ilTorinese

Dal messaggio sul telefono all’aggressione: denunciato per lesioni

Vittima refertata con 7 giorni di prognosi

Nei giorni scorsi un cittadino chiama il 112 NUE. E’ agitato, non motiva la richiesta d’intervento ma si limita ad indicare la sua posizione.

La volante del commissariato Barriera Nizza raggiunge il luogo indicato, trovando un uomo con il volto insanguinato ad attenderli. Alla richiesta dei poliziotti di fornire una spiegazione sull’origine delle ferite, quest’ultimo nicchia, riferendo una serie di motivazioni poco convincenti. Nel frattempo personale sanitario giunge sul posto per medicarlo.

Trascorsi alcuni istanti, l’uomo decide di raccontare quanto avvenuto precedentemente a casa del proprio compagno.

Tutto nasce da un messaggio che quest’ultimo riceve da parte di un loro conoscente, un contatto che ingelosisce il fidanzato. Nell’esprimere le sue rimostranze, la vittima viene colpita da una serie di pugni in pieno volto.

Al termine dell’aggressione, l’uomo abbandona l’abitazione. Non pago di quanto appena accaduto, il compagno lo raggiunge in strada, minacciando di rovinarlo chiamando la Polizia. A questo punto sarà invece la vittima a prendere coraggio ed allertare il 112 NUE.

Gli agenti del commissariato raggiungono l’abitazione del reo, trentaduenne sudamericano, e dopo una serie di accertamenti, lo denunciano per lesioni.

In seguito all’aggressione, l’uomo è stato refertato con una prognosi di 7 giorni.

Torino: importuna i passanti in pieno orario di coprifuoco

E’ accaduto nei giorni scorsi in via Garibaldi

Ha più volte ignorato gli agenti del Commissariato Centro che lo hanno invitato ad indossare i dispositivi di sicurezza individuale e di far rientro a casa poiché si trovava in strada in pieno orario di coprifuoco. E’ accaduto sabato sera: l’uomo, un quarantaseienne italiano, in evidente stato di ebrezza, stava importunando i passanti tra via Garibaldi angolo via dei Mercanti. Quando i poliziotti lo hanno raggiunto ed informato delle sanzioni in cui sarebbe incorso, l’uomo ha mantenuto un atteggiamento poco collaborativo, proferendo parole prive di senso. Gli agenti lo hanno sanzionato amministrativamente per ubriachezza molesta e per l’inosservanza delle norme atte al contenimento del rischio epidemiologico da Covid-19.

Le “opere grafiche” di Rocco Zappalà in mostra al Brunitoio

Sabato 8 maggio, alle 17.30, nella Sala Esposizioni “Panizza” di Ghiffa(Vb) l’Officina di Incisione e Stampa in Ghiffa “Il Brunitoio” inaugurerà la mostra dell’artista Rocco Zappalà intitolata “Opere Grafiche”.

L’evento è a cura di Ubaldo Rodari, con i testi di Silvia Converso.  La pratica dell’incisione di Rocco Zappalà si esprime in un linguaggio grafico apparentemente molto scandito e chiaro, ma nasconde in verità una profonda complessità stilistica, estetica e sensoriale. Metodo, tecnica e tensione emotiva sono un’unità inscindibile che connota la sua opera.

Seguendo un processo metodico e rigoroso, l’artista incide manualmente la lastra esprimendo qui i suoi stati emotivi e la sua energia creativa. Nel momento in cui la lastra viene impressa sulla carta, essi si traducono in pure forme astratte e concettuali. La stampa diviene così uno specchio della lastra. La stampa come riflesso delle emozioni. L’opera si trasforma in una superficie dai contorni definiti nello spazio in cui si alternano vuoti e pieni, luce e ombra, ordine e caos. Un gioco imprevedibile di contrasti che traduce sottilmente il linguaggio creativo dell’artista: simmetrie che si sottraggono al rigore formale rivelando asimmetrie giocose, linee dai toni caldi che s’immergono in forme scure, dando forma a geometrie mutevoli e ritmate. Il pensiero si esprime seguendo il percorso dei segni: immagini e colori prendono vita, senza la pretesa di rifarsi alla realtà o a concetti ben precisi. Le stampe di Zappalà sono un’opera aperta, in uno spazio apparentemente finito, e che trascende i propri limiti e la volontà dell’artista: l’occhio scova di volta in volta nuove associazioni e sequenze figurative, materiche e cromatiche, sull’onda del moto dell’anima di chi l’osserva. Quella che Zappalà realizza è una ricercata complessità geometrica puramente astratta. Il suo è un linguaggio espressivo, ritmato da strati, linee, forme geometriche e colori che entrano armoniosamente in dialogo tra loro. All’osservatore spetta il ruolo di interagire con tutti questi elementi visivi e sensoriali e dare loro una voce, decostruendoli e ricomponendoli in infinite sequenze di segni, cariche di significato e piacere estetico. La mostra sarà visitabile sino al 30 maggio, da giovedì a domenica, dalle 16.oo alle 19.00, ovviamente nel rispetto delle misure anti Covid-19 con obbligo di mascherina indossata e distanziamento.

M.Tr.

“Regio Itinerante” da quattro anni in crisi

“I piccoli Comuni rischiano di dover rinunciare a ospitare concerti di alto livello: alla Giunta Regionale, che sul progetto mette fondi, va bene così?”

Il trend negativo è iniziato nel 2018, ben prima, dunque, della pandemia: ho portato il tema in Consiglio Regionale con un’interpellanza discussa a Palazzo Lascaris. La Regione mette a disposizione risorse affinché, con questa iniziativa, la cultura di qualità arrivi capillarmente sull’intero territorio piemontese senza costi eccessivi: non può esimersi, dunque, dal far emergere la propria posizione politica e dal dettare le proprie priorità. La fondamentale figura professionale incaricata di stringere accordi con i Comuni è stata messa alla porta. L’aumento della quota a carico degli Enti (la cifra a componente è quasi triplicata) ha contribuito ad abbattere la domanda di appuntamenti da parte del territorio. Se la Giunta crede, come crediamo noi come Moderati, che questa iniziativa diffusa sia un valore in sé (d’altra parte è per sostenere questa tipologia di progetto che la Regione mette risorse), si muova perché a pandemia finita il calendario torni ai livelli pre-crisi.

Qual è il vero interesse, da parte della Giunta Regionale, nei confronti del “Regio Itinerante”? Che tipo di “Regio Itinerante” ha in mente? Lo scopriremo senza tema di smentite alla fine della pandemia, quando non sarà più possibile appellarsi alle limitazioni che gravano sugli eventi in presenza per giustificare il crollo verticale nel numero di appuntamenti organizzati. Il calo è iniziato nel 2018: ben prima dell’emergenza pandemica. Per ora, rileviamo che è impossibile, da una parte, affermare che il progetto è al centro delle preoccupazioni della Regione Piemonte e, contemporaneamente, rinunciare a fornire indicazioni programmatiche e strategiche, avallando semplicemente le decisioni del Commissario Straordinario, come se l’Ente Regionale non mettesse fondi a sostegno dell’iniziativa. Lo stesso responsabile dell’iniziativa con delega ai rapporti con gli Enti locali per l’organizzazione degli eventi è stato messo alla porta. L’Assessore Marrone ha risposto poco fa per conto dell’assente Assessora Poggio alla mia interpellanza sul tema.

Cedere l’organizzazione del “Regio Itinerante” a un ente esterno al Teatro è compatibile con lo spirito stesso dell’iniziativa? “Il Regio Itinerante”, che ci auguriamo resti un imprescindibile punto di riferimento delle politiche culturali regionali e non sia limitato a un numero ristretto e fisso di località, ha permesso di organizzare, dal 1998 in avanti, quasi 1.400 concerti, per la maggior parte a ingresso gratuito e realizzati in tutto il territorio regionale, dai capoluoghi di provincia alle più remote zone collinari e di montagna, presso teatri, chiese, castelli, auditorium. Episodi come la cancellazione, il giorno prima dell’evento, di un concerto in calendario a Rivalta lo scorso ottobre o come il ritardo nella pubblicazione del bando per la selezione dei nuovi gruppi da camera non sono senza conseguenze e danno le dimensioni delle criticità che gravano, attualmente, sul “Regio Itinerante”. L’aumento della quota a carico degli Enti (la cifra a componente è quasi triplicata) ha contribuito ad abbattere la domanda di appuntamenti da parte del territorio.

Il resto del quadro lo tracciano i numeri: dopo il picco raggiunto nella stagione 2009-2010 con 62 concerti, il rallentamento del 2018 e il crollo nel 2020-21, con 13 soli eventi. Ora siamo a un bivio: questa Giunta crede nel “Regio Itinerante” oppure no? Se sì, occorrono misure politiche conseguenti e adeguate; se no, per correttezza, lo si dichiari esplicitamente.

L’ampliamento delle proposte del “Regio Itinerante” si è reso possibile anche grazie al crescente riscontro del pubblico e all’aumento della domanda di enti e associazioni che intendono ospitare i concerti. Un circolo virtuoso che sarebbe assurdo interrompere.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Migliaia di visitatori nei musei torinesi a una settimana dalla riapertura

Dal 26 aprile al 2 maggio 2021, l’Egizio fa Sold Out: bene anche gli altri spazi espositivi. In zona gialla dal 1 al 26 febbraio 70.000 tagliandi venduti dal sistema museale piemontese. L’assessore alla Cultura Vittoria Poggio: «Segnali incoraggianti in attesa del Pass vaccinale per non chiudere più»

Nonostante il cattivo tempo della scorsa settimana nella prima finestra di aperture dal 26 aprile al 1 maggio, i musei piemontesi sono stati presi d’assalto: primo fra tutti l’Egizio dove è stato registrato il sold out rispetto alla capienza con oltre 5.309 presenze seguito dalla Gam con 3.015 e la Reggia di Venaria dove dai registri risultano venduti 1.857 biglietti: sempre nello stesso periodo seguono i musei Reali con 1.250 visitatori, Palazzo Madama con 1.477 mentre a Palazzo Chiablese dove è in corso la rassegna Capa in Color le sale hanno ospitato 1.169 persone. Il museo dell’Auto tra prenotazioni online e visite ha venduto 836 tagliandi.

«Ho chiesto agli uffici di fare una prima fotografia a sette giorni dalla riapertura – ha spiegato l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio, Vittoria Poggio – e i dati sono confortanti. C’è voglia di tornare a visitare i luoghi delle nostre bellezze, con il pass vaccinale che ci auguriamo arriverà presto possiamo immaginare una stagione nuova in sicurezza e senza chiudere più».

Fuori dai confini torinesi i più gettonati sono stati il Castello di Racconigi con 539 biglietti venduti e l’abbazia di Vezzolano con 538, peraltro nell’unico giorno registrato alla riapertura del 1 maggio.

L’attrattività dei musei piemontesi è confermata anche dal report dell’Osservatorio Culturale del Piemonte pubblicato nei giorni scorsi, relativo al periodo 1-26 febbraio 2021 quando il Piemonte era in zona gialla. Nonostante il contingentamento degli spazi per ragioni di sicurezza e soltanto il 70% dei musei aperti, sono state registrate 70.000 mila presenze distribuite su tutto il sistema museale piemontese.

«Sono dati incoraggianti – ha rimarcato l’assessore – che ci spingono a guardare sotto una nuova luce la stagione nella quale stiamo per entrare, e sulla quale confidiamo per recuperare i mesi perduti sapendo di poter disporre di soluzioni digitali complementari per incrementare ancora di più la conoscenza dei nostri Patrimoni culturali».

(foto Mario Alesina)

Lega: “Bioeconomia pilastro del piano Next Generation”

Riccardo Lanzo, vicepresidente del gruppo Lega Salvini Piemonte e presidente della commissione Autonomia, indica nella Bioeconomia e nell’Economia della Cura due degli asset strategici sui quali elaborare una politica industriale innovativa, coesiva e solidale per il Piemonte del post pandemia grazie ai fondi Next Generation Ue. 

“Il Piemonte si trova ad affrontare un’uscita dalla crisi molto complessa – ha ricordato il consigliere Lanzo nel corso del suo intervento – ma grazie al piano Next Generation Ue sarà possibile definire un nuovo modello economico e sociale capace di tenere insieme la creazione di ricchezza attraverso la competitività industriale con la tenuta sociale e occupazionale. Un’economia competitiva ma che sia anche più inclusiva e resiliente, che sappia abbracciare territori oggi soggetti a grandi progetti di deindustrializzazione e che sappia coinvolgere le reti del saper fare e dell’imprenditorialità sociale, sfruttando quell’importante serbatoio di competenze tecnologiche e digitali di cui la nostra Regione è ancora dotata. Ed è proprio un piano come il Next Generation Ue, che fissa i suoi pilastri fondamentali nel green new deal, nella digitalizzazione e nell’inclusione, a identificare nella Bioeconomia e nell’Economia della Cura due traiettorie di specializzazione per il futuro del nostro Piemonte. La Bioeconomia, che comprende un vasto insieme di attività industriali che vanno dalla produzione di risorse biologiche alla loro lavorazione, ha l’indubbio valore di rigenerare aree oggi marginali e di poter diventare un efficace acceleratore per l’innovazione sostenibile e per una peculiare specializzazione della nostra regione qual è l’agricoltura. La Bioeconomia può quindi rappresentare un fattore di flessibilità, adattabilità e resilienza alla crisi post pandemia e può creare un’economia più sostenibile e pulita e capace di generare nuovi posti di lavoro approcciando tutti i territori, grazie a forme complesse di partenariato tra il pubblico, il privato e il terzo settore. Anche l’Economia della cura, che include il settore dei servizi sanitari e della cura delle persone, è un settore destinato a espandersi, vista la crescente domanda di salute e benessere e il progressivo invecchiamento della popolazione. La “White Economy”, oltre ad avere una produttività molto alta, può rappresentare un canale privilegiato di occupazione, soprattutto per i giovani, e offre potenziali economici e di innovazione enormi. L’opportunità è quella di far crescere una nuova generazione di imprese sociali che potranno contare sulla disponibilità di investimenti privati, su un mercato che già oggi genera una spesa per il welfare di decine di miliardi di euro da parte delle famiglie e sui numeri dello stesso terzo settore, che nel volgere di qualche anno potrebbe avere un’accelerazione impensabile per qualunque altro modello di business. E poi esistono le opportunità tecnologiche che il Piemonte può già offrire, una infrastruttura intangibile importantissima che potrebbe a breve arricchirsi con il Centro per l’Intelligenza Artificiale di Torino e che potrebbe accompagnare le nostre piccole imprese, le reti del saper fare e dell’imprenditorialità sociale verso la trasformazione dei loro prodotti e servizi per cogliere le opportunità del post Covid”.

Incontro web dell’Ars Pallium Accademy: “Non ho un tumore, ma ho bisogno di cure palliative”

Giovedì 6 maggio 2021 | ore 17.30 – 19.00 Piattaforma Webex

“NON HO UN TUMORE, MA HO BISOGNO DI CURE PALLIATIVE: SOLO TEORIA O QUALCUNO MI CURA?”

 Si terrà giovedì 6 maggio il primo appuntamento promosso dall’Ars Pallium Accademy, dedicato al tema “Non ho un tumore, ma ho bisogno di cure palliative: solo teoria o qualcuno mi cura?”. L’evento si terrà sulla piattaforma Webex, dalle ore 17.30 alle 19, con ingresso libero e gratuito previa registrazione (per info e iscrizioni: anemosformazione@gmail.com).

Nei Paesi occidentali l’aumento dell’aspettativa di vita, nonostante i tragici eventi dell’ultimo anno, ha determinato un incremento dell’incidenza delle patologie cronico-degenerative non oncologiche. Se la parola cancro assume simbolicamente un valore di drammatica correlazione con la sofferenza e la morte, molte altre patologie sono altrettanto in grado di penalizzare la qualità di vita delle persone che ne sono affette.

I bisogni di chi è affetto da patologie cronico-degenerative sono di grande complessità, necessitano di un approccio specialistico multidisciplinare e possono essere soddisfatti dai servizi di cure palliative, come facilmente riscontrabile nella letteratura scientifica nazionale e internazionale. Purtroppo, però, le cure palliative stentano a diffondersi nelle discipline non oncologiche, forse perché malattie come lo scompenso cardiaco, la BPCO, la cirrosi epatica, solo per citare alcuni esempi, hanno un andamento clinico peculiare e non sempre prevedibile, pur conducendo inevitabilmente, prima o poi, all’exitus.

La prima iniziativa di APA è dedicata proprio alle patologie cronico-degenerative in fase avanzata. La tavola rotonda virtuale sarà moderata da Marina Sozzi, filosofa e tanatologa. L’introduzione è affidata a Oscar Bertetto, presidente di APA, sul tema: “Perché un’accademia di cure palliative in Piemonte”. Interverranno la presidente della Federazione Cure Palliative, Stefania Bastianello, e il presidente della Società Italiana di Cure Palliative, Gino Gobber. Seguiranno le relazioni di Simone Veronese, responsabile dell’Area Ricerca in Fondazione FARO (“Quante persone senza tumore hanno bisogno di cure palliative e perché”?); Luciano Orsi, direttore scientifico della Rivista italiana di Cure Palliative (“Gli operatori davanti a limiti e sfide decisionali”); Claudio Ritossa, vicepresidente di Luce per la Vita (“Dalle conoscenze alla pratica quotidiana per aver cura dello spirito”). Le conclusioni, dopo il dibattito con il pubblico, saranno a cura di Eugenia Malinverni, vicepresidente di APA.

Nel corso dell’incontro verrà posto l’accento sulla dimensione epidemiologica del problema, sulla complessità dei bisogni e sulle potenzialità delle cure palliative nel soddisfarli, nonché sulle implicazioni etiche e spirituali che rappresentano dimensioni dell’esistenza umana in particolar modo emergenti alla fine della vita.

La partecipazione è libera e gratuita previa registrazione: per iscriversi e ricevere le credenziali di accesso è sufficiente inviare una mail ad anemosformazione@gmail.com con il proprio nome e cognome e indirizzo di posta elettronica entro il 5 maggio 2021.

ARS PALLIUM ACADEMY

Ars Pallium Academy nasce per promuovere la cultura e la diffusione delle cure palliative. È una rete costituita da quattro enti fondatori: ANEMOS Curando s’impara, Fondazione F.A.R.O., IUSE, Luce per la Vita. APA ha come mission la promozione della conoscenza e della diffusione delle cure palliative in ambito scientifico e sociale, mettendo al centro del proprio progetto i curanti e la cittadinanza, perché attraverso azioni formative e informative possano tutti contribuire allo sviluppo delle cure palliative.

Per ulteriori informazioni: giulia.dallaverde@fondazionefaro.it |

Il ruolo delle donne nel mondo del lavoro, in radio a “Parlaconme”

 E’ il tema della prima puntata della seconda edizione diel programma condotto dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio

Riprende giovedì 6 maggio  dalle ore 18 alle 19 la seconda edizione della trasmissione PARLACONME, condotta sulla radio web Radiovidanetwork da Simona Riccio, Agrifood & Organic Specialist. Tema della prima puntata della seconda edizione sarà “Il ruolo delle donne nel mondo del lavoro. Le storie di chi ce l’ha fatta”.

PARLACONME torna live e con un metodo di comunicazione che al settore mancava, il podcast, che consentirà in maniera leggera, ma al tempo stesso professionale, di affrontare argomenti impegnativi.
Prenderanno parte alla trasmissione due donne professioniste che sono al centro del mondo femminile, Eleonora Rocca, Founder & MD di WomenXImpact e l’avvocato Emanuela Spirito.
“Abbiamo voluto portare un messaggio nuovo – spiega Eleonora Rocca – di ispirazione e formativo, soprattutto in questo momento difficile per tutti. Ritengo che le nuove generazioni abbiano bisogno di modelli cui ispirarsi, storie di donne, e che le aziende abbiano inoltre necessità di rivolgere sempre maggiore attenzione al tema della parità di genere, oltre che le donne debbano formarsi per migliorare le loro competenze professionali e incrementare il loro empowerment”.
Eleonora Roccaa è la fondatrice e di WomenX Impact, una delle pioniere degli eventi digitali in Italia, un evento che si terrà a Bologna e online al Fico Eataly World nei giorni 30 settembre e primo ottobre prossimi. Si tratta di una full immersione per dare voce alle donne che sono riuscite a distinguersi nei loro percorsi di carriera e alle persone che vogliano aggiungere nuove skills al loro bagaglio professionale.
L’avvocato Emanuela Spirito, Legal Partner della trasmissione, racconterà il suo prezioso operato nell’ambito del mondo del lavoro femminile e farà ancor maggiormente comprendere le necessità e i bisogni delle donne in qualsiasi settore, compreso quello agroalimentare.
La trasmissione PARLACONME viene trasmessa da Radio Vidanetwork sul sito www.vidanetwork.it e tramite app ufficiale Radio Vida Network scaricabile gratuitamente per Ios e Android; ei maggiori aggregatori radio; u speaker Alexa e Google
Repliche il giorno successivo venerdì alle ore 9 e il sabato della settimana successiva alle ore 11.30.

Mara Martellotta

A Candiolo scoperti i primi due casi di variante indiana del Covid in Piemonte

I primi due casi in Piemonte di variante indiana nella forma meno aggressiva sono stati sequenziati oggi dal laboratorio dell’Istituto di Ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) di Candiolo, con la collaborazione del gruppo bioinformatico dell’IIGM ente di ricerca della Compagnia San Paolo.

Per la precisione, osservano i ricercatori di Candiolo, si tratta della variante meno preoccupante tra quelle individuate con la denominazione “indiana”, in quanto priva della mutazione E 484 Q che invece permetterebbe al virus di sfuggire agli anticorpi, sia quelli generati dal vaccino, sia quelli generati da chi è guarito.

I contagiati sono una coppia di indiani quarantenni di rientro dall’India e residenti in provincia di Cuneo. Attualmente si trovano in isolamento domiciliare e le loro condizioni non destano preoccupazioni.

«Il sistema di tracciamento del contagio in Piemonte sta dimostrando di funzionare molto efficacemente – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, la comparsa delle varianti è inevitabile, ma fondamentale rimane limitare il più possibile lo svilupparsi della malattia, attraverso la campagna vaccinale, che sta entrando nella fase di interesse massivo».

Al momento, le mutazioni virali del Covid-19 riscontrate fino ad ora in Piemonte sono cinque: inglese, brasiliana, sudafricana, svizzera e indiana. Quella ampiamente più diffusa rimane l’inglese.

Covid, il bollettino di mercoledì 5 maggio: ricoveri in calo

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 947 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 61 dopo test antigenico), pari al 4,7di 20.053 tamponi eseguiti, di cui 9. 406 antigenici. Dei 947 nuovi casi, gli asintomatici sono 397 (41,9 %).

I casi sono così ripartiti: 103 screening, 628 contatti di caso, 216 con indagine in corso: per ambito: 14 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 168 scolastico, 765 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 352.932 così suddivisi su base provinciale: 28.464 Alessandria, 16.872 Asti, 10.895 Biella, 50.775 Cuneo, 27.161 Novara, 189.217 Torino, 13.083 Vercelli, 12.506 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.461 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.498 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 175 (- 13 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1896 (– 85 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 12.295

I tamponi diagnostici finora processati sono 4.466.021 (+20.053 rispetto a ieri), di cui 1.520.130 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO11.352

Sono 22 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 11.352 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.537 Alessandria, 695 Asti, 420 Biella, 1.406 Cuneo, 930 Novara, 5.404 Torino, 503 Vercelli, 365 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 92 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

327.896  GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 327.214 (+1318 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 26.056 Alessandria, 15.772 Asti, 9.919 Biella, 46.930 Cuneo, 25.319 Novara, 175.701 Torino, 12.144 Vercelli, 11.692 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.360 extraregione e 2.321 in fase di definizione.