ilTorinese

Toro: Bremer ha rinnovato

Ultim’ora

Una grande notizia per il Toro e per il popolo granata.Gleison Bremer,difensore centrale del Torino,ha rinnovato di 1 anno il suo contratto firmando fino a giugno 2024.Il precedente scadrà il 30 giugno 2023.Difensore eclettico,gran colpitore di testa,piedi buoni, è al Toro dal 2018.Implacabile in marcatura e gran goleador,12 reti segnate finora, è cercato dai più grandi club in Italia ed in Europa.Ora la base d’asta,per una sua eventuale cessione a luglio 2022, partirà da 35 milioni d’euro.Ma se il Toro si qualificherà in Europa chissà……se partirà.

Enzo Grassano

Donna guidava senza patente da 20 anni

Una donna guidava tranquillamente  nonostante dal 2001 avesse la patente sospesa dopo che era  stata fermata al volante di un’auto in stato di ebbrezza.

La polizia locale di Moncalieri nei giorni scorsi, in seguito ad un incidente in cui la donna è rimasta coinvolta senza conseguenze, ha scoperto la vicenda..

La patente non le era mai stata revocata, ma lei non ha mai sostenuto l’esame medico al termine del periodo previsto per la sospensione ai fini di riottenerla. Le sono inoltre intestati una ventina di veicoli, alcuni dei quali già confiscati.

Parlaconme: lo spreco alimentare

È dedicata allo spreco alimentare e ai mezzi per evitarlo la puntata Linkedin di oggi pomeriggio condotta dalla Social media Manager Simona Riccio

La puntata live su Linkedin, in programma mercoledì 2 febbraio prossimo alle ore 18, di PARLACONME, condotta da Simona Riccio, Social Media Manager del CAAT, sarà dedicata al tema dello spreco alimentare, proprio in occasione della Giornata nazionale della Prevenzione contro lo Spreco Alimentare.
La founder della trasmissione, che viene trasmessa ogni mercoledì sulla Radio Web Radiovidanetwork, si pone oggi l’obiettivo di porre al centro dell’attenzione l’intera filiera agroalimentare, coinvolgendo numerosi ospiti in studio e in collegamento telefonico dall’Italia e dal mondo. Oggi condurrà un live direttamente sulla pagina Linkedin del brand riconosciuto nell’ ampio scenario del settore agroalimentare.
La puntata di oggi ha, quale titolo, “Parlamidispreco. Stop food waste”. Questo il tema di cui si parlerà nella tavola rotonda di stasera e lo si affronterà attraverso la testimonianza rilasciata da alcune realtà che, in modo concreto e attraverso il loro impegno, contribuiscono quotidianamente alla lotta per abbattere lo spreco alimentare.
Interverranno l’onorevole Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva, prima firmataria promotrice della legge contro lo spreco alimentare; Giuliana Malaguti, responsabile Comunicazione della Fondazione Banco Alimentare; Nuccia Aliboni, responsabile amministrazione e marketing di Melanzi’; Giulio Baroni, Head Project manager di Eco dalle Città; Tommaso Bertolini, Senior Business Developer di “Too food to go”. Alle 18.30 si collegherà Francesca Nadalini con il nuovo progetto delle Chips di Zucca# Zoscar, per le quali vengono utilizzate zucche meno belle, ma egualmente buone.
Secondo i dati forniti dal Food Waste Index Report del 2021, lo spreco alimentare da parte delle famiglie, dei negozi di vendita al dettaglio e del settore della ristorazione, ammonta a 931 milioni di tonnellate ogni giorno, con impatti non marginali sui cambiamenti climatici. La maggior parte di questi sprechi, tra l’altro, avviene all’interno delle mura domestiche.
Il link al quale potersi collegare è https://bit.ly/3AORqex

Mara Martellotta

Partiti alle grandi manovre mentre il Paese ha bisogno di risposte

Il Pd torinese passerà febbraio a congresso.  E chi se ne era accorto? Almeno non il sottoscritto.  Ma robusti rapporti interni mi hanno svegliato .

Del resto era nelle cose visto che Mimmo Carretta o fa l’assessore o fa altro. E mi sembra più gratificante fare l’assessore, anche dal punto di vista economico.  Poi, da quello che mi risulta, il ruolo di segretario non è, oramai da decenni, retribuito. Tant’è che molti pretendenti non ci sono.  Comunque in settimana sapremo,  visto che scade il termine per la presentazione delle liste.  Quanti iscritti? Non è dato sapere con precisione.  Sicuramente non tanti, nell’ordine di alcune migliaia a livello provinciale.

Un congresso sotto tono? Sicuramente un congresso svogliato. Eppure, al netto del covid, un anno “magico” per il Pd, sia a Torino come a Roma. Ha vinto Stefano Lo Russo come sindaco. Ed è questo  (forse) il punto, non ha vinto il Pd, ha vinto Stefano lo Russo.

Infatti sta sistemando solo i suoi.  Sia ben chiaro: persone tutte di livello e dunque capaci. Ma i malumori si sentono, eccome si sentono. Ci siamo anche noi della sinistra PD.  Si sente un flebile urlo. E il consigliere Saluzzo si porta avanti: dopo essere stato eletto in quota sinistra fa il salto della quaglia.  Ora è con la maggioranza diciamo così ex renziana. Poveri ex comunisti, non sanno che pesci prendere. Non è colpa loro.

Quando Zingaretti era segretario nazionale si boccheggiava.  Con Enrico  Letta la respirazione bocca a bocca sta funzionando.

Unico ex comunista che si salverà è Piero Fassino. Oramai è chiaro che lui è Franceschini sono tra i registi dell’elezione di Mattarella.  E visto che a pensare male ci si azzecca sempre, il tutto con l’accordo con  Letta che s incaricava di prendere in mezzo Matteo Salvini. Operazione talmente riuscita che il centro destra è nel marasma più totale. Oramai sono oltre una crisi di nervi. Peccato che Berlusca è stanchissimo.

E Casini potrebbe essere il leader di un nuovo e centro federato. Fino a ieri si dava per scontata la vittoria elettorale della Meloni e soci. Ora manco sono più soci.  Effettivamente partire dicendo comandiamo noi e poi fare quello che Letta voleva è decisamente troppo. Le truppe dei malpancisti si stanno ingrossando. Malpancisti verso Draghi e Mattarella. Contro ogni autoritarismo.  Ma io , e non solo io, non vedo una diarchia. Vedo, vediamo una totale debolezza della politica e dei politici. Da decenni, nel migliore dei casi, subiscono, fondamentale senza reagire. 

Non vorrei essere nei panni del Ministro Giorgetti, o del Ministro Orlando. Moltissime le richieste di cassa integrazione. Da parte di aziende sanissime, fino a ieri, s intende. Ripresa del mercato e ora messe in ginocchio dal caro bollette che sta colpendo le famiglie. Che cosa dovrebbero fare ? Iniziative con l’Europa verso i paesi esportatori di energia come, ad esempio la Russia.  Non dico avvallare una guerra contro l’Ucraina, ma da troppi decenni subiamo embarghi decisi dagli Stati uniti. E poi una diversa politica energetica. Capisco,  stiamo entrando nel mondo dei sogni.  Capisco. Ma non accetto.  Non accetto che la Germania abbia più energia solare del nostro Paese. Non accetto che la Francia, comunque se la gioca ancora con il nucleare.  Magari scelte che non condividiamo ma pur sempre scelte. Eccolo lì uno dei nostri mali atavici.

Vivacchiare non pensando , o non volendo pensare al dopo. Magari per i singoli individui tollerabile, non accettabile per la politica e per i politici. E ci risiamo in una tragico gioco dell’oca. Nel 1973 le prime domeniche senza auto.  Motivo l’aumento del costo del petrolio. Sono passati 49 anni e siamo a punto da capo: interamente dipendenti dall’estero. Noi singoli cittadini possiamo risparmiare.  Cercare di avere comportamenti virtuosi dal riscaldamento ai trasporti.  Ma poi l’efficienza dei trasporti dipendente, concretamente dal pubblico nelle sue diverse forme. Tutti a parole sono per il lavoro. Appunto, a parole. Occasione irripetibile il Pnrr. Anche per questo la stabilità è necessaria, indispensabile sia Torino che a Roma.  A Torino con Sindaco Stefano lo Russo.  A Roma con Sergio Mattarella Presidente della Repubblica.

Alda Besso.“Balda” in arte… e di fatto

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In mostra  al “Collegio San Giuseppe” di Torino, i saggi d’Accademia realizzati dall’artista nei primi decenni del Novecento

Fino al 12 febbraio

Gli anni vanno dal 1923 al 1928. Sono gli anni della formazione artistica, severa ed organica, di Alda Besso (Genova, 1906 – Torre Pellice, 1992) pittrice di prim’ordine, ma anche colta e intuitiva designer, nonché progettatrice d’arredi e raffinata maestra di grafica.

Anni di studio alla torinese Accademia di Belle Arti, quando la Besso non era ancora ufficiamente “Balda”, anche se in taluni disegni della metà degli anni Venti già amava firmarsi con quella simpatica crasi di cognome e nome B(esso) Alda, che si ritroverà anche più avanti nella sua carriera artistica e professionale. E neppure era ancora “Giò” come “gioia”, come “gioventù”, com’era solito chiamarla il grande Eugenio Colmo, in arte “Golia” (soprannome simpaticamente affibbiatogli, per la sua notevole statura, da Guido Gozzano negli anni trascorsi al liceo “Cavour”), genio dell’arte del design, che la Besso conobbe negli anni di attività alla gloriosa “Gazzetta del Popolo” e con cui condivise vita e lavoro dal 1942 al 1967, anno della scomparsa di “Golia”.

Anni di fervente comune attività, nello studio “GoBes” al civico 101 di corso Regina Margherita a Torino, in cui giungevano (eccome!) voci, suoni e gesti delle nascenti Avanguardie (dal Secondo Futurismo torinese – illuminante per la Besso l’Esposizione del ’28 – alla Scuola Casoratiana, così come alla straniante magia dell’arte surrealista), annusate e avvicinate e manipolate dalla pittrice con interesse e felici risultati, senza mai dimenticare però le solide basi scolastiche apprese nei cinque anni trascorsi all’Accademia.

E su questo vuole proprio porre l’accento la mostra oggi, e fino al 12 febbraio, dedicata dal “Collegio San Giuseppe” di via San Francesco da Paola, ormai fra i più significativi centri di cultura della città, agli anni di studi formativi di Alda Besso. Curata da Francesco De CariaDonatella Taverna e Fratel Alfredo  Centra (direttore dell’Istituto) e corredata da un quaderno – catalogo con contributi dei curatori e di Pino Mantovani, la rassegna espone una quarantina abbondante di opere, materiali d’Accademia degli anni a cavallo dei decenni Venti e Trenta, pervenuti alla morte della Besso alla “Raccolta d’Arte De Caria Taverna”.

Si tratta di disegni a matita da protomi in gesso classiche e rinascimentali (di cui l’Accademia vanta una ricca collezione) o da elementi di ornato e architettonici con relative proiezioni, non meno che tratti dalla statuaria classico-ellenistica e rinascimentale. Perfetto nel segno già maturo e nei contrasti di luci e ombre il disegno di “Gastone di Foix”, dal “Monumento funebre” del generale francese realizzato (fra il 1515 e il 1523) dal lomabardo Agostino Busti, detto il “Bambaia”. Non mancano, datati negli ultimi anni di studio, alcuni oli (esemplare nella libertà formale coniugata pur sempre alla lezione classico-accademica, la composizione con “torso di Venere”) e tempere. E poi ritratti, che paiono ambire a personali e singolari, ma pur sempre tenute a freno, libertà gestuali, come quello notevole di “Michelangelo Monti” del ’26, visionato e firmato da Luigi Onetti, docente di disegno, ornato e pittura.

E infine paesaggi, in cui s’avvertono, nell’essenzialità linguistica e nelle campiture nette e geometriche dei colori e degli sfumati gli echi accesi di quel “Secondo Futurismo”, che forte presa ebbe sulla Besso, così da indurla nel ’32 a dipingere proprio, e in modo esplicito, una significativa “Natura morta futurista”. Sottolinea Francesco De Caria: “Il materiale artistico e documentale che proponiamo al pubblico consente di seguire – attraverso l’esperienza di Alda Besso – le tappe del percorso di formazione artistica all’‘Albertina’ di Torino, dalle prime prove al diploma superiore, in un periodo – gli anni Venti – in cui all’Accademia torinese insegnavano personalità di altissimo livello. Molti di loro – Giacomo Grosso, Cesare Ferro, Giulio Casanova, Luigi Onetti, Edoardo Rubino e altri – fanno parte del panorama artistico torinese e nazionale e le loro firme, apposte sui saggi della Besso, compaiono in vari documenti esposti, tra altre firme purtroppo non decifrabili”. Firme di illustri artisti e docenti a comprovare la visione di compiti  in aula, con tanto di sigilli in ceralacca a retro, in cui scorrono progressi o tentennammenti o “pericoli” di fuga in avanti, dov’è facile riconoscere la “baldanza” della giovane Besso. Ma anche la positiva forza di insegnamenti mai dimenticati e che saranno, negli anni, scuola-guida del suo lavoro d’artista. Pur libera e vera.

Gianni Milani

“La formazione dell’artista nei primi decenni del Novecento: saggi d’Accademia di Alda Besso”

Collegio “San Giuseppe”, via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250

Fino al 12 febbraio

Orari: lun. – ven. 10,30/12,30; 16/18,30; sab. 10,30/12

Nelle foto:

–         Disegno da protome di Gastone di Foix, 1924

–         Ritratto di Michelangelo Monti, 1926

–         Composizione con torso classico di Venere, 1928

–         Disegno da gesso di testa muliebre

Una storia lunga 15 anni: auguri Eataly Torino

Era il lontano gennaio 2007: mi trovo entusiasta ad aver scoperto questo nuovo supermarket in zona Lingotto, a Torino,forse un po’ più caro rispetto agli altri, ma pieno di prodotti che non gustavo più da tanto e ai quali la tradizione culinaria di famiglia era molto affezionata.

Dal giorno in cui ho messo piede in questo nuovo “supermercato del gusto”, l’ho visto crescere, modificarsi, superare crisi, rinnovarsi di continuo per soddisfare sempre più una clientela che nel tempo ha individuato questo posto come un polo di riferimento gastronomico importante. Fin da subito, si respirava un senso di rilassatezza mentale, curiosando nelle varie corsie, quasi a dedicarsi dei momenti di contatto fra il cibo e i produttori, tanti, tantissimi e ognuno con le proprie peculiarità.

In quell’anno Eataly iniziava la sua avventura aprendo le porte del primo punto vendita, quello nell’ex opificio Carpano al Lingotto di Torino. Un luogo inedito dedicato alla valorizzazione e al racconto del meglio delle tradizioni eno gastronomiche italiane.

Col passare del tempo, Eataly Lingotto ( e poi anche nella sede più centrale della città, quella di via Lagrange) è diventata una tappa importante del sapere sul cibo piemontese e nazionale. Dalla pasta secca, alla pasta fresca, le cui vetrine di esposizione sono a “ cielo aperto” : si possono così scegliere agnolotti e plin come ci si trovasse in un vero e proprio pastificio. La loro realizzazione è stata improntata secondo lo stile della storica  famiglia Alciati – che in termini di lavorazione dell’agnolotto è fra le più famose in Piemonte – e che da poco tempo aperto il nuovo bistrot  “Giù da Guido”. Eun luogo dedicato al “mangiare con lentezza” –  ricavato in un’ampia area proprio vicino alla zona dei vini regionali e della cantina che contiene quelli più rinomati – dove è possibile gustare tante proposte della tradizione piemontese ma proposte in maniera rinnovata e allo stesso tempo gustosa : tra tavoli in stile retrò, in un’atmosfera rilassante e immersi in un tempo indefinito, assaporando portata dopo portata, l’amore e l’eleganza della loro cucina.

Eataly è anche molto altro: è riuscita a distinguersi anche per la realizzazione di un’area vendita adibita alla presentazione di molti strumenti di lavoro professionali ma molto utili anche nelle preparazioni casalinghe: a dimostrazione del fatto che l’attenzione alle ricette che si possono realizzare  successive all’acquisto dei prodotti, è molto sentita.

La rilevanza nella conoscenza del cibo che poi si mangia è un aspetto su cui Eataly si è sempre prodigata molto: il claim con cui sono nati  “ mangia meglio, vivi meglio” , è proprio quello su si poggia la filosofia di questo luogo che anno dopo anno, è sempre più apprezzato, soprattutto dagli stranieri. La frutta e la verdura messa in esposizione appartengono sempre alla stagione in corso, a dimostrazione di come sia particolarmente sentita la divulgazione degli aspetti nutrizionali dei cibi a partire dal rispetto della stagionalità dei prodotti.

Grande attenzione è dedicata sopratutto ai vini, alle birre, ad etichette anche internazionali di  liquori e distillati. Il cuore pulsante è proprio nello shop situato al piano inferiore. Lì una volta si poteva anche mangiare, con un menu un po’ più rustico in abbinamento alle birre: ora questa zona, insieme a tutti gli altri ristoranti a tema, sono stati spostati al piano principale.

Vini regionali ovviamente ma anche tantissime referenze provenienti da ogni parte d’Italia, così come gli champagne rigorosamente provenienti dalla Francia.

Lo spettacolo del cibo e del vino è stato impreziosito, anno dopo anno, dalla programmazione di tanti eventi, che hanno visto il coinvolgimento di chef, stellati e non di tutta Italia e delle filiere alimentari che, con le loro preparazioni, hanno cercato di valorizzare. Questa obiettivo, ha fatto sì che  Eataly da sempre si proponesse con quella filosofia con cui Slow food si è fatta conoscere, cioè quella del “mangiare con lentezza e con consapevolezza”: numerosi sono, infatti, i prodotti promossi sugli scaffali a marchio Slow food , con l’obiettivo di sottolineare l’identità del territorio di cui si fanno portatori.

Il 20 gennaio 2022, Eataly ha festeggiato quindici anni di permanenza sul territorio torinese: la capacità di aver avuto la capacità di  raccontare le storie dei cuochi, dei prodotti e dei territori – in altri termini la nostra biodiversità –  è stata davvero incredibile e oltre ogni aspettativa.  E chissà a quali altre sorprese andremo incontro!

Per 10 giorni, dal 20 al 30 gennaio, si sono succedute numerose cene e pranzi con cuochi e ristoranti di tutta Italia, non solo piemontesi, e che hanno trasmesso i valori dei luoghi di provenienza, le peculiarità e le ricette tradizionali; tutti seduti  intorno ad una tavola al gusto di “ Italia” .

Pranzare, per l’occasione del compleanno della struttura, in uno dei ristoranti coinvolti per l’evento – Felice a Testaccio – luogo che più romano non si può, è stata davvero un’iniezione di energia…gastronomica!

Il menu proposto, ovviamente, in pieno stile romano prevedeva carciofi alla romana, tonnarelli cacio e pepe mantecati rigorosamente al tavolo ( goduria perfetta per gli occhi prima di tutto), mezze maniche all’amatriciana e delle curiose polpette di bollito, realizzate alla maniera delle regioni del sud.

E’ stato molto interessante chiacchierare col titolare di questo locale emblema della capitale, dove si recano personaggi famosi e politici.

Nel pensiero che esprimeva sulla città di Torino, come potenziale sede di un’ulteriore apertura del ristorante, si è compreso come da romano, abituato a tempi e orari dilatati nel tempo, con ritmi di lavoro completamente diversi da quelle tipicamente sabaudi, sentisse forte la necessità- inaspettatamente- di volersi adeguare al rigore della città della mole, ai modi garbati e attenti di accogliere le nuove realtà gastronomiche, soprattutto se provenienti da regioni che portano con sé ricette particolarmente gustose, proprio come quelle della tradizione culinaria romana. E poi, testuali parole “ Torino  è così bella!”

Chiara Vannini

Covid, il bollettino di mercoledì 2 febbraio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 8.487 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 6.719 dopo test antigenico), pari al 11,5% di 73.490 tamponi eseguiti, di cui 62.181antigenici. Degli 8.487 nuovi casi gli asintomatici sono 6.932 (81,7%).

I casi sono così ripartiti: 6.452 screening, 1.525 contatti di caso, 510 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 896.367, così suddivisi su base provinciale: 73.137 Alessandria, 41.145 Asti, 34.298 Biella, 122.937 Cuneo, 69.088 Novara, 473.233 Torino, 31.764 Vercelli, 32.298 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 4.368 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 14.099 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono125 (-7 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2041 (-40 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 121.166

I tamponi diagnostici finora processati sono 14.463.706 (+ 73.490 rispetto a ieri).

I DECESSI DIVENTANO 12.657

Sono 28, uno di oggi, i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.657 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.676 Alessandria, 769 Asti, 483 Biella, 1.554 Cuneo, 1.022 Novara, 6.038 Torino, 581 Vercelli, 411 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 123 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

760.378 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 760.378 (+ 14.699 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 63.824 Alessandria, 36.391 Asti, 28.784 Biella, 106.767 Cuneo, 61.729 Novara, 399.017 Torino, 26.935 Vercelli, 28.350 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 2.833 extraregione e 5.748 in fase di definizione.

Febbraio al Circolo dei lettori è un mese intenso

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Febbraio al Circolo dei lettori è un mese intenso, tanti gli ospiti invitati a raccontare, riflettere e dialogare, a trasmettere cultura e passione.

 

Si parte con Fabio Geda in dialogo (1/2) con il co-fondatore di people Stefano Catone per presentare Il mondo salvato dagli ingenui: un confronto sui liberi e incondizionati pensatori. Titti Marrone (2/2), nell’ambito delle celebrazioni del Giorno della Memoria, racconta con Elena Loewenthal Se solo il mio cuore fosse pietra (Feltrinelli) l’incredibile storia vera di una grande villa di campagna diventata una residenza per i piccoli reduci dai campi di sterminio. Alessandro Forgione (3/2) dopo Napoli mon amour e Giovanissimi (candidato al premio Strega 2020), torna con un folgorante romanzo di fallimenti e conquiste, in dialogo con Marta Barone. Antonio Manzini e Tullio Sorrentino (3/2) daranno voce al nuovo racconto inedito dell’autore di Rocco Schiavone, Le ossa parlano (Sellerio). L’America è un esperimento (La nave di Teseo) è l’analisi dell’autore e giornalista Enrico Rotelli (4/2) che ne parla con Francesca Pellas.

 

La poesia di Franco Arminio (4/2) è protagonista con Studi sull’amore(Einaudi): una voce in versi nuova per indagare il coraggio di essere fragili. Torna Piergiorgio Odifreddi (7/2) questa volta a raccontarci storie straordinarie di animali, scrittori e scienziati descritte in Sorella scimmia, fratello verme (Rizzoli). La mitica Enrica Tesio (8/2) è la voce del suo diario, quello di chi, per riposarsi, si deve concentrare: lo racconta a Torino e in Tutta la stanchezza del mondo(Bompiani).

 

Parte il 9 febbraio “Tutta la vita è lontano. Riscoprire Carlo Levi a 120 anni dalla nascita”. Il progetto della Fondazione Circolo dei lettori realizzato con GAM, Camera e Museo del Cinema che prevede incontri, lezioni, dialoghi, mostre e proiezioni con: Francesco Piccolo, Claudia Durastanti, Filippo La Porta, Mario Desiati, Nicola Lagioia e tanti altri interventi cruciali per studiare la vita di questo straordinario protagonista del Novecento.

 

Si prosegue con una nuova avventura di Maurizio de Giovanni (15/2), una narrazione sul dolore e sull’umanità approfondita in L’equazione del cuore(Mondadori). Alberto Melloni (18/2) ragiona con Enzo Bianchi, Luca Ferracci, Sergio Mainoldi e Letizia Tomassone su L’unità dei cristiani (il Mulino). Il prof di filosofia di BarbaSophia, Matteo Saudino (18/2) ci accompagna a scoprire con i grandi filosofi il coraggio di pensare. Il dialogo tra Gianni Oliva e il giornalista Fausto Biloslavo (21/2) è incentrato sul tema dell’esodo istriano e del suo rapporto con la nostra memoria.

 

È con Giorgio Cuscito, Fabrizio Maronta e Lorenzo Pregliascol’appuntamento mensile con LIMES (23/2): si analizzano gli impatti geopolitici dei nuovi steccati alzati dal Covid-19 tra e negli Stati. Il romanzo di Nina Zilli (24/2) L’ultimo di sette (Rizzoli), è una storia fuori tempo d’amore e passione. Costanza DiQuattro (24/2) invita a sfogliare un nuovo album di famiglia descritto in Giuditta e il monsù (Baldini+Castoldi).

 

Torna la rassegna stampa del Post (26/2): i giornali, spiegati bene da Francesco Costa e Luca Stofri. È a cura dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte il progetto “Zone cieche e punti di luce”, un itinerario fra romanzi e saggi alla scoperta di origini, difficoltà e promesse dell’atto creativo. Si parte con Il grembo paterno(Feltrinelli) di Chiara Gamberale (28/2) in dialogo con Riccardo Bernardini e con le letture di Elettra Mallaby, si prosegue a marzo con Emanuele Trevi e i suoi Viaggi iniziatici (UTET).

 

Febbraio chiude con l’intrigante segreto di quattro ex detenuti fuggiti dalla Francia descritto da Enrico Pandiani (28/2) in Fuoco (Rizzoli): un passato che irrompe nel presente trascinando i protagonisti in una storia pericolosissima.

 

L’ingresso agli incontri al Circolo dei lettori è libero con prenotazione obbligatoria scrivendo a info@circololettori.it, con la Carta Plus è possibile prenotare il posto nelle prime file dedicate.

E’ morto Gianni, marinaio appassionato di storia piemontese

DAL PIEMONTE 


Si sono svolti oggi alle 14,30, nella chiesa del Sacro Cuore di Cuneo,  i funerali del dottor Gianni Coccoluto, morto a 77 anni all’ospedale «Santa Croce» (nella foto)  per problemi di cuore.

Era direttore del Bollettino della Società di studi storici, artistici e architettonici della provincia di Cuneo, di cui era stato segretario e vicepresidente. Si definiva un “marinaio prestato agli studi storici” agli studi storici. Infatti aveva conseguito il diploma all’Istituto nautico savonese e si era imbarcato come sottufficiale sulle molte navi in giro per il mondo prima di trasferirsi alla Michelin di Cuneo come esperto di motoristica. Si era poi iscritto alla facoltà di Storia dell’università di Genova dove si laureò’ nel 1982.