ilTorinese

TorinoDanza Festival entra nel circuito di Big Pulse Alliance 

Il Festival di TorinoDanza assume una dimensione ancora più internazionale, entrando a far parte di BIG PULSE DANCE ALLIANCE, un nuovo network di dodici festival e istituzioni di danza europei, che ha quale finalità il rafforzamento e lo sviluppo del settore della danza contemporanea in tutta Europa.

Nell’ambito del Sismograf Dance Festival che si tiene a Olot in Spagna sono stati illustrati i prossimi progetti e le attività di BIG PULSE DANCE ALLIANCE, annunciando anche i primi artisti selezionati dalle Commissioni di Big Pulse, che ha ricevuto il cofinanziamento da parte del Programma Europa Creativa dell’Unione Europea.
“La partecipazione al network Big Pulse Dance Alliance – spiega il Direttore di TorinoDanza Anna Cremonini – conferma il posizionamento di TOrinodanza quale un festival nel cuore dell’Europa. Si tratta di una occasione straordinaria di crescita e si sviluppo per la nostra manifestazione, che sarà ancora maggiormente in grado di intercettare i gusti, le tendenze creative e innovative della danza
Internazionale”.
Big Pulse Alliande ha quale mission quella di avvicinare artisti e pubblico grazie a progetti transnazionali, capaci di sfruttare luoghi teatrali e spazi non convenzionali, riunendo artisti e pub liceo favorendo una coreografia innovativa capace di celebrare il potere del corpo in movimento.
BDPA invita a una manifestazione di interesse da parte di artisti i interessati a sviluppare idee coreografi ed agili, ecologicamente consapevoli e green con i dodici partner paneuropei, che vi hanno aderito.
I progetti dovranno pervenire in lingua inglese all’indirizzo info@torinodanzafestival.it
Scadenza il 16 aprile 2021.

Mara Martellotta

I nuovi componenti del cda di Fondazione Crt

Avanzo di esercizio superiore a 55 milioni di euro, patrimonio netto di oltre 2,27 miliardi, posizione finanziaria netta di 387 milioni, fondo di stabilizzazione delle erogazioni di 144 milioni: il Bilancio tutto in positivo della Fondazione CRT per il 2020 è stato approvato oggi in via definitiva e all’unanimità dal Consiglio di Indirizzo.

 

In un anno pesantemente condizionato dall’emergenza Covid19, la Fondazione CRT ha messo complessivamente a disposizione del territorio 65 milioni di euro, tra tradizionali modalità di intervento (per welfare, salute pubblica, contrasto della povertà educativa, ricerca e formazione, arte e beni culturali) e ulteriori iniziative a prevalente contenuto sociale orientate allo sviluppo (social impact investments o mission related investments).

 

L’onere per le imposte sfiora i 10 milioni di euro e il carico fiscale complessivo sostenuto dalla Fondazione arriva a 14 milioni di euro.

 

Poiché con l’approvazione del Bilancio termina il mandato del Cda eletto nel 2017, il Presidente Giovanni Quaglia ha ringraziato i consiglieri uscenti per l’impegno e la collaborazione, ripercorrendo in sintesi l’attività della Fondazione CRT nell’ultimo quadriennio, con il sostegno erogativo a circa 5.500 iniziative non profit e risorse per 265 milioni di euro.

 

Nella riunione di oggi il Consiglio di Indirizzo ha quindi nominato i sei nuovi componenti del Consiglio di Amministrazione che resterà in carica per 4 anni, fino al 2025: nel “board” guidato dal Presidente Quaglia entrano Caterina Bima (notaio), Davide Canavesio (imprenditore e manager), Anna Maria Di Mascio (rappresentante del mondo della cooperazione e del Terzo Settore), Marco Giovannini (imprenditore), Maurizio Irrera (professore e avvocato), Antonello Monti (imprenditore, esperto in ambito nazionale nella gestione dei beni ecclesiastici).

 

“Il nuovo Cda, eletto dal Consiglio di Indirizzo, è formato da personalità di grande esperienza e alto profilo, rappresentative del territorio e di diversi settori e aree culturali – commenta il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia, nel congratularsi con i neoeletti –. Questa scelta di terzietà rafforza il dialogo con il territorio e la capacità di co-progettare e co-programmare, insieme alle istituzioni elettive e ai corpi intermedi, le traiettorie di sviluppo e crescita per il bene comune, in linea con il recente pronunciamento della Corte Costituzionale”.

Rodari, una proposta didattica nell’anniversario della scomparsa

Caro direttore, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende commemorare la figura delicata, colorata e pensosa di Gianni Rodari; morto il 14 aprile del 1980 a Roma, ricorre proprio quest’anno il 41° anniversario della sua scomparsa.

 

Tutti conoscono Gianni Rodari; quasi ciascuno di noi ha imparato a sillabare e a leggere attraverso le invenzioni geniali e fantasiose dello scrittore piemontese. Quello che forse alcuni di noi scordano e che abbiamo imparato anche a pensare attraverso le righe giocose e le rime melodiose delle sue filastrocche. È stato un uomo che ha molto sofferto; del suo dolore ha fatto uno strumento per conoscere il prossimo e sentirlo affine. Difendeva i deboli, gli esclusi, gli ultimi della società, in nome della libertà e della verità; d’altra parte era stato pure partigiano anche se ripudiava la guerra e la violenza con tutte le sue forze. Il suo pensiero andava sempre ai bambini; specialmente quelli sfortunati, come forse era stato anche lui.

“Quest’anno mi voglio fare / un albero di Natale / di tipo speciale, / ma bello veramente. / Non lo farò in tinello, / lo farò nella mente, / con centomila rami / e un miliardo di lampadine, / e tutti i doni / che non stanno nelle vetrine. / Un raggio di sole / per il passero che trema, / un ciuffo di viole / per il prato gelato, / un aumento di pensione / per il vecchio pensionato. / E poi giochi, / giocattoli, balocchi / quanti ne puoi contare / a spalancare gli occhi: | un milione, cento milioni / di bellissimi doni / per quei bambini / che non ebbero mai / un regalo di Natale, / e per loro ogni giorno | all’altro è uguale, / e non è mai festa. / Perché se un bimbo / resta senza niente, / anche uno solo, piccolo, / che piangere non si sente, / Natale è tutto sbagliato. (Gianni Rodari, “Un abete speciale”)
Rodari insegnava quella pedagogia che per alcuni può sembrare un po’ retrò: essere ubbidienti, non mentire, fare i bravi, volersi bene, studiare; ma anche giocare e sognare. Siamo sicuri che siano concetti sorpassati e che non possano essere d’aiuto per gli educatori e i piccoli di oggi?
“Ci sono cose da fare ogni giorno: / lavarsi, studiare, giocare, | preparare la tavola a mezzogiorno. / / Ci sono cose da fare di notte: | chiudere gli occhi, dormire, / avere sogni da sognare, / orecchie per non sentire. / Ci sono cose da non fare mai, / né di giorno né di notte, / né per mare né per terra: / per esempio la guerra.” (Gianni Rodari , “Promemoria”)
Il poeta dava un peso enorme soltanto agli aspetti veramente importanti della vita che sfuggono ai più superficiali, agli adulti indaffarati. Eppure la sua lungimiranza in alcuni casi diventa più eversiva di tanti autori osannati per l’audacia sfrontatezza o l’impegno politico.
“Tutti gli usi della parola a tutti”: mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.” (Gianni Rodari)
I diritti civili non mancano mai nei suoi contenuti, come appare evidente nella favola “Giacomo di cristallo”, in cui il bizzarro Giacomo, omino trasparente, inizialmente penalizzato dalla sua impossibilità di nascondere il proprio pensiero in un regime dittatoriale, riuscirà ad affermare la forza della verità e della libertà:
“[…] Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche
la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri. Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire. Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché’ la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.” (Gianni Rodari, “Giacomo di cristallo”)
Conosceva tutta la sofferenza delle anime più indifese e lese; per loro invocava giustizia, istruzione e dignità, anticipando molti temi presenti nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ONU.
“Quanto pesa una lacrima? La lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.” (Gianni Rodari)
Il CNDDU propone una lettura dei diritti umani attraverso l’opera di Rodari. Gli studenti di ogni ordine e grado, seguiti dai loro docenti, potrebbero inventare un percorso originale attraverso immagini, slogan, e-book che coniughi la realtà del nostro presente con le sue storie. Si propone la realizzazione di un logo per l’anniversario da inviare alla nostra email (coordinamentodirittiumani@gmail.com); i più significativi saranno pubblicati sui nostri canali social.
“Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.” (Gianni Rodari)

Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU

Dalla vendita di Iveco ai cinesi all’Istituto per l’intelligenza artificiale. Sberleffi per Torino

Oggi l’assemblea ordinaria degli azionisti di Iveco dovrebbe esprimersi sulla vendita o meno ai cinesi. Iveco è un gioiello della galassia Exor ( di cui john Elkan è il presidente) , il suo quartier generale è a Torino, ma nelle stanze dei bottoni cittadini regna il silenzio.

La stampa, il giornale di famiglia,   pubblica con grande enfasi l’assegnazione a Torino di un quarto di finale della coppa Davis, una settimana d tennis. Fumo negli occhi? La sindaca Appendino esulta , ma sull’Iveco, un altro pezzo da 90 dell’industria automobilistica torinese che prende il volo , non dice nulla. Le forze politiche tacciono, distratte o ignoranti.

A rompere il silenzio un articolo dell’ex top manager Fiat Giorgio Garuzzo sulle pagine torinesi del Corriere della sera. Un articolo di dura critica dal titolo “ Perchè Iveco deve restare a guida italiana” . Garuzzo ricorda come  Iveco fu una delle idee  di strategia industriale fra le più importanti dell’Italia degli anni ’80. “L’azionista Fiat potè andarne giustamente orgoglioso” , scrive Garuzzo. “A molti giovani manager italiani, come ai progettisti e ai tecnici, si aprivano opportunità di carriera nel mondo…si era costruito il gruppo industriale  più internazionale di cui il nostro Paese disponesse, l’unico di tali dimensioni a godere di una quota di mercato da numero uno in Europa. Tutto sotto il controllo di management italiano. Nell’eventuale passaggio di Iveco in mano cinese di cui oggi si parla si potrebbe vedere quasi uno storico sberleffo”.

Il 29 marzo Bloomberg  aveva confermato i rumors che da tempo agitavano le ovattate stanze della finanza mondiale : “China FawGroup Co”, scriveva Bloomberg, “ sta procedendo con i preparativi per una potenziale offerta per il business di autocarri e autobus Iveco di proprietà della miliardaria CNH Industrial della famiglia Agnelli”

Aggiungeva Bloomberg le preoccupazioni del governo francese edel ministro per lo sviluppo economico italiano, Giancarlo Giorgetti, che avrebbe dichiarato all’inizio di marzo che “il paese ha bisogno di elaborare una “strategia di difesa” per quanto riguarda Iveco.”  E sottolineava come “La vendita di uno dei produttori di autocarri più iconici d’Europa potrebbe scuotere il settore e potenzialmente attirare le critiche interne alla famiglia Agnelli per aver venduto uno dei suoi beni storici a un acquirente straniero. John Elkann, il 44enne leader del clan miliardario che ha fondato la Fiat, è stato impegnato negli ultimi anni a fare affari mentre riduceva la dipendenza della famiglia dagli investimenti automobilistici e si è trasferito in nuove aree come i beni di lusso e i servizi finanziari“

E faceva notare come “La Fiat Chrysler Automobiles NV di Agnelli ha  accettato nel 2018 di vendere la sua attività di ricambi auto Magneti Marelli alla giapponese Calsonic Kansei Corp. All’inizio di quest’anno, Fiat Chrysler ha completato una combinazione con il produttore Peugeot PSA Group per formareStellantis , il quarto più grande produttore di automobili al mondo . L’accordo ha visto diminuire l’influenza della famiglia Agnelli, sebbene la sua holding Exor rimanga il principale azionista unico della società combinata.”

Guardando a Torino, tutta la vicenda ha alcuni aspetti preoccupanti e molte conferme. Non solo per il continuo depauperamento del patrimonio ex Fiat e per il disimpegno  dalla città di quella che possiamo continuare a chiamare  la famiglia Agnelli. Possono cambiare le strategie industriali ed economiche della famiglia , ma Exor avrebbe la possibilità di compensare le perdite con altri investimenti importanti sul territorio torinese, che producano sviluppo, che portino centri direzionali, sedi, almeno italiane, di multinazionali. Perché non fare avere a Torino qualche ricaduta positiva dagli investimenti in “beni di lusso e i servizi finanziari“? Ma se Jonh Elkan non ci pensa,  nessuno nemmeno glielo chiede.

Per Torino la conferma di una pericolosa china, iniziata oltre vent’anni fa, quando si abbaiava alla luna di un nuovo modello di sviluppo per la più grande area industriale europea e intanto si perdevano banche e assicurazioni , scomparivano o non decollavano grandi appuntamenti fieristici , si chiudevano industrie nella impotenza di una classe dirigente sempre meno influente a livello nazionale e povera di idee che non fossero pure chimere. Ma intanto si sviluppano piste ciclabili e si punta sui monopattini, mentre sulla Tav, grazie al Governo Conte e alla Ministra Demicheli condizionati dai 5 stelle, si è  accumulato un ritardo di 2 anni sui progetti da inviare in Europa e sulla nomina del Commissario.

Un ultimo preoccupante sussurro gira per la città : che fine ha fatto la sede italiana dell ‘istituto per l’intelligenza artificiale che doveva essere collocata a Torino, dopo che la sindaca aveva rinunciato a competere con la onnivora Milano per la sede del TUB, il tribunale europeo dei bevetti?

Assicurava  a ottobre 2020 a Il sole 24 ore l’assessore comunale Pironti: a gennaio il dossier per la sede e le 600 assunzioni di scienziati. Vuole qualcuno chiedere a Pironti spiegazioni?  E’ vero che le sedi saranno 8 ? Perchè a Napoli si fanno progetti e si preparano sedi? Perché tutti tacciono?

IBIS

 

La Taurinense ricorda il Maresciallo Massimiliano Taddeo ad un anno dalla scomparsa

Nel sud del Libano gli alpini della Brigata Taurinense ricordano il Sottufficiale scomparso lo scorso anno.

Presso la Base di Shama, nel sud del Libano, lo scorso 10 aprile è stata officiata una Santa messa in ricordo del Maresciallo Massimiliano Taddeo, l’alpino della Taurinense che, il 7 aprile 2020, perse la vita in un incidente stradale mentre si recava presso l’Unità di crisi della Regione Piemonte dove operava nell’ambito dell’emergenza da Covid-19.

La celebrazione, officiata da Don Diego Maritano, cappellano della Brigata Taurinense e del Contingente Italiano in Libano, nasce dalla volontà del Generale Davide Scalabrin, Comandante della Brigata Taurinense, e dei numerosi colleghi del Maresciallo Taddeo presenti in Libano, di dedicare un momento di ricordo alla memoria del collega. Dopo la funzione religiosa, i commilitoni di Massimiliano si sono quindi video-collegati con i familiari del Sottufficiale scomparso per esprimere la loro vicinanza morale e spirituale.

 

“Guarda in su…guarda in giù. Nel cuore di Torino”

Preziosa guida alla scoperta di una Torino mai abbastanza conosciuta nell’ultimo libro  di Giusi Audiberti

Scriveva nel 1753 la contessa Angelica Kottulinsky, dama d’onore della principessa Vittoria di Savoia Soissons: “Non ho mai visto una città così ben pulita e tenuta così accuratamente in ordine come Torino; tutti i mercoledì si fa passare in tutte le strade, attraverso dei canali, l’acqua della Dora; fiume che si getta nel Po a ottocento passi dalla città; vi si spazzano dentro tutti i rifiuti; l’acqua che scorre rapidamente pulisce nello spazio di un’ora tutta la città”. Città meraviglia delle meraviglie per la giovane contessa austriaca. Città bella, ordinata e soprattutto pulita. A scapito, però – ci viene da sottolineare – del suo povero fiume, allora “a ottocento passi dalla città” e che oggi tuttavia non pare vivere tempi troppo migliori. A ricordarci l’elogio subalpino dell’austriaca contessa (cui già aveva dedicato per altro un interessante libro nel 2016) è la scrittrice torinese Giusi Audiberti, autrice di una piccola preziosa guida edita di recente da Neos Edizioni con il titolo “Guarda in su…guarda in giù nel cuore di Torino”. Come in una semplice ma suggestiva e intrigante filastrocca articolata in 80 pagine, il centro di Torino “si dispiega negli sguardi in su e in giù” attraverso “una passeggiata frizzante, attenta, storica, nel cuore della città sabauda alla scoperta di segreti e tesori nascosti”. Quelli davanti ai quali, proprio noi “turineis” (doc o d’adozione) passiamo magari tutti i giorni o anche più volte al giorno senza manco accorgercene. Quanti “nuovi” particolari di una città sicuramente fra le più belle d’Italia (“sobria e barocca, raffinata ed elegante, nobiliare e popolana”) scopriremmo ex-novo, se anche solo per un attimoalzassimo gli occhi al cielo o li abbassassimo a terra, guidati da quella saggia curiosità troppo spesso cancellata dalla malmostosa disattenzione e dal tran trandel vivere quotidiano! In questo può aiutarci la Guida di Giusi Audiberti, che è un vero e proprio “atto d’amore”, come scrive nella prefazione la giornalista Franca Cassine, che aggiunge: “tra le pagine scorre l’affetto per quei luoghi che diventano scrigni densi di ricchezze da scoprire”. Che sono proprio tante. Dal palazzo con il “piercing gigantesco” all’albergo dove soggiornò Mozart nel 1771; dal punto di piazza Castello dove fu arso sul rogo nel 1558 il pastore valdese Goffredo Varaglia all’Obelisco di piazza Savoia innalzato a seguito delle leggi Siccardi. Via via fino al luogo dove nel 1847 il maestro Michele Novaro musicò l’Inno di Mameli alla centrale piazza San Carlo dove 52 torinesi, nel 1864, vennero uccisi durante le proteste contro il traferimento della capitale. Per finire con la storia degli spartiti autografi di Antonio Vivaldi, di cui si erano perse le tracce, ricomparsi nel 1926 nell’alessandrino e ora conservati nella Biblioteca Nazionale Universitaria e conla torre circolare della chiesa di San Lorenzo, che ricordala parigina Colonne Mèdicins facendo così sorgere ildubbio che anche quella torinese fosse una torre astronomica dalla quale osservare il cielo sopra Torino. “In tempo di lockdown (ma non solo) – spiega l’autrice, che oggi si occupa anche di volontariato culturale ed é titolare di un corso di storia ‘al femminile’ all’Unitre di Torinoquesta passeggiata cittadina è dedicata a chi non sa resistere al fascino di Torino, per scoprire o riscoprire storia e storie, arte e cultura, curiosità e dettagli inediti nel centro antico della prima capitale d’Italia”.

Gianni Milani

Lo studio del Poli: mascherine e distanziamento fondamentali contro la diffusione del virus

Un team di ricercatori del Politecnico di Torino e della New York University ha elaborato un modello matematico riproducendo i comportamenti differenziati per singolo stato americano attraverso i sondaggi di Facebook e i dati pubblicati dal New York Times

Il team internazionale di ricercatori del Politecnico di Torino e della New York University Tandon School of Engineering ha sviluppato un modello basato sulla teoria delle reti per rappresentare e prevedere gli effetti delle due più comuni misure di contenimento sulla diffusione di malattie a trasmissione aerea come il Covid-19: l’uso di mascherine e il distanziamento sociale. Dallo studio, calibrato sugli Stati Uniti ma applicabile ad altre realtà nazionali, appare chiaro che la generazione di focolai può essere efficacemente prevenuta solo se almeno il 60% della popolazione si attiene a entrambe le misure.

 

 

Il modello adottato per lo studio del Covid-19 – pubblicato su Chaos il 13 aprile 2021 (DOI: 10.1063/5.0041993) “How adherence to public health measures shapes epidemic spreading: a temporal network model,” firmato da Brandon M Behring, Alessandro Rizzo, e Maurizio Porfiri – si basa sulla teoria delle reti, uno strumento che trova applicazione nei campi più disparati, dal marketing allo studio degli stormi di uccelli. Il modello prevede che ogni persona rappresenti un nodo della rete e ogni connessione un potenziale contatto che possa trasmettere l’infezione. È stato inoltre usato un modello della malattia adeguato al Covid-19, in cui gli individui attraversano le fasi di suscettibilità, incubazione, infezione, e guarigione o morte (modello SEIR).

 

Il modello tiene conto della variazione dell’attività degli individui e della loro eterogeneità di comportamento, rispecchiando numerosi studi di osservazione che rivelano che nelle comunità solo un numero ristretto di individui forma molti contatti con la popolazione, mentre il resto della popolazione forma un numero basso di contatti. Il modello valuta l’efficacia delle due misure (distanziamento sociale e mascherine), sia adottate in maniera esclusiva, sia in maniera combinata. Sulla base di queste premesse, la popolazione viene divisa in due gruppi: coloro che indossano mascherine e praticano il distanziamento sociale con regolarità e coloro che non lo fanno. La conclusione conferma le indicazioni fornite da alcuni virologi fin dall’inizio della pandemia: né il distanziamento sociale, né l’uso delle mascherine sono efficaci da sole come misure di prevenzione della diffusione del virus, a meno che un’alta percentuale della popolazione non adotti entrambe le misure.

 

In questo studio sono stati riprodotti i comportamenti dei differenti stati USA attraverso dati pubblici provenienti da sondaggi eseguiti da Facebook e dati di mobilità ricavati dall’Insitute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington che rivelano che, in generale, le persone che indossano le mascherine sono anche molto propense a ridurre la loro mobilità.

 

Grazie ai dati pubblici messi a disposizione dal New York Times per ciascuno dei 50 stati USA i ricercatori sono riusciti a confermare che il modello riesce a classificare correttamente ogni stato sulla base della relazione tra l’adozione di mascherine e distanziamento, e l’andamento dell’epidemia.

 

“Gli stati che soffrono maggiormente per la pandemia sono quelli in cui le misure di distanziamento e l’uso delle mascherine sono poco adottate”, dichiara il professor Alessandro Rizzo, “e questa osservazione è in accordo con quanto previsto dal nostro modello. È importante sensibilizzare la popolazione ad aderire alle misure di prevenzione in qualunque momento, per accelerare la diminuzione del numero di casi”.

 

Le “Proposte per Torino” di Insieme

Housing sociale: da esperimento a pratica diffusa online mercoledì 14, ore 21

Si è costituito a Torino il gruppo di Insieme, il nuovo partito di ispirazione cristiana avviato lo scorso 4 ottobre sulla scia del cosiddetto “Manifesto Zamagni” (per info www.insieme-per.it).

In linea con la natura programmatica del partito, che si rivolge a tutte “le persone di buona volontà” che ne condividono le proposte concrete, è stato elaborato un ampio documento – “Proposte per Torino e per la sua Area metropolitana”, allegato a questa mail – con il contributo di una ventina di persone, esperte in campi diversi e interessate a dare risposte ai tanti problemi di una città in continuo declino.

Parte ora una serie di incontri di approfondimento su temi specifici trattati nel documento, che comincia con: Housing sociale: da esperimento a pratica diffusa.

Se ne parlerà mercoledì 14 aprile, dalle ore 21, in un incontro online introdotto da Alessandro Risso per Insieme Torino, con i contributi di:

Guido Montanari – assessore urbanistica e vicesindaco di Torino 2016-2019;

Nanni Tosco – già presidente Ufficio Pio Compagnia di San Paolo;

Emanuele Ferragatta – presidente Synergica, gestore Don Orione Housing;

Guido Geninatti – presidente Co-Abitare, gestore Opera Barolo Housing;

Alberto Berger – presidente UCID Bolzano, esperto di impresa sociale.

Seguirà il dibattito con domande e interventi dei presenti.

Chi fosse interessato a partecipare può richiedere il link per collegarsi alla riunione scrivendo a insieme.torino.2021@gmail.com

Alla guida senza patente e assicurazione: i controlli dei civich

Tra i controlli di Sicurezza Stradale effettuati dalla Polizia Municipale nel weekend, oltre alle solite infrazioni per eccesso di velocità (190 nella sola giornata di domenica), sono sempre più frequenti le violazioni per guida senza patente di veicoli privi di assicurazione, senza revisione periodica e talvolta addirittura mai immatricolati.

Nel pomeriggio di domenica, in corso Vigevano, durante un servizio ordinario di controlli sulla sicurezza stradale, gli agenti del Reparto Radiomobile della Polizia Municipale hanno fermato un uomo alla guida di quella che lui definiva una bicicletta con pedalata assistita, ma che di fatto consisteva in un ciclomotore elettrico.

Il mezzo, mai immatricolato, privo di targa e di assicurazione è stato posto sotto sequestro, mentre il conducente, un uomo di 42 anni di nazionalità nigeriana, è stato sanzionato per guida senza casco di veicolo mai immatricolato, privo di assicurazione e targa.

Poco più tardi, in via Palestrina, gli agenti hanno notato un’automobile che procedeva in maniera irregolare. Il veicolo è stato fermato e gli agenti hanno constatato che il conducente, un 22enne di nazionalità argentina, era sprovvisto di qualsiasi documento.  Anche il passeggero, un 18enne di cittadinanza peruviana, era sprovvisto di documenti d’identità. Entrambi sono stati identificati in seguito agli accertamenti effettuati presso il Comando della Polizia Municipale di via Bologna. All’arrivo presso il Comando, il conducente ha cercato di disfarsi di una modesta quantità di marijuana e successivamente si è rifiutato di sottoporsi agli accertamenti ematici richiesti dagli agenti. L’uomo è stato sanzionato per guida senza patente e guida in stato di alterazione, mentre sia la sostanza stupefacente che il veicolo sono stati posti sotto sequestro amministrativo.

In corso Potenza, invece, gli agenti del Reparto Radiomobile impegnati nei controlli della velocità, hanno fermato un uomo alla guida di un ciclomotore che transitava sul marciapiede dove era posizionato il punto di rilevamento. Il motociclista, un uomo di nazionalità italiana di 74 anni, guidava senza patente (in quanto gli era stata ritirata nel 2017) un mezzo privo di assicurazione da diversi anni e mai sottoposto a revisione periodica. Il ciclomotore è stato posto sotto sequestro mentre il conducente è stato sanzionato per guida senza patente di un motociclo privo di assicurazione e revisione su marciapiede, per un totale di 4.440 euro.

Regione Europea dello Sport, Piemonte candidato ufficiale

“A Roma è stata ufficialmente presentata la candidatura del Piemonte a Regione Europea dello Sport nel 2022.

 

Si tratta del passo formale che segue a un lungo lavoro di preparazione di questa candidatura, iniziata con una lettere inviata ad ACES Europe in cui manifestavamo la nostra intenzione di correre per questa importante occasione – spiega l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca -. Possiamo vantare, e questo è testimoniato dalle decine di competizioni di prestigio internazionale che ospitiamo e dalle migliaia di realtà dedite alla promozione sportiva che operano sul nostro territorio, un indiscusso talento sul fronte dell’organizzazione e della promozione dell’agonismo in ogni sua forma. Sono convinto che il Piemonte abbia le carte in regola per vincere questa sfida. Inoltre credo che diventare Regione Europea dello Sport, oltre che un prestigioso riconoscimento per il lavoro di tutti, sia anche un messaggio per il futuro: il Piemonte vuole ripartire, vuole lasciarsi alle spalle la pandemia, vuole tornare a vivere e a parlare di sport e vuole vedere i suoi atleti nuovamente liberi di allenarsi davanti ai tifosi e agli appassionati”.