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Danni da cinghiali, l’assessore ha incontrato i Comuni

L’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa ha effettuato  una serie di sopralluoghi in provincia di Torino nei comuni dove è emersa in modo significativa l’emergenza danni da cinghiali alle colture.

All’incontro in Comune a Rocca Canavese l’assessore ha accolto le istanze provenienti dal territorio e ha illustrato le azioni che la Regione sta mettendo in campo per la selezione e il contenimento da fauna selvatica.

A Barbania l’assessore ha incontrato il sindaco e gli agricoltori insieme ai rappresentanti di Coldiretti Torino: “Un confronto importante con i sindaci e gli agricoltori di queste zone che hanno subito gravi danni causati dagli ungulati alle loro attività, come nel resto del Piemonte – dichiara l’assessore Protopapa – E’ stata ben accolta la notizia che la Giunta regionale sta recependo la sentenza della Corte Costituzionale, provvedimento che permetterà di aumentare i soggetti che possono essere impiegati nell’attività di controllo dei cinghiali”.

Uber ti porta al museo

La società lancia una campagna per supportare il settore museale offrendo uno sconto del 50% sulle corse da e per i principali musei di Torino

 

-Dopo diversi mesi di chiusure forzate finalmente anche i musei hanno riaperto le porte delle loro meraviglie in tutte le regioni gialle. Appassionati di arte, cultura e non solo potranno nuovamente perdersi tra la bellezza delle opere d’arte. Per l’occasione Uber vuole offrire il proprio contributo per far ripartire le attività museali e far riavvicinare i cittadini italiani alle bellezze, alla storia e all’orgoglio del proprio paese.

 

A partire da lunedì 17 maggio, con la campagna “Uber ti porta al Museo”, tutti gli utenti dell’app avranno la possibilità di avere due corse scontate del 50% per andare a visitare i principali musei (lista allegata) di Torino. L’offerta è valida fino al 31 maggio.

 

Per utilizzare l’offerta, gli utenti devono inserire il codice promozionale UBERMUSEI nella propria app prima di prenotare un viaggio: nel momento in cui la destinazione o l’arrivo della cosa è uno dei musei della lista la tariffa viene automaticamente scontata del 50%. Il codice è utilizzabile massimo 2 volte da ogni utente dell’app, quindi andata e ritorno, ed è valido fino al 23 maggio.

 

“Vogliamo offrire il nostro contributo per supportare la ripartenza delle diverse attività nel paese ora che ci sono sempre meno restrizioni. Dopo il nostro annuncio a febbraio di 20 mila corse gratuite per supportare la campagna vaccinale, oggi annunciamo questa iniziativa volta a riportare le persone a visitare i musei e contribuire così alla ripartenza di un’unicità italiana che ha vissuto un lungo periodo di sofferenza”, ha dichiarato Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia.

 

Grazie al Protocollo di Sicurezza “Porta a Porta” Uber garantisce agli utenti dell’app un’opzione di trasporto nel rispetto di tutte e misure di sicurezza per passeggeri e autisti che sono state introdotte sin dalla prima fase dell’emergenza e che continuano a rimanere in vigore, quali: obbligo di indossare la mascherina per autisti e passeggeri; costante sanificazione dei veicoli; Fornitura di gel igienizzante per autisti e passeggeri; Mask verification per gli autisti che devono dimostrare di indossare una mascherina o una copertura per il viso prima di iniziare il servizio, scattandosi un selfie da caricare sull’app; Mask verification per i passeggeri: i passeggeri segnalati in passato per non aver indossato la mascherina, alla successiva prenotazione, dovranno provare di indossarla scattandosi un selfie con l’App per procedere con la corsa. Le foto inviate dagli utenti saranno eliminate subito dopo la verifica, e non saranno condivise con il driver. 

 

Informazioni su Uber

La missione di Uber è creare opportunità attraverso il movimento. Abbiamo iniziato nel 2010 risolvendo un semplice problema: come ci si può spostare semplicemente con un click? Oltre 15 miliardi di corse dopo, continuiamo a lavorare per realizzare prodotti utili ad avvicinare le persone ai luoghi dove vogliono essere. Cambiando il modo in cui le persone, il cibo e le cose si muovono nelle città, Uber è una piattaforma che apre il mondo a nuove possibilità.

 

Torino

  1. Musei del Palazzo Reale di Torino
  2. Museo Egizio
  3. Museo del Cinema
  4. Venaria Reale
  5. Mauto: museo automobile di Torino

Continente, mostra alle ex officine ferroviarie

La Mostra CONTINENTE a cura di Quasi Quadro si tiene presso le Ex Officine Ferroviarie di Barge.

Espongono:

Piero Gilardi (1942), Nelida Mendoza (1956), Andrea Famà (1988), Mai Lang (1978), Bruno Alves de Souza (1992) e  Valeria Dardano (1993).

Durante l’inaugurazione verrà presentata la restituzione del percorso laboratoriale “ Il mio Continente” svolto dagli studenti dell’IC Barge in relazione alla mostra.
A seguire l’intervento musicale Folk Argentango a cura del Duo Acosta – Troncozo (violino e chitarra).

L’evento è realizzato grazie al patrocinio del Comune di Barge ed è inserito nell’ambito del progetto VOLVER, sostenuto dalla Fondazione CRC.

Inaugurazione sabato 15 Maggio h 17.30

Prenotazione obbligatoria

15.05.21 – 18.07.21

Ex officine Ferroviarie di Barge

Via Assarti, 12032 Barge CN

Apertura Sabato e Domenica
Ingresso Libero

 

Sweet Charity, al teatro Superga nel segno di Fellini

Il celebre spettacolo Sweet Charity , di cui Federico Fellini firmò la scenaggiatura, in scena con la Gipsy Musical Academy al teatro Superga di Nichelino

Atteso ritorno sul palcoscenico per la Gipsy Musical Academy, presso il teatro Superga di Nichelino, sabato 15 maggio alle ore 19, con il primo spettacolo dopo il lockdown,  totalmente benefico, organizzato e dedicato all’ACTO Piemonte, Alleanza contro il tumore ovarico e i tumori ginecologici.

Il lavoro teatrale, Sweet Charity”, sarà diretto dal regista Claudio Insegno, già impegnato in passato nella regia di alcuni tra i più noti musical in Italia, quali “Hairspray”, “Jersey boys”, “Kinky Boots”, “La famiglia Addams”, con l’aiuto di Alessio Schiavo.

“Sweet Charity” è  andato per la prima volta in scena a Broadway nel 1966 sulla base della sceneggiatura originale del regista Federico Fellini, di Tullio Pinelli e dello scrittore e regista Ennio Flaiano. Questa sceneggiatura era intitolata “Le notti di Cabiria”.

Le musiche furono composte da Ch Coleman, il libretto da Neil Simon e il testo da Darothy Fields.

Il musical ebbe una trasposizione cinematografica nel ’69, dal titolo “Una ragazza che voleva essere amata”, per la regia di Bob Fosse e l’interpretazione di una bravissima Shirley McLaine,candidata al Golden Globe come miglior attrice.

Si tratta di un lavoro appassionante quello realizzato dalla Gypsy Musical Academy, con in scena gli studenti che si diplomeranno e diventeranno attori professionisti. Tra loro protagonista, nel ruolo di Charity, Beatrice Frattini.

A curare la direzione musicale Marta Lauria; le coreografie sono di Cristina Fraternale Garavelli, Francesca Varagnolo e Valentina Renna. I costumi di Edoardo Ghigo.

Mara Martellotta 

ACTO, numero per informazioni per i biglietti: 3395921144

Gypsy Musical Academy

Via Luigi Pagliani 25 , tel 0110968343

Covid: il bollettino di venerdì 14 maggio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 595 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 43 dopo test antigenico), pari al 2,4% di 25.018 tamponi eseguiti, di cui 16.375 antigenici. Dei 595 nuovi casi, gli asintomatici sono 229(38,5%).

I casi sono così ripartiti: 61 screening, 398 contatti di caso, 136 con indagine in corso; per ambito: 12 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 96 scolastico, 487 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 358.963 così suddivisi su base provinciale: 28.955 Alessandria, 17.182 Asti, 11.185 Biella, 51.772 Cuneo, 27.562 Novara, 192.278 Torino, 13.362 Vercelli, 12.675 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.477 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.515 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 144 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.402 (-95rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 9.963

I tamponi diagnostici finora processati sono 4.652.932 (+ 25.018 rispetto a ieri), di cui 1.566.566 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO11.484

Sono 19 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 3 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 11.484 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.552 Alessandria, 696 Asti, 424 Biella, 1.426 Cuneo, 938 Novara, 5.472 Torino, 513 Vercelli, 367 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 96 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

335.970 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 335.970 (+ 961 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 26.684 Alessandria, 16.110 Asti, 10.206 Biella, 48.391 Cuneo, 25.875 Novara, 180.620 Torino, 12.405 Vercelli, 11.942 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.372 extraregione e 2.365 in fase di definizione.

Riaperto il versante francese del Colle del Moncenisio

In seguito alla chiusura per la stagione invernale

Il versante francese del Colle del Moncenisio è da oggi riaperto al transito in seguito alla consueta chiusura invernale.

Il Gestore francese ha infatti comunicato la riapertura al traffico della RD 1006, proseguimento oltre confine di Stato della statale 25 “del Moncenisio” (TO), che è rimasta regolarmente percorribile durante l’intera stagione invernale.

Permane, sul tracciato francese, la limitazione al transito per i veicoli con peso superiore a 12 tonnellate.

Coordinamento interconfessionale: Fedez può diventare il nuovo Grillo?

Se è vero che il governo Draghi è nato per la crisi dei partiti, il caso Fedez certifica ancora di più una politica senza visioni, morale ed etica. Una politica che si fa dettare i tempi da altri, insegue i problemi, diventando ostaggio di chi sa usare i media e sa far leva sui propri follower.

A questo punto è lecito chiedersi. Fedez può diventare il nuovo Grillo? E perché no? Siamo il Paese-guida della democrazia dell’intrattenimento, quello che per primo ha appaltato la democrazia allo spettacolo. Tredici anni fa un partito nacque dagli show di un comico e vinse le elezioni. Anche in Europa non va meglio: l’attore comico Volodimir Zelenskij, senza alcuna esperienza politica e un programma elettorale molto vago, ill 20 maggio 2019 è stato eletto presidente dell’Ucraina. Quindi, se è già successo, può succedere di nuovo.

Qualcuno ha fatto notare che Fedez vanta su Instgram un numero di follwers (12 milioni) superiore al  numero dei voti presi dal centrodestra alle ultime elezioni. Per non dire della moglie Chiara Ferragni che si conferma come l’influencer italiana più famosa con 23 milioni di follower. La centralità di Fedez si basa sulla nuova catena del valore: visibilità, consenso, royalties. La società Ferragnez (Ferragni/Fedez) oggi non vale meno di 60 milioni di euro. Chiara Ferragni sulla vicenda si è detta orgogliosa del discorso pronunciato dal marito-rapper sul palco del primo maggio, definendolo: “il nostro eroe internazionale”. Il caso Fedez-Rai ha trovato spazio su molti media in giro per il mondo. Addirittuta anche la sempre compassata Bbc ha dedicato un pezzo alla vicenda: “Italian rapper Fedez accuses state TV of censorship attempt” è il titolo del servizio, “Il rapper italiano Fedez accusa la tv di stato di un tentativo di censura”. Giusto per non farci mancare niente.


E come si è mossa la nostra politica? La sinistra si è schierata toto corde con l’influencer ed ha intimato alla Rai:”basta censura”. Ha seguito a ruota Giuseppe Conte, forse immemore di aver insediato lui la dirigenza attuale di viale Mazzini. La reazione del centro destra non è stata meno subalterna all’egemonia culturale di Fedez, solo opposta: gli hanno dato dello squadrista. Neanche l’arresto di Navalny in Russia e le centinaia di morti in Birmania avevano eccitato tanto l’amore per la libertà del nostro mondo politico. È del resto proprio la crisi della politica democratica che rende politico lo spettacolo.
La moneta che usa Fedez è del resto la stessa che usava Grillo: l’indignazione. Ce n’è sempre in abbondanza nelle nostre società, un gran numero di persone che pensano di vivere nel peggiore dei mondi possibili e che sanno perfettamente di chi è la colpa: dei loro avversari politici. Indignazione che è diventata il pane della politica. Tanto è vero che partiti che stanno insieme al governo, e dunque concordano sull’essenziale, diventano irriducibilmente nemici sui temi etici, quelli che per l’appunto consentono di indignarsi. Indignazione che s’accompagna spesso all’individualismo e alla indifferenza. La triade che sembra guidare i comportamenti del nostro tempo.
Si può naturalmente essere d’accordo con ciò che Fedez ha detto dell’omofobia e dei suoi propagandisti e dirlo da un palco sul quale è stato invitato. Lo si sarebbe con ancora maggiore entusiasmo se i difensori del diritto di parola di Fedez avessero usato la stessa energia nel difendere le canzoni di Povia, o la comicità di Pio e Amedeo.
E magari ricordandogli, visto che celebrava anche lui la Festa dei Lavoratori, che sarebbe stato eroico se fosse salito sul palco e avesse per esempio attaccato il livello dei lavoratori di Amazon, tenendo conto che ha un contratto enormemente milionario proprio con Amazon. Ma l’indignazione ha questo di speciale: è selettiva. Non ci si indigna mai contro quelli che la pensano come te.
Quello che è accaduto sul palco del primo maggio deve far riflettere su quanto la figura del politico sia in Italia così facilmente rimpiazzabile dall’influencer di turno.
In questo processo culturale e politico nasce un grande problema per noi credenti. Infatti, mentre non possiamo abdicare all’attività politica, dobbiamo fare i conti con atteggiamenti culturali ambigui e con posizioni ideologiche senza identità e valori. Dobbiamo insistere sulla necessità di dare un’anima etica alla vita democratica con un rapporto forte fra coerenza e rappresentanza politica. Per noi del Coordinamento Interconfessionale Piemontese la politica, le passioni e la fiducia nella vita sono gli ingredienti fondamentali con cui si concima il futuro, perchè oggi più che mai non è più il tempo delle urla, delle invettive, delle delegittimazioni via social, ma il è il tempo dei testimoni.

Giampiero Leo, Bruno Geraci, Younis Tawfik, Walter Nuzzo a nome del Coordinamento interconfessionale del Piemonte.

Ddl Zan, dibattito su Zoom con il “Pannunzio”

Venerdì 14 maggio alle ore 21 sulla piattaforma on line Zoom, il Centro “Pannunzio” organizza un dibattito sul ddl Zan in discussione al Senato.

Parteciperanno l’avv. M. Grazia Cavallo, la prof. Bianca Gaviglio, il prof. Pier Franco Quaglieni e il saggista Tito Giraudo.

Modererà la giornalista Mara Antonaccio, redattore capo del magazine on line “Pannunzio Magazine”.

(foto archivio)

Le responsabilità morali della lotta armata

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Lo storico  Gianni Oliva, uno dei più lucidi studiosi che abbia oggi l’Italia , ci ha richiamato ad un aspetto del tutto sottovalutato nella riflessione sugli anni piombo: le responsabilità morali della lotta armata, evidenziando le complicità e gli ammiccamenti  verso il terrorismo che si manifestarono in Italia negli Anni 70.Oliva parla di una “verità etica“ che va oltre a quella giudiziaria e a quella storica.

Con grande onestà intellettuale  ricorda la sua  personale partecipazione ai cortei in cui si  urlava la violenza  e arriva a scrivere che nessuno di quei giovani può dirsi completamente innocente, anche se non ha mai sparato, non ha mai scagliato le molotov o i cubetti di porfido.  E’ vero che hanno  una qualche responsabilità morale e anche politica perchè – contrariamente a quanto è stato autorevolmente detto- non è affatto vero che non ci siano stati dei nessi tra ‘68, autunno caldo e la stagione successiva della violenza terroristica. L’ultrasinistra è nata nelle università in fiamme e nelle fabbriche in cui il sabotaggio era considerato più che legittimo legittimo.  C’è  stato un rapporto evidente tra la iniziale  violenza verbale e il ricorso progressivo alla teorizzazione e alla pratica della violenza più o meno rivoluzionaria . Fino ad un certo punto lo stesso Pci che fu un prediletto  bersaglio di certa contestazione , non ha avuto  almenoper un certo tempo  le idee chiare su cosa stava accadendo.  Alcuni suoi iscritti finirono nelle Br. Sarebbe persino fastidioso ricordare i “compagni che sbagliano“ e le “sedicenti  Br”, ma anche quelle frasi appartengono a quella storia.   Mi ha stupito apprendere una vulgata ufficiale  sul ‘68 che non credo  corrisponda al vero. Certo non va criminalizzata la contestazione  in quanto tale, ma la sua esaltazione acritica suscita qualche lecito dubbio. Non è possibile scindere il ‘68 rispetto a quanto accadde dopo perché per una parte di contestatori la militanza, ad  esempio, in Lotta Continua fu una scelta naturale e scontata.  Oliva ,parlando di verità etica, mette in evidenza che anche chi non ha commesso reati, ha una qualche responsabilità, una responsabilità che non si può giustificare con il giovanilismo degli anni formidabili. Aver indossato o non indossato l’eskimo fa una qualche differenza.
Ma certo non si tratta solo di responsabilità giovanili. Un libro coraggioso come “L’eskimo in redazione “ di Michele Brambilla rappresenta una testimonianza che ha un  indiscusso valore storico perché la più grossa responsabilità morale la ebbero i cosiddetti intellettuali a partire dai firmatari del manifesto contro Calabresi per giungere a quelli che pazzamente teorizzarono “Ne’ con lo Stato ne’ con le Br”.  I Carlo Casalegno e  i Walter Tobagi  che denunciarono la violenza che stava montando e pagarono  con la vita furono pochi . Anche certa borghesia radical – chic simpatizzò  con il terrorismo e l’esempio non solo di Gian Giacomo Feltrinelli lo sta a dimostrare . Il teorizzare che la violenza del sistema imponeva  il ricorso alla violenza fu più frequente di quanto si creda. E venne  incredibilmente dimenticato da molti che la violenza eversiva  in un regime democratico è sempre ingiustificabile e che il richiamo ad una nuova Resistenza in nome di un presunto tradimento di quella vera, fu un errore in cui caddero anche studiosi come Guido Quazza per citare il più noto e autorevole. C’è un libro che non ha avuto la dovuta diffusione ed e ‘ stato boicottato perché documentava verità scomode: “La zona grigia “ di Massimiliano Griner che ebbi  il piacere di presentare in una sala molto affollata,  in assenza del volume che la casa editrice non aveva incredibilmente  fatto arrivare. In quel libro con rigore storico si documentano le responsabilità etiche e non soltanto etiche di intellettuali, professori, cantanti, giornalisti, avvocati, magistrati, sindacalisti. In una parola ci furono cattivi maestri e cattivi allievi  che furono protagonisti di una stagione nella quale il sonno della ragione genero ‘  mostri che misero in pericolo le libere istituzioni. Ma anche molto tempo dopo la fine del terrorismo, ad esempio Roberto Saviano, nel 2004 aderì ad un manifesto a favore di Cesare Battisti da cui si dissociò successivamente. Erri De Luca ha collezionato dichiarazioni allucinanti non solo su Battisti che il magistrato Armando Spataro definì  un”assassino  puro”.
Ci sono pagine recenti che fanno davvero  rabbrividire. La mia scelta liberal-democratica che data dal 1967 mi preservo ‘ dalle seduzioni della violenza. Forse ha giocato in primis la formazione che ho avuto nella mia famiglia, ma giunto all’Università ,mi legai subito ad Aldo Garosci , mitico  combattente antifascista , ma altrettanto fermissimo anticomunista  Fu lui a preservarmi dal virus dell’estremismo. Poi arrivo ‘ il Centro Pannunzio nel 1968  e la mia vita prese una piega che mi condannò ad una certa serietà fin dall’adolescenza. Non ebbi nessun merito particolare a non fare certe scelte . Pagai qualche prezzo a non seguire la corrente , ma non mi lamento . Sento, senza vantarmi di nulla, sia chiaro, di aver fatto ciò  che era più  coerente con la mia famiglia liberale . Ho commesso anch’io molti errori che non ripeterei più, ma ho anche  un qualche piccolo  orgoglio nel dire che ho sempre cercato di servire le  libere istituzioni. Il giuramento solenne  che ho pronunciato quando sono diventato professore ordinario di fronte al Tricolore, non fu per me una mera formalità come per tanti colleghi che obiettavano su quel giuramento, ma fu un impegno che ho cercato di mantenere negli anni.
scrivere a quaglieni@gmail.com