ilTorinese

“L’orto fascista” Romanzo / 6

ERNESTO MASINA

L’Orto Fascista

Romanzo

PIETRO MACCHIONE EDITORE

 

In copertina:
Breno, Piazza Generale Ronchi, già Piazza del Mercato, fotografia d’epoca.

 

XVIII

Pensò a lungo come affrontare quella che poteva considerare, visto quello che era accaduto, la… “donna dei suoi sogni”. Davanti allo specchio dell’anta dell’armadio in camera, e in assenza di Bernd, mimò una serie di approcci. Ma tutti gli sembrarono puerili e ridicoli. In fin dei conti lui era un uomo d’armi e da duro doveva comportarsi. L’avrebbe affrontata proponendole un incontro nella sua camera e che andasse come andasse. Presa questa decisione uscì baldanzosamente dalla stanza andando quasi a scontrarsi con Benedetta che nella stanza stava per entra- re. Provvidenza divina! Ancora caricato dalla decisione presa, le disse sussurrando, ma con fermezza: “Vuoi fare, come dite, sesso con io?” Lei, tutta rossa, lo guardò meravigliata negli occhi: “Sì” sussurrò, pentendosi subito per l’eccessiva disponibilità dimostrata, lusingata dalla richiesta dell’uomo. “Quando?” disse lui. “Forse domani sera?” chiese lei, appagata dal fatto che le fosse stata data la possibilità di scegliere. “Molto bene” disse lui. “Ore 21 e metà, se per te bene”. Senza attendere risposta Franz girò sui tacchi e si allontanò verso le scale. – E’ fatta – pensò. – Speriamo bene! –

XIX

La mattina seguente Benedetta non andò, come tutti i giovedì, a lavorare in albergo. Un giorno alla settimana la sostituiva Ornella, la figlia minore dei proprietari. Si alzò comunque molto presto, dopo una notte agitata. Aveva sognato, quando era riuscita a prendere sonno, situazioni strane ed allucinanti. – Che sia la mia coscienza che si rivolta per la decisione che ho preso? – pensò e, subito dopo, – Come troverò il corag- gio alla prossima confessione di raccontare le mie colpe? – Ma ciò che le stava capitando era troppo intrigante per lasciarsi invischiare in preoccupazioni e tentennamenti. In fin dei conti aveva sopportato, a volte con vera sofferenza, anni ed anni di castità rifiutando tutte le occasioni che le si erano presentate. – Il buon Dio capirà – concluse. – A suo tempo penserò come affrontare il confessore… – Per prima cosa si lavò i capelli, cercando, mentre lenta- mente si asciugavano, di dare loro una piega passabile. Aveva ancora in casa il vecchio strumento che sua mam- ma usava per arricciarli quando lei era ancora bambina. Una specie di forbice che al posto delle lame aveva due pezzi di ferro tondeggianti. Scaldati sul fuoco, intorno a loro venivano avvolte ciocche di capelli. I ferri venivano poi girati sino a raggiungerne la radice. L’importante era riuscire a raggiungere la giusta temperatura. Se era troppo bassa non serviva a nulla, se troppo alta poteva strinare i capelli cambiandone il colore. Quando fu soddisfatta della piega presa ed aver assestato qualche sforbiciata alle ciocche ribelli, prese dall’armadio i tre vestiti che possedeva e li stese sul letto. Solo uno non presentava i segni dell’età e qualche lisatura. Quindi solo quello avrebbe potuto indossare per l’incontro. Per fortuna l’abito, di un lieve colore celeste, era anche quello che le stava meglio e più si adattava alla sua carnagione rosea. Il grosso problema fu quello della biancheria intima. Era tutta in uno stato pietoso. L’unica soluzione sarebbe stata quella di acquistarne della nuova ma, a parte che in quei giorni era in grosse ristrettezze finanziarie avvicinandosi il giorno del pagamento dell’affitto, andare dalla merciaia per acquistare biancheria intima significava ammettere che ne aveva bisogno per presentarsi ad un uomo. Proprio con quella pettegola dell’Antonietta che l’avrebbe raccontato a mezzo paese, pensò.
– Sotto il vestito non metterò niente – si disse. – Così non ci saranno intralci e i preamboli si consumeranno più velocemente. –
Infatti quello che più temeva era il momento in cui si sarebbe presentata al tedesco, che, magari, la avrebbe attesa con la luce accesa.
Nei dodici anni che aveva passato con l’Angiolino non si era mai fatta vedere, in piena luce, del tutto nuda. Quando il suo sposo, e succedeva spesso, non usciva per andare al bar, voleva dire che aveva voglia di fare all’amore. E allora, senza dire neppure una parola, dopo aver rigovernato la cucina, andava in camera da letto, si metteva sotto le lenzuola in posizione di attesa. L’Angiolino, come quasi tutti gli uomini, d’altra parte, non si preoccupava se e quanto piacere procurasse alla moglie e se questa simulasse o meno un orgasmo. Come un fatto prettamente naturale, scaricava, con un grugnito anima- lesco, il suo desiderio. Un frettoloso bacio della buona notte e si girava dall’altra parte. Dopo pochi minuti si addormentava russando.

Benedetta non aveva mai preteso o cercato qualche soluzione che la appagasse in qualche modo e non la facesse sentire un semplice oggetto. Non ci aveva neanche mai pensato. Le era stato insegnato che le donne esistevano per servire, appagare i mariti e dar loro dei figli. “Rice- vere” il marito e lasciare che soddisfacesse le proprie voglie faceva parte dei suo compiti.
Per tutta la giornata non uscì di casa. Continuava a fare lavoretti inutili mentre il nervosismo le montava addosso. Cercava di non pensare alla sera ma ricadeva sempre sullo stesso pensiero. Forse, anche per rilassarsi avrebbe potuto recitare un rosario. Ma non poteva chiedere alla Madonna che facesse andare bene il compiersi di un peccato. Le sembrava un controsenso. Dopo aver cenato con un pezzo di pane e un po’ di for- maggio – non aveva assolutamente appetito – si sciacquò più volte la bocca. – Mi bacerà? – si chiese pensando anche se non fosse il caso di lavarla con acqua e sapone. Poi decise che, uscendo di casa per andare all’appunta- mento, avrebbe masticato un paio di foglie della pianta di menta che aveva sul davanzale, per essere sicura di avere un alito fresco. Sorrise tra sé: questa era veramente una buona idea. Quando il campanile suonò i rintocchi delle 21 e 15, e stava per iniziare il coprifuoco, uscì di casa avvolgendosi intorno alla testa e alle spalle uno scialle nero, per cercare di nascondersi ad eventuali occhi indiscreti e per ripararsi da una pioggerellina gelida che aveva cominciato a cadere. Non tremava ma non riusciva a governare bene le proprie membra, tanto era il nervosismo che l’aveva presa. Aveva deciso di non passare per la strada principale per raggiungere l’albergo. Aveva preso la stradina che costeggiava il retro della villa De Michelis, poi a sinistra verso il lavatoio. Salì i cinque scalini che portavano alla piazza ma non la attraversò. Girò davanti alla casa dei fratelli Silestrini, passò davanti alla latteria e quindi, raggiunta la casa dei Romelli, sempre costeggiando il lato sud della piazza, dopo pochi passi entrò nel portone che portava al retro dell’albergo Fumo verso i campi da bocce.
Da qui tutto fu più semplice. La strada all’interno del- l’albergo la conosceva a memoria, tante erano le volte che ne aveva percorso scale e corridoi. Il buio non le creava alcun impedimento.
Iniziò a salire le scale quando il campanile suonò la mezza. Giunta al primo pianerottolo fu presa da un at- tacco di panico. Non riusciva quasi più a respirare e sudava abbondantemente. Si sedette sugli scalini cercando di riacquistare la calma. Piano piano ci riuscì, ma ancora non era sicura che le gambe la reggessero. Con lo scialle umido si asciugò il sudore dal viso. Annusò le ascelle per accertarsi che queste non mandassero odore. Si tolse le scarpe per compiere la stessa ispezione. Quindi riprese la salita a piedi nudi. I muscoli delle gambe, sep- pure un po’ contratti, adesso rispondevano bene.

 

XX

Il Russì aveva prelevato due candelotti avvolti nella tela cerata dal gabbiotto degli attrezzi dell’Orto Fascista senza accorgersi della presenza del terzo che era uscito dall’involucro. Li aveva nascosti sotto il tabarro e si era avviato verso la Piazza Mercato con molta circospezione. Improvvisa- mente da una porticina era sbucata una donna con la testa e le spalle avvolte in un lungo scialle. Per non ess re visto si nascose nell’ombra di un portone. – Qualcuna che va a vegliare qualche malato – aveva pensato. La sera era fredda e quella pioggerellina gli dava fastidio e qualche preoccupazione. Temeva che le micce soffrisse- ro l’umidità e potessero non bruciare bene. Continuò verso la piazza e si fermò nella zona d’ombra del lavatoio. Avrebbe atteso che tutte le ante delle fine- stre che davano sulla piazza venissero chiuse. Luce non ne sarebbe filtrata, essendo tutte mascherate per rispettare l’oscuramento.

XXI

Franz occupava l’ultima stanza a destra del corridoio che si affacciava sulla piazza. Il corridoio le sembrò interminabile, ma si accorse che ad ogni passo diventava più sicura di sé, come se camminare la ricaricasse. La porta della stanza era socchiusa e la luce che proveniva, probabilmente dalla abat-jour del comodino, illuminava una striscia del corridoio, quasi fosse un raggio di quel “fanal” nella traduzione di “Lili Marleen”, la struggente canzone d’amore e di guerra che in quel tempo era sulla bocca di tutti. Quel ricordo fece pensare a Benedetta che forse il suo non sarebbe stato un gesto pretta- mente fisico ma quasi un atto di carità verso quell’uomo da tanto, troppo tempo lontano da casa, a una età nella quale gli affetti, la tenerezza e la presenza dei famigliari, e soprattutto di una donna, assumono una grande importanza. Sentì che quello che stava per fare non era del tutto male e che rifiutarsi avrebbe voluto dire negare a Franz conforto ed aiuto.

XXII

Ripassò il piano che si era preparato. Sistemati i due candelotti di dinamite sotto la parte posteriore della vetturetta, avrebbe dato fuoco alle micce e sarebbe corso, il più velocemente possibile, nell’androne che portava al fienile dove l’Isaia, il macellaio, teneva le bestie di notte prima di macellarle all’alba. Nel fienile avrebbe passato la notte in quanto era troppo rischioso cercare di raggiungere la propria baita fuori paese. La mattina avrebbe deciso il da farsi.

(Continua…)

 

90 mila tonnellate di pneumatici fuori uso gestiti da Ecopneus

Dieci anni di strategia green e circolare al servizio del Paese:

In Piemonte oltre 90 mila tonnellate di Pneumatici Fuori Uso gestiti da Ecopneus in 10 anni di attività

nell’ultimo decennio in Piemonte l’equivalente in peso di oltre 10 milioni di Pneumatici Fuori Uso sono stati raccolti e riciclati da Ecopneus, la società senza scopo di lucro principale operatore della gestione dei PFU in Italia (circa il 60% del totale)

Oltre 2.200 km chilometri di strade “silenziose”, che resistono a buche e fessurazioni e che quindi durano anche di più oppure più di 500 innovativi campi da calcio di ultima generazione, performanti, sicuri e sostenibili. Sono quelli che si potrebbero realizzare con il recupero delle oltre 90 mila tonnellate di Pneumatici Fuori Uso raccolte e recuperate solo in Piemonte nella filiera Ecopneus in 10 anni di attività, equivalenti in peso a oltre 10 milioni pneumatici da autovettura.

Questi i risultati nella Regione dei primi 10 anni di attività di Ecopneus, società senza scopo di lucro principale operatore della gestione dei Pneumatici Fuori Uso in Italia, diffusi in occasione della presentazione del Rapporto di Sostenibilità, elaborato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. La società, responsabile di circa il 60% dei PFU generati ogni anno in Italia, gestisce mediamente ogni anno circa 200.000 tonnellate di PFU, l’equivalente in peso di circa 22 milioni di pneumatici per automobile.

In 10 anni di attività in Piemonte Ecopneus ha raccolto e recuperato oltre 90 mila tonnellate di Pneumatici Fuori Uso effettuando mediamente ogni anno circa 4.200 missioni di raccolta presso gommisti, stazioni di servizio e autofficine della Regione.

Risultati importanti che confermano la validità di un sistema che ha profuso un impegno unico nel panorama nazionale e che grazie al contributo di tutti gli attori coinvolti ha portato negli anni un beneficio concreto alla collettività e all’ambiente promuovendo con forza un sempre maggiore impiego della gomma riciclata in tante applicazioni utili per la vita quotidiana e favorendo lo sviluppo di una cultura del riciclo e della sostenibilità.

“Continueremo a fare innovazione dedicando grande attenzione alla ricerca e contribuendo allo sviluppo della cultura della sostenibilità attraverso attività di informazione e formazione, con lo scopo di massimizzare i benefici per la collettività derivanti dal recupero dei Pneumatici Fuori Uso” – ha dichiarato il Direttore Generale di Ecopneus Federico Dossena “Negli anni Ecopneus si è fortemente impegnata per lo sviluppo dei mercati di sbocco della gomma riciclata, un materiale elastico, resistente all’usura, agli agenti atmosferici e chimici, che se inserita in un circuito virtuoso come quello che abbiamo costruito può fare davvero la differenza e contribuire all’economia circolare di molti settori, dall’edilizia, all’industria, allo sport, alle infrastrutture”

 

Al livello nazionale dal 2011 ad oggi Ecopneus ha gestito 2.220.090 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso (come il peso di 20 super portaerei), 130 mila tonnellate in più rispetto agli obiettivi di legge (+6% in media ogni anno) ed effettuato oltre 700 mila missioni di raccolta presso circa 25 mila gommisti registrati su tutto il territorio nazionale, con un impegno straordinario per gli interventi negli stock storici e per il prelievo straordinario dei PFU abbandonati nei territori della Terra dei Fuochi, per un totale di 87 mila tonnellate di PFU prelevati.

Molinari (Lega): “Le Coesioni Territoriali potranno accedere al PNRR”

La  Camera dei Deputati ha approvato l’ordine del giorno proposto dalla Lega che impegna il Governo a fare in modo che le Coesioni Territoriali possano accedere direttamente ai fondi del PNRR.

“Un passo in avanti importante – commenta l’onorevole Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e presentatore dell’odg – per realtà come la Coesione Territoriale Bacino del Tanaro, che è la prima ad essere diventata operativa a livello nazionale, e che ora avrà la possibilità di trasformarsi in ente giuridico riconosciuto, e di essere direttamente destinataria delle misure e dei programmi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ai 33 comuni dell’alessandrino e dell’astigiano, con capofila il Comune di Alessandria va il grande merito di aver compreso per primi in Italia le potenzialità della Coesione Territoriale come strumento di rilancio di un territorio omogeneo, attraverso la valorizzazione di asset strategici”.

“La Regione Piemonte supporta  l’importante progetto pilota della Coesione Bacino del Tanaro – dichiara il Vicepresidente Fabio Carosso -, e grazie all’odg della Lega realtà come questa, ma anche tutte quelle che stanno nascendo sul territorio piemontese, potranno essere riconosciute giuridicamente ed accedere direttamente e in autonomia ai fondi del PNRR, e ai fondi strutturali e d’investimento europei.

I nostri Sindaci non hanno perso la capacità e la voglia di programmare, bensì vogliono guardare al futuro e fare sinergia in modo da sfruttare al meglio le risorse che l’Europa metterà a disposizione per il Piemonte. Un ringraziamento all’On.Riccardo Molinari capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e presentatore dell’odg, per l’attenzione alle istanze dei nostri territori e dei nostri Sindaci”.

“Il comune di Alessandria – sottolinea il Sindaco Gianfranco Cuttica Di Revigliasco – è stato il primo capoluogo di provincia in Italia a credere alle potenzialità della Coesione, e a mettere in piedi, 3 anni fa, un gruppo di lavoro, cooordinato dal nostro consigliere Gianni Ravazzi, per capire quale strada percorrere, sia sul fronte normativo che dal punto di vista progettuale. Oggi è un giorno importante, perchè poter acquisire una forma giuridica riconosciuta significherà per la Coesione del Bacino del Tanaro, ma anche per tutte le altre che ci stanno seguendo in questo cammino, poter fare un salto di qualità, muoversi con maggior autonomia, e accedere in maniera diretta ai fondi del PNRR. L’obiettivo è arrivare presto a risultati concreti, tangibili, che cambino davvero il volto e le prospettive del nostro territorio, creando nuove opportunità economiche e occupazionali.

Grazie all’on. Molinari, che ha prontamente recepito le nostre istanze, e ha saputo portarle all’attenzione del legislatore”.

“L’approvazione di quest’ordine del giorno, – afferma il consigliere comunale alessandrino Gianni Ravazzi, che ha seguito dall’inizio il progetto Coesione – nato dalla vicinanza dell’Onorevole Molinari alla Coesione Bacino del Tanaro, permetterà a tutte le Coesioni, che stanno nascendo seguendo il nostro esempio, di acquisire una forma giuridica riconosciuta, con evidenti vantaggi burocratico-procedurali. Questo passaggio è importantissimo anche per noi che, quale progetto pilota della Regione Piemonte, che ci ha sempre supportato, abbiamo già un riconoscimento, perché dopo 3 anni di lavoro “pionieristico”, siamo felici che sia riconosciuta la sua validità metodologica a livello nazionale. Con questa proposta si va anche a sostanziare in maniera oggettiva il Regolamento Delegato (UE) n.240/2014 della Commissione del 07.01.2014, che disciplina il codice europeo di condotta sul partenariato nell’ambito dei fondi strutturali e d’investimento europei (SIE)”.

Si consolida la collaborazione tra FlixBus e UGO

Per una mobilità accessibile e inclusiva. Anche Torino fra le città che beneficiano del sodalizio

 

  • OMS: anziani e disabili le categorie più colpite dall’isolamento durante la pandemia. FlixBus e UGO consolidano l’accordo per rendere le loro opportunità di viaggio ancora più confortevoli e favorire una maggiore inclusione
  • In 14 città, i passeggeri senior e con disabilità o mobilità ridotta che viaggiano con FlixBus potranno usufruire di un servizio di accompagnamento a cura di caregiver specializzati a un prezzo agevolato
  • I passeggeri di FlixBus che richiederanno il servizio di accompagnamento di UGO riceveranno anche un voucher per l’acquisto di un nuovo viaggio in autobus

 

Milano, 27 luglio 2021 – Si consolida la collaborazione tra FlixBus e UGO per continuare a garantire a chiunque la possibilità di spostarsi con facilità. In 14 città, le persone senior e con disabilità o mobilità ridotta che viaggiano con FlixBus potranno usufruire a un prezzo agevolato dei servizi di UGO per avere assistenza nella salita e nella discesa dagli autobus, negli spostamenti da e verso la fermata di partenza o arrivo, nella gestione dei bagagli e, in generale, in tutte quelle attività che per la persona possono risultare complesse, grazie al supporto di operatori caregiver specializzati e formati.

Grazie all’accordo fra l’operatore degli autobus verdi, leader nel settore per lo sviluppo di soluzioni innovative tese a migliorare l’esperienza di viaggio della comunità, e UGO, realtà di prestigio in campo sociale che si occupa di accompagnamento a valore aggiunto di persone anziane e persone disabili o comunque a mobilità ridotta, si rinnova così l’impegno congiunto per una mobilità più accessibile, nella direzione di una maggiore inclusione e di un maggiore benessere psicofisico delle categorie coinvolte.

Tale impegno appare tanto più cruciale alla luce dell’emergenza sanitaria in corso, che ha colpito in modo particolarmente duro anziani e portatori di disabilità, spesso costretti all’isolamento a casa per mancanza di accompagnatori e soggetti all’aggravamento del proprio stato di fragilità[1]. Se si considera che in Italia il 40% degli over 74 vive solo (per un totale di 2,5 milioni di persone a rischio, destinate a diventare 3,6 milioni nel 2045)[2] e che oltre 600.000 disabili vivono privi di aiuto[3], è facile comprendere la complessità del quadro e l’esigenza di contribuire ad abbattere tale condizione di isolamento.

Un recente report dell’ONU ha inoltre evidenziato come la mancanza di forme di mobilità accessibili sia ancora oggi in grado di rappresentare una vera e propria barriera all’inclusione sociale e al benessere delle persone disabili, ostacolando l’accesso anche a servizi di base come l’assistenza sanitaria. Anche in considerazione di questa disparità si riconferma l’importanza del sodalizio tra FlixBus e UGO.

Il servizio di affiancamento di UGO è disponibile a un prezzo agevolato per i passeggeri FlixBus in 14 città: Milano, Monza, Bergamo, Brescia, Varese, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Padova, Roma, Foggia, Lecce e Catania. Per prenotarlo, è sufficiente acquistare il biglietto FlixBus e successivamente prenotare l’accompagnamento direttamente sul sito hellougo.com.

Grazie all’accordo tra FlixBus e UGO, i passeggeri che richiederanno il servizio di affiancamento riceveranno anche un voucher da utilizzare sull’acquisto di un nuovo viaggio in autobus.

«Da quando operiamo in Italia, il nostro impegno è stato focalizzato a garantire la possibilità di viaggiare a tutti. Fin da subito, abbiamo garantito il trasporto gratuito della carrozzina pieghevole nel vano bagagli o degli ausili per la deambulazione, e abbiamo assicurato il viaggio gratuito dell’accompagnatore per i disabili permanenti, garantendo a questi ultimi un supporto continuativo per l’intera durata del viaggio. Inoltre, nonostante la legislazione vigente in Italia non lo preveda, abbiamo dotato di pedane parte della nostra flotta, per consentire ai passeggeri con disabilità di viaggiare a bordo della propria sedia a rotelle, se questa è conforme a determinati standard di sicurezza», ha detto Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia. «Con il consolidamento del sodalizio con UGO e l’ampliamento delle città coperte dal suo servizio di accompagnamento, vogliamo potenziare l’esperienza di viaggio delle persone anziane, disabili o a mobilità ridotta che ci hanno scelto in questi anni e che continueranno a prediligerci per i loro spostamenti».

Maggiori informazioni per quanto riguarda il trasporto di persone disabili o con mobilità ridotta sulla rete FlixBus sono disponibili qui.

«La nostra missione è garantire a ogni individuo il supporto di cui ha bisogno per vivere in modo pieno, stimolante e autonomo. La partnership con FlixBus sin dagli inizi è nata da questi valori. Molte persone, per età o per condizioni di salute, convivono con limitazioni: le fragilità non devono essere motivo di blocco e isolamento, poiché con i giusti servizi di supporto possono essere colmate e superate. Oggi più che in ogni altro momento storico, la nostra attenzione si concentra su chi a causa della fragilità rischia un isolamento ancora più estremo e di non avere stimoli. Il viaggio, per motivi di svago e per ricongiungersi coi propri cari, è un momento prezioso, e con FlixBus vogliamo garantire un’esperienza sicura, serena e accessibile a tutti», ha detto Michela Conti, Co-founder di UGO.

 

 

A proposito di FlixBus

FlixBus è un giovane operatore europeo della mobilità. Dal 2013 offre un nuovo modo di viaggiare, comodo, green e adatto a tutte le tasche. Con una pianificazione intelligente della rete e una tecnologia superiore, FlixBus ha creato la rete di collegamenti in autobus intercity più estesa d’Europa, con oltre 400.000 collegamenti al giorno verso oltre 2.500 destinazioni in 37 Paesi.

Fondata e avviata in Germania, la start-up unisce esperienza e qualità lavorando a braccetto con le PMI del territorio. Dalle sedi di Milano, Monaco di Baviera, Berlino, Parigi, Zagabria, Stoccolma, Amsterdam, Aarhus, Praga, Budapest, Los Angeles, Madrid, Bucarest, Varsavia, Bruxelles, New York, Mosca, Kiev, Belgrado, Lisbona, Norimberga, Istanbul il team FlixBus è responsabile della pianificazione della rete, del servizio clienti, della gestione qualità, del marketing e delle vendite, oltre che dello sviluppo del business e tecnologico. Le aziende di autobus partner – spesso imprese familiari con alle spalle generazioni di successo – sono invece responsabili del servizio operativo e della flotta di autobus verdi, tutti dotati dei più alti standard di comfort e di sicurezza. In tal modo, innovazione, spirito imprenditoriale e un brand affermato della mobilità vanno a braccetto con l’esperienza e la qualità di un settore tradizionalmente popolato da PMI. Grazie a un modello di business unico a livello internazionale, a bordo degli autobus verdi di FlixBus hanno già viaggiato milioni di persone in tutta Europa, e sono stati creati migliaia di posti di lavoro nel settore.

www.flixbus.it/azienda

 

A proposito di UGO

UGO è il servizio di accompagnamento e affiancamento alla persona a 360° dedicato a utenti in età avanzata, con disabilità e fragilità, permanenti o temporanee. Nasce con l’obiettivo di conferire autonomia, garantire supporto nell’affrontare attività legate alla salute e in genere, fornire alle famiglie un aiuto concreto a livello organizzativo e psicologico. UGO è un operatore selezionato accuratamente e preparato per assumere il ruolo del “Personal Caregiver”: terapie, visite, commissioni, momenti di svago e ogni attività della vita quotidiana si svolgono con la presenza e sotto l’attenzione costante di un caregiver che si occupa fra le altre cose di mantenere il contatto con le persone di riferimento e la famiglia dell’utente. Nato a Milano e oggi presente in 15 città italiane, UGO collabora con primarie strutture sanitarie, aziende, enti istituzionali e partner sul territorio, con l’obiettivo di innovare il panorama dei servizi alla persona con una soluzione su misura, on-demand, digitale e sempre a portata di mano. Si può prenotare UGO sul sito www.hellougo.com. Per informazioni: 392 9967718.

Amichevole Torino – Al Fateh 0-0

Terza amichevole precampionato per il Torino, in quest’’occasione l’avversario è l’Al Fateh, squadra che milita nella massima serie dell’Arabia Saudita,la  compagine araba è arrivata settima nello scorso campionato.

È un Toro imballato ed impreciso quello che pareggia a reti bianche contro la squadra araba,apparsa combattente e ben disposta in campo.È stato un test attendibile per i granata di Juric privi dei titolari Singo(Olimpiadi)e Sanabria che ha lavorato a parte per un affaticamento muscolare.Attacco impreciso,centrocampo voglioso ma confusionario,difesa attenta e ben disposta.Questo è quanto emerso dalla gara di oggi.A questa squadra manca la qualità a centrocampo,problema cronico degli ultimi 4 anni.Per poter ambire ad un centroclassifica tranquillo si dovrà puntare su 2 trequartisti abili a saltare l’uomo e creare superiorità numerica,Pjaca e Messias,poi un centrocampista sradicatore di palloni con i piedi educati,Amrabat.Altrimenti l’unica ambizione sarà quella di salvarsi, con enorme fatica,soltanto all’ultima giornata.

Vincenzo Grassano

 

Si addormenta con la porta aperta: la polizia arresta latitante

In compagnia della fidanzata, lascia la porta aperta per il caldo afoso 

 

Da poche ore era stato emesso dal Tribunale Ordinario di Torino l’ordine di esecuzione per la carcerazione nei suoi confronti, per l’espiazione di 1 anni e 4 mesi di carcere per reati di natura sessuale. L’uomo, un quarantenne residente in Torino,  si era però trasferito nella provincia da qualche mese e così non era più reperibile al vecchio indirizzo. I poliziotti dell’Ufficio del Comm.to Barriera Nizza preposto al controllo dei soggetti colpiti da misure di prevenzione, sicurezza e cautelari, al termine di una attività infoinvestigativa che si è avvalsa della consultazione di diverse banche date, anche della Regione Piemonte, lo ha rintracciato lo scorso sabato in un paesino della provincia. I poliziotti riscontravano l’assenza sul citofono dello stabile del cognome del ricercato ma riuscivano ad accedere ugualmente nel condominio. Una volta giunti all’ultimo piano, di fronte a quello che con ogni probabilità era l’alloggio della persona da arrestare, trovavano la porta d’ingresso socchiusa; nessuno rispondeva agli agenti, né si udivano rumori provenire dall’interno. Entrando con estrema cautela, i poliziotti hanno sorpreso il ricercato addormentato sul divano insieme alla fidanzata. L’uomo è stato condotto in Commissariato ed arrestato in esecuzione dell’ordine di carcerazione.

 

Si è tolto la vita il medico De Donno Sperimento’ una terapia contro il Covid

Ha terminato il suo cammino terreno Giuseppe De Donno, già primario di pneumologia dell’Ospedale di Mantova, che si è tolto la vita, come hanno annunciato le testate mantovane.

Lo scorso anno si era distinto nella lotta al Covid-19, curandolo con le trasfusioni di plasma iperimmune dei pazienti che avevano superato la malattia. Con questo sistema, poi al centro di una sperimentazione che aveva coinvolto le strutture sanitarie Pavia e di Pisa (ma non di Mantova che l’aveva iniziata) si erano salvate diverse vite. Il professor De Donno, all’inizio di luglio aveva lasciato il primariato a Mantova per iniziare una nuova fase professionale della sua vita come medico di base. Quali siano state le motivazioni e le modalità di questo tragico gesto forse lo si saprà nei prossimi giorni ma quel che è certo è che la notizia ha suscitato una grande impressione e non soltanto a Mantova dove aveva lavorato o a Curtatone dove viveva. Personalmente non ho avuto modo di conoscerlo direttamente ma nell’agosto dell’anno scorso lo avevo contattato subito dopo ferragosto e ne era nata una lunga intervista. L’impressone era stata quella di un medico preparato e competente e di una persona molto umana e rispettosa del prossimo e aveva risposto con grande chiarezza alle varie domande che gli avevo posto. Mi ero ripromesso di averlo come ospite in Piemonte per qualche iniziativa perché ascoltarlo poteva essere per un uditorio un’esperienza sicuramente arricchente. Quando ad ottobre erano ripresi i contagi gli avevo chiesto un secondo contributo e la risposta era stata chiara: “Ora non rilascio interviste. Momento delicato”. L’ultimo contatto erano stati gli auguri di buon anno, con l’auspicio di averlo in Monferrato quest’anno. Così, purtroppo, non potrà più essere ma la perdita di un uomo e di un professionista che chi l’ha conosciuto direttamente lo descrive come una persona buona e competente, non è una perdita soltanto per Mantova, per Curtatone ma per tutta l’Italia. Con l’auspicio che adesso la comunità scientifica gli tributi quello che giustamente meritava.

Massimo Iaretti


Di seguito l’intervista rilasciata nell’agosto del 2020

Nei mesi più acuti dell’emergenza sanitaria i riflettori sono stati puntati sull’ospedale di Mantova il ‘Carlo Poma’, dove era stata avviata una terapia basata sul plasma donato dai malati di Covid-19, avviata in collaborazione con alcuni colleghi dal dottor Giuseppe De Donno, primario della Pneumologia, medico anch’egli in prima linea nel contrasto a virus. Con lui abbiamo avuto un recente colloquio telefonico nel quale si è gentilmente sottoposte ad alcune domande per avere l’opinione ‘sul campo’ di chi ha vissuto e vive quotidianamente questa emergenza.

A che punto è l’emergenza sanitaria oggi ?

Indubbiamente dopo i mesi acuti della pandemia, marzo, aprile, maggio, a giugno si sono iniziati a riconvertire gli ospedali, pur mantenendo un’area dedicata. Oggi la maggior parte sono Covid free, ma i casi non sono scomparsi. A Mantova in questo momento ci sono 11 polmoniti Covid di cui 2 con grave insufficienza respiratoria. Il numero conferma che il virus circola ancora

Quindi non è avvenuto come qualcuno sperava che con il caldo sparisse ?

E’ sotto gli occhi di tutti che il numero dei positivi cresce in questi giorni, nonostante le alte temperature. Il Sars –Cov2 è in linea con il Sars Cov-1 che poi è scomparso, ma adesso l’impressione, e il dato di fatto, è che continua a circolare. E ne esistono anche ceppi diversi, nei Balcani, in Francia, in Spagna.

Cosa accadrà in autunno ?

Nessuno è in grado di dire cosa accadrà, credo non abbia perso virulenza. In ogni caso adesso il sistema sanitario è più pronto e lo conosce di più rispetto a febbraio.

I mass-media all’inizio hanno avuto toni a volte catastrofisti e una certa dose di allarmismo si è registrata anche nei giorni precedenti il ferragosto per la risalita dei contagi. Cosa ne pensa ?

Più che allarmarsi occorre stare attenti. Sono stati fatti alcuni errori, sono state allentate troppo alcune maglie, ne sono state tenute troppo strette altre. Aprire e chiudere tutte le discoteche da Aosta a Leuca, senza una differenziazione delle situazioni, forse è stato eccessivo. Del resto anche in passato il Comitato Tecnico Scientifico aveva evidenziato situazioni territoriali diverse.

Oggi, però, il numero dei decessi e dei pazienti in terapia intensiva è decisamente basso rispetto ai mesi precedenti ?

Sono dati che vanno letti con attenzione, come pure quello dei guariti. Certamente i medici oggi hanno imparato ad utilizzare strategie di contrasto a questa situazione, non si ripete più la situazione di febbraio-marzo. Si cerca di limitare il più possibile il ricovero in rianimazione che comporta complicanze poi difficili da recuperare.

Leggendo le statistiche si nota come vengano ‘scovati’ sempre più asintomatici. Ma tutti gli asintomatici sono potenzialmente contagiosi ?

Ci sono gli asintomatici diffusori in grado di diffondere il contagio, gli asintomatici non diffusori che non hanno la capacità di diffondere il virus, ma è allo stato impossibile da parte dei centri definire chi sia diffusore o non diffusore con certezza assoluta. E’ positivo adesso l’andare a mappare le patologie, sin dall’inizio avrebbe dovuto essere stata mappata la popolazione per isolare i focolai, come è avvenuto in Veneto.

Vogliamo dire qualcosa riguardo alla terapia basata sul plasma donato dai malati di Covid-19, di cui Mantova è stata tra gli iniziatori ?

Sia la letteratura, sia l’esperienza quotidiana confermano che l’utilizzo di plasma donato da chi è guarito è uno strumento che riduce la mortalità in modo significativo: dal 16%17% abbiamo avuto un calo del 50%, oltre ad un miglioramento della efficienza respiratoria e la permanenza in terapia intensiva. Negli Stati Uniti è stata avviata una raccolta del plasma su larga scala. Da mesi abbiamo lanciato il messaggio di creare ‘Banche del plasma’ in attesa che si arrivi al vaccino o agli anticorpi monoclonali. Per quanto riguarda la Regione Lombardia, l’assessore Gallera è stato a Mantova e ha dato la disponibilità regionale, ma Mantova e Pavia non possono sopperire alle esigenze di un intero Paese. Sarebbe bene che anche altri centri avessero, come dicevo, una ‘Banca del plasma’.

Il vaccino quando arriverà, entro il 2020 o l’anno prossimo ?

Ci sono voci discordanti, sono state levate critiche a quello di Putin, il professor Crisanti di Padova ha detto che potrebbe esserci entro il giugno 2021. Per avere un vaccino sicuro occorre un periodo di tempo non breve, un campione di soggetti ampio ed un criterio di sicurezza affidabile

Però c’è il progetto che vede impegnata l’Università di Oxford cui collabora anche un’azienda italiana ?

Certo, è stato detto che funziona, occorrerà vedere anche la durata degli anticorpi. Per il momento sono stati fatti soltanto degli annunci, dati alla mano non li ho ancora visti

Ha una ricetta per la scuola ?

Riaprirei le scuole in presenza. La scuola è una parte importante e vitale di quello che è un sistema Paese per cultura, economia, salute. E con poche regole chiare si deve fare ripartire l’anno scolastico

Qual è stato il momento più brutto di questi mesi

Il 28 febbraio la svolta di inizio pandemia quando l’ospedale è stato ‘aggredito’ da ambulanze che arrivavano da Crema, Cremona, Bergamo, Brescia con un numero altissimo di ricoverati ed un’elevata mortalità

E quello più bello ?

Quando insieme ai dottori Franchini e Grisolia siamo riusciti ad intervenire per Pamela la paziente che era in attesa, ha recuperato e adesso ha partorito Beatrice Vittoria. E’ stato un momento davvero bello ed emozionante

Wonderful Vision. Il sogno di Martin Luther King secondo Stevie Wonder

In scena all’“Open Factory” di Nichelino il “musicteller” Federico Sacchi

Giovedì 29 luglio, ore 21,30

Nichelino (Torino)

Torinese, di mestiere “musicteller”. Ovvero, dice lui stesso, “narratore di musica che restituisce al presente gli artisti e il loro passato, proiettandoli verso il futuro” e soprattutto riportandone la memoria vera a quel grande pubblico che, in più casi, li ha “dimenticati o mistificati”. Ecco, questi é Federico Sacchi. Che giovedì 29 luglioalle 21,30, racconterà, all’“Open Factory” di Nichelino (via del Castello, 15) il legame fra Stevie Wonder e Martin Luther King in una delle sue suggestive “esperienze d’ascolto”, veri e propri documentari live che fondono insieme ( in singolari e attrattive performances ) storytelling, musica, teatro e video. “Il sogno di Martin Luther King secondo Stevie Wonder” è il titolo dello spettacolo programmato per giovedì prossimo a Nichelino: una trilogia che Sacchi, socio-fondatore del Circolo culturale torinese “FuoriLuogo” di corso Brescia, ha dedicato per l’appunto all’oggi 71enne musicista americano, sicuramente fra i più famosi della scena musicale del Novecento, con gli 87milioni di copie di dischi venduti e i 56 anni di gloriosa carriera. Al secolo Steveland Hardaway Judkins Morris, in arte Stevie Wonder, é stato e continua a essere, infatti, icona indiscussa della musica pop mondiale. “Tutti, indipendentemente dai propri gusti musicali, riuscirebbero – dice Sacchi – a canticchiarne almeno una canzone. Pochi sanno, invece, che il pezzo ‘Happy Birthday’ e il tour dell’album ‘Hotter Than July’ sono stati fondamentali nell’istituzione nel 1986 del ‘Martin Luther King Day’, la festa nazionale americana che ricorda il giorno della nascita (15 gennaio 1929) del leader dei diritti civili”. Ma come è possibile che un cantante pop abbia avuto la forza di cambiare le sorti di una battaglia combattuta senza successo per un decennio? “La risposta – dice ancora Sacchi – va cercata nella sua vicenda umana e artistica e nel lento processo che portò il tredicenne Little Stevie Wonder a diventare prima Stevie Wonder e poi Stevie, l’artista che come il Dr. King aveva una visione e un sogno: mettere in atto una pacifica rivoluzione capace di cambiare il Sistema dall’interno”. Ed è proprio su questo filo narrativo che prende corpo e vive lo spettacolo di Federico Sacchi, al termine del quale, sicuramente, si avrà memoria e nozione più vera e completa del Mito di Stevie Wonder. Lo spettacolo è inserito all’interno della rassegna “We Are Open”, organizzata da “Reverse Agency”, in collaborazione con “Piemonte dal Vivo”, “Torino Comedy Lounge”, “Teatro Superga” e promosso dalla Città di Nichelino, con il sostegno di “Fondazione Compagnia di San Paolo”.

I biglietti sono in vendita su Ticketone (www.ticketone.it). Info: tel. 011/4174908 o www.openfactory.space

Per uno stile di vita sano “Breakfast Summer Camp”, realizzato da Kellogg e Croce Rossa Italiana

A TORINO PARTONO I “BREAKFAST SUMMER CAMP” DI KELLOGG E CROCE ROSSA ITALIANA PER PROMUOVERE L’ADOZIONE DI UNO STILE DI VITA SANO.

DONATE 125 COLAZIONI A BAMBINI IN STATO DI NECESSITÀ

 

Il progetto punta a sensibilizzare le fasce giovani della popolazione a uno stile di vita sano, a una corretta alimentazione e all’importanza dell’attività fisica.

  Al via a Torino il progetto “Breakfast Summer Camp”, realizzato da Kellogg e Croce Rossa Italiana per l’estate 2021, che ha l’obiettivo di sensibilizzare le fasce più giovani della popolazione a uno stile di vita sano tramite una corretta alimentazione, un’adeguata attività fisica e la lotta agli sprechi alimentari.

 

A Torino, in via Bologna 171, fino al 30 luglio, i “Breakfast Summer Camp” coinvolgeranno circa 25 bambini – delle fasce di età 8-13 – appartenenti a famiglie in stato di necessità. Ai partecipanti saranno offerti tutti i pasti della giornata, compresa la colazione, per un totale di oltre 125 colazioni donate.

 

Il progetto si pone in continuità con i “Breakfast Club”, un programma di sostegno ed educazione alimentare nelle scuole unico di Kellogg e Croce Rossa – che negli ultimi anni ha raggiunto circa 1.200 bambini e famiglie nelle aree più svantaggiate del Paese distribuendo circa 80.000 colazioni a titolo gratuito – e che ora moltiplica il suo impatto nell’estate 2021 grazie a un programma in 14 tappe, che toccherà 12 regioni italiane tra inizio luglio e inizio settembre.

 

Secondo i più recenti dati ISTAT nel 2020 sono state oltre 2 milioni le famiglie italiane in condizioni di povertà assoluta: il valore più alto dal 2005, causato soprattutto dall’impatto della pandemia. Una condizione che si riflette su 1,3 milioni di minori (anche in questo caso, il valore più alto degli ultimi 15 anni)[1].

 

E’ su questa fascia di popolazione che si concentra l’iniziativa di Kellogg e Croce Rossa Italiana: nel Summer Camp di tipo residenziale in programma a Torino i partecipanti saranno intrattenuti con vari momenti di educazione alimentare, attività formative, ludico-ricreative, laboratori ed attività sportive condotte da Volontari CRI. L’obiettivo è educare bambini e ragazzi in età evolutiva ad un corretto modello alimentare e all’importanza di un’adeguata attività fisica, nonché alla lotta allo spreco alimentare.

 

“Croce Rossa Italiana e Kellogg collaborano con continuità dal 2016, riuscendo ad ottenere insieme, di anno in anno, un impatto sempre più grande sulle fasce più deboli della popolazione e dando continuità all’impegno verso i temi relativi all’educazione alimentare e della corretta nutrizione – spiega Matteo Camporeale, Vicepresidente e Referente Giovani della Croce Rossa Italiana. Il programma dei “Breakfast Summer Camp” per l’estate 2021 è davvero importante, non solo perché ci permette di raggiungere molti bambini e famiglie in tutto il Paese, ma anche perché arriva in un momento molto delicato come quello che stiamo attraversando. L’iniziativa, in questo senso, non rappresenta solo un progetto sull’educazione ad uno stile di vita sano, ma un momento di integrazione sociale tra bambini, famiglie e territori e un aiuto concreto in un momento di ripartenza in sicurezza”.

 

“Sono davvero orgoglioso della partnership continuativa con Croce Rossa Italiana, che dal 2016 ci permette di aiutare i bambini che ne hanno più bisogno, garantendo loro l’accesso ad un pasto così importante della giornata come la prima colazione. I Breakfast Summer Camp, infatti, sono la naturale prosecuzione dei nostri Breakfast Club, un progetto unico di Kellogg e Croce Rossa che abbiamo evoluto in una versione estiva, per non lasciare che la chiusura delle scuole fermasse il nostro impegno – spiega Giuseppe Riccardi, General Manager di Kellogg Italia. In Italia, ci impegniamo a fornire cibo a 2,6 milioni di persone in stato di necessità entro il 2030: la partnership con Croce Rossa Italiana ci aiuta ad avvicinarci a questo obiettivo.”

 

Sviluppo industriale, Cirio e Appendino a Roma da Draghi

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Il presidente del Consiglio ha dato mandato al ministro Giorgetti di avviare un confronto costante e periodico sui progetti di sviluppo industriale del territorio

Un incontro positivo che guarda al futuro e alle specificità di Torino e del Piemonte, con la consapevolezza delle sue eccellenze ma anche delle sue criticità.È stato un confronto costruttivo quello che si è svolto questo pomeriggio a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e la sindaca di Torino Chiara Appendino, in rappresentanza di tutte le istituzioni del territorio, del mondo produttivo e industriale e dei sindacati dei lavoratori. Presente anche la vicepresidente del Senato, la piemontese Anna Rossomando.
Il Presidente e la Sindaca hanno consegnato al Premier un dossier che inquadra la situazione economica, produttiva e occupazionale del territorio, ma anche le sue eccellenze e progettualità per il futuro: automotive, elettrico, idrogeno, aerospazio e intelligenza artificiale.
“Ringraziamo il Premier per questo incontro per noi fondamentale e anche perché siamo la prima Regione e capoluogo d’Italia ad essere stati ricevuti per parlare del futuro industriale del nostro Paese – dichiara il presidente della Regione Alberto Cirio -. Il presidente Draghi ha riconosciuto con noi la grande forza del Piemonte, che deriva non solo dal suo passato ma anche dal suo futuro, con la sua capacità manifatturiera, le sue Università. Sulla base di questo già a partire dalle prossime settimane insieme a lui e al ministro dello Sviluppo economico Giorgetti scriveremo le azioni da intraprendere per il futuro industriale di Torino e del Piemonte. Investire in Piemonte conviene, e abbiamo bisogno che il Governo creda in questo percorso e metta sul tavolo le risorse, riconoscendo le specificità di una Regione che merita di essere, come il Premier stesso ha riconosciuto, centrale nelle politiche di sviluppo dell’Italia. E il PNRR sarà un aiuto fondamentale, perché racchiude i progetti e le risorse per vincere la concorrenza di altre Regioni europee”.
Il premier Draghi ha dato mandato al ministro Giorgetti di avviare già nel mese di agosto i primi incontri per iniziare un confronto strategico e operativo con Torino e il Piemonte. Un territorio in cui l’automotive rappresenta il 40% della produzione nazionale con una presenza di imprese pari al 34% solo nel comparto della componentistica e il 22% dell’export nazionale del comparto dei mezzi di trasporto. Un settore, quello automobilistico, che in Piemonte comprende l’intera filiera, con una valenza occupazionale che conta oltre 70.000 persone.
“L’assegnazione a Termoli della Gigafactory Stellantis è stata la miccia per avviare un confronto con il Governo – sottolinea la sindaca di Torino Chiara Appendino -. Oggi abbiamo parlato del futuro del nostro territorio. Lavoriamo su dossier di eccellenze come automotive, aerospazio, idrogeno, intelligenza artificiale. Il premier Draghi si è dimostrato molto disponibile all’ascolto, e già nelle prossime settimane avremo un incontro con il ministro Giorgetti per le risorse del PNRR. Il nostro territorio sa fare rete e sa collaborare. Dal sindacato all’Unione Industriale a tutte le forze politiche: c’è tutto l’arco costituzionale, che giustamente chiede di essere al centro delle politiche industriali, perché abbiamo tutto quello che serve per contribuire alla ripresa del Paese”.