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100 anni di Nuto, Fondazione Revelli e Portineria inaugurano la mostra fotografica sotto i portici di Porta Palazzo

25 aprile  “Ricordati di non dimenticare”  Portineria di comunità Piazza della Repubblica 1/F

La Fondazione Nuto Revelli e la “Portineria di Comunità” della Rete Italiana di Cultura Popolare propongono per il 25 aprile la mostra fotografica Ricordati di non dimenticare: Nuto Revelli, una vita per immagini curata da Paola Agosti e Alessandra Demichelis sotto i portici di Porta Palazzo.

Una retrospettiva composta da 15 stendardi bifacciali di 3 metri per 2, allestiti sotto i portici di Piazza della Repubblica, in un percorso visivo bidirezionale che si snoda lungo entrambe le maniche della piazza. Un momento per celebrare il centenario della nascita dello scrittore che fu alpino in Russia, partigiano e ricercatore della memoria contadina. All’inaugurazione, ci saranno Marco Revelli presidente della Fondazione Nuto Revelli, la sociologa Chiara Saraceno, il direttore di Rete Italiana di Cultura popolare Antonio Damasco e Marco Giusta, assessore ai Diritti della Città di Torino. La mostra, che ha il patrocinio della Città di Torino, si svolge nell’ambito delle iniziative del Polo del ’900 per la Festa della Liberazione e vede la collaborazione di Spazio Zero Sei di Compagnia di Sanpaolo, della Fondazione La Contrada, e rimarrà esposta fino al 31 dicembre.
Nuto Revelli è stato, con la sua opera, una figura di rilievo nella storia nazionale: un “testimone del suo tempo”, il Novecento, protagonista delle battaglie per la giustizia e per la libertà, un ricercatore di memoria tra le pieghe di una società in trasformazione spesso drammatica. Fa parte di quella generazione di scrittori (come Primo Levi e Mario Rigoni Stern, di cui era amico) che giunsero alla scrittura non per sola vocazione interiore ma trascinati, per così dire, dalla Storia, per una sorta di dovere civile e morale: per “far sapere” affinché gli orrori di cui erano stati vittime e testimoni non si dovessero mai più ripetere. Il suo impegno permanente è stato quello di restituire voce a coloro che voce non hanno: ai soldati vittime delle guerre, ai montanari e contadini che quelle guerre per primi le avevano pagate e che erano poi stati lasciati ai margini, a quanti senza nulla pretendere si sono sacrificati per il bene di tutti. Queste tracce di memoria, che giungono a noi dal secolo scorso si intrecciano invece oggi con le vicende umane di un nuovo paesaggio, quello di Porta Palazzo, che accoglie popoli e persone a loro volta in fuga da guerre, carestie, oppressione e che qui giungono percorrendo con mezzi di fortuna i mille cammini della speranza.
La pratica dell’ascolto come atto politico per dare voce ai più fragili è la principale eredità di Nuto Revelli. È significativo, quindi, rappresentare la sua storia in un paesaggio urbano e umano così tipico come quello di Porta Palazzo, dove la Portineria di Comunità, attraverso il Portale dei Saperi (www.portaldeisaperi.org), svolge un’importante funzione di presidio proprio attraverso la raccolta di testimonianze, racconti che sono espressione dei percorsi di vita delle tante persone che partendo da un nuovo “mondo dei vinti” costruiscono, giorno dopo giorno, il loro futuro di speranza e di riscatto.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Cuneo “Dante Livio Bianco”, ha ricevuto il sostegno del Mibac, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Città di Cuneo, delle Fondazioni Compagnia di Sanpaolo, CRC e CRT e gode del patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino.

Sex offenders, maltrattanti e carcere

“Il modo migliore per evitare che il tempo di detenzione sia un ‘tempo sprecato’ è fare in modo che il detenuto, pur sapendo di essere in detenzione, non senta di esserlo”. Con questa riflessione di Fedor Dostoevskij ha preso il via il convegno “Tempo perso? Il ruolo del carcere nei percorsi trattamentali di sex-offenders e maltrattanti”, organizzato e moderato dal garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano.

“Un’occasione – ha sottolineato Mellano – per riflettere su esperienze e buone pratiche nell’ambito dei trattamenti previsti in ambito carcerario per le persone detenute per reati da ‘codice rosso’, anche alla luce del fatto che la legge finanziaria nazionale ha previsto nel bilancio 2 milioni di euro annui, per il triennio 2021-2023, per garantire e implementare la presenza di professionalità psicologiche esperte all’interno degli Istituti penitenziari per consentire un trattamento intensificato cognitivo-comportamentale nei confronti degli autori di reati contro le donne e per la prevenzione della recidiva”.

È intervenuta la responsabile dell’Ufficio detenuti e trattamento del Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria regionale Catia Taraschi, che ha fatto presente come al momento, nelle carceri piemontesi “siano presenti complessivamente 373 maltrattanti e sex offenders: 173 al Lorusso e Cutugno di Torino, 106 a Biella, 49 a Vercelli, 11 a Ivrea, 10 a Cuneo, 6 rispettivamente al San Michele e al Don Soria di Alessandria, 4 a Verbania, 3 rispettivamente a Fossano e a Novara e 2 ad Asti. E ha sottolineato “l’importanza dello stanziamento statale, che consentirà di implementare gli interventi già attivi sul territorio e, soprattutto, di prevederne di nuovi per averne almeno uno in ogni sezione che ospita questa tipologia di detenuti”.

Dea Demian Pisano, assistente sociale ed esperta presso l’Ufficio del garante regionale della Campania ha raccontato un progetto messo in atto con 17 sex offenders del carcere di Poggioreale (Na) osservando che “in alcuni casi non si rendevano pienamente conto del male compiuto per via dei pregiudizi e delle mentalità in cui sono cresciuti. “Avere avuto la possibilità di avvicinarli e confrontarsi – ha concluso – ha contribuito a modificare il loro punto di vista”.

La coordinatrice della formazione e dei progetti speciali del dipartimento di salute mentale dell’Asl Roma 1 Adele Di Stefano ha sottolineato che “non è detto che tutti i trattamenti siano validi per tutti i tipi di detenuti che hanno commesso questi tipi di reato, ma per l’Italia l’importante è cominciare, dal momento che è ancora piuttosto indietro rispetto a molti Paesi d’Europa” e la necessità “di imparare a lavorare in rete a cominciare dai Tribunali, dagli avvocati e dal Servizio sanitario regionale. Se non cominciamo ora che ci sono le possibilità, anche economiche, per farlo, rischiamo di perdere un’occasione importante”.

Il presidente del Centro italiano di promozione della mediazione (Cipm) di Milano Paolo Giulini ha evidenziato la necessità che “la pena, soprattutto in questo ambito, sia utile ed efficace. E l’Ue insiste sulla necessità che la pena non sia solo retributiva, ma ‘riparativa del sé e delle relazioni future che l’autore del reato intratterrà al termine della pena’ e miri a far comprendere appieno il male commesso nei confronti delle vittime”.

Georgia Zara, docente del dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e vicepresidente dell’Ordine degli psicologi del Piemonte, ha sottolineato che “il reato sessuale non è una ‘questione privata’, non ha nulla a che fare con il desiderio di contatto con la vittima” e ha illustrato il progetto pilota “Sorat” destinato a chi ha commesso reati sessuali ed è recluso nell’Istituto Lorusso e Cutugno di Torino.

Al portavoce dei garanti territoriali Stefano Anastasia, garante dei detenuti del Lazio e dell’Umbria e docente del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Perugia, cui è stata affidata la conclusione dei lavori, ha messo in guardia sul fatto che “si tratta di una sfida ardua, poiché non di rado la pena detentiva è ‘condanna al tempo perso’, ma non impossibile, orientando la prospettiva entro cui operare alla rieducazione dell’autore di reato, alla tutela della vittima del realto e alla prevenzione di comportamenti d’inciviltà una volta scontata la pena.

Il 25 aprile visto e raccontato dai suoi protagonisti

COSA SUCCEDEVA IN CITTA’ /Argante Bocchio classe 1924 , vive a Novara capo partigiano in Val Sessera e nel Biellese. Partì per la Montagna a fine 1943 con altri 25  suoi compagni. Ritornarono in 5 e libero’ Vercelli dai nazifascisti con 1200 partigiani il 25 Aprile 1945. Ma per lui la Resistenza duro’ molti anni.

Dovette scappare dall’Italia perché ingiustamente accusato di omicidio durante la guerra. Condannato in primo grado con Moranino senatore della repubblica e assolto in cassazione perché fu un atto di guerra. Lo conobbi alla fine anni ’70 a Novara come Presidente delle cooperative agricole. Nel 2016 un suo video dove racconta la sua storia. Si alternano , ben comprensibili sul suo volto,  dolore per la morte dei suoi compagni,  e la gioia per la libertà conquistata. Grande dignità. Storia con la esse maiuscola. Palmiro Gonzato classe ’26 . Fino ad un anno fa guidava l’auto.  A soli 16 anni gappista. Una mattina mi hanno svegliato. Intervistato da Stefano Tallia. Titolo che è meravigliosa sintesi. È da una vita che conosco Palmiro. Ho sempre invidiato la sua pacatezza e sicurezza. Non a caso la sicurezza di Enrico Berlinguer , quando veniva a Torino,  era da lui garantita. Vi racconto. Marzo 1977.  A Palazzo Nuovo si votava per i decreti delegati. Il servizio d’ordine del PCI,  il mitico servizio d’ ordine del pci torinese era venuto nel darci una mano proteggendoci da chi , come gli Autonomi e Lotta continua non volevano farci votare. La settimana prima a Roma era stato cacciato Luciano Lama. Stava facendo un comizio davanti all’università  La Sapienza. Anni di terroristi rossi e neri. A Palazzo Nuovo era un momento di stanca.  Pomeriggio.  A un certo punto fuggi fuggi generale. Una decina di fascisti con casco integrale e armi assalirono i presenti a sprangate. Poi fuggirono  tutti tranne un certo Maggiora , il loro capo. Circondato da militanti estremisti e preso a sua volta a sprangate. Il primo che lo difese fu Giorgio Ardito,  allora se ricordo bene vicepresidente della Provincia di Torino. Rischiava di essere travolto e solo l’ intervento di Palmiro Gonzato salvo’ tutti e due. Dopo quasi mi lamentai con Palmiro.  Perché hai salvato un fascista? Parlava poco . Mi guardò fisso negli occhi. Ho salvato una vita umana. Se mai vi fossero dubbi Palmiro era un grande e io un cretino. Palmiro da ottant’anni un antifascista,  una persona che non ha mai perso l’ umanità. Molti i romanzi sulla Resistenza  sono scritti da chi ha fatto la resistenza. Dal Partigiano Johnny  di Beppe Fenoglio ai Sentieri dei nidi di ragno di Italo Calvino. Ma il mio preferito continua ad essere Uomini e no di Elio Vittorini. Partigiano a Milano senza mai sparare un colpo. Nel capitolo finale un giovane gappista entra in osteria per uccidere un soldato tedesco. Non lo fa ed uscendo spiega il perché: aveva la faccia di un operaio. Umanità nonostante i fascisti , la stragrande maggioranza dei fascisti non abbiano avuto umanità. Nonostante il nazifascismo abbia solo trovato un posto nella cloaca della storia. Una mostruosità. Ricordarcelo,  dopo che sono passati tanti anni,  soprattutto il 25 Aprile,  non guasta mai. Indro Montanelli ha sempre e ripetutamente sostenuto che il fascismo è morto in piazzale Loreto con la morte di Benito Mussolini. Si sbagliava, purtroppo. L’attuale condizione per dichiararsi fascista è una radicale e totale ignoranza. Antifascisti erano Alcide De Gaspari che volle o dovette rompere con i comunisti. Giuseppe Saragat che ruppe con Nenni che voleva essere amico con i comunisti. Ed Enrico Mattei , partigiano,  che quando, da Presidente Eni, sentendosi in pericolo,  chiamò i suoi ex compagni partigiani comunisti per proteggerlo. Di altri non si fidava. Diventa inutile,  dunque , la strumentalizzazione di una sorta di equiparazione tra comunismo e fascismo. Qui stiamo parlando di altro. Di contrapposizione tra fascismo ed antifascismo. Banale ripeterlo ma è sempre meglio ripetere… un antifascista è – o dovrebbe sempre essere – un democratico,  un fascista è un totalitario.
Un antifascista deve essere e vuole essere un tollerante. Un fascista ti deve negare se lo contraddici.  Buon 25 Aprile a Tutti.

Patrizio Tosetto

L’Aquatica Torino va a caccia di conferme

NUOTO, WEEKEND FITTO TRA CAMPIONATO ITALIANO DI CATEGORIA SU BASE REGIONALE E TROFEO DELLA RESISTENZA

L’Aquatica Torino va a caccia di conferme nella settima giornata del campionato di Serie A2 femminile. Dopo aver conquistato due settimane fa la prima vittoria stagionale nella vasca della Rari Nantes Imperia (7-5), le ragazze di coach Ferrigno provano a ripetersi domenica pomeriggio (ore 17,30) nella piscina di casa di corso Galileo Ferraris a Torino contro la Locatelli Genova. Serve una vittoria per fare un’altra bracciata decisa verso la salvezza: attualmente, l’Aquatica è quarta nel girone Nord-Ovest a quota 5 punti e con un successo supererebbe proprio le liguri, che attualmente ne hanno 7.

 

Tra le protagoniste più attese c’è Erika Bottiglieri, che offre diverse soluzioni in attacco a coach Ferrigno, potendo venire impiegata anche da centroboa: «In Aquatica ho trovato un bellissimo ambiente, il gruppo è compatto e coeso. Sono contenta di aver scelto una società molto seria». Sull’onda dell’entusiasmo della vittoria contro la Rari Nantes Imperia, la ventenne napoletana conosce bene l’importanza dell’incontro con la Locatelli: «Abbiamo tirato un sospiro di sollievo perché il successo ci mancava ormai da troppo tempo e meritavamo di vincere questa partita. Domenica ci giochiamo tutto per tutto per la salvezza, bisogna vincere e basta, anche per vendicare il pareggio dell’andata, quando ci siamo fatte sfuggire la partita a Genova. Il morale è alto e abbiamo grandi aspettative

 

Weekend fitto di appuntamenti anche per il nuoto con le finali regionali di categoria, che andranno a formare la classifica dei Criteria nazionali per Ragazzi, Junior, Cadetti, Senior. Molto folta la rappresentanza degli atleti dell’Aquatica alla manifestazione del Palanuoto di Torino che, per ovvie ragioni sanitarie, è stata spalmata in due fine settimana, quello passato e quello corrente: 67 iscritti per la nostra società, di cui 30 femmine e 37 maschi.

Domenica 25 aprile, invece, si disputerà alla piscina Sisport di Torino la quarantaduesima edizione del Trofeo della Resistenza, organizzato dalla Uisp, con 21 nuotatori dell’Aquatica in vasca (12 femmine e 11 maschi) per le categorie Esordienti A, Ragazzi e Assoluti.

Sempre domenica, a Grumello del Monte (in provincia di Bergamo), gara di triathlon giovanile con due atleti dell’Aquatica alla partenza: Gabriele Gay ed Edoardo Azario.

Un piemontese nel consiglio di Confindustria

Andrea Notari, Presidente Giovani Confindustria Piemonte: “Saprà ben rappresentare la nostra visione e le nostre priorità a livello nazionale”

 Il biellese Christian Zegna è stato eletto oggi nel Consiglio Generale di Confindustria. Zegna, 36 anni, sarà uno dei cinque Giovani Imprenditori che rappresenteranno il Movimento GI nel COGE.

Sono onorato dell’incarico che mi è stato affidato e ringrazio in modo particolare il presidente Andrea Notari e i Giovani imprenditori piemontesi – afferma Zegna – Credo fortemente nell’impegno degli imprenditori all’interno del sistema confindustriale per rappresentare le istanze delle imprese ed essere uno strumento del cambiamento in modo concreto, in particolare anche per il territorio biellese che rappresento. Essere giovani, oggi, significa infatti avere la responsabilità di costruire un grande futuro, cogliendo tutte le opportunità che si presentano anche in un momento complesso e di grande transizione come quello che stiamo vivendo”.

Sono certo che Zegna saprà rappresentare al meglio la visione e le priorità del nostro Gruppo a livello nazionale – commenta il Presidente dei Giovani Imprenditori Andrea Notari  È persona di grande valore e non possiamo che essere soddisfatti per la sua nomina. A lui i migliori auguri di buon lavoro!”.

Christian Zegna, è admin di Btrees, new media agency che ha fondato a Biella nel 2015. È presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale Biellese dal luglio 2020. Nel Consiglio di Presidenza dell’Unione Industriale Biellese gli è stata affidata la delega alla Digitalizzazio

Wall Drawing, l’opera d’arte nelle Langhe firmata David Tremlett

A Coazzolo, piccolissimo comune in provincia di Asti, sorge una piccola chiesa costruita alla fine del Seicento, tuttora consacrata, che vanta una meravigliosa vista mozzafiato sulle colline.


Questa deliziosa cappella, la Beata Maria Vergine del Carmine, edificata tra i filari delle vigne del Moscato e già Patrimonio Unesco, è diventata, in seguito all’intervento di wall drawing dall’artista britannico David Tremlett, un bellissimo esempio di opera moderna pop.
La superfice, di 300 metri quadri circa, è stata dipinta dal pittore con tre colori dominanti: il giallo per il porticato, la terra di Siena per il corpo della chiesa e il verde oliva per la sacrestia e il basamento.
David Tremlett, molto apprezzato per i suoi dipinti murali, è innamorato del nostro paese, che considera, a ragione, la patria della pittura e che lo ha meravigliato con opere d’arte incredibili e potentissime come quelle di Michelangelo e Raffaello.  “Per imparare qualcosa devi lasciarti stupire e saper osservare”, afferma Tremlett, e lui per realizzare quest’opera lo ha fatto profondamente: ha osservato i vigneti, ha parlato con i contadini condividendone il lavoro, le giornate e il cibo.


Il risultato è arrivato dopo centinaia di disegni, forme geometriche e dettagli in cerca di un dialogo con la natura, tra tradizione e modernità. Ed è proprio quest’ultimo l’aspetto più interessante e se vogliamo più sorprendente di questo progetto artistico, l’incontro tra il passato e il contemporaneo, l’unione tra la genuinità ed i valori di una comunità d’altri tempi con nuovi linguaggi artistici, la capacità di far coabitare una natura meravigliosa e portatrice di memorie e semplicità con l’ardire di un opera che si esprime attraverso un lessico innovativo.

 

Maria La Barbera

“R-Esistenza”, musiche e parole dell’Italia post Liberazione

Il 25 aprile alle 10 il docufilm prodotto da Linguadoc live su Facebook del Consiglio regionale

In occasione della 76° Festa della Liberazione, il Consiglio regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione, la Pro Loco e il Comune di Coazze presentano “R – esistenza dalla resa dei conti ai “giorni cantati” dai cantautori italiani”.

Un docufilm di Giulio Graglia che verrà trasmesso domenica 25 aprile alle 10 live sulla pagina Facebook del Consiglio (facebook.com/crpiemonte) .
Registrato negli spazi del Circolo dei Lettori, grazie all’inquadramento storico di Gianni Oliva racconta l’Italia e le italie dell’immediato post Liberazione, la resa dei conti seguita al 25 aprile, attraversando Torino, il Cuneese, la Val Sangone, Cumiana.

Le canzoni di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Sergio Endrigo, Giorgio Gaber, interpretate da Bruno Maria Ferraro (Tangram Teatro), con il commento del giornalista Darwin Pastorin, ripercorrono la “colonna sonora” con cui questi grandi artisti hanno raccontato gli eventi.

Sarà poi la volta dei testi tratti da “La paga del sabato” di Beppe Fenoglio e “La ragazza di Bube” di Carlo Cassola, e le lettere di due partigiani di Coazze scritte prima dell’esecuzione al Martinetto, letti da Carlotta Micol De Palma, Bruno Maria Ferraro e Giulio Graglia.

In conclusione Oliva proporrà un parallelismo tra l’Italia post bellica e l’Italia post pandemia.

Il docufilm è prodotto da Linguadoc, montaggio di Giacomo Filippa, riprese di Erika Facchino, con la consulenza di Andrea Mortara e Sabrina Gonzatto.

 

Intelligenza artificiale, Montaruli (Fdi): “Le mancate promesse di Appendino”

“Chiederemo conto al Governo della profonda e vergognosa carenza nel pnrr sull’intelligenza artificiale. Basta promesse puntualmente smentite.

Lo si scriva nero su bianco se il viceministro Pichetto rassicura non avranno problemi ad aggiungere questa specificazione nel documento come Fratelli d’Italia chiede” a

A dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, che prosegue: “Rimane il fatto che Torino è  in mano ad incapaci spudorati che scrivono a vuoto e creano aspettative senza far arrivare mai la novità prospettata. La Sindaca Appendino è cintura nera di promesse non mantenute e va a nozze con una sinistra che continua a dimenticare le priorità di Torino. Pd e M5S, che sono al governo, e ora fingono di cadere dalla nuvole farebbero meglio a unirsi al nostro appello e dire sì lunedì alla nostra richiesta. Per portare l’Intelligenza Artificiale a Torino in legge di bilancio non era stato stanziato nemmeno un centesimo, e noi lo avevamo subito denunciato raccogliendo false rassicurazioni. Come Fratelli d’Italia siamo pronti ad organizzare un fronte ampio, che coinvolga le categorie produttive, per protestare contro questo ennesimo “scippo””.

25 aprile, la Festa della Liberazione con il Polo del ‘900

INCONTRI, PODCAST, PROIEZIONI, SPETTACOLI ONLINE FINO AL 29 APRILE

Sergio Soave, presidente Polo del ‘900: “Sono passate ormai quattro generazioni e il suono e il significato delle parole che allora mossero gli italiani a scegliere nuove vie di convivenza civile è inevitabilmente mutato. Il rinnovare dunque il nostro giuramento di fedeltà ai valori che quel giorno evoca e ripropone esige un pensiero critico attualizzato” 

 

Prosegue fino al 29 aprile il calendario di iniziative che il Polo del ‘900 di Torino e i 22 Enti partner dedicano all’anniversario della Liberazione 2021 alla scoperta di percorsi inediti e per attualizzarne il messaggio 76 anni dopo, grazie al sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale del Piemonte e in collaborazione con la Città di Torino.

Un programma trasversale con incontripodcastproiezionispettacoli teatrali partito il 15 aprile, da rivedere al sito www.polodel900.it e seguire sui canali web del Polo del ‘900 e degli enti organizzatori. Si aggiungono due mostre, unici eventi in presenza, dedicate al reporter-partigiano Felix De Cavero presso il Polo del ‘900, riaperta dal 27 aprile al 16 maggio, e a Nuto Revelli che inaugura sotto i portici di Piazza della Repubblica il 25 aprile.

La giornata del 25 è molto ricca. Si apre alle ore 10, sulla pagina FB e canale YouTube del Consiglio Regionale del Piemonte con: R–esistenza. Dalla resa dei conti ai ‘giorni cantati’ dai cantautori italiani, docu-film di Giulio Graglia con Darwin Pastorin e Gianni Oliva, con canzoni di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Sergio Endrigo, Giorgio Gaber interpretate da Bruno Maria Ferraro. Alle 11, si continua con la presentazione del libro Anche i partigiani però..(Laterza, 2021) di Chiara Colombini tra giudizi e false ideologie maturate negli anni nei confronti dei partigiani, ne discutono con l’autrice Giovanni De Luna e Marco Rovelli, a cura di Istoreto, in diretta su FB e YouTube del Polo. I festeggiamenti sono anche su TradiRadio con È festa d’Aprile, dalle ore 11 fino a sera, contributi musicali, storie e testimonianze con la partecipazione delle scuole del territorio, gli spacciatori di cultura, la Fondazione Nuto Revelli, il Museo audiovisivo della Resistenza e gli Archivi della Resistenza di Fosdinovo a cura di Rete Italiana di Cultura Popolare. Nel pomeriggio, alle ore 18, si procede con La Resistenza spiegata attraverso i discorsi di Norberto Bobbio sul 25 aprile, a cura del Centro Studi Piero Gobetti sul proprio canale YouTube, una rilettura della Resistenza attraverso i discorsi tenuti da Bobbio in occasione del 25 aprile tra il 1955 e il 1999, conservati in originale nell’archivio Bobbio al Centro Gobetti di Torino. Per la giornata disponibili anche il documentario I Giorni di Torino (produzione ANCR su Streen.org) e l’anteprima dello spettacolo Senza sparare un colpo Storie di Resistenza sui canali social della Fondazione Donat-Cattin.

 

MOSTRE

Inaugura il 25 aprile alle ore 11.30, sotto i portici di Piazza della Repubblica a Torino, la mostra fotografica Ricordati di non dimenticare. Nuto Revelli, una vita per immagini, proposta dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Nuto Revelli, la Fondazione Revelli e la “Portineria di Comunità” della Rete Italiana di Cultura Popolare per celebrare il centenario della nascita dello scrittore che fu alpino in Russia, partigiano e ricercatore della memoria contadina. Mentre la mostra 75 anni dopo. Torino liberata nelle fotografie di Felix De’ Cavero a cura di Luciano Boccalatte e Paola Boccalatte in collaborazione con Paola de Cavero, allestita presso la Galleria delle Immagini del Polo del ‘900 (Corso Valdocco 4/a) e sospesa più volte dal 2020 a causa della pandemia, riapre il 27 aprile dalle ore 10 alle 18 se confermata la zona giallo e prorogata fino al 18 maggio.

Le iniziative per la Festa di Liberazione ideate dal Polo del ‘900 e dagli Enti partner vanno avanti fino al 29 aprile. Il programma completo al sito www.polodel900.it

Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale “La Resistenza nacque da una scelta. Lo sgomento dei giorni che seguirono l’armistizio dell’8 settembre ’43 si trasformò per molti in voglia d’azione, le tante umiliazioni patite in desiderio di riscatto. In quei venti mesi si affermò un sentimento nuovo, potente. Ciò che accadde nella primavera del ’45 rappresentò il momento della rinascita, di libero orgoglio per la riconquistata dignità di un intero popolo. Mai come ora, nelle condizioni che stiamo vivendo, occorre riflettere  sull’importanza dei sacrifici di tanti uomini e tante donne che non esitarono ad opporsi al regime fascista che stava distruggendo l’Italia. Da oltre un anno abbiamo dovuto fare i conti con un’emergenza sanitaria imposta da un virus, ma nel paese da tempo serpeggia un altro virus non meno pericoloso: quello del negazionismo, dell’offesa nei confronti degli ebrei e della Resistenza”.

Mauro Salizzoni, vicepresidente del Consiglio regionale “Anche quest’anno l’emergenza sanitaria ci costringe a celebrare e festeggiare il 25 aprile in modo virtuale e distanziato, eppure proprio i tempi dolorosi e complessi che stiamo attraversando fanno sì che questa data fondamentale per la storia del nostro Paese venga ad assumere un significato ancora più profondo. Voglio ringraziare il Polo del ‘900, che, insieme agli istituti e alle associazioni che lì trovano casa, ha saputo costruire un programma importante e stimolante: le dirette radio, i film, la Resistenza nelle parole di Norberto Bobbio, i percorsi che intrecciano le Pietre di inciampo con i luoghi partigiani, lo sport, perché anche lo sport ha conosciuto la deportazione e la brutalità della violenza bellica, ma anche lo sport ha avuto i suoi partigiani. Sono certo che il prossimo anno sarà diverso, potremo ritrovarci in piazza, insieme, a festeggiare. Perché, non dimentichiamolo, il 25 aprile è proprio questo: è Festa! Perché la Resistenza fu morte, dolore, sofferenza, sacrificio. Ma fu anche gioia, la gioia di aver sconfitto i fascisti, la gioia di aver restituito agli italiani la libertà, la gioia per essere stati dalla parte giusta della Storia”

Francesca Leon, Assessora alla Cultura della Città “Festeggiamo il 25 aprile per onorare la memoria di quanti hanno dato la propria vita, patito la galera e le torture sotto il regime nazifascista, per restituirci la libertà e vivere in democrazia. Torniamo con emozione, ogni volta, ogni anno, a ripensare a quanto avvenne e per ravvivare l’entusiasmo propagato dalla Resistenza vittoriosa. Questo giorno continua a rappresentare un momento unificante per gli italiani; un grande momento comunitario, che riattualizza e amplifica il senso profondo di questa festa. Anche quest’anno le associazioni e gli enti realizzeranno iniziative di commemorazione, adattando alla difficoltà del momento le loro proposte, rilanciandole attraverso tutti i possibili i canali di comunicazione. Ricordare la lotta per la Liberazione è indispensabile per costruire un futuro che metta al centro gli ideali di democrazia, giustizia, uguaglianza e solidarietà. Buon 25 aprile a tutte e tutti”.

Sergio Soavepresidente del Polo del ‘900 “Per la 76^ volta scatta, con il 25 aprile, la Festa della liberazione del nostro paese dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista e la Fondazione Polo del ‘900 non manca di offrire (ahimé ancora da remoto) una vasta gamma di occasioni di incontro, dibattito, riflessione perché nessuno dei molteplici significati di quel felice momento vada smarrito. Lo facciamo, cercando di sfuggire a quella sorta di ritualità liturgica che, nella sua forza, nasconde qualche rischio perché, passate ormai quattro generazioni dall’evento, il suono e il significato delle parole che allora mossero gli italiani a scegliere nuove vie di convivenza civile è inevitabilmente mutato. Sicché, oggi, oltre al riproporsi di pericoli che ci ricordano fasi della storia che si ritenevano superate per sempre, si presentano nuove, impersonali e inedite forme di attacco alla libertà, alla democrazia (logorata e fragile), alla dignità della persona umana (fortemente compromessa). Il rinnovare dunque il nostro giuramento di fedeltà ai valori che quel giorno evoca e ripropone esige un pensiero critico attualizzato. Il chè è quanto, faticosamente, stiamo cercando di proporre, avvalendoci delle molte e plurali sensibilità che vivono all’interno della nostra Fondazione”.

Alessandro Bollodirettore del Polo del Polo del ‘900 “Ogni anno ci stringiamo intorno al 25 aprile per tenere viva la memoria della Resistenza e della Liberazione offrendo alla cittadinanza un ricco palinsesto, con un’attenzione particolare ai giovani e giovanissimi. Grazie agli enti partner e molti compagni di viaggio, abbiamo la possibilità di rinnovare il dibattito con percorsi inediti, offrendo nuovi spunti anche grazie all’uso dei più svariati linguaggi, digitali e non, recuperando valori, storie, fatti e testimonianze che a 76 anni di distanza continuano ad essere d’ispirazione e di comprensione del presente”.

Eataly propone un mese di formaggi top

Oltre 700 tipi di formaggi, incontri con i produttori, Presìdi Slow Food ospiti e un’asta di beneficenza

Eataly Torino Lingotto prosegue il Mese dei Formaggi: fino al 5 maggio tanti appuntamenti per celebrare i migliori casari, affinatori e artigiani, ponendo al centro dell’attenzione il racconto e l’unicità dei formaggi italiani.

Protagonisti assoluti oltre 700 tipologie di formaggio, dalle grandi denominazioni alle eccellenze dei piccoli produttori, che compongono una formaggeria diffusa, in negozio e online.

Tutti i giorni saranno presenti negli spazi del Mercato produttori ospiti per raccontare i loro prodotti unici: le Fattorie Fiandino con il loro Kinara fatto con i fiori di cardo, l’Azienda Agricola Giachero di Lusernetta con una selezione di caprini e poi Malandrone, Capra&Cavoli, Rosola e tanti altri. Appuntamento speciale sabato 24 aprile con 2 produttori di Presìdi Slow Food: l’Azienda Agricola Sorelle Facciotti, che da Boccioleto porterà il Macagn, formaggio vaccino di montagna a latte intero e crudo dall’inconfondibile fragranza di pascolo, e l’Azienda Agricola Amaltea, con la sua Robiola di Roccaverano DOP, la cui peculiarità è data dal latte, ricco di aromi e sapori che derivano da erbe autoctone dell’Alta Langa. Per tutto il giorno saranno a disposizione per raccontare le loro realtà, vendere e far assaggiare le loro eccellenze.

Da segnare in agenda anche la data di venerdì 30 aprile alle ore 18: si terrà infatti l’”Asta benefica delle grandi Forme”, in collaborazione con Fattorie Fiandino e FORMA Onlus. Fiorenzo Giolito, affinatore e responsabile del reparto Formaggi di Eataly, metterà all’asta una forma di Gran Kinara, formaggio stagionato per più di 12 mesi e prodotto con vero caglio vegetale estratto dalle infiorescenze del fiore del cardo, senza lattosio e senza conservanti, che sarà tagliata in diretta a scopo benefico. Il ricavato della vendita andrà a FORMA Onlus, Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.

Domenica 2 maggio alle ore 10.30, invece, ritorna Gastronomica, l’appuntamento di approfondimento sulla cultura enogastronomica insieme a Eric Vassallo. Questa volta si parlerà di una delle eccellenze casearie italiane che si trovano sulle nostre tavole: il Parmigiano Reggiano DOP. Vassallo, insieme agli esperti del Consorzio, ne racconterà storia, origini, tecniche di produzione e proprietà. Non mancherà la degustazione guidata di due stagionature di Parmigiano Reggiano DOP, per assaporarne tutte le sfumature di gusto, in abbinamento a un calice di vino. L’incontro, gratuito e su prenotazione, si terrà in totale sicurezza negli spazi ampi e verdi del dehors; in caso di maltempo, sarà rimandato.

Infine, il formaggio è protagonista anche negli altri reparti freschi di Eataly Lingotto. Per tutto il mese in Gastronomia tanti piatti speciali per celebrare i formaggi, ideati dall’Executive Chef Patrik Lisa: dalla classica fonduta o flan al Castelmagno, ai cannelloni di ricotta e spinaci gratinati al Parmigiano e la cheesecake con Seirass e frutti di bosco. In Panetteria vengono sfornate tutti i giorni delle novità a tema: il pane di grano duro con caciocavallo e pepe nero, la pizza speciale ai 4 formaggi con formaggi piemontesi, la pizza speciale con asparagi e fontina, la torta al formaggio, la focaccia con la mozzarella fiordilatte del Caseificio di Eataly Lingotto e le golose pizzette al formaggio. E ancora, il Pastificio Plin di Ugo Alciati propone una selezione di formati di pasta fresca ripiena dei formaggi più golosi: i tortelloni di magro con ricotta di bufala e spinaci, tortelli di asparagi e Seirass, agnolotti di caprino e pepe fresco, lunette con pomodoro e mozzarella, tortelli ripieni di Parmigiano Reggiano.

Per maggiori informazioni e prenotazioni, www.torino.eataly.it