ilTorinese

Collodi e l’invenzione di Pinocchio

Collodi, all’anagrafe Carlo Lorenzini, nacque a Firenze il 24 novembre del 1826 e divenne celebre come autore del romanzo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino. Il padre Domenico era un cuoco e la madre, Angiolina Orzali, una domestica, entrambi a servizio dei marchesi Ginori. Angiolina era originaria di Collodi , frazione di Pescia, nel  pistoiese.

Fu proprio il nome del paese natale della madre ad ispirare a Carlo lo pseudonimo che lo rese famoso in tutto il mondo come autore di Pinocchio. A diciotto anni il giovane Lorenzini  entrò in contatto con il  mondo dei libri come commesso nella libreria Piatti a Firenze e un anno dopo, nel 1845, ottenne una dispensa ecclesiastica che gli permise di leggere l’Indice dei libri proibiti . La passione per la lettura lo indusse a cimentarsi con la scrittura e iniziò a redigere recensioni e articoli per La Rivista di Firenze.

Allo scoppio della Prima guerra d’indipendenza, nel 1848, Lorenzini si arruolò volontario combattendo contro gli austriaci al fianco di altri studenti toscani a Curtatone e Montanara. Tornato a Firenze fondò una rivista satirica Il Lampione che subì ben presto la censura, cessando le pubblicazioni. La passione non venne meno, impegnandolo in un’intensa attività culturale nel campo dell’editoria e del giornalismo, dove si occupò di letteratura, musica e arte. Trentenne, nel 1856, durante la sua collaborazione con la rivista umoristica La Lente, iniziò a firmarsi con lo  pseudonimo di Collodi e a pubblicare i primi libri. Allo scoppio della Seconda guerra d’indipendenza non si tirò indietro, partecipandovi come soldato regolare piemontese nel Reggimento Cavalleggeri di Novara. Terminata la campagna militare fece ritorno a Firenze, occupandosi di critica teatrale. Invitato dal Ministero della Pubblica Istruzione a far parte della redazione di un dizionario di lingua parlata, il “Novo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze”, si impegnò con slancio e  passione in questa nuova impresa culturale. Il suo approccio al mondo delle favole iniziò all’alba dei cinquant’anni quando ricevette dall’editore Paggi il compito di tradurre le fiabe francesi più famose. Collodi non si limitò ad una pura e semplice opera di traduzione, effettuando anche l’adattamento dei testi integrandovi una morale. Un lavoro di grande interesse che venne poi pubblicato sotto il titolo I racconti delle fate. Nel 1877 apparve Giannettino, il primo di una lunga serie di testi per l’educazione dei più giovani che spaziavano dalla geografia alla grammatica e all’aritmetica .

Questa serie di libri faceva parte della Biblioteca Scolastica dell’editore Felice Paggi: un libro era venduto a due lire e, se era legato in tela con placca a oro, il prezzo saliva a tre. Sia questa serie che il successivo Minuzzolo anticiparono di fatto la nascita di Pinocchio. Il 7 luglio 1881, sul primo numero del periodico per l’infanzia Giornale per i bambini (praticamente l’archetipo dei periodici italiani per ragazzi) uscì la prima puntata de Le avventure di Pinocchio con il titolo Storia di un burattino. Due anni dopo, raccolte in volume e arricchite dalle illustrazioni di Enrico Mozzanti, le vicende del burattino che voleva diventare un bambino in carne e ossa vennero pubblicate quasi in contemporanea con la sua nomina a direttore del periodico che ne aveva anticipato il testo. Carlo Lorenzini, ormai per tutti Collodi, morì a Firenze nel 1890 dove riposa nel cimitero delle Porte Sante. Pinocchio, nonostante abbia compiuto il suo 140° compleanno, è ben vivo e vegeto: pubblicato in 187 edizioni, tradotto in 260 lingue o dialetti, protagonista di film, cartoni animati e sceneggiati, riprodotto in mille maniere. In molti hanno provato a catalogarne significati e morali per spiegarne l’incredibile longevità e freschezza. Per Italo Calvino Pinocchio è stato l’unico vero protagonista picaresco della letteratura italiana, proposto in forma fantastica; le sue avventure rocambolesche, a volte scanzonate, a tratti drammatiche, rimandano alla letteratura di genere che ebbe origine in Spagna con  Lazarillo de Tormes e il Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes, l’opera che segnò la nascita del moderno romanzo europeo.

A noi che lo incontrammo da piccoli e che imparammo ad amarlo piace pensarlo all’Osteria del Gambero Rosso, seduto in compagnia del Gatto e della Volpe, mentre fugge con Lucignolo nel paese dei Balocchi e finisce per trasformarsi, dopo cinque mesi di cuccagna, in un asinello. Mastro Ciliegia, Geppetto, il Grillo Parlante, Mangiafuoco e la Fata Turchina lo accompagnano fin quando smette di essere un burattino e diventa un ragazzo in carne ed ossa. Pinocchio è ben più che un libro per bambini perché ci aiuta a non perdere il contatto con la fantasia, nutrendo la creatività. Come ricordava Gianni Rodari, non vi è nulla di più sbagliato che etichettare la fantasia come “roba da bambini”; al contrario, dovremmo accoglierla, svilupparla ed utilizzarla per conoscerci e vivere meglio.

Marco Travaglini

Il Santa Croce di Moncalieri guida l’innovazione con la chirurgia per il reflusso

Una tecnica mininvasiva riduce i sintomi e migliora la qualità della vita nei pazienti

«Non era solo un “mal di stomaco”, ma una condizione di disagio e sofferenza che condizionava negativamente tutti gli aspetti della mia vita – racconta Luca (nome di fantasia) paziente del reparto di Chirurgia dell’ospedale Santa Croce di Moncalieri – Dopo anni di sofferenza per una malattia da reflusso gastroesofageo refrattaria alle terapie mediche e già sottoposta a precedenti procedure, tra cui una endoscopica stretta con risultati insoddisfacenti, sono stato sottoposto con successo al posizionamento di un nuovo dispositivo e, a distanza di mesi dall’intervento, posso confermare un netto miglioramento della qualità della vita, la completa risoluzione dei sintomi e un pieno ritorno alle normali attività quotidiane, senza più necessità di terapie farmacologiche».

La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), si verifica quando l’acido dello stomaco ritorna nell’esofago irritando e danneggiando il tessuto dell’esofago e portando a bruciore di stomaco, difficoltà a deglutire e dolore toracico generale. La MRGE è tra le malattie croniche più diffuse al mondo, con un impatto sul 17% della popolazione dell’Unione Europea.

Per risolvere i problemi causati dalla MRGE, accanto alla classica chirurgia mininvasiva antireflusso, negli ultimi anni si è sviluppato un filone di ricerca nell’ambito dei dispositivi impiantabili, con l’obiettivo di ottenere una standardizzazione della procedura chirurgica, garantendo l’ottimizzazione dei risultati, riducendo gli effetti collaterali come disfagia, distensione addominale, difficoltà di eruttazione e vomito.

Già nel 2022 l’equipe della Chirurgia di Moncalieri ha iniziato a impiantare un dispositivo che rinforza la barriera antireflusso mediante un anello di microsfere, una soluzione efficace e mininvasiva, che viene applicata con successo anche a pazienti affetti da MRGE post sleeve gastrectomy, una condizione notoriamente difficile da trattare chirurgicamente.

Tuttavia questo sistema non è adatto a tutti i pazienti affetti da malattia da reflusso, in quanto alcuni di loro, affetti da disordini motori dell’esofago, se non accuratamente selezionati e studiati, potrebbero sviluppare eventi avversi tra cui la disfagia.

A offrire a questa fetta di pazienti l’opportunità di una “cura” chirurgica è la stata la nascita, nel 2018, di un nuovo sistema in silicone sviluppato in Svezia: una tecnica che permette di ricostruire, mediante punti di sutura in materiale non riassorbibile, l’angolo di His tra esofago e stomaco, ricostituendo così uno dei principali meccanismi che contribuiscono alla prevenzione del reflusso gastroesofageo.

Il dispositivo, posizionato con tecnica laparoscopica in un intervento della durata di circa un’ora, permette al paziente di riprendere già dal giorno successivo le normali attività quotidiane: «Abbiamo iniziato a impiantare il dispositivo nel 2023 e ad oggi abbiamo superato i 20 pazienti trattati con risultati clinici molto positivi – commenta Gabriele Pozzo, direttore della struttura di Chirurgia di Moncalieri – Il nostro centro è attualmente l’unico in Piemonte ad offrire questa procedura, ricevendo numerose richieste di mobilità attiva da altre Regioni italiane. Vogliamo poter offrire ai nostri pazienti una soluzione completa, personalizzata e allineata con i più alti standard europei, per questo siamo in costante collaborazione con il gruppo della European Foregut Society, con cui condividiamo esperienze e strategie clinico-chirurgiche all’avanguardia nel trattamento delle patologie funzionali dell’esofago e dello stomaco».

«L’impegno dell’Asl TO5 è da sempre rivolto all’innovazione responsabile, orientata al miglioramento concreto della qualità della vita dei cittadini – dichiara il Direttore Generale, Bruno Osella – L’introduzione di questo nuovo sistema è un esempio di come la sanità pubblica possa raggiungere livelli di avanguardia, grazie a una visione strategica, alla competenza dei professionisti e alla collaborazione con realtà scientifiche di rilievo internazionale».

A Moncalieri vengono eseguiti oltre 100 interventi chirurgici l’anno per il trattamento della MRGE, ponendosi come uno dei pochi centri in Italia in grado di offrire tutte le opzioni oggi disponibili, dalle tecniche tradizionali (fundoplicatio) alle soluzioni più innovative.

«Le eccellenze della sanità pubblica piemontese sono molte e il sistema adottato dall’Asl TO5 sul reflusso lo dimostra – sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi – Innovazione, condivisione delle conoscenze e professionalità, infatti, sono al centro di questo interessante approccio a una patologia che può intaccare la vita quotidiana di chi ne soffre. Un plauso quindi all’Azienda e ai professionisti che hanno adottato questo interessante sistema».

Coldiretti Torino promuove il peperone

Ortaggio salutare emblema della Dieta mediterranea

 

Nella settimana della Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola Coldiretti Torino promuove questo ortaggio colorato al centro della Dieta mediterranea, ricco di preziosi nutrienti che sta diventando sempre più un esempio di agricoltura sostenibile e di qualità italiana che guarda alla salute.

Il peperone di Carmagnola è coltivato su una superficie di 80 ettari da aziende agricole soprattutto a conduzione famigliare per una produzione che, a seconda elle annate, si aggira sui 1.600 quintali. Gli addetti sono circa 400, compresi i lavoratori salariati impiegati da una decina di aziende. Il valore compressivo della produzione sul mercato vari, sempre a seconda delle annate, dai 2,5 ai 4,5 milioni di euro.

Per promuovere il peperone, Coldiretti Torino è presente alla Fiera con il mercato dei produttori di Campagna Amica, alle premiazioni dei peperoni più belli e con iniziative di ascolto dei produttori e degli esperti come quello di ieri dal titolo: “La coltivazione del peperone di Carmagnola, esempio di un’agricoltura sempre più attenta all’ambiente: l’esperienza sul campo delle aziende”. Un dibattito per spiegare come i produttori di peperone di Carmagnola adottino metodi di coltivazione sempre meno impattanti sull’ambiente per un prodotto dove cresce l’attenzione alla qualità e alla sostenibilità. Sono intervenuti oltre all’assessore all’agricoltura di Carmagnola Roberto Gerbino, al direttore e al presidente di Coldiretti Torino Carlo Loffreda e Bruno Mecca Cici, il tecnico dell’area economica Coldiretti nazionale, Lorenzo Bazzana che ha ricordato come i prodotti autorizzati in Italia utilizzati per la difesa delle coltivazioni siano stati dimezzati negli ultimi 30 anni. Secondo i dati Eurostat tra i 21 paesi UE oggetto di studio, l’Italia è quella che tra il 2011 e il 2023 ha avuto la più forte riduzione, -44%, la media UE è stata pari al -9%. I dati del rapporto annuale Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) indicano che i prodotti nazionali hanno un livello di non conformità pari allo 0,7%, contro il 5,6% dei prodotti di importazione. 1/4 dei fitofarmaci autorizzati negli USA sono vietati in UE. 1/3 dei fitofarmaci utilizzati in Brasile sono vietati in UE. In questo quadro, la coltivazione del peperone di Carmagnola è un ottimo esempio di come la nostra agricoltura abbia saputo adattarsi a metodi sempre meno dipendenti dalla chimica. Un aspetto confermato dal presidente del Consorzio del peperone di Carmagnola, Domenico Tuninetti e dai produttori Renata Fiorina, Paola Chicco, Pierfrancesco Crivello che hanno spiegato come siano ormai affermate pratiche colturali che fanno quasi completamente a meno della chimica in favore di coperture antinsetto, micorrize e misture minerali per rendere le piante più resistenti alle malattie, irrigazione a goccia mirata sulla pianta e tanti altri accorgimenti agronomici e tecnologici resi disponibili dall’innovazione. «In questo modo – commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – si può dire che il peperone di Carmagnola è un grande esempio di qualità italiana che guarda alla salute dei consumatori e degli stessi agricoltori che operano tutti i giorni nelle serre».

“Una mano sul cuore”, volti noti in campo a Castiglione Torinese

LA PARTITA BENEFICA

In campo tanti volti noti della Tv, dello spettacolo e dei Social

Domenica 14 Ottobre, in occasione della Festa dello Sport, scendono in campo tanti personaggi
amati dai giovani dei Social e tanti nomi noti al pubblico televisivo. Un’intera cittadina in
fibrillazione per l’arrivo della Nazionale Calcio Spettacolo che in una partita benefica intitolata
UNA MANO SUL CUORE sfiderà la squadra del Castiglione Solidale, un team creato ad hoc per
l’occasione. A calcare il prato dell’Oratorio Madre Teresa di Calcutta con la maglia della Nazionale
ci saranno, tra i tanti, il capitano autore e compositore Vincenzo Torelli, Simone Barbato (noto al
grande pubblico per le sue apparizioni come mimo a Zelig e la partecipazione al programma L’isola
dei famosi), Assan Diop (il primo comico di colore ad aver calcato il palco di Zelig), Gilbert Nana
(amatissimo dai giovani e detentore del titolo mondiale di palleggi di testa), Gianluca Martino
(chitarrista dei Rockets), Oskar (cantante degli Statuto), Marco Carena, Mauro Villata (comico di
Colorado) e tanti tanti altri. Tra gli ospiti la notissima attrice e comica Margherita Fumero e
Nicholas Mazza (protagonista della scorsa edizione di Io canto Generation condotta da Gerry
Scotti). Madrina dell’evento la presentatrice Tv e speaker radiofonica Barbara Morris. Previste
incursioni famose come quella degli ex giocatori granata. A suonare l’inno di Mameli il Corpo
Bandistico di San Raffaele Cimena.
Insomma tra sorprese e presenze certe si annuncia un pomeriggio all’insegna del divertimento e
della solidarietà con incasso destinato all’Associazione FORMA dell’Ospedale Regina Margherita
di Torino. Allora segnatevi bene questa data : Domenica 14 Settembre 2025 alle ore 16,00 presso
l’Oratorio Madre Teresa di Calcutta a Castiglione Torinese.

Una demiurga tra salotti, ministri e silenzi: il ritorno sottovoce di Monica Macchioni

Ha scritto discorsi, scelto giacche, evitato gaffe, lanciato programmi tv e politici. Monica Macchioni era ovunque — senza esserci mai. Ora rompe il silenzio. Con stile.

Scritto da Alessio Tommasi Baldi il . Pubblicato in .

Intervista esclusiva rilasciata a ConsulPress

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Una demiurga tra salotti, ministri e silenzi: il ritorno sottovoce di Monica Macchioni

Frassati e Acutis, due Santi e due francobolli

Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, i primi canonizzati da Papa Leone XIV, saranno Santi domenica 7 settembre. La solenne Messa si terrà alle ore 10.00 in piazza San Pietro in una grande celebrazione che richiamerà migliaia di fedeli tra cui moltissimi giovani e studenti. Era stato Papa Bergoglio ad annunciare la canonizzazione di Acutis e Frassati nell’udienza generale del 20 novembre 2024. Acutis e Frassati avranno i loro francobolli, illustrati con i ritratti dei due santi e validi per la posta ordinaria spedita in Europa. Al Politecnico di Torino è allestita una mostra su Frassati, figlio del fondatore de La Stampa, con documenti e immagini inedite. Laici e beati, morti entrambi giovanissimi, sono un punto di riferimento per migliaia di fedeli in tutto il mondo. Nato a Torino nel 1901 e morto ad appena 25 anni per una poliomielite fulminante, Pier Giorgio Frassati è stato un filantropo, studente, laico dell’Ordine domenicano, membro della Società San Vincenzo de’ Paoli e dell’Azione Cattolica. Di famiglia borghese e nobile Frassati si dedicò intensamente alla carità verso i poveri e gli emarginati. Il miracolo, riconosciuto dalla Chiesa, è la guarigione di Domenico Sellan, un friulano che aveva contratto negli anni Trenta la tubercolosi. Ancora più breve è stata la vita di Carlo Acutis, nato nel 1991 e morto nel 2006, a soli 15 anni, per leucemia. Appassionato di computer, Acutis ha usato il web per diffondere la sua mostra “Segni” dedicata ai miracoli eucaristici e diventata famosa in tutto il mondo. Dopo la riesumazione del corpo molti fedeli hanno gridato al miracolo ma le autorità cattoliche hanno spiegato che non si tratta assolutamente di miracolo e che sul volto di Carlo è stata applicata una maschera di silicone. Questo spiega perché il corpo di Acutis sembra non essere stato toccato dalla morte. Acutis è considerato santo per due miracoli riconosciuti dalla Chiesa cattolica e per la sua profonda fede in Gesù testimoniata attraverso l’utilizzo di internet. I miracoli attribuiti a Carlo Acutis sono la guarigione inspiegabile di Matheus, un bambino brasiliano di 6 anni gravemente malato, e quella di Valeria Valverde, una studentessa costaricana con un grave trauma cranico. Durante una benedizione con una reliquia di Carlo Acutis i sintomi della malattia di Matheus cessarono improvvisamente e gli esami medici confermarono la scomparsa completa della malformazione congenita.                                  Filippo Re

Ritorna il festival itinerante a casa Savoia, Teatro nelle Corti

Il teatro europeo fa ritorno nelle dimore sabauda, nel cuore del patrimonio culturale e storico di Torino e del Piemonte, a Racconigi con la rassegna “Il Teatro nelle Corti”,  che ha debuttato lo scorso anno nel cuore della Torino barocca, ai Musei Reali.
Venerdì 5 e sabato 6 settembre prossimobla seconda edizione del Festival proporrà otto spettacoli, di cui sei prime nazionali in alcune delle più affascinanti residenze sabaude piemontesi. A metterli in scena saranno artisti provenienti da compagnie di Italia, Francia, Germania e Portogallo, in sei prime nazionali e una piece in situ. Si tratta di un festival ideato da Beppe Navello, che è stato figlio del teatro Europeo, diventato poi teatro a Corte, nato nel 2001 per volontà del regista e direttore artistico di Acqui Terme.

La prima giornata, il 5 settembre, si aprirà con la prima italiana di “La figure de baiser” della Cie Pernette, in piazza della Consolata, che è  stata scelta su impulso di Silvia Capra del Bistrot di Felicin della Consolata. Proprio lei ha coinvolto tutti gli operatori commerciali della piazza per animare con questo progetto culturale l’intera area. Nella serata torinese, dopo l’esordio in piazza della Consolata,  il festival si sposterà in piazza San Giovanni, quindi nei Giardini di Levante dei Musei Reali e nel giardino Ducale, per concludersi in piazzetta Reale alle 22.e45.
Al castello di Racconigi rivivranno i giardini e le cucine, con una creazione ad hoc di Ambra Senatore, che sarà dedicata al cibo,  dal titolo “Vivande”. Vi parteciperà Nino Rocca, lo chef di Felicin a Monforte d’Alba.

“Si tratta di un’edizione di grande fascino – sottolinea la presidente del Teatro Europeo Mercedes Bresso. Il direttore artistico Beppe Navello ha spiegato che si tratta di un “festival che si mette in movimento partendo dal cuore pulsante del patrimonio artistico, storico e paesaggistico di Torino e chiede agli artisti di lavorare per il luogo in cui fanno vivere le loro creazione”. Gli spettacoli variano nella loro durata, da 10 fino a 70 minuti, esplorando le più diverse forme d’arte, dalla danza all’acrobazia,  passando attraverso un omaggio a Fellini da parte della compagina Artemis.

Mara Martellotta

 

 

 

 

Teatro nelle corti

Torino, piazza della Consolata, piazza san Giovanni, Giardini Reali e Piazzetta Reale

Sabato 5 settembre 2025

Visita ai Musei Reali: dalle 19.45 alle 23.30 (ultimo ingresso ore 22.45).

 

Spettacoli nei Giardini Reali: ingresso con biglietto da € 10,00, comprensivo dell’accesso al Museo di Antichità.

 

Biglietti online:

https://www.ticketone.it/event/musei-reali-estate-reale-musei-reali-di-torino-20186470/

 

Contattimr-to.eventi@cultura.gov.it

 

Giardini Reali, Giardino Ducale foto Dario Fusaro per i Musei Reali di Torino

Stretta sui monopattini, più sanzioni per comportamenti pericolosi e guida senza casco

Proseguono i controlli della Polizia Locale sul rispetto delle norme di comportamento che regolano l’uso dei mezzi di mobilità leggera e, in modo particolare, dei monopattini, utilizzati con sempre maggiore frequenza per spostarsi all’interno della città.

Al 31 agosto ammontano a 6.454 le violazioni accertate da inizio anno. Di queste, 4.180 sono da ricondurre alla sosta irregolare dei veicoli e 2.274 a comportamenti pericolosi dei conducenti e al mancato rispetto delle norme di circolazione. Tra queste ultime, 1.495 hanno riguardato conducenti di monopattino alla guida senza casco.

Numeri in crescita rispetto al passato e anche all’inizio dell’anno. In tutto il 2024 le sanzioni comminate a conducenti di biciclette e monopattini erano state 4.097, di cui 2.592 per soste irregolari e 1505 per violazione di norme di comportamento alla guida.

Al 30 maggio di quest’anno le sanzioni totali erano 2291.

Un incremento dovuto certamente ad un maggiore utilizzo di questi mezzi ma anche all’ intensificazione dei controlli con servizi dedicati da parte delle pattuglie della Polizia Locale, attivate dai Comandi territoriali, dall’Aliquota Pronto Impiego e dal Reparto Radiomobile.

“Le attività di controllo vengono programmate settimanalmente, secondo la disponibilità – spiega l’assessore alla Polizia Locale Marco Porcedda -. Le verifiche avvengono nelle zone più trafficate, lungo i marciapiedi, specie quelli più attraversati da pedoni, sotto i portici. Particolare attenzione viene anche dedicata a luoghi dove sono già avvenuti incidenti che hanno visto coinvolti biciclette e monopattini. L’obiettivo come sempre non è sanzionare in sé, ma educare al rispetto delle regole per garantire la sicurezza di chi guida questi mezzi e di tutti gli utenti della strada. Numerose sanzioni riguardano la sosta dei mezzi, purtroppo vi è ancora una scarsa sensibilità da parte degli utilizzatori che spesso li abbandonano sui marciapiedi, creando pericolo e intralcio per i pedoni e per le persone con disabilità. Con l’entrata in vigore del nuovo codice della strada poi è diventato obbligatorio l’uso del casco per chi si mette alla guida di un monopattino. Un’abitudine che molti non hanno ancora

recepito, come dimostra il numero di sanzioni, in crescita esponenziale, e che invece è importantissima per tutelare la sicurezza di chi guida in caso di urti”.

TORINO CLICK

Dormire? Sì, tra un po’

La procrastinazione del sonno, quando addormentarsi diventa un problema.

Un film, una serie, il cellulare con tutti i suoi contenuti, la posta, la chat ed è già mezzanotte passata. Si sa benissimo che è ora di andare a dormire, ma si rimanda anche a causa di pensieri intrusivi conditi da tanta immaginazione. Si chiama procrastinazione del sonno e non è solo una cattiva abitudine, ma un fenomeno psicologico sempre più attenzionato, con ripercussioni concrete sulla salute mentale e fisica. Il termine tecnico è “bedtime procrastination”, introdotto per la prima volta nel 2014 dalla ricercatrice olandese Floor Kroese. Si tratta della tendenza a rimandare l’ora di andare a dormire senza un motivo valido, cioè senza che fattori come lavoro, figli o emergenze impongano di restare svegli. È una scelta volontaria, ma spesso vissuta con frustrazione: si è consapevoli che sarebbe meglio dormire, ma si sceglie di non farlo rivendicando un po’ di tempo per sé, anche a discapito del riposo. Alla radice di questo comportamento ci sono diverse ragioni che si intrecciano tra loro quali lo stress e il sovraccarico mentale, la scarsa autoregolazione tipica di chi fatica a gestire impulsi e decisioni nel breve termine e tende a procrastinare più facilmente, la tecnologia e iperstimolazione causati da un utilizzo frequente di smartphone, serie TV, social network pensati per intrattenere sempre più a lungo col fine di creare così una reale dipendenza. Un altro motivo che causa il ritardo nell’andare a letto è l’ansia, per evitare il momento del silenzio, in cui pensieri e preoccupazioni si accatastano nella nostra mente, si tende a rimandare il più possibile. Rinunciare al sonno non è una consuetudine da prendere alla leggera, anche una moderata deprivazione può creare problemi di umore, di concentrazione e avere conseguenze sul metabolismo e sul sistema immunitario. I disturbi che vengono causati da questo rinviare ad andare tra le “braccia di Morfeo” sono seri e da non sottovalutare. L’ affaticamento cronico cosi come l’aumento della depressione sono alcuni dei rischi che si corrono, così come il peggioramento delle performance cognitive e la maggiore vulnerabilità rispetto a malattie cardiovascolari. Inoltre, chi dorme poco tende a procrastinare anche in altri ambiti, alimentando un circolo vizioso difficile da spezzare.

Come si può rompere questa spirale che rende esausti e condiziona la quotidianità? Come prima cosa è necessario dare vita ad una routine rilassante a fine giornata che rallenti i ritmi, è opportuno spegnere tutti gli schemi almeno 1 ora prima di andare a dormire e creare una motivazione convincente per andare a letto a riposare. Inoltre quei momenti dedicati a noi stessi durante la notte dovrebbero essere inseriti, al contrario, nel corso della giornata; la sera ci si può dedicare, invece, alla redazione di un diario o alla mindfulness unita alla respirazione consapevole.

Insomma rimandare l’addormentamento può essere considerato un desiderio recondito di chi rivendica i propri spazi e il proprio tempo, ma che spesso finisce per colpire piuttosto che favorire Non si tratta solo di imparare a dormire di più e all’ora prevista, ma di riconquistare un rapporto sano con il proprio tempo, le proprie scelte e il proprio benessere. Dormire non è perdere tempo, è uno spazio salutare a cui non rinunciare mai.

Maria La Barbera

Lab Graal, Lab Graal e ancora Lab Graal!

Dopo qualche mese di assenza, il famoso gruppo musicale di Rock celtico ‘made in Piemont’ torna in gran pavese per il suo pubblico con un nuovo concerto alle porte di Torino.

Ormai è innegabile che – oltre alla fama in Italia – il Lab Graal si sia conquistato negli anni una posizione di rilievo anche sulla scena musicale internazionale.

Scrivere due righe di plauso sull’argomento sembra qui semplice, ovvio e scontato, ma al di là delle nostre Alpi occidentali esiste da sempre una fortissima concorrenza musicale di settore (difficile da erodere per un gruppo musicale italiano) composta da gruppi e singoli artisti di gran valore (come la cantautrice irlandese Eithne Pádraigín Ní Bhraonáin, meglio conosciuta come Enya).

Abbiamo spesso scritto del Graal come fucina di una creatività fedele a sé stessa ma contemporaneamente sempre innovativa perché questa è la sua VERA cifra stilistica.

Lo stile prende da sempre ispirazione da una nostra cultura autoctona e da composizioni e musiche respirate nei viaggi in Paesi dove ancora sussiste una creatività cultura celtica.

Sono brani che il LabGraal rielabora secondo il suo particolare stile e sempre di grande impatto emotivo nel pubblico.

Il celtismo è però solo un punto di partenza. Evidente è l’aggancio alle Culture Naturali, dal Graal interpretate come Pure, Salvifiche, che permettono di creare meticciati melodici di grande spessore, non inquinati da modernità che spesso sfalsano e distorcono importanti valori umani.

Il gruppo è inoltre impegnato in azioni di solidarietà internazionale, in battaglie per i diritti degli animali, iniziative per la Pace e a favore dei Popoli indigeni.

Tutto ciò ha permesso addirittura una collaborazione con le Nazioni Unite.

Purtoppo il LabGraal ha subìto una grave perdita quando nel 2019 è mancato Giancarlo Barbadoro, fondatore del gruppo insieme a Rosalba Nattero.

Proprio a Giancarlo è dedicato l’ultimo album (in vinile e CD) “The Last Shaman” che contiene suoi brani inediti.

Ci si raccomanda quindi di non perdere il concerto del LabGraal di venerdì 5 Settembre 2025, ore 21.30, in occasione del 18° Collegno Folk Festival alla Certosa Reale di Collegno.

GUESTS: il violista armeno Maurizio Redegoso Kharitian e con poesie di Giancarlo Barbadoro lette dall’attrice Gabriella Pochini.

Componenti: Rosalba Nattero (Voce solista), Luca Colarelli (Cornamusa, Chitarra), Andrea Lesmo (Bouzuki, Tastiere), Gianluca Roggero (Tamburi )

Parcheggio dei Tigli (Viale Martiri XXX Aprile) – Ingresso libero

Per informazioni: 011-530.846

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Ferruccio Capra Quarelli