ilTorinese

I campioni del Grande Torino giocarono tutti insieme una sola volta

Nell’anniversario della tragedia di Superga diamo spazio ai ricordi ed alle curiosità.

Chi non conosce, tra i tifosi granata e gli amanti del calcio in generale, la storia del Grande Torino e delle sue gesta! Leggenda, fiaba, e romanzo….di tutto si è detto e scritto. Novo divenne presidente nel 1939 ed il primo tassello della mitica formazione fu il 18enne centravanti Ossola. A seguire gli altri 10 componenti della leggendaria squadra che ripetiamo e recitiamo come una poesia….Bacigalupo Ballarin Maroso Grezar Rigamonti Castigliano Menti Loik Gabetto Mazzola Ossola.
Bene: sapete quante volte giocarono tutt’ insieme dal 1943 al 1949 (pausa guerra mondiale per 2 anni)vincendo 5 scudetti consecutivi???
*Soltanto 1 volta!*
Neanch’io volevo crederci rileggendo più volte i tabellini delle partite…e fu solo pareggio contro gli alabardati del mitico Nereo Rocco
*10 aprile 1949
Triestina-Torino 1-1*
Gol di Menti per il Toro e Blason per la Triestina.Entrambi su rigore.Riguardo alla Storia del Toro sono stati scritti 247 libri,a livello europeo è la squadra con più letteratura dedicata,ma nessuno dei testi cita questo episodio.Perchè gli Angeli di Superga giocarono solo 1 volta tutt’insieme?
Per infortuni e squalifiche, ora di 1 giocatore, un’altra volta per 2 atleti. Le cosiddette riserve erano, comunque, quasi a livello dei titolari. Aldilà del rilievo statistico niente potrà mai cancellare i brividi che provoca la recitazione della poesia….Bacigalupo Ballarin Maroso…..

Vincenzo Grassano

Politica afona e insensibile sul problema dei senzatetto

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Non sono favorevole a lasciare i senza fissa dimora in permanenza sono i portici persino in piazza San Carlo, anche se, viaggiando spesso all’estero fino all’anno scorso,  ho constatato che il problema dei senza tetto nei centri delle grandi città è problema diffuso

Abbiamo sindaco e assessori che in cinque anni di mandato non hanno fatto nulla di tangibile per affrontare un grave problema sociale, aggravato dalla pandemia. Infatti il,coprifuoco risulta davvero essere parola vana e drammaticamente ridicola, se si considera il numero di persone che dorme all’aperto. Solo la Chiesa cattolica si è posta il problema seriamente insieme agli storici asili notturni di matrice massonica. La politica sul tema si è rivelata invece del tutto afona.
Ma quanto è accaduto in piazza Statuto con i panettoni posti per impedire ai barboni di dormire sotto i portici è un atto di inciviltà e di barbarie che offende Torino.
E’ un rimedio che lede la dignità delle persone e certo non aggiunge decoro alla piazza. Quei macigni di cemento vanno subito rimossi e devono scuotere la Città nel suo insieme.  La città di don Bosco e del Cottolengo si ribella di fronte a tanta insensibilità morale. Ma anche la Torino laica deve all’unisono condannare questo episodio e muoversi. Il “bugia nen” in questo caso è fuori posto.

E’ Torino il luogo di Marc Augé

Se oggi abbiamo imparato a osservare con occhi diversi la società attraverso il concetto di ‘nonluogo’ dove si insinua un deficit di identità soggettiva e di relazioni umane significative, effetto di straniamento psicologico, dalle stazioni della metropolitana agli aeroporti o i magazzini Walmart, spazi sociali dove  il cittadino contemporaneo subisce un deficit di relazioni umane significative, questo lo si deve al professor Marc Augè, antropologo della surmodernità e del rimpatrio dello sguardo etnografico.

E il professor Augè dal 2013 ha scelto Torino come ‘’buen ritiro accademico’’ dopo aver passato una vita tra i villaggi della Costa d’Avorio e la Ecole des Hautes Etudes en Sciences sociales transalpina, trovando nella nostra città sono le sue parole, ‘’una piccola Parigi’’. Un luogo dove fare tutto ‘’con più razionalità e meno dispersione di tempo’’, dall’andare al teatro Regio, al Cinema Centrale, al fare una passeggiata ai murazzi o al Valentino, percorrendo via Po o sostando davanti alle  librerie antiquarie, recandosi all’Università a chiacchierare con il suo amico il filosofo Federico Vercellone o alla casa editrice Bollati Boringhieri, che ha pubblicato in Italia alcune sue opere più recenti. Ha detto che a Torino ha trovato sostanzialmente inalterato il rapporto tra le rimanenze palatine del castra romano, l’occupazione francese e il tessuto urbanistico nato dalla rivoluzione industriale dei primi del novecento. Una città dove ci si è curati negli anni più che nella Ville Lumiere, di preservare il centro storico dalla mutazione ininterrotta generata dai flussi migratori e dalla pervasività del mondo-fabbrica degli anni 50’ e 60’ senza una ricerca ossessiva di qualche soluzione di continuità forzatamente iperfunzionale. Da piazza Carlo Alberto dove abita a un passo dalla Biblioteca Nazionale e da Palazzo Carignano dove vede le punte delle alpi Cozie e Graie. Oggi ci mette in guardia ‘’dalla solitudine dell’homo cyber’’ dai pericoli che genera e ‘’pensa che la rivoluzione telematica debba rimettere al centro non  l’individuo, ma la persona, non il consumismo ma l’attività creativa là dove il mondo del bit globale e dei social ‘’ha trasformato l’intero pianeta in un nonluogo dai confini liquidi e immateriali  ’’dove il tempo planetario viene percepito in accelerazione e ridotto a puro presente condannandoci all’ostentazione superficiale e all’oblio immediato’’ dove ‘’l’ordine sequenziale delle nostre esistenze risulta frammentato e confuso’’. Una sensazione come quella del viaggiatore d’affari che passando da un albergo all’altro, sente che la vita vera avviene altrove. Nella passiva ricezione del consumo di notizie, immagini e oggetti, la persona nella realtà della mondializzazione della Rete vive in una ‘’solitudine vertiginosa’’, all’interno della quale si è prodotta una crisi relazionale e per conseguenza diretta, umana e sociale. La strada terapeutica sta nel rafforzamento delle strutture interattive e dei rapporti di fraternità polverizzati dall’homocyber, per ricostruire la ‘’devastazione ecologica territoriale e mentale’’ introdotta dalla filologia del web e per far che tutto questo abbia  il respiro della profezia. Riconoscenti al dottor Augè per aver fatto di Torino il  suo luogo dal quale ancora riparte per il mondo. Campo base per un nuovo illuminismo.

Aldo Colonna

Lo Stabile torinese reincontra il pubblico per un’estate tutta teatrale

“Evviva, ripartiamo” è l’urlo di rinascita che il presidente dello Stabile torinese Vallarino Gancia lancia ad inizio della conferenza stampa rigorosamente in streaming per annunciare l’attività che rivedrà la vita teatrale sui palcoscenici di Carignano, di Gobetti e di Fonderie Limone.

“Abbiamo riaperto e tutto questo è stato possibile perché non ci siamo mai fermati”, come una grande, enorme bottega che non abbia mai smesso di lavorare e sfornare manufatti su manufatti. Con l’orgoglio e la felicità di tutti. E con la consapevolezza di aver ritrovato, allo scoccare delle riaperture, un nuovo, inatteso senso di comunità teatrale, di toccare con mano quell’abbraccio che ancora una volta si ricrea tra palcoscenico e pubblico. Si lancia nell’etere la parola innamoramento e a nessuno pare sprecata. Il lavoro ferve, c’è tanto da fare, una primavera e un’estate ad attendere il pubblico. Lo Stabile di casa nostra è stato il primo a riaprire le porte (dallo scorso 26 aprile), a riprendere, inevitabilmente rivisto e assai corretto, il cartellone Diversamente Classico – infelicemente naufragato per la tragedia e gli effetti della pandemia – per prolungarlo sino a Ferragosto (promessa del direttore Filippo Fonsatti), guardando soprattutto al progetto produttivo che è la spina dorsale dell’ente, eleggendo Filippo Dini regista residente (per un triennio) e affidando a lui l’inaugurazione della stagione 21/22 con un titolo che Fonsatti non rivelerebbe nemmeno sotto tortura (dev’essere un titolo “grosso” e ne siamo già curiosi). Un cartellone che conta 26 titoli di cui 10 produzioni del Tst (8 nuove produzioni esecutive e 2 coproduzioni) e 16 spettacoli ospiti.

“Stiamo coronando un sogno”, rincara la dose Valerio Binasco direttore artistico e non può star fermo sulla sedia. “Oltre la riapertura, produciamo spettacoli, abbiamo messo in cantiere in questi mesi parecchi titoli e siamo pronti ai debutti, “straordinariamente” pronti, senza tacere della profusione di energia e speranza che ci ha aiutato ad andare avanti. Faccio parte di una grande squadra con un grande capitano, Fonsatti”: tutto sembra essere una grande festa più che una conferenza stampa e le pacche sulle spalle – giustamente – non devono mancare.

Già il pubblico affolla le repliche del pirandelliano Il piacere dell’onestà, Binasco interprete e regista (Carignano, fino al 9 maggio) e delle Sedie di Ionesco, nella classica traduzione di Gian Renzo Morte, ancora regia di Binasco e interpreti Federica Fracassi e Michele Di Mauro (Fonderie Limone, fino al 16 maggio, ve ne riferiremo), da stasera Maria Amelia Monti e Roberto Turchetta portano sul palcoscenico del Gobetti La parrucca da La parrucca e Paese di mare di Natalia Ginzburg, per la regia di Antonio Zavatteri (fino al 9 maggio), titolo che vanta già 1200 biglietti venduti, tanto per dimostrare la bulimia di testi teatrali che ha appassionatamente colpito il pubblico. Che potrà nei prossimi mesi tra l’altro ricercare la presenza del Stabile torinese sullo schermo di Rai5: due Pirandello venduti (quattrini che entrano felicemente in cassa), Il piacere e Così è (se vi pare) per la regia di Dini, pluripremiata messinscena. Certamente da rivedere. Dall’11 maggio (sino al 30) il debutto a lungo atteso, in un saltellare di rinvii, di The Spank, testo – la tragedia (?) di due uomini ridicoli (!) – di Hanif Kureishi, romanziere, drammaturgo, sceneggiatore anglo-pakistano di successo, in prima mondiale, con Binasco e Dini (quest’ultimo, elettrizzato per le pillole di saggezza che quotidianamente si vede inviare dall’autore, anche regista); mentre dal 25 maggio (sino al 13 giugno, alle Fonderie, Jurij Ferrini affronterà un titolo da far tremare le vene e i polsi ma grandioso, giusto ormai per i suoi dati anagrafici (come interprete) e per il suo lungo percorso di regista, Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller. Al suo fianco, lui Willy Loman, specchio rotto della distruzione del sogno americano, Orietta Notari, già nel ruolo della moglie Linda con Eros Pagni e Marco Sciaccaluga, scomparso di recente, regista.

Intanto si allineano altri titoli. 10mg, drammaturgia della giovane Maria Teresa Berardelli, regia di Elisabetta Marzullo, amore, paura, solitudine, desiderio, frustrazione cui si dovrà aggiungere la commercializzazione della malattia attraverso il sistema pubblicitario (Gobetti, dal primo giugno); Risveglio di primavera di Wedwkind che Gabriele Vacis sta preparando con i neodiplomati della scuola dello Stabile (Sala piccola delle Fonderie, dall’8 giugno); Pandora, proposto dal Teatro dei Gordi, nel cuore di Binasco una delle chicche di questa stagione estiva, uno spettacolo senza parole, un bagno pubblico come metafora moderna del vaso da cui sono uscite le disgrazie dell’umanità; Staff only. I mestieri del teatro per la regia di Elena Serra, per un pubblico di giovanissimi; e la gozzaniana Signorina Felicita con Lorena Senestro diretta da Massimo Betti Merlin.

A ribadire ancora una volta che “la scena teatrale torinese è viva” (ancora Binasco) e gode ottima salute, si è deciso di far convivere durante il mese di luglio i cartelloni di “Prato Inglese” (al Carignano, dal 6 luglio) con Molto rumore per nulla per la regia di Silvio Peroni e di “Summer Plays” (al Gobetti, dal 29 giugno) con ben undici interessanti proposte. Infine gli ospiti: Daniele Russo, Silvio Orlando, Gabriele Lavia e Monica Guerritore.

Elio Rabbione

Nelle foto:

Valerio Binasco e Filippo Dini in una scena di “The Spank”, un testo di Hanif Kureishi (foto di Luigi De Palma); “Le leggi della gravità” con Gabriele Lavia; “10mg” diretto da Elisabetta Marzullo (foto di Andrea Macchia); “Pandora” proposto dal Teatro dei Gordi (foto di Noemi Ardesi)

Ruffino (Cambiamo!): centrodestra unito su Damilano, centrosinistra scollato 

“Il centrosinistra, per il comune di Torino, è costretto a ricorrere alle primarie sperando di riuscire a trovare un candidato sindaco che possa andare bene anche per l’alleanza con i 5 Stelle.

Il centrodestra invece è compatto sul candidato civico Paolo Damilano, fornendo così una bella dimostrazione di coesione anche a livello locale”. Dichiara in una nota la deputata di Cambiamo! Daniela Ruffino. “Lo scollamento dell’area di centrosinistra evidenzia l’unico interesse che li tiene uniti, il potere, così come accade a Roma dove appoggiano Draghi ma poi localmente non trovano intese su nulla. Il centrodestra invece, continua a dimostrare come investire su uomini e programmi sia benefico per il futuro dei territori”, conclude

Linkedin per chi cerca un (nuovo) lavoro

IL PUNTO DI VISTA  Le interviste di Maria La Barbera 

Pamela Serena Nerattini ci svela come utilizzare al meglio il famoso social e trasformare il proprio percorso professionale.

“La guida che avrei voluto leggere quando presi la decisione di dare una svolta alla mia vita” scrive in copertina l’autrice, avevo bisogno di non sentirmi sola, sbagliata e di acquisire sicurezze” aggiunge all’interno. E’ proprio così, quando decidiamo di cambiare vita, soprattutto se lasciamo delle certezze, ci assalgono mille dubbi, cerchiamo coraggio, rassicurazioni  e andare oltrequelle credenze, limiti e schemi autosabotanti radicati nella nostra mente.

Quando si avvia un percorso di cambiamento è necessario comprendere gli obiettivi che intendiamo perseguire, individuare le competenze maturate e preparare con cura il curriculum o la presentazione con cui faremo ingresso nel mercato del lavoro, proprio come in una “apparizione sul palcoscenico”.

Questo libro non è una semplice raccolta di suggerimenti su come rispondere agli annunci, ma un manualedidattico per mettersi nella giusta condizione per farsi conoscere da recruiter e potenziali datori di lavorointraprendendo non solo una comune ricerca di occupazione, ma rendendosi appetibili e creandointeresse intorno alla propria figura professionale. Nonsiamo in presenza del solito libretto di istruzioni per imparare ad usare al meglio Linkedin dunque, ma di un vademecum metodologicamente spiegato per gestire al meglio un possibile percorso  di evoluzione lavorativa attraverso una prospettiva nuova capace di farci sfruttare al meglio tutte le nostre potenzialità e di farci evitareerrori e perdite di energie. Un manuale operativo, dunque, dove, anche grazie ai preziosi interventi di coach, psicologi e facilitatori si approfondiscono aspettiimportanti necessari alla creazione del personal brandinge della reputazione online. Durante la lettura si ha la sensazione che l’autrice sia personalmente a spiegare e ad accompagnarci , forse per il linguaggio utilizzato, semplice ma efficace, o probabilmente per la consapevolezza del fatto che chi scrive è passata in prima persona per la complessa esperienza dellametamorfosi lavorativa superando ostacoli e insicurezze.

3 domande a Pamela Serena Nerattini


Dottoressa Nerattini come è nata l’idea di scrivere questo libro?

Volevo scrivere qualcosa che affrontasse il tema del cambiamento, un processo che spesso genera confusione e  timore. La mia esperienza di trasformazione professionale all’inizio mi ha fatto sentire smarrita edincerta soprattutto per  la mancanza di un network che mi facilitasse il percorso; conoscere le reali potenzialità di Linkedin, le sue  ampie capacità di networking mi avrebbe aiutato a percorrere un cammino in maniera organica ed efficiente. Naturalmente i risultati non arrivano subito, non è una bacchetta magica, ci vuole costanza, impegno e tempo, ma posso assicurare chequesto social network aiuta nella creazione di una rete, nella scoperta di mentori autorevoli ed a comprendere se quello che inseguiamo è raggiungibile nelle modalità con cui lo immaginiamo o se dobbiamo apportare delle modifiche al nostro screening.

A chi è rivolto il libro?

E’ diretto a chi è in cerca di lavoro, sia di primaoccupazione ma anche a coloro che si voglionoriposizionare o trovare qualcosa che gli piace di più.

Non c’è un target preciso, non ci sono condizioni speciali come l’età o lo status, chiunque, attraverso questo strumento se utilizzato con il giusto metodo, può moltiplicare le sue possibilità di trovare un lavoro o di cambiare quello attuale se non  è soddisfatto. L’obiettivo è di far conoscere a tutti, dai neolaureati ai professionisti con diverse competenze e anni di lavoro, i criteri e le possibilità per utilizzare Linkedin, avvalendosi di tutte le sue facoltà. Questo è il primo volume, il livello base, a breve uscirà il secondo libro con informazioni di livello avanzato.

Ci può anticipare qualche suggerimento utile per cominciare?

Il primo consiglio è iscriversi, usare Linkedin se si cerca lavoro.

Un’altra indicazione importante è di non scrivere nellostato attuale “disoccupato” o in “cerca di lavoro”, è determinante invece sottolineare le proprie esperienze, gli studi e anche le soft skill ovvero le caratteristiche della personalità, le abilità e i tratti caratteriali considerati  importanti nel mondo del lavoro.

Studiare gli annunci di lavoro che ci interessano per capire come sono strutturati e individuarne le parole chiave è molto utile invece per scrivere correttamente il profilo creando un match, una corrispondenza, con le offerte e le esigenze di chi fa selezione.

Ai domiciliari non apre alla polizia: “pensavo fosse mia madre”

Trentaseienne denunciato

Sono da poco passate le 20 in un appartamento in zona Mirafiori, dove un cittadino italiano di 36 anni sta trascorrendo del tempo in compagnia di una donna. Improvvisamente suona il campanello. Il trentaseienne, preoccupato potesse trattarsi di una visita della madre, chiede alla compagna di raggiungere il balcone e nascondersi. Grande la sorpresa dell’uomo nell’aprire la porta, non trovandosi davanti il genitore, bensì la pattuglia del commissariato Mirafiori recatasi presso la sua abitazione per verificarne la presenza. L’uomo è infatti sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

Una volta dentro, gli operatori sentono dei rumori provenire dall’esterno. L’uomo spiega loro la presenza della donna e la necessità di “nasconderla” per timore che potesse incontrare la madre.

Controllando l’abitazione, i poliziotti notano due cavi, tagliati all’estremità, fuoriuscire dal contatore dell’energia elettrica. Insospettiti, interrompono l’alimentazione dell’elettricità in casa, appurando che le luci rimanevano comunque accese. Considerata l’anomalia, viene fatta intervenire una squadra di tecnici per il ripristino dell’impianto.

Il trentaseienne è stato denunciato per furto di energia elettrica.

Al primo arresto per spaccio ne seguono altri tre

Una quarta persona è stata denunciata in stato di libertà

Quattro persone arrestate e una denunciata, questo è il risultato di un controllo di polizia effettuato per strada mercoledì sera dagli agenti del Commissariato Barriera Milano nelle strade del quartiere.

Tutto ha avuto inizio quando, poco prima delle 21, percorrendo corso Vercelli, i poliziotti notano un cittadino straniero a bordo di una bicicletta che alla vista degli agenti accelera l’andatura. Una volta raggiunto, all’incrocio con corso Emilia, l’uomo, un ventitreenne senegalese, deglutisce ciò che ha in bocca. Nella sua disponibilità, i poliziotti trovano 420 euro. Con sé, inoltre, il giovane ha un telefono cellulare dal quale emerge una richiesta di acquisto di stupefacente.

Quando gli agenti vanno a casa dell’uomo per la perquisizione, nell’alloggio trovano 4 persone, due di queste vengono trovate in possesso di numerose dosi di cocaina. Altre dosi dello stesso stupefacente vengono recuperate sotto un materasso e sul mobile della tv. Complessivamente vengono recuperate una cinquantina di involucri contenenti stupefacente. Nell’alloggio, i poliziotti rinvengono e sequestrano 1400 euro e il materiale per il confezionamento delle dosi.

Alla luce dei fatti, oltre al ventitreenne, sono stati arrestati, per la detenzione dello stupefacente, altri tre suoi connazionali, tutti sotto i 30 anni. La quarta persona presente in casa, per lo stesso reato, è stata denunciata in stato di libertà.

Scoperto con attrezzi per lo scasso

Stava percorrendo via Carlo Ignazio Giulio all’una e mezza di notte di mercoledì scorso, quando una pattuglia del personale del Commissariato Centro in servizio di Volante lo ha notato.

Gli agenti hanno fermato l’uomo per un controllo; questi si è dimostrato particolarmente insofferente ed agitato. E’ così scattata la perquisizione alla ricerca di armi, che ha avuto un esito positivo: l’uomo aveva infatti con sé una lama in metallo della lunghezza di circa 10 cm ed una tenaglia, sempre in metallo. Pertanto, per il cinquantatreenne, che ha precedenti specifici per porto abusivo di oggetti atti ad offendere e  possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli, nonché condanne per reati contro il patrimonio, è scattata sia la denuncia penale in merito al possesso dei due oggetti sequestrati, nonché la sanzione in quanto sorpreso sulla pubblica via, tra l’altro al di fuori del proprio comune di residenza, nella fascia oraria del coprifuoco.

Una bicicletta gigante per il Giro d’Italia

Lunedì 10 maggio il 104° Giro d’Italia attraverserà il comune di Brozolo durante la 3^ tappa Biella – Canale.

Un gruppo di volonterosi brozolesi ha costruito una bicicletta gigante in legno che è stata collocata in piazza Radicati per dare il benvenuto al Giro con i suoi ciclisti e sostenitori appassionati.
Anche se il passaggio sarà rapido sul tratto di competenza della provinciale 590, sarà comunque un’occasione per  invitare alla visita di  un territorio  ancora poco conosciuto che presenta scorci stupendi.
Le associazioni del territorio (Fidas, Amici dei Sentieri, La Boscaglia) per festeggiare l’avvenimento hanno invece promosso un concorso fra i brozolesi per le migliori decorazioni a tema.