ilTorinese

“L’enigma del neurone giovane”

Il  nuovo libro in cui il ricercatore Luca Bonfanti indaga il mondo della plasticità cerebrale attraverso una narrazione avvincente

 

Si intitola ‘”L’enigma del neurone giovane “ il nuovo libro di recente dato alle stampe dal professor Luca Bonfanti , pubblicato dalla storica casa editrice Dedalo, nella collana “Le grandi voci”.
Professore di Anatomia al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, Luca Bonfanti è anche ricercatore al “Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi” ed è stato tra i primi a studiare la genesi dei neuroni in un cervello adulto. Da oltre venticinque anni si occupa di indagare sulla plasticità del cervello e sulle sue cellule staminali e, più recentemente, è stato tra gli scopritori di un nuovo tipo di cellule ‘giovani’: i neuroni immaturi.

“Questo libro – spiega il Professor Luca Bonfanti – mi è stato chiesto dalla casa editrice Dedalo, che un anno e mezzo fa ha creato la collana intitolata “Le grandi voci della cultura italiana”, comprendente una serie di lectio magistralis realizzate da studiosi appartenenti a discipline diverse, che fossero libri di meno di un centinaio di pagine. Ho così deciso di affrontare il tema dei “neuroni giovani “, che esistono in diverse forme, generate ex novo e non. Ricerche recenti hanno evidenziato importanti differenze tra la specie umana e alcune altre specie animali, quali i topi, rivelando come forse abbiamo “scelto” i diversi tipi di plasticità nel corso dell’evoluzione”.

“Per catturare l’attenzione del lettore – spiega il professor Bonfanti – ho inserito nella narrazione del libro le accese controversie tra scienziati di correnti opposte, che attribuiscono l’esistenza dei neuroni giovani nell’uomo per l’intera vita o soltanto in età giovanile. Nell’arco di circa trent’anni sono stati prodotti nel campo di questa disciplina circa undicimila lavori scientifici. In questo libro, in cui, a tratti, la storia sembra assumere i toni di un thriller, conduco il lettore alla scoperta degli enigmi che gli scienziati stanno cercando di risolvere sulla complessa materia della plasticità cerebrale, illustrando come la ricerca stia compiendo passi davvero importanti tra intrighi e scoperte rivoluzionarie. L’ambizione da parte delle neuroscienze è, infatti, quella di rispondere al dilemma se potremo riuscire in futuro a mantenere giovane il nostro cervello, mantenendo a lungo l’immaturità di alcune cellule o trovando addirittura dei “neuroni di ricambio”.
Ovviamente non possiamo rivelare qui la soluzione dell’enigma.

Mara Martellotta

Covid, cure a casa: nuovi strumenti ai medici di famiglia

 AGGIORNATO IL PROTOCOLLO DELLE CURE A CASA. L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «DIAMO NUOVI STRUMENTI A MEDICI DI FAMIGLIA E USCA PER LA PRESA IN CARICO A DOMICILIO»

«Diamo nuovi strumenti ai medici di famiglia e alle Unità speciali di continuità assistenziali (Usca) per combattere il Covid19 direttamente a casa dei pazienti. Con l’aggiornamento del protocollo delle cure domiciliari, introduciamo l’utilizzo dell’idrossiclorochina nella fase precoce della malattia, insieme a farmaci antinfiammatori non steroidei e vitamina D. In più, prevediamo la possibilità di attivare “ambulatori Usca” per gli accertamenti diagnostici altrimenti non eseguibili o difficilmente eseguibili al domicilio, ottimizzando le risorse professionali e materiali disponibili».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, annuncia l’aggiornamento appena effettuato del protocollo per la presa in carico dei pazienti covid a domicilio da parte delle Unità speciali di continuità assistenziale, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.

«Siamo convinti, perché lo abbiamo riscontrato sul campo fin dalla prima ondata – osserva Icardi -, che in molti casi il virus si possa combattere molto efficacemente curando i pazienti a casa. Non vuol dire limitarsi a prescrivere paracetamolo per telefono e restare in vigile attesa, ma prendere in carico i pazienti covid a domicilio da parte delle unità speciali di continuità assistenziale, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Siamo stati tra i primi, l’anno scorso, a siglare un protocollo condiviso con Asl, prefetture e organizzazioni di categoria dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. L’obiettivo è evitare che i ricoveri, così come le degenze prolungate oltre l’effettiva necessità clinica, delle persone che possono essere curate a domicilio, determinino una consistente occupazione di posti letto e l’impossibilità di erogare assistenza a chi versa in condizioni più gravi e con altre patologie di maggiore complessità».

Sul piano della presa in carico, la principale novità riguarda la possibilità di istituire degli “ambulatori Usca” ospedalieri/distrettuali per consentire il controllo dei pazienti a cadenza regolare ed offrire un pacchetto di prestazioni per una diagnosi e una stadiazione più appropriata della malattia. Luoghi nei quali si potranno eseguire visite mediche, prelievi di sangue (VES, emocromo, PCR, creatinina, procalcitonina, CPK, LDH, AST, ALT, GGT, ferritina, PT, PTT, D-dimero, glicemia), consegne e ritiro urine per esame completo, monitoraggi saturazione ed eventuale emogasanalisi, ECG, ETG torace, tamponi naso-faringei per test molecolari e antigenici e attivazioni di percorsi preferenziali con invio diretto in Radiologia per eseguire RX torace/TAC torace.

Alle Usca è previsto anche l’affiancamento di un servizio psicologico, svolto in modalità remoto, utilizzando le postazioni di telemedicina attivate in sede distrettuale e costituito da colloqui in videochiamata con il paziente e il nucleo famigliare.

Riguardo ai provvedimenti terapeutici consigliati, accanto a eparina, steroidi e antibiotici, il protocollo piemontese introduce farmaci antinfiammatori non steroidei, Vitamina D e idrossiclorochina, dopo che il Consiglio di Stato ne ha consentito la prescrizione (off label), sotto precisa responsabilità e dietro stretto controllo del medico.

Meglio rinviare la resa dei conti

La cosa che stupisce maggiormente delle dimissioni di Nicola Zingaretti è che molti del PD, precisamente molti dirigenti, si sono stupiti. Ma non so, si parlano  prima ? Nicola Zingaretti è un bravo uomo. Lo si vede subito. Si è dimesso perché  tirato per la giacchetta e perché,  nella vita,  generalmente,  per fare bene un mestiere , bisogna fare un mestiere per volta. E Zingaretti faceva il segretario part-time. Anzi,  direi a tempo perso. Ed i non risultati si sono visti.

Unico consiglio che mi sento di dare agli amici del PD è di decidere chi sono e che cosa vogliono. Poi decidere chi deve gestire il tutto. Tanto faranno a modo loro. Sono circa 30 anni, gira e rigira,  e sono gli stessi. Per intanto,  ritorna la vecchia idea che il Toscanaccio  ( Renzi ) lanci la sua OPA sul PD.  L’80 % degli eletti deve l’ elezione a Lui. In verità Nicola Zingaretti è arrabbiato con tutti i suoi. E non lo manda a dire. Il termine giusto è esasperato. Indubbiamente ci sono piccolezze umane e ingordigia di potere. Ma come si diceva una volta , c’ è un problema di fondo. Il Pd non ha funzionato.  L’ amalgama tra Margherita e Ds non ha funzionato.  I Ds hanno poi perso verso sinistra e il centro ( democratico) ha perso a destra.  Ridetto in altre parole,  in Italia non c’è spazio per ( solo) due poli politici alternativi. Non si creda che gli altri siano messi così bene. Partiamo dai sondaggi. Vero che la Meloni continua ad aumentare nei voti. Ma non le sono sufficienti per farci qualcosa. Vero che con Conte i cinque stelle superano il Pd. Ma Casaleggio organizza la scissione, anche perché non gli danno più soldi. Forza Italia è di fatto orfana dell’ unicum, Berlusca.  Persino il ritorno , in pompa magna di Matteo Salvini è offuscato dal suo non aver sfondato al Sud. Il covid ha molto complicato la situazione. Torino ed il Piemonte  stanno a guardare.
Del resto non hanno alternative. Enzo La Volta 24 ore fa , pur di fare il candidato apre ai pentastellati. Ora,  mi sa che anche per lui è tutto da rifare. Poi il Piemonte è alle prese con l’aggravamento della situazione sanitaria e la vaccinazione non decolla. Sia per la mancanza della materia prima,  sia per ‘ indisponibilità di molti medici di base. Potremmo dire normale amministrazione.
Come,  del resto molti professori che  non vogliono “rischiare la vita”. Solo che non saremmo in una situazione normale. Indubbiamente ‘ instabilità politica complica le cose. Con la tragica consapevolezza che l’ Europa,  ai vari livelli,  sui vaccini ha toppato alla grande. Complicanze non solo nel centro sinistra. Rinviate ad ottobre le elezioni. Dunque Damilano è partito troppo presto per la campagna elettorale. Le critiche piovono . Complicato andare avanti così. Complicato avere fiducia nel futuro. Non ci sono alternative,  se non quella di fare ciò che ci compete per uscirne. Mascherine e non assembramenti. Non sarebbe poi così tanto complicato fare il nostro dovere. Come non sarebbe complicato chiedere ai politici ed alla politica di smetterla di bisticciare. Rinviare, insomma il regolamento dei conti a pandemia superata. Nessuno chiede che finisca tutto a tarallucci e vino. C’ è modo e modo e soprattutto tempo e tempi. È decisamente prioritaria la nostra salute. Il resto,  del resto, verrà dopo. Speriamo.

Patrizio Tosetto

Tradito dal forte odore di droga emanato dalle serre artigianali

46enne incensurato arrestato

Venerdì scorso una pattuglia della Squadra Volante, transitando nei pressi di una scuola nel quartiere Nizza Millefonti, avverte un forte odore di marijuana. I poliziotti effettuano diversi passaggi nei pressi dell’edificio scolastico, sincerandosi che nessuno in quel momento stava consumando della sostanza stupefacente. L’odore persiste e si fa sempre più intenso, gli operatori intuiscono possa trattarsi di una cospicua quantità di sostanza ad emanare quell’aroma così forte. Decidono così di percorrere i marciapiedi limitrofi, al fine di avvicinarsi a quella che probabilmente è la finestra di una casa al cui interno è contenuta della droga. Dopo alcune ricerche, individuano l’appartamento di loro interesse e vi fanno accesso. E’ un cittadino italiano di 46 anni ad aprire la porta. Una volta dentro gli operatori vengono investiti dall’odore di marijuana all’interno dell’abitazione. Sottoposti a perquisizione proprietario e dimora, trovano in quella che originariamente veniva usata come camera da letto, due serre artigianali complete di lampade, temporizzatori, deumidificatore, filtri e termometri elettronici, contenenti dodici rami con infiorescenze di marijuana appesi, in fase di essiccazione, per un peso di circa 4 kg. Rinvenuti inoltre una serie di fertilizzanti, una bilancia elettronica con residui di stupefacente sul piatto di pesata ed una decina di barattoli al cui interno era stata precedentemente conservata della droga.

L’uomo, incensurato, è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente.

“I mondi di Mario Lattes # 1”: si torna online

Nuovo tour virtuale per la mostra allestita alla “Fondazione Bottari Lattes” di Monforte d’Alba
https://fondazionebottarilattes.it/i-mondi-di-mario-lattes-1/

Monforte d’Alba (Cuneo)
Certo ci va una buona dose di coraggio e di testarda passione a progettare e a mettere in piedi oggi mostre d’arte. Di questi tempi, per mostre e musei è infatti un continuo ondivago balletto di aperture e chiusure, al ritmo un po’ lugubre dell’andamento pandemico. Zona gialla, arancio, rossa, bianca. Si apre in presenza e non si sa quale sarà il finale. O, al contrario, si apre online e si termina in presenza. O, ancora ci si avvia online per poi passare in presenza e approdare di nuovo, a metà percorso, online fino a concludere il tragitto, forse, in presenza. E’ quanto capita alla retrospettiva “I mondi di Mario Lattes # 1” dedicata dalla “Fondazione Bottari Lattes” di Monforte d’Alba alle opere “recuperate” (alle nuove acquisizioni che vanno ad arricchire il patrimonio della collezione permanente) dell’eclettico artista torinese. Inaugurata online, causa emergenza sanitaria, il 22 dicembre scorso, la rassegna é stata aperta al pubblico, a seguito del passaggio del Piemonte in “zona gialla”, il 10 febbraio e da lunedì primo marzo, di nuovo trainata dal passaggio della Regione in “zona arancio”, in visione web. Quali saranno i prossimi passi? Per ora – e ci piace darne informazione perché la mostra è davvero suggestiva e ricca di intrigante visionarietà – nell’attesa della possibile riapertura al pubblico, l’esposizione sarà nuovamente presente e visitabile sul sito della “Fondazione”, con una pagina di approfondimento online, con immagini di dipinti, contenuti testuali e testi critici e con un vero e proprio “tour virtuale” che permette di rendere più realistica l’esperienza di visita alla mostra: https://fondazionebottarilattes.it/i-mondi-di-mario-lattes-1/

In parete, troviamo così i “soggetti onirici” di Mario Lattes (Torino, 1923-2001) e le sue “figure archetipe” popolanti atmosfere surreali condivise da oggetti e presenze simboliche (la farfalla, la conchiglia, l’uovo, la mano) messe lì a far memoria dolorosa in un bagno profondo di risentito e amaro umorismo; al pari delle sue “marionette” e dei suoi “alter ego” tutt’altro che giocosi e rassicuranti insieme alle nature morte con “cianfruscole” o cianfrusaglie che il pittore amava collezionare e agli studi di volti e personaggi dai tratti scultorei ed essenziali nella geometrica astrazione delle forme. Una quarantina le opere esposte: dipinti figurativi, ma con valenze fortemente oniriche, dai tratti marcatamente espressionistici, realizzati da Lattes nell’arco temporale che va dal 1959 al 1990. Sono opere mai finora esposte, facenti parte delle nuove acquisizioni recuperate dal fondo di collezionisti privati per accedere al prezioso patrimonio della pinacoteca a lui dedicata nelle sale espositive al primo e al secondo piano della “Fondazione”, accanto ai molti lavori già in essa presenti. Lavori che raccontano, nella quasi totalità, il viaggio nei “mondi di Mario Lattes”, come recita il titolo dell’attuale rassegna con l’aggiunta di quell’ “# 1” , teso a connotarsi come prima tappa di una complessa esplorazione che verrà arricchita nel tempo attraverso ulteriori recuperi, resi disponibili al pubblico a più riprese.

Articolata in quattro sezioni su progetto di Caterina Bottari Lattes, curata da Alice Pierobon con Chiara Agnello e accompagnata da un testo critico di Vincenzo Gatti, la mostra ci racconta, ancora una volta (ma ogni volta è sempre un cammino nuovo, inatteso e coinvolgente) il tormento, gravante ma ampiamente accettabile, di dipinti che – al pari dei romanzi e racconti pubblicati da Lattes fra il 1959 ed il 1985- risentono delle vicende e delle ferite dell’anima derivate dal suo essere parte ben senbile e partecipe, sia pure nell’ottica di una laicità mai negata, di quel popolo ebraico vittima di un abominio storico senza pari, sul quale è impossibile calare la fronda dell’oblio. Nell’iter espositivo spiccano alcuni oli su carta intelata, come “Il cardinale” e “Il Re” del ’69, dove il segno anarchico e graffiante pare quasi voler irridere con sarcastico umorismo le immagini del potere; così come quelle “Marionette e manichino” del ’90 che raccontano non di squarci gioiosi legati all’infanzia ma di ricordi che “sono cicatrici di memoria” o come quella figura femminile (?) avvolta nel gorgo di un’umbratile nuvola grigiastra che non ci sembra abbraccio carezzevole ma misteriosa pur se suggestiva prigione del cuore. Dice bene Vincenzo Gatti: “L’accesso ai mondi di Lattes è insidioso. Occorre adeguarsi alle sue luci e alle sue ombre, intuire l’indefinito pur sapendo che esiste un lato oscuro che non potrà disvelarsi”.
La mostra è realizzata con il sostegno di Regione Piemonte.

g. m.

 

Nelle foto:
– “Senza titolo”
– “Il cardinale”, tecnica mista su carta intelata, s. d.
– “Il Re”, tecnica mista su carta intelata, 1969
– “Figura con nuvola”, tempera e china su carta intelata, 1970

Marello e Rossi  (Pd) chiedono la proroga delle scadenze per il settore vitivinicolo

I Consiglieri regionali Maurizio Marello e Domenico Rossi (Pd) hanno presentato un ordine del giorno avente per oggetto la proroga delle scadenze per il settore vitivinicolo.

«L’attuale situazione di emergenza ha determinato una forte crisi economica con una contrazione degli sbocchi di mercato e una conseguente inflessione delle vendite e delle capacità di reinvestimento delle aziende vitivinicole» spiegano congiuntamente Marello e Rossi.

Indicano, inoltre, nel testo dell’Odg: «Ad oggi il Regolamento CE 2220/2020 ha prorogato le scadenze relative alle Autorizzazioni di Nuovo impianto e di Reimpianto in scadenza amministrativa nel 2020 alla fine del 2021, tuttavia il provvedimento è riduttivo in quanto occorrerebbe una proroga ulteriore almeno a fine 2022 e in tal modo ricomprendendo anche tutte le Autorizzazioni di ogni tipo in scadenza amministrativa nel 2021». «La stessa situazione si verifica per quanto riguarda la ristrutturazione e riconversione dei vigneti per cui la scadenza amministrativa del 20 giugno 2020 è stata prorogata al 20 giugno 2021: occorrerebbe una proroga al 20 giugno 2022 mettendo le aziende in condizione di operare in modo più elastico e sereno, ricomprendendo anche qui le domande in scadenza amministrativa al 20/06/2021».  «Anche per le domande OCM Vino investimenti è necessaria una proroga al 2022» aggiungono.

In particolare, dunque, i consiglieri chiedono a la Giunta regionale a prorogare al 2022 le scadenze relative alle misure di sua competenza e ad attivarsi presso il Ministero affinché si provveda a prorogare le scadenze del settore per le attività al 2022 e si mettano in campo tutte le azioni necessarie, anche con le istituzioni sovra-ordinate, per rendere operative le proroghe.

«Ci auguriamo che la maggioranza condivida con noi queste posizioni e che l’atto di indirizzo venga discusso al più presto in Consiglio Regionale» concludono i Consiglieri.

Scuola, potenziata la didattica a distanza

SCUOLA – DA LUNEDÌ 8 MARZO IN PIEMONTE POTENZIATA LA DIDATTICA A DISTANZA

CON DUE FASCE DI INTERVENTO: 

DAD AL 100% PER TUTTE LE SCUOLE IN ALCUNE AREE PIÙ CRITICHE DELLE PROVINCE DI ASTI, CUNEO, TORINO, VERCELLI E VCO 

E DAD DALLA SECONDA MEDIA IN SU NEL RESTO DEL PIEMONTE

Le misure più restrittive riguardano anche materne ed elementari dove l’incidenza dei contagi supera la soglia di allerta

Vietato in tutto il Piemonte l’utilizzo delle aree gioco e sport in parchi e giardini pubblici

 

A partire da lunedì 8 marzo, in attuazione del Dpcm del 2 marzo, viene potenziata la didattica a distanza su tutto il territorio piemontese secondo due fasce di rischio.

 

FASCIA DI RISCHIO 

 

In tutti i comuni appartenenti ai seguenti distretti sanitari del Piemonte è sospesa l’attività didattica in presenza, con attivazione della didattica a distanza al 100%, nelle scuole di ogni ordine e grado (ad eccezione di nidi e micronidi, dell’attività scolastica per i disabili e dei laboratori).

La misura si rende necessaria alla luce di quanto previsto dall’ultimo Dpcm nelle aree dove l’incidenza dei contagi supera la soglia di allerta, con un tasso di incidenza uguale o superiore ai 250 casi ogni 100.000 abitanti o dove si è registrato un raddoppio dei nuovi casi nel corso dell’ultima settimana, rispetto al periodo precedente.

I 21 distretti individuati nelle province di Asti, Cuneo, Torino, Vercelli e Vco sono i seguenti: AT – Asti sud (Nizza M.to);

CN1 Nord-est (Fossano), CN1 – Nord-ovest (Saluzzo), CN1 – Sud-est (Mondovì), CN1 – Sud-ovest (Cuneo), CN2 – Alba, CN2 – Bra;

TO3 – Centro-Collegno, TO3 – Pinerolese-Pinerolo, TO3 – Sud-Orbassano;

TO4 – Chivasso-San Mauro, TO4 – Ciriè, TO4 – Cuorgnè, TO4 – Ivrea, TO4 – Settimo Torinese;

TO5 – Carmagnola, TO5 – Moncalieri, TO5 – Nichelino;

VC – Vercelli;

VCO – Domodossola, VCO – Verbania.

 

FASCIA DI RISCHIO 2

(in allegato l’elenco dei singoli comuni in Fascia 2)

 

Nel resto del territorio piemontese, alla luce della situazione di eccezionale peggioramento dimostrata dai numeri dei contagi in forte crescita e da una capillare presenza della variante inglese (che ha una elevatissima velocità di diffusione e colpisce di più anche le fasce giovani della popolazione), a partire da lunedì 8 marzo l’attività didattica proseguirà in presenza per nidi, micronidi, materne, elementari e prima media, mentre dalla seconda media in su – incluse scuole superiori e atenei universitari – le lezioni si svolgeranno in dad al 100% (sempre ad eccezione dell’attività scolastica per i disabili e dei laboratori).

Al fine di limitare la possibilità di occasioni di assembramento, a partire da martedì 9 marzo, in tutto il Piemonte non sarà consentito l’utilizzo delle aree attrezzate per gioco e sport, come ad esempio scivoli, altalene, campi di basket, aree skate, in aree pubbliche e all’interno di parchi e giardini pubblici (fatta salva la possibilità di fruizione da parte di soggetti con disabilità).

Inoltre domani sabato 6 marzo, l’accesso alle attività commerciali sarà consentito ad un solo componente per nucleo familiare (ad eccezione della necessità di portare con sé minori, disabili o anziani).

Inoltre si raccomanda fortemente per le attività di ristorazione la vendita con consegna a domicilio, rispetto all’asporto.

Tutte le misure saranno valide fino al 20 marzo incluso.

Covid, il bollettino di venerdì 5 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.283 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 317 dopo test antigenico), pari al 6,0% dei 37.508 tamponi eseguiti, di cui 22.809 antigenici. Dei 2.283 nuovi casi, gli asintomatici sono 850 (39,2%).

I casi sono così ripartiti: 512 screening, 1.122 contatti di caso, 649 con indagine in corso; per ambito: 35 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 213 scolastico, 2.035 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 259.913, così suddivisi su base provinciale: 22.403 Alessandria, 13.120 Asti, 8.745 Biella, 35.152 Cuneo, 20.053 Novara, 137.691 Torino, 9.689 Vercelli, 9.769 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.240 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.051 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 185 (3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.223 (+52 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 18.080.

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.112.690 (+37.508 rispetto a ieri), di cui 1.190.744risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.461

Sono 24 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5 oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.461 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.420 Alessandria, 604 Asti, 382 Biella, 1.114 Cuneo, 787 Novara, 4.323 Torino, 428 Vercelli, 318 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 85 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

229.964 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 229.964 (+915 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 19.938 Alessandria, 11.874 Asti,7.834Biella, 31.408 Cuneo, 17.973 Novara, 121.153 Torino, 8.391 Vercelli, 8.468 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.128 extraregione e 1.797 in fase di definizione.

Piemonte ancora arancione ma sull’orlo della zona rossa

Il Piemonte rimane al momento arancione, anche se gli indicatori  peggiorano.

I dati del Ministero della Salute fissano  l’indice Rt del Piemonte a 1,15 nel caso dell’Rt puntale che era a  1.02 nel report precedente. Invece a  1.18 nel caso dell’Rt medio (era  fissato a 1.03). La soglia di 1,25 determina automaticamente il passaggio alla zona rossa. Intanto sale la pressione sugli ospedali, dove l’occupazione delle terapie intensive è passata dal 23 al 29 per cento.