ilTorinese

Battiato, ironia e distacco di un vero intellettuale

Caro direttore, molti usurpano un titolo che non appartiene loro e si proclamano “intellettuali”. Franco Battiato lo era veramente.

Con quella sottile ironia e distacco che sono caratteristiche tipiche dei veri sapienti veicolava messaggi sociali profondi e soprattutto sapeva parlare ai cultori della musica raffinata e agli amanti del genere pop. Le sue melodie hanno tracciato la storia della musica moderna lasciando un indelebile segno negli ascoltatori: come tutti i grandi artisti era scevro da qualsiasi pregiudizio e non mancava di esprimere la propria denuncia sociale nei confronti degli aspetti più deleteri del nostro Paese. Attraverso le sue parole si viaggiava di terra in terra, proiettando il pensiero verso orizzonti spazio temporali immensi sulla scia di sonorità mediterranee antichissime mescolate a ritmi sperimentali.

Era un uomo che credeva nella pace e nel dialogo tra i popoli; nell’uguaglianza tra tutti gli esseri umani e nella scintilla divina che dovrebbe albergare in ciascuno di noi. La sua assenza lascia un vuoto vertiginoso.

Parliamo di Battiato e delle sue canzoni nelle aule scolastiche perché i contenuti umanitari, spirituali e filosofici espressi dal cantante catanese possano essere tramandati e apprezzati anche dai giovanissimi.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani lancia l’hashtag #comeuncammelloinunagrondaia.  

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

“Celti, fate e altre storie nella tradizione popolare piemontese”

LIBRI   Fra storia, leggende, arte e archeologia prosegue l’indagine sulle radici preromane del Piemonte nel nuovo libro della torinese Donatella Taverna

Ritorna in libreria. Ritorno felice e più che mai gradito. E che bello ripercorrerne la passione e la compiutezza e la curiosità delle indagini e degli studi che sempre troviamo nelle sue pù recenti opere dedicate a sondare (attraverso le numerose tracce, ancora oggi ben vive, lasciate dalle antiche popolazioni celtiche o da quei Salassi fondatori di Eporedia-Ivrea o dalle genti che abitavano la Gallia dalla Provenza fino alla Bretagna) le antiche radici preromane del nostro Piemonte.

Parliamo di Donatella Taverna – scrittrice, giornalista, notissima critica d’arte e organizzatrice di mostre e convegni in Italia e all’estero – e del suo ultimo libro, edito ancora una volta per i tipi di “Atene del Canavese” e dedicato a “Celti, fate e altre storie nella tradizione popolare piemontese”. Un centinaio abbondante di pagine e una suggestiva prima di copertina in cui “navigano” le figure, la presenze e le forme tanto misteriose quanto rigorosamente perfette realizzate da Luisa Porporato, il volume della Taverna continua idealmente la serie di studi di carattere storico-folklorico-antropologico già sviluppato nei precedenti “L’ombra d’argento”, “Trittico al femminile” e, pochi mesi fa, in “Esseri misteriosi della tradizione popolare piemontese”. L’idea nasce, ancora una volta, “dal lavoro di ricerca – spiega la Taverna – che negli ultimi dieci anni circa ho svolto sulla tradizione popolare della nostra regione, cioè su ritualità, tracce fiabesche o mitologiche di genti lontane, resti archeologici spesso sottovalutati o dimenticati, e tutto ciò che mi pareva rischiasse l’oblio, pur costituendo ancora in parte la radice profonda del nostro quotidiano, una specie di tesoro sepolto da riportare in luce”. “Credo che in Piemonte – prosegue – resti ancora moltissimo da scoprire e da disseppellire.

Ho notato un aumento di interesse all’incirca nell’ultimo decennio, periodo in cui si sono studiate archeologicamente anche aree come il Canavese occidentale o le valli di Lanzo, oltre agli studi già approfonditi sui substrati rappresentati da popoli quali gli Stazielli, i Bagienni e i Merici, già oggetto di mostre e comunicazioni anche in anni recentissimi”. Meandri profondi dell’avventura umana localizzata in un territorio ben preciso, caro a Donatella, che in quegli anfratti narrativi s’intrufola con esperta competenza e quella voglia di scoperta che non guasta mai, lasciandosi accalappiare con enorme piacere (per lei e per noi) fra storia, leggende, arte ed archeologia. In prima istanza, per la sua stessa formazione, familiare e di studi: “Per approfondire argomenti come questi – spiega – ci vuole una formazione piuttosto strutturata. Nella mia infanzia ha agito molto la presenza di un padre illustre scultore appassionato anche di archeologia e di una madre pittrice e appassionata di storia; più avanti, la scuola di specializzazione in archeologia orientale a Torino, nel periodo glorioso in cui vi insegnavano Gullini e Invernizzi. Ancora oggi tutto questo rappresenta gran parte del mio presente e delle mie passioni, insieme a un bisogno istintivo di conservare la traccia di tutto ciò che è avvenuto, eventi e soprattutto persone”.

Il libro, magnificamente illustrato da artisti di fama nazionale, si articola in sei capitoli più un’appendice (illustrata da un pesce fantastico di Giovanni Macciotta evocante il “disseppelimento” di realà fossilizzate in leggende dalle remote origini) e narra, fra l’altro, di regine benigne o perfide, del Grande padre Serpente che rappresenta una spiegazione della creazione del Mondo così come della leggenda di Mezzomerico della Chioccia d’oro e dei suoi sviluppi longobardi, per arrivare alla storia della fata-sirena Melusina ( fondatrice della casata dei Lusignano ) fino alla narrazione delle grandi città perdute del Piemonte – Bessinia, Mazzé, Caristium e altre – distrutte dai Romani, “fiabesche o sommerse come l’antica Atlantide”, di templi dimenticati, di megaliti con poteri magici e così via. E la storia continuerà? “Non lo so: certo mi piacerebbe, e certo- conclude Donatella – sto trovando altro materiale. Dipenderà dalla pazienza del pubblico e soprattutto da quella del mio attuale editore, che ha lavorato in modo straordinariamente attento, amicale e solerte, con una ideazione grafica a mio avviso ottima”.

Gianni Milani

– Guido De Bonis: “Gli idoli del mare bretone”
– Cover illustrata da Luisa Porporato
– Giovanni Macciotta: “Senza titolo”
– Donatella Taverna

 

Il presidio dei lavoratori Embraco diventa permanente

Il presidio dei lavoratori ex Embraco sotto la sede della Regione Piemonte, in piazza Castello a Torino, diventa permanente

I sindacati  chiedono al Governo di garantire un futuro ai 400 lavoratori e dell’azienda.  L’iniziativa è organizzata da Fim, Fiom, Uilm, Uglm Torino, in vista dell’incontro convocato dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, mercoledì 19 alle ore 10.

Resilienza e Benessere, come trasformare le difficoltà in possibilità!

 LIBRI / In libreria ed online dal mese di maggio 2021

Angelo Musso (2021) Resilienza e Benessere , come trasformare le difficoltà in possibilità! Affrontare: bullismo, mobbing, stress da lavoro correlato , la pandemia covid19 e la sindrome antisociale., Enigma Editore, Firenze.

La vita sociale e di relazione, con l’esperienza della pandemia virale Sars 2 Covid 19,  è diventata per tutta l’umanità un carcere a ciel sereno!  Lo spiega Angelo Musso con la sua opera recente dal Titolo: Resilienza e Benessere , come trasformare le difficoltà in possibilità!, Enigma Editore, Firenze pp,240; in vendita in libreria ed online dal mese di maggio 2021!

Un manuale di psicologia per studenti, insegnanti, educatori, genitori e sanitari, insomma un libro per tutti coloro che hanno necessità o semplicemente vogliono studiare le infinite risorse degli stili di vita dei detenuti alle prese con la permanenza obbligata e dura in carcere.

Studiando attraverso l’esperienza di lavoro in carcere, la vita difficile dei detenuti, l’autore né ha individuato le strategie psicologiche vincenti e utili per la riorganizzazione sana ed equilibrata del percorso di vita, con la possibilità estesa per tutti, di imparare strategie cognitive e comportamentali, la possibilità di trasformare un evento doloroso o più semplicemente stressante in un processo di apprendimento e di crescita che incontra necessariamente il tema della resilienza!

Pd: “Commissione speciale per attuare Next Generation”

GALLO – RAVETTI (PD): “IL PARTITO DEMOCRATICO CHIEDE DI INIZIARE A LAVORARE TUTTI INSIEME ALLA RIPARTENZA DEL PIEMONTE”

18 maggio 2021 – “Il Recovery Fund rappresenta un’occasione unica di ripresa e di rilancio dell’economia del nostro Paese e della nostra Regione e riteniamo che questa opportunità debba essere colta al meglio. Il dossier presentato dalla Regione Piemonte “Next Generation Piemonte” raccoglie 1200 progetti per un valore complessivo di 27 miliardi che rappresentano i contributi pervenuti dai territori piemontesi. Abbiamo più volte manifestato le nostre perplessità sui contenuti di questo piano e abbiamo sottolineato come molti aspetti importanti siano stati trascurati. Tuttavia, riteniamo che sia importante accogliere l’appello del Presidente Cirio e contribuire costruttivamente per fare in modo che il Piemonte possa gestire al meglio i fondi che arriveranno” spiegano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo e il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.

“Riteniamo – proseguono gli esponenti dem – che una Commissione speciale costituita in Consiglio regionale possa avere un ruolo cruciale nel monitoraggio del “Next Generation Piemonte” per condurre studi e approfondimenti sull’impatto del Recovery sul tessuto socioeconomico piemontese, ma anche per formulare proposte operative per attuare più facilmente il piano. L’ordine del giorno con il quale chiediamo alla Giunta regionale di impegnarsi a costituire la Commissione “Next Generation Piemonte”, che dovrebbe avere la durata di un anno, rappresenta una proposta valida e testimonia la disponibilità del Partito Democratico a collaborare perché le risorse vengano utilizzate per dare vita a progetti concreti che rispondano a quanto richiesto dal Governo”.

“Auspichiamo – concludono Gallo e Ravetti – che l’atto di indirizzo venga approvato in tempi stretti e che la Commissione speciale possa essere istituita per iniziare a lavorare tutti insieme a una vera ripartenza del Piemonte”.

Il Presidente della Repubblica e Michela M u r g i a

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni  Il Presidente della Repubblica Mattarella  ha ritenuto di ribadire una netta condanna ad ogni discriminazione  e intolleranza nella giornata  internazionale contro l’omofobia.

Un  giusto richiamo a tutti i cittadini  in nome di quell’articolo 3 che è un cardine della nostra Costituzione. Potrebbe apparire persino un discorso  scontato che, in un paese civile  e democratico, non dovrebbe costituire oggetto di un intervento da parte del Capo dello Stato, ma certamente, al di là dell’omofobia, il discorso del presidente può evocare anche la condanna verso tante altre forme di intolleranza che stanno imbarbarendo il Paese. Il richiamo al rispetto personalmente lo ritengo doveroso e necessario, vedendo e toccando con mano  la carica di odio che sta montando in Italia nei confronti di chi è considerato diverso non solo per le sue scelte sessuali. Il dibattito politico è avvelenato e il richiamo alla violenza verbale è una pratica sempre più abituale che va condannata con fermezza. Il lavoro prezioso del Governo Draghi non può essere disturbato dalle polemiche astiose che si leggono sui giornali  e si sentono in televisione.
L’uso strumentale da parte  di Michela M u r g i a  delle parole del Presidente,   usate disinvoltamente  come un chiaro sostegno al ddl Zan ( propone, spero in modo provocatorio e  paradossale, di inserire nel testo del disegno di legge le parole stesse  del Presidente che sarebbero molto più dure di quelle usate nel suddetto ddl) rivela ancora una volta la figura a dir poco discutibile della scrittrice, alla ricerca di una costante visibilità mediatica, ottenuta ad ogni costo. Gettare nella mischia politica rovente il nome del Presidente rivela una mancanza totale del senso delle Istituzioni e del rispetto dovuto al Capo dello Stato. Uno strappo grossolano al galateo istituzionale verso il Quirinale  che nessuno deve “usare” a scopi di parte. Nessuno ha infatti il diritto di strumentalizzare le parole del Presidente, specie nel corso di una discussione di un disegno di legge in Parlamento che si rivela  delicata e difficile. Il magistero civile di Mattarella va ascoltato in ì doveroso e rispettoso silenzio perché il Capo dello Stato è e deve restare il supremo garante del gioco democratico, al disopra delle parti e delle polemiche contingenti.

Infrastrutture: Ruffino (Cambiamo!) Draghi le porti a termine

“Per il comune di Torino noi sosterremo convintamente Paolo Damilano, siamo stati tra i primi a dire che e’ il candidato vincente per la citta’.

La Appendino in questi anni ha cercato di impegnarsi ma ha fatto degli errori clamorosi. Io arrivo da Giaveno, vicino la Valsusa, dove sono stata sindaco e quando c’e’ stata la battaglia per sostenere la Tav la giunta della Appendino non se ne e’ assolutamente interessata”. Dichiara la deputata di Cambiamo! Daniela Ruffino intervenuta al programma “Restart” di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena e in cui ha affrontato anche temi a carattere nazionale. “L’alta velocita’ ha scosso il Piemonte ma gli studi fatti dicono che l’opera sara’ sicura e necessaria per il Paese. Cambiamo! sostiene le grandi opere e propone per l’Italia due modelli assolutamente vincenti per la realizzazione delle opere, il modello Genova e il modello Liguria. Il presidente Toti e il sindaco Bucci hanno saputo dare un esempio importante ma questa e’ la modalita’ che vuole chi amministra i territori, semplificazione e sburocratizzazione. Spero che Draghi riuscira’ a compiere le infrastrutture ascoltando i sindaci perche’ quando non si ascolta il territorio accade come per il deposito delle scorie nucleari, con i cittadini preoccupati che non sapevano nulla. Noi sosteniamo il governo anche criticamente come sulle riaperture ad esempio. Le vaccinazioni ci permettono di riprendere la vita normale il che significa salvezza per molte attivita’ commerciali, come ha sottolineato il presidente Toti, nel rispetto delle regole ma con coraggio. Dobbiamo incrementare la natalita’ e sostenere il lavoro andando incontro alle esigenze delle famiglie con una serie di servizi e sostenendo l’occupazione femminile. Il lavoro per le donne e’ liberta’. Sulla vicenda di nave Gregoretti abbiamo accolto la sentenza con soddisfazione speriamo che questo governo abbia un approccio differente verso l’immigrazione”, conclude

Il balletto della legge elettorale

Noi sappiamo, ormai da tempo, che le leggi elettorali sono il frutto delle convenienze
momentanee e dell’opportunismo di partito in quel particolare momento politico.

Gli esempi, al
riguardo, si sprecano persino. È appena sufficiente scorrere le cronache concrete del Partito
democratico in questi ultimi mesi. Con il governo giallo/rosso la segreteria nazionale del partito
era seccamente e strenuamente a difesa del proporzionale e la conseguente cancellazione della
sciagurata e pessima legge elettorale, il cosiddetto “rosatellum”. E quasi tutto il partito, di
conseguenza, era schierato come un sol uomo su quella prospettiva. Passano pochi mesi e arriva
Letta dalla Francia dopo l’auto esonero di Zingaretti in polemica feroce con il suo partito e
quell’impianto proporzionale cede il passo al ritorno secco del maggioritario. E anche qui,
altrettanto puntualmente, tutto il partito si allinea e cambia, di conseguenza, radicalmente la
prospettiva politica per il principale partito della sinistra italiana. Passano alcune settimane e, nel
frattempo, si spezza clamorosamente l’alleanza – definita troppo frettolosamente “storica,
organica e strutturale” da alcuni strateghi del Pd – con il partito di Grillo e di Conte, cioè i 5 stelle,
e si riaffaccia miracolosamente nel dibattito interno la necessità del ritorno al proporzionale.

Ora, è del tutto evidente che la futura legge elettorale sarà il frutto e la conseguenza dei sondaggi
in quel particolare momento storico e, soprattutto, del risultato delle elezioni amministrative di
ottobre dei singoli partiti. Due considerazioni che, ovviamente, prescindono radicalmente da
qualsiasi alleanza politica di lungo respiro e di lungo termine perchè tutto è legato alla
contingenza e alla stringente attualità. Certo, la distanza con il passato al riguardo è
semplicemente siderale. Perchè il nostro paese, è sempre bene non dimenticarlo mai, ha avuto la
medesima legge elettorale per quasi 50 anni dopodichè è partito il valzer dei cambiamenti quasi
ad ogni legislatura. Nulla di grave, per carità. Ma non possiamo, al contempo, non rilevare che il
cambiamento così repentino delle leggi elettorali non risponde più ad alcun disegno politico di
lungo respiro ma solo e soltanto alla logica della contingenza e dell’interesse politico
momentaneo dei vari partiti e cartelli elettorali. Nulla di strategico, quindi. Ed è proprio lungo
questo percorso che si smarrisce il valore della politica come progetto storico e di lungo termine.
Del resto, la legge elettorale di per sè non cambia il panorama della politica ma ne determina e ne
condiziona profondamente le modalità di comportamento. Non a caso, con le leggi elettorali
tramontano e nascono nuovi partiti, scompaiono e si riaffacciano nuove alleanze politiche e,
soprattutto, può emergere – o meno – una nuova classe dirigente. Basti ricordare, per fare un solo
esempio, cosa hanno significato concretamente nella politica italiana l’irruzione – positiva – del
Mattarellum da un lato o del “porcellum”con le liste bloccate dall’altro. Due modalità, due leggi
elettorali, due modi d’essere nella politica italiana che hanno contribuito a creare due modelli
politici profondamente diversi tra di loro.

Ecco perchè, alla fine, sarebbe auspicabile che la legge elettorale rispondesse, seppur solo
minimamente, ad un disegno politico di lungo termine. Sarebbe, questo, anche l’unico modo per
battere alla radice il trasformismo da un lato e, soprattutto, per evitare di perpetuare la crisi della
politica dall’altro. Il trasformismo, l’opportunismo, il populismo e l’anti politica introdotti dai 5
stelle in questi ultimi anni negli ingranaggi della politica italiana non possono continuare ad essere
il faro che illumina il comportamento dei partiti. Serve, veramente, una inversione di rotta
archiviando definitivamente tutto ciò che in questi ultimi tempi ha immiserito e dequalificato la
politica italiana e lo stesso tessuto etico della nostra democrazia. Se si vuole si può fare.

Giorgio Merlo

Occupazione femminile, sgravi per le imprese che assumono donne

La legge introduce in Piemonte il Registro regionale delle imprese virtuose in materia retributiva. A queste imprese la Regione riconoscerà una apposita “Certificazione di pari opportunità di lavoro in ordine alla parità retributiva tra i sessi e alla promozione delle pari opportunità di lavoro” e saranno destinatarie di benefici economici. La norma contiene alcune misure per contrastare l’abbandono lavorativo delle donne, in particolare il fenomeno delle dimissioni in bianco e il licenziamento delle donne nel periodo compreso tra il congedo di maternità obbligatorio e il primo triennio dopo il parto. L’ articolo 5 introduce misure che favoriscono le imprese che assumono donne con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato: riduzione IRAP del 50% per tre anni e un migliore punteggio nella valutazione dei progetti presentati per i bandi regionali. La Giunta regionale ha 60 giorni per emanare il regolamento attuativo della nuova legge.Tutti i gruppi consiliari e anche l’assessore Chiara Caucino per la Giunta, si sono detti d’accordo con le finalità della legge proposta da Domenico Ravetti (Pd), sostenuta dalle relazioni di minoranza di Francesca Frediani (Movimento4Ottobre) e Sean Sacco (M5s) e dalla relazione di maggioranza di Andrea Cane (Lega).Il consigliere Ravetti, primo firmatario della legge, nel suo intervento in favore della parità retributiva, ha anche ricordato la recente morte sul lavoro di una giovane madre 22enne, Luana D’Orazio, e la figura della madre costituente torinese Teresa Noce che mise le basi per le leggi sulla parità delle donne nel mondo del lavoro.
Il consigliere Cane ha illustrato nella sua relazione le finalità della proposta di legge: contribuire a promuovere la parità retributiva tra i sessi e sostenere un’occupazione femminile stabile e di qualità, anche con strumenti concreti per il superamento della differenziazione retributiva basata sul genere e per il sostegno al lavoro delle donne.La consigliera Francesca Frediani ha sottolineato come la vera parità di genere sarà raggiunta quando non ci sarà più nemmeno bisogno di una legge di questo tipo.Sean Sacco, consigliere del Movimento 5 Stelle, ha messo in risalto come la differenza retributiva tra uomini e donne sia oggi a discapito della donna: rimane a casa chi guadagna di meno e di solito è la lavoratrice che si trova in questa situazione.Nella discussione generale sono intervenuti i consiglieri: Marco Grimaldi (Luv), Alessandra Biletta (Fi), Carlo Riva Vercellotti (Fi), Alberto Preioni (Lega).

Eliana Liotta presenta all’Unione Industriale il libro “Il cibo che ci salverà”

SETTIMANA CULTURALE DAL 17 AL 21 MAGGIO
Incontri di Primavera 2021

Durante il penultimo incontro, martedì 18 maggio alle ore 15.00, Eliana Liotta sarà protagonista insieme al suo libro “Il cibo che ci salverà”, edito da La nave di Teseo. Con lei dialogherà il Direttore del Corriere della Sera – edizione Torino -, Marco Castelnuovo.

Si parlerà di alimentazione dal punto di vista salutare e ambientale. Perché esiste un cibo che è allo stesso tempo gentile con il corpo e con il pianeta. È un cibo intelligente, adatto all’Antropocene, l’epoca in cui viviamo e dove sono gli esseri umani a influenzare gli eventi della natura. “Il cibo che ci salverà” dimostra quanto sia indispensabile una svolta ecologica a tavola per aiutare la terra e la salute. Per salvare l’ambiente non basta più andare in giro in bici, comprare un’auto ibrida e ricordarsi di spegnere le luci. Non è sufficiente pensare solo a petrolio e carbone. Come avverte l’ONU, il riscaldamento globale non potrà arrestarsi senza modificare il sistema alimentare, da cui dipende un terzo delle emissioni di gas serra, responsabili dell’aumento delle temperature. L’aspetto straordinario è che i pranzi e le cene invocati per frenare l’inquinamento e il clima impazzito sono esattamente gli stessi che proteggono la salute e che potenziano il sistema immunitario. Tendiamo a dimenticarcene: siamo parte del tutto. In questo saggio l’autrice presenta per la prima volta una riflessione che parte da un approccio scientifico duplice, ecologico e nutrizionale, con la consulenza dello European Institute on Economics and the Environment (Istituto europeo per l’economia e l’ambiente) e del Progetto EAT della Fondazione Gruppo San Donato. Cinque le diete proposte, sia ecocarnivore sia vegetali, capaci di mitigare le emissioni inquinanti e di migliorare la linea e la nostra salute. Centinaia le risposte offerte alle curiosità sull’impatto degli alimenti, dagli allevamenti intensivi alla pesca, dalla coltivazione dell’avocado ai prototipi di bistecca sintetica. Siamo quello che mangiamo e quello che mangiamo può cambiare il mondo.