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Controlli Covid sui mezzi pubblici. Un uomo sanzionato e denunciato per violenza e lesioni

Mercoledì  pomeriggio, durante un servizio mirato al controllo del green pass e dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie presso le fermate dei mezzi di trasporto pubblico locale, gli agenti del Reparto Operativo Speciale e del Comando Territoriale VII della Polizia Municipale, unitamente al personale della GTT S.p.A., hanno effettuato circa 200 verifiche.

Intorno alle 16.30, gli agenti appostati in abiti civili presso la fermata ubicata davanti alla stazione di Porta Nuova, hanno fermato un uomo mentre scendeva da un bus della linea 52 senza mascherina che, alla successiva richiesta di esibizione del certificato verde e dei documenti identificativi, ha reagito con violenza e si è dato alla fuga, procurando lievi lesioni a uno dei due agenti.

I ‘civich’ però sono riusciti a fermare il fuggitivo che ha continuato a rifiutare di esibire i documenti e a dimenarsi in maniera energica, tanto da richiedere l’intervento di un’altra pattuglia per condurlo al Comando di via Bologna, dove è stato identificato.

Si tratta di un trentacinquenne di nazionalità senegalese, residente sul territorio cittadino, denunciato per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e rifiuto di generalità.

Inoltre, l’uomo è stato sanzionato per mancato utilizzo dei previsti dispositivi di protezione FFP2 e per essere salito sul mezzo di trasporto pubblico privo del necessario green pass.

Violenze domestiche, a Natale tanti interventi della Polizia municipale a tutela di donne e bambini

E’ stato un Natale particolarmente intenso per il personale del Reparto di Prossimità della Polizia Municipale specializzato nella tutela delle fasce deboli. Nel giro di pochi giorni hanno eseguito diversi delicati interventi per la salvaguardia della sicurezza di persone esposte alle violenze dei propri conviventi.

Prima del 25 dicembre, i ‘civich’ hanno eseguito una misura di custodia cautelare in carcere a carico di un uomo di anni 53 di nazionalità siriana, resosi responsabile di pesanti maltrattamenti nei confronti della moglie e della figlia.

Un paio di giorni dopo, gli agenti hanno raccolto la denuncia di una donna italiana di 45 anni che da circa 10 anni subiva le violenze del convivente. Dopo l’ennesimo ricorso alle cure ospedaliere, la vittima si è finalmente decisa a denunciare il compagno e, considerata la gravità della situazione, è stata collocata in una struttura protetta.

Due minorenni, invece, una ragazzina di 13 anni e il fratello disabile di 16, sono stati inseriti in una comunità protetta a seguito delle denunce avanzate dalla bambina durante un’audizione protetta delegata dal Pubblico Ministero. La giovane, davanti allo psicologo specializzato per i minorenni previsto dalla legge, ha raccontato agli agenti di essere vittima, insieme al fratello disabile, di maltrattamenti ripetuti nel tempo da parte del convivente della madre. Entrambi i bambini sono di nazionalità italiana.

Capodanno col botto. Arrestato 60enne: deteneva più di 700 pericolose bombe carta

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Torino: sequestrate dalla Divisione PAS

Altro materiale pirotecnico sequestrato in una seconda operazione a Biella

Nell’ambito delle attività di prevenzione e contrasto alla commercializzazione e all’uso illegale di artifici pirotecnici intensificate in vista del capodanno, lo scorso 27 dicembre personale della Divisione PAS ha tratto in arresto per detenzione illegale di materiale esplodente un sessantenne originario della provincia di Avellino e residente a Torino, in quanto trovato in possesso di 763 bombe carta. Le cosiddette “cipolle”, sottoposte a sequestro, di produzione artigianale e non classificate, ognuna del peso di 120 grammi, sono da ritenersi micidiali in quanto di elevata potenza e in grado di produrre un’esplosione “per simpatia”.

L’attività investigativa ha permesso di rinvenire detto materiale in un garage in uso all’arrestato, nel momento in cui questi lo stava prelevando evidentemente per cederlo a terzi, nonché nel locale magazzino di un bar cittadino in zona Madonna di Campagna, la cui licenza, intestata alla convivente dello stesso arrestato, è stata sospesa per dieci giorni ai sensi dell’art. 100 TULPS.

Mercoledì scorso, invece, gli agenti della Divisione PAS, insieme a personale dell’omonima Divisione della Questura di Biella, hanno tratto in arresto per detenzione illegale di sostanze esplodenti un trentacinquenne di Biella.

La perquisizione effettuata dagli agenti, a seguito di attività info-investigativa condotta dalla Squadra di Polizia amministrativa della Questura di Torino, ha permesso di rinvenire, occultati in una baita della provincia di Biella, nella disponibilità dell’arrestato, una sessantina di manufatti pirotecnici per complessivi 30 kg di massa attiva di materiale esplodente, che dovevano essere esplosi nella serata del 31 per festeggiare il capodanno, nonché numerosi mortai anche di grosse dimensioni, necessari per le accensioni.

Il materiale detenuto illegalmente, sottoposto a sequestro in considerazione dell’alto potenziale esplosivo e della sua micidialità, in grado di produrre un’esplosione “per simpatia”, poteva essere destinato esclusivamente all’uso professionale, per il quale è prevista autorizzazione di pubblica sicurezza e specifica abilitazione tecnica.

L’uomo si trova, su disposizione dell’A.G., agli arresti domiciliari.

Pochi politici di sinistra ai funerali di Burzi

Pino Chiezzi, Paolo Peveraro, Cristina Bargero e Silvio Viale  erano tra i pochi esponenti del centrosinistra ai funerali di Angelo Burzi, l’ex assessore regionale di Centrodestra suicidatosi la notte di Natale

Lo ha sottolineato Silvio Viale, radicale eletto nelle lista del Pd. “Mi dispiace molto essere qui oggi il solo esponente della maggioranza di centrosinistra al governo della città – ha osservato Viale – perché Burzi è stato un esponente politico torinese importante e di prestigio. Al di là del credo politico di ognuno”.

Chiezzi, il comunista: “Burzi intelligente e preparato, un politico serio”

“Ho partecipato alla vita politica torinese,  per 18 anni e sempre dalla parte politica opposta alla tua, e posso dire che dialogare con te, ingegnere e appassionato di politica come me, è sempre stato importante e utile. Eri una persona intelligente e sempre preparata, un politico serio. Studiavi le carte prima di intervenire su qualsiasi argomento, il tuo era sempre un contributo alla discussione”. A parlare è Pino Chiezzi, a lungo consigliere di Rifondazione Comunista, nel ricordare “l’avversario” Angelo Burzi, durante i funerali nella Chiesa di San Filippo Neri a Torino. Chiezzi era tra i pochi esponenti del centrosinistra ai funerali, come ha sottolineato Silvio Viale, radicale eletto nelle lista del Pd presente alla cerimonia funebre.

“Non mi arrendo, lascio il campo da innocente” L’ultima lettera di Burzi

Ecco il testo dell’ultima lettera di Angelo Burzi, indirizzata via mail ad alcuni amici prima di uccidersi la notte di Natale. La missiva è stata resa nota dai destinatari dopo i funerali dell’ex uomo politico 

Ho vissuto splendidamente sino al compimento del mio 73mo compleanno. Poi, da settembre sono cominciati i problemi…

la notizia delle udienze alla fine previste per il processo di appello ed un iniziale mal di schiena. Partiamo da questo e, abbreviando un percorso durato tre mesi, si arriva ad una Pet di fine novembre, ad una biopsia ed a una Tac tutt’altro che positive. Si preannuncia quindi un prossimo futuro di approfondimenti, di interventi chirurgici e di terapie per nulla gradevoli… panorama non certo entusiasmante, ma c’è di peggio.

La giustizia è un esempio appunto del “peggio”, non trascurando che lo scrivente è certo di essere totalmente innocente nei riguardi delle accuse a lui rivolte. Alla fine del processo di appello, 14 dicembre u.s., ho totalizzato una condanna a tre anni per peculato svolto continuativamente dal 2008 al 2012. I possibili sviluppi stanno in un possibile nuovo ricorso in Cassazione, che avrà con grande probabilità un esito nuovamente negativo, diciamo alla fine del 2022. E qui iniziano i problemi seri perché interverrà la sospensione dell’erogazione del vitalizio per la durata della condanna. Probabilmente si sarà fatta nel frattempo nuovamente viva la Corte dei conti pretendendo le conseguenze del danno di immagine da me provocato, diciamo non poche decine decina di migliaia di euro.

 

Credo tutto ciò sia soggettivamente insostenibile, banalmente perché col vitalizio io ci vivo, non essendomi nel corso della mia attività politica in alcun modo arricchito, e sostanzialmente perché non sono più in grado di tollerare ulteriormente la sofferenza, l’ansia, l’angoscia che in questi anni ho generato oltre che a me stesso anche attorno a me nelle persone che mi sono più care, mia moglie, le mie figlie, i miei amici.

Preferisco dare loro oggi, adesso, una dose di dolore più violenta, ma una tantum… poi la loro vita potrà ricominciare visto che hanno, contrariamente a me, una larga porzione di futuro davanti a sé, futuro che non voglio danneggiare o mettere a rischio con una inutile mia ulteriore presenza su questo palcoscenico.

Siccome arrendermi non è mai stata un’opzione, frangar non flectar, esprimo la mia protesta più forte interrompendo il gioco, abbandonando il campo in modo definitivo.

Serve anche fare un non esaustivo elenco dei personaggi che maggiormente hanno contraddistinto in maniera negativa questo mia vicenda in quasi dieci anni. Dapprima i giudici del primo processo d’appello, i quali, con una sentenza che definire iniqua e politicamente violenta è molto poco, azzerarono la sentenza di primo grado che mi vide assolto per insussistenza del fatto dopo due anni di dibattimento in aula. Poi l’uomo nero, il vero cattivo della storia, il sostituto procuratore che dall’inizio perseguì la sua logica colpevolista, direi politicamente colpevolista. Essendo persona preparata e colta non si arrese rispetto alle assoluzioni del primo grado, ma appellandosi a sua volta ottenne la condanna nel successivo appello. Ancor più colpevole a mio avviso perché, conoscendo in dettaglio i fatti che mi riguardano, insistette nelle sue tesi. Infine trionfò pochi giorni fa con l’esito del rinnovato appello determinato dalle decisioni della Cassazione.

In questo caso con il contributo significativo del presidente e relatore della Corte, l’ultimo arrivato sulla scena, le cui motivazioni non sono ancora note, bisogna attendere i 90 gg dalla sentenza, ma è evidente che ci ha messo molto del suo, probabilmente aggiungendo le sue valutazioni di ordine etico morale, del tutto soggettive e prive sia di sostanza che di sostenibilità giuridica, alle richieste dell’accusa. Se la procedura glielo avesse consentito, credo le avrebbe ampliate.

Desidero infine che il mio abbandono non sia in alcun modo connesso con il Natale, è solo dovuto alla concomitante assenza fisica di mia moglie, il che lo rende oggi praticabile. Spero però sia di esplicita condanna per coloro che ne sono stati concausa e di memoria per coloro che, leggendo queste poche righe, le potessero condividere.

Importante anche non dimenticare il ruolo positivo della Presidente Bersano di Begey che svolse eccellentemente il suo non semplice ruolo durante il primo grado del processo, leggendo le carte disponibili, sentendo coloro che avevano titolo, distinguendo le spese per la loro inerenza al mandato dei consiglieri, condannando severamente i colpevoli ed assolvendo gli altri, fra i quali io stesso. Insomma facendo il giudice!

Me ne vado in eccellente forma psichica, abbastanza traballante in quella fisica, certo che questo mio gesto estremo sia l’unica strada da me ancora percorribile… la  riduzione e la cessazione futura del danno!

Siccome credo in Dio sono anche certo che Lui comprenderà e che quindi non passerò l’eternità tra le fiamme degli inferi.

Con sincerità

Angelo Burzi

Ps: chi fosse destinatario di queste parole sappia di essere autorizzato a farne l’uso che crede. Ne posso rispondere solo io, che però non ci sarò più.

Fiere al tempo del Covid

C’è del marcio in Danimarca? Per Ametlo era una affermazione. Per noi è solo una domanda. Ma  qualcosa sembrerebbe non tornare  al Comune di Rivoli e desta preoccupazioni sulla gestione  dell’emergenza Covid. Parrebbe trattarsi del solo comune che non vieta le fiere di piazza, quando  il decreto legge 221 del 24 dicembre art. 6 le vieta espressamente.
Eppure il villaggio di Babbo Natale continua la sua attività. Vista così non pare una cosa opportuna, anche perché le manifestazioni Torino le ha, diligentemente, vietate tutte. E perché gli amministratori non intervengono? Mistero. Organizzazione di base dei locali commercianti. Ma non basta a spiegare tutto. L’iniziativa è partecipata anche dal comune stesso. Commissionata una relazione di fattibilità ad un professionista si è proseguito nell’iniziativa. Sembra, comunque, che all’interno del comune pochissimi funzionari si siano opposti. Ora ci rimane solo da sperare che nulla di spiacevole avvenga in un periodo che richiederebbe più prudenza.

Patrizio Tosetto 

Nuovo record di contagi in Piemonte, oltre 11.500 casi

Nuovo record di contagi, ed è il terzo giorno consecutivo, in Piemonte.

11.515 i nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19, si tratta del 12,7% di 90.662 tamponi eseguiti. Gli asintomatici sono 7.950 (69,0%). Sono 8 i decessi, nessuno di oggi, e superano quota cento i ricoveri in terapia intensiva, dove sono 102 (+3). Invece nei reparti ordinari i pazienti sono 1.176 (+29). Le persone in isolamento domiciliare sono 62.608, attualmente positivi 63.886, i nuovi guariti 2.574. Dall’inizio della pandemia il Piemonte registra 487.296, 12.037 decessi e 411.373 guariti.

Scontro in tangenziale: auto perde il motore, un ferito

Sulla tangenziale nord di Torino, direzione nord, a Venaria Reale, sulla corsia di decelerazione in uscita dalla tangenziale si è verificato un incidente

Coinvolte  una Fiat Stilo Abarth, che ha perso il motore finito  sulla carreggiata, e un’Alfa Romeo Stelvio. Sul posto sono giunte  alcune ambulanze, la polizia stradale e gli ausiliari Ativa. Il conducente della Stilo è stato trasportato all’ospedale di Rivoli, le sue condizioni non destano preoccupazione.

Il regalo più bello. Infermiera dona un rene al figlio e gli salva la vita

Suo figlio di 27 anni era in lista per un trapianto di rene, essendo affetto da una nefrite in peggioramento, ma l’attesa durava da anni.

La madre, infermiera dove il giovane fa la dialisi, decide così di donargli un rene, al Centro trapianti renale delle Molinette di Torino

Qui sono stati effettuati 250 trapianti di rene da vivente nell’anno in cui il centro festeggia i 40 anni di attività e i 4.000 trapianti di rene dal 1981. La mamma infermiera, 52 anni, ringrazia le Molinette e tutte le equipe, dai medici agli infermieri a tutto il personale sanitario”.