ilTorinese

Indagato 55enne nel Torinese per la morte di una donna a causa di botulino

Una donna di 38 anni è morta in Sardegna dopo aver mangiato guacamole contaminato dal botulino durante la “Fiesta Latina” a Monserrato. Otto persone in totale sono state intossicate, tra cui un bambino ancora in terapia intensiva. La Procura di Cagliari ha indagato per omicidio colposo un 55enne di Cercenasco (Torino), titolare del chiosco collegato all’evento.

I NAS hanno sequestrato nella sede dell’associazione a Vigone alimenti e bevande per circa 30.000 euro, trovati in cattive condizioni di conservazione, ma non tracce del guacamole incriminato. L’inchiesta punta a ricostruire l’intera filiera alimentare, mentre il legale dell’indagato sostiene che i prodotti fossero confezionati e acquistati regolarmente. Il caso si inserisce in un contesto nazionale di allerta botulino, con altri due morti in Calabria.

Stellantis dopo la vendita di Iveco: timori e prospettive a Torino

Stellantis ha di recente completato la vendita del ramo Iveco, segnando un momento di cambiamento significativo nelle sue strategie italiane. Sul fronte produttivo, la produzione di veicoli in Italia è crollata nel 2024 a circa 475.000 unità, per la prima volta a livelli così bassi dal 1956 . In particolare, lo storico stabilimento Mirafiori di Torino ha registrato un calo di produzione fino al 70 %, mentre molte attività sono ferme o soggette a riduzioni strutturali .

Un altro dato recente conferma la fragilità del settore: ad aprile 2025, la produzione automobilistica in Italia è scesa del 17,6 % rispetto ad aprile 2024, con un calo del 22,4 % nei primi quattro mesi dell’anno . Solo le carrozzerie hanno registrato una crescita (+12,9 %), ma i veicoli passeggeri prodotti sono scesi del 47,5 % ad aprile su base annua. Sul fronte delle immatricolazioni, nel 2024 si sono registrati circa 1,559 milioni di veicoli nuovi, in calo rispetto al 2023 e quasi il 19 % in meno rispetto al 2019 .

In questo contesto, i sindacati (Fim-Cisl, Uilm e Uilm-P) manifestano forte preoccupazione sul futuro dello stabilimento di Mirafiori, simbolo storico dell’industria torinese. Le richieste sindacali includono l’introduzione di nuovi modelli di massa, oltre al lancio della versione ibrida della Fiat 500, previsto per novembre 2025, che secondo le stime potrebbe portare a circa 5.000 unità annue e dare respiro produttivo alla fabbrica. Una mobilitazione spontanea dei lavoratori e scioperi sono stati organizzati proprio per chiedere chiarezza e piani industriali certi.

L’industria torinese non può fare a meno degli allarmi dei rappresentanti sindacali. Come ha dichiarato un dirigente Fim-Cisl, se non arriveranno nuovi prodotti e non si invertirà la tendenza del mercato, “Mirafiori rischia di ridursi a un miraggio produttivo” . A livello istituzionale, associazioni di imprese locali, quali l’Unione Industriale di Torino, CNA e Api, hanno lanciato appelli affinché venga preservato il polo automobilistico con sede a Torino, valorizzando competenze e know-how del territorio .

Tuttavia, non mancano iniziative di adattamento: Stellantis ha attivato un piano di uscite volontarie destinato a 610 lavoratori dello stabilimento di Mirafiori per favorire il ricambio generazionale in vista del lancio della 500 ibrida. Parallelamente, l’azienda ribadisce il suo impegno a raggiungere una capacità produttiva di 1 milione di veicoli in Italia entro il 2030, con un piano di investimenti di circa 2 miliardi di euro per quest’anno.

In sintesi, la cessione di Iveco segna un ulteriore passaggio nella trasformazione industriale di Stellantis. Ma il forte calo della produzione e delle vendite in Italia, unito alle pressioni sindacali per salvaguardare Mirafiori, rischia di compromettere sia la competitività sia l’occupazione nel settore. Il futuro industriale di Torino — e dell’Italia dell’automotive — dipenderà oggi più che mai da scelte strategiche tempestive, investimenti mirati e da una solida politica industriale nazionale e locale.

Il gusto autentico di Torino: viaggio nelle gelaterie più amate dai torinesi

SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO 
A Torino il gelato non è un semplice sfizio estivo. È un rito, una tradizione che si rinnova stagione dopo stagione, anche d’inverno, quando i più affezionati non rinunciano a una coppetta avvolti nella sciarpa, magari scegliendo gusti più intensi, più “caldi” al palato. Non è solo questione di gusto: qui si parla di cultura, di artigianato, di memoria collettiva. La città, con la sua eleganza discreta e la sua passione per i sapori autentici, custodisce alcune delle gelaterie più celebri d’Italia, vere e proprie istituzioni locali, amate da generazioni. Ma accanto a queste, anche insegne più recenti hanno saputo trovare il loro spazio, con formule nuove che parlano un linguaggio contemporaneo senza rinunciare alla qualità.
La qualità è casa: le gelaterie nate sotto la Mole
È impossibile parlare di gelato a Torino senza citare Fiorio, in via Po, un nome che evoca immediatamente immagini di nobiltà sabauda e salotti letterari. Aperto nel 1780, era uno dei luoghi preferiti di Cavour, e ancora oggi conserva quell’aria un po’ austera, ma incredibilmente affascinante, che lo rende unico. Qui il gelato è classico, senza compromessi, e i gusti storici, gianduia, zabaione, crema Fiorio , continuano a fare scuola. Non si cerca l’effetto sorpresa, ma la perfezione nella semplicità: una nocciola morbida, profonda, in cui si sente tutta la Langhe; una crema pasticcera vellutata, dal sapore netto e sincero.
Ma accanto a Fiorio, c’è un’altra gelateria che ha segnato una rivoluzione, e che, pur essendo ormai presente in molte città del mondo, conserva un legame forte con Torino: Grom. Nata nel 2003 dall’idea di due giovani torinesi, Grom ha riportato al centro la ricerca dell’ingrediente naturale, della frutta vera, del latte fresco. Una scommessa che ha saputo coniugare visione imprenditoriale e amore per il gelato come una volta. Tra i gusti più rappresentativi ci sono il sorbetto al limone femminello, il pistacchio di Bronte, e il cioccolato extranoir, ma non manca mai il gusto “crema come una volta”, semplice solo in apparenza. Chi ama la frutta può scegliere fragola, albicocca o fico in base alla stagione, tutti ottenuti da coltivazioni selezionate.
Un altro nome sempre più centrale nella mappa torinese del gelato è Mara dei Boschi, laboratorio nato nel quartiere San Salvario e divenuto rapidamente una meta cult per chi cerca qualcosa di diverso. Qui il gelato è artigianale nel senso più puro del termine: ogni gusto nasce da una riflessione, da una sperimentazione. C’è un uso costante di ingredienti locali, come il latte crudo o la nocciola Piemonte IGP, ma anche un’apertura verso accostamenti più arditi. Tra i gusti che sorprendono ci sono il gelato al sesamo nero, la crema allo yuzu (un agrume giapponese profumato e agrumato), il cioccolato con fava tonka, oppure il latte affumicato con caramello salato. Chi entra per la prima volta da Mara dei Boschi capisce subito che qui il gelato è considerato quasi una forma d’arte. Anche i sorbetti sono speciali, come quello al mango Alphonso, alla mora selvatica o alla barbabietola con lampone.
E poi, naturalmente, c’è Pepino, storico marchio torinese famoso per aver inventato nel 1939 il “Pinguino”, il primo gelato su stecco ricoperto di cioccolato. Una vera icona cittadina, ancora oggi disponibile in diverse versioni – gianduia, menta, nocciola – con uno stile retrò che affascina.
Non solo torinesi: quando la qualità parla a tutti
In mezzo a questa offerta ampia e radicata, c’è chi è arrivato da fuori ma ha saputo conquistare la città, senza fare troppo rumore, ma con una qualità che non ha lasciato indifferenti. È il caso de La Romana, catena originaria di Rimini, che a Torino ha trovato un pubblico sorprendentemente affezionato. Con un approccio che punta molto sulla cremosità, sulla golosità delle creme, sulla panna montata al momento e sulla possibilità di colare cioccolato fuso nel fondo del cono, La Romana ha saputo intercettare un gusto torinese che, seppur raffinato, non disdegna l’intensità e la ricchezza dei sapori.
Tra i gusti più apprezzati c’è il “150”, una crema ricca con pandispagna al cioccolato sbriciolato dentro, che richiama immediatamente l’idea di un dolce della nonna. C’è poi il “Biscotto della nonna”, con vere briciole di biscotto croccante che contrastano la morbidezza della base cremosa. Da non perdere nemmeno la “Crema al limone”, fresca ma intensa, perfetta nelle giornate calde ma piacevole anche come contrasto nei mix di gusti più ricchi. E per chi ama i sapori decisi, ci sono il “cioccolato fondente Venezuela” o la crema “Zabaione con Marsala Superiore”. Il tutto condito da un servizio sempre accurato, che accompagna l’esperienza come fosse una piccola cerimonia.
Il successo di queste gelaterie, tutte molto diverse tra loro, dimostra che a Torino il palato non si accontenta. I torinesi, sotto sotto, sono dei veri intenditori. Non si lasciano abbindolare da decorazioni vistose o mode passeggere. Cercano la sostanza. E quando la trovano, sono fedeli. Per questo, tra le vie del centro e i quartieri più residenziali, le gelaterie migliori sono sempre frequentate, anche nei mesi freddi. Perché il gelato, a Torino, è un piacere che non ha stagione. E non è mai solo un dolce: è un piccolo pezzo di identità cittadina.
NOEMI GARIANO

Ferragosto al cinema a San Sicario

San Sicario si prepara a celebrare il Ferragosto con due proiezioni cinematografiche, inserite nella rassegna “Spettacoli di mezza estate… in vetta”. L’iniziativa, promossa dalla compagnia teatrale torinese Onda Larsen in collaborazione con l’Associazione Non Solo Neve, promette serate all’insegna del grande schermo e dell’intrattenimento di qualità.

Al Teatro San Sipario, a San Sicario di Cesana,  venerdì 15 agosto alle 21 “Cyrano Mon Amour” di Alexis Michalik. Una commedia brillante che ci trasporta nella Parigi della Belle Époque per raccontare la geniale e rocambolesca nascita di uno dei capolavori teatrali più amati di sempre, il “Cyrano de Bergerac”. Il film segue le divertenti disavventure di Edmond Rostand, drammaturgo di talento ma sfortunato, che si trova a dover scrivere una commedia epocale in sole tre settimane, avendo in mente solo il titolo. Un’occasione per scoprire, tra risate e colpi di scena, come nasce un’opera leggendaria.

La serata di sabato 16 agosto, sempre alle 21, sarà invece dedicata a “Sotto le Stelle di Parigi” di Claus Drexel. Basato su una storia vera, questo film commovente è una vera e propria fiaba moderna, capace di toccare il cuore di grandi e piccini. La pellicola narra l’incontro inaspettato e profondo tra una donna che ha conosciuto molte difficoltà nella vita e un bambino a cui è stato tolto tutto. Un racconto che fa sognare, riaccende la speranza e offre un messaggio di umanità e resilienza, perfetto per tutta la famiglia.

Biglietto unico 10 euro. I biglietti sono acquistabili sia in cassa il giorno dell’evento sia sul sito www.ticket.it

Informazioni: info@ondalarsen.org; 3514607575.

Il Cinema San Sipario è in frazione San Sicario Alto C1 3/b, Cesana. Inizio sempre alle 21.

 

13 agosto / Accadde oggi nel mondo del calcio: Alan Shearer

Alan Shearer, attaccante inglese,uno dei goleador più prolifici della Premier League, è nato il 13 agosto 1970.
Il Celtic Park (Parkhead) di Glasgow fu inaugurato il 13 agosto 1892; da allora è diventato una delle strutture più iconiche e frequentate del calcio scozzese.
Il club lussemburghese AS Jeunesse d’Esch è stato fondato proprio il 13 agosto 1907; si tratta di una delle squadre più vincenti del paese.

Enzo Grassano

A Torino Ferragosto al museo

Venerdì 15 agosto ingresso a 1€ per le collezioni permanenti e tariffa ridotta a 1€ per le mostre temporanee di GAM, MAO e Palazzo Madama

La Fondazione Torino Musei invita visitatori e turisti a trascorrere la giornata di Ferragosto nelle sale di GAM, MAO e Palazzo Madama.


Venerdì 15 agosto 2025 nei tre musei della Fondazione sarà possibile visitare le collezioni permanenti e le mostre collegate al prezzo simbolico di 1€; aggiungendo 1€ si potrà accedere alle mostre temporanee: alla GAM FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire!, le mostre del contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioroni; al MAO Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone e a Palazzo Madama Visitate l’Italia. Promozione e pubblicità turistica 1900–1950.

La tariffa a 1€ sarà applicata anche ai titolari di Abbonamento Musei, che non potranno utilizzare le tessere. Ingresso gratuito per i possessori della Torino Card.

I tre musei saranno aperti con orario continuato 10 – 18.

Cosa si può visitare:

Alla GAM: oltre alle collezioni permanenti e al Deposito vivente sono visitabili le mostre temporanee FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire! (+1€) e le mostre del Contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioroni nello spazio della Videoteca (+1€)

Al MAO: i visitatori possono visitare le cinque gallerie delle collezioni permanenti, le mostre temporanee Adapted Sceneries e Paesaggi da sogno. Le 53 stazioni della Tokaido e la mostra temporanea Haori (+1€).

Palazzo Madama: in aggiunta alle collezioni permanenti, sono visitabili le mostre temporanee Jan Van Eyck e le miniature rivelateBianco al femminile, oltre all’esposizione temporanea Visitate l’Italia! (+1€).

LE VISITE GUIDATE

GAM

venerdì 15 agosto ore 15:00 | Seconda risonanza. Ritmo, struttura e segno

venerdì 15 agosto ore 16:30 | Mostra Fausto Melotti. Lasciatemi divertire!

MAO

venerdì 15 agosto ore 10:30 | Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone

venerdì 15 agosto ore 12 | Asia Orientale: Cina, Giappone e Corea tra sacro e profano

Venerdì 15 agosto ore 15 | DI SETA E DI CARTA. Narrazioni artistiche tra Giappone e Corea

venerdì 15 agosto ore 16:30 | L’India e il sud-est asiatico, il tetto del mondo, poi fino al Mediterraneo

Palazzo Madama

venerdì 15 agosto ore 10.30 | Da castello a museo

venerdì 15 agosto ore 12 | Van Eyck e le miniature rivelate

venerdì 15 agosto ore 15 | Da castello a museo

venerdì 15 agosto ore 16.30 | Visitate l’Italia!

Visite guidate a cura di Cooperativa Sociale Mirafiori

Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.
Info: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com  (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)
Costi: 7 € a partecipante

Ascensori fuori uso a Porta Susa

Ascensori fuori uso, comunicazione scarsa e accesso ai treni compromesso per i disabili. Succede a Porta Susa dove per scendere ai treni ci sono scale o ascensori. Ma se l’ascensore è fuori uso, restano solo le scale. Oppure bisogna tornare nell’atrio principale e scegliere un entrata diversa per accedere ai treni.
Peccato che nelle varie entrate A,B, C nessun cartello avvisa del mancato fermo ascensori. E così ci si ritrova a vagare per capire come accedere ai treni.
E la città con vocazione turistica casca su banali disservizi.

Aggiungiamo anche che da Porta Susa nessun cartello con il simbolo dell’aereo, indica le navette per Caselle. Una comunicazione a metà che danneggia turisti, disabili, anziani. Basterebbe qualche cartello ben messo.

E voi avete notato disservizi nelle stazioni di treni e metro? Segnalateceli.

LOREDANA BAROZZINO

Uncem, Rapporto montagne a Bardonecchia

 APPUNTAMENTO DOMENICA POMERIGGIO
Come vanno economia e società nella montagna della Val di Susa? Quale è il quadro dell’emigrazione? E come sta andando il lavoro delle Green Community? Focus sulle Alpi occidentali domenica 17 agosto alle ore 17 a Bardonecchia nel Foyer del Palazzo delle Feste, per la presentazione del “Rapporto Montagne Italia 2025” realizzato da Uncem ed edito da Rubbettino [ https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/rapporto-montagne-italia-2025/?highlight=montagne ].

Il Rapporto supera le 800 pagine di dati, numeri, analisi, approfondimenti coordinati da Luca Lo Bianco e Marco Bussone, con un gruppo di autori che vanno da Aldo Bonomi, sociologo di AASTER, a Giampiero Lupatelli di Caire, a Nando Pagnoncelli di Ipsos. Testi di Papa Francesco, del Presidente Mattarella, del Ministro Calderoli. Un lavoro di analisi a sette anni dall’ultimo Rapporto sulla Montagna presentato da Uncem nel 2017. A Bardonechia Uncem presenterà alcuni dati territoriali. Rimarcando l’importanza del lavoro che le Unioni montane stanno facendo con i Comuni in Val di Susa.

A Bardonecchia domenica pomeriggio – incontro aperto a tutte e tutti – interverranno Chiara Rossetti, Sindaca di Bardonecchia, Mauro Meneguzzi, Presidente Unione montana Comuni Olimpici Via Lattea, Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

“Il Rapporto è un documento approfondito e articolato – spiega Colombero – che presenta dati socioeconomici di tutti i territori montani del nostro Paese. Per la prima volta, si entra nel dettaglio dei singoli territori, prendendo in considerazione ciascun comune che compone le aree analizzate: il risultato è una fotografia molto fedele della situazione delle aree montane italiane, che ci permette anche di sfatare alcuni miti frutto di un pensiero retorico, svincolato dall’analisi approfondita delle singole realtà, come quello della crisi delle nascite concentrata nei centri montani. Se leggiamo i dati del Rapporto, vedremo che non è così. Ci sono 100mila nuovi ingressi nelle zone montane negli ultimi anni. Un saldo migratorio positivo che fa fa ben sperare”.

Clima rovente: oggi il picco dell’ondata di calore, a Torino percepiti 40 gradi

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Il Ministero della Salute ha inserito Torino tra le 16 città a “bollino rosso” oggi, un’indicazione di massimo rischio per la salute dovuta al caldo estremo.

In termini di temperatura, Torino registra punte reali tra i 37 e i 38 °C, con una percezione termica che può sfiorare i 40 °C. Le minime notturne, tra 22 °C e 25 °C, stannocausando notti torride.

Secondo le previsioni di Meteo.it, anche nei prossimi giorni il caldo non darà tregua:

  • Giovedì 14 agosto (vigilia di Ferragosto): tempo ancora molto caldo, con massime tra i 34 °C e 36 °C

  • Venerdì 15 agosto (Ferragosto): l’anticiclone africano “Caronte” manterrà condizioni di sole intenso, con temperature attese attorno ai 37-38 °C anche a Torino

  • Nel weekend successivo, la situazione rimane stabile con caldo accentuato nelle ore diurne e rischio di temporali pomeridiani isolati, soprattutto in zone montane

Previsioni a livello regionale: Piemonte e aree alpine

Le previsioni per la regione Piemonte e le aree circostanti confermano un quadro caldo e asciutto:

  • L’alta pressione garantirà cieli prevalentemente sereni, temperature costantemente al di sopra delle medie, e zero precipitazioni significative fino alla settimana prossima

  • Le massime nella zona di Torino si manterranno ben oltre i 35 °C, mentre le minime notturne resteranno elevate, riducendo il ristoro notturno.

Tra film e serie tv, ecco dove vedere Torino sullo schermo

I LUOGHI DELLA TELEVISIONE DI TORINO

Si dice che, in Italia, ogni angolo paesaggistico sia “da cartolina”, ma quanti possono vantarsi di essere lo sfondo di storie appassionanti apprezzate da migliaia di spettatori? La romantica Roma, la modaiola Milano, la nostalgica Venezia, la passionale Napoli… sono città iconiche da essere citate assieme al regista del film, La Dolce Vita di Fellini a Roma o La mano di Dio di Sorrentino a Napoli.

Anche per Torino è così, ma in una chiave percettiva diversa. Il capoluogo sabaudo, infatti, impreziosisce le storie senza appesantire, trasmettendo un’austera eleganza e un’atmosfera mistica a qualsiasi narrazione. Non è un caso se Torino è spesso lo sfondo di period drama o film a tema politico. Tuttavia, ci sono delle eccezioni del tutto inaspettate.

Di seguito alcuni dei film e delle serie tv più apprezzate dal pubblico e della critica girati a Torino.

  1. Profondo Rosso (1975)

Se c’è un film che, nella cultura italiana, viene più frequentemente associato a Torino – nonostante sia ambientato a Roma – è Profondo Rosso di Dario Argento. La scena girata davanti alla statua del Po di Piazza CLN è senza dubbio tra le più identificative e, ad oggi, essa è riconosciuta come “quella di Profondo Rosso”. Il film include altre location importanti come Teatro Carignano, Galleria San Federico e tre iconiche ville sabaude: Villa della Regina, Villa d’Agliè e Villa Scott.

Dario Argento ha spesso parlato di Torino, celebrandola come “il luogo dove i suoi incubi stanno meglio”. Ne apprezzava particolarmente l’inquietudine e la malinconia di questa città ricca di leggende, segreti e magia, sia bianca che nera.

  1. Le Amiche (1955)

Prima dei capolavori della famosissima trilogia dell’Incomunicabilità (L’Avventura, La Notte e L’Eclisse), Antonioni ha realizzato altri prodotti molto interessanti, tra questi Le amiche, tratto dal romanzo Tra donne sole di Pavese. Una delle protagoniste, Clelia, si trasferisce a Torino per gestire un negozio di abbigliamento e qui conosce delle donne con delle vite particolari.

Le amiche, quasi interamente girato a Torino, trasporta lo spettatore nel capoluogo piemontese durante gli anni ‘50, riportando luoghi ed edifici all’estetica del tempo. Si rivedono nel film: Piazza San Carlo, Via Roma, la stazione Porta Nuova, i Murazzi, l’aiuola Cavour, la zona di Porta Palazzo e la Galleria Umberto I.

Oltre all’atmosfera magica e senza tempo, Le Amiche è un film che documenta e insieme ricostruisce il modo di fare, di vestire e di vivere dei torinesi della metà del XX secolo.
Le Amiche è disponibile su RaiPlay.

  1. Il Divo (2008)

Nonostante si possa pensare che un film politico di questo calibro sia stato girato quasi esclusivamente negli ambienti di Roma, la realtà è che numerose location usate nel film di Sorrentino appartengono alla città di Torino. Capita spesso, come abbiamo già osservato, che Torino e Roma diventino la stessa città, spacciando i luoghi di una per l’altra e viceversa.
Ne Il Divo, Torino viene ripresa nella sua luce migliore: l’ombra. Gli edifici della città sono infatti sfruttati per le loro zone meno illuminate, l’architettura imponente e a tratti fredda, l’inquietudine regale delle mura che conoscono fin troppi segreti.
I luoghi di Torino visti nel film sono i seguenti: il cortile del Palazzo Saluzzo Paesana in via della Consolata 1, Palazzo Birago di Borgaro, situato in Via Carlo Alberto 16 e Sala delle Guardie Svizzere e la Sala da Ballo del Palazzo Reale di Torino.
Il Divo è disponibile ora su Netflix.

  1. Venuto al Mondo (2012)

Venuto al mondo è uno dei capolavori di Sergio Castellitto, tratto dal romanzo best seller di Margaret Mazzantini. Il film parla della vita tormentata di una madre che torna nella città di Sarajevo con il figlio, nel luogo in cui ha vissuto la sua storia d’amore più passionale e importante della sua vita.

Non in molti sanno che il film è stato girato anche a Torino, in particolare all’interno della Cavallerizza Reale, che è stata allestita per ricostruire la città di Sarajevo distrutta dalla guerra civile.

  1. Benvenuto Presidente! (2013)

Benvenuto Presidente è una commedia all’italiana con Claudio Bisio e Kasia Smutniak che è stata talmente apprezzata da avere pure un sequel del 2019.
Anche in questo caso si parla di politica, ma con un risvolto decisamente comico. Le location torinesi sono numerose: Palazzo Reale, Palazzo Carignano, Palazzo della Regione Piemonte e l’Accademia delle Scienze. Tuttavia, tra tutti, spicca la Galleria della Reggia di Venaria Reale, così come la Chiesa di Sant’Uberto e i Giardini d’Inverno.

Benvenuto Presidente! è disponibile su RaiPlay.

Non solo film, ma sempre più serie televisive italiane e internazionali hanno scelto Torino come luogo di ripresa.

  1. A che punto è la notte (1994)

Disponibile su RaiPlay, A che punto è la notte è una miniserie di due episodi in cui Marcello Mastroianni interpreta il commissario Santamaria alle prese con i crimini di Torino. Del 1994, nel cast anche una giovanissima Angela Finocchiaro. Il crimine in questione accade nella bellissima Chiesa di San Filippo Neri, ma gli episodi sono interamente girati nel centro di Torino, scattando una lunga fotografia della città durante l’inverno degli anni ‘90.
Un po’ come in Le Amiche, in questo caso A che punto è la notte ci catapulta nel capoluogo com’era 30 anni fa, sottolineando la nota mistica e magica, in stile Angeli e Demoni.
Un ultimo fatto interessante sulla miniserie: la Fiat collaborò esplicitamente nella produzione.

  1. Cuori (2021 – in corso)

La serie diretta da Riccardo Donna è senza dubbio la più rappresentativa della città di Torino, infatti è quasi interamente girata nel capoluogo piemontese. La serie, in onda dal 2021, ha nel tempo conquistato sempre di più il pubblico italiano, che ora aspetta l’attesissima terza stagione. Le location utilizzate sono numerose: la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea, il teatro Juvarra di Torino con i suoi splendidi interni, Palazzo Birago, il CNR, i giardini Cavour e il giardino di Palazzo Cisterna, la Chiesa della Madonna dei Dolori di Borgo Cornalese, l’Istituto San Giuseppe, il Cinema Centrale. Inoltre, il team di produzione ha ricreato l’Ospedale della Molinette per le riprese degli interni, chiaramente impossibili da realizzare nell’attuale edificio in funzione. Oltre alle location specifiche, in ogni episodio di Cuori sono presenti delle bellissime panoramiche sulla città.

Cuori è ora disponibile su RaiPlay.

  1. La legge di Lidia Poët (2023 – in corso)

La legge di Lidia Poët è la prima serie tv distribuita da Netflix a narrare le vicende di una donna nata e cresciuta nel Piemontese e che ha frequentato l’Università di Torino. È chiaro, quindi, che la serie sia quasi interamente girata nel capoluogo, con il sostegno della Film Commission Piemonte. Dopo due stagioni di grande successo, il pubblico attende la terza stagione.

Il 13 febbraio 2023 la serie è stata presentata al Museo Internazionale del Cinema, che ha ospitato il cast, tra cui la protagonista interpretata da Matilda De Angelis.

È quasi impossibile contare le location torinesi, di seguito si citano quelle più ricorrenti: Palazzo Carignano, il carcere Le Nuove, il cimitero monumentale di Torino, Società Canottieri Armida, sulle rive del Po all’interno del Parco del Valentino, il Castello e la Certosa di Collegno, il Museo Ferroviario Piemontese di Savigliano, la Basilica di Superga, l’ex Curia Maxima di via Corte d’Appello e le aule di Palazzo Falletti Barolo e Palazzo dei Cavalieri. Insomma, è chiaro che durante le riprese di La legge di Lidia Poët Torino diventa un set a cielo aperto per tutti gli appassionati.

  1. Il Gattopardo (2025)

Il Gattopardo è una miniserie disponibile ora su Netflix tratta dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. È diretta da Tom Shankland con la collaborazione di Laura Luchetti e Giuseppe Capotondi; nel cast Benedetta Porcaroli, Deva Cassel e Kim Rossi Stuart.
La serie, come il romanzo, è principalmente ambientata in Sicilia, tuttavia, in seguito al trasferimento di alcuni personaggi, le scene di alcuni episodi sono state girate a Torino. In particolare, si vedono Piazza Carignano, Via Carlo Alberto, Museo Nazionale del Risorgimento, Camera dei deputati del Parlamento subalpino e le rive del Po. La storia, ambientata tra il 1860 e il 1862, ripercorre un periodo molto movimentato per la politica italiana e pone un focus su Torino, dove Vittorio Emanuele II diventa il primo Re dell’Italia Unita.

  1. Il Conte di Montecristo (2025)

Il Conte di Montecristo è una miniserie televisiva franco-italiana tratta dal celeberrimo romanzo di Alexandre Dumas diretta da Bille August. Andata in onda in prima serata su Rai 1 tra gennaio e febbraio del 2025, è ora disponibile su RaiPlay.

La serie ha avuto un enorme successo ed è considerata uno dei migliori prodotti televisivi realizzati dal servizio pubblico.

Se nel contesto italiano Torino è scambiato con Roma, in quello internazionale viene paragonato a Parigi. La somiglianza c’è, senza dubbio: i tetti alla francese, l’eleganza europea e la diplomazia regale rendono le due città molto simili nell’immaginario comune. Proprio per questo si cerca di chiudere un occhio quando si accosta una ripresa sulla Senna e un’altra di un edificio torinese.

Le location visibili nella serie sono le seguenti: Palazzo del Pozzo della Cisterna, Piazza Carlo Alberto, l’Archivio di Stato Sezione Corte, Palazzo Carignano, la Galleria Subalpina, Palazzo Civico, il Teatro Regio, il Teatro Carignano, il Palazzo Reale e Palazzo del Rettorato.

BEATRICE PEZZELLA