ilTorinese

Rifondazione: “Basta uccisioni sui luoghi di lavoro. Protestiamo in tutta Italia”

Dolore  e indignazione  per l’uccisione di Adil

Non più solo forza lavoro da sfruttare fino al midollo ma carne da macello. Questa è sempre più la sorte riservata ai lavoratori  tanto più se osano alzare la testa, rivendicare dignità e diritti.  Stamattina è toccato ad Adil Belakhdim, coordinatore del Sicobas di Novara nel corso di una manifestazione dei lavoratori nell’area logistica di Biandrate, a pochi chilometri da Novara. Le prime agenzie di stampa parlano di incidente. In realtà, secondo le testimonianze dirette dei lavoratori,  Adil è stato ucciso. Il camion, dopo aver forzato il presidio, ha investito e trascinato il corpo  il sindacalista fino ad ucciderlo.  Altri due lavoratori  sono stati feriti dopo di che il camionista ha proseguito la sua corsa in autostrada, prima di essere fermato dalle forze dell’ordine.  Un episodio terribile che dà il senso del clima di profondo disprezzo della vita dei lavoratori che sono in lotta per affermare i propri sacrosanti diritti. Nell’esprimere il nostro dolore e indignazione,  la nostra vicinanza ai famigliari, ai lavoratori  in lotta, al sindacato di appartenenza di Adil Rifondazione Comunista parteciperà alle manifestazioni di protesta che si svolgeranno nelle prossime ore.

 Ezio Locatellisegretario Rifondazione Comunista di Torino

Boniperti, 90 anni in bianconero

Vi riproponiamo un articolo di Paolo Maria Iraldi pubblicato tempo fa dal “Torinese” in occasione dei 90 anni di Boniperti

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Giampiero Boniperti nasce il 4 luglio 1928 a Barengo, un borgo arroccato sulle prime ondulazioni delle colline novaresi dominate dal massiccio del Monte Rosa. Il padre Agapito, podestà del paese, gli dà questo nome come esige la moda del momento

Il pallone tra i piedi è presto suo, ma il fratello Gino pare portato per il calcio più di lui. Il destino deciderà altrimenti. A diciassette anni Giampiero fa un primo provino con una squadra dilettantistica di Novara. i genitori tentennano: prima gli studi, dicono, e lui sta faticando a diplomarsi come geometra. Il ragazzino è però consapevole dei propri mezzi e ritenta con la Juventus. Si mette al centro dell’attacco di una formazione giovanile ed entusiasma i talent scout: dribbling, stop, tiro con entrambi i piedi. Il trasferimento a Torino è cosa fatta.Nel 1947, a diciotto anni, esordisce in serie A contro il Milan e viene subito convocato in Nazionale. Il giovanotto è tanto fortunato quanto talentuoso. Intorno a lui gli Agnelli costruiscono una grande squadra che ha l’obiettivo di ripetere le imprese dei cinque campionati consecutivi vinti tra il 1930 e il 1935. Quello che si conclude nel 1950 ricuce lo scudetto sulla casacca bianconera dopo qualcosa come quindici anni. È la Juventus degli scandinavi John Hansen e Praest, di Parola e Muccinelli. Boniperti, poco più che ventenne, è già un idolo indiscusso. Si narra – ma pare sia storia vera – che quando Gianni Agnelli parla di premi, lui non chieda denaro, ma di poter scegliere alcune vacche frisone di proprietà della Famiglia. Vacche, vedi caso, sempre giovani e gravide.

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Il ciclo è tuttavia breve, le milanesi prendono a vincere per buona parte del decennio. Quando gli Agnelli decidono di tornare a fare sul serio, gli acquisti si chiamano John Charles e Omar Sivori. È il 1957: Boniperti smette i panni del centravanti, arretra e nasce il grande regista che i vecchi tifosi bianconeri ancora ricordano. Ma anche chi non l’ha mai visto calcare i campi da gioco ha sentito descrivere almeno una volta il suo innato senso del gol, la classe purissima, il carattere forte e risoluto. La palla passa inesorabilmente tra le sue scarpette bullonate e va a Sivori, estroso opportunista d’area o a Charles, colpitore di testa micidiale. Quando oggi si nominano grandi attaccanti quali Messi, Neymar e Ronaldo, bisognerebbe conservare la memoria storica di quel trio che segnò un’epoca. La Juventus torna a dominare il campionato italiano: dal 1957 al ’61 ne mette in fila tre. Boniperti è il capitano, la bandiera. L’ennesima sequela di successi termina quando il Nostro, giunto a trentatré anni, sente che la carriera sta imboccando la fase discendente. Ha chiuso in bacheca cinque scudetti, un paio di Coppe Italia, e dopo 443 presenze e 178 reti decide di smettere. Si dice che abbia fatto voto di non toccare più un pallone e manterrà la parola. La Juventus ha, però, ancora bisogno di lui. Nel 1971 viene eletto presidente e, in queste vesti, sarà l’artefice di una lunghissima stagione di trionfi che durerà quasi ininterrottamente fino alla prima metà degli anni Novanta.

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Nell’Era Boniperti la Juventus vince tutti i trofei cui una squadra di calcio può ambire: nove scudetti, coppe nazionali ed internazionali (Uefa, Coppa delle Coppe, dei Campioni, Supercoppa Europea e Intercontinentale). Una squadra che, indossata la maglia azzurra della Nazionale, sarà il blocco su cui erigere il monumentale titolo mondiale del 1982 in Spagna. I nomi dei calciatori che la composero restano scolpiti a caratteri d’oro nella memoria di ogni tifoso: Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli, Paolo Rossi. E lui è sempre in prima linea, competente come pochi, a dettare le regole di uno stile sobrio ed educato, dedito interamente al lavoro, dentro e fuori dal campo di gioco. Per tutti i tifosi bianconeri Boniperti resta il Presidente per antonomasia. Quello che si allontanava dallo stadio durante l’intervallo e ascoltava alla radio il resto della partita. Quello che, di fronte alle avversità, stirava un sorriso a salvadanaio e scuoteva il capo con aria sorniona. Quello che, prima che il calcio prendesse la piega commerciale ed affaristica che sappiamo, prima che la Juventus provasse l’onta dello scandalo Calciopoli e la serie B, scelse di ritirarsi a vita privata. Stavolta per sempre.Giampiero Boniperti ha fatto il suo tempo, non prima di aver fatto la storia del calcio.

Paolo Maria Iraldi

Volt distribuisce cannabis al Valentino

Domani, sabato 19 giugno dalle ore 16.20 al Parco del Valentino di fronte al locale Imbarchino (viale Virgilio) Volt distribuisce cannabis gratuitamente. 

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO –  Volt spiegherà il vero valore della canapa, i modi in cui può contribuire al rilancio della città ed i motivi per cui estendere la legalizzazione alle varietà ad uso ricreativo è una battaglia di buon senso e civiltà.

Torino – Per ridare energia al dibattito e stimolare l’attenzione pubblica sul tema della legalizzazione della cannabis, Volt Torino intende regalare piantine e prodotti light ai cittadini e cittadine che lo vorranno.

 

L’iniziativa mira a invitare i più scettici a familiarizzare con una pianta che, nonostante le numerosissime applicazioni utili in industria e medicina, continua ad essere demonizzata più di tutte le altre. Ed il tema resta attualissimo, considerata la recente ripresa dei lavori al Parlamento sul DDL Magi.

Nella cornice verde del Valentino, Volt proverà a spiegare il vero valore della canapa, dei modi in cui può contribuire al rilancio della città ed i motivi per cui estendere la legalizzazione alle varietà ad uso ricreativo è una battaglia di buon senso e civiltà.

 

Appuntamento a domani, sabato 19 giugno, dalle ore 16:20 alle 17.30 circa di fronte al locale Imbarchino (viale Virgilio)

È morto Giampiero Boniperti, simbolo della Juventus

Torino. Nella notte è morto per una insufficienza cardiaca Giampiero Boniperti

Il presidente onorario della Juventus negli ultimi tempi si era ritirato a vita privata.

Vera anima, leggenda e storia bianconera è stato calciatore immenso e grande dirigente della squadra con cui ha vinto praticamente tutto.

Il prossimo 4 luglio avrebbe compiuto 93 anni. I funerali si svolgeranno in forma privata nei prossimi giorni.Questa è la volontà della famiglia

Vincenzo Grassano

“A Picciridda”: la Sicilia è in piazza Carducci

Nella sconfinata letteratura che racconta di Sicilia e di cibi siciliani la pagina del Gattopardo – forse il più bel romanzo italiano di sempre, scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa – nella quale è descritto il timballo di maccheroni, è davvero sublime: in poche righe ti fa pensare all’isola con la “I” maiuscola, ai suoi sapori, ai suoi profumi, ai suoi colori.

Se anche a Torino volete immergervi in un’atmosfera “gattopardesca” dal punto di vista gastronomico, allora andate in piazza Carducci.

E’ proprio dove non immaginereste, a due passi dalla fermata Molinette del Metrò,  che potrete  scoprire i veri sapori di Trinacria in un ampio locale aperto da poco.

 

Là, dove per decenni ebbe casa la Mela stregata, punto di riferimento per i nottambuli torinesi di più generazioni.

Stiamo parlando di A Picciridda, caffetteria, ristorante, gastronomia e ancor più, dove ritroverete la bella isola siciliana.

Ad accogliervi con simpatia, efficienza ed autorevole esuberanza sarà la signora Laura, pronta a farvi scegliere tra brioche col “tuppo” e non, cannoli, cassate, pasta di mandorle e altri dolci tipici.

E che dire del salato di antipasti come le panelle e i buonissimi primi come la pasta alla Norma? E le arancine?  O la pasta alle sarde catanesi con alici, finocchietto e uvetta?

Oppure il pesce ottimo (Puppu cu a sassa, Tonno alla messinese, un freschissimo crudo e tante altre proposte) accompagnato da una ricca scelta di vini.

Tra questi prevalgono i bianchi profumati di etichette che sono una garanzia, come Planeta, Donnafugata e lo “champagnoso” brut Duca di Salaparuta.

La professionalità e la gentilezza della Sig.ra Laura e di tutto il personale vi accompagnerà in questo tuffo nel mare di Sicilia con tutti i suoi colori e sapori dove riscoprire in città un piccolo angolo di prelibatezze accompagnate dal sorriso e buon umore che vi darà A Picciridda.

Potrete consumare i piatti anche con l’asporto scegliendo dal ricco menu pronto a soddisfare ogni esigenza portando con voi un assaggio di Sicilia, l’isola più bella del mondo.

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“A Picciridda”, Piazza Carducci, Torino. Tel. 011 6634365

Allasia: su Lombroso un plauso a Dario Franceschini

“I musei vanno aperti e non chiusi”

I musei vanno aperti e non chiusi. Un plauso al ministro della Cultura Dario Franceschini che rispondendo al question time al Senato ha espresso la sua netta contrarietà a chiudere il Museo Lombroso di Torino. Ho trovato sconcertante che in questo ultimo mese un senatore della Repubblica ne abbia chiesto la chiusura a più riprese con argomentazioni denigranti e prive di senso. Il Museo rappresenta un’istituzione riconosciuta per il suo ruolo storico e scientifico in tutto il mondo, unica nel suo genere. Le sue sale espositive fanno conoscere al visitatore le discusse teorie dello scienziato spiegando i presupposti culturali e scientifici da cui nacquero e quali furono gli errori di metodo scientifico. Questa vicenda ha evidenziato tutta la miopia del senatore De Bonis, perché il compito della politica è anche quello di fare conoscere la storia e non di cancellarla.

 

Ritorna il cinema alla Soms di Racconigi

Due film per cominciare: “Big Hero 6” di Walt Disney e “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino

Domenica 20 giugno, ore 16/ore 21
Racconigi (Cuneo)
A Racconigi torna finalmente a riaccendersi il grande schermo. Grazie alle donazioni ricevute, nei mesi scorsi, con la campagna di crowdfunding sostenuta da “Fondazione CRC”, domenica prossima 20 giugno l’Associazione Culturale “Progetto Cantoregi” darà il via nella propria sede della Soms (via Carlo Costa, 23) alle proiezioni cinematografiche, con due proposte pensate in particolare per i bambini e le loro famiglie e per i giovani e gli appassionati di film d’autore: “Big Hero 6” di Walt Disney, Premio Oscar 2015 come miglio film d’animazione (ore 16) e “Bastardi senza gloria”, film del 2009 di Quentin Tarantino con Brad Pitt, Diane Kruger, Mélanie Laurent e Christoph Waltz (ore 21).

I FILM

“Big Hero 6”. Film d’animazione diretto da Don Hall e Chris Williams, ispirato all’omonimo fumetto Marvel, è l’avventurosa commedia che racconta le vicissitudini del giovane esperto di robot di nome Hiro Hamada,che impara a gestire le sue capacità grazie a suo fratello, il brillante Tadashi e ai suoi amici tutti un po’strambi: Go Go Tamago, Wasabi No-Ginger, Honey Lemon e Fred. Quando una serie di circostanze disastrose catapultano i protagonisti al centro di un pericoloso complotto che si consuma sulle strade di San Fransokyo ( crasi tra San Francisco e Tokyo, il luogo dove abitano), Hiro si rivolge al suo amico più caro, un sofisticato e tenero robot di nome Baymax (che nel corso del cartoon perderà il suo aspetto rassicurante e coccoloso) e trasforma il suo gruppo di amici in una squadra di supereroi altamente tecnologici, per riuscire a risolvere il mistero.
“Bastardi senza gloria”. In Francia nel 1941. Durante l’occupazione nazista, Shosanna Dreyfus (Melanié Laurent) sopravvive al massacro della sua famiglia, commesso dal colonnello nazista Hans Landa, “cacciatore di ebrei”. Questo evento traumatico cambia per sempre la vita della ragazza, intenzionata ad avere la propria vendetta personale. L’occasione le si presenta qualche anno dopo, a Parigi, dove si è rifugiata sotto il falso nome di Emmanuelle Mimieux ed è divenuta proprietaria di una sala cinematografica. L’eroe di guerra Frederick Zoller, invaghitosi di lei, decide di organizzare la prima del film girato per celebrare il suo valore militare e il potere del Reich proprio nel cinema di Shosanna. Dopo aver scoperto che parteciperanno tutti gli alti capi nazisti, la giovane decide di mettere in atto la sua vendetta con l’aiuto di Marcel, il suo compagno. La proiezione della pellicola suscita l’interesse dei “Bastardi”, soldati dell’esercito americano, scelti e guidati dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt). Il gruppo militare decide di collaborare con l’attrice tedesca e spia alleata Bridget Von Hammersmark (Diane Kruger), che viene coinvolta in un’operazione che ha lo scopo di uccidere i leader del Terzo Reich. La trappola organizzata non va però come sperato, terminando con una brutale sparatoria. Nel frattempo Shosanna, Marcel e i “Bastardi” si ritrovano a lavorare insieme per raggiungere lo stesso obiettivo, senza sapere niente gli uni degli altri, in una missione che cambierà le sorti della guerra.
Ingresso: 3 Euro, con prenotazione obbligatoria: tel. 349/2459042 o info@progettocantoregi.it
Gli spettatori che hanno contribuito alla donazione aderendo al crowdfunding “Riporta il cinema a Racconigi!” avranno diritto all’ingresso gratuito e riceveranno una borsa di tela “Progetto Cantoregi” in omaggio. L’evento si svolgerà nel pieno rispetto delle normative anti-Covid.

g. m.

Le “Contaminazioni” invaderanno il cortile di via Vanchiglia 16

“L’importante è comunicare” dice la pittrice Adelma Mapelli

 

L’amicizia, la disponibilità, la voglia di comunicare, il passaparola, tutto ha contribuito al successo. Tutto sembra pronto per un piccolo set cinematografico, ti si spalanca il portone che dà sulla strada e ti pare di immergerti in un attimo in un un mondo altro, diverso, antico, vivacissimo.

Hai davanti il cortile, il lungo ballatoio che gli corre intorno a formare un unico primo piano, un basso fabbricato costruito in anni successivi, un paio d’alberi con altrettante aiuole, molta vita. Via Vanchiglia 16, una costruzione antonelliana, circa la metà del XIX secolo, la Mole e la movida di oggi a due passi. Qualcuno lo ha già avvicinato al cuore di Montmartre, alla comunità del Bateau-Lavoir, forse è un semplice angolo torinese, ritrovato e rinnovato, quello che a tratti sogniamo, un inseguirsi d’atelier, studi aperti, una galleria da pochi mesi trasferitasi, un centro di idee e di sperimentazioni, di attività e di sensazioni che accoglie lo spettatore che lo visita. Con la passione, con la perseveranza e con lo spirito sorridente e battagliero, affettuosamente coinvolgente, che le sono propri “Il Cortile delle Arti” lo ha inventato, a poco a poco, passo dopo passo, incontro dopo incontro, la pittrice Adelma Mapelli. Negli anni ’20 nello stabile aveva posto una fabbrica di forniture per ombrelli e berretti, poi pur continuando l’attività, all’indomani della guerra, molte parti furono convertite in alloggi per ospitare l’immigrazione dalle campagne e dal Sud. A metà degli anni Settanta l’artista inserì il proprio studio tra le pareti di quelli che erano stati sino ad allora gli uffici della fabbrica, aprendo alla pittura e all’acquarello, alla scuola di nudo frequentata da tanti nomi che sarebbero divenuti poi celebri nel mondo artistico torinese e non soltanto, ai numerosi allievi che si sono avvicendati ad apprendere le prime nozioni e ad irrobustire tecniche e prospettive. Poi, in questi ultimi anni, le iniziative e gli eventi organizzati periodicamente, mostre letture musica poesia teatro discipline meditative e molto altro.

“Dopo il lungo periodo di interruzione – ricorda Mapelli, docente di pittura all’UniTre torinese, da sempre organizzatrice di raduni en plein air, creatrice del Museo dell’Acquerello di Montà d’Alba – abbiamo ripreso nel primo weekend di maggio, eravamo tutti un po’ titubanti. Ci piaceva pensare ad un buon gruppo di persone ma non ci speravamo poi tanto. Invece è stato bello vedere il cortile riempirsi, il pubblico, fatto di adulti con i capelli bianchi e di ragazzi soprattutto, provenienti pure da fuori Torino, salire e scendere le scale, entrare negli atelier, chiedere, mostrare interesse, appassionarsi. È stata una festa, e tutti l’abbiamo vissuta come tale”. Dopo quello di maggio un altro appuntamento, “Contaminazioni”, un incontro tra fotografia e pittura inventato al volo in occasione di “The Phair To” da oggi (inaugurazione alle 15, chiusura alle 20) a domenica 20 (con orario ancora dalle 15 alle 20, domani sabato dalle 15 alle 23). “La gente ha voglia di occasioni simili – continua ancora la pittrice – e noi qui, all’interno del cortile, ci scambiamo idee, piccoli progetti che poi vengono ampliati; come invitiamo altri artisti, provenienti dal quartiere e da altre realtà della città, per metterli in contatto con il pittore, con il fotografo, con il musicista. Nascono contatti e nuovi interlocutori, l’importante è comunicare”.

Per questo appuntamento quattro spazi verranno aperti, gli altri saranno coinvolti nuovamente la settimana prossima, probabilmente il 22. Lo studio di pittura del francese Julien Cachki (a Torino dal 1987 e per due anni all’Accademia Albertina, diviso tra reale e virtuale, attraverso le istantanee delle webcam di tutto il mondo usa raccontare un pianeta fatto di frames e immagini effimere che scandiscono lo scorrere del tempo) ospita Silvia Fubini e Gianni Fioccardi mentre la Galleria d’arte contemporanea “Febo & Dafne” di Gabriella Garelli invita alla visita delle opere di Stefano Strangers (classe 1978, un obiettivo puntato sulle tematiche sociali più problematiche del mondo, dallo sfruttamento alle guerre civili, dalle catastrofi naturali ai cambiamenti climatici) e Diego Dominici (le sue maschere, la ricerca della mancanza di comunicazione con se stessi e con gli altri). Claudio Cravero, che inizia a fotografare negli anni Settanta, coltivando sempre di più l’uso della luce naturale, una costante nei suoi lavori che rimandano ai classici della pittura, titolare del laboratorio di fotografia “Hangar Studio” con Gianpiero Trivisano (fotografo dal ’98, s’è dedicato alla moda, alla fotografia realistica e onirica poi, alla street-photography) ospiterà Max Ferrero (“è un fotografo professionista che ama la gente, soprattutto quella che ha storie da raccontare e che gli permette di farlo con la sua macchina fotografica”) e Renata Busettini (“è una dilettante (!) perché il diletto è il motore che sprona il suo desiderio di vedere il mondo attraverso la fotografia”) mentre l’atelier di Adelma Mapelli vedrà inserite le opere fotografiche di Gianluca Garofalo, Alessandra Zanessi e Silvia Finetti, che è insegnante di tecniche pittoriche, ha partecipato a mostre e collaborato con la Circoscrizione 8 e con il Castello di Rivoli, e porta avanti con successo tra tele e fotografie una ricerca artistica che si muove tra figurativo e informale.

 

Elio Rabbione

Nelle immagini: Adelma Mapelli e Claudio Cravero nei loro studi, la locandina di “Contaminazioni” che promuove l’appuntamento dal 18 al 20 giugno e un momento del precedente incontro tra artisti e pubblico nel cortile di via Vanchiglia 16

La Regione vuole rilanciare la vita della montagna per evitare lo spopolamento e la perdita di servizi

Sostegno alla montagna all’esame della Terza commissione del Consiglio regionale (presidente Claudio Leone), chiamata ad esprimere i pareri preventivi sulle proposte della Giunta regionale.

Come ha spiegato l’assessore allo Sviluppo della Montagna Fabio Carosso, nell’intento di rilanciare la vita in montagna evitando il rischio di costante spopolamento e nell’intento di garantire i servizi essenziali, per il 2021 sono stati stanziati 10milioni e 700mila euro, così ripartiti: 6milioni e 700mila euro per le spese di funzionamento (da questa somma 2milioni e 200mila sono destinati all’attuazione del programma annuale), 2milioni e 800mila per il personale operante nelle Unioni montane, e poco più di un milione per le iniziative per lo sviluppo. Per delucidazioni è intervenuta Monica Canalis (Pd). La proposta di atto deliberativo ha ottenuto a maggioranza parere preventivo favorevole.