziosa ricetta è il Pastificio di Martino, partner di Terra Madre.

 

Eventi delle Condotte

Molti anche gli eventi organizzati dalle Condotte Slow Food. La magia di un seme, 9 marzo h. 17:30, a cura di Condotta Slow Food Valle dell’Adige Alto Garda; Agrumi da gustare, 9 marzo h. 21, Agrumi da cucinare, 11 marzo h. 21, e Agrumi da conoscere, 13 marzo h. 17, a cura di Comune Cannero Riviera e Condotta Slow Food Lago Maggiore e Verbano; Mondo Evo: viverlo, usarlo, degustarlo, 11 marzo h. 20:45, a cura di Condotta Slow Food Grottaglie Vigne e Ceramiche; Experience Wine Box 2, 12 marzo h. 18:30, a cura di Condotta Slow Food Ravenna e Slow Food Godo e Bassa Romagna.

 

 

Laboratori del Gusto

27 marzo ore 14 – Alla scoperta del sakè

Lo sapevi che il sakè si ottiene dalla fermentazione del riso? E che nel sakè non conta solo la varietà di riso, ma quanto ne viene scartato per la produzione? E che alcuni possono essere degustati a 10°-12° mentre altri a 50°, riscaldati a bagnomaria? Per scoprirne i segreti prenota il kit di degustazione entro il 21 marzo e partecipa a questo appuntamento organizzato da Compagnia dei Caraibi. 

La più importante manifestazione dedicata al cibo buono, pulito e giusto, è organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte con il patrocinio di Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. L’edizione 2020 di Terra Madre Salone del Gusto è possibile grazie al sostegno delle aziende che credono nel progetto. Tra tutte citiamo i Platinum partner: Pastificio Di Martino, Unicredit, Lavazza, Acqua S.Bernardo, Quality Beer Academy; i Gold partner: Agugiaro&Figna, Astoria, BBBell. Con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Associazione delle fondazioni di origine bancaria del Piemonte. Con il contributo di IFAD, UE. In collaborazione con SANA e Turismo Torino e Provincia.

Raccontare il vino attraverso un viaggio

Continua in tutta Italia la ventesima edizione del concorso letterario nazionale promosso da Go Wine

“BERE IL TERRITORIO”
Raccontare il vino attraverso un viaggio

 

L’associazione Go Wine lancia oggi martedì 16 febbraio 2021 la ventesima edizione del Concorso letterario nazionale Bere il Territorio.

E’ un progetto culturale che ha sempre accompagnato la vita dell’associazione fin dalla sua costituzione e che giunge nel 2021 ad un traguardo importante.

Riportiamo a seguire il Bando di Concorso che illustra le modalità di partecipazione e le informazioni legate alla sezione generale ed alle sezioni speciali.

Il Bando viene divulgato più avanti rispetto ai tempi abituali delle scorse edizioni, la scadenza è fissata al prossimo 30 aprile. La cerimonia di premiazione si svolgerà in estate e sarà fissata compatibilmente con la situazione pandemica purtroppo ancora in corso.

Vi invitiamo a partecipare e a diffondere l’iniziativa.

Il Concorso conferma gli obiettivi di sempre che si rinnovano ogni anno e si misurano sempre con nuovi protagonisti: far crescere la cultura del consumo dei vini di qualità e contribuire, mediante il tema della narrazione, a valorizzare storia, tradizioni, paesaggio, vicende socio-culturali dei territori del vino.

 

BANDO DI CONCORSO

1. La ventesima edizione del concorso letterario “Bere il Territorio” è promossa dalla Associazione Go Wine.

I partecipanti dovranno redigere un testo-racconto in forma libera che abbia per tema un viaggio in un territorio del vino italiano, raccontando esperienze, evidenziando il rapporto con i valori cari all’enoturista: paesaggio, ambiente, cultura, tradizioni e vicende locali.

 

Sono previste due categorie, in base a distinte fasce di età:

giovani dai 16 ai 24 anni;

per tutti i soggetti di età superiore ai 24 anni.

 

2. Ogni concorrente o gruppo potrà partecipare con un solo elaborato inedito, in lingua italiana, della lunghezza minima di due cartelle (3600 battute) e massima di 5 cartelle (9000 battute), redatto anche su supporto magnetico.

 

3. E’ inoltre istituita, a latere del concorso generale, una sezione speciale riservata agli studenti degli Istituti agrari italiani (di età compresa fra i 14 ed i 20 anni).

Verranno selezionati elaborati che trattino il tema dei vitigni autoctoni. Con l’invito agli studenti a svolgere un approfondito e originale lavoro di ricerca su vitigni autoctoni della propria zona di provenienza o di altre aree. Nell’elaborato essi potranno tenere conto delle conoscenze acquisite durante il corso di studio e trattare l’argomento attraverso uno specifico elaborato.

La partecipazione al Concorso è consentita a singoli studenti oppure a piccoli gruppi non inferiori a 5 persone. Gli elaborati dovranno avere la medesima lunghezza di cui all’art. 2, salvo eccezioni dettate dal lavoro di ricerca a cui sono chiamati.

 

4. Ogni testo dovrà contenere, in calce, le generalità del concorrente: nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono ed eventualmente il riferimento dell’Istituto agrario di appartenenza (per la sezione speciale dell’art. 3).

 

5. Gli elaborati dovranno pervenire, in tre copie dattiloscritte e su supporto magnetico, entro il 30 aprile 2021, tramite posta, al seguente indirizzo:

 

Concorso “Bere il territorio” – Go Wine

Via Vida, 6 – 12051 Alba (Cn).

 

6. Gli elaborati saranno sottoposti al vaglio della giuria composta da Gianluigi Beccaria e Valter Boggione (Università di Torino), Margherita Oggero (scrittrice), Bruno Quaranta (La Stampa), Massimo Corrado (Associazione Go Wine).

 

7. Saranno selezionati dalla sezione generale I DUE MIGLIORI TESTI, uno per ciascuna categoria: i vincitori riceveranno ciascuno un premio di euro 500,00.

 

7a). Sarà selezionato dalla sezione speciale riservata agli Istituti agrari IL MIGLIORE LAVORO DI RICERCA: il vincitore (o il gruppo) della sezione speciale riceverà un premio di euro 500,00.

 

8. È inoltre istituito un premio speciale a favore di un libro edito durante l’anno 2020 che abbia come tema il vino o che, comunque, riservi al vino una speciale attenzione.

L’autore riceverà un premio in denaro di euro 500,00.

 

9. I testi rimarranno a disposizione dell’organizzazione del concorso e non verranno restituiti. I concorrenti, accettando senza condizione il presente regolamento, concedono, sin d’ora e senza nulla pretendere, i diritti di pubblicazione a Go Wine.

 

10. I vincitori, che saranno avvertiti tramite raccomandata, saranno premiati durante la cerimonia che si terrà ad Alba nel corso della estate 2021.

 

11. I giudizi della giuria, che selezionerà le opere, sono insindacabili.

 

12. Per quanto non previsto dal presente regolamento, le decisioni spettano autonomamente alla segreteria del concorso.

 

L’iniziativa si svolge con il sostegno della

e delle cantine italiane che sostengono i progetti culturali di Go Wine

 

Abbona Anna Maria, Alario, Ar.Pe.Pe., Ascheri, Astoria, Barone di Villagrande, Biovio, Enzo Boglietti, Borgo San Daniele, Bric Castelvej, Bric Cenciurio, Bricco Maiolica, Ca’ ed Curen, Ca’ Lojera, Ca’ Lustra, Cantine Monfort, Capezzana, Casa Cecchin, Cascina Alberta, Cascina Castlèt, Cascina del Monastero, Cecchetto Giorgio, Centovigne, Chiarlo Michele, Collis, Conte Collalto, Contucci, Cooperativa del Nebbiolo di Carema, Cordero di Montezemolo, Correggia, Marisa Cuomo, D’Alfonso del Sordo, Dezzani, Donnafugata, Emo Capodilista – La Montecchia, Endrizzi, Eucaliptus – Dario di Vaira, Cantina Fasoglio, Fattoria di Magliano, Fattoria di Montechiari, Fattoria Palazzo Vecchio, Fattoria Villa Ligi, Felline, Felsina, Forteto della Luja, Francone, Frecciarossa, Gigante Adriano, Guerrieri Rizzardi, Gulfi, I Pastini, Il Palagione, La Canonica, La Costa, La Masera, La Parrina, La Source, La Spina, La Tordera, La Tosa, La Viarte, Le Bertille, Leone De Castris, Les Crêtes, Librandi, Lis Neris, Lunae Bosoni, Maciot, Maculan, Maeli, Malvirà, Manara, Manzone Giovanni, Manzone Paolo, Marchesi Alfieri, Marchesi di Barolo, Marello, Marengoni, Marotti Campi, Martilde, Moccagatta, Montecappone, Montenidoli, MonteRosola, Montetondo, Mormoraia, Negro Angelo & Figli, Negro Maria Luigina, Pakravan-Papi, Palladino, Paltrinieri, Pileum, Podere Riosto, Podere Riparbella, Podere Selva Capuzza, Poderi Luigi Einaudi, Poderi Moretti, Poggio La Luna, Poggio Ridente, Porro Guido, Diego Pressenda, Rebollini, Ricci Curbastro, Rinaldi Francesco & Figli, Sarotto Roberto, Scubla, Serio & Battista Borgogno, Sobrero Giorgio, Sordo Giovanni, Stanig, Tenuta Bossi – Marchesi Gondi, Tenuta Il Falchetto, Tenuta Iuzzolini, Tenuta Monteti, Tenuta Roveglia, Tenuta Sant’Antonio, Terre Bianche, Torraccia del Piantavigna, Torre Varano, Travaglini Giancarlo, Travignoli, Umani Ronchi, Vagnoni Fratelli, Venica & Venica, Ventolaio, Verdi Bruno, Vietti, Vigna Petrussa, Villa Forano, Villa Matilde, Villa Sparina, Vivallis, Zenato, Zeni Fratelli, Zorzettig, Zymè.

“Perché bisogna difendere il Pd”

Il Partito Democratico è,quasi quotidianamente,oggetto di attacchi strumentali,maleducati,offensivi e privi di ogni fondamento costruttivo che è la base fondante di ogni democrazia dialettica e propositiva.

A volte per il troppo amore ed un sano convincimento delle proprie azioni si può anche sbagliare nel prendere decisioni a qualsiasi livello governativo,dal governo nazionale fino a quello circoscrizionale,passando per regioni e comuni,ma ciò non giustifica l’odio di chi rilascia interviste intrise di cattiverie gratuite senza proporre nulla di sensato.
È la stessa democrazia che “chiede ed impone”alleanze fino a poco tempo fa improponibili: d’altronde quando ci sono di mezzo una pandemia incredibile ed il bene del nostro Bel Paese non si può pensare d’andare di corsa al voto lasciando il controllo di una situazione talmente tragica  pericolosa che ha già mietuto oltre 100 mila vittime.Ci vuole un grande senso di responsabilità che il partito democratico ha sempre messo in campo attraverso la sua classe politica e dirigente preparata.È vero che tante volte si litiga ma succede anche nelle migliori famiglie,la sana discussione porta ad un miglioramento dei rapporti ed a correggere i propri errori.Solo chi non lavora non sbaglia mai e questo non succede nel partito democratico che ha una grande caratteristica,difficilmente riscontrabile in altri movimenti e partiti:una notevole  apertura al dialogo coinvolgendo tutti ma proprio tutti! Questa è la democrazia:il resto sono solo chiacchiere e noia.

Vincenzo Grassano

Denunciato perché aveva a casa armi e droga

Si tratta di un ventitreenne italiano

Personale del Comm.to San Secondo, lo scorso mercoledì mattina, in conclusione di alcune indagini relative a un soggetto italiano che esercitava l’attività di spaccio nel quartiere Santa Rita, è risalito ad un appartamento sito in corso Sebastopoli ove risiede un ventitreenne italiano, insieme al padre. Presentatisi nell’alloggio unitamente a personale del Nucleo Cinofili ed al cane poliziotto Kira, gli agenti hanno rinvenuto, addosso al giovane e nella sua camera, 40 grammi di hashish, un bilancino di precisione e 2650 €. Il denaro era custodito all’interno di un cofanetto nella stanza del giovane, insieme a 5 pistole, che sono state debitamente sequestrate. Si tratta di un’arma resa inerte e di 4 piccole rivoltelle storiche. Inoltre, sul medesimo pensile erano presenti 8 fra pugnali e armi da taglio. Nessun’arma risulta essere mai stata denunciata. Tutto è stato sottoposto a sequestro. Il ventitreenne  è stato denunciato per  detenzione della sostanza stupefacente, per la detenzione abusiva delle armi.

Al via il 20° Glocal Film Festival

Giovedì 11 marzo inizia il 20° GLOCAL FILM FESTIVAL che si terrà fino a lunedì 15 marzo online sulla piattaforma streeen.org. 

L’apertura è affidata all’anteprima assoluta di Manuale di storie dei cinema, inno all’importanza della sala cinematografica, e si chiude con l’assegnazione del PREMIO RISERVA CARLO ALBERTO alla scenografa Paola Bizzarri (Nastro d’argento e David di Donatello per Habemus Papam). Cuore del Glocal, i concorsi per documentari e cortometraggi, Panoramica Doc Spazio Piemonte, e da quest’anno in programma anche un focus con una ‘Regione Ospite’ (per questa edizione, i Paesi Baschi) per scoprire le produzioni cinematografiche locali di altri territori.

Il 20° Glocal Film Festival è organizzato da Associazione Piemonte Movie, realizzato con il contributo di Regione Piemonte, il patrocinio di Città di Torino e Città Metropolitana di Torino, e il supporto di Film Commission Torino Piemonte e di Museo Nazionale del Cinema – Torino Film Festival. Main Partner O.D.S. Operatori Doppiaggio e Spettacolo. Main Sponsor Carlo Alberto.

20° GLOCAL FILM FESTIVAL 11 – 15 MARZO 2021  online su streeen.org

Torna dall’11 al 15 marzo 2021 il Glocal Film Festival di Torino che da 20 anni seleziona il meglio della produzione cinematografica legata alla vivace industria filmica regionale.

I titoli della 20ª edizione saranno disponibili in streaming su streeen.org e ognuno sarà accompagnato da presentazioni sui social con registi, interpreti e produttori, aprendosi a una platea diffusa su tutto il territorio italiano che il festival vuole conquistare grazie alle proposte dei film che compongono un programma più che mai glocal.

Il contesto attuale chiede al Glocal di mettersi nuovamente in gioco e se l’essere offline oppure online è dettato dalla situazione, l’obiettivo è quello di essere in ogni modo un festival LIVE! “Viene naturale chiedersi se un festival di cinema che non va nelle sale e le riempie dell’entusiasmo del pubblico, può comunque essere definito tale. – Commenta Gabriele Diverio, direttore del Glocal Film Festival – Eppure i festival, anche quelli virtuali, continuano a essere preziosi. Un festival di cinema è come quell’amico di cui ti fidi e a cui chiedi consigli su che quali film vedere. Se vi fiderete delle nostre scelte, siamo sicuri che amerete il 20° Glocal Film Festival.

Il 20° Glocal Film Festival, diretto da Gabriele Diverio, parte giovedì 11 con l’excursus dello storico rapporto tra Torino e le sue sale cinematografiche culminante con la situazione attuale raccontato ne Manuale di storie dei cinema di Stefano D’Antuono e Bruno Ugioli. Prodotto dalla Rossofuoco di Davide Ferrario, il lavoro riflette sull’identità e sul valore della sala cinematografica e della visione in sala, oggi messe a rischio a causa della pandemia – e sarà presentato in ANTEPRIMA ASSOLUTA direttamente dalle sale del Cinema Massimo di Torino.

I 33 titoli del festival 2021 incarnano appieno la volontà di uscire dai confini regionali, aprendosi nella narrazione e nella realizzazione a contaminazioni e coproduzioni, il tutto anche grazie a un comparto cinematografico regionale qualificato e dinamico, rafforzato dal lavoro di enti come il Museo Nazionale del Cinema e la Film Commission Torino Piemonte.

I 6 titoli di cinema del reale protagonisti del concorso PANORAMICA DOC – saranno valutati dalla giuria composta da Sarah Bellinazzi (Creative Europe Italia), Carlo Cresto-Dina (Produttore – Tempesta Film) e Matteo Marelli (Critico e giornalista) per ambire al Premio Torèt Alberto Signetto (2.500 €), dopo essere stati presentati a festival come la Festa del cinema di Roma, il Festival dei Popoli, il Thessaloniki Documentary Festival e La Havana International Film Festival.

Il doc prodotto dalla torinese Indyca CUBAN DANCER (domenica 14, ore 21) di Roberto Salinas segue tra L’Avana e Miami il giovane ballerino Alexis inseguire il suo sogno; DISCO RUIN (sabato 13, ore 21) di Lisa Bosi e Francesca Zerbetto è un visionario viaggio nell’Italia del clubbing; SLOW NEWS (domenica 14, ore 19) di Alberto Puliafito, indaga il lavoro di alcune redazioni in Italia e all’estero che lavorano per far tornare al centro il ruolo sociale del giornalismo; UMBERTO B. (sabato 13, ore 19), ultimo lavoro del torinese Francesco Amato traccia la biografia di una delle figure più indecifrabili della storia italiana politica e sociale: Umberto Bossi. LIBRO DI GIONA (venerdì 12, ore 20) di Zlatolin Donchev, prodotto dai fratelli De Serio, mostra la quotidianità di un senzatetto e l’inattesa eredità che gli permetterà di voltare pagina; ne LA MIA STORIA SI PERDE E SI CONFONDE (venerdì 12, ore 22) i registi Daniele Gaglianone e Imogen Kusch, conducono gli allievi e le allieve della Scuola Volonté di Roma a esplorare il confine tra finzione e verità.

Il contest SPAZIO PIEMONTE presenta 16 cortometraggi in quattro appuntamenti e la giuria formata da Davide Catalano (Corti in Cortile), Joana Fresu de Azevedo (Sedicicorto) e Roberto Gagnor (sceneggiatore), assegnerà il Premio Torèt Miglior Cortometraggio (1.500 €) oltre al Premio O.D.S. – Miglior Attore, Premio O.D.S. – Miglior Attrice e Premio Miglior Animazione. Le giurie partner proclameranno i vincitori dei premi Cinemaitaliano.info – Miglior Corto Documentario, Machiavelli Music – Miglior Colonna Sonora e Scuola Holden – Miglior Sceneggiatura.

L’attenzione che il Glocal riserva alla produzione locale si traduce anche in collaborazioni con realtà che similmente puntano i riflettori sulle specificità cinematografiche di altri territori: il focus FROM LOCAL TO GLOBAL: LET’S ACT ‘GLOCAL’ TOGETHER! propone 4 cortometraggi provenienti da altrettanti festival italiani con cui il Glocal è gemellato – Corti in Cortile, Lago Film Fest, Sedicicorto Forlì International Film Festival e Skepto International Film Festival – per mostrare la varietà e la qualità della produzione di film brevi nelle diverse regioni e a questi si aggiunge 1 film breve internazionale con una ‘REGIONE OSPITE’ che per questo 2021 saranno i Paesi Baschi (Spagna), grazie a Kimuak, ente che si occupa di promuovere il cinema dei Paesi Baschi nel mondo. Il tema della produzione regionale convergerà nel panel ORIZZONTE CORTI: UNO SGUARDO REGIONALE.

Oltre ai premi delle sezioni competitive, il Glocal Film Festival riserva a personaggi e professionisti di spicco legati alla regione il PREMIO RISERVA CARLO ALBERTO che quest’anno verrà assegnato alla scenografa PAOLA BIZZARRI, nata a Roma ma torinese d’adozione. Paola Bizzarri sarà ospite del festival lunedì 15 marzo alle 19 insieme a SILVIO SOLDINI, per un incontro trasmesso online sulla pagina FB del festival che ripercorrerà la sua carriera con momenti e aneddoti del sodalizio col regista, per il quale ha reinventato le strade di Torino nel Il comandante e la cicogna oltre ad aver collaborato ad altri suoi celebri film come Pane e Tulipani e Agata e la tempesta. Scenografa dalla carriera decennale, è vincitrice del Nastro d’argento alla migliore scenografia e del David di Donatello per il Miglior Scenografo per Habemus Papam di Nanni Moretti ed ha firmato le scenografie della fortunata serie tv Braccialetti Rossi.

I 5 giorni di festival propongono anche la speciale sezione fuori concorso dall’evocativo nome Lock & Short dedicata ai corti che restituiscono in immagini l’emergenza pandemica e il confinamento tra le mura di casa. Il Glocal non rinuncia alle occasioni formative e per la settima edizione del Premio Professione Documentario (500€) è stato scelto il documentario We Are The Thousand di Anita Rivaroli che verrà proposto agli studenti dei 10 istituti scolastici del Piemonte che hanno aderito al progetto. Inoltre, tra i cortometraggi iscritti a Spazio Piemonte sono stati 25 quelli realizzati all’interno delle scuole e tra questi è stato selezionato il vincitore del Premio Comix.

Lo staff del festival introdurrà gli appuntamenti con le dirette sulla pagina FB @PiemonteMovieGlocalNetwork con gli autori dei film in programma. 

I film del 20° Glocal Film Festival sono disponibili dalla messa online e per le 48 ore successive (biglietto 3,50 €, abbonamento festival 12 €) sulla piattaforma streeen.org.

Info info@piemontemovie.com / 328.8458281 / www.piemontemovie.com / www.facebook.com/PiemonteMovieGlocalNetwork / www.instagram.com/piemontemovie

20° Glocal Film Festival è organizzato da Associazione Piemonte Movie, realizzato con il contributo di Regione Piemonte, il patrocinio di Città di Torino e Città Metropolitana di Torino, e il supporto di Film Commission Torino Piemonte e di Museo Nazionale del Cinema – Torino Film Festival. Main Partner O.D.S. Operatori Doppiaggio e Spettacolo. Main Sponsor Carlo Alberto.

Riccardo Muti sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio

COSÌ FAN TUTTE: La regia è firmata da Chiara Muti

Streaming sul sito del Regio da giovedì 11 marzo 2021 ore 20

Giovedì 11 marzo alle ore 20 sul sito del Teatro Regio l’appuntamento in streaming è di quelli da non mancare: il Maestro Riccardo Muti dirige – per la prima volta – l’Orchestra e il Coro del Regio nel Così fan tutte, dramma giocoso di Wolfgang Amadeus Mozart. Chiara Muti firma la regia di questa coproduzione del 2018 tra il Teatro San Carlo di Napoli e la Wiener Staatsoper. Il sestetto tutto italiano dei protagonisti è composto da Eleonora Buratto (Fiordiligi), Paola Gardina (Dorabella), Alessandro Luongo (Guglielmo), Giovanni Sala (Ferrando), Francesca Di Sauro (Despina) e Marco Filippo Romano (Don Alfonso).
La produzione di Così fan tutte si avvale del contributo di Reale Mutua, Socio Fondatore del Teatro Regio: «Siamo lieti di sostenere anche quest’anno uno dei teatri più prestigiosi del panorama artistico e musicale internazionale, partecipando alla stagione operistica con il capolavoro Così fan tutte, diretto per la prima volta a Torino dal grande direttore d’orchestra Riccardo Muti, ha dichiarato Luigi Lana Presidente di Reale Mutua. La storia della musica italiana è la più lunga e importante al mondo e il Maestro Muti è un punto di riferimento per tutti coloro che hanno nel cuore la musica classica; ecco perché per Reale Mutua, Socio fondatore del Teatro Regio da anni, questo sostegno assume un significato particolare, soprattutto in un momento in cui la cultura è ingrediente fondamentale del processo di ripartenza».

Il Coro del Teatro Regio è istruito da Andrea Secchi. Le scene minimali, ma da “lanterna magica”, sono di Leila Fteita, i bellissimi costumi di gusto settecentesco di Alessandro Lai e le luci limpide di Vincent Longuemare. Maestro al fortepiano è Luisella Germano, assistente alla regia Tecla Gucci.
Riccardo Muti è, senza dubbio, uno dei più prestigiosi direttori d’orchestra al mondo. La sua brillante carriera, unita a una personalità magnetica, è fonte di fascino e ispirazione. «Sono sinceramente commossa che il Maestro Muti abbia accolto con entusiasmo il mio invito di venire a dirigere la nostra meravigliosa Orchestra e il nostro raffinatissimo Coro – afferma Rosanna Purchia Commissario straordinario del Teatro Regio – il mio lungo rapporto di stima e amicizia con il Maestro, rafforzato dalle nostre comuni origini partenopee, ha dato questo straordinario risultato. La presenza del Maestro, in un momento di tale difficoltà per il Teatro, è un segno importante, che dà a me e a tutti noi una forza straordinaria».

Per il Maestro Muti, quest’opera è «un universo misterioso e colmo di ambivalenze, proiettato verso una fine disincantata e cinica», che è la lettura professata da Don Alfonso: nessuno è immune dal tradire l’amato o l’amata e con questo occorre saper convivere. In totale sintonia con il sentire della regista, Chiara Muti che descrive Così fan tutte come «il dramma giocoso del disincanto. Amiamo veramente o per gioco? E che cos’è veramente l’amore se non una scelta di tempo e di luogo, un caso, un incontro? In quest’opera l’illusione è più reale della realtà stessa e la scena immaginata è come una lanterna magica fatta di specchi che riflettono ciò che siamo nell’immaginario di chi ci sta intorno. Così fan tutte è un’opera metafisica! Una riflessione profonda sull’essenza del nostro essere. Noi siamo attraverso lo sguardo degli altri».

Prima di apprendere quest’amara lezione filosofica ed esistenziale, i giovani Guglielmo e Ferrando, Fiordiligi e Dorabella vivono nella spensieratezza della loro età, ridendo e scherzando: proprio così ce li mostra la regista, con mano spigliata, in un’atmosfera da commedia con allusioni ai doppi sensi erotici del libretto. La musica trasforma in gioco scenico le trame, visto che il teatro di Chiara Muti nasce dalla musica e si snoda con naturalezza nella recitazione.

Con Così fan tutte, l’ultima opera buffa scritta da Mozart e andata in scena a Vienna nel 1790, si conclude la trilogia di opere italiane scritte su libretto di Lorenzo Da Ponte dopo Le nozze di Figaro (1786) e Don Giovanni (1787). Nel libretto, Da Ponte mette in scena la crudeltà dei rapporti tra i sessi e la pretesa maschile del dominio fisico ed esclusivo su una persona ma, per la prima volta nell’opera buffa, la fedeltà messa alla prova è quella di due dame della buona società. Nonostante l’originalità della vicenda, il librettista veneto si concede un fitto intreccio di citazioni che spaziano da Ovidio a Boccaccio, Ariosto, Marivaux e Goldoni.
La Napoli del ’700 fa da sfondo alle avventure di due giovani ufficiali, Guglielmo e Ferrando che, per provare la fedeltà delle rispettive fidanzate Fiordiligi e Dorabella, le corteggiano sotto mentite spoglie. Le avances hanno successo, ma ognuna si lascia conquistare dal fidanzato dell’altra. Il cinico Don Alfonso e la cameriera Despina, per amore della burla, organizzano un finto matrimonio, poco prima del quale viene svelato l’intrigo. Le ragazze chiederanno perdono e le due coppie, finalmente riconciliate, si ricomporranno.
Il cast pare “cucito” sulla musica e le intenzioni del compositore e indubbiamente si sposa all’idea registica. Eleonora Buratto, tra i soprani lirici più acclamati del mondo, inizia la sua carriera proprio con il Maestro Muti e ha al suo attivo collaborazioni con i più importanti direttori della scena internazionale, da Zubin Mehta a Teodor Currentzis, da Daniele Gatti a Michele Mariotti. Questa è la sua seconda prova nel ruolo di Fiordiligi, già sostenuta con gran successo al Teatro alla Scala lo scorso gennaio. Paola Gardina (Dorabella) è fra i mezzosoprani più talentuosi del panorama italiano e straniero. Ha calcato i palcoscenici dei più importanti teatri al mondo, dal Teatro alla Scala alla Bayerische Staatsoper, dalla Fenice al Teatro Real di Madrid. Del suo personaggio racconta: «Io e Dorabella siamo “amiche”, ormai in me c’è qualcosa di lei. È un personaggio frizzante, sbarazzino e fresco, una ragazza che racconta una storia di sentimenti che nei secoli si ripete immutata e sempre attuale». I due ufficiali Ferrando e Guglielmo sono interpretati rispettivamente da Giovanni Sala e Alessandro Luongo. Il primo colpisce per la voce e l’interpretazione appassionata, il calore, la sensibilità e lo slancio con cui delinea i personaggi. Proveniente da una famiglia di musicisti, la musica è stata per Giovanni Sala il primo respiro e oggi lo possiamo anche apprezzare nelle sue esibizioni con il Gruppo vocale Famiglia Sala. Alessandro Luongo, classe 1978, è fra i baritoni più promettenti della sua generazione: ha collaborato con prestigiosi direttori quali Riccardo Muti, Zubin Mehta, Fabio Luisi, Michele Mariotti, Seiji Ozawa, Bruno Campanella ed Evelino Pidò, e con registi come Pier Luigi Pizzi, Jean-Louis Grinda, Cristina Mazzavillani, Ruggero Cappuccio. Il giovanissimo mezzosoprano Francesca Di Sauro debutta il ruolo di Despina. Ha già al suo attivo collaborazioni con il Maestro Riccardo Muti e con artisti come Leo Nucci e registi come Emma Dante. Marco Filippo Romano è uno splendido Don Alfonso, tra i più amati baritoni buffi della scena internazionale, ed è un habitué del palcoscenico torinese, dove è stato interprete con grande successo ne L’italiana in AlgeriIl barbiere di SivigliaIl turco in ItaliaLa donna serpenteLa CenerentolaTurandot e Il matrimonio segreto.
Lasciamoci, dunque, sedurre da questo splendido Così fan tutte, che contiene la pagina mozartiana forse più sublime di tutte e cioè il terzetto “Soave sia il vento”: nulla cura l’anima più della musica di Mozart. Occasione da non perdere!

Lo streaming di Così fan tutte è gratuito e resterà disponibile on-demand fino al 30 settembre 2021.  Si ringrazia RMMUSIC (www.riccardomutimusic.com), società che detiene i diritti di registrazione e di immagine di Riccardo Muti.

Dall’11 marzo sarà disponibile sul sito del Teatro Regio la presentazione del libro fotografico Attraverso, di Chiara Muti e Silvia Lelli (edito da Seipersei nel 2020), in un video realizzato negli splendidi ambienti del Museo Storico di Reale Mutua. Uno sguardo sapiente della fotografa Silvia Lelli che racconta in immagini le regie d’opera di Chiara Muti, tra cui il Così fan tutte di Mozart.

Per ulteriori informazioni e per gli streaming: www.teatroregio.torino.it

“In Santa Giulia serve il presidio fisso interforze”


Bene ogni intervento sporadico (come quello dell’ultimo weekend di febbraio, peraltro arrivato dopo un mese nel quale in zona era successo letteralmente di tutto), ma solo una presenza costante delle Forze dell’Ordine può garantire risultati duraturi. Evitare malamovida e assembramenti è questione di rispetto del riposo dei residenti, di contrasto all’emergenza pandemica e di sicurezza (vedi cocci di bottiglia a terra e scarsità di vie di fuga in caso di emergenza).



Ribadiamo la nostra soddisfazione per l’importante intervento con gruppi interforze, in Santa Giulia, l’ultimo weekend di febbraio; restiamo altrettanto convinti che solo una presenza fissa delle Forze dell’Ordine possa garantire, in zona, risultati duraturi. L’intervento di dieci giorni fa è arrivato dopo settimane di assoluta mancanza di controllo, nelle quali è successo letteralmente di tutto.

A Torino non possono e non devono esserci terre di nessuno. I residenti di Vanchiglia hanno diritto al riposo, è fondamentale evitare occasioni di possibile contagio, in caso di emergenza la presenza di vetri rotti a terra e la scarsità di vie di fuga potrebbero creare situazioni di assoluto pericolo.

Dal punto di vista della pulizia, chiedo maggiore attenzione soprattutto per quanto riguarda il tratto pedonale delle Cancellate in via Balbo, con pavimentazione in moquette che, prima o poi, dovremo deciderci a sostituire.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Le Poste hanno consegnato i vaccini al San Giovanni Bosco

Sono arrivati a destinazione in queste ore i furgoni del corriere di Poste Italiane, SDA, per  la consegna all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino di 9300 dosi del vaccino AstraZeneca .

Nella giornata di ieri alcuni mezzi speciali, attrezzati con celle frigorifere, hanno preso in carico i vaccini AstraZeneca a Chiavari e hanno proseguito il loro viaggio, sempre grazie ai mezzi di SDA, per raggiungere le loro destinazioni finali presso le Farmacie Ospedaliere di Cambiano, Rivoli e Ivrea a all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino.

In totale il Corriere Sda, in collaborazione con l’Esercito Italiano, sta consegnando nelle regioni Sicilia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Calabria, Abruzzo, Marche e Puglia, 373.600 dosi AstraZeneca.

Nuovo ospedale Asl TO5, le proposte di +Europa

L’Assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, ha richiesto ulteriori approfondimenti alla ASLTO5 circa il luogo ove collocare il nuovo ospedale Unico dell’Azienda Sanitaria Locale che va da Nichelino a Pino d’Asti, da Castelnuovo Don Bosco a Chieri E Carmagnola.

Un territorio molto esteso e densamente popolato (olre 320mila abitanti) che oggi può contare su ospedali vecchi e non efficienti collocati a Chieri, Moncalieri e Carmagnola e senza le specializzazioni necessarie alle esigenze di una sanità moderna ed efficace.

Nel corso degli ultimi 5 anni la Regione, in accordo con l’Asl, ha fatto effettuare indagini e ricerche per individuare le aree più adatte, indicando una serie di parametri tecnici assai precisi che vanno dalla qualità dell’area agli aspetti di contesto urbano (esposizione, qualità del suolo, qualità urbana dell’intorno, etc.); l’area deve essere baricentrica, con valutazioni sia in rapporto alla dislocazione sul territorio degli utenti sia ai tempi necessari per raggiungere l’area. L’area deve avere facilità di accesso che dovrà essere garantita a tutti i cittadini del territorio di riferimento con una pluralità tipologica di accessi, sia di carattere infrastrutturale, sia con sistemi alternativi, anche attraverso la previsione del servizio di eli-soccorso. La Regione poi richiede che l’area debba avere una rete infrastrutturale e di sotto servizi già esistente e strutturata o che richieda minimi investimenti per la sua integrazione; è fondamentale poi che vi siano servizi di traporto pubblico nelle immediate vicinanze e che non vi siano problemi in relazione ai vincoli di carattere idrogeologico e ambientale.

“Sulla baricentricità i tecnici della Regione hanno appurato che le aree compatibili dovevano trovarsi tra Trofarello e Santena, ricomprendendo al centro il comune di Cambiano; inspiegabilmente sono invece stati privilegiati i terreni addossati alla zona industriale della Sanda Vadò di Moncalieri” sostengono Marco Cavaletto coordinatore di PiùEuropa Torino ed Igor Boni presidente di Radicali italiani.

Ma la questione più importante riguarda l’assetto idrogeologico dell’area. Con una perizia commissionata al Politecnico di Torino l’area individuata (collocata nelle immediate vicinanze della zona industriale Sanda Vadò) sono emerse alcune criticità che non assicurano la Regione sulla validità della scelta effettuata tempo addietro dalla stessa Regione Piemonte.

Infatti, il Politecnico afferma che realizzare l’ospedale in quell’area è possibile ma con incremento di costi per la presenza di falde idriche nel sottosuolo, misurate a non più di 5 metri. La stessa  perizia del Politecnico non esclude la possibilità di costruire in quella zona un ospedale delle dimensioni e caratteristiche stabilite dalla Regione; ciò nonostante, la costruzione  dovrà avere fondazioni molto profonde per evitare che le acque possano incidere sulla stabilità dell’edificio; sarà necessario configgere nel terreno pali di fondazione in numero cospicuo e a una profondità di almeno 30 metri per rendere stabile tutta la struttura; il Politecnico non parla di costi di costruzione ma si può facilmente stimare che una fondazione di questo genere incida significativamente sul costo di costruzione delle fondamenta.

In ogni caso la Regione sta ripensando a una nuova collocazione; sono passati almeno 10 anni da quando si parla del nuovo ospedale che dovrebbe soddisfare la domanda di un nuovo nosocomio in grado di sostituire i tre ospedali di Moncalieri, Carmagnola e Chieri, che dovrebbero mantenere una loro funzione di presidio ospedaliero di base.

“La Regione nella scelta della collocazione di un ospedale non può ignorare la presenza di alternative già individuate dagli studi della stessa sotto il profilo urbanistico, non può ignorare il Piano Territoriale di Coordinamento approvato dal Consiglio Regionale il 21/07/2011 (al fine di evitare nuova impermeabilizzazione di suolo) che non consente l’utilizzazione di aree agricole di particolare pregio e fertilità, se esistono altre possibilità di localizzazione”. “I sindaci della ASLTO5 si riuniscano e diano indicazioni precise alla Regione su dove costruire il nuovo ospedale – concludono Boni e Cavaletto – anche allo scopo di evitare che le risorse finanziarie accantonate (fondi INAIL e fondi regionali a cui dovranno aggiungersi risorse finanziarie di privati) vengano indirizzate verso altri territori”.